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Autore: My Pride    05/12/2022    1 recensioni
~ Raccolta Curtain Fic di one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon + Bat&Super family ♥
» 79. With all my life
Le note di Jingle Bells risuonavano a ripetizione negli altoparlanti del centro commerciale e diffondevano quell’aria natalizia che si respirava in ogni punto della città di Gotham, dai piccoli magazzini, negozi di alimentari e ristoranti ai vicoli che circondavano ogni quartiere.
[ Tu appartieni a quelle cose che meravigliano la vita – un sorriso in un campo di grano, un passaggio segreto, un fiore che ha il respiro di mille tramonti ~ Fabrizio Caramagna ]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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First kiss Titolo: First kiss
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1562
parole fiumidiparole ]
Personaggi: Jonathan Samuel Kent, Damian Wayne, Thomas Wayne-Kent
Rating: Verde
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash
Behind the curtain challenge: A e B ricordano il loro primo bacio... e lo raccontano in modo molto diverso


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.

    Damian non avrebbe voluto violare la privacy di suo figlio, no davvero, ma non era stata esattamente colpa sua se aveva visto Thomas salutare la sua amica Amanda con un lieve sfiorarsi di labbra prima che il ragazzo rientrasse in casa e si bloccasse nel vederlo, fissandosi entrambi senza proferire parola.

    Era stato impegnato tutto il giorno alla clinica e aveva finito di lavorare relativamente da poco, così, dopo aver controllato l’orario, Damian aveva pensato di passare a casa per vedere a che punto era Jon con il suo romanzo – da quando aveva scoperto di essere piuttosto bravo a scrivere nonostante avesse sempre odiato il giornalismo, Jon aveva provato a seguire anche un’altra strada – e se avesse voglia di una “pausa”, di certo non di era aspettato che il suo quasi quattordicenne figlio tornasse da scuola, passasse un po’ di tempo con la sua “amica” e finisse col salutarla persino con un bacio. Quando si diceva che crescevano in fretta, Damian non aveva mai pensato di ritrovarsi ad affrontare la prima cotta del suo “bambino”. Fissarlo e vedere il modo in cui si stava massaggiando dietro al collo, la testa incassata nelle spalle e il cercare di guardare distrattamente altrove, avevano ricordato a Damian un certo ragazzo che, tanti anni addietro, aveva fatto quella stessa espressione quando l’aveva baciato per la prima volta.
   
    «Ehm… ciao, baba, finito di lavorare?» chiese immediatamente Thomas in tono fin troppo veloce mentre chiudeva la porta con un piccolo calcio, fingendo che il genitore non lo stesse assolutamente guardando. Ciononostante, Damian aveva sollevato giusto un po’ un sopracciglio prima di dargli le spalle e fargli un cenno.

    «Salvo emergenze… per oggi sì», disse solo. «Stavo andando a preparare del the, ne vuoi un po’?»

    «Solo se posso avere dei biscotti».

    «Senza zucchero».

    «Ohw, andiamo». L’occhiata che ricevette dal suo baba fu abbastanza eloquente, così Tommy si limitò a brontolare tra sé e sé e ad annuire, seguendolo. Sapeva che se certe volte il genitore era un po’ “autoritario” su quel punto lo faceva solo per il suo bene e, dati i valori glicemici degli ultimi giorni e la visita che avrebbe dovuto fare a breve, era sicuramente meglio non esagerare con gli zuccheri e fare attenzione. Così gli andò dietro e lo aiutò con la scelta del the e a prendere i biscotti che avrebbe potuto mangiare, fermandosi con il braccio a mezz’aria quando sentì quelle parole.

    «Quindi… tu e Amanda, mhn».

    Tommy tossicchiò e fece finta di niente, stringendosi ancora un po’ nelle spalle prima di grattarsi il collo e guardare il genitore oltre la spalla con un sorrisino imbarazzato. «Ehm… ecco… volevo dirvelo, ma…»

    «Non devi essere imbarazzato, ragazzo. Sono contento per te», disse Damian nel mettere il bollitore sul fuoco. «In verità è anche piuttosto normale che alla tua età tu abbia voglia di sperimentare e ti senta invogliato a legarti emotivamente a qualcuno, hai tredici anni e per quanto riguarda la maturazione sessuale non--»

    «…non stai per farmi “Il Discorso”, vero?» lo frenò immediatamente Tommy nel guardarlo con tanto d’occhi, e Damian si poggiò contro il bancone della cucina, incrociando le caviglie.

    «Credevo che la spiegazione che ti avevo dato a riguardo quando avevi dieci anni fosse abbastanza eloquente».

    «A grandi linee, quindi sono a posto così». Tommy alzò subito le mani, grattandosi di nuovo la testa qualche momento dopo prima di raschiarsi il labbro inferiore, vedendo di sottecchi il padre avvicinarsi a lui.
   
    «Non ti farò il terzo grado, ragazzo», lo rassicurò Damian nel battergli una mano sulla spalla. «È solo un bacio».

    «Mhn». Tommy ricambiò l’occhiata, dando vita ad un piccolo sorriso imbarazzato. «Mi piace davvero tanto, baba», ammise.

    «Capisco perché. Amanda è una brava ragazza».

    Tommy non disse nulla per attimi che parvero interminabili, sfiorandosi le labbra con due dita mentre sorrideva tra sé e sé; non era stato un bacio con la lingua, si erano solo sfiorati le labbra con un bacio leggero, eppure gli sembrava di aver toccato il cielo con un dito. Adesso capiva perfettamente come si era sentito il suo papà quando aveva baciato il suo baba. «Papà mi ha raccontato la prima volta che vi siete baciati», accennò nel guardarlo di sottecchi. «Ha detto che era il tuo compleanno, eravate scappati per andare in giro e che tu l’hai baciato quando vi siete seduti su una panchina del parco a mangiare».
   
    Sbattendo le palpebre, Damian lo osservò curiosamente e cercò di fare mente locale, finendo poi col trattenere una risata. «Ti ha detto che l’ho baciato io?» domandò con uno sbuffo divertito. A parte la colorita scelta di cambiare scenario – ricordava quella notte come se fosse ieri e capiva il motivo per cui Jon non era stato preciso, essendo usciti di pattuglia –, lui ricordava l’esatto contrario sulla dinamica del “bacio”. «È stato lui a farlo».

    «Ah? A me ha detto che eri stato tu!» esclamò Tommy, esterrefatto.

    «Il tuo papà era piuttosto confuso, allora».

    «Forse quello confuso sei tu», si intromise Jon, comparendo improvvisamente in cucina per osservare entrambi a braccia conserte e la schiena contro lo stipite della porta, ma Damian roteò gli occhi e, sbuffando, lo indicò con la punta dell’indice.

    «Ho una memoria infallibile», tenne presente col suo solito tono saccente. «Mi hai sicuramente baciato tu per primo. Mi hai quasi dato una testata perché ti sei chinato troppo in fretta e mi hai colto alla sprovvista».

    «Io la ricordo diversamente». Jon si staccò da lì ed entrò in cucina, attraversandola con passi aggraziati fino a fermarsi proprio davanti al compagno per sfiorargli una guancia. «Stavamo mangiando… abbiamo riso, scherzato, fatto battute mentre ci godevamo la brezza della sera… poi hai sorriso e ti sei avvicinato al mio viso».

    «Avevi del ketchup sulla guancia».

    «E tu eri rosso come un pomodoro».

    «Era colpa del vento».

    «Avevi gli occhi languidi…»

    «Avevo sbadigliato fino a dieci minuti prima».

    «Ti sei avvicinato e mi hai stretto la mano», continuò imperterrito Jon, facendo scivolare la mano destra lungo il braccio sinistro di Damian per afferrargli le dita e intrecciarle come se nulla fosse alle sue. «Mi hai sorriso ancora di più… e le tue labbra hanno sfiorato le mie», sussurrò ad un soffio dalla sua bocca, ignorando le proteste di Damian mentre lo baciava con trasporto e Damian stesso si poggiava meglio contro il bancone dietro di sé.

    «Yikes, non voglio guardare», li frenò immediatamente Tommy quando un braccio di Damian passò dietro al collo di Jon e, ridacchiando l’uno contro la bocca dell’altro, si voltarono a fissare il figlio.

    «Ah, sta’ zitto, ragazzo. Non che tu non sappia com’è un bacio», rimbeccò Damian, ma Tommy arricciò il naso.

    «È diverso, voi siete troppo sdolcinati». Tommy fece loro la linguaccia, rimediandone una anche da parte di Jon prima che fosse lui stesso ad occuparsi dell’acqua che bolliva. «Non è ancora chiaro chi ha baciato per primo chi».

    Damian e Jon si guardarono per un lungo istante, chi col bollitore chi con le tazze in una mano, prima di voltarsi ancora una volta verso il figlio e replicare «L’ho baciato io» all’unisono, fissandosi e sbattendo le palpebre prima di scoppiare a ridere mentre preparavano le tazze con acqua e bustine di the.

    «Quindi lo ammetti, D?»

    «Lo hai ammesso prima tu», insistette Damian, sollevando un angolo della bocca in un ghignetto.

    «No, non mi pare. Sono abbastanza sicuro che sia stato tu».

    «Sicuro?»

    «Sicuro sicuro…» rimbeccò Jon nel curvare la schiena verso di lui per sfiorargli la bocca, e a quel punto Tommy roteò gli occhi, arraffò un paio di biscotti e afferrò la propria tazza di Superman letteralmente al volo.

    «Sapete cosa? Io vi aspetto in soggiorno insieme ad Asso, quando avete finito di fare i piccioncini mi trovare lì», rimbeccò nel defilarsi alla svelta, lasciando i genitori ad osservare la direzione in cui era sparito tra sbuffi di risa e sorrisi.

    Damian stesso si era lasciato scappare una vera e propria risata alla fuga del figlio, inclinando il capo di lato per permettere a Jon di poggiare il mento sulla sua spalla mentre preparava il the per entrambi e mescolava lo zucchero presente nella tazza. Per quanto amasse stuzzicare Jon, non avrebbe mai dimenticato quella sera del suo compleanno e ricordava bene ogni particolare: essere sgattaiolati via nel cuore della notte, aver pattugliato le strade e sventato una rapina, il cibo che avevano consumato sul tetto di un edificio che affacciava su Robinson Park e le chiacchiere e le risate, e poi il momento in cui aveva allungato la mano verso Jon e--

    «Forse sono stato io, ma mi sembra di ricordare che qualcuno non sia riuscito a tenere letteralmente i piedi per terra», disse infine Damian, e Jon, ridendo, avvolse le braccia intorno ai suoi fianchi.
   
    «Oh, quindi te lo ricordi», lo prese in giro, ignorando il piccolo sbuffo di Damian.

    «Conta davvero chi è stato?»

    «No, direi di no».

    «Allora zitto e baciami adesso, idiota».

    La risata di Jon echeggiò per tutta la cucina, ma venne ben presto messa a tacere da Damian stesso che, esattamente come quasi una ventina di anni prima, lo afferrò per il bavero della camicia e fu lui stesso a baciarlo, godendosi la sensazione di quelle labbra contro le sue mentre il the, dimenticato, si raffreddava ormai sul bancone della cucina.






_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per l'iniziativa #behindthecurtain indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
Qui abbiamo Jon e Damian che narrano il loro primo bacio al figlio - sotto sua richiesta, vista la curiosità intrinseca dei ragazzi di quell'età - e lo raccontano per l'appunto in modo piuttosto diverso, Jon lo ha visto sotto un punto di vista molto più romantico mentre Damian cerca di nascondere meglio che può la cosa (e soprattutto le sensazioni), ma alla fine nessuno dei due può negare che ciò che conta è essersi baciati per la prima volta, non importa chi è stato il primo

Tommy, però, sceglie la cosa migliore da fare in quel momento: una ritirata strategica per non vedere i genitori pomiciare aha
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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