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Autore: OrnyWinchester    24/12/2022    6 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Dopo che Merlino aveva pronunciato l’incantesimo, Sam e Dean avevano iniziato a sentirsi sempre più leggeri, come se stessero sperimentando una sensazione incorporea. Poi, la comparsa di tutte quelle piccole luci li aveva avvolti completamente e il fascio che ne stava prendendo forma significava che presto si sarebbero ritrovati a casa nel 2014. Pensarono di rivolgere un ultimo saluto a Merlino e a Gaius, poiché si resero conto che non li avrebbero mai più rivisti e che le uniche notizie su di loro sarebbero state quelle che si tramandavano da centinaia di anni e che conoscevano fin troppo bene, notizie comunque diverse da quelle che ci si aspetta da qualcuno con cui si è vissuto fianco a fianco per giorni. All’improvviso anche i profili del mago e del medico di corte divennero sempre più sfocati, fino a sparire completamente dalla loro vista. Pochi secondi ancora di sensazioni indescrivibili e lo sfondo intorno a loro iniziò a delinearsi di nuovo. Ma non era più quello dell’antica Camelot, bensì diventavano sempre più vivide le pareti del bunker degli Uomini di Lettere a Lebanon, in Kansas.
“Wow, Sammy!” esclamò Dean, guardandosi intorno dopo essersi ripreso da quello strano spostamento. “Siamo tornati a casa! Siamo veramente tornati a casa!”
“Sì, direi che questo è il rifugio degli Uomini di Lettere dove viviamo. Non ci sono dubbi, Dean!”
“Ed è stato Merlino in persona a riportarci qui! Ti rendi conto?”
“Sì, ricordati che ero con te!” “E a giudicare dalle cose attorno a noi dovremmo essere tornati più o meno nel momento in cui siamo stati mandati nel passato!” aggiunse Sam.
Dean guardò il cellulare, rimasto sul tavolo, e fece segno di sì con la testa.
“Già. Siamo stati a Camelot per settimane, ma qui sono passate appena un paio d’ore.” “Di sicuro nessuno avrà sentito la nostra mancanza!” suggerì, infine, ridendo.
Sam iniziò a passeggiare freneticamente, osservando tutto quello che gli si trovava davanti.
“Dopo tutti questi giorni trascorsi a Camelot iniziavo a dimenticarmi gli agi della vita moderna. E’ incredibile quello che ci è capitato, Dean!”
“Credo che ci vorrà un po’ prima di renderci conto che non stavamo sognando.”
“E con Abaddon che ha provato a colpirci in questo modo non possiamo nemmeno rimanere troppo rilassati. Penso che dovremo chiudere i giochi con lei il prima possibile.”
“Sì, anch’io ho riflettuto su questo negli ultimi giorni e sono d’accordo con te, Sam. Se c’è qualcosa che ho imparato in questo ultimo, strano periodo è che le battaglie vanno combattute e subito! Non ci si può tirare indietro per sempre. Per questo, dobbiamo imbastire un piano alla svelta e stanarla dalla fogna in cui si nasconde. Non c’è un attimo da perdere!” “Non possiamo sapere cosa cercherà di fare la prossima volta. Tra l’altro, Sam, questa sua mania di spostarsi nel tempo e manipolarlo come vuole inizia a stancarmi. Voglio uno scontro faccia a faccia, è ora di finirla!”
“La penso come te, Dean. Ora credo che dovremo spiegare a Castiel come sono andate le cose e, mio malgrado, cercare di contattare Crowley al più presto. Poi, si passerà all’azione.”
“Ok. Per oggi direi che ne abbiamo avuto abbastanza e possiamo anche andare a riposare nei nostri letti, finalmente. Prima, però, voglio strafogarmi di hamburger: quelli sì che mi sono mancati da morire!”
“Ci sono cibi più genuini, ma anche a me non dispiacerebbe fare un pasto come si deve. Andiamo!”
I due fratelli salirono entusiasti le scale del bunker e in un attimo un rumore metallico annunciò che avevano già lasciato il posto, diretti alla prima tavola calda aperta.
 
***
 
“MERLINO! MERLINO!” urlò Artù dalle sue stanze, in attesa che il suo servitore lo aiutasse con il vestiario del giorno.
Ginevra entrò di corsa nella stanza e chiuse la porta.
“Artù, non urlare così!”
“Dov’è quell’impiastro di servitore? Possibile che non sia mai al suo posto?!”
“Non ricordi che doveva accompagnare Sam e Dean fino al confine di Camelot? Non sarà ancora tornato! Perché pensi che non sia qui, altrimenti?”
Artù fece finta di mettersi a pensare, poi rispose irritato:
“Ah, vediamo. Perché è un pessimo servitore che ha il vizio di passare il suo tempo libero alla taverna? O perché è un imbranato che impiega una vita per svolgere i suoi compiti? Decidi tu quello che preferisci!”
“Non essere cattivo! Merlino è un buon servitore e lo sai benissimo. Penso proprio che quello che ti dà fastidio sia il fatto che non concentri tutto il suo tempo su di te.” “E se hai bisogno di qualcosa, posso sempre aiutarti io!” lo rimproverò.
“No, grazie, posso anche cavarmela da solo!” “Ma riguardo a Merlino hai torto, Ginevra. Non sono le sue attenzioni che cerco, bensì più attenzione quando adempie ai suoi incarichi! E’ diverso!”
Dall’esterno, si udì un frettoloso rumore di passi, poi la porta si spalancò all’improvviso e Merlino entrò nella stanza un po’ in difficoltà.
“Vi domando scusa per il ritardo, sire.” esordì, giustificandosi. “Ho fatto più in fretta che potevo a tornare, ma non c’è stato modo di essere più rapido.”
“Ah, non preoccuparti! E’ solo da ore che ti cerco!” rispose Artù, stizzito, ma con maggior calma nella voce.
“Merlino, non agitarti. Ho ricordato io ad Artù che eri impegnato fuori dal castello. Piuttosto, com’è andata?” chiese Gwen.
“Bene, direi. Ho accompagnato Sam e Dean al confine di Camelot, come stabilito, poi ho atteso che fossero lontani prima di tornare indietro.” “Non credo che avranno problemi con il resto del viaggio: sanno quello che fanno e sanno difendersi bene!”
“Mmh, hai ragione Merlino. Sanno cavarsela in situazioni di difficoltà.” “Mi mancheranno tanto: iniziavo ad affezionarmi a loro!” sospirò Ginevra con aria assorta.
“Non esagerare, Ginevra!” esclamò Artù, ingelosito. Poi tornò serio e disse: “Mancheranno a tutti, comunque! Sono stati buoni amici e preziosi alleati. Hanno di certo lasciato il segno in ciascuno di noi!”
“Lo credo anch’io.” gli fece eco Merlino. “E probabilmente il loro aiuto ha impedito che Morgana assediasse Camelot ancora una volta.”
“Per una volta sono d’accordo con te, Merlino. Ma questo deve farci riflettere. Morgana potrebbe tentare nuovamente di attaccarci e, per giunta, non abbiamo ancora scoperto l’identità della sua spia.” convenne Artù.
“Ciò che dite è vero, però a Camelot siamo sempre pronti a fronteggiare i nemici, no?” cercò di sdrammatizzare il giovane servo.
“Sì, ma proprio per questo dobbiamo prendere esempio dalle azioni di Sam e Dean, che si sono adattati con rapidità a situazioni a loro sconosciute e che hanno combattuto strenuamente in un contesto a cui erano estranei.” sentenziò Artù.
“Concordo con voi, sire. Questo loro strano arrivo al castello è stato utile a tutti. Ci hanno insegnato alcune cose, mentre ne hanno apprese altre che non facevano parte della loro quotidianità. Alla fine tutti abbiamo avuto qualcosa da guadagnare da questa storia.” concordò il mago.
“Beh, li ricorderemo sempre con affetto.” aggiunse Gwen.
“Puoi giurarci, Ginevra.” concluse Artù.
 
***
 
In un antro infernale una donna con lunghi capelli rossi ondulati faticava a trattenere la rabbia ed era in attesa di essere ricevuta. All’improvviso un uomo dai capelli grigi entrò da un ingresso laterale e le andò incontro.
“Cosa ti porta qui, Abaddon? E’ da tempo che non ti si vede.” le disse pacato.
“Per quanto mi costi, Asmodeus, sono venuta a chiederti un favore!” rispose la donna visibilmente contrariata.
“Un favore? A me? Interessante!” sorrise compiaciuto l’uomo.
“In realtà, si tratta piuttosto di uno scambio di favori.” puntualizzò la donna. “Ho delle informazioni che saranno di certo di tuo gradimento e che si riveleranno utili per entrambi.”
“E di cosa si tratta? Sentiamo!”
“C’è qualcuno che ha osato ostacolarmi, qualcuno che merita una punizione esemplare.”
“Sembra che la cosa ti abbia infastidita molto! Stiamo parlando di Crowley, per caso?”
“No. E’ qualcuno dei “piani alti”“ rispose, rivolgendo lo sguardo all’insù.
“Mi prospetti qualcosa di molto difficile, allora. Dovresti sapere che non è semplice intervenire in certe faccende.”
“Lo so. Ma da questa situazione abbiamo tutti e due qualcosa da guadagnare, così quell’Arcangelo ficcanaso la finirà una volta per tutte di mettersi contro di me!”
“Non ti riferirai per caso a Gabriele?!” chiese con un’espressione di velato stupore che iniziava a trasparirgli sul viso.
“Sì, a chi altri potrei mai riferirmi, Asmodeus? Si è permesso di interferire in un mio piano, che era assolutamente infallibile!”
“Permettimi di dissentire, Abaddon. Se era infallibile come sostieni, non credo che un suo intervento avrebbe potuto mandare a monte tutto!” le fece notare Asmodeus. “Comunque, lasciamo da parte i convenevoli. Io cosa otterrei da quello che vuoi propormi?”
“So che hai messo gli occhi sulla Grazia di quell’Arcangelo già da molto tempo. Se mi prometti di farlo soffrire in modo atroce nelle tue mani e di toglierlo di mezzo definitivamente, farò in modo che tu abbia quello che desideri.”
“Ah, capisco! Quindi, purché soffra, avrei campo libero su tutto. Tu sei interessata soltanto a farlo sparire dalla circolazione e a punirlo come merita, se non ho capito male.”
“Esatto. Non mi importa minimamente quello che deciderai di fare con lui! Voglio solo che sappia che tutto quello che gli accadrà, sarà dipeso dal fatto di essersi messo sulla mia strada!”
“Va bene. In tal caso non ho nulla da obiettare ad aiutarti.” accettò Asmodeus. “E dove posso trovarlo? A quanto ne so risulta morto!”
“Sai quanto gli piace prendersi gioco di tutti, ma stavolta è l’ultima.” confermò Abaddon, annuendo con vigore. “So che si fa nascondere da Loki, il dio degli inganni, e dai suoi figli. Credo che si spostino da un posto all’altro in cerca di agi. Se riuscirai a contattare Loki e a farti rivelare dove lo tiene nascosto, sarà un gioco da ragazzi farlo cadere in trappola!”
“Molto bene!” confermò l’uomo. “Ma ricordati che in ogni caso sei in debito con me, Abaddon! Dopotutto, ti sei rivolta ad un Principe infernale.” concluse, accingendosi a lasciare la stanza buia.
 
***
 
Nel bunker degli Uomini di Lettere di Lebanon Sam si guardava intorno come se fosse in cerca di qualcosa, ma il suo era più un modo di riprendere contatto con l’ambiente da cui era stato lontano per molte settimane piuttosto che una ricerca vera e propria. Il suo sguardo si posò, quasi per caso, su un libro che si trovava sul tavolo e, a quel punto, lo riconobbe: era quello che parlava di re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, lo stesso che stava leggendo proprio prima di finire scaraventato insieme a Dean nella Camelot arturiana. Non avrebbe mai immaginato che pochi istanti dopo avrebbero fatto parte anche loro di quella leggenda, anche se per poco tempo!
Distrattamente lo prese tra le mani e iniziò a sfogliarlo, quasi come se volesse ripercorrere i giorni memorabili che aveva trascorso insieme ad Artù, a Merlino e a tutti gli altri. Arrivato verso la fine del libro, i suoi occhi si sgranarono per l’incredulità e rimase a fissare una specifica pagina.
“Dean! Vieni subito qui! Dean!” chiamò a gran voce il fratello, non appena si ricompose.
“Che hai da urlare, Sammy?” domandò il ragazzo, raggiungendolo con passo frettoloso.
“Guarda qui! Ti rendi conto?” disse, mostrando anche a lui la pagina che stava guardando.
Dean osservò a sua volta il tomo che Sam aveva in mano, poi esclamò, strabuzzando gli occhi:
“Cavolo, Sam! E chi se lo sarebbe mai immaginato?!”
Tra le storie che erano narrate e illustrate nel libro, ce ne era una che parlava di come Artù e i suoi cavalieri avevano sconfitto Morgana e uno Spirito suo alleato con l’aiuto della magia di Merlino e di due giovani forestieri venuti in loro soccorso. La raffigurazione che affiancava il racconto mostrava due ragazzi identici in tutto e per tutto a Sam e Dean mentre combattevano al fianco del nobile esercito di Camelot.
I fratelli Winchester si lanciarono un rapido sguardo d’intesa, poi iniziarono a ridacchiare, increduli, ma soddisfatti. I rapporti di stima e d’intesa che avevano instaurato con i loro nuovi amici, così come gli insegnamenti che tutti avevano appreso durante quell’avventura fantastica, ora sarebbero rimasti per sempre impressi nella leggenda.






 
Ho scelto di caricare l’ultimo capitolo della storia proprio oggi perché esattamente dieci anni fa, il 24 dicembre 2012, la BBC mandava in onda l’ultimo episodio di “Merlin”. Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito questo racconto, in particolare AndyWin24, lulette, susiguci e Idalberta. Colgo l’occasione per augurare a tutti buon Natale e buone feste.
Un caloroso saluto.
OrnyWinchester.
   
 
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