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Autore: Stillathogwarts    09/01/2023    8 recensioni
Hogwarts, ultimo anno di scuola dopo la guerra.
Due diari gemelli, due anime spezzate dalla guerra che trovano conforto l'uno nell'altra, nella garanzia dell'anonimato.
Hermione Granger torna al castello per completare gli studi e come lei, molti studenti che non hanno potuto sostenere i M.A.G.O. durante il regime dei Mangiamorte fanno altrettanto.
Per ordine del Wizengamot, Draco Malfoy e altri Serpeverde sono obbligati a ripetere il settimo anno come condizione per essere reintegrati in società.
I docenti elaborano un programma per incentivare la cooperazione tra Case, dando il via alla formazione di nuove amicizie e nuovi legami che sfidano i dissapori passati e gettano le basi per un futuro migliore, nei confronti del quale il mondo magico nutre profonde speranze.
Il tutto mentre una nuova minaccia incombe sul castello e mina l'equilibrio appena ristabilito dopo gli eventi orribili della guerra e i buoni propositi degli studenti.
| DRAMIONE (slow burn) | Personaggi leggermente OOC
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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EPILOGO
 
 

 
 
 
 
 
H
ermione si Smaterializzò davanti al grosso cancello di Oasis e sbadigliò stancamente mentre lo attraversava per tornare a casa da una lunga giornata di lavoro.
Vedeva ancora quel luogo come una piccola oasi paradisiaca, ma c’erano giorni, o meglio sere, in cui era così stanca quando lasciava il Ministero che quasi ne malediceva le dimensioni eccessive, perché ogni metro non necessario che doveva percorrere equivaleva a un passo in più che le sue gambe dolenti dovevano fare per giungere alla villa. La sua insofferenza, però, finiva sempre per essere sopraffatta dai ricordi che aveva in quei giardini, momenti felici della vita serena e tranquilla che conduceva lì con la sua famiglia, l’eco delle risate dei suoi bambini che venivano puntualmente rievocate dalla sua mente, facendola sorridere e quelle di Draco mentre la sfidava a una corsa con i cavalli o mentre la afferrava per gettarla in piscina, stringendola in quel modo tutto suo che era solo diventato più intenso nel corso degli anni, soprattutto dopo il matrimonio.
«Ehi.»
Le sue labbra l’accolsero calorosamente come ogni sera, mentre lui le sfilava la giacca e poi si allontanava per appenderla all’appendiabiti.
Hermione aveva arredato Oasis con una componente di oggetti Babbani di cui Draco aveva, alla fine, dovuto riconoscere l’utilità, soprattutto visto che lei amava continuare a fare alcune cose manualmente anche se avrebbe potuto utilizzare la magia, risparmiandosi magari anche del tempo; ma non aveva mai obiettato niente in merito, perché sinceramente non ne aveva mai visto veramente il problema.
«Ehi», ricambiò il saluto lei, afferrando i lembi del colletto della sua camicia e attirandolo a sé per un assaggio più approfondito delle labbra del marito, di cui sembrava non avere mai abbastanza.
«Giornata stancante?» le chiese, facendo scorrere un braccio attorno alle sue spalle e guidandola verso la sala da pranzo.
«Ti dico solo che Blaise si è presentato al Ministero oggi», disse la donna, «me lo sono ritrovata in ufficio in preda al panico, perché a quanto pare Alanis e James hanno annunciato che avrebbero fatto un viaggio a Roma insieme e lui non aveva ancora capito che si stessero frequentando.»
Draco soffiò. «Povero Blaise, immagino il trauma. Avere una figlia che un giorno potrebbe diventare una Potter…»
Hermione fece ruotare gli occhi; anche se erano tutti amici ora, nessuno sembrava aver abbandonato il vizio di punzecchiarsi con quel genere di battute, ma nessuno di loro, al contempo, aveva mai mostrato l’intenzione di lamentarsene o di trovarle fastidiose. Forse era un po’ la loro cosa, il loro modo di tramutare un passato burrascoso in un presente allegro.
«Non si è lamentato tanto quando il nostro Sirius ha iniziato a uscire con Edith», considerò lei, sospirando.
«Una Zabini che diviene una Malfoy non è scandaloso quanto una Zabini che diviene una Potter, Hermione» affermò con veemenza lui, tirandole fuori la sedia per farla sedere a tavola.
«Smettila di trovarlo divertente! Ci ho messo due ore per togliermelo di torno. Ho persino provato a mandarlo nell’ufficio di Harry, sostenendo che le sue lamentele sulla questione erano meglio se indirizzate a lui.»
Draco ridacchiò, poi prese posto a sua volta. «I ragazzi sono già nelle loro stanze», le disse, «ho aspettato te per cenare.»
«Il mio marito perfetto!»
«Sempre questo tono sorpreso», commentò lui sbuffando. «Come se non sapessi fin dall’inizio che sono un perfezionista.»
Lei scosse il capo, sorridendo. «Com’è stata la tua giornata?»
Gli occhi di lui si illuminarono a quella domanda. «Ho incontrato l’amministratore della mia Casa Editrice. Pubblicheranno le mie scoperte in merito alla soluzione alchemica che studio da mesi.»
Draco era diventato un Alchimista e ricercatore di grande successo; trascorsi i primi anni dopo la dipartita di Lucius, dopo sforzi e fatiche per riacquistare credibilità e rispetto nel mondo dei maghi, aveva alla fine trovato qualcuno disposto a pubblicare le sue scoperte.
Aveva inoltre aperto la sua azienda di produzione di Pozioni commerciali, che era il suo impiego principale e più redditizio, ma essere il capo e poter disporre delle ore lavorative a proprio piacimento aveva i suoi vantaggi e gli lasciava una grande quantità di tempo libero per dedicarsi all’Alchimia. Il fatto che Blaise e Daphne fossero i suoi bracci destri, poi, faceva sì che le ore che trascorreva in ufficio fossero ridotte ulteriormente, soprattutto quando i ragazzi erano a Hogwarts.
Hermione batté le mani, orgogliosa. «Te lo avevo detto!» esclamò entusiasta. «Oh, prendo il vino, dobbiamo festeggiare.»
«L’ultima volta che abbiamo festeggiato per qualcosa, poi è nata Cassie» le ricordò lui, leccandosi le labbra.
«Draco Malfoy», lo avvertì lei, voltandosi a guardarlo e puntando l’indice verso la sua figura. «È la terza volta che tiri fuori il discorso, non starai davvero considerando di averne un altro?»
«Perché quel trono allibito?» domandò l’uomo, fingendo perplessità. «Possiamo permetterci un altro figlio.»
«Perché non saresti tu a dover affrontare una gravidanza per la quinta volta nella vita.»
«Siamo ancora giovani», rise lui. «E comunque, non credere che sia facile gestirti durante-»
«Non osare, furetto platinato dei miei stivali!» lo interruppe la donna, minacciosa, ma con un’espressione divertita stampata in volto a suggerire che stesse scherzando.
«Hermione», l’ammonì lui, «non chiamarmi così. E comunque, vorrei ricordati della volta che mi hai fatto prendere una PassaPorta internazionale per Parigi affinché ti potessi portare quel dolce babbano che ti piace tanto…»
«Sei stato tu a volermi viziare!» esclamò lei, fingendo indignazione. «Ora mi sopporti!»
Il biondino rise e subito dopo Trixy apparve per servire loro la cena.
Hermione si era dovuta arrendere ai fatti e aveva dovuto ammettere che l’aiuto dell’elfa le era essenziale nella gestione della casa; non era riuscita a liberarla, ma era riuscita a farle accettare un salario decente. Peccato che Trixy usasse spesso quei soldi per comprare dei regali a loro, o ai ragazzi, come ringraziamento.
«Seriamente, stiamo per spedire l’ultima a Hogwarts, vorresti davvero averne un altro?» chiese poi, tornando seria, mordendosi il labbro inferiore.
Un ghigno si aprì sul volto di Draco. «Ci stai pensando anche tu.»
«Oh, sta’ zitto, Malfoy.»
«Smettila di usare il mio cognome! È anche il tuo, da anni ormai!»
«No», berciò lei, sorridendogli impertinente. «E il mio cognome è Granger-Malfoy.»
«Stessa cosa», ribatté lui con una smorfia dispettosa.
«Comunque, spero che Cassie finisca a Serpeverde» affermò poi, sorseggiando il primo bicchiere di vino. «Sarebbe la cosa più corretta. Avremmo due Grifondoro e due Serpeverde.»
«No, Cassie sarà la prima Corvonero della famiglia», lo contraddisse lei. «Vedrai.»
Draco sbuffò. «Non potete restare in maggioranza!»
«Potrai sempre andare ad annegare i tuoi dispiaceri nell’alcol con Blaise» lo tirò su di morale lei, «Perché ci scommetto che Nate finirà a Grifondoro come Alanis.»
«Edith era in Serpeverde. Magari loro saranno fortunati e le Serpi in famiglia saranno in vantaggio, Nathaniel è abbastanza nel mezzo.»
«Come ti pare», commentò Hermione, sempre più divertita.
Draco e Ron erano gli unici a prendere la faccenda delle Case così seriamente, in realtà.
Blaise e Ginny avevano avuto due gemelle, Alanis e Edith, Smistate una in Grifondoro, con il loro Sirius e James, il primogenito di Harry e Daphne, e una in Serpeverde; avevano poi avuto Nate, che, invece sarebbe andato a Hogwarts per la prima volta con Cassie; Draco aveva tenuto il muso per un bel po’, anche se aveva detto a Sirius di essere orgoglioso di lui.
Quando Scorpius era finito a Serpeverde, il suo animo si era pacato perché, diceva, “l’equilibrio si era finalmente ristabilito”; l’unica cosa che lo aveva reso più felice di quella notizia era stato apprendere che anche il secondogenito di Potter e Daphne, Albus, era finito nella Casa verde e argento; lo prendeva ancora in giro, anche se stavano molto attenti a non farsi sentire dai ragazzi per non alimentare competizioni di alcun tipo, lo stesso genere di cose che avevano lottato attivamente per estinguere durante il loro ultimo anno a Hogwarts.
I figli di Adrian e Susan, Jason e Katherine, invece, erano entrambi finiti in Serpeverde; Hermione supponeva che crescere con un padre che è un Auror rinomato e ampiamente riconosciuto come esempio di rettitudine e con una madre impiegata in una posizione di rilievo al Ministero rendesse particolarmente ambiziosi.
Ron e Astoria avevano avuto due Grifondoro, Rose e Hugo.
Rose aveva una storia con Scorpius già da due anni, ma Draco e Ron si rifiutavano ancora di ammettere a voce alta che c’era la probabilità che le loro famiglie avrebbero potuto, eventualmente, unirsi.
Hermione a volte pensava che avessero fatto trascorre un po’ troppo tempo insieme ai loro figli; aveva spesso temuto che quei loro avvicinamenti potessero tradursi in causa di disarmonia tra di loro, in caso di rottura, ma fortunatamente non era ancora successo nulla.
Per la fine della cena, Hermione era ormai completamente esausta, drenata totalmente delle sue energie.
«Ti va di fare un bagno?», le sussurrò Draco tra i capelli, con voce suadente. «Vado a prepararlo io…»
Lei si morse un labbro e annuì. «Vado a dare un’occhiata ai ragazzi.»
«Scorp è rimasto a dormire da mia madre e mia zia», la informò prima di sparire sulle scale, diretto nel bagno collegato alla loro stanza.
Hermione raggiunse pigramente la cameretta della piccola Cassie e sorrise quando la trovò addormentata, stringendo tra le braccia il suo pupazzo preferito.
Mentre si spostava lungo i corridoi, lanciò uno sguardo malinconico alla porta della stanza di Sirius, vuota da un anno, da quando aveva iniziato a girare il mondo assieme alla sua ragazza, Edith; non era ancora tornato stabilmente in Inghilterra, ma Hermione sapeva benissimo che quando lo avrebbe fatto si sarebbe preso direttamente un posto tutto suo. Nonostante ciò, preservava gelosamente la sua cameretta come il giovane l’aveva lasciata prima della sua partenza.
Prestando molta attenzione, aprì la porta della stanza di Lyra e vi si affacciò per guardarla per qualche istante, addormentata scompostamente sul letto, con la mano posata su qualcosa di estremamente familiare…
Hermione sgranò gli occhi e corse a chiamare Draco, talmente di fretta che gli finì addosso.
«Impaziente di vedermi nudo, moglie?»
Lei ignorò quella battuta, avrebbe rimpianto dopo di non averla colta al balzo.
«Draco, devi venire con me. Subito
Il biondino la guardò allarmato. «Che succede?»
«Devo mostrarti una cosa» bisbigliò lei, guidandolo nella stanza di Lyra. «Fai piano.»
Schiuse la porta un altro po’, per permettere al marito di dare uno sguardo a sua volta.
«Guarda», sussurrò. «Guarda cosa c’è sotto la sua mano.»
Gli occhi di Draco si allargarono e le sue iridi argentee dardeggiarono in quelle di lei immediatamente, assumendo poi un’espressione indecifrabile. Due secondi dopo, l’uomo fece per entrare della stanza.
«Che stai facendo?» mormorò lei, tirandolo per una manica con forza.
«Me lo riprendo!» bisbigliò lui, risoluto.
«Draco! Non ti azzardare!» ringhiò Hermione con una nota di avvertimento nella voce, trascinandolo di peso al di fuori dalla stanza e richiudendo la porta. «Potrebbe esserci la sua anima gemella dall’altra parte!»
Lui ridusse gli occhi a due fessure, unì le labbra in una lunga linea sottile.
«È la mia bambina!» sibilò contrariato, in quella che Hermione riconobbe come un’espressione di gelosia, seppur diversa da quelle a cui era solita assistere lei, e che per poco non la fece scoppiare a ridere.
«E non vorresti che la tua bambina avesse quello che abbiamo noi?»
Draco sospirò e arretrò, dirigendosi nuovamente verso la loro stanza, imprecando sottovoce. Hermione si prese un attimo per soffocare quel moto di risate, poi lo raggiunse e, prima che potesse aggiungere anche una sola parola sulla faccenda “diario”, che casualmente aveva ereditato proprio la loro piccola, gli tappò la bocca con un bacio.
Senza perdere tempo, Draco le sbottonò la zip del vestito che indossava e lo fece scivolare sul terreno.
«Se chiunque ci sia dall’altra parte prova a fare questo con la mia bambina», disse in tono fermo, «io lo ammazzo.»
Hermione rise, ma un battito di ciglia dopo gli aveva afferrato le mani e lo aveva trascinato nella vasca da bagno. Gradualmente, nella mente di Draco, quella scoperta inaspettata si fece sempre più lontana.
 
***


Sei mesi dopo, Vigilia di Natale, Oasis
 
Hermione imprecò mentalmente, mentre cercava con fatica di richiudere la zip del suo vestito; non aveva ancora indossato i tacchi e già i piedi le dolevano.
«È troppo stretto» le sussurrò tra i capelli Draco, facendo scivolare le mani sul suo ventre pieno. «Prova questo.»
La voltò e si trovò davanti un bellissimo vestito verde, disteso con cura sulle lenzuola del loro letto.
«Oh», esclamò sorpresa e meravigliata, anche se non aveva la più pallida idea di come facesse ancora a sorprendersi delle attenzioni del marito nei suoi confronti.
Avrebbe dovuto esserci abituata a quel punto, ma era ormai fermamente convinta che non sarebbe mai accaduto; un po’ come non era mai riuscita ad abituarsi all’effetto che l’uomo aveva su di lei, alle sensazioni che le provocava ogni volta che la sfiorava e che non si accennavano a ridurre di intensità neanche dopo quasi venticinque anni insieme.
«Verde?» domandò poi con un sorrisetto divertito e un sopracciglio sollevato.
«Mi ringrazierai dopo», rispose lui con un ghigno. «Lo sai che vederti vestita di verde mi fa impazzire.»
Hermione si passò la lingua sulle labbra. «Se fai così, mi farai passare la voglia di andare a questa cena.»
Draco rise. «Sono io quello impaziente, tra i due.»
«Non farmi dubitare del tuo livello di conoscenza della mia personalità dopo oltre vent’anni di matrimonio, Draco.»
Lui si morse il labbro per non ridere una seconda volta e cambiò discorso.
«Lyra non vuole riportare i suoi occhi al colore naturale», la informò facendo ruotare gli occhi. «Insomma, perché la magia dei Metamorfomaghi non è considerata un’infrazione del Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni?»
«Perché non utilizzano incantesimi per usarla, è vista come un’abilità. Un po’ come quando svolazzavi attorno al Manor alla tenera età di quattro anni, Draco. Stesso principio.»
Il biondino sbuffò. «Che ha che non va il grigio?»
«Niente, ho sempre avuto un debole per i tuoi occhi», gli disse lei sorridendo. «Non mi spiego ancora come sia possibile che tutti i nostri figli siano venuti fuori platinati e con i tuoi occhi, quando i miei tratti sono più facilmente trasmissibili, ma va bene.»
Sirius e Cassie avevano i capelli mossi, però, e tutti loro avevano ereditato i tratti delicati del viso della madre e il suo sorriso luminoso.
Draco corrugò la fronte. «Ti dà fastidio?»
«Certo che no», commentò lei. «Sono bellissimi. E tu stai solo cercando lodi, quindi la smetto di assecondarti.»
Il biondino sbuffò. «Mi stava piacendo questo discorso.»
«Non ne dubito.»
«Si, ma perché proprio il viola?» insisté lui, tornando a discutere della figlia, sempre più perplesso.
Hermione scoppiò a ridere. «Sta leggendo una saga fantasy babbana e si è convita che discendi da una delle famiglie in quei libri» gli spiegò con le lacrime agli occhi. «I Targaryen. Per via dei capelli e perché sono noti come “i signori dei draghi” e il tuo nome deriva dalla Costellazione del Dragone. Hanno gli occhi viola.»
Draco la fissò sgomento. «È una cosa stupida.»
«Finché non ci chiede di adottare un drago come animale domestico, io non mi preoccuperei.»
«E per la faccenda del diario, invece?» colse la palla al balzo lui. «Neanche quella ti preoccupa?»
«Merlino, Draco, perché sei così contrariato da questa cosa?» chiese Hermione, sbuffando. «Credevo che fossi felice con me.»
«Stupida, lo sai che lo sono», replicò lui. «Schifosamente felice, grazie tante. Non è questo il punto.»
«Perché lo trovi così problematico quando quei diari hanno portato tanta gioia nelle nostre vite?»
«Perché oltre alla gioia e alla felicità, Hermione, hanno portato tanto, ma proprio tanto, sesso», ribatté Draco, in tono asciutto. «E la mia bambina è troppo piccola per fare tutte le cose che ricordo di aver fatto con te durante il nostro ultimo anno a Hogwarts.»
«Non avrei mai creduto di vedere il giorno in cui saresti stato geloso di qualcuno che non fossi io.»
«Non sono geloso» ribatté lui, piccato.
«Ne sei davvero ancora convinto, Draco Malfoy?» ridacchiò lei.
«Cento per cento sicuro.»
Lei scosse il capo, sghignazzando. «Io lo trovo bellissimo, il fatto che nostra figlia abbia trovato uno dei diari.»
«E poi sostieni di non essere romantica», borbottò lui.
«E tu di esserlo», controbatté Hermione.
«Il mio lato romantico è solo difettoso», rimarcò l’uomo. «Lo hai sempre detto. Il tuo dovrebbe essere inesistente. Perché ora si è risvegliato tutto di colpo?»
«Perché voglio che nostra figlia sia schifosamente felice quanto lo sono io», disse la donna, sorridendo. «E quei diari hanno dei precedenti verificati in fatto di riunire anime gemelle. Mi piace l’idea che Lyra abbia la possibilità di avere quello che abbiamo noi, un giorno.»
Draco sbuffò, ma era palesemente incapace di fingere di non condividere quella linea di pensiero. Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, però.
«E per quanto riguarda il sesso?» insisté lui. «Hai dimenticato di tutte le volte che ti ho fatto urlare il mio nome mentre-»
«D’accordo, ho capito!» esclamò esasperata Hermione. «È arrivato il momento di fare il discorso sulla prevenzione anche a lei!»
«Dove prevenzione significa astinenza», precisò Draco.
«Non l’hai posta in questi termini quando è stato il turno di Sirius e Scorpius. Non essere sessista.» 
«Non sono sessista, sto solo proteggendo la mia bambina!»
Hermione lo fissò spazientita. «Lyra è un’adolescente, Draco. Prima o poi succederà e tu mi stai facendo saltare i nervi.»
«E va bene! Vogliamo parlare, invece, di Sirius, James e le gemelle Zabini che decidono di trascorrere le vacanze di Natale a New York e ci danno buca?» cambiò discorso lui, di nuovo. «Non approvo.»
«Oh, lasciali in pace!»
«Cosa? Dopo tutto quello che hai fatto per iniziare le nostre tradizioni di famiglia per le festività, mi vuoi far credere che tu non ci sia rimasta male?»
Hermione gli sorrise dolcemente. Sapeva che Draco era così deluso dall’assenza dei figli perché sapeva che lei ci teneva, ma anche perché, anche se non lo avrebbe ammesso mai a voce altra, era importante anche per lui trascorrere il Natale tutti insieme. Era riuscita a fargli cambiare idea quasi subito in merito, le era bastato fargli capire quanto fosse bello festeggiarlo con i propri cari e quanto il calore natalizio fosse confortante.
«È solo un anno, non è la fine del mondo, verranno a Pasqua» lo tranquillizzò lei. «E poi un po’ li capisco, New York è bellissima a Natale.»
«Hermione!» esclamò lui, indignato. «Se volevi andarci perché non me lo hai mai detto? Ti ci avrei portata!»
«Lo sai vero che sono perfettamente in grado di organizzare un viaggio da sola?»
«Sì, ma è più bello se lo faccio io» ribatté l’uomo. «E poi tu mi guardi con quegli occhioni dolci e felici…»
«Merlino, hai ancora vent’anni!» sogghignò lei, scuotendo il capo. «Rendimi felice richiudendomi la zip del vestito.»
«Ti rendo più felice quando svolgo il processo inverso…»
«Dopo», gli assicurò lei. «Dopo, signor Malfoy.»
E mentre lo trascinava di sotto per radunare i loro ragazzi e recarsi a casa Potter per la cena della Vigilia, rendendosi conto di non domandarsi più da anni perché Draco non reputava eccessivo il numero di stanze in quella Villa, Hermione era assolutamente certa che il Natale successivo lo avrebbero trascorso negli Stati Uniti.
 
*
 
Godric’s Hollow, Casa Potter, Vigilia di Natale
 
«Hermione! Quanto sei bella!»
Daphne la accolse con un caloroso abbraccio, poi rivolse un’occhiata maliziosa a Draco, ammiccando in direzione del pancione.
«Quanti altri ne avete in cantiere?» domandò fingendo serietà. «State cercando di mettere insieme una squadra di Quidditch al completo?»
Il biondino sbuffò. «Una battuta del genere me la sarei aspettata di più da Blaise, Daph» commentò, aiutando Hermione a sfilarsi il mantello.
«A proposito, dov’è quel bastardo?»
«Attento a chi chiami bastardo, amico!»
Blaise apparve qualche istante dopo e gli diede una pacca sulle spalle.
«Dobbiamo fare qualcosa che farà rosicare i nostri figli traditori per non essere qui con noi.»
Daphne scoppiò a ridere. «L’ha presa a male.»
«Non è l’unico», commentò Hermione indicando Draco con un cenno del capo.
«E pensare che erano i più restii a trascorrere le festività tutti insieme, all’inizio.»
«Creature meravigliose, i Serpeverde!» esclamò con fare teatrale Harry, per poi abbracciare Hermione con affetto.
La famiglia Pucey arrivò qualche minuto dopo; Draco non ebbe niente da obiettare quando Adrian corse verso sua moglie e la strinse calorosamente a sé.
Non aveva niente da ridire da un bel po’, riguardo a Pucey; quella storia aveva fatto il suo corso. Erano persino diventati amici e Adrian era anche il padrino di Scorpius, come Harry era quello di Sirius, Ginny quella di Lyra e Daphne quella di Cassie. Il che lasciava Ron e Blaise a contendersi il ruolo per il nuovo nascituro. Dal momento che Hermione ne aveva scelti tre su quattro, la decisione in merito, quella volta, spettava a lui. Draco scherzava spesso sull’idea di optare per Astoria, anche solo per vedere le facce dei due quando avrebbero dato loro la notizia, ma la moglie era perfettamente consapevole che alla fine avrebbe scelto Blaise.
«Allora, come avete deciso di chiamarlo?» domandò Adrian, indicando il pancione della donna.
«Leo», rispose prontamente Hermione.
«Non ho intenzione di chiamare nostro figlio con un nome così Grifondiota, quante volte-»
«Ti ho accontentato con Scorpius», gli ricordò lei, dopo aver controllato che i ragazzi non fossero nei paraggi. «Ora non puoi tirarti indietro. I patti sono patti. Ti è solo andata bene che dopo sono venute due femmine, ma non avevamo concordato dei limiti di tempo.»
Draco sbuffò, poi si voltò verso Adrian, ed esibì un sorriso tirato. «Leo» confermò.
Il Prescelto represse a stento una risata. «Non cambierete mai voi due, eh?»
«No», dissero all’unisono.
«E continueranno a darci dentro come dei ragazzini per mooooolto altro tempo» aggiunse Blaise sghignazzando. «Cinque pargoli, amico. Dove lo trovate il tempo?»
«Ehi, signora Zabini», Draco chiamò Ginny, che corse a salutarli. «Tuo marito ti trascura a letto?»
La donna gli tirò uno schiaffo sul braccio. «Ci sono i ragazzi!»
«Scommetto che molti di loro fanno già sesso. I tempi sono cambiati» disse Blaise, ma prima che qualcun altro potesse rispondere, Ron e Astoria fecero il loro ingresso.
Scorpius piombò subito nella stanza e si mosse istintivamente verso Rose, in un gesto che ricordò molto Draco a quasi tutti i presenti, portandoli ad elencare tutti i motivi per cui il ragazzo era la copia sputata del padre, sebbene fosse molto più espansivo e notoriamente dolce.
«Hermione, puoi venire un momento?», mormorò Harry al suo orecchio.
La donna corrugò la fronte e annuì.
«Niente lavoro stasera Potter!» lo redarguì Draco, ma il moro ridacchiò e gli assicurò che non si trattava di una faccenda di lavoro.
«Ti volevo dare questo», le disse tendendogli una busta. «C’è dentro un fogliettino, leggi quello e poi la lettera. Quando sarai a Casa, lontana dai ragazzi.»
Hermione restò a guardarlo, perplessa, mentre si allontanava da lei ammiccando.
Che diavoleria aveva in mente il suo migliore amico?
Il biondino le si avvicinò e le sventolò una mano davanti agli occhi. «Tutto bene?»
«Sì, sì» si riscosse lei, sorridendo, mettendo in sicurezza la lettera nella sua borsa. «Andiamo.»
§
«Albus! È tardi» lo chiamò suo padre, bussando forte alla sua porta. «Sono arrivati tutti.»
«Arrivo, papà!» gridò il giovane, poi sbuffò e si voltò nuovamente, chinandosi sulla scrivania; intinse la piuma nell’inchiostro e tornò a scrivere.
 
‘Scusami, ma ora devo scappare, la mia pazza famiglia allargata è qui.
Anche se penso che ormai sarai andata a cena anche tu.
Buon Natale, ragazza del diario.
 
 
*
 
Oasis, qualche ora dopo
 
«Quella cos’è?»
Hermione si lasciò cadere pesantemente sul divano, la lettera che Harry le aveva dato in una mano, mentre Draco le toglieva le scarpe.
«Una lettera che mi ha dato Harry, raccomandandosi che la aprissi in privato» rispose distrattamente lei. «Merlino, com’è possibile che né la tecnologia Babbana né la magia abbiano ancora capito come rendere meno scomodi i tacchi?»
Il biondino rise. «Mi stai chiedendo di pensarci su?»
«Con la Pozione Lisciante di Lunga Durata ha funzionato» commentò lei, facendo spallucce. «Io ci provo, non si sa mai che la tua tendenza a soddisfare i miei desideri non compia il miracolo.»
Lui ridacchiò un po’ più forte. «Posso sedermi qui con te o devo lasciarti sola con quella?»
«No, puoi restare», fece lei, sorridendo.
Draco posò un braccio sullo schienale del divano, attorno alle sue spalle e prese a guardarla, perdendosi nei suoi lineamenti, scoprendosi ancora meravigliato del fatto che la donna era veramente la sua strega, anche dopo tutto quel tempo. Poi Hermione emise un gemito che lo distrasse dal suo momento di contemplazione della moglie.
«Oh.»
Stringeva tra le mani un fogliettino con un messaggio scritto con la calligrafia di Harry.
 
Guarda un po’ cos’ho trovato in camera di Albus.
Era in un oggetto che ti ho visto stringere spesso, nei lunghi e bui giorni in cui ci nascondevamo nella Foresta di Dean.
Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere riceverne una copia.
Harry 
Ps. Io non l’ho letta.
 
«Che succede?»
«Draco, questa è… la lettera», disse lei sbalordita. «Quella che ho lasciato nel mio diario prima di rimetterlo al suo posto nella Stanza delle Necessità.»
«Come…»
«Credo che Albus abbia l’altro diario» sussurrò lei, sorridendo meravigliata.
«Oh, no, maledizione!», imprecò il biondino. «Non bastava una Weasley, ora anche un Potter?»
Hermione gli tirò una gomitata, poi aprì il foglio di pergamena e si perse nelle sue stesse parole.
«Posso leggerla, questa volta?»
Lei gli rivolse il più dolci dei sorrisi.
«Sì, Draco. Ora puoi leggerla» mormorò. «E se vuoi, puoi anche aggiungere il finale.»
 
Ai nuovi proprietari dei diari,
Ciao.
Vi starete chiedendo come funzionano, ma non ho una risposta da darvi in merito.
Nonostante la mia natura curiosa, ho deciso, per questa volta, di non indagare, di non svelare il mistero che aleggia attorno a questi due oggetti.
Non so dirvi cosa siano veramente, né parlarvi di quale magia li leghi, né posso svelarvi per cosa sono stati creati veramente, ma posso dirvi cosa sono stati per me: un’ancora di salvezza, un fidato confidente, la strada per la felicità.
E posso assicurarvi che è stato così anche per i proprietari precedenti.
Non so quale sia il fine ultimo dei diari, se siano loro a scegliere i proprietari o se tutto è dettato dal caso, ma il mio mi ha dato modo di essere riunita con quella che credo sia la mia anima gemella e senza di essi, probabilmente, non sarei stata così fortunata.
Perché, senza di essi, probabilmente noi due non ci saremmo mai visti veramente.
Non vi dirò il nostro nome, ma vi parlerò con il cuore in mano.
Inizialmente, sarete restii a fidarvi di chi c’è dall’altra parte, ed è normale.
Valuterete l’idea di non confidarvi l’un l’altro, persino di sbarazzarvi dei diari.
Non lo farete, perché sarete troppo tentati dal mistero dell’anonimato, dall’idea di avere accesso alla sfera più nascosta di un’altra persona e di permettere a quella persona di vedere la vostra, una cosa che di solito ci spaventa un po’ tutti. Ma c’è un confortante senso di sicurezza nell’anonimato che vi spingerà a parlare e prima o poi, scoprirete il nome della persona che vi ha ascoltati e consolati e supportati e… non vi mentirò, ne sarete terrorizzati, anche se nel vostro caso probabilmente non sarà qualcuno che fino all’anno precedente avevate considerato un ‘nemico’, com’è successo a me. Perché la consapevolezza di esservi messi completamente a nudo davanti a qualcuno di fisico, che esiste veramente, che è uno studente come voi e gira per i corridoi di Hogwarts come voi, in un primo momento, vi schiaccerà.
E a quel punto, vi servirà il mio consiglio: non arrendetevi; perché uno dei due cederà per primo e andrà a cercare l’altro. Non respingete quello che i diari vi porteranno, perché non avrà eguali e vi porterà a formare un legame che altrimenti potreste solo sognare di avere.
Non fuggite, siate coraggiosi e accoglieteli.
Anche se per difendere ciò che avrete costruito dovrete lottare e sfidare il mondo intero, i limiti di ciò in cui avete sempre creduto.
Ne varrà la pena, ve lo posso assicurare.
Non ve ne pentirete.
A me hanno portato alla luce in tempi bui, alla felicità, all’amore… a voi chissà.
Magari una bellissima amicizia, o forse veramente sono in grado di individuare e riunire le anime gemelle e la persona che troverete dall’altra parte sarà quella che vorrete avere al vostro fianco per il resto della vita e oltre.
Abbiate fiducia.
E se, come ai miei tempi, vi starete chiedendo se noi abbiamo avuto il nostro lieto fine, mi dispiace, ma non posso dirvelo, perché stiamo lasciando Hogwarts in questo momento e ho sempre fatto schifo in Divinazione.
I diari non portano a una fine, vi danno la possibilità di un nuovo inizio.
E in tal senso, una cosa che posso rivelarvi c’è.
Noi abbiamo avuto un lieto inizio…
E spero che duri per sempre.
Perché non ho mai pensato che sia possibile amare qualcuno così intensamente e lui, invece, mi ha dimostrato che è possibile.
Perché a me una vita non basta.
Io, lui, voglio amarlo per l’eternità.
 
Draco restò a fissare la lettera per un po’, deglutendo con forza.
Era da tanto tempo che non avvertiva l’impulso di piangere.
Gli era successo quando, durante una romantica cena a lume di candela su una Torre Eiffel prenotata interamente per loro due, molti anni prima, Hermione aveva accettato di sposarlo e poi quando, l’anno dopo, sempre sul famoso monumento, aveva effettivamente pronunciato il fatidico sì.
Gli era successo quando Hermione aveva annunciato di aspettare il loro primo figlio, quando Sirius era venuto al mondo e lo aveva visto per la prima volta, e poi, di nuovo, per tutti gli altri.
Gli era successo quando, arrivato ad un punto della sua vita in cui era riuscito a fare pace con sé stesso, aveva finalmente provato ad evocare un Patronus e ci era riuscito, - un drago, Draco si ritrovò a pensare che Lyra non dovesse scoprirlo o la sua teoria assurda non avrebbe fatto altro che rafforzarsi… -, anche se Hermione aveva dato di matto quando aveva scoperto che la sua piccola lontra si era tramutata in un’esemplare femminile di drago; ma tutte le volte era stato un impulso dato dalla gioia, che alla fine Draco smetteva di trattenere, perché quello era un pianto piacevole a cui lasciarsi andare.
Draco non sapeva neanche fosse possibile.
Lui, per dolore, non aveva più pianto ed era stata Hermione ad assicurarsene.
Mise via la lettera e incrociò lo sguardo di sua moglie, che forse continuava a non avere la minima idea di quanta gratitudine nei suoi confronti evocasse in lui; posò la fronte contro quella di lei e, mentre una lacrima solitaria rigava la sua guancia, Draco sussurrò
«Per l’eternità», rinnovando la loro promessa. E poi, dopo averla baciata con trasporto, le sue labbra pronunciarono due parole che non aveva mai detto prima, né si era mai immaginato di dire, nonostante tutto. In quel momento, però, quelle due paroline premevano violentemente per uscire:
«Amore mio
 


[FINE]





N.d.a.

Ciao,
Eccoci qui, con questa storia che volge al termine.
Ho iniziato a scrivere Salazar's Code subito dopo Fine Line, quando ero ancora convnta che sarebbe stata più breve di quest'ultima (di fatti lo è, ma di poco. Ho solo reso i capitoli più lunghi, con meno aggiornamenti) e invece è venuta fuori un'altra long lunghissima. È stato un lavoro durato mesi, preceduto da un dibattito interiore su quale delle due trame utilizzare (i diari, o il codice?), conclusosi quando ho deciso di optare per entrambi (perché no?)
Un lavoro iniziato quest'estate e portato a termine solo di recente con la revisione finale.
Dal momento che il Prologo era interamente pov Draco, mi è sembrato giusto che a concludere la narrazione fosse Hermione.
Mentirei se vi dicessi che non mi dispiace nemmeno un po' che sia finita, tendo ad affezionarmi quando si tratta di storie così lunghe, ma i personaggi hanno ormai fatto il loro percorso ed è giusto lasciarli alle loro vite. Andare avanti, con nuove storie che lavorerò per raccontarvi nei prossimi mesi (altre Dramione, ma, spero, anche la storia originale che ho in cantiere, se sarete così gentili da dare un'opportunità anche a quella).

Con questa piccola nota ci tengo semplicemente a ringraziare di cuore chiunque di voi abbia letto Salazar's Code, ma soprattutto a rivolgere un ringraziamento speciale a voi che avete recensitoto la storia, ormai sapete quanto apprezzi ricevere un feedback, quanto sia importante per me sapere le vostre opinioni, oltre che estremamente gratificante, dal momento che ogni singola storia che pubblico ha alle spalle ore, giorni, mesi di lavoro (le long in particolare), costante.
Infine, grazie a anappleformalfoy , la mia Parabatai, senza la quale probabilmente avrei continuato a impedirmi di tornare a scrivere con ogni scusa possibile.
Spero che la storia vi sia piaciuta (fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va) e in tal caso, se avete ancora la pazienza e la voglia di leggere ciò che scrivo, restate sintonizzati/e per le nuove Dramione in arrivo (e per il continuo di The Weight of Us).

A presto!

 

   
 
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