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Autore: Asia Dreamcatcher    14/01/2023    2 recensioni
[dal primo capitolo]
"«È strano» esordisce Harry mentre cerca stoicamente di tenere a bada il dolore.
«Mh?»
«Tu. - le parole gli escono senza che abbia il tempo di rifletterci – voglio dire, non avrei mai pensato di vederti in questa veste, ecco» Harry strizza gli occhi in difficoltà, ha il terribile presentimento che le parole gli siano uscite tutte storte [...]
Pansy si lascia sfuggire un sospiro [...] «Il tempo cambia le cose»"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson, Vari personaggi | Coppie: Harry/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo cinque

Heartbeat


§

Pansy osserva la labbra ben disegnate di Harry stendersi rapidamente verso l'alto, mentre realizza quello che ha appena detto. L'ha chiamato per nome! E l'ha fatto davanti a tutti.
Il suo sguardo indugia sulle figure di Draco e la Granger, appena sopraggiunti; la fissano con espressione speculare di perplessità, Theo ha perfino sollevato il sopracciglio in quello che per lui è un moto di incredulità, mentre Morag pare incuriosita. Sugli altri nemmeno vuole soffermarsi, per l'imbarazzo. Si siede velocemente proprio accanto all'auror, che invece sembra contento, se non divertito e sollevato; prova il desiderio di tirare un cazzotto a quel volto piacente e pacifico.
«Ciao Hermione!» trilla svagata Millicent, attirando momentaneamente l'attenzione generale, mentre la ragazza in questione ridacchia e ricambia il saluto.
«Spero che a Parigi sia andato tutto bene».
«Sì Potter, io e Hermione abbiamo una tresca segreta, hai indovinato!» replica allegra e melliflua in direzione del ragazzo, che ha assunto un'espressione dubbiosa «Tanto sembra che non siamo le uniche» mormora divertita, mentre Pansy, ancora imbarazzata, la trascina malamente sulla sedia accanto a lei.
«Com'è che vi conoscete?» chiede non appena Hermione prende posto accanto a lui. La ragazza si concede una lunga sorsata d'acqua prima di rispondere.
«Beh Millicent lavora per l'ufficio Cooperazione internazionale e ci è capitato di collaborare ogni tanto».
Pansy osserva con la coda dell'occhio l'aggraziata disinvoltura di Hermione Granger, che interloquisce tranquillamente con tutti, persino con Draco; e lui – lo conosce bene – sembra realmente interessato a quello che lei ha da dire. O l'elegante sicurezza di Morag che, stupenda in un delicato abito da cocktail panna, si comporta da perfetta padrona di casa con accanto la serena figura di Theo, che la guarda come fosse la sola persona nella stanza. E poi c'è Millicent che chiacchiera con la sua immancabile spigliatezza, quasi senza badare a chi sia il suo interlocutore.
Lei invece non si sente né disinvolta, né spigliata, solo terribilmente inadeguata; ripensa agli anni ad Hogwarts a quanto fosse vanesia e a quanto le piacesse avvolgersi nella sua insulsa frivolezza e meschinità. Tutti sembrano essere andati avanti... .
Si rende conto che Theo la sta fissando con sguardo severo e preoccupato, ma a quanto pare non è l'unico.
«Ehi Pansy? Tutto bene?», Harry accanto a lei, si sporge nella sua direzione, le scure sopracciglia lievemente aggrottate.
«Eh? Cosa?» la mora si ridesta e annuisce «Sì, bene. È stato un pomeriggio... intenso» ridacchia, portandosi nervosamente una ciocca scura dietro l'orecchio.
«È per via della vecchia lady con il singhiozzo che fa spaccare gli oggetti?» le domanda, ricordando i racconti di quella mattina.
«Oh Salazar! Quella donna mi tratta come fossi un elfo! È stata tremenda, prima il cibo troppo insipido, poi i cuscini troppo cuscinosi e se non erano quelli era la radio dal corridoio— Quanto rischio se le capita un incidente... mortale?» domanda infine con cupa ironia. Harry scuote la testa divertito, «Mmh potresti provare a puntare sulle attenuanti».
«Ho capito! Lasciamo perdere, non ho speranze di evitare Azkaban. A proposito, come stai? La ferita ti da fastidio?» si informa, assumendo un atteggiamento professionale, le iridi chiare che puntano il suo maglione come se fossero in grado di vedere attraverso.
«Prude, ma comincia ad essere sopportabile, mi sento bene. Ce la faccio tranquilla», glielo dice con un sorriso rassicurante e Pansy lo fissa di rimando. Non si accorge che Theo ha distolto lo sguardo e pare rasserenato.
«Certo che siete in confidenza voi due».
La voce di Millicent si intromette tra loro con tono volutamente melenso. Pansy la trucida con un'occhiata, mentre Harry – anima candida – risponde con tranquillità:
«Colpa mia, è costretta a venire da me per rifarmi la medicazione, e beh abbiamo iniziato a chiacchierare, diciamo che l'ho praticamente obbligata». L'ex slytherin lo ascolta con assoluto piacere, mentre l'altra vorrebbe disilludersi immediatamente.
Pansy però, a quel punto realizza una cosa e ne approfitta per vendicarsi della sua adorabile amica.
«Ah Mills, lo sai che Harry fa squadra con Anthony Goldenstein, del Ravenclaw, eh, te lo ricordi M-i-l-l-i-c-e-n-t?», chiede con tono cantilentante, le iridi chiare illuminate da un luccichio diabolico. Silenzio. L'acqua va di traverso a Millicent al solo sentire quel nome e lancia un'occhiata sconvolta all'amica. I suoi occhi azzurri sembrano dire “non osare dire altro!”
«L'ho invitato ma purtroppo era già impegnato. Dannato Anthony la prossima volta lo obbligherò», si intromette Morag svagata. Millicent ringrazia la sua buona stella, protettrice degli amori impossibili. Non ha niente contro Goldenstein anzi, aveva avuto per buona parte dei suoi anni ad Hogwarts una cotta esagerata e incontrollabile per Anthony Goldenstein. Non si era mai dichiarata, era ovvio. Lui era semplicemente oltre la sua portata, questa era sempre stata la sua modesta opinione.
Fortunatamente la conversazione viene dirottata da Morag e Hermione, a cui Draco si unisce volentieri, sull'ultimo articolo uscito in Trasfigurazione Oggi riguardante il geranio zannuto e alcuni suoi nuovi ritrovati sperimentali.
Poi si passa al Quidditch e alla prossima coppa del mondo e lì la serata procede su binari ben consolidati, malgrado tifoserie contrastanti.
Lei e Harry non hanno modo di scambiarsi che qualche breve commento per il resto della cena; ma mentre lo osserva discutere allegramente con Boot e Theo riguardo le favorite del campionato, realizza che non ha fatto altro che guardarlo per gran parte della serata, il suo volto, le sue espressioni, il modo in cui gesticola e non appena si chiede il perché, il suo battito accelera, e lei vorrebbe fuggire.


Pansy si infila il camice sbadigliando vistosamente, controlla di avere tutto ciò che le serve – due volte come sempre – e si da un'ultima occhiata nel piccolo specchietto circolare e finemente decorato con vivaci pietre preziose, l'unica cosa che è riuscita a portarsi via.
L'immagine riflessa è per lei abbastanza soddisfacente, anche se quella notte ha dormito davvero poco.
«Ohi Pansy ben arrivata!», la saluta calorosamente Ernie Macmillan al suo ultimo anno di specializzazione, come lei.
«Ciao Ernie, nottataccia?», chiede divertita sedendosi accanto a lui nella stanzetta dedicata agli specializzandi. Osserva l'espressione abbacchiata sul suo volto magro e i folti capelli biondi sparati in ogni direzione, le ricordano quelli di Harry. Trasale come fosse stata punta da un insetto poi poggia il gomito sul tavolino e si copre il volto, sconvolta da quello che ha appena pensato.
«Tutto ok? Comunque è stato un delirio nel reparto Incidenti! Tre esplosioni di calderoni, due ritorni di bacchetta e un cretino di adolescente che ha provato a Smaterializzarsi. La cosa più interessante è stato assistere Smethwyck1 » borbotta assonnato. Pansy solleva un sopracciglio, «Sei riuscito a battere sul tempo Augusto2?». Ernie le fa un sorrisetto vittorioso. La ragazza sa quanto il compagno tenga a entrare nel reparto ferite da Creature magiche.
«È arrivato un tizio con diverse punture provocate da un billywig3 e Augusto era impegnato su un altro caso, così mi sono fatto avanti».
«Beh buon per te» annuisce Pansy, l'ex hufflepuff comincia a mostrare un po' di carattere.
«Parkinson la tua paziente è quella vecchia col singhiozzo frangi-oggetti?», la voce graffiante di Joanne Lowell la coglie di sorpresa, si volta e accenna un sorriso scaltro verso la figura giunonica con la fluente coda castano chiaro che le sta venendo incontro.
«Cosa mi offri in cambio Lowell?». Le due non avevano iniziato col piede giusto, Joanne era una Nata Babbana e lei beh, non era stata proprio amichevole, la testa ancora piena di pregiudizi, c'erano state molte incomprensioni, ma poi costrette a lavorare fianco a fianco e a fare affidamento l'una sull'altra, diverse cose si erano appianate fra loro..
«Un'amabile nonnino che si sta facendo ricrescere le ossa per un erroneo incantesimo»
«Dov'è la fregatura?»
«È uno a cui piace allungare le mani» si intromette Ernie, sorridendo mentre Joanne lo fulmina con lo sguardo.
«Mi tengo l'aristocratica vecchia irritante»
«Ti è familiare per caso?», sogghigna ironica. Pansy rotea gli occhi e le mostra la lingua.
A quel punto entra Eliza Fawley che osservando i suoi tre specializzandi chiacchierare affiatati si lascia andare ad un breve sospiro sollevato, prima di assumere il suo solito cipiglio grave.
«Giro di visite, forza!».

La giornata in ospedale passa correndo da un corridoio all'altro, assistendo Eliza, che con cipiglio imperioso valuta la preparazione dei suoi protetti quando interpellati, e compilando pergamene che sfrecciano fra i reparti veloci.
Pansy si è ritrovata, suo malgrado, a pensare a Harry. Brevi flash: un paziente dai capelli corvini ma non quanto i suoi, una situazione divertente “questa dovrei raccontargliela”, piccoli sprazzi di luce e calore che hanno invaso la sua mente e il sottile e trepidante sollievo che l'avrebbe rivisto quella sera.
La ragazza non si sofferma — o forse non vuole — su cosa davvero significhi, sono stati pochi giorni, ma, e lo riconosce con lieve e vergognoso disdegno, è piacevole sapere che c'è qualcuno che ti aspetta. Certo lei va da lui per curarlo, però non le sembra il classico rapporto paziente-curatore; Harry è così... rassicurante, la accoglie e lo fa malgrado tutto il passato e questo, nel suo profondo intimo, la commuove. Il pensiero di incontrarlo è confortante.

È quindi, con un leggero battito accelerato che si presenta sull'uscio di Grimmauld Place, le guance delicatamente arrossate e le iridi di giada sgranate.
Harry le apre con mezzo sorriso divertito, i capelli nerissimi e scarmigliati e il maglione che gli cade da una spalla. Pansy è talmente concentrata su di lui, che non fa caso al nodo rovente che le stringe petto e stomaco o il respiro che le si accorcia per un mero attimo.
L'ex slytherin è contenta del suo lavoro: la ferita sta guarendo esattamente come dovrebbe, i margini sono meno frastagliati e sempre meno arrossati, termina di pulirla e poi ordina, con un incantesimo, alle bende di fasciarsi al petto del giovane, rilassato con gli occhi socchiusi e il respiro calmo, mentre il peloso Loki annusa l'aria sulla sua spalla.
«Ho finito» dice a tono basso per paura di disturbare il suo riposo, ma Harry solleva lo sguardo e la ringrazia.
«Vuoi del tè?».

Harry sorride dentro di sé mentre le passa la tazza colma di tè alla menta, dopo la sera precedente le sembra molto più rilassata in sua presenza, il che gli fa ben sperare. Gli piacerebbe aiutarla a lasciarsi davvero alle spalle il passato. Harry aveva avuto la sua dose di tragicità, ma quando aveva sentito la storia dei Malfoy durante il processo, che si era svolto immediatamente dopo la conclusione della guerra, si era stolidamente reso conto che, anche chi era stato dall'altro lato della guerra aveva avuto la propria dose di orrori e dolore; il pensiero era volato a Severus Piton e a quanti pregiudizi aveva riversato – a torto o a ragione – su di lui, solo perché non si mai dato la pena di chiedere, di provare ad andare oltre. Ora invece, cerca di imparare da ciò che è stata la sua adolescenza.
«Ammetto che non ti facevo tipo da snaso» dice Pansy mentre gratta gentilmente la testolina di Loki e strappandolo dai suoi pensieri.
«É stato un regalo di Ginny» replica bruscamente, mentre la ragazza si morde il labbro inferiore inquieta, non capendo se il suo sia stato un errore o no.
«Prima di andarsene in verità» continua lui sforzandosi di andare fino in fondo.
«Avete anche convissuto quindi...»
«É stato per qualche mese e in ogni caso spesso era in ritiro con la squadra». Pansy cerca di capire che tipo di sentimenti impregnino la voce di lui, ma le sembra solo malinconica e pacata rassegnazione.
«Mi spiace. Sembr— sembravate molto affiatati», oddio si sente uno schifo come consolatrice.
«Lo siamo stati... per un periodo. Poi – si ferma un attimo e tenta di trovare le parole giuste, ha un'espressione così buffa che Pansy sorride leggermente – io avevo bisogno di stabilità, di pace, e forse, anzi no ero molto concentrato su me stesso, sai per cercare di rimettere insieme i pezzi» la ragazza annuisce con vigore intuendo perfettamente ciò che sta dicendo, «e lei beh lo stesso, Fred era morto e non sono riuscito a starle accanto come lei si aspettava».
«Credo che nemmeno lei sia riuscita a farlo con te. Insomma non mmh... era il momento».
«Già. Così ci siamo lasciati, lei ora gioca da titolare nelle Holyhead Harpies, va forte».
«Siete rimasti, come dire, in buoni rapporti nonostante tutto?», non capisce il perché ma è stranamente molto interessata alla risposta.
«All'inizio no, anche se insomma Loki è qui. Dopo un po' sì certo, l'affetto per lei c'è sempre ma— più simile a quello che ho per Hermione, è come se fosse una sorella», si sente in dovere di specificare.
«Oh bene. Voglio dire buon per voi».
Harry sbadiglia e Pansy si alza per andarsene.
Sono alla porta quando il ragazzo si schiarisce la gola e attira la sua attenzione.
«Senti Pansy—»
«Sì?»
«Tra due settimane c'è l'annuale festa di Yule4 al Ministero, e beh Kingsley, intendo il Primo Ministro, ci tiene che io, Ron e Hermione siamo presenti. Solo che Hermione da quando si è lasciata con Ron riesce ad evitarle in modo magistrale, ha talento anche per questo, comunque, Ron quest'anno verrà con Demelza, si sono fidanzati l'altro giorno – Pansy tenta di capire dove quel giro di parole vada a parare – e io vorrei evitare di essere preda di tutti quei vecchi benefattori e donatori e di dover essere il terzo incomodo tra Ron e Demelza, già passato, non fa per me, nope.»
«Sì ci va anche Eliza, cerca di raccogliere fondi per il St. Mungo»,
«Ecco, Kingsley usa me invece. Quindi insomma ci verresti?»
«Prego?»
«Vorresti accompagnarmi alla festa di Yule? Come amica o salvatrice della povera esca spilla-soldi» dice in fretta. Godric! È conscio che gliel'ha chiesto in modo così imbarazzante.
Le iridi di Pansy si dilatano per la sorpresa. Lui vuole lei?
«Sì» risponde senza pensarci. Oddio ma che le è preso? Il suo sguardo incontra quello acceso di lui e lei annuisce con maggiore forza.
«Sì, va bene, ti accompagno».
«Fantastico! Grazie mille Pansy!».
E mentre si lascia alle spalle Grimmauld Place, Pansy sa che quella notte non riuscirà a chiudere occhio.


1-Ippocrate Smethwyck: responsabile del reparto Ferite da Creature magiche (fonte: potterpedia)
2-Augusto Pye: tirocinante di Smethwyck (fonte: potterpedia)
3-billywig: è un insetto magico originario dell'Australia, all'estremità del corpo reca un pungiglione lungo che provoca vertigini e in seguito levitazione.
4-Yule: nella tradizione celtica è la festa pagana della luce e della rinascita, viene celebrata il 21 dicembre (Solstizio di inverno), giorno più buio dell'anno e data d'inizio dell'inverno.

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Ecco il quinto capitolo, qualcosa qui comincia a muoversi, sopratutto da parte di Pansy. Cosa succederà nel prossimo capitolo? E chi lo sa!
Ah! A qualcuno piacerebbe vedere interagire Millicent ed Anthony? Io qualche idea ce l'avrei.
Grazie a chi è giunto fino a qui.

A presto.

   
 
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