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Autore: susiguci    26/11/2022    5 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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'No!' Mai più!' si disse Arthur.


Scattò come una furia su Alined, facendolo cadere sotto di lui. Afferrò il medaglione e cominciò a tirarlo con tutte le sue forze. Alined forse si era  aspettato una qualche reazione, ma non propriamente quella. 

 

Arthur era molto più forte di lui ed il vecchio urlò quando sentì il cordone tagliare la pelle della nuca.

Il ragazzo, frustrato perché il cordone non si rompeva, provò a sfilare il medaglione dalla testa del vecchio, con le mani che tremavano. Si muoveva freneticamente. Sapeva di dover fare presto. 

Ma non fece in tempo. Ad Alined bastava un solo pensiero per sopraffare l'altro, finché portava quell'oggetto al collo. 

Il giovane non si accorse neppure quando il grosso ramo sopra di sé, si staccò dall'albero e gli finì sulla  testa, tramortendolo all'istante.

"Peccato, Arthur! Sei così bello!" mormorò il vecchio, togliendoselo di dosso per potersi alzare.




 

******



 

Merlin aveva camminato un po' per schiarirsi le idee. Si odiava per quello che aveva fatto. Una volta si era ripromesso di non farlo più e invece c'era caduto di nuovo. Aveva perso del tutto il controllo, aveva usato la magia per ferire Arthur e stava per abusare di lui,  tanta era la voglia di vendetta, la rabbia e l'odio che lo avevano accecato.

 

Però, l'arrendevolezza di Arthur, la sua dolcezza unite alle sue parole, avevano trasformato il desiderio di vendetta in desiderio e basta, la rabbia in passione e l'odio in amore.

Ma ancora, l'odore di Arthur, l'aveva riportato alla realtá, amara e insostenibile.

 

Non aveva senso rimanere lì a cercare di evitare i problemi causati dal suo comportamento di poco prima.

Sarebbe sceso a valle, perché in quel momento non aveva davvero idea di quello che avrebbe dovuto fare. 

Si sarebbe fatto trascinare dagli eventi, senza lambiccarsi il cervello in complicati stratagemmi. Avrebbe deciso lì per lì, man mano che le cose procedevano.

Passando davanti alla capanna, aveva notato la sua camicia posata su un masso. Arthur aveva avuto un altro pensiero gentile per lui, nonostante sentisse di non meritarlo.


Si trovava ad attraversare il piccolo bosco di faggi e tassi, quando si sentì chiamare.

 

"Vieni avanti, Merlin! Ti stavamo aspettando!" gli stava dicendo Alined. 

Strano che il vecchio si trovasse lì.

"Ti stavamo aspettando? Chi? Lui e chi altri?"

 

Poi lo vide.

 

Arthur era seduto contro il tronco di un albero, con il capo chino in avanti. Non si muoveva. Sembrava svenuto o … peggio.

"Arthur! No!" urlò mettendosi a correre verso di lui.

"Fermati, Merlin! Non avvicinarti!" urlò il direttore e con un gesto aprì il lembo della camicia per mostrargli il pendente che portava al collo.

Il ragazzo impallidì.

Quanto era stato stupido a non distruggere subito quel maledetto medaglione!

 

"Che cosa gli hai fatto?" Merlin era furibondo e straziato allo stesso tempo.

"Sta solo dormendo. Non preoccuparti."

"Cosa volete?"

"Sono io che dovrei farti questa domanda. Che cosa vuoi Merlin?... Vuoi Arthur? Vuoi l'Albionstars?"

"Non ha senso ciò che dite…"

"E non ti accontenti neppure della tua magia. Ora vuoi anche la mia… Tu mi hai tolto tutto! Ma non sono così vecchio come credi… non sono ancora del tutto rimbambito …"

"Farò quello che vorrete, ma vi prego, lasciate stare Arthur".

"È un po' troppo tardi, ormai! Voglio battermi con te … per lui."

 

"Io non ve lo lascerò! Voi l'avete soltanto usato. Non l'avete mai amato davvero!"

"Vuoi dire 'non quanto lo ami tu'? Quindi sei disposto a perdonarlo? Nonostante abbia passato la scorsa notte tra le braccia di un altro uomo? Lo vuoi ancora?"

"Sì!... Ma non voglio combattere con voi. Voglio solo che ve ne andiate, adesso…lasciateci in pace…"7 "Non posso fare a meno di lui … proprio come te. Noi abbiamo poteri magici, ma non così forti da resistergli. Forse l'unico vero mago qui, è Arthur!"

 

Merlin aveva sempre più paura. Alined poteva  attivare un incantesimo in un attimo. Non sapeva se fosse più forte la magia del medaglione o la propria, ma certamente quella in possesso di Alined era più veloce della sua.

Molto lentamente, parlando con tono calmo, Merlin avanzava tenendo le mani alzate ai lati del corpo.

"Vi prego, parliamo. Troveremo una soluzione, vedrete…"

 

A Merlin si ghiacciò il sangue, quando vide il pugnale che Alined fece scendere lentamente dalla manica destra fin nel suo palmo.

Il vecchio si mosse velocemente e tirò su Arthur con l'altro braccio, con una forza insospettata. 

Lo teneva in piedi con il solo braccio sinistro e guardò Merlin, mentre puntava la lama del pugnale contro la gola di Arthur.

"No! No!" gridò Merlin.

"Sai come si dice in questi casi … O l'avrò io o non l'avrà nessuno!"

Arthur stava aprendo gli occhi: era confuso e non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

"Ben svegliato, principe" disse Alined.

Lo sguardo di Arthur incrociò quello di Merlin,  e sembrò finalmente tornare in sé e accorgersi della gravità della situazione.

Quindi, si irrigidì, tirando la testa all'indietro, cercando di allontanare il collo dalla lama del pugnale.

 

Merlin non poteva usare la magia: avrebbe rischiato di colpire Arthur.

Si limitò a fare un passo avanti.

"Fermo!" gridò il vecchio, premendo la lama di ferro un po' più forte contro il collo di Arthur, lasciando una sottile striscia di sangue sulla gola del giovane, che preso dal panico, afferrò il polso di Alined, quello dove teneva il pugnale e gli diede un morso, più forte che riuscì.

Alined emise un grido terribile e gli cadde di mano il pugnale. 

Arthur si piegò in due su se stesso, tenendosi la pancia con una smorfia di dolore: il vecchio stava usando la magia contro di lui.

 

Con Alined dolorante e la sua magia impegnata contro Arthur, finalmente fuori tiro, Merlin ne approfittò immediatamente. 

Scagliò l'anatema su Alined, facendolo volare in aria per poi farlo ricadere a terra.

E in un attimo fu sopra di lui.

 

Entrambi provarono in contemporanea a lanciare un incantesimo a distanza ravvicinata, ma incredibilmente non successe nulla. 

 

'Le nostre magie si annullano a vicenda. La magia di Trickler è potente quanto la mia.'

 

Afferrato un sasso da terra, Alined colpì Merlin su una tempia una volta, due volte…

Il ragazzo cadde di lato; non era svenuto ma faticava a riprendersi. Ora il giovane mago era del tutto vulnerabile. Le loro posizioni erano invertite: era Alined a incombere su Merlin.

Il vecchio stava per accanirsi contro di lui e alzò il braccio per colpirlo nuovamente con il sasso.

"No!" urlò Arthur.

 

Alined si bloccò, girò la testa verso Arthur con gli occhi sgranati.

"Arthur …" mormorò solamente e stramazzò addosso al ragazzo sotto di lui.

Alzando la testa, Merlin si rese conto che Alined non si muoveva più e fu allora che vide il pugnale affondato al centro della sua schiena.

 

Era stato Arthur a salvarlo.

 

Era finita. Alined era morto.



 

******



 

Poco più tardi, Arthur e Merlin furono condotti alla stazione di polizia di Swindon e passarono la notte in carcere, in stato di fermo.

La cosa più terribile per Merlin fu il fatto di essere stato separato da Arthur, sia quella notte che il giorno dopo.

 

La mattina seguente furono interrogati: prima Arthur poi Merlin.

Nel tardo pomeriggio furono liberati. 

Legittima difesa.

George aveva testimoniato in loro favore. L’uomo aveva notato che Alined il giorno prima sembrava essere molto diverso dal solito. Diceva e faceva cose strane: non l’aveva mai visto così, in vent'anni.

Quando Alined l’aveva congedato era tornato ai carri, ma poi George, pieno di sospetti, era tornato indietro, fermandosi a distanza per osservare. Una fortuna per i ragazzi.

 

Una volta fuori di prigione Merlin si rivolse a George:

“Ti ringrazio. Se non fosse stato per te, forse ci avrebbero condannato e imprigionato, magari per sempre. Abbiamo avuto i nostri screzi, tu ed io, ma ti confesso che in questo momento sei il mio eroe!”

George cercava di nascondere il sorriso e l'orgoglio che le parole di Merlin gli provocavano.

“Ho fatto solo quello che era giusto!”si schermì a disagio.

Anche Arthur si rivolse a George.

“Mi dispiace per quello che è successo ad Alined! Lui era tuo amico!”

“La verità è che non me ne rendo ancora conto del tutto. Non mi sembra  possibile. Mi sento più che altro spaesato … non so cosa devo fare. So che lo odiavi, Arthur, e non ti biasimo. Al tuo posto lo avrei odiato anch’io, ma lui era il mio punto di riferimento e in qualche modo era anche mio amico, sì!”

“Immagino che tu non abbia detto niente alla polizia, riguardo la magia!” disse Merlin.

“Per me la magia non é stata una sorpresa così grande. Sapevo già che Trickler era un mago anche se non mi aspettavo che tu e Alined lo foste a vostra volta! Ma non ne ho fatto cenno alla polizia, perché non mi avrebbero mai creduto. Ed ero sicuro che neppure voi due ne avreste parlato.”

Merlin e Arthur lo guardarono e gli fecero un cenno d'assenso con la testa.

“Per tutto il resto ho detto la verità! E ora che faremo?” chiese George.

Arthur intervenne. “Alined disse che voleva lasciarmi il circo, ma penso fosse una bugia: non c’è nessun documento che lo provi."

"Sbagliato!" rispose George. “Sul suo tavolo hanno ritrovato il suo testamento firmato. Lascia l’Albionstars a te, la sua vecchia casa a me e tutti gli altri possedimenti a Percival. Ne aveva parecchi.”

“Che strano!” disse Arthur che faticava a capire.

"Volevo chiedervi un’altra cosa” aggiunse George sottovoce. “Voi non credete che Alined abbia voluto in qualche modo … farsi uccidere da voi?”

Arthur impallidì e guardò Merlin con sgomento: anche lui era più bianco del solito e gli restituì uno sguardo preoccupato.

“Potrebbe anche essere …” mormorò Arthur.

“Non lo sapremo mai …” aggiunse Merlin con un sospiro.

 

Dentro di sé Merlin era distrutto.

Aveva ucciso un uomo. Assieme ad Arthur. Per legittima difesa, certo, ma l'avevano ucciso.

L'uomo era stato suo mentore e anche suo amico fino a poco tempo prima, o almeno lui l'aveva creduto. 

Meritava di morire? Per un attimo si era detto di sì, quando l'aveva visto minacciare Arthur con quel pugnale. 

Ma non era vero. Nessuno lo meritava.

Andava fermato in altri modi.

Si chiese se George avesse ragione e se Alined si fosse fatto uccidere apposta e più ci pensava, più gli sembrava possibile.

Altrimenti perché aveva fatto testamento?

Ma perché Alined avrebbe voluto morire?

Perché senza Arthur non valeva più la pena di vivere?

Voleva fare ad Arthur una sorta di regalo, togliendosi di torno?

Forse la magia di Trickler gli si era ritorta contro, quando aveva agito da sola. E quando il vecchio aveva saputo che Arthur non aveva mai desiderato le sue attenzioni, doveva essere stato insopportabile per lui. 

La presenza del pugnale poi non aveva senso finché indossava il medaglione. Già prima della lotta con lui, Merlin si era accorto che qualcosa non andava. 

A un certo momento poi, Alined si era accanito solo su di lui, non considerando Arthur che era alle sue spalle. 

Dio! Ora capiva!

Alined non solo voleva morire, ma voleva morire proprio per mano di Arthur. Ecco perché aveva con sé quel pugnale.

 

"Comunque, grazie davvero George!" ribadì Arthur.

Merlin si riscosse da quei cupi pensieri.

"Non ringraziarmi!" disse George. "È anche colpa mia. Alined mi ha mandato a cercare quel medaglione sul vostro carro. Mi disse che Merlin gliel'aveva sottratto per vendetta e che era un ricordo di Trickler. Sono stato io a riportarglielo."

"È stato quando ti vidi uscire dal nostro carro?" fece Arthur.

"Esatto. Quando ti dissi che stavo cercando Merlin."

"Non preoccuparti! Sarebbe successo lo stesso!" si inserì Merlin.

"Ora è tutto finito e se vorrai restare con noi al circo te ne saremmo grati" gli propose Arthur.

"Farò così per il momento, poi ci penserò."

 

Quando George si allontanò, Merlin disse: "George è molto meglio di quello che pensavo."

"Sono d'accordo. Nell'ultimo periodo non ha brillato, ma sotto sotto è un tipo a posto." 

"Ora mi preoccupa il medaglione: dove sarà"?

"Ce l'ho io!" disse Arthur tirandolo fuori da una tasca.

"Come l'hai avuto?"

"Usando la mia magia … e cioè il mio fascino."

Alined gli aveva detto una cosa molto simile su Arthur, poco prima di morire.

 

"Che hai, Merlin?"

"Che vuoi farne del medaglione? Vuoi tenerlo e usarlo per diventare come me?" chiese il mago.

"Davvero? Ma è fantastico!"

Merlin lo guardò inorridito ma si accorse con gran sollievo che Arthur aveva sul viso quel sorriso storto tipico di quando lo prendeva in giro.

"Certo che per essere uno che ha appena ucciso un uomo, mi sembri fin troppo felice… piacerebbe anche a me essere disinvolto come te. Io mi sento uno zombie!"

"Felice no, ma sollevato sì! E per quanto riguarda lo zombie, hai ragione…"

Merlin scosse appena la testa, ma subito tornò serio.

"La responsabilità di quello che è successo è mia. Non avrei mai dovuto lasciare il medaglione incustodito. Avrei dovuto distruggerlo non appena ne avevo la possibilità…"

"Vuoi che lo distruggiamo insieme, adesso?"




 

Con la complicità del buio, posero il medaglione sopra un masso. Merlin concentrò il gesto magico sul manufatto e subito dopo averlo scagliato, Arthur colpì il medaglione con una grossa pietra riducendolo in briciole. 

Dai residui dell'oggetto si alzò un nugolo di polvere, ma ben presto si accorsero che si trattava più di una specie di fumo bianco, che si innalzò formando qualcosa di simile a una spirale.

"Non mi sembra una cosa tanto normale questa" disse Arthur stupito e forse spaventato.

La spirale diventò sempre più rarefatta fino a sparire.

"Credo fosse lo spirito di Trickler. Forse adesso che è libero, potrà trovare pace e magari riunirsi con quello di Alined…"

Merlin lo sperò nel suo cuore, quasi fosse una preghiera.

 

Tornando ai carri, Merlin chiese: "Cosa farai adesso con il circo?"

"Dopo il funerale partiremo per Oxford. Non voglio rimanere qui un giorno di più."

 

Appena arrivarono Arthur e Merlin furono abbracciati da Will, Leon e Gwaine. 

George li aveva già aggiornati. Ad Arthur scappò qualche lacrima di commozione, vedendo gli amici accoglierli in quel modo. 

Merlin invece si lasciò andare, scoppiando in un pianto disperato tra le braccia di Will che lo strinse forte. La tensione di quell'ultimo giorno venne fuori tutta in quel momento. 

 

La cena fu molto triste. Assomigliava più ad una veglia funebre. Quasi nessuno mangiò. Arthur si sentì in dovere di parlare e raccontò agli altri ciò che era successo prima, durante e dopo, assieme ad Alined. Disse tutto, senza però tirare in ballo la magia di Alined o di Merlin.

Percival non era presente alla cena, ma raggiunse gli altri sul tardi.

Aveva gli occhi rossi e si vedeva che aveva pianto.

Alined poteva essere stato crudele.

Ma non con lui. Si era comportato come un padre severo ma giusto. E ora gli mancava la sua guida, la sicurezza che sapeva infondergli e quello sguardo pieno di orgoglio, quando il ragazzo eccelleva nelle sue esibizioni.

Parlò con i ragazzi tutti insieme. "Ho bisogno di voi, perché mio padre non c'è più. Lui ha sbagliato e voleva uccidere Arthur e Merlin" e li guardò "Vi siete difesi e non ce l'ho con voi." 

Poi si rivolse agli altri. "Voglio rimanere all'Albionstars. Il circo è tutta la mia vita. Ora siete voi la mia famiglia."

 

Tutti erano commossi dalle parole di Percival. Sefa, con la sensibilità tipica di una donna, fu molto dolce. Non disse nulla ma pianse a lungo in silenzio seduta accanto a lui. Ogni tanto gli sfiorava i capelli o una spalla con una mano, mentre teneva l'altra tra le mani del marito.


La mattina dopo quando Merlin si svegliò vide Arthur dormire, accanto a sé.

Aveva rischiato di perderlo solo due giorni prima.

Quando l'aveva visto con il pugnale alla gola si era sentito male da morire. 

E quando era sopravvissuto invece aveva provato un sollievo così forte che aveva pianto.

Se quello che Arthur diceva era vero e cioè che se l'avesse amato, l'avrebbe perdonato, allora poteva dire di amarlo. Poteva seppellire la dolorosa storia con Elyan e tornare a guardarlo per quello che era sempre stato per lui. 

Era una cosa da Merlin? No. Era sensato e giusto? Assolutamente no. Era rischioso, folle. Era da stupidi! Ma preferiva essere stupido e felice che vivere di rimpianti e rovinarsi l'esistenza.

 

Leon doveva essere già uscito e Merlin si accorse che Arthur aveva gli occhi aperti.

"Come stai?" gli chiese Merlin.

"Bene, direi" 

Arthur si alzò in fretta e cominciò a rivestirsi. "Abbiamo tanto da fare. Predisporre la cerimonia funebre e cominciare a mettere via tutto per il viaggio verso Oxford."

 

"Dove verrà seppellito?"

"Percival vuole farlo seppellire vicino alla sua casa nei pressi di Londra. Lui crede che Alined avrebbe voluto così. Percival ci raggiungerà direttamente a Oxford."

"Ho capito."

"Tu non ti alzi?"

"Non subito. Volevo poltrire ancora un po'. Ma fuori è ancora buio. Hai così fretta, Arthur?"

"Se devi dirmi qualcosa ti ascolto!"

"Beh, sì. Intanto volevo ringraziarti per avermi salvato la vita."

"Tu avresti fatto lo stesso per me…"

"Sì, ma volevo anche scusarmi per quello che è successo al fiume. Non importa chi avesse ragione tra noi: io ho comunque esagerato."

"Scusarti per cosa esattamente? Per il volo e la conseguente botta alla schiena che mi hai inferto con la magia? Per avermi urlato in faccia che mi odi e che ti faccio schifo? O per avermi illuso quando mi hai spinto dentro la capanna, piantandomi in asso subito dopo?"

"Per … tutto…"

"Bene, allora, amici come prima … Ci vediamo dopo!"

Arthur uscì dal carro.

Il discorso di Merlin era stato travisato appositamente da Arthur. Merlin capì con dolore che l'altro non voleva saperne di parlare con lui di quello che era successo.

Forse Arthur considerava il loro momento già passato, già finito.

 


Due settimane dopo

 

Si erano esibiti ad Oxford, quella sera. Era il primo spettacolo senza Alined. Erano abbastanza soddisfatti. Avevano cercato altre due persone: un uomo e una donna. Avevano stabilito insieme che per sostituire Alined ci volevano almeno due persone. 

La donna l'avevano trovata. Faceva la chiromante. Quando arrivava un circo in città, lei gli si accodava con il suo carro malandato e fingeva di fare parte di quel circo. 

Merlin e Arthur erano andati a parlare con lei e invece di litigarci le avevano chiesto di unirsi a loro. 

La donna era abbastanza giovane, bionda e piuttosto attraente. Gwaine se ne innamorò all'istante. Si chiamava Eira.

Merlin avrebbe giurato che nessuna donna al mondo sarebbe riuscita a impalmare il bel giocoliere. Ma ora non ne era più molto convinto.

 

Percival aveva fatto una singolare richiesta ad Arthur. Non voleva che venissero comprati dei nuovi leoni. Cavalli e cani, a suo dire, erano animali domestici, abituati a vivere con gli uomini. Ma i suoi leoni erano stati sfortunati. Erano animali selvaggi e sarebbero dovuti vivere liberi nel loro paese, lontano dall'Inghilterra. Aveva visto spegnersi quel loro fuoco interno giorno dopo giorno e aveva sofferto per la loro sorte. Alined non avrebbe mai potuto comprenderlo.

Ma Arthur si trovò d'accordo con lui. Percival era davvero un ragazzo dal cuore d'oro.

 

Will era l'unico a conoscere tutto di Merlin e viceversa. Si erano molto avvicinati dopo la morte di Alined ed erano tornati amici come quando erano ragazzini, anche se con più maturità.

Erano sempre molto impegnati ma dopo cena trovavano qualche minuto per parlare tra loro.

Will aveva confidato a Merlin, ad esempio, che quando la moglie lasciava i capelli bagnati e sciolti per asciugarli all'aria, impazziva di desiderio. 

E Will conosceva i dettagli di ciò che era avvenuto nella capanna tra l'amico e Arthur.

"Ancora niente?"

"No, ti ho detto che Arthur non ne parla più. E a me, va bene così…"

"Scusa ma non ci credo neanche per un attimo"

"Io e Arthur parliamo sempre e solo di lavoro e ci troviamo d'accordo quasi su tutto… strano, vero?"

"Decisamente. Ma non ti annoi? Non pensi di parlargli?"

"E per dirgli cosa?"

"La verità. Provaci! Parlagli con il cuore in mano. E se ti dirà di no, non starai comunque peggio di come stai ora, perché si vede che non stai bene…"

 

Sapeva dove trovarlo. Quando Arthur non si vedeva, generalmente si trovava  nei pressi di un fiume o di uno specchio d'acqua.

Era una giornata piuttosto asciutta e calda, nonostante il terreno fosse già ricoperto di foglie arancioni che ricordavano a tutti l'inizio dell'autunno. 

Lo trovò nel bosco di querce, vicino alla riva. 

"Arthur?"

"Sono qui, vieni!"

"Che bella! Hai trovato una piccola cascata! Com'é limpida!"

Merlin avvicinò la bocca all'acqua per bere.

 

"Vorrei sapere se hai deciso o no. Tu vuoi andartene via dal circo?" chiese Arthur all'improvviso. 

"No, vorrei restare, se il mio nuovo capo è d'accordo!"

"Certo! Non ho mai voluto che tu andassi via …"

"Da quando è morto Alined, sembra quasi che io non esista più per te!" mormorò Merlin senza guardare l'altro negli occhi.

 

"No, non è vero. Siamo sempre insieme! E non siamo mai andati così d'accordo…"

Merlin fece una piccola smorfia scocciata. Arthur se ne accorse e spiegò:

"Alined non c'entra, sai? Non mi fa molto onore ma … sono sollevato che non ci sia più. Se sono cambiato con te è per altri motivi…"

"Preferivo di gran lunga quando litigavamo…" disse Merlin imbronciato.

Arthur gli fece un sorriso dolceamaro.

"Oh, anch'io! Credimi!"

"Ti riferisci a quando ti ho fatto male?"

"Non credo che stiamo parlando della stessa cosa… io parlavo di quando hai preso l'iniziativa con me. Forse mi hai sbatacchiato un po' ma il male che dici di avermi fatto, è stato molto più forte quando hai smesso di farmelo…"

"Ti piace essere …trattato male, in quei momenti?" sorrise appena Merlin.

"No! Mi piace la dolcezza… ma ammetto che, visto che si trattava di te, mi hai piacevolmente stupito …ho ripensato molto a quel momento… forse troppo!"

"Mi sembra strano, ma sono contento che tu non mi odi per quello" disse Merlin.

"Niente di strano. Ho provato tante emozioni tutte in una volta, ma la cosa che più ha continuato a tornarmi in mente è ... quanto mi hai fatto sentire desiderato, .... come non mi era mai successo prima" 

"Beh, ti assicuro che il desiderio c'era…"4 Hu

"E non hai capito che é stato vedere il tuo desiderio che ha acceso il mio, ancora di più di quello che già provavo?"

"Ero arrabbiato, ferito e non ho pensato a te! Sono stato egoista e insensibile... non sono riuscito a trattenermi. Tu ... non hai intenzione di perdonarmi, vero?" chiese Merlin, trattenendo le lacrime che sentiva pungere negli occhi.

"Sei tu che non mi hai perdonato, Merlin. Tu non puoi e …lo capisco" 

Merlin si allontanò da Arthur, camminando e gesticolando ampiamente ad alta voce. "E invece sì, io … posso. Voglio farlo e lo facco! Posso accettare che tu abbia fatto una scelta che mi ha fatto male, … ma non voglio pensarci più. È una pagina chiusa per me."

Arthur fece un paio di passi in direzione di Merlin. Faticava a credere a ciò che aveva sentito. Possibile che fosse vero?

"Sei sicuro di avermi perdonato? Voglio dire, proprio … tu?".  

"Sì" disse Merlin in un soffio.

"Non capiterà mai più, di fare una cosa così. Mi credi?" Lo fissò seriamente Arthur.

"Sì, ti credo,... voglio crederti … ma questo non vuol dire che non ti darei fuoco, se dovesse capitare ancora …"

Arthur sorrise. "Nel caso, hai il mio permesso... Ricordi quando ti ho detto -Ti amo-? "

"Certo! Non è una cosa che si può dimenticare così su due piedi" sorrise Merlin un po' a disagio.

"Io ti amo ancora, di più di quel giorno." E non senza fatica si sfilò un anello dall'anulare. 

"Lo porteresti?"

Merlin sorrise commosso.

"Adesso che sei il mio fidanzato, devi indossarlo."

Merlin sorrise. 'Il mio fidanzato' suonava strano e meraviglioso in bocca ad Arthur. L'anello era grande e provarono, con un certo impaccio, a trovare il dito giusto: l'indice destro che era il dito più grosso di Merlin.

"Io, però, non ho niente da darti…" disse Merlin a testa bassa, vergognandosi delle lacrime fuoriuscite a tradimento dai suoi occhi.

"Io credo di sì" e prese l'altro per la vita avvicinandolo a sé.

Merlin lo guardava come se non credesse di averlo così vicino, così bello e suo. Con le dita della mano in cui portava l'anello, sfiorò la guancia di Arthur, portandola lentamente alle sue labbra. Arthur sentì quelle dita delicate tremare sulla sua bocca, prese quella mano e la baciò più volte scendendo fino al palmo, succhiandolo e mordicchiandolo.

Merlin si riscosse da quello stato di beatitudine e si attaccò al collo di Arthur con le braccia e lo baciò delicatamente, più e più volte. Non riusciva a staccarsi dalla sua bocca. Arthur lo ricambiava con grande devozione adeguandosi ad ogni nuovo bacio e lo strinse forte sulla schiena

Lentamente e fermandosi per baciarsi ad ogni passo, Arthur lo portò ad una bassa caverna, nascosta da cespugli. 

Merlin rideva con il viso arrossato: sapeva bene cosa stava per succedere. 

Arthur respirava in modo veloce e Merlin capì che era eccitato. 

"È troppo buio qui, ma io vorrei vederti. Potresti fare qualcosa?" chiese Arthur.

Il mago fece apparire un bel falò con un semplice bagliore degli occhi. 

"Sei fantastico!"

"Grazie, anche tu!" rise Merlin.

Arthur cominciò a slacciare la camicia di Merlin, aprendola, ma senza toglierla ancora. Avrebbe voluto fare tutto per bene e con calma. Si trattava di Merlin e non avrebbe mai voluto deluderlo. Ci teneva molto. Arthur accarezzava il petto dell'altro, lo baciava, lo succhiava, adorando quel corpo così diverso dal suo e così soave.

Merlin aprì la camicia di Arthur con una certa fretta, come se non riuscisse più a controllarsi.

Lo segnò sul collo con lividi rossi e blu, lo graffiò sulla schiena e lo morse sulle spalle. 

Era strano ed era bello vedere Merlin così famelico e possessivo. Arthur finì di spogliare se stesso e Merlin facendolo sdraiare per terra, stuzzicandolo con la bocca dal petto, all'addome, fino al sesso. 

Merlin gemette forte, sentendo il corpo bruciare di desiderio. Arthur si sedette su di lui, mostrando chiaramente la sua disponibilitá. Si posizionò sull'altro e fece tutto da solo: Merlin ovviamente non si lamentò. 

Arthur si chinò sull'altro per baciarlo e si mosse portando l'altro in un vortice di piacere sempre più grande, fino al limite estremo.

Quando Merlin tornò in sé, desideroso di rendere ad Arthur quella meravigliosa esperienza di piacere, portò le gambe verso l'esterno e verso l'alto per offrirsi al suo amante. Arthur era ormai vicino al limite massimo eppure chiese lo stesso:

"Sei sicuro?"

"Sì, voglio che tu sia il primo!"

Arthur spalancò la bocca:

"Cosa? Davvero? Tu non hai mai…?"

"No, non così" lo interruppe Merlin, arrossendo per quella confessione.

"Sbrigati però… mi sento un po' troppo esposto così..."

"Ma non voglio farti male!"

"Tu non hai avuto male…"

"Perché l'ho già fatto… ma le prime volte è doloroso."

Un lampo negli occhi e Merlin fece materializzare un'ampolla d'olio tra le mani di Arthur.

Tutto questo tempo 'perso' fece aumentare la tensione di Merlin, ma Arthur fu così dolce e lento, che non sentì poi questo gran male. 

Arthur si sentiva confuso e scosso dalle sensazioni che provava: il piacere del corpo e le forti emozioni interne.

"Ti amo!" gli disse Merlin. Finalmente: era tanto che Arthur aspettava di sentirglielo dire. 

Passato il fastidio iniziale, Merlin cominciò a provare nuove e piacevoli sensazioni, anche se ad Arfvthur mancavano ormai pochi movimenti e in breve raggiunse l'acme del piacere. 

Rimasero abbracciati a darsi piccoli baci dolci. La beatitudine sui loro volti.

"Mi dispiace" sorrise Arthur "sono stato veloce, ma non ce la facevo più."

Merlin non stava nemmeno ad ascoltarlo. "Ti amo moltissimo" disse ad Arthur. 

"Anch'io ma … sai che non bisognerebbe mai dire ti amo, durante il sesso?"

"L'ho sentito dire. Penso che sia una grande cavolata"

Q

"Forse sì" rise Arthur.

"Vestiamoci ora! Gli altri si chiederanno che fine abbiamo fatto." disse Merlin cercando di raggiungere i vestiti.

"Non pensarci neppure! Dammi qualche minuto per riprendermi: voglio rifare tutto quello che abbiamo appena fatto, ma con più calma. Ho qualche idea che da sempre avrei voluto mettere in pratica con te"

Merlin sorrise lusingato e felice. Nemmeno lui aveva voglia di lasciarlo in quel momento.

 

"Non ho alcuna voglia di trasferirmi sul carro di Alined" rifletteva Arthur "Che ne dici se chiedo a Leon di andarci?"

"Ma che scusa troverai?"

"Nessuna scusa. Almeno i ragazzi del circo, vorrei che sapessero di noi…"

Merlin sorrise in modo da fare sciogliere il suo compagno. 

"Sono assolutamente d'accordo."













 

Ciao belli! Ho fatto fatica a scrivere il finale. Non volevo sembrasse banale. 

Spero comunque che possa piacervi.

Ringrazio di cuore le persone che mi sono state vicino:

Ceppeugenia,

AndyWin24, 

Lulette,

Idalberta,

OrnyWinchester,

MAAE_8830.

Ho già iniziato una minilong, AU, ovviamente Merthur. Per cui vi dico arrivederci. Un abbraccione!


 
   
 
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