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Autore: C_Totoro    27/11/2022    2 recensioni
La Battaglia di Hogwarts è stata persa, Lord Voldemort è stato sconfitto. Antonin Dolohov, ancora una volta, si ritrova rinchiuso ad Azkaban ma, il nuovo Governo guidato da Kingsley Shacklebolt, non mira alla punizione dei carcerati quanto, piuttosto, a una riabilitazione. Niente Dissennatori, niente isolamento perpetuo, le visite sono garantite. Sarà Rabastan Lestrange, compagno di cella di Antonin, a convincere quest'ultimo a rilasciare delle interviste esclusive a Rita Skeeter di modo che la reporter della Gazzetta del Profeta possa sfornare il suo nuovo Best Seller: Vita e segreti di un buon Mangiamorte.
[Compariranno un po' tutti i personaggi, quelli con focus maggiore sono segnalati]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonin Dolohov, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rita Skeeter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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“Basta, Tony, lascia stare. È inutile!”
Antonin si bloccò a metà di un movimento poi si lasciò cadere di lato ad Alecto, un braccio a coprirgli il viso.
“Mi dispiace, è che proprio non capisco…”
Alecto si alzò e prese a rivestirsi.
“Non c’è niente da capire. Evidentemente non ti piaccio abbastanza”
Antonin arrossì, prese il lenzuolo e si coprì il sesso “Non è quello”
“No? Eppure non hai mai funzionato bene con me”
Quelle parole colpirono Antonin come un pugno in faccia.
“Non è che non funziono bene” provò a spiegarsi ma Alecto lo interruppe “Continui a perdere l’erezione, come la chiami questa cosa?”
“È un blocco mentale…” Antonin si sentiva male, in imbarazzo e umiliato sia per quello che continuava a succedergli con Alecto sia per le parole della ragazza che sembrava non voler capire.
“Mi piaci, Ale ma…”
“Ma?”
“C’è sempre stato qualcosa che ci impedisse di stare bene con calma”
“Tipo?”
“Beh, all’inizio della nostra frequentazione tu stavi con un altro… avevamo solo quei momenti rubati… e tu poi eri così tanto più giovane di me…”
“Ah, quindi adesso è colpa mia?”
“Non ho detto questo!” si affrettò ad aggiungere Antonin “Sto solo cercando di spiegarti che… quali sono i freni che ho e per cui non riesco a stare con te come vorrei!”
“Sei sicuro di volere? Perché a questo punto mi viene il dubbio”
“Certo che voglio stare con te! Cerca di capire, sono appena uscito dopo 14 anni ad Azkaban… io credo sia normale…”
“Non mi sembra che i tuoi amichetti abbiano di questi problemi”
“E tu cosa ne sai?” chiese Antonin guardingo.
“Noi ragazze parliamo, Tony”
“Beh, magari gli altri non si sono trovati la propria compagna sposata con un Auror!” sbottò Antonin ferito. “Credi che questa cosa non abbia avuto nessun impatto su di me? Credi sia facile per me scoparti col pensiero che mentre io ero ad Azkaban tu ti trastullavi con un Auror? Col pensiero che tu ora tornerai dai lui?”
Alecto guardò Antonin con alterigia “Se pensi che ti avrei aspettata facendo la calza al caminetto… saresti anche potuto non uscire mai più!” Alecto si mise le scarpe “Non funziona così, Tony. Io voglio un uomo che mi prenda e mi faccia sentire donna! Se ogni volta che stiamo in intimità… o vieni appena mi entri dentro o perdi l’erezione non appena mi avvicino con la bocca…” sospirò “E torno da lui solo perché me lo ha chiesto l’Oscuro Signore, lo sai che sto rubando informazioni!”
“Io ti amo” mormorò Antonin, affranto da quelle parole. Sconfitto dal fatto che non riuscisse a fare l’amore con la donna che gli piaceva.
“L’amore non basta”
“Dai, aspetta… riproviamoci…”
Ma Alecto se ne andò senza voltarsi e il cuore di Tony sprofondò in basso. Si alzò, si fece una doccia veloce e poi uscì dalla stanza che gli era stata assegnata a Villa Riddle. Era strano vivere lì, insieme a Lui. Ma d’altra parte, non c’erano altre soluzioni: le loro dimore erano state confiscate anni addietro e quelle degli altri Mangiamorte venivano tenute sotto stretto controllo.
Antonin tirò su col naso, lottando con le lacrime che stavano per scendere. Non sapeva come fare o come risolvere il problema. Non era un problema fisico, era un problema mentale, di testa. Alecto gli piaceva e, anche adesso, alla sola idea di scopare con lei sentiva qualcosa risvegliarsi nelle mutande.
“Tony! Cos’è quella faccia lunga?”
Antonin sussultò e alzò lo sguardo. Non si era reso conto di essere finito in salotto. In realtà non aveva voglia di parlare con nessuno ma Bella era lì, seduta sul divano che rimestava un cocktail con la cannuccia e lo guardava come chi non ha nessuna intenzione di lasciare correre. Antonin sospirò e si avvicinò a Bellatrix.
“Ma niente di che… problemi di coppia…” borbottò senza guardarla.
Bellatrix alzò un sopracciglio “La Carrow?”
“E chi sennò…”
“A quella non va mai bene niente! Piantala e basta, ci sei stato dietro fin troppo”
“Questa volta tutti i torti non li ha”
“Cosa hai combinato? Non credo tu possa aver fatto peggio di lei che si è fatta sbattere da un Auror”
“Uhm”
“Che cazzo hai combinato Antonin Dolohov!”
Antonin si strinse nelle spalle impaurito per quell’improvviso impeto di rabbia.
“Posso farti una domanda personale?”
“Di cosa si tratta?”
“Una cosa… privata… sul… sul sesso…”
Bellatrix alzò un sopracciglio incuriosita. Per quanto lei frequentasse prevalentemente uomini dato che tra i Mangiamorte la popolazione femminile scarseggiava, di solito non veniva coinvolta nei loro discorsi camerateschi. Spesso, anzi, si sentiva sola e lasciata da parte e invece ora Tony era lì… e voleva parlarle di sesso…
“Sì, certo, dimmi pure”
“Però devi promettere di non aprire bocca con nessuno!”
“Ok, ok, giurin giurello!”
“Bella, sul serio. Nessuno! Neanche Rabastan o… o Lui…”
Bellatrix arrossì “Ti assicuro che con Lui non parlo di te, Tony. Abbiamo di meglio da fare”
“E Rabastan?”
“Non lo dirò a nessuno, giuro” disse Bellatrix divenendo seria dato che Antonin sembrava tenerci in modo particolare.
“Qualcuno degli uomini con cui sei stata… hanno… hanno mai avuto… come dire, avuto ‘problemi’ durante il… il rapporto?”
Bellatrix riprese a rimestare il ghiaccio del cocktail con la cannuccia “Non so se posso risponderti, poi capiresti a chi mi riferisco”
“E in che modo?”
“Non è che sia stata con tanti uomini, sai!”
“Ah no?”
Bellatrix fissò i suoi occhi scuri su Antonin che si sentì rabbrividire “Mi hai presa per una sgualdrina?”
“Cosa? No! Che c’entra?”
“Eh pensi che io sia stata con un’orda di uomini…”
“Non ho detto un’orda! E anche se fosse non ci sarebbe nulla di male, mica sei sgualdrina se vai con tanti uomini. Sei sgualdrina se ti fai pagare per farlo”
“Non ti facevo così all’avanguardia”
Antonin si strinse nelle spalle “Quindi sei stata solo con Rodolphus e con l’Oscuro Signore?” chiese Antonin, sorpreso.
“Esatto”
Antonin tamburellò con le dita sul proprio ginocchio “Ed entrambi non hanno mai… mai… ecco…”
“È capitato” disse infine Bellatrix intenerita da Antonin che sembrava volersi mettere a piangere. Tendenzialmente, avrebbe giocato con lui, amava vedere le persone soffrire e dimenarsi nel proprio dolore. Ma Tony era un suo amico e quindi si sforzava di essere gentile con lui.
“Le prime volte con Rod sono state ardue. Eravamo giovani e lui era… era agitato, credo. Ansia da prestazione. La sua prima volta è stata con me e anche la mia prima con lui. Anche per me non è stato facile, a dirla tutta”
“E come ha risolto?”
Bellatrix alzò le spalle “L’abitudine di vedermi nuda?” rise “Non che sia durata molto dato che poi non mi ci ha mai più vista”
“Ma proprio non gli veniva duro? Oppure… insomma… perdeva nel mentre?”
“Perdeva nel mentre”
Bella bevve un sorso di gintonic meditabonda “Credo sia successo anche a Lui una volta, sai?”
Antonin spalancò gli occhi sorpreso. Bella aveva parlato in un sussurro sommesso ed era difficile sentirla “Cosa vuol dire che credi? Non è una cosa evidente?”
“Come saprai ci sono incantesimi – o anche pozioni, nei casi più estremi – per sopperire”
“Eh sì, ma ci vuole la bacchetta per farli… e poi… e poi… è un po’ una sconfitta, no? Non so, io…”
“All’Oscuro Signore non serve la bacchetta per fare incantesimi semplici, lo sai”
Tony strinse le labbra “E quindi… non l’hai proprio visto perdere l’erezione?”
“No, perché anche fosse successo potrebbe aver fatto l’incantesimo non verbale senza bacchetta”
“Come mai credi che abbia avuto problemi? Cioè come… come te ne sei accorta?”
“Istinto”
“Uhm”
“Beh, ma quindi?” incalzò Bella “Mi spieghi di cosa stiamo parlando?”
Antonin si mosse a disagio sul divano “Non riesco a fare l’amore con Alecto”
Bellatrix alzò gli occhi al cielo a sentire quel “fare l’amore”.
“Non ti viene duro?” chiese Bella senza mezzi termini.
“Sì, solo che… che nel momento del dunque… non lo so”
“Capita” rispose Bellatrix alzando le spalle “Riprovateci in un altro momento”
“Lei non vuole più provarci”
“Ti ha lasciato per questo? Che stronza!”
“No, la capisco… in tutti questi anni non siamo mai riusciti davvero a… farlo”
Bellatrix strabuzzò gli occhi, sorpresa “Non avete mai scopato?”
Antonin si coprì il viso con le mani “Quando riesco a penetrarla vengo subito e se ci riproviamo una seconda volta, un secondo round, perdo poi l’erezione”
“Peculiare”
“Che devo fare, Bella?”
“Non lo so” rispose Bellatrix “Come ben saprai non ho un pene tra le mie gambe, non mi è mai successo. Suppongo tu debba capire qual è il problema. Cosa ti blocca con lei?”
Antonin si premé le dita sugli occhi “All’inizio della frequentazione il fatto che lei fosse promessa in sposa a un altro e che… la differenza di età”
“Sei un cavaliere, Tony, non ti conoscessi penserei che sei un uomo per bene!” sghignazzò Bellatrix. Antonin la ignorò “Poi, proprio quando le cose stavano iniziando ad andare meglio, siamo finiti ad Azkaban”
“Siamo noi due, perché lei è rimasta fuori e ha ben pensato di mettersi con la feccia”
“E questo è il problema attuale!” Antonin si tolse le mani dal viso e fissò Bellatrix intensamente “Ogni volta che sto con lei penso ad Azkaban… io che mentre ero a soffrire prenda di deliri per colpa dei Dissennatori, lei che invece viveva la bella vita con un Auror. Un Auror, cazzo! Un Auror che ancora adesso si scopa. Anzi, magari lo stanno facendo proprio in questo momento”
“Fosse per me, sarebbe morta. Non capisco per quale motivo l’Oscuro Signore sia così clemente”
“Beh, lei dice di averlo fatto per dimostrare di non essere una Mangiamorte… dice che non gliene importa nulla di lui…”
“È comprensibile tu non riesca a stare con lei, a queste condizioni”
“Cosa devo fare?”
“Stai con un’altra” propose Bellatrix “Vai a scopare con un’altra strega, sfogati, vedi come va. Lascia perdere Alecto Carrow”
“Mi sembrerebbe di tradirla”
“E se lo merita tutto!”
“Anche volendo… con chi vado? Non posso andare in giro a provarci con le streghe! E qua non c’è nessuno”
“E io chi sono?” domandò Bellatrix offesa
“Tu?” Antonin si allontanò da lei guardingo, sapeva bene quando Bellatrix si divertisse a stuzzicarlo “Tu sei off limits, lo sai”
Bellatrix ridacchiò “Hai paura di me, Tonino?”
“Non di te” mentì Antonin “Dell’Oscuro Signore”
Lo sguardo di Bellatrix si incupì e spostò l’attenzione sul caminetto “Non so se lui è ancora interessato a me, sai”
“Perché no?”
“Mah… mi sta ignorando, ultimamente… e perché non ha dato a me il comando della missione per la Profezia?”
“Lo sai che vuole testare Lucius” rispose Antonin “E nessuno di noi è in forma smagliante”
“Parla per te! Io potrei fare questa missione anche da sola!”
Antonin sospirò e scosse la testa: inutile discutere con Bellatrix.
“Ma quindi non scopate?” chiese dopo alcuni istanti di silenzio, curioso.
“Non… non quanto… vorrei…”
“E quanto vorresti?”
“Tutti i giorni come minimo. Abbiamo quattordici anni da recuperare, sai”
Antonin scoppiò a ridere “Bella, se ti aspetti da lui che passi tutte le giornate con te…”
“È così stupido sperarlo?”
“No, solo non è da lui. Lo conosci meglio di me, dai…”
“Credo nessuno lo conosca meglio di te, Tony”
“Lo conosco da più tempo, questo non significa conoscerlo meglio”
“Tu conosci anche… anche l’altro…” esitò “Tom…”
Antonin incrociò le braccia sul petto “Non esiste più quella persona, inutile conoscerla o parlarne”
“Io dico che è ancora lì, invece”
Antonin alzò un sopracciglio, incuriosito “Cosa te lo fa credere?”
“Beh… se parliamo di… di…” si guardò intorno e abbassò la voce “Voldemort… lui è un essere quasi divino, no? Superiore. Ma Tom… Tom è più umano” Bellatrix si passò la lingua sulle labbra “Quando sono sola con lui… è molto umano”
“Non ti capisco”
“Scherza. È sarcastico” Bellatrix sorrise come se stesse pensando a qualcosa di particolarmente felice “È passionale. Ci si può discutere, è brillante”
“Sì, beh, è fatto così”
“Ma chi dei due è fatto così?”
“Sono la stessa persona! È ovvio che ci sia ancora… ancora Tom”
“Ma tu hai detto che è morto” lo corresse Bellatrix.
“È perché io non lo vedo più… se guardo l’Oscuro Signore non vedo il mio compagno a Hogwarts”
Bellatrix rimase in silenzio, meditabonda.
“Vabbè, ma quindi vuoi provarci con me?” chiese con un sorriso malizioso
Antonin sussultò e la guardò male “Non prendermi in giro, Bella! Soffro davvero”
“Per una Carrow…!”
“Ma poi scusa, mi spieghi come farei a non avere pensieri in testa stando con te? Avrei paura di venire ammazzato da un momento all’altro”
“E avresti ragione” il sibilo basso di Lord Voldemort fece sussultare Antonin. Si alzò in piedi e fece un inchino rigido, Bellatrix invece rimase mollemente seduta sul divano.
“Padrone… stavamo solo parlando” disse Antonin, il capo ancora chino
“Lo so bene” i suoi occhi rossi si spostarono su Bellatrix “Lasciaci”
L’espressione di Bella cambiò immediatamente, da rilassata, si adombrò “Perché, mio Signore?”
“Perché lo dico io. Non discutere i miei ordini o mi costringerai a punirti”
Bellatrix si mise più comoda sul divano. Antonin, ancora in piedi col capo chinato, la osservò di sbieco confuso. Cosa le stava saltando in mente? Voleva morire di una morte lenta e dolorosa?
“Punitemi, allora, Padrone” lo disse con voce lasciva, provocante.
“Bella…”
“Tony! Ci sei?”
Antonin sussultò e si mise a sedere composto. Erano nel cortile per l’ora d’aria giornaliera. Era estate e il sole era caldo, all’aperto si stava benissimo. Doveva essersi assopito per pochi minuti, per qualche motivo, invece di sognare, continuava a rivivere ricordi su ricordi…
“Ci sono, mi devo essere addormentato”
“Beh sì, russavi come un trombone” rise Rabastan “Chiederò che ti venga data una pozione contro il russare, non ti sopporto più”
“Sei sempre molto gentile, Rab, grazie”
“Stavamo parlando del tuo colloquio con Rita”
“Ancora?”
“Beh, lei deve esserne stata proprio entusiasta, ci ha scritto un articolo su La Gazzetta del Profeta!
Antonin si passò le mani sul viso e represse uno sbadiglio.
“Oggi la rivedi?”
Antonin alzò le spalle. Un po’ gli costava fatica ammettere che Rabastan avesse avuto ragione: incontrare la Skeeter era stata una buona cosa per lui; aveva passato tutta la settimana passata a pensare al prossimo incontro con la giornalista, cosa dirle, come spiegarsi. Forse era per quel motivo che continuava a rivivere ricordi del passato, momenti in cui era stato con Bellatrix, con l’Oscuro Signore…
“Dolohov, hai una visita!”
Antonin si alzò in piedi, si sentiva agitato, quasi emozionato. Aveva così tanto da dire, da rivelare, che sembrava incredibile. Incredibile che a qualcuno potessero interessare quei dettagli che per anni si era tenuto per sé e che, al limite, aveva confidato a Bellatrix alla quale interessavano anche le cose più assurde quando si trattava dell’Oscuro Signore.
“Buongiorno, Tony” lo salutò Rita come lo vide mettere piede nella stanza delle visite.
“Signorina Skeeter” ricambiò Antonin abbassando il capo e sedendosi di fronte a lei. Aveva la schiena dritta, rigida, mentre la gamba prese a muoversi convulsamente.
“Nervoso?”
“Non particolarmente”
“E questa gambetta che danza?”
“Solo stress”
“Per cosa sei stressato?”
Antonin alzò un sopracciglio “Forse le è sfuggito che siamo ad Azkaban”
“Che sbadata!” Rita ridacchiò, aprì la sua borsetta di coccodrillo e tirò fuori la piuma prendi-appunti e un rotolo di pergamena.
“La settimana scorsa ci siamo lasciati parlando di una dicotomia tra Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e Tom Riddle”
“Sì” annuì Antonin.
“Raccontami un po’ di Tom Riddle”
“Cosa vuole sapere?”
“Dicevamo che Tom Riddle era un Mezzosangue cresciuto tra i Babbani. Come è stato accolto tra i Serpeverde?”
“Non bene” rispose Antonin, la gamba continuava a tremare senza sosta “La prima notte è stato pesantemente insultato”
“Tipo?”
“Beh, le cose che si dicono ai Mezzosangue… anzi, all’epoca non si sapeva cosa fosse, sarebbe anche potuto essere un Sanguesporco”
“In che senso non si sapeva cosa fosse?”
“Le ho detto che è cresciuto in un orfanotrofio babbano, no? Tom… Tom non ha mai saputo chi fossero i suoi genitori. Sapeva solo che il proprio padre si chiamava Tom Riddle, come lui, e che il nome di suo nonno era Orvoloson. Nient’altro”
“Quanto credi abbia influito questo aspetto sul suo carattere?”
“Molto, direi. È sempre stato ossessionato dal passato. Voleva scoprire a tutti i costi chi fosse… chi fosse la sua famiglia, anche se non utilizzava mai certi termini”
“Quali termini?”
Mamma, papà, famiglia
“C’è un motivo?”
Antonin ci pensò un po’ su “Suppongo di sì? Credo… credo non riconoscesse quelle persone come strette a lui. È sempre stato un solitario”
“Come hai deciso di diventare suo amico? Un Dolohov, famiglia purosangue discendente da una delle famiglie nobili russe, amico di un Riddle… Sanguesporco o, nella migliore delle ipotesi, Mezzosangue”
“Non ero suo amico” rispose Antonin, brusco “Nessuno era suo amico”
Rita strabuzzò gli occhi “Non aveva amici?”
“No”
“Lo escludevate? Bullizzavate?”
“Nessuna di queste” Antonin esitò “Alcuni hanno provato a bullizzarlo, hanno avuto vita breve: al primo anno lui era già più potente di uno del settimo”
“Wow”
Antonin sorrise “Vederlo fare magie era… era eccitante”
“Ti ecciti così, Tony? Guardando uomini praticare le Arti Oscure?” chiese Rita con un luccichio negli occhi. Antonin arrossì talmente tanto che sulle sue guance ci si sarebbe potuto cuocere delle uova “No! Intendevo… intendevo che… insomma…”
Rita ridacchiò “Non volevo metterti in imbarazzo, ognuno ha i suoi gusti!”
“A me piacciono le donne” specificò Antonin.
“Ma certo, ma certo” il tono di Rita era accondiscendente “Quindi, non veniva bullizzato – perché altrimenti i bulletti avrebbero avuto vita breve – ma al contempo nessuno voleva essere suo amico?”
“A lui non interessava avere amici” spiegò Antonin, grato che si fosse cambiato argomento “Era un ragazzo brillante, piacevole, carismatico. Sapeva ammaliare. A dir la verità, tutti volevano essere suoi amici… essere amico suo significava essere in, non so se mi spiego”
“Volevate un’amicizia di convenienza”
“Ma sì… e questa lui ci dava”
“Quindi nessuno lo invitava a passare le vacanze estive insieme per evitargli di tornare all’orfanotrofio, dai Babbani?”
Antonin rimase come pietrificato da quella domanda. Mai, in tutti i sette anni a Hogwarts, gli era mai venuto in mente di chiedere a Tom di andare a casa sua in estate.
“Da questo silenzio… deduco di no”
Antonin si schiarì la gola “Non ci ho… non ci ho mai pensato”
“È stato Tom Riddle ad aprire la Camera dei Segreti, giusto? A uccidere tramite il basilisco quella che noi tutti conosciamo come Mirtilla Malcontenta”
“Sì, è così”
“Lo sapevate?”
“No” rispose sincero Antonin “L’ho saputo solo anni dopo… quando è tornato dai suoi viaggi ed era… era già l’Oscuro Signore”
“A Hogwarts non esistevano i Mangiamorte, dunque?”
“Al contrario, è proprio lì che il nostro Cerchio si è formato”
“Per quale motivo lo seguivate?”
“Gliel’ho detto… era un mago molto potente, il suo carisma era incontenibile. Le idee che aveva erano le stesse di sempre ma lui aveva un piano, ed era facile credere che sotto di lui alcune cose avrebbero effettivamente potuto realizzarsi”
“Quando si è formato il Cerchio dei Mangiamorte?”
“Proprio in concomitanza con l’apertura della Camera dei Segreti, al nostro quinto anno”
“Sai come ha scelto il nome?”
Antonin sorrise perché si ricordava bene Tom Riddle seduto in Sala Comune a scribacchiare sul suo diario.
“È un anagramma… un anagramma di Tom Orvoloson Riddle se… se si… insomma, esce fuori son io Lord…” Antonin si interruppe, si afferrò l’avambraccio sinistro e poi completò in un sussurro rapido “Voldemort
Rita sussultò e quasi gli occhiali le caddero dal naso. Antonin sentì un moto di orgoglio sgorgargli nel petto, l’idea che il Signore Oscuro fosse morto ma ancora la comunità magica fosse così spaventata da lui da non riuscire a sentirne il nome lo faceva sentire bene.
“Quasi predestinato, si potrebbe dire” disse Rita cercando di ricomporsi.
“Forse sì, forse è sempre stato così: predestinato”
“Chi sono stati i primi Mangiamorte?”
“Io sono stato il primo” rispose Antonin in modo pomposo, era sempre stato fiero di quel primato che mai nessuno avrebbe potuto portargli via. Neanche Bellatrix.
“Sì, abbiamo capito della tua passione per i maghi che compiono Arti Oscure” ridacchiò Rita.
“Le ho già spiegato che non è così! Non è quel tipo di passione
“Non c’è bisogno di alterarsi tanto, Tony! È uno scherzo innocente”
Antonin incrociò le braccia sul petto, risentito. Era quasi pronto ad alzarsi per andare via quando Rita lo incalzò “Poi?”
“Rosier, Mulciber…”
“Sei però l’unico Mangiamorte della vecchia guardia, per così dire, è corretto? Tutti gli altri sono morti”
“C’è anche Nott”
“Giusto… come vi rivolgevate a lui?”
“Tom o Riddle” Antonin alzò le spalle, non si ricordava assolutamente come si riferisse a lui durante gli anni a Hogwarts.
“Niente Signore Oscuro?”
“Non potevamo di certo chiamarlo così davanti ai professori!” esclamò Antonin sorpreso da quella domanda idiota “È capitato in… magari in Sala Comune, quando eravamo solo noi cinque, di rivolgerci a lui in modo più ossequioso, ecco”
“Una specie di Signore Oscuro part-time, dunque” ridacchiò Rita.
Antonin fece una smorfia e rimase serio da quell’uscita che lui trovava particolarmente infelice.
“A ogni modo” proseguì Rita, recuperando il controllo di sé “Nessuno di loro è stato intimo con lui come te. Cosa ti ha contraddistinto rispetto agli altri?”
“La mia fedeltà”
Rita sorrise sorniona “Così vedi che me le tiri…”
“Io sono etero!” sbottò Antonin “E anche se non lo fossi stato, l’Oscuro Signore lo era per entrambi”
Oh, oh!” Rita batté le mani come se Natale fosse arrivato in anticipo “Ha avuto delle relazioni a Hogwarts?”
“No” rispose Antonin confuso, perché Rita all’improvviso era così contenta? “Si è fatto tutte le ragazze Purosangue, era piuttosto avvenente e nessuna diceva di no… ma definirle relazioni sarebbe sbagliato ed esagerato”
“Ah, tutte storie di sesso, dunque. Peculiare che delle Purosangue andassero a letto con un Mezzosangue”
Antonin scrollò le spalle “Era un abile manipolatore… aveva carisma. Era bello”
“Mi sembra che ci tieni a sottolinearlo”
Antonin alzò gli occhi al cielo: che pensasse cosa voleva quella giornalista da strapazzo.
“Non ha mai avuto una relazione più profonda?”
Antonin corrugò le sopracciglia, sorpreso da quella domanda “Ma sì, certo”
“Certo?”
Antonin si mise più composto sulla sedia, sinceramente confuso “Sì, beh… credo sia sempre stato di dominio pubblico”
“La vita privata di Tu-Sai-Chi? Di dominio pubblico?”
“Lo era tra i Mangiamorte”
“La società non è formata solo dai Mangiamorte, Tony”
“Lo è quella che conta”
Rita si morse le labbra poi scosse la testa “Quindi di chi stiamo parlando? Aveva una fiamma?”
Antonin batté le palpebre “Ma Bella, no?”
“Bella? Bellatrix Lestrange?
Antonin le fece un cenno con la testa come se quell’informazione fosse la più banale e scontata che potesse esistere nell’universo.
“Black. Bellatrix Black. Ha divorziato da Rod”
“Per colpa della sua relazione extraconiugale con Tu-Sai-Chi?”
“Questo sarebbe da chiedere a Rodolphus”
“Puoi stare certo che lo farò. Quanto è andata avanti?”
“Boh, da sempre”
Da sempre?!
“Eh, sì, è quello che ho detto. Se Bella fosse ancora viva, ci dovrebbe essere senz’altro lei seduta qua”
“Non sei tu il Mangiamorte numero uno?”
“No… lo sono stato per anni ma quando è arrivata Bellatrix… non c’è paragone”
“Gli uomini sono tutti uguali, perdono la testa per… per certe cose” commentò Rita ammiccando.
“Oh no, no” Antonin scosse la testa non avrebbe permesso che Rita Skeeter infangasse Bella così “Non c’entra nulla il sesso. Facevano rituali insieme, Bella era più potente di me, più fedele di me, più… era la migliore tra di noi, e lui lo vedeva” si schiarì la gola perché all’improvviso se la sentiva chiusa, la voce roca.
“Ho toccato un tasto dolente?”
Antonin scosse la testa, sentiva che se avesse aperto bocca avrebbe potuto mettersi a piangere. Fu quindi con un sospiro di sollievo che accolse l’Auror che decretava conclusa la visita.

**************************************************************
Con ogni probabilità la storia si prenderà una pausa di qualche settimana dal momento che sono in ferie dal 1 al 15 dicembre e, stando fuori Tokyo la maggior parte del tempo, non credo avrò il computer con me per scrivere. 

A presto e grazie a chi segue la storia!
Clo
  
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