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Autore: lulette    27/12/2022    4 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Secundum cogitationes


(Ripensamenti)













 

Quando Arthur tornò in camera sua, fu sollevato dal fatto di non trovarvi Gwen. Aveva bisogno di stare solo e riflettere.

 

Merlin! Innamorato! Di lui!

 

Si chiese cosa gli provocasse questa scoperta.

Disgusto? 

No, Merlin non poteva suscitargli simili sensazioni. Gli era troppo affezionato. E a parte la sua aria scanzonata e a volte insolente sapeva che sotto sotto era il solito ragazzo pulito e onesto. 

 

Imbarazzo? 

Certamente sì, ma pensò che sarebbe stato normale per chiunque altro sentirsi a disagio, in un caso del genere.

 

Non riusciva ancora a farsene una ragione. Gli sembrava impossibile.

Loro due avevano condiviso tantissimi momenti da soli, momenti divertenti e felici, ma anche e soprattutto momenti pericolosi e dolorosi. Merlin non gli aveva mai fatto capire niente, in tutti quegli anni.

Era vero che Merlin lo guardava molto spesso, ma anche lui l'aveva sempre fatto. Arthur pensava che fosse un loro modo esclusivo di comunicare senza gesti o parole. Ma forse a Merlin poteva aver fatto un altro effetto: poteva essersi illuso che guardarsi così avesse un significato più profondo.

Ora che ci pensava meglio però, nell'ultimo periodo c'erano stati dei segnali più manifesti. Tutte quelle allusioni sui ragazzi che il servo faceva, avrebbero dovuto mettergli una pulce nell'orecchio. Per non parlare di quella volta che, su sua insistenza, Merlin gli aveva fatto una finta dichiarazione per esercitarsi con le ragazze, e gli aveva detto certe cose guardandolo in un modo che solo un cretino non avrebbe capito.

E si sentiva davvero un cretino. 

Anche se Arthur quella volta in particolare era rimasto davvero turbato dalle parole del servitore.

 

Merlin in passato, si era aperto con lui, in maniera così naturale da lasciarlo interdetto.

Come quando gli aveva detto di considerarlo il re più valoroso del mondo. "Nessuno è come voi!" gli aveva detto con occhi lucidi, quella volta in cui Arthur era stato ferito gravemente, e il re non aveva mai provato prima un affetto così forte nei confronti del suo amico. Perché poteva ammetterlo, Merlin era il suo amico più caro.

La sua presenza silenziosa al suo fianco valeva più di mille parole: come quando Uther morì e Merlin rimase seduto per terra di fronte alla porta, dove Arthur aveva vegliato la salma del padre per tutta la notte.

 

Subito dopo il sogno, quando Arthur aveva compreso, la prima cosa istintiva che aveva fatto era stata quella di cercare l'altro per chiedergli apertamente conferma, ma quando l'aveva trovato in compagnia di  Will, provando ancora una volta quell'assurdo senso di perdita, aveva cambiato idea. Per il momento non avrebbe parlato di questo a Merlin. Temeva troppo le conseguenze. Il fatto poi di provare dei sentimenti contrastanti per Gwen, e proprio in quel momento, non lo aiutava a fare chiarezza dentro di sé.

Cosa avrebbe risposto Merlin se gli avesse chiesto: 'Sei innamorato di me?' Al solo pensarci Arthur sentì il suo viso ardere come il fuoco.

Merlin avrebbe potuto dirgli di no, magari mentendo e in quel caso forse sarebbe cambiato poco o niente.

E se invece gli avesse risposto di sì? 

Purtroppo, in mezzo a tutto l'imbarazzo del mondo, Arthur sentiva benissimo quel pizzico di orgoglio che fuoriusciva suo malgrado.

Merlin era importante per lui e il fatto che lo preferisse agli altri uomini anche in quel senso lo lusingava e soddisfaceva il suo ego. Doveva ammettere che questa cosa poteva risultare un po' inquietante, ma era la verità.

Cosa avrebbe scelto di  fare Merlin, se avesse ammesso i suoi sentimenti? Egoisticamente Arthur avrebbe preferito continuare ad averlo al suo fianco.

Certo che se si fosse messo a pensare seriamente che Merlin guardandolo, avrebbe potuto desiderarlo fisicamente, la cosa lo imbarazzava molto, ma forse era in grado di tollerarlo, pur di non perdere l'altro.

Ed ebbe una visione immaginaria, un breve lampo di una situazione intima di loro due, nudi in un letto a fare qualcosa.

Era semplicemente una cosa assurda e … da pervertiti. Suo padre si sarebbe rivoltato nella tomba! 

Sì alzò in piedi sconvolto con le mani tra i capelli.

Eppure l'unica cosa chiara nella sua mente era quella di voler tenere vicino a sé Merlin, come aveva sempre fatto.

Ebbe un moto di stizza. Non avrebbe mai voluto che succedesse una cosa simile. Merlin avrebbe dovuto evitare di arrivare a tanto!

Rischiava di mandare all'aria la sua amicizia con il ragazzo, ma anche di rovinare quell'equilibrio personale che credeva di aver raggiunto. C'era il suo futuro a rischio, quello di Merlin e quello di Camelot.

 

E un'altro ricordo recente gli passò nella testa.

Quella volta che Merlin, furioso, era venuto meno ai suoi doveri e gli aveva urlato contro con tanta rabbia. Quando l'aveva sorpreso quel pomeriggio insieme a Gwen. Non era stato solo il disagio a farlo comportare in un modo così fuori dal solito, per lui. 

Merlin era geloso e vederlo lì in quel modo, probabilmente lo aveva fatto soffrire. Per un attimo si mise nei panni dell'altro. Gli dispiaceva molto per lui. 

Similmente, saperlo per tante sere in camera insieme a Gwen, doveva averlo reso triste. 

E ripensò a tutte quelle mattine in cui Merlin appariva di malumore, che guarda a caso corrispondevano agli incontri delle sere precedenti di lui con la ragazza.

Oppure quando Merlin sembrava felice ogni volta che l'incontro con Gwen era saltato la sera prima. Quasi che Merlin avesse armeggiato contro di esso.

Avrebbe dovuto essere molto più discreto in futuro, perché non voleva che Merlin stesse male a causa sua. 

Arrivò persino a pensare che se lui e Gwen si fossero lasciati, Merlin avrebbe potuto trarne conforto.

 

Questi ricordi non facevano che rendere più esplicita la sensazione che l'amore del suo servo per lui fosse assolutamente reale.

Non se n’era accorto, ma ormai non poteva più farci niente.

Per ora l'unica soluzione era quella di fare finta di niente e se fosse stato possibile, dimenticare tutta quella storia.

'Non sono nemmeno sicuro che sia vero' mentì a sé stesso, sapendo di mentire.

A questo punto serviva che Arthur mettesse da parte la sua possessività e il suo egocentrismo e lasciasse Merlin libero di trovare un altro uomo di cui innamorarsi. Ma che almeno fosse migliore di Odin o Julius, ma forse non toccava a lui decidere. Forse.

 

Detestava Valiant ma era il meno peggio dei tre e voleva sentirsi generoso nei confronti di Merlin e quindi pensò di chiedere al cavaliere di fermarsi per qualche altro giorno. Gli sarebbe venuto in mente una scusa per farlo restare ancora un po'.

Temporaneamente sollevato per aver trovato una soluzione, riuscì infine ad addormentarsi.


Il mattino dopo, Merlin si svegliò presto per poter salutare sua madre e Will.

Merlin diede un abbraccio stretto al suo amico.

"La prossima volta che ci vedremo sarà per il tuo matrimonio. Non vedo l'ora di conoscere la tua sposa!"

"Attento a non innamorarti di lei, però! È molto bella" gongolò Will, guardando sorridendo prima Hunith poi Merlin che si limitò ad alzare gli occhi al cielo esasperato.

Poi Merlin si rivolse a Hunith.

"Madre, stavolta ci rivedremo presto!"

"Sono molto orgogliosa di te, Merlin. Ieri sei stato perfetto! Quanto si vede che Arthur ti considera ben più di un servitore. Sai bene cosa penso di voi!"

"Lo so, ma sappiate che il re ieri aveva bisogno di me, per questo l'avete visto così gentile. In privato spesso si comporta ancora come il babbeo reale che è!"






 

"Dov'è Julius?" 

"L'ho mandato a prendere alcune erbe. Avevo bisogno di parlarti senza averlo intorno" rispose Gaius passando un liquido verdastro da un'ampolla a una bottiglietta. "Ora che siamo soli ti dirò ciò che so di Julius."

"A proposito, grazie per avermi lasciato dormire con lui. Potevate almeno dirmelo!" disse Merlin con una certa durezza.

"Mi avresti detto di no, ma se come penso, è più probabile che agisca di notte, io non riuscirei a stargli dietro, al contrario di te."

Merlin sbuffò. "Dovrebbe agire di notte, per fare cosa?"

"Mi ha detto che sta cercando un manufatto pregiato, che sa essere sicuramente a Camelot."

"Dove?"

"Non lo so. È quello che dovresti scoprire"

"A cosa gli serve questo manufatto?"

"Vorrei che scoprissi anche questo"

"Perché lo avete invitato allora?"

"Non l'ho invitato io … si è autoinvitato, portando con sé una lettera di raccomandazione di re Rodor, che come sai, è un ottimo alleato di Camelot. Arthur gli ha dato il suo benestare."

"Ma se nemmeno sapeva chi era…"

"Però il re ha firmato la richiesta"

"Come posso aiutarvi, Gaius?"

"Se riesci a fargli rivelare qualcosa di più su ciò che cerca, sarebbe il massimo. Non mi sono mai fidato di Julius. La sua freddezza e la sua asocialitá sono una maschera per nascondere la sua grettezza. È avido e ambizioso. Ma so che ha un debole per i ragazzi giovani e carini. È un problema per te?"

"Spero di no." disse Merlin senza guardare l'amico. "Ma come fate a dirlo?"

"L'ho osservato ieri sera, a lungo. Non ha guardato nemmeno una donna, mentre seguiva con lo sguardo molti giovanotti, compreso te."

"Era ubriaco duro!"

"Davvero? Io l'ho visto bere solo un drink, ma mi sono ritirato presto… comunque ora che sai che gli piacciono i ragazzi, potresti sfruttare la cosa a tuo vantaggio, per avvicinarti a lui e carpirgli informazioni, sapendo però quando allontanarti per … metterti in salvo."

"Non ho paura di lui. Ma non mi va di fare lo svenevole con Julius. Inoltre, per me, lui non ha un debole per nessuno, tranne che per se stesso."

"Volevo solo facilitarti il compito, ma ti capisco, non preoccuparti! Io non avrei mai potuto farlo!" Merlin gli fece un piccolo sorriso. "Se dovesse arrivare a trovare ciò che vuole?"

"Finché non sappiamo di cosa si tratta, abbiamo le mani legate."



 

Merlin si recò nelle stanze reali. Aprì le tende di Arthur, ancora assonnato.

"Buongiorno, maestà!"

"No … chiudi le tende … solo per un po'!"

Il servitore accostò solo un lembo di stoffa, lasciando aperto l'altro.

"Ho dormito poco … a causa tua!" disse il re.

"Cos'ho fatto stavolta?" chiese Merlin sospirando.

Non era dunque cambiato niente con Arthur, dopo l'emozionante serata precedente? Credeva che ci fosse stato un avvicinamento, anche solamente in termini di amicizia e rispetto, se non persino riguardo a sentimenti di altro genere. 

Lo aveva pensato. Ma non era stata magari soltanto l'atmosfera della festa, unità ad alti dosaggi di vino?

 

"Siediti sul letto: innanzitutto ho bisogno di chiederti alcune cose" disse Arthur ancora con gli occhi chiusi.

"Se farete tardi… non date la colpa a me anche di questo!" e si sedette in un angolo in fondo al grande letto.

"Non hai capito niente … cioè … non mi spiegato bene. Non ho dormito male per colpa tua, ma perché a me sono venuti in mente diversi pensieri circa la tua situazione… "

"Quali pensieri?"

"Tu … sei più che sicuro che ti piacciano gli uomini?" chiese Arthur aprendo finalmente gli occhi e portandoli sul suo servo, per osservarne la reazione.

"Sì, maestà! Ho venticinque anni, non quindici!"

"Se un uomo non è mai stato con una donna … come fa a sapere con certezza che non gli piacerebbe? Magari, provando, potrebbe rendersi conto che non è così male!"

 

Merlin non era arrabbiato. Capiva che uno come Arthur, poteva avere grosse difficoltà a capire.

"Non voglio offendervi, sire, ma la stessa domanda, rovesciata, potrebbe valere per voi o per chiunque altro … "

"Cosa intendi?"

Merlin arricciò le labbra e si prese qualche istante prima di rispondere.

"Arthur, se un uomo non è mai stato con … un altro uomo, come fa a sapere con certezza che non gli piacerebbe? Magari, provando, potrebbe rendersi conto che non è così male!"

 

Arthur, tutto ad un tratto si rizzò a sedere, guardandolo con occhi grandi e stravolti.

 

Merlin lo osservò, da quell’angolazione del tutto nuova per lui. 

Come ogni mattina, il re era spettinato e a torso nudo. Indossava solo gli stretti calzoni neri: nemmeno in pieno inverno c’era verso di fargli indossare la camicia da notte e Merlin era convinto che con il tempo avrebbe pagato quella cattiva abitudine. 

Intanto si godeva quella visione.

In genere Arthur era scontroso al mattino: talvolta gli tirava addosso la colazione o i recipienti che la contenevano. Invece quel mattino era stato gentile: quando mai gli aveva dato il permesso di sedersi sul suo letto per parlare insieme?

Però vederlo con quell’espressione quasi scandalizzata, gli aveva fatto capire che sarebbe stato meglio non parlargli in quel modo.

 

"Cosa stai dicendo, Merlin? Mi stai suggerendo di andare con un uomo? Io non sono come te!"

"Che cosa? … No! Ho solo ribaltato la vostra domanda. Era per farvi capire il mio punto di vista. Altrimenti non mi sarei permesso di dirvi certe cose…" disse Merlin gesticolando e con il viso arrossato.

"Non lo so … non stai cercando di portarmi dalla tua parte?"

"No di certo. E poi non sarebbe possibile per voi cambiare! Come non lo è per me!"

"Perché forse non sai quello che dicono sulle persone come te?"

"E sarebbe?" disse Merlin alzandosi in piedi. Sentiva che quello che il re stava per dirgli non gli sarebbe piaciuto.

"Si dice che le persone con i tuoi 'gusti' pensino che tutti gli uomini siano in fondo come … voi "

"Queste sono solo dicerie, pettegolezzi infondati di persone che ci odiano o ci temono!"

"Perché dovrebbero aver paura?"

"Perché noi rappresentiamo la diversità, quello che forse alcuni di loro temono di essere. E probabilmente l'odio più forte parte proprio da coloro, non così numerosi ma nemmeno così pochi, che si sentono tentati ma sono costretti a non riconoscerlo a causa delle rigide convenzioni sociali.

Non è mai facile, sia che si accetti la propria natura, sia che ci si finga diversi da ciò che si è."

 

"Quindi tu non mi stai consigliando di andare a letto con un uomo?"

Merlin scoppiò a ridere. "Perchè, se fosse così, mi dareste retta?"

"Mai!"

"Lo so bene Arthur. A meno che inaspettatamente voi non ne sentiate l'esigenza!" aggiunse Merlin con un  sorriso ironico.

"Un servo idiota … Merlin. Non sarai mai altro che questo!"

 

Al servo non fece piacere ascoltare quelle parole. Gliele aveva dette tante altre volte, ma senza quella 'asprezza' che in quel momento aveva percepito.

Fece una smorfia offesa e avanzò di un passo verso il re.

"Non è quello che ha detto Valiant, ieri" disse il servitore alzando la testa.

"E cosa avrebbe detto esattamente?" domandò Arthur stringendo gli occhi.

"Che meriterei un posto di responsabilità maggiore, visto la fedeltà che vi ho sempre dimostrato ma soprattutto per l'ampia visione che ho delle problematiche del regno e la capacità di risoluzione di esse, unita a qualità oratorie particolarmente coinvolgenti!"

"Accidenti! Sarai contento di sapere che ho intenzione di chiedergli di fermarsi qualche giorno in più a Camelot! Così potrà aumentare le tue ambizioni, continuando a farti tutti questi complimenti che a quanto vedo ti hanno toccato nel profondo." 

"Forse perché non ne ricevo mai da chi potrebbe farmeli!"

"Attento però, non vorrei che fosse un modo per potersi avvicinare a te con altri … intenti!"

"Quali intenti?"

"Magari vuole solo portarti a letto, proprio come Odin."

Merlin rimase a bocca aperta senza dire niente. Non capiva perché il re fosse così pieno di astio e anche un po’ volgare.

"Non credo che sia un male per te. Anzi. Tornando agli obiettivi iniziali su come fare esperienza con le ragazze, spostandosi però sui ragazzi, forse potrebbe essere la soluzione ideale per te, non credi? …"

"Io non sono affatto sicuro che Valiant abbia un debole per gli uomini… posso credere che i suoi complimenti fossero sinceri e senza scopo. Se fate mente locale non potete non ricordare quanto Valiant fosse preso da Morgana!"

"Suvvia Merlin! Quale uomo non si è invaghito di Morgana almeno una volta? Persino tu che non sei attratto dalle donne…"

"Ammetto che la consideravo una donna molto speciale. Era vero, ero attratto da lei, ma non per quello che pensate"

Merlin si riferiva alla magia che già allora percepiva, pur non essendone ancora consapevole Morgana stessa, ma questo non poteva dirlo ad Arthur. Dopo lo sconcerto del giorno precedente, il re non avrebbe retto a un seconda rivelazione tanto più sconvolgente. 

"E comunque anche voi eravate affascinato da Morgana!"

"Ero parimenti irritato e allettato da lei. Ma solo perché non sapevo ancora che fosse la mia vera sorella…"

Merlin ridacchiò: "Sarebbe stato sicuramente sconveniente, se ci fosse stato qualcosa tra voi… e comunque molto peggio di quello che io …rappresento!"

"Almeno quello, Merlin!" e Arthur ebbe un brivido 

"Ma se su Valiant ho forti dubbi, so per certo che Julius apprezza la compagnia degli uomini."

"Julius? E come lo sai?"

"Gaius ha ricevuto notizie sicure sul suo ex allievo!"

"Tanto farai come vorrai. Se fossi in te preferirei di certo Valiant a quello strano Julius!"

"Vi prego di fare basta, Arthur. Non sono interessato né a Valiant né a Julius."

"E a chi saresti interessato?" 

"In questo momento a nessuno che valga la pena! Ma vi ringrazio"

Arthur si sentì quasi offeso ma Merlin ovviamente non poteva aprirsi con lui su una cosa così. Una parte del re avrebbe voluto invece che lo facesse.

"E per quanto riguarda la mia risposta di prima alla vostra domanda. Quello che intendevo era che non ho bisogno di giacere con una donna per sapere che non farebbe per me, come voi non avete bisogno di giacere con un uomo per sapere di non volerlo fare."

 

Arthur stette un po' in silenzio. Sembrava riflettere con attenzione poi chiese:

"Cosa può darti un uomo che non possa darti una donna?" 

Merlin non avrebbe mai creduto possibile che sarebbe arrivato a fare certi discorsi con Arthur.

"Da un punto di vista romantico, credo di cercare la stessa cosa che quasi tutti vogliono. Essere amati da chi ami, essere desiderati da chi desideri, essere felici."

"Ma perché con un uomo?"

"Non lo so! So solo che é così. Consideratemi pure sbagliato, se vi pare … Cosa volete sentirmi dire? Che amo il corpo di un uomo perché è come il mio? Che amo praticare cose inique? Che la donna non possiede quegli attributi che desidero? E che per questo sono una persona perversa? Siete il mio re, ma non amo sentirmi giudicato, nemmeno da voi! E sono cose solo mie!"

Merlin era molto amareggiato. "Ma é colpa mia! Non avrei dovuto ammettere le mie inclinazioni con voi. Voi non potete comprendere quanto le vostre parole mi facciano male. La vostra intenzione sembra quella di farmi sentire … sporco e abietto!"

 

Arthur scosse la testa dispiaciuto. "Ma io non volevo questo,... io volevo solo sapere il perché! Volevo capire … non ti sto affatto giudicando, Merlin!"

 

"Siete così strano Arthur, oggi…"

"No! È solo che stanotte ho avuto modo di rifletterci…"

"C'è … qualcosa che non mi avete detto?"

"No, Merlin. Ti ho detto che ho dormito poco: sarà per quello!"

 

Merlin si avvicinò alla porta. "È molto tardi, sire. Vado a prendervi la colazione.” E il servo uscì dalle stanze del re, lasciando Arthur attonito e frustrato allo stesso tempo.









 

 
   
 
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