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Autore: starlight1205    10/12/2022    4 recensioni
Edimburgo, 1996
Diana Harvey è una normale ragazza che vive con la zia e lavora nel negozio di antiquariato di famiglia. Una serie di circostanze e di sfortunati eventi la porteranno a confrontarsi con il mondo magico, con il proprio passato e con un misterioso oggetto.
Fred Weasley ha lasciato Hogwarts e, oltre a dedicarsi al proprio negozio Tiri Vispi Weasley insieme al gemello George, si impegna ad aiutare l'Ordine della Fenice nelle proprie missioni.
Sarà proprio una missione nella capitale scozzese a far si che la sua strada incroci quella di una ragazza babbana decisamente divertente da infastidire.
[La storia è parallela agli eventi del sesto e settimo libro della saga di HP]
- Dal Capitolo 4 -
"Diana aveva gli occhi verdi spalancati e teneva tra le dita la tazza di tè ancora piena.Non riusciva a credere a una parola di quello che aveva detto quel pazzo con un'aria da ubriacone, ma zia Karen la guardava seria e incoraggiante. Il ragazzo dai capelli rossi nascondeva il suo ghigno dietro la tazza di ceramica, ma sembrava spassarsela un mondo. Diana gli avrebbe volentieri rovesciato l'intera teiera sulla testa per fargli sparire dal viso quell'aria da sbruffone."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Fred Weasley, George Weasley, Mundungus Fletcher, Nuovo personaggio | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Diana Harvey era distesa a pancia in giù sul letto che occupava alla Tana. I gomiti puntellati sul materasso, le mani unite di fronte a sè e lo sguardo catturato dalla treccia rosso fuoco appoggiata sulla sua spalla sinistra fino a sfiorare il tessuto colorato delle lenzuola.
Non si era ancora abituata a tutto quel rosso.
Eppure la tinta era venuta piuttosto bene: il fatto che la colorazione non fosse permanente, però, le aveva fatto tirare un grosso sospiro di sollievo.

Quella sera avevano festeggiato il diciassettesimo compleanno di Harry, nonostante quest’ultimo si fosse opposto con tutte le sue forze dato che era di un umore tetro da quando avevano appreso della morte di Malocchio Moody. I signori Weasley, però, non avevano voluto sentire ragioni, dato che il traguardo sanciva il raggiungimento della maggiore età per il mondo magico. La serata si era svolta nel migliore dei modi, fino a quando non c’era stata un’altra improvvisa visita del Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour, che per fortuna era venuto da solo e non in compagnia del suo assistente Percy Weasley.

Scrimgeour si era recato alla Tana appositamente per leggere il testamento di Albus Silente che, con sorpresa di tutti, aveva deciso di lasciare in eredità degli oggetti a Ron, Harry e Hermione senza un apparente motivo. 

Il risultato era che Hermione si trovava a gambe incrociate sul proprio letto a scrutare intensamente la copertina del vecchio libro che Silente le aveva lasciato, mentre Ginny cercava invano di attirare l’attenzione di entrambe le sue compagne di stanza per imbastire una qualche conversazione. Diana, però, era troppo distratta dal ricordo di poche ore prima: Fred che si chinava per sussurrarle all’orecchio Ci vediamo al capanno quando tutti sono andati a dormire. Il respiro caldo sul suo collo, mentre il ragazzo pronunciava quelle parole, le dava ancora i brividi e le fece sorgere un sorrisetto insieme a un probabile rossore sulle guance.

Aspettava con ansia che Ginny ed Hermione si decidessero ad andare a dormire, ma purtroppo, entrambe le ragazze sembravano sveglissime.

- Diana, perchè stai ridendo da sola? - indagò Ginny con aria sospettosa infilandosi il pigiama.
- Io...non-non sto...ridendo? - tentò di dire Diana in un balbettio sconclusionato, colta di sorpresa.
- Stai di nuovo progettando di sgattaiolare fuori per incontrarti con Fred, pensando che noi non ce ne accorgiamo? - Ginny inarcò le sopracciglia mentre le sorrideva in maniera molto simile a quanto avrebbe fatto lo stesso Fred.
Diana sentì tutto il sangue che aveva in corpo risalirle alle guance, mentre Hermione mascherava una risatina.
- Oh dai, continuate a guardarvi come due che hanno bevuto un filtro d’amore! - esclamò Ginny pressandola perchè raccontasse qualche dettaglio in più.
- Oh, Diana...non ti ha dato un filtro d’amore, vero? - scattò Hermione preoccupata, accigliandosi all’affermazione di Ginny.
Diana si limitò a scuotere la testa sorridendo.

Si sentiva sempre distratta in quei giorni. Nonostante tutte le cose a cui pensare, non riusciva a smettere di pensare a Fred. Aveva la testa così tra le nuvole da aver addirittura perso l’appetito: le sembrava di essere affamata, ma dopo due forchettate del delizioso cibo preparato da Molly Weasley, si sentiva già sazia.

- E cosa fai ancora qui? - Ginny la esortò a uscire dalla stanza ridendo e indicando la porta.
- Ma... - provò a dire Diana senza sapere bene che cosa dire nè perchè la sua coscienza la inducesse a protestare.
- Vaiii - continuò Ginny con tanta determinazione da impersonare quasi una Molly Weasley in miniatura.
Diana uscì di corsa dalla camera con un sorriso che le illuminava il viso.

Era bello per una volta concentrarsi su qualcosa che non fosse la guerra, la paura o l’angoscia, ma preoccuparsi delle stesse cose di cui si preoccupavano tutte le ragazze della sua età. Era bello far finta di non avere un padre che era appena ripiombato nella sua vita dopo anni di assenza.
Trovarsi alla Tana era un po’ come trovarsi in un’isola felice sperduta in mezzo all’oceano con sottofondo il solo rumore delle onde, lontano dal mondo e dai suoi problemi che ormai, per Diana, avevano soltanto il volto e la voce di Daniel Harvey. 

Dalla stanza di Fred e George scoppiettavano ancora parecchi rumori e risate, perciò Diana si avviò verso il giardino e attraversò il prato per andarsi a sedere sugli sgangherati gradini di legno dell’ingresso del capanno del signor Weasley.
Nonostante fosse tarda sera, l’aria estiva era ancora intiepidita dai roventi raggi di sole che in quei giorni non davano tregua.
In attesa di Fred, Diana si mise a giocherellare pigramente con la catenella del Blackhole per farlo ricadere nel palmo della sua mano.
Ormai erano passati mesi dal sogno di Harry. Non aveva fatto altro che aspettarsi che qualcuno tentasse di mettere le mani sul suo prezioso oggetto. Invece, non era accaduto nulla. Tutto ciò era molto strano, ma magari Fred aveva ragione. Harry poteva essersi sbagliato.
Chiuse gli occhi, concentrandosi sul silenzio che contraddistingueva la vita di campagna, fino a che il ronzio del Blackhole non diventò l’unico rumore fuori e dentro la sua testa.
Quando riaprì gli occhi, una famigliare luce blu fuoriusciva dal coperchio aperto del vecchio orologio. Diana stava tentando di allenarsi di nuovo a contenerne la potenza a suo piacimento.
Con il ritorno di suo padre, aveva cercato di indugiare il meno possibile sul Blackhole, per evitare che lui facesse ulteriori domande, data l’espressione interessata che aveva manifestato non appena lo aveva visto. Ogni volta che Diana aveva tentato di approcciare una conversazione per sondare il terreno, Daniel non aveva fatto altro che eludere le sue domande, come d’altronde faceva sempre anche Ben. Dopo il suo breve soggiorno alla Tana, quegli interrogativi irrisolti sarebbero balzati in cima alla sua lista di cose da fare insieme al bruciante desiderio di scoprire se davvero suo padre avesse detto la verità in merito ai problemi di salute che lo avevano tenuto lontano per anni.
Il bagliore bluastro continuava ad intensificarsi e riabbassarsi seguendo il ritmo della volontà di Diana, quando una sagoma scura uscì da casa per muoversi a passo svelto nella sua direzione.
Diana spense il Blackhole, mentre una sensazione di magnetica tensione la rimetteva in piedi con un sorriso stampato in volto.

- Dalla tua espressione mi sa che ti aspettavi qualcun altro... 
Diana rimase un attimo perplessa nel sentire una voce diversa da quella di Fred, ma, mentre la tensione si affievoliva, si rilassò: - Ciao Bill...che ci fai qui?
- Potrei farti la stessa domanda - le sorrise lui accendendo la punta della sua bacchetta con un incantesimo per gettare una fioca luce tra loro.
Diana mosse il piede destro avanti e indietro con aria vaga, mentre Bill scoppiava a ridere di gusto.
- Non riuscivo a dormire e ho visto una luce famigliare dalla finestra... - iniziò a dire Bill con sincerità.
- Io aspettavo Fred - rispose di getto Diana con altrettanta sincerità, sorridendo.
- E chi l’avrebbe mai detto... - sghignazzò Bill allusivo, mentre la luce della bacchetta faceva risaltare le cicatrici biancastre lasciate sul suo viso da Greyback.
- Ehi - protestò Diana prendendolo in giro - non fare il simpaticone solo perchè domani ti sposi...non sarà che non riesci a dormire per quello?
Bill deglutì e alzando le spalle ammise: - Credo di si...sono un po’ nervoso! Cioè...mi sposo con Fleur Delacour che è tipo...
- La più bella ragazza del mondo - terminò per lui Diana.
- Già - sospirò Bill con sguardo malinconico - e io sono solo un cretino sfigurato da un lupo mannaro. Pensa, che lei ha detto che sarebbe rimasta con me anche se mi fossi trasformato!
- Non avevo dubbi! - rispose Diana sorridendo, sinceramente felice per la coppia che, finalmente, l’indomani sarebbe riuscita a coronare il proprio sogno.

Bill Weasley continuava a sembrare parecchio ansioso, mentre osservava il prato scuro con aria assorta e con le labbra serrate.
- Sai che cosa si può fare per scaricare il nervosismo? - propose Diana, mentre Bill la guardava con aria interrogativa. Come risposta, Diana agguantò il Blackhole con aria battagliera.
- Un duello nel cuore della notte in nome dei vecchi tempi? - domandò Bill con un sorriso mentre faceva apparire qualche lanterna galleggiante intorno a loro per illuminare la zona e spegnere la punta della bacchetta - ok, ci sto!
Prima di liberare l’onda di energia che sentiva crescere dentro di sè, Diana confessò: - Bill...io non ho mai ringraziato abbastanza te e Fleur per quello che avete fatto per me...senza di voi io... - un lampo di luce rossa proveniente dalla bacchetta di Bill le sfiorò un braccio - ehi! Non ero pronta! - si lamentò Diana.
- Diana, basta chiacchiere - le sorrise Bill con la bacchetta alzata e un piede in avanti, in posizione difensiva, mentre con la mano sinistra la incitava ad attaccare - non serve ringraziare! Dai colpisci!
- L’hai voluto tu! - Diana sorrise mentre ruotava l’orologio e Bill schivava prontamente i suoi attacchi, uno dopo l’altro.

Un altro lampo di luce rossa arrivò dall’alto, mentre Diana era inginocchiata per scansare un precedente incantesimo; lei allora roteò l’orologio sopra la testa creando una sorta di cupola protettiva azzurrina sulla quale il bagliore rosso si schiantò facendo tremare i contorni del suo campo visivo.
- E questa novità? - ansimò Bill sorpreso mimando con la mano la forma della cupola.
- Mi sono allenata anche senza il mio maestro! - rispose Diana altrettanto affaticata, ma con un sorrisetto compiaciuto.
Un’altra raffica di incantesimi cadde verso Diana come grandine, cogliendola di sorpresa, tanto che la concentrazione per utilizzare il Blackhole svanì e dovette ricorrere ai pronti riflessi che aveva imparato ad affinare. Arretrò a passo svelto facendo una specie di slalom tra la pioggia di incantesimi che Bill le spediva contro, mentre la treccia le rimbalzava ritmicamente sulla spalla.
Una volta fuori tiro, Diana raccolse i pensieri, mentre Bill partiva di nuovo all’attacco: un incantesimo si sfaldò contro il raggio azzurro del Blackhole, mentre Diana correva incontro a Bill in scivolata sul prato per cercare di atterrarlo con uno sgambetto.

- Se lo azzoppi, domani come ci arriva all’altare? 
Nessuno dei due aveva sentito Fred materializzarsi di fianco a Diana, che si sbilanciò all’indietro per effetto dell’ultima ondata di energia del Blackhole e cadde all’indietro nell’erba.
- Ci hai messo un secolo - lo rimproverò Diana, mentre Fred la rimetteva in piedi ridendo - e quindi ho pensato di aiutare Bill a scaricare un po’ di tensione.
Bill si ripulì i pantaloni e con un sorriso nervoso e il fiato corto annunciò: - Beh...visto che Fred è arrivato, vi lascio soli... buonanotte e...grazie Diana! - prima di andarsene diede un pugno affettuoso alla spalla di Fred accompagnato da uno sguardo eloquente.
- Sicuro di non voler continuare? - domandò Diana ansiosa di ripagare la gentilezza che Bill le aveva sempre riservato.
Bill scosse la testa: - Tranquilla...andrò a rompere le scatole a Charlie!
L’unico fratello Weasley, ad eccezione di Percy, che ancora Diana non conosceva era arrivato qualche giorno prima dalla Romania per fare da testimone a Bill.
Fred avvolse un braccio intorno alle spalle di Diana, mentre entrambi guardavano Bill tornare verso casa. Il primogenito Weasley, a metà strada, si voltò indietro dicendo: - Non fate tardi...
- Non siamo noi che domani ci sposiamo! - gli gridò dietro Fred sghignazzando, mentre Bill tornava improvvisamente serio nel ricordare cosa lo aspettava il giorno successivo.

- Dove eri finito? - domandò Diana sgusciando dalla presa di Fred.
- Io e George stavamo architettando delle cose... - rispose lui vago mentre si picchiettava un dito sulla tempia - grandi progetti!
- Ma smettila! - Diana si mise a ridere spintonando Fred e si rimise a sedere sui gradini di legno. Il ragazzo la imitò accomodandosi al suo fianco.
- Che vuoi fare? - chiese Fred con un sorriso e sfoderando già la bacchetta - vuoi provare a battere me visto che Bill ha gettato la spugna?
In risposta, Diana si sporse in avanti per baciarlo e quando si separò da lui, Fred, con aria ironica, rispose: - Ok, per me va benissimo anche questo - e si riavvicinò per unire nuovamente le loro labbra riponendo la bacchetta in tasca.

La mattina del matrimonio, quando Diana aprì la porta della stanza per scendere al piano di sotto, venne quasi investita da dei vestiti che sfrecciavano avanti e indietro nel corridoio e Ron che li inseguiva ululando parolacce. 
- Buongiorno, Ron - biascicò Diana stropicciandosi gli occhi e guardando a destra e sinistra nel corridoio come per attraversare una strada trafficata onde evitare di essere colpita da oggetti volanti.
Ron, arruffato ed esasperato, la guardò come se avesse avuto un’illuminazione divina e prendendola per un braccio esclamò: - Ho bisogno di te!
Diana si lasciò trascinare lungo il corridoio da Ron con aria perplessa. Era ancora mezza addormentata e non capiva dove il ragazzo la stesse portando. Aveva bisogno di lei per cosa? Lei aveva bisogno di un caffè e di mettere qualcosa sotto i denti.
- Ron... - lo pregò Diana in un brontolio mentre il suo stomaco implorava cibo - posso aiutarti dopo aver fatto colazione?
- No è urgente! - Ron si bloccò nel corridoio per guardarla negli occhi - mi devi dare una mano a tenere buoni Fred e George!
Diana guardò Ron sbigottita, mentre il ragazzo si passava una mano tra i capelli rossi, sempre più esasperato. La situazione era abbastanza ridicola e, infatti, Diana scoppiò a ridere.
- Io...dovrei...tenere...buoni...Fred e George? - chiese a fatica tra le risate - se mi spieghi come si fa, magari...
- Ma tu sei bravissima!! Quando sbatti le ciglia, Fred ti ubbidisce sempre! - esclamò Ron sbuffando e cimentandosi in quella che doveva essere un’imitazione di Diana che sbatteva le ciglia - mi hanno fatto un incantesimo all’armadio e ora tutti i miei vestiti stanno volando per tutta casa e anche fuori da casa.
Proprio in quel momento, Diana posò lo sguardo fuori dalla finestra del corridoio dove un paio di calzini e delle mutande sventolavano in aria, come delle bandiere.
- Visto! - esclamò Ron vedendo la propria biancheria intima svolazzare e mettendosi una mano sul viso per l’imbarazzo, mentre le sue orecchie assumevano una sfumatura rosso fuoco - intendevo proprio tutti i vestiti!
Diana scoppiò in una risatina incontrollata, immaginandosi l’espressione di disappunto di Hermione se si fosse trovata davanti quella scena.
- Oh, dai Ron! Li conosci da quando sei nato! Sarai sicuramente in grado di gestire la situazione! - lo rincuorò Diana.
- Mi manca Percy - borbottò Ron mentre cercava di acciuffare i pantaloni che gli roteavano sopra la testa - almeno prima era lui il bersaglio preferito dei loro scherzi.

Diana rimase a osservare Ron e poi, mossa a pietà, aggiunse: - E va bene...ci posso provare, ma non garantisco nulla!
Ron esultò vittorioso e la seguì mentre raggiungeva la stanza di Fred e George.
Bussò alla porta e proprio Fred venne ad aprire: la testa rivolta all’indietro, mentre rideva, probabilmente insieme a George.
- Ciao rossa - la salutò tornando serio non appena si accorse chi c’era davanti alla soglia e rivolgendole uno sguardo così intenso che Diana si sentì barcollare.
- Oh...ehm, ciao... - Diana boccheggiò cercando di ritrovare un minimo di autocontrollo - Fred, per favore...potresti smettere di far volare i vestiti di Ron?
- Ma è così divertente - sghignazzò Fred mentre Ron apriva la finestra per cercare di acciuffare le proprie calze.
- Sarà molto meno divertente quando a vostra madre verrà una crisi isterica - sbuffò Diana sentendo già la signora Weasley strillare contro Ginny al piano di sotto.
Il nominare Molly Weasley parve sortire l’effetto desiderato.
- Mmh...ok - constatò Fred con aria di chi non era per niente convinto - però voglio qualcosa in cambio - la prese per la vita e la trascinò dentro la stanza per incollare le labbra sulle sue.
- Aiuto! - esclamò George disgustato - fatemi uscire! Che schifo! - e si affrettò a correre fuori dalla stanza lasciando la porta spalancata, mentre tutti i vestiti di Ron tornavano in casa per avvolgersi in un turbine vorticante intorno al proprio padrone per poi ricadere a terra seppellendolo sotto strati di stoffa.
- Freeed! - lo rimproverò Diana mentre vedeva Ron lungo e disteso in corridoio e Harry giungere in suo soccorso.
- Che c’è? Hai solo chiesto di smettere di farli volare e io l’ho fatto...- si giustificò lui con espressione furba, mentre Ron cercava di rimettersi in piedi.
Diana ridacchiò, conscia di aver fatto abbastanza: - Scendo a fare colazione e a vedere come mai tua madre urla...di nuovo! Il che è strano visto che tu e George siete qui - aggiunse notando proprio George uscire dal bagno.
- Vedi - rispose Fred con un finto sguardo innocente - non è mica sempre colpa nostra...

Anche al piano di sotto la situazione era piuttosto caotica.
La cucina e il soggiorno erano invasi di pacchetti di ogni dimensione e la signora Weasley e la signora Delacour sfrecciavano avanti e indietro alla stessa velocità raggiunta poco prima dai vestiti di Ron al piano di sopra.
- Ginny, perchè hai spostato i pacchetti dal divano? - strillò la signora Weasley come se fosse una questione di vita o di morte. Quando notò Diana, la sua espressione si addolcì per dirle: - Buongiorno cara, se vuoi fare colazione, il caffè è pronto e ci sono dei biscotti... - tra le mani teneva festoni da appendere e, sbuffando, riprese: - Ho ancora così tante cose da fare...
- Grazie, signora Weasley - le sorrise Diana avvicinandosi alla caffettiera - le do una mano io, poi...
Molly le sorrise, grata, prima di sparire in un’altra stanza a cercare il signor Weasley.

Mentre Diana si gustava una tazza di caffè fumante con lo sguardo assonnato fisso sul giardino, Fred sbucò ridendo insieme a George in cucina, le teste vicine a confabulare.
- Vedrai quando scoprirà la Caccabomba nell’armadio! - stava sussurrando Fred al gemello soffocando un’altra risata, poi posò lo sguardo su Diana.
- Buongiorno Pixie! - la salutò lui allegro e, come se non l’avesse vista pochi minuti prima, si avvicinò a lei e, togliendole la tazza dalle mani, le diede un bacio sulle labbra. Diana rimase immobile, spalancando gli occhi per la sorpresa.
- Ma...George...- Molly Weasley era entrata in cucina proprio in quel momento lasciando cadere per lo stupore una serie di festoni da appendere all’ingresso - io pensavo che..tuo fratello...insomma...
- Buongiorno mamma, sono Fred - la tranquillizzò allegramente lui indicandole l’orecchio che ancora possedeva e bevendo il caffè dalla tazza di Diana.
Molly Weasley sembrò tirare un sospiro di sollievo.
Diana, invece, con il viso in fiamme, cercò di riacciuffare la sua tazza dalle mani di Fred, borbottando: - Da come è iniziata la giornata, tu dovresti berti una camomilla, altro che caffè...
- Quella la lascio per te... - le sorrise Fred strizzandole l’occhio - magari più tardi ne avrai bisogno...

Dopo la colazione, una Molly Weasley fuori dai gangheri costrinse i gemelli a raccogliere senza la magia tutti gli oggetti di Ron che avevano ripreso a galleggiare pigramente per casa e siccome il suo sguardo era così minaccioso, mentre sbraitava con le mani sui fianchi, nemmeno Fred e George osarono obiettare. Ron era sceso poco dopo, seguito da Harry, e lasciandosi stancamente sedere al tavolo aveva mandato definitivamente fuori di testa Molly Weasley domandando se Percy avesse accettato l’invito al matrimonio.
Il pianto isterico in cui era scoppiata la signora Weasley poteva essere interpretato solo come una risposta negativa. I singhiozzi disperati andarono avanti a lungo, tanto che, ancora nel pomeriggio, si potevano sentire fin nella stanza in cui Diana, Hermione e Ginny si stavano preparando per la cerimonia.

- Mi sta da schifo questo abito - sbuffò Diana per la quarta volta mentre dalla finestra vedeva già i primi ospiti che arrivavano, accolti da Fred e George, dritti in piedi all’imbocco del vialetto che indicavano dove andare. Intorno al tendone bianco era schierato già da qualche ora un folto gruppo di maghi che si guardava intorno sospettoso. Fred si voltò e, notandola affacciata alla finestra, le rivolse un sorriso che le fece venire istantaneamente voglia di aprire la finestra per abbassare la temperatura nella stanza.

- Non è vero! - esclamò Ginny in modo diretto mentre con le mani si lisciava l’abito grigio argento - ti sta benissimo! 
- Chi sono quelli? - chiese Diana cambiando argomento e indicando gli uomini intorno al tendone.
- Auror, per la maggior parte - rispose Hermione mentre trafficava con la sua borsetta a tracolla abbinata all’abito rosso - sono una specie di polizia magica che va a caccia di maghi oscuri. Data la presenza di Harry, Scrimgeour ne ha dislocati qui un po’ per la sua protezione.

Diana si specchiò per l’ennesima volta soppesando le parole di Hermione.
Il vestito bordeaux era molto carino: le arrivava appena sopra le ginocchia e aveva una scollatura un po’ troppo profonda per i suoi gusti, ma tutto sommato non era male. Le spalline sottili si incrociavano sulla schiena lasciandola per lo più scoperta, il che era una benedizione dato il caldo afoso della giornata.
I suoi nuovi capelli rossi erano sciolti a ricadere sulla schiena con la frangia, diventata lunga, pettinata in un ciuffo laterale.
Il Blackhole era appeso al suo collo, come sempre, e penzolava placidamente proprio al centro della scollatura.
- Non so...c’è un po’ troppa pelle esposta per i miei gusti... - constatò Diana per niente convinta e mettendosi di profilo per osservare il riflesso della sua schiena pallida.
- Piantala! - la zittì Ginny - dai scendiamo! - esclamò poi eccitata girando su sè stessa e facendo aprire il vestito in una ruota.

Diana prese la propria borsetta infilandola a tracolla e seguì Ginny ed Hermione fuori dalla stanza.
- Oh, ehm...non andiamo a trovare Fleur? - propose Diana sentendo la voce della futura sposa dal corridoio con un tono quasi isterico.
Ginny inarcò le sopracciglia indispettita da quell’intenzione e Hermione fece praticamente finta di non aver sentito.
- Ginny, ma sei la sua damigella... - la rimproverò Diana.
- Non per mia scelta - rispose Ginny imbronciata - se vuoi ti aspettiamo di sotto...
Diana varcò la soglia della stanza di Fleur: la ragazza andava avanti e indietro, avvolta in un semplicissimo abito bianco, mentre la signora Delacour la tallonava agitando la bacchetta per cercare di acconciarle i capelli.
- Diana! - Fleur la accolse con un sorriso agitato e fermandosi di botto, così che la madre, con un colpo di bacchetta e tirando un sospiro di sollievo, riuscì a raccogliere le ultime ciocche di capelli che ancora sfuggivano dallo chignon.
- Sei bellissima, Fleur! - le sorrise Diana.
- Ce n’est pas vrai! - si imbronciò lei nervosa - sembro grassa! E se a Bill non piaccio?
- Stai scherzando, vero? - domandò Diana - a Bill piaceresti anche con addosso un sacco dell’immondizia!
Fleur, inaspettatamente, si sporse per abbracciarla dicendo: - Avresti dovuto essere tu, la mia demoiselle insieme a Gabrielle...
Diana sorrise ricambiando l’abbraccio: - Ma no, Ginny ne è così felice...
Fleur la guardò con aria di chi non ci credeva per niente, ma poi sorrise.
- Vedrai che oggi andrà tutto alla perfezione - cercò di rassicurarla Diana - raggiungo Ginny e Hermione, mentre finisci di prepararti! Non fare aspettare troppo Bill!

Scese velocemente le scale per raggiungere le due ragazze che la aspettavano con aria ansiosa e tutte e tre si diressero all’aperto.
Camminare con i tacchi nella terra morbida non era propriamente semplice, ma Diana fu distratta dall’atmosfera di cui il giardino era pervaso. L’intero camminamento di pietre chiare che portava dall’ingresso della Tana a quello del tendone era incorniciato da lanterne fluttuanti.
- Vedi quelle? - chiese Hermione a Diana indicandole degli insetti che volteggiavano sul prato - sono lucciole incantate. Quando calerà la sera si illumineranno. E’ stata una mia idea...
- Molto romantico... - constatò Ginny sbattendo le ciglia e intrecciando le mani e poi, assumendo un tono di voce parecchio acido, aggiunse - potrei vomitare.
Diana non potè fare a meno di sorridere di fronte all’espressione di Ginny, ma rimase molto colpita dagli svariati utilizzi della magia.
- Diana! - una voce profonda la fece voltare verso il gruppo di maghi che si aggirava intorno al tendone.
- Ben! - esclamò lei sentendo il viso aprirsi in un sorriso - che ci fai qui? Non sapevo che venissi...
- Do una mano - ammise lui alzando le spalle - quasi non ti riconoscevo con questi capelli...
Per l’occasione, Ben Murray aveva abbandonato i soliti abiti totalmente neri, per una camicia bianca su cui spiccava un papillon nero, mentre la giacca dello stesso colore era appoggiata sul suo avambraccio. 
- L’intento era quello... - spiegò Diana sorridendo mentre salutava con la mano Robert Murray, intento a conversare con uno strano mago interamente vestito di verde bottiglia.
- Dai Diana, entriamo! - la sospinse Hermione indicando il tendone e scoccando un’occhiata torva a Ben.
- A dopo... - la salutò Ben lasciando in sospeso la frase come se avesse voluto aggiungere altro.

In fondo al vialetto, Diana scorse Fred e George, di spalle, che stavano cercando di cimentarsi nella lingua francese per guidare un gruppetto di parenti di Fleur verso i tavoli a cui erano destinati. Provò l’improvviso impulso di attraversare il giardino di corsa e raggiungere Fred, ma si limitò a seguire Hermione e Ginny.
L’aspetto interno del tendone era decisamente migliore rispetto all’esterno.
I tavoli erano riccamente decorati e una passerella rossa portava al piccolo podio su cui si sarebbe tenuta la cerimonia. Un delicato profumo di fiori le invase i sensi.

Un ragazzo dai capelli rossi dal naso schiacciato e grassottello che Diana era certa di non aver mai visto prima, la raggiunse a passo spedito: - A quanto pare oggi siamo fratelli... - sbuffò nervosamente appiattendosi i capelli sulla fronte in un gesto famigliare.
- Ah, eccoti fratellino - Diana salutò Harry con un sorriso, riconoscendolo.
- Miseriaccia - esclamò Ron cercando di allargarsi il colletto della camicia e apparendo al fianco di Harry - fa più caldo che nell’aula di Divinazione!
- Non farla tanto lunga, Ronald! - lo rimbrottò Hermione guardandosi intorno estasiata.
- Her....Hermione - balbettò lui fissandola come in trance - sei...bellissima!
- Sempre questo tono sorpreso! - bofonchiò Hermione alzando gli occhi al cielo per celare il rossore sulle guance provocato dal complimento di Ron.
- Andiamo a bere qualcosa - propose Diana adocchiando un tavolo con delle bevande - Ron ha ragione, si muore di caldo oggi!
Mentre sorseggiava dell’acqua fresca con al fianco Ron ed Hermione che battibeccavano come al solito, una voce allegra alle sue spalle chiese: - Ciao, ci conosciamo? 
Era un ragazzo dalla pelle scura, i capelli raccolti malamente in una massa di treccine e un sorriso smagliante. Indossava un elegante abito grigio chiaro.
- Non credo... - ammise Diana cercando aiuto con lo sguardo, ma Harry era intento a fissare Ginny con sguardo adorante e Ron ed Hermione erano troppo occupati a bisticciare.
- Piacere, Lee Jordan - si presentò lui allungando la mano.
- Diana...Weasley - esitò per un attimo Diana in imbarazzo, mentre il nome del ragazzo riecheggiava nei meandri della sua memoria. Era certa che Fred e George lo avessero menzionato più di una volta.
- Ovviamente... - Lee sorrise in modo amichevole soffermandosi a guardare i suoi capelli rossi - sei una cugina? Non mi pare di aver sentito mai parlare di una Diana...
- Oh...abito mooolto lontano...- cercò di dire Diana a disagio indicando Harry per sviare le domande - e quello è mio fratello Barny!
Siccome Lee Jordan la squadrava poco convinto, Diana avvicinò alle labbra un altro bicchiere in cui nascondere il viso. Bevve tutto d’un fiato per poi aprirsi spontaneamente in una smorfia. Quella non era affatto acqua.
Lee scoppiò a ridere: - Non avevi mai bevuto Idromele?
- Io...si certo...tutti i giorni...- bofonchiò lei tossendo, mentre Lee Jordan continuava a ridere.

- Buonasera cugina - la salutò una voce alle sue spalle calcando un po’ troppo la “c” dell’ultima parola - vedo che hai fatto la conoscenza del buon caro Jordan!
Fred era apparso alle sue spalle e, in maniera poco “cuginesca”, le aveva passato un braccio intorno alle spalle, osservandola con la coda dell’occhio con un angolo delle labbra sollevato nel principio di un sorriso. Diana strabuzzò gli occhi, mentre qualcosa dentro il suo stomaco, si contorceva furiosamente. 
Fred indossava una camicia bianca con dei disegni psichedelici che le facevano venire il mal di testa solo a guardarla e sopra di essa un gilet giallo canarino con una cravatta dello stesso colore. Almeno i pantaloni erano di un normale color marrone scuro.
- Weasley! - esclamò Lee dandogli una pacca sulla spalla e guardandosi intorno - dov’è George?
- All’ingresso del tendone - rispose Fred indicandogli il punto in cui George, attorniato da un gruppo di bionde ragazze stava raccontando per l’ennesima volta come aveva perso l’orecchio - insieme alle cugine Veela di Fleur.
- Ah beh... le Veela mi chiamano - si giustificò Lee con un’espressione da pesce lesso - è stato un piacere, Diana! Fred, tu non vieni?
- Mmh..si vi raggiungo dopo - lo liquidò Fred, mentre Lee si allontanava e le biondine si sbracciavano nella loro direzione per salutare Fred.
- Le bionde ti chiamano... - sibilò Diana in tono velenoso agguantando un altro bicchiere di quell’Idromele parecchio forte e fissando con astio le ragazze bionde e perfette che sembravano uscite da una sfilata di moda.
Fred sbuffò infilando due dita nel colletto della camicia e allentandosi la cravatta, mentre guardava Diana con sguardo penetrante.
- Sei gelosa, cuginetta? - chiese lui beffardo prendendo un bicchiere a sua volta.
- Io? - squittì Diana in modo un po’ troppo acuto cercando di indossare un falso sorriso.
Fred si sporse pericolosamente verso di lei con espressione furba e le sussurrò all’orecchio: - Ormai dovresti sapere che preferisco i Folletti della Cornovaglia alle Veela...a proposito - abbassò lo sguardo per lasciarlo scorrere su e giù su Diana - che...eleganza!

Diana si sentì avvampare. Immediatamente, l’aria all’interno del tendone si era fatta ancora più calda. 
Mentre Fred si ritraeva, per buttare giù una sorsata dell’Idromele nel suo bicchiere, Diana sorrise portando l’attenzione sul terribile look del ragazzo: - Beh...si sai com’è, siamo a un matrimonio! Almeno non mi sono messa un gilet giallo!
- Ti piace? -  chiese Fred fiero gonfiando il petto per mettere in mostra il gilet.
- Ti devo rispondere? - chiese lei senza riuscire a evitare di sorridere, perchè Fred era una causa persa in quanto a gusto estetico - hai proprio un talento nell’abbinare i vestiti in modo assurdo...
- Beh, è comunque un talento! - ammiccò lui alzando il bicchiere verso di lei come per fare un brindisi -  e non posso mica essere perfetto!
Diana si limitò a ridere, anche se la tentazione di rovesciargli in testa la grossa bacinella contenente l’Idromele era molto forte, ma forse la doccia fredda sarebbe servita di più a lei che a Fred.
- Certo che potevi risparmiarti la scenetta davanti a tua madre... - lo rimproverò Diana ripensando a quella mattina - ha rischiato il collasso...
- Ma va - rispose Fred agitando una mano come a voler scacciare una mosca - mia madre ti adora, penso che sarebbe stata più felice solo se mi fossi messo a baciare Harry Potter! Ha rischiato il collasso perchè pensava fossi George...
Diana sorrise tra sè ripensando all’accaduto e si sentì arrossire di nuovo al pensiero. 
- Quindi, a quanto pare, se lo aspettavano tutti tranne me e te... - confessò Diana ancora basita dal fatto che tutti sembravano aver colto ciò che aleggiava tra loro già da molto tempo.
- Parla per te - la rimbeccò Fred ridendo - io lo sapevo che prima o poi avresti ceduto al mio fascino.
- Fred...vuoi che ti ficchi la testa nella bacinella di Idromele? - lo minacciò Diana facendogli una linguaccia.
- Non riesco a capire tutto questo tuo costante desiderio di farmi del male... - constatò Fred continuando a ridere.
- Qualcuno deve tenere a bada il tuo ego smisurato - lo rimbeccò Diana con un sorriso.
- Oh, beh...intanto questo ego smisurato ti ha conquistata...o sbaglio? - domandò lui con un sorrisetto di chi la sapeva lunga, mentre continuava a blaterare di altre cose smisurate, oltre all’ego. 
Diana mise a tacere Fred con un’occhiataccia, visto che l’ambiente cominciava ad affollarsi. 

Lasciò vagare lo sguardo sull’interno del tendone, scoprendosi emozionata per l’imminente matrimonio. Tutti chiacchieravano allegramente: Ron ed Hermione, finalmente, stavano chiacchierando tranquillamente, Harry stava parlottando con una strana ragazza bionda dagli occhi stralunati, Lee e George stavano cercando di intrattenere le Veela con degli incantesimi.
Era una serata piacevole dove tutti cercavano di divertirsi e non pensare a quello che stava già accadendo al di fuori di quella piccola isola felice.
Poi l’ingresso del tendone si aprì facendola ricredere su quanto aveva appena solo osato pensare. 

Daniel Harvey, con un sorriso in volto, era appena entrato, seguito a ruota da Ben Murray che invece aveva il viso contratto in una smorfia contrariata.
- Merda! Che diamine ci fa qui mio padre?- sbottò Diana appoggiando con forza il bicchiere sul tavolo e facendo voltare Fred verso l’ingresso del tendone.
Sia Diana che Fred si incamminarono incontro a Ben, che aveva ormai superato Daniel.
- Che ci fa qui? - sibilò Fred con aria minacciosa a Ben prendendolo per un braccio - nessuno dell’Ordine ne è stato informato.
- Tu lo avresti lasciato al negozio da solo? - gli rispose Ben con aria di superiorità guardando con sdegno la mano di Fred che stringeva ancora il suo avambraccio - io no di certo! Non mi fido di lui. E lasciami andare, Weasley!
Fred strinse le labbra lasciando andare l’avambraccio di Ben e asserì: - Neanche io mi fido.
Ben annuì in risposta, dando un’occhiata indagatrice a Diana che fissava la scena: - Volevo avvisarti prima, quando eravamo fuori dal tendone...
Diana fece un cenno con il capo a Ben per ringraziarlo della sua premura.
- Parlate pure come se io non fossi qui, mi raccomando - si lamentò con un sorriso insofferente Daniel Harvey, per poi voltarsi verso Diana e dire: - Sei splendida, tesoro!
Diana si limitò a stringere le labbra in una linea sottile e a stritolare la tracolla della sua borsetta, mentre Ginny correva verso di loro invitandoli a prendere posto perchè la cerimonia stava per iniziare.
Con l’arrivo di Daniel Harvey, la sua isola felice di pace e serenità stava già svanendo piano piano nel nulla.

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Ciao! Il mio impegno di oggi è durato meno del previsto e quindi sono contenta di riuscire a rispettare il mio sabato di pubblicazione :D
E' un po' un capitolo di passaggio quindi non mi fa saltare dall'entusiasmo, ma avevo in mente un po' di situazioni divertenti e, soprattutto, volevo che Diana avesse modo di confrontarsi sia con Bill che con Fleur, data l'importanza che hanno avuto per lei.
Al prossimo giro, invece ci tuffiamo nella trama, promesso!
Intanto, se vi va, fatemi sapere che ne pensate!
Grazie!
A presto!
Sere
  
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