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Autore: Glicemia    13/12/2022    2 recensioni
La storia della svolta nella vita di un ragazzino viziato, molto arrogante e oltremodo prepotente, quando a seguito di un assurdo sogno in pieno stile Dickens, comprende i propri errori, o almeno parte di essi.
La storia dell'ultimo incontro fra due sorelle, durante una vigilia di Natale in cui una giovane donna, stanca di fingersi qualcuno di diverso per compiacere la propria assurda famiglia, fa la coraggiosa scelta di stravolgere la sua vita. La parte più difficile si rivela essere proprio l'addio con la sorella minore, l'unica parente a cui abbia mai tenuto.
La storia della paura di due genitori giovanissimi che scoprono in prossimità delle festività natalizie che il loro amatissimo figlio di pochi mesi è in grave pericolo.
Tre storie che hanno in comune quel misero briciolo di speranza per un futuro che appare troppo in certo in un'atmosfera natalizia un po' malinconica.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, James Potter, Lily Evans, Percival Silente, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L’ultimo Natale

Il cuor ci si stringe ogni volta che, anche di cose o persone indifferentissime per noi, noi pensiamo: questa è l'ultima volta: ciò non avrà luogo mai più: io non lo vedrò più mai: o vero: questo è passato per sempre” – Giacomo Leopardi, Zibaldone

Dicembre 1980

La tensione era palpabile tra i membri dell’Ordine della Fenice, come per qualsiasi convocazione d’urgenza di una riunione straordinaria. D’altronde si trattava sempre di pessime notizie, di pericoli da scongiurare, di enormi rischi da correre per sperare ancora di riuscire prima o poi a sconfiggere il mago oscuro più potente di tutti i tempi e la sua schiera di fedeli seguaci.

Guardò i Paciock arrivare di corsa, trafelati e in ritardo, ma senza portarsi dietro un infante, come aveva dovuto fare lei. A differenza del piccolo dei Paciock, nato il giorno prima di suo figlio, al suo Harry non erano rimasti nonni che potessero badare a lui in occasioni come quella, ma quando si era scusata con Silente, avvisandolo che sarebbe dovuta rimanere a casa col bambino, le aveva detto che la sua presenza era essenziale e che avrebbero potuto portarlo con loro.

Era per quello che suo marito era l’unico in piedi, oltre al vecchio preside, perché sapeva benissimo che se solo avesse pensato di sedersi o smettere di oscillare sul posto, il pianto di Harry avrebbe coperto qualsiasi altro suono.

Non appena gli ultimi arrivati si accomodarono, Silente cominciò a parlare del motivo che lo aveva spinto a convocarli.

Ascoltò il suo racconto dall’inizio alla fine, del perché aveva assegnato la cattedra di Divinazione proprio a quell’aspirante insegnante colloquiata alla Testa di Porco quasi un anno prima.

Albus Silente recitò loro una parte della profezia che aveva udito in quell’occasione, ma bastò la prima frase a farle pulsare il cuore in gola, a farle cercare lo sguardo di James, con le palpebre tese, la fronte contatta, le braccia ancorate più del solito al corpicino di Harry. Ma quando incrociò gli occhi della moglie, rilassò il volto e quasi le sembrò che stesse tentando di calmarla col solo contatto visivo, riuscendo in parte nell’intento.

«Lei è a conoscenza di questa profezia da un anno e ce ne parla solo ora?» si era subito indignato Sirius, parlando con tono aggressivo, alzandosi dalla sedia con furia, ignorando i tentativi di Remus di rimetterlo a posto.

«Non c’era motivo di allarmarvi. La professoressa Cooman non ricorda nulla ed ero certo che fossimo soli in quel momento» cominciò a spiegare Silente, con una calma encomiabile.

«E allora perché rivelarlo ora?» domandò Frank Paciock, sul cui volto poteva leggere la sua stessa apprensione.

Il vecchio preside chinò il capo e rivolse uno sguardo rammaricato al suo interlocutore.

«Mi sbagliavo. La parte della profezia che vi ho rivelato è quella che è arrivata alle orecchie di Lord Voldemort e pertanto è opportuno agire nell’immediatezza»

«Dovremo barricarci in casa, fare un Incanto Fidelio e sperare per non si sa quanto tempo che qualcuno riesca a sconfiggere Lei- Sa-Chi, non è così?» comprese Alice, esasperata all’idea di ciò che l’aspettava.

«Potrete comportavi come sempre, Alice» la rassicurò il preside e Lily si rincuorò credendo che avesse un piano specifico e che quel momento spaventoso sarebbe presto giunto al termine.

«Vuole che prendiamo parte ad una specie di strategia geniale?» ipotizzò anche James con un una nuova vivacità, accesa dall’adrenalina della sfida e dalla speranza ritrovata dopo un momento di panico.

«Temo che la mia strategia corrisponda a quella di Alice» si contraddisse subito il mago anziano, confondendo sempre più chi pendeva dalle sue labbra «I Paciock possono proseguire le loro vite consuete solo perché mi è stato riferito che Voldemort ha fatto la sua scelta e che essa corrisponde al piccolo Harry»

A quelle parole, la paura tornò ad impossessarsi di ogni piccola particella di Lily e fece un grande sforzo per non scoppiare a piangere nell’immediato, per evitare di strappare Harry dalle braccia di James e fuggire lontano, nonostante sapesse che Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato li avrebbe comunque trovati.

Silente si rifiutò di svelare come aveva avuto accesso a quelle informazioni, ma era talmente certo che fossero veritiere, da ritenere superfluo che la famiglia Paciock usasse le stesse strette precauzioni dei Potter, anche se si era detto disponibile ad accontentarli, qualora avessero desiderato proteggersi ugualmente.

Era dunque così, che si sarebbe sentita per chissà quanto tempo? Talmente tanto spaesata, triste, arrabbiata, terrorizzata come si sentiva in quel momento?

Fu chiesto a lei e James di fermarsi, Silente diede consigli e suggerimenti, ricordò loro di mantenere la calma, di avere fede nell’Ordine.

Lei si limitava ad annuire, senza capire bene le parole pronunciate dal preside e lasciando che fosse James a rispondergli o porre quesiti.

Fu solo quando rientrarono in casa che si permise di piangere, trovandosi subito confortata dalle braccia del marito. Pianse anche lui, ma non si fece vedere: teneva il mento sui capelli di Lily, ma lei sapeva che stava piangendo.

La casa addobbata in ogni singola parte le ricordava quanto era stata felice all’idea di festeggiare il primo Natale di Harry fino a quella mattina; invece, in quel momento si trovava costretta a considerare che potesse essere anche l’ultimo. Era così crudele dover essere spaventata per la vita di un bimbo tanto piccolo da non riuscire nemmeno a stare seduto senza il sostegno di braccia adulte, era così ingiusto dover vivere innumerevoli giorni, settimane, mesi o anni segregati in casa, senza poter esser parte attiva alla lotta per giungere all’unica eventualità che potesse liberarli: la sconfitta decisiva del cattivo della loro storia.

Restarono in un silenzio tombale per il resto della giornata, continuando a fissare Harry intrecciati in un abbraccio, ripercorrendo ogni piccolo particolare del bambino, ogni lineamento preso dall’uno o dall’altra, ogni microespressione, minuscolo movimento, adorabile vagito. Come si poteva guardare un essere così carino, così innocente, così perfetto ed essere tanto spietati da togliergli la vita?

Quel Natale furono raggiunti da Sirius e Remus, avevano invitato anche Peter, che però aveva deciso di trascorrerlo in famiglia. Fecero di tutto per alleggerire il peso dell’angoscia, della rabbia, della paura nei loro cuori. Lily pregò fra sé e sé, come facevano i Babbani credenti, con tutta la speranza che riusciva ad avere che quello non fosse l’ultimo Natale di nessuno di loro.

 Nonostante tutto, quella stessa sera, quando posò Harry nel lettone fra lei e suo marito e si strinsero tutti e tre in un grande abbraccio, non riuscì a non sentirsi grata per tutto quell’amore che era in grado di donare e ricevere ogni giorno.

 

NOTE:

Non sappiamo con esattezza quando sia stata pronunciata la profezia, o quando Voldemort abbia scelto Harry, nemmeno quando Piton abbia pregato Silente di mettere Lily al sicuro.

 Mi sono basata su un ragionamento preciso: la profezia deve essere stata pronunciata dopo il luglio del 1979 e prima di luglio 1980. Voldemort deve aver fatto la sua scelta dopo luglio, quindi dopo aver scoperto quale bambino potesse essere il suo antagonista secondo la profezia, ma nel capitolo dei ricordi di Piton del settimo libro, sembra che il confronto con Silente avvenga se non in inverno, in autunno inoltrato (Dal Capitolo 33 di Harry Potter e i doni della morte: “si ritrovò sulla sommità di una collina, fredda e desolata nell’oscurità, con il vento che soffiava attraverso i rami spogli dei pochi alberi”). Per queste ragioni ho trovato plausibile che la protezione dei Potter abbia avuto inizio intorno al dicembre del 1980.

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