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Autore: Idalberta    03/01/2023    4 recensioni
Dal testo:
- Artù inizialmente si era rifiutato di credere che Merlino l'avesse tradito in quel modo. Pensava a uno scherzo molto ben organizzato. Poi aveva capito ed era andato su tutte le furie. Con la spada aveva colpito rami e cespugli. Con forza, con rabbia, con cattiveria.
Infine si era seduto per terra, come se non avesse più forze ed era diventato triste. Non lo guardava, cercando di nascondere le lacrime che evidentemente non era riuscito a trattenere.
‘Vattene via’ gli aveva detto ‘Vattene e non farti vedere mai più a Camelot’. -
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwen, Hunith, Lancillotto, Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questione di fiducia.
















 

Merlino era ancora seduto  all'interno della locanda e guardava fuori dalla finestra. Nevicava di nuovo e lo spettacolo del candore della neve che superava il buio della notte e del cielo rosato lo incantavano.

 

'Che fai Merlino? Non vieni a dormire?'

Galvano era in piedi vicino a lui. Non si era nemmeno accorto che il cavaliere si era avvicinato.

'Fra un po' vi raggiungo. Volevo stare ancora un po' qui!' disse Merlino distogliendo lo sguardo dalla finestra per posarlo su di lui.

'Non sei stanco, dopo la brutta avventura di oggi?'

'Sì, sono stanco, ma non ho ancora sonno!'

'Non siamo riusciti a scambiare una parola per conto nostro neanche oggi. Volevo sapere come te l'eri cavata in questi mesi lontano da Camelot? Ti ho pensato spesso. Non ho mai capito cosa sia successo realmente, nonostante abbia provato più volte a chiederlo ad Artù.'

'Mia madre non stava bene. Avevo il dovere di aiutarla. Lei ha solo me. Non ero contento, certo. Mi siete mancati tutti, così tanto, però sono felice di aiutare mia madre.'

'Ma ora è guarita! L'ho vista ed è in forma, no?'

'Sì, sta meglio!'

'E perché non sei tornato, allora?'

Merlin si trovò improvvisamente senza saper cosa dire. Era stanco di mentire.

'Non me la sentivo ancora … ma dimmi di te. Cos'hai combinato in tutto questo tempo?'

Galvano sorrise malizioso.

'Le solite cose. Frequento ancora le taverne per bere, giocare, bere e incontrare qualche bella ragazza… ho già detto bere?

'Ci avrei giurato!' rise Merlino.

'Però ho sentito la tua mancanza. Durante le missioni ci sarebbe servito qualcuno con il tuo acume. E nella vita di tutti i giorni, tutto è risultato meno divertente, meno bello. Sai che ti considero il mio migliore amico, e non sono riuscito a parlare con gli altri come facevo con te.'

'Percival e Leon sono tuoi amici, come me, anzi di più visto che loro sono cavalieri di Camelot proprio come lo sei tu!'

'Sì, certo, ma … non è lo stesso … Artù dopo che te ne sei andato via è diventato insopportabile. Era poco … come dire …poco equilibrato. 

Lo diresti? Pigro, sempre in ritardo e svogliato, da un lato. Ma quando usciva dalla sua apatia, era  arrabbiato, furioso: urlava per un nonnulla con chiunque. Durante gli esercizi di combattimento ci ha praticamente massacrato. Andava a caccia quasi ogni giorno e noi a turno abbiamo dovuto accompagnarlo. Un incubo, visto come ci trattava! Tu sai meglio di me cosa voglia dire.'

'Puoi dirlo forte!'

'Ritornerai a Camelot dopo la missione, vero Merlino?'

'Di questo non abbiamo parlato. Artù non mi ha chiesto nulla e nemmeno io l'ho fatto con lui. Non ho idea di come andrà!'

'Ma tu vorresti tornare?'

'Mi piacerebbe, ma anche restare qui mi va bene. Come sempre deciderà Artù'

'E se ti dicessi che Artù ha bisogno di te, anche se non ne fosse del tutto consapevole?'

'Deve essere lui a parlarmene, non credi? Se non me lo chiederà, io non glielo posso proporre, non sei d'accordo?'

'Sì, ma …' rispose Galvano frustrato '… se parliamo di orgoglio, con Artù non arriveremo da nessuna parte.'

'Stavolta ti dò ragione.

Come ha reagito Artù quando la regina … è andata via?'

'Male, credo! Per qualche giorno non l'abbiamo più visto in giro e quando si è fatto vedere era cambiato. Era spesso assorto nei suoi pensieri. Svolgeva tutti i suoi compiti ma con meno grinta, con meno interesse. Ho creduto che soffrisse, tanto che forse preferivo quando ci insultava apertamente, piuttosto che vederlo così addolorato.'

'Tu hai idea del perché sia fuggita con Lancillotto?'

'Non ci vuole la scala, Merlino. Quando la passione chiama …'

'Sì, lo so anch'io… intendevo che … si tratta di Ginevra! Lei è sempre stata dolce, buona, leale …'

'Ginevra è una donna intelligente e coraggiosa e sa quel che vuole! Siamo noi che abbiamo sbagliato a considerarla fragile e sottomessa. Siamo stati noi che l'abbiamo idealizzata come una donna il cui unico scopo nella vita è fare felice il suo sposo, annullandosi come persona e dimenticando i suoi sogni e desideri…'

'Accidenti, Galvano. Come sei profondo!'

'No, sono solo sobrio. La birra di questo posto è imbevibile…!'

Merlino rise.

Il cavaliere si portò il ciuffo di capelli all'indietro.

'Spiegami, Merlino … come siete riusciti a scappare dai due giganteschi soldati?'

'Beh, sai quanto Artù se la cavi bene con la spada…'

 

'Ma non sai quanto se la cavi bene Merlino con le … pietre!' Artù era giunto di soppiatto alle loro spalle e i due sussultarono. Entrambi sperarono che il sovrano non li avesse uditi parlare di Ginevra.

Galvano sorrise ad Artù. 'Volete dire che Merlino ha fermato un soldato calandogli una pietra sulla testa?'

'No, li ha fermati entrambi così!'

'Non credevo fossi così forte, Merlino!'

'La forza non c'entra. Si è trattato solo di fortuna, ma … grazie!' rispose il servo.

Galvano vide Artù sospirare profondamente e Merlino non distogliere gli occhi neanche per un attimo dalla finestra e capì di essere di troppo! Fece un plateale quanto finto sbadiglio.

'Non so voi, ma io muoio di sonno, vi auguro la buonanotte!'

Non appena il cavaliere sparì alla loro vista, Artù aggredì l'altro. 

'Mi hai ricattato, Merlino! Ti rendi conto che hai ricattato il tuo re? Dopo neppure un giorno da che ci siamo ritrovati. Provi del rancore o dell'odio per me perché ti ho allontanato?'

'Come potete dire queste cose? Ero triste, dispiaciuto, ma ero consapevole di correre un grosso rischio essendo un mago, al vostro servizio. Ma so che una volta scoperto, voi non mi avete tradito. Mi avete detto che mi avevate allontanato per proteggermi e io vi credo, perché ho la pretesa di conoscervi meglio di chiunque altro.'

'Allora perché ti rifiuti di aiutarmi?'

'Lancillotto è mio amico. Ginevra è mia amica. Io non voglio che facciate loro del male, anche se hanno sbagliato.'

'Tieni di più a loro che a me! disse Artù con sguardo duro.

'Non è vero. E lo sapete benissimo. Nessuno vale quanto voi, per me!'

'Avevo bisogno di te, quando Ginevra è fuggita così, dall'oggi al domani, senza che mi fossi accorto di nulla, ma tu non c'eri.'

'Non ne sapevo niente. Potevate farmi chiamare o venire subito da me. Non vi avrei potuto aiutare, ma vi sarei stato vicino, come amico.'

'Chi ha detto che essere re è una gran fortuna?'

'Non lo so, ma non io …'

'Davvero non vuoi darmi una mano?'

Artù lo guardava con quel broncio triste ma con gli occhi pieni di speranza, che lacerarono l'animo di Merlino, perché quando il re era sincero lui lo sentiva.

'Dovete promettermi che non ucciderete Lancillotto!' Merlino aveva gli occhi lucidi.

'Mi batterò con lui, ma ti prometto che non lo ucciderò! Ti basta?'

'No!' Merlino piangeva ormai apertamente. "Durante un duello non si sa mai cosa può succedere. Uno ferisce l'altro e la rabbia prende il sopravvento e in un attimo può accadere il peggio, anche senza volere … e poi Lancillotto è un formidabile combattente e se voi vi tratteneste per essere fedele alla promessa fatta a me, potrebbe essere lui ad uccidervi e io non voglio' continuò Merlino singhiozzando disperato.

'Mi starai vicino e se vedrai che si mette male per me, interverrai con la tua magia…'

Merlino alzò il tono della voce. 'Ma non potreste lasciar perdere… Che vivano la loro vita! Voi dovete pensate a Camelot, al popolo, a me! Troverete un nuovo amore! E sarete ancora più felice…'

'Se fossi un ragazzo normale, ti darei retta e ci darei su. Ma sono un re e non posso! Tu lo capisci che non posso?'

'Sì…'

Tirando su con il naso Merlin frugò in una tasca e nascondendo qualcosa tra le mani si guardò intorno per vedere che non ci fosse nessuno e si alzò in piedi verso il vetro della finestra.

'Ricordatevi della promessa, maestà!'

Il re annuì solennemente e Merlino aprì le mani. 

'Che cos'è?' 

'È un cristallo … magico. Mostra le persone che vogliamo vedere nel futuro!'

'Come nel futuro? Ho bisogno di sapere dove sono … adesso!'

'Parlo di futuro prossimo e non lontano nel tempo. Se riesco a scoprire dove saranno tra pochi giorni, potremmo farci trovare lì anche prima di loro!'

'Ho capito. È fantastico! Fammi vedere.'

'Temo non riuscirete a vedere nulla: solo le persone che possiedono la magia sono in grado di leggerlo.'

'D'accordo!'

Artù fece alcuni passi indietro per permettere a Merlino di concentrarsi.

Il servitore fissò a lungo il candore di quel cristallo, finché vide comparire qualcosa. Si trattava di montagne, avvolte da una densa nebbia e ovviamente non si capiva molto. La visione fu sostituita da altre che apparivano e sparivano piuttosto velocemente. Merlino vide un castello arroccato sulle montagne. Vide un vessillo dorato che portava una croce nera e la silhouette di un drago anch'essa nera. Poi vide Lancillotto sorridere e baciare una donna che, pur comparendo solo di spalle, sapeva chiaramente fosse Ginevra. Infine ebbe un'altra breve visione. E fu quella che lo spaventò maggiormente. 

Vide il volto tumefatto di Lancillotto sfigurato dalla rabbia, seguito da quello furente di Artù con naso e bocca sanguinanti.

Poi il cristallo si 'spense'.

Merlino strinse il cristallo nel pugno. Odiava le visioni dei cristalli della grotta dei re, ne aveva paura: si trattava sempre  di visioni negative, quando non addirittura catastrofiche del futuro.

Come questa volta.

 

Merlino strinse gli occhi in preda a una tremenda afflizione e Artù si avvicinò subito curioso e preoccupato.

'Cos'hai visto Merlino?"

'Un castello … Ginevra e Lancillotto … voi e Lancillotto feriti…'

'Ma in che luogo sono?'

'Non l'ho capito…. C'era un vessillo d'oro con una croce e un drago neri…'

'Il castello di Benwick!' sobbalzò Arthur.

'Non l'ho mai sentito prima…'

'Al castello di Benwick vive una famiglia di stirpe nobile ed antica. Come mai saranno andati lì?'

'Avranno qualche illustre conoscenza o qualche protettore! Strano però. Sapevo che Lancillotto era stato adottato da una famiglia di poveri contadini.'

'L'importante è che si trovino lì…' disse Artù deciso.

'Non vedo l'ora che questa brutta storia sia finita…Ma davvero la fuga di vostra moglie vi ha colto così alla sprovvista?'

'Sì! Anche perché gli ultimi giorni prima che andasse via, non ci siamo quasi mai visti. Sono stato molto occupato.'

'Forse è il motivo per cui se n'è andata. Si sarà sentita trascurata da voi'.

'Ma una regina è la prima a dover comprendere che un re debba assentarsi per impegni riguardanti il regno. Anche lei aveva dei progetti a cui lavorava'

'Le regine sono anche donne!'

'Ma non sono donne come le altre e a loro è richiesto più sacrificio rispetto alle donne comuni.'

'Sì, scusatemi! Prima di lasciare Camelot ho creduto che le cose tra voi andassero bene!'

'Già allora c'era qualche problema che avevo sottovalutato. Lei aveva fretta di portare a compimento i suoi progetti, mentre io sapevo che ci sarebbero voluti anni perché andassero in porto. Deve aver pensato che non m'interessassi delle questioni che le stavano a cuore…'

'Ma di quali progetti parlate? Io non ne ho mai saputo niente!'

'Di nuove leggi a favore dei contadini e delle classi più povere. Si parlava di tasse in base al reddito, di finanziamenti per le terre e le case da acquistare, di migliorare le strade e il sistema fognario, della disponibilità di fontane e pozzi di acqua pulita in prossimità dei campi, della disponibilità di medici e farmaci gratuiti per tutti e di tante altre migliorie. Un progetto ambizioso che ho sempre sostenuto, ma a causa dei tempi lunghi, lei credeva non mi impegnassi a sufficienza. Questo l'ha allontanata da me. E la sua mancanza di stima e fiducia ha allontanato me da lei. Quando ho fatto richiamare Lancillotto ho sbagliato: sono stato ingenuo.'

'Non dite questo. Nemmeno io l'avrei mai pensato! Parlerete con lei?'

'Non lo farò Merlino!'

'Ma avevate detto …'

'Lo so ma volevo che tu venissi. Ginevra può fare quello che vuole, ma sicuramente non la vorrei più al mio fianco. Tu riusciresti a stare con una donna che ti ha tradito pubblicamente?'

'Se l'amassi davvero e la vedessi pentita, sì, potrei perdonarla!'

'Sei un sognatore e un romantico senza speranza.'

'Ma l'amate ancora?'

'L'ho amata molto, ma dopo la sua fuga ho provato solo rabbia  e amarezza. Ormai non provo più niente per lei!'

Merlino aveva la bocca aperta e non era convinto che Artù dicesse il vero. Avrebbe voluto ribadire che la loro missione in questo caso, non aveva più alcun senso, ma sapeva che sarebbe stato inutile.

'Partiremo domattina. Il viaggio sará piuttosto lungo, Merlino! Andiamo a dormire…'











  
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