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Autore: Ciuffettina    16/12/2022    4 recensioni
Michael era orgoglioso della missione affidatagli, lui era un bravo figlio obbediente, desideroso di compiacere suo Padre, tuttavia avrebbe preferito non avere quel mantra sempre nelle orecchie
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Gabriel, Metatron, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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L’unico che si godette la visione degli Israeliti che strillavano, scappavano, si grattavano e schiattavano a causa degli animali velenosi fu, ovviamente, Lucifer. Che magnifico spettacolo! E del tutto gratis! Sapeva che purtroppo non sarebbe durato a lungo: suo Padre aveva la tendenza di punire gli umani per far sapere loro quanto fosse deluso e disgustato dal loro comportamento ma poi continuava a farli prosperare e a benedirli. “Ma sterminali tutti e falla finita!” sbuffò il Diavolo stizzito. “Coi dinosauri non ti sei fatto troppi problemi”.
Un giorno Dio aveva deciso che i dinosauri erano troppo brutti, troppo stupidi e troppo ingombranti per i suoi gusti perciò aveva spedito contro la Terra un meteorite e ciao ciao a tutti quanti!
Però anche queste scimmie spelacchiate erano veramente sceme, mai vista tanta idiozia in un colpo solo: erano stati condannate a girare nel deserto per 40 anni finché non fossero morte tutte e loro, invece di vedere nei serpenti, nei ragni e negli scorpioni una via d’uscita, continuavano ad aggrapparsi alle loro inutili vile. Avevano un’arma formidabile per forzare la mano dell’Eterno e non la sfruttavano! Veramente stupide!
Dio aveva deciso di regalare il Canaan a quel mucchio di scarafaggi ma poi aveva corretto il tiro: l’avrebbe dato ai loro discendenti presenti (pochi) e futuri ed ecco l’arma di ricatto: se loro si fossero suicidati in massa senza lasciare discendenti, suo Padre a chi avrebbe regalato la Terra Promessa? Avrebbe dovuto lasciarci dentro i cananei (che però Gli stavano sui sacri zebedei) oppure destinarla ai discendenti di Esaù dopo averli allegramente diseredati come aveva già fatto in precedenza con Ishmael, Zimran, Joqšan, Medan, Midjan, Jišbaq e Suach(1) in favore di quella faccia da fesso di Isacco oppure annullare il castigo e permettere loro di entrare. Che smacco sarebbe stato!
Era improbabile che quel branco di idioti ci arrivasse da solo se qualcuno non glielo spiegava. «Oggi mi sento bendisposto verso quelle scimmie, andrò ad aiutarle». Si rese visibile e andò a spiegare loro il suo piano geniale. «Vi rendete conto che gli Ismaeliti hanno da decenni una loro terra, così pure i Madianiti e gli Edomiti e noi, che dovremmo essere il Suo Popolo prediletto, no?» “145 anni di schiavitù, poi 40 anni nel deserto, fortuna che erano i discendenti di Giacobbe quelli che gli stavano simpatici” ridacchiò fra sé.
«Aspetta, aspetta… tu non sei quello che ci aveva consigliato di costruirci un idolo d’oro e di tornare in Egitto?»
«Esatto e se mi aveste dato retta, adesso non saremmo qui ma saremmo padroni dell’Egitto: l’esercito egizio sterminato, l’economia a terra, i giovani decimati(2) e nessuno avrebbe potuto opporsi a noi».
«Ma allora…» cominciò a dire uno speranzoso.
«Troppo tardi» lo stoppò Lucifer. «Il momento giusto era quello, adesso gli egizi hanno avuto tutto il tempo di riorganizzarsi e di risollevarsi. Però ho la soluzione per cancellare la nostra condanna e farci entrare subito nella Terra Promessa» riprese, con voce allegra, «ma dovete ascoltarmi attentamente».
“Attentamente” era una parola grossa visto che ogni secondo dovevano schivare uno scorpione o un calabrone e, ovviamente, quasi nessuno riuscì a capire in che modo minacciare Dio di suicidarsi in massa (cominciando a farlo sul serio) e rifiutarsi di mettere al mondo nuovi mocciosi potesse farli entrare nella Terra Promessa, erano proprio idioti! Eppure era un ragionamento così chiaro e lineare! “Che si arrangino! Non si meritano niente!

Se gli umani non avevano capito il ragionamento di Lucifer, ci fu un altro essere celeste che invece ci arrivò: Dio stesso. Gli umani, tutti impegnati a scappare o a schiattare non pensavano a moltiplicarsi perciò l’Eterno decise che era il momento di tornare a essere magnanimo e ordino a Michael di portare loro il Palo Guaritore e di essere ancora il loro zampirone… emh… il loro protettore, non si poteva certo permettere che si estinguessero senza lasciare discendenti, giusto?
Michael, che si stava godendo una sospiratissima vacanza, facendo ciò che più amava (esercitarsi per lo Scontro Finale, allenare i suoi subalterni…), non fu molto entusiasta di dover ricominciare a sentire l’infinita sequela delle lagnanze degli Israeliti ma, uso a obbedir tacendo, si recò nella stanza di Raphael per farsi consegnare quella Mano di Dio.
«E secondo te, lo terrei qui?» gli chiese il fratello, squadrandolo freddamente. «È ingombrante! Ovviamente è nell’armeria del Paradiso».
Di solito Michael avrebbe mandato un proprio subalterno ma voleva verificare coi propri occhi che un certo angelo indisciplinato avesse finalmente imparato la lezione.
Stava per entrare, quando, inaspettatamente, sentì ridere, che cosa ci poteva essere di divertente?
Entrò deciso e vide Balthazar che sghignazzava piegato in due mentre un altro angelo con le ali color cobalto lo fissava perplesso.
«Fate ridere anche me» disse, anche se il tono della voce indicava che era poco propenso a volersi divertire.
Balthazar, sorpreso di vederlo, si ricompose. «Impossibile, mio principe» ripose con una specie di salamelecco. «Ci ha già provato più volte Gabriel e lui è un arcangelo, come potrei riuscirci io che sono un semplice angelo?»
Irritato Michael si voltò verso l’altro angelo: «Non hai dei doveri impellenti che richiedono altrove la tua presenza?»
«Io… io sono qui per ordine di Gabriel» rispose l’altro, fissandolo con degli occhioni blu.
«Allora non farlo aspettare, prendi quello che gli serve e portaglielo» replicò l’arcistratega in tono di comando.
L’altro angelo scosse la testa. «Non devo prendere alcun oggetto, lui…» indicò Balthazar «si sente solo e io devo fargli compagnia».
Balthazar si sarebbe messo ancora a ridere: era Castiel quello che si sentiva solo di certo non lui, (con certi fratelli la solitudine era davvero l’unica beatitudine lì in Paradiso), vedendo che Michael lo stava fissando cercò, invano, di fare una faccia da cucciolo abbandonato.
Michael si voltò verso Castiel. «Il sentirsi solo è parte integrante della sua punizione e ora FUORI!» esclamò, indicandogli la porta.
Castiel esitò un attimo poi disse: «Ciao Balthazar, spero che potrò tornare presto a trovarti».
«Non ti preoccupare, Castiel, so che se non riuscirai non sarà colpa tua».
«Che cos’è questa storia? Sei andato da Gabriel a lamentarti?» chiese Michael, una volta che Castiel fu uscito.
«Lamentarmi? Perché mai dovrei lamentarmi? Chi non vorrebbe essere al mio posto qui in Paradiso a sorvegliarne le armi?» “E ad annoiarmi a morte?” aggiunse fra sé Balthazar.
«E ci resterai ancora per un bel pezzo con quest’atteggiamento». Michael afferrò il Palo e uscì infuriato: suo Padre gli aveva dato un ordine e lui, invece di obbedirGli celermente, continuava a stare lì, perdendo tempo a causa di quei tre. Avrebbe redarguito suo fratello più avanti.

*****
  1. Figli di Abramo, fratellastri di Isacco. Per capire il ragionamento di Lucifer, bisogna ripassare un attimo la Bibbia: nel libro della Genesi Dio dice ad Abramo: «Darò a te e alla tua discendenza tutto il paese di Canaan in possesso perenne». Normalmente per “discendenza”, s’intende tutti i figli, però Dio rinnovò la Sua Promessa solo a Isacco: «A te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori» (diseredando, di fatto, gli altri figli di Abramo). Isacco ebbe 2 figli: Esaù e Giacobbe (rinominato poi Israel), ma fu solo al 2° che fu rinnovata la promessa: «La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza». I discendenti di Giacobbe sono gli “allegri” compari di Mosè.
  2. Dopo le 10 piaghe, l’Egitto non ne era uscito bene 😉
   
 
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