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Autore: lulette    19/12/2022    6 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Sicut fulgur


(Come un lampo)



















Arthur aveva sempre avuto qualche problema con il vomito, per cui schizzò all'indietro e salvò miracolosamente gli stivali, girando poi lo sguardo di lato.

Anche Merlin aveva lo stesso problema, ma purtroppo toccava a lui prendersi cura di Julius in quel momento. Si accucciò al suo fianco, battendogli più volte la mano sulla schiena, ma non poté fare a meno di stringere gli occhi e di portare l'altra mano davanti a naso e bocca, sforzandosi di non dare di stomaco anche lui.

"Occupati del tuo simpatico amico" bisbigliò il re chinandosi verso il suo servo "farò venire qualcun altro per pulire qui."

Merlin sorreggeva Julius sotto le ascelle, da dietro. Faceva una fatica enorme ma non voleva certo sporcarsi.

Appena arrivati sotto al portico che portava al laboratorio di Gaius, il mago si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno e, rimanendo alle spalle di Julius in modo che l'uomo non si accorgesse di nulla, fece un incantesimo di … pulizia su di lui.

Non vedeva l'ora di sbatterlo a letto per poter tornare alla festa. Era stufo di Julius.'Che uomo indisponente e … ubriacone!'

Quando l'aveva visto la prima volta, tutto avrebbe detto di lui tranne che fosse un beone di quel calibro. Se uno il vino non lo reggeva era meglio che non lo bevesse. Anche se lo stesso discorso poteva valere per lui. 'Io però non mi sono ridotto così!' pensò Merlin.

Gwaine! Ecco! Lui era uno che poteva bere all'infinito senza arrivare mai al limite estremo.


Adagiò Julius nel suo letto, predisposto nel laboratorio da Gaius. L'uomo continuava a mormorare. "Lasciami in pace" diceva "tutti voi, dovete lasciarmi in pace!"

'E chi ti tocca…!' gli rispose Merlin con il pensiero.

Rifletté per un attimo se avesse dovuto spogliarlo. 'Ci mancherebbe solo questo!' si disse, limitandosi a togliergli gli stivali per poi ricoprirlo con le coperte.

Solo allora si accorse di una cosa strana. Perché il letto di Gaius era vuoto? Dov'era Gaius? Gli balenò in mente un'idea terribile e andò a sbirciare nella sua stanzetta. Ed eccolo lì, che dormiva nella sua stanza, dentro il suo letto!
Gaius non gliel'aveva nemmeno chiesto. 'È un suo ospite, accidenti! Bell'amico! Che gran mentore! Grazie tante, Gaius!'

Merlin, spazientito, tornò alla festa.

Arthur lo raggiunse poco dopo: "Non sei molto bravo a sceglierti i ragazzi, Merlin! Questo è in assoluto il peggiore tra quelli di oggi."


Ci mancava solo Arthur a completare l'opera.

"Eh, no, maestà! Stavolta io non c'entro per niente! Se parlate di Odin, posso darvi ragione. Se parlate di Valiant non vi dò ragione ma posso comprendere. Julius però proprio no! È un tipo strano e … odioso! E vi dirò che da ubriaco è persino meglio che da sobrio. Almeno parla! È un uomo freddo, superbo. L'unica cosa positiva che Gaius dice di lui è che è un uomo di cultura."

"Quindi ti piacciono gli uomini colti?"

Merlin stava per rispondergli male, ma capì che non ne valeva la pena. Chinò il capo, sconfitto, facendo semplicemente finta di non aver sentito. Arthur rivelava ancora una volta il suo essere asino!

"Senti, Merlin. Gwen è stanca. Fai tu un ultimo ballo con me?" domandò Arthur con un piccolo sorriso.

Merlin rimase senza parole. Il re si rendeva conto di averlo appena offeso? Era sicuro di sì eppure sembrava infischiarsene bellamente. "Solo se mi promettete di non parlarmi più di quell'individuo e la smettete di pensare qualsiasi cosa stiate pensando su di noi…!"


"Va bene Merlin. Voglio darti fiducia ancora una volta! Tu sai che desidero solo il meglio per te…"


Merlin cominciava a pensare che al re non sarebbe comunque andato bene nessuno per lui, come se ne avesse il diritto. Neanche fosse un padre incontentabile o un fratello maggiore iperprotettivo.
Sinceramente non lo trovava giusto.

L'orchestra attaccò a suonare una giga, il ballo più veloce in assoluto.

Vista l'ora tarda, molta gente si era già ritirata, tanto che rimaneva ormai un unico gruppo a ballare sul prato.


Merlin intravide Gwaine ballare insieme alla ragazza con cui si sbaciucchiava fino a poco prima. Ora la riconosceva: era una delle ragazze che lavoravano nelle cucine del castello.

Sua madre stava ballando con Will. Non credeva che sua madre fosse così resistente, ma in fondo era una contadina, come la stragrande maggioranza di quelle che ancora ballavano. Certo sua madre non era più una ragazza.

Merlin ballava con Arthur. Nessuno fece caso alla cosa, non più di tanto almeno. C'erano anche parecchie coppie di ragazze a ballare.

La danza si apriva saltellando di lato insieme, con le braccia in fuori l'uno di fronte all'altro, ma senza toccarsi.

Si tornava indietro facendo lo stesso cambiando i partner con la coppia alla propria destra.

Poi la coppia originale si ricomponeva saltando un posto e così via.

Merlin vide sua madre ballare con Artù, mentre si ritrovò di fronte a Will. "Come va?" gli urlò l'amico per sovrastare la musica.

"Mi diverto, e tu?"

"Anch'io, Merlin!"

"Mi aspetti dopo la festa?"

"Contaci!"

Una volta terminata la giga, Arthur aveva un bel fiatone.

"Caro Arthur, siete un valoroso combattente ma vi fate atterrare così da un balletto?"

"Tu … non indossi l'armatura! Non è certo l'ideale per ballare!"

"Dovreste vietare l'uso delle armature durante i balli… Se volete posso togliervela anche adesso!"


"Arthur?" Gwen lo chiamò. "Sono molto stanca. Mi accompagnate o rimanete ancora?"

A malincuore Arthur diede la buonanotte a Merlin, il quale si ritrovò deluso e agitato.

Deluso perché senza Arthur non c'era più ballo, non c'era più festa … nessuna emozione.

Agitato perché quando il re gli aveva parlato dei dubbi sui sentimenti che provava per Gwen, si era illuso, nonostante tutto. E pensarli insieme era sempre doloroso.



Merlin volle fare un ultimo ballo, con sua madre: una ballata, tra le più semplici. “Come fate, madre, a conoscere tutti i balli di corte?” chiese Merlin curioso.

“Tuo padre, durante gli anni di fidanzamento, mi portava spesso ai balli”

"Mio padre?"

"Sì ed è un ottimo ballerino."

"Di tutto avrei pensato di papà, ma non questo…!”


Merlin accompagnò la madre nella sua camera.
Arthur era stato generoso: le aveva dato una delle migliori stanze per gli ospiti e Hunith era esterrefatta dalla bellezza e dall’eleganza di quella camera, addirittura sullo stesso piano di quelle reali.

Anche a Will era stata assegnata una camera su quel piano, ma Merlin notò subito la disparità di trattamento tra l’amico e la madre. Era una stanza piccola e modesta, probabilmente una stanzetta adibita alla servitù.

Ma Will era contento. Era comunque meglio della sua stanza a Ealdor.

Will lo invitò ad entrare. Si sedettero sul letto e cominciarono a parlare. L’amico confidò a Merlin che la festa sarebbe stata perfetta, se avesse potuto portare con sé anche la fidanzata.

"Se l’avessi saputo, sono sicuro che sarei riuscito a far invitare anche lei.
Avresti dovuto scrivermelo per lettera."

"Dimentichi che Arthur non mi sopporta!"

"Non é così … è vero che non impazzisce per te … ma è un uomo molto generoso, anche se dai modi non lo diresti. E poi sottovaluti l’ascendente che ho su di lui" sorrise Merlin.

"Vuoi dirmi che puoi usare la magia per convincerlo?"

"No, assolutamente. Non ho mai usato la magia per questo."

"È lo stesso motivo per cui non la utilizzi per esempio per farlo innamorare?"

"Esatto. Dopo poco non funziona più! Anche se … ho provato a usarla … per impedire gli incontri di Arthur con Gwen…"

"E ha funzionato?"

"Qualche volta sì, ma poi ritornava tutto come prima, se non peggio. A conti fatti, un buco nell’acqua!"

"Allora spiegami cosa intendi quando dici che hai un ascendente di lui." "Sembra che … mi ascolti e se può mi accontenta. A volte mi tratta con durezza e mi riempie di lavoro se ritiene che abbia mancato in qualcosa. È spesso ironico e pungente con me, eppure mi viene incontro nelle cose importanti, mi aiuta se ho dei problemi e mi sostiene nelle decisioni più gravose. Oggi poi, dopo aver scoperto il mio segreto, mi ha subito rassicurato, anche se mi ha tenuto d'occhio un po' troppo: ogni volta che ho parlato con un uomo che non fosse lui, me lo ritrovavo dietro a dirmi che potevo avere di meglio!"

Will si mise a ridere.

"Probabilmente gli scoccia di dover dividere le tue attenzioni con altri… pensi ancora che sotto sotto lui nutra un qualche sentimento di natura romantica per te e che non ne sia consapevole?"

"No! Era tutta una mia invenzione per potermi permettere di pensare ancora a lui…"

"Però oggi ti voleva sempre con sé!"

"Perché oggi aveva bisogno di me!"

Will lo guardò in modo strano. "Prima ho visto Lancelot ballare con Gwen. Mi sembravano piuttosto intimi"

"Lui è ancora innamorato perso … si vede benissimo! Ma non si farà avanti almeno che lei non gliene dia motivo. Lo conosco troppo bene."
"E adesso Gwen dov'è?"
"In camera con Arthur, quindi…"

L' amico fece una smorfia triste."Troverai anche tu l'uomo giusto, un giorno, un uomo che ti farà dimenticare Arthur! In fondo oggi , anche se non è andata come speravi, sei uscito dal guscio, hai fatto dei passi avanti, con altri uomini!"

"Nessun passo avanti, Will! Ho solo sprecato il mio primo bacio e … se andrò avanti così, sprecherò anche la mia prima volta."

"È anche colpa mia. Ti ho fatto venire l'angoscia, quando ti ho detto che per me era ora di mettere su famiglia! Per te è diverso. Per ognuno lo è in qualche modo."

"Non è vero. Già ci avevo pensato per conto mio."

"Lo dirai a tua madre?"

"Un giorno lo farò… ma non ora. Quella volta che Arthur venne a Ealdor, lei disse delle cose molto dolci su me e Arthur, tanto che mi fece commuovere. Lei vedeva in noi qualcosa di più di un normale rapporto servo/re e anche di più di una semplice amicizia."

"Hunith è una donna che la sa lunga … secondo me dovresti aprirti con lei!"













'Si può sapere cosa vuoi dirmi?'

'Bionda, occhi azzurri, alta, forte, leale … "

'Sì, lo so, mi hai già detto com'è il tuo ideale di donna …"

"Fatemi finire e ascoltatemi attentamente … forte, leale … coraggioso, bellissimo, con un gran senso dell' umorismo e dal cuore d'oro … anche se un po' limitato e molto testardo."

'Che significa questo?'
disse con occhi e bocca corrucciati.

'Non l'avete capito? Siete l'asino più asino che c'è …"

E cominciò a ridere forte, sempre più forte. La sua figura si allontanava e più si allontanava più il volume della risata aumentava.

"Merlin, spiegami! Dove vai, Merlin? Merlin! Merlin!..."



"Merlin! Merlin!" stava urlando il re quando si svegliò, ansimante e sudato nel suo letto.

"Arthur!" disse una voce accanto a lui. Era Gwen. Dopo aver fatto l'amore, entrambi si erano appisolati.

"Avete avuto un brutto incubo, su Merlin.
Urlavate il suo nome!"

Perché Gwen era ancora lì? Erano sempre stati tacitamente d'accordo che dopo aver giaciuto insieme, lei sarebbe dovuta tornare nella sua camera.




'Merlin!'

Poi sentì quasi uno schianto nella sua testa, quando prese coscienza del sogno.

D'istinto si alzò dal letto.
Era nudo e rabbrividì.
Si rivestì sommariamente e fece per uscire dalla stanza.

"Dove andate Arthur?" chiese la ragazza.

"Mi è venuta in mente una cosa importante.
Direi che è meglio che tu vada nella tua stanza a dormire"

"Vi chiedo scusa … mi sono scappati gli occ…"

Arthur gli chiuse praticamente la porta in faccia e Gwen ci rimase male, ma si affrettò a rivestirsi per andare via.


Spettinato e trafelato il re cercava Merlin sul prato, nei corridoi, nei salottini. Ormai c'erano solo servi che riordinavano. Aveva bisogno di parlare con Merlin.

Quel sogno gli aveva aperto gli occhi su una cosa. Una cosa che si era rifiutato di vedere, che non aveva voluto considerare. Il suo inconscio, messo a tacere per così lungo tempo, aveva trovato il modo di fuoriuscire attraverso il sogno. Merlin, con quella frase, si era riferito a lui. Non poteva più fingere di non vedere: Merlin era innamorato di lui. Era vero, anche se non era in grado di capire quali fossero esattamente i sentimenti di Merlin. Sapeva solo che era molto più di un'amicizia, molto più di semplice devozione.
Merlin era romanticamente attratto da lui. Oppure era fisicamente attratto, o ancora tutte e due le cose: Merlin nutriva per lui qualcosa che non avrebbe dovuto esserci.



Non lo trovò.
Probabilmente Merlin era andato a dormire.
Camminò fino al laboratorio dove dormiva Julius. Sbirciò nella stanzetta di Merlin, dove stava dormendo Gaius.

Dov'era Merlin? Provò nelle stalle e vicino al fiume. Poi si ricordò di Will e tornò indietro.



Quando aprì la porta della camera della stanzetta di Will, ovviamente senza bussare, si ritrovò davanti una scena piuttosto intima che non gli fece affatto piacere.


Will era sdraiato sul letto.
Indossava solo i calzoni del pigiama ed era a torso nudo. Merlin era seduto sul letto, girato verso l'altro. Stavano ridendo a bassa voce, quando Merlin si accorse di lui e si alzò in piedi tutto di un colpo: "Maestà! Mi avete fatto cercare? … Mi dispiace!"


Will che dava le spalle alla porta, sgranò gli occhi, prese la camicia da notte indossandola in fretta, a rovescio, poi si tirò su in piedi anche lui.
"Una magnifica festa, maestà! La più bella a cui abbia mai partecipato. Vi ringrazio di avermi permesso di essere qui, stasera."


Merlin notò una certa angoscia nelle parole di Will. In genere l'amico non si faceva spaventare da nessuno, eppure in quel momento percepiva chiaramente il suo disagio.


"Volete che venga con voi, sire?" chiese Merlin, anche lui imbarazzato.

"No … no … lascia stare!
Parleremo domani!" E richiuse la porta, andandosene.

Merlin era dispiaciuto. Arthur doveva aver pensato che tra lui e Will ci fosse qualcosa. Era la quarta volta in quella giornata che lo sorprendeva da solo con un uomo e la situazione stava diventando pesante.
'Non potrò mai più parlare con un uomo a tu per tu, senza che Arthur pensi male di me … non avrei dovuto dirglielo!'



Ma il suo amico Will non era come gli altri ragazzi e aprì la porta per inseguire Arthur.

"Maestà! Fermatevi per favore" correva Will per il corridoio. Era scalzo e a un certo punto scivolò malamente sbattendo forte il sedere per terra."
Arthur si girò e andò verso di lui. "Cosa stai cercando di fare, Will?"

"Ahia! Maestà, devo chiedervi una cosa importante."

"E non puoi aspettare domani?"

"No. Io e Hunith partiremo domattina presto per tornare a Ealdor."

"Dimmi, allora!" Arthur vide Merlin fermarsi a qualche metro di distanza dietro a loro, con un'espressione turbata sul viso. "Spero tu non voglia chiedermi la mano di Merlin."

Will ridacchiò. "No, certo che no! Ma il mese prossimo mi sposo e vorrei avere il mio migliore amico come testimone. Per favore … potreste dargli il vostro permesso per venire?"
Arthur sorrise. "Se Merlin si comporterà bene, non vedo perché no!"

"Grazie infinite, maestà!"

"Spiegami una cosa, però! Sposerai una … ragazza, vero?"

"Certamente sire!" Will pensò che fosse una strana domanda. Due uomini non potevano sposarsi.

"Buonanotte Will … Merlin…"

Quando Arthur sparì all'interno della sua camera, Merlin andò a tirare su Will da terra.

"Tu sei un pazzo scatenato, Will! Ma ti ringrazio!" rise Merlin.

Con poche parole, Will sembrava essere riuscito a rasserenare il re e a strappargli un permesso, altrimenti difficile da ottenere.





   
 
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