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Autore: lulette    30/01/2023    4 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Quid fiet




(Ciò che può succedere)











 

Merlin se ne era andato via già da parecchio tempo ormai, ma il re accoccolato sotto le coperte, tardava ad addormentarsi.

Quello che era successo durante la giornata con il suo servo, quello che lui aveva detto a Merlin e che sul momento era sembrata un'ottima soluzione, anche piuttosto divertente, gli creava ora una certa agitazione e diversi dubbi.

'Sono stato egoista, forse anche perfido!'

Sapeva fin da quando aveva elaborato quel piano, la sera precedente e l'aveva esplicitato al valletto, che Merlin non era d'accordo. La sua reazione sbalordita, l'espressione spaventata, e quel discorso sconclusionato con il quale Merlin se ne era uscito, dimostravano senza incertezze che il ragazzo avrebbe fatto qualsiasi altra cosa pur di non fare 'quella'!

 

Gli venne il dubbio di non essere stato chiaro. Non l'aveva infatti rassicurato sul fatto che in realtà non avrebbero dovuto fare nulla se non stare vicini, probabilmente abbracciati in un letto. Sinceramente gli sembrava inutile specificarlo. Era ovvio, ma se per Merlin non lo fosse stato? Non si era dimenticato di ciò che aveva scoperto sull'altro, e cioè che il ragazzo avesse molto più di una semplice cotta per lui.

Era forse arrivato il momento di dirgli che lo sapeva? Dio, Merlin si sarebbe vergognato a tal punto che … No, non era una cosa saggia. Specialmente in quel momento. Continuava a volerlo accanto a sé e il delicato equilibrio che sembrava essersi creato tra loro poteva essere distrutto da quella rivelazione. Era anche per tenerlo vicino che aveva favorito l'avvicinamento di Valiant a Merlin, nonostante quel pensiero gli creasse il solito fastidio allo stomaco.

Si era anche domandato perché Merlin non volesse fare la loro 'scenetta'. Se era così innamorato, non avrebbe dovuto essere contento di avere la possibilità di stargli accanto in quel modo, anche se per poco e solo fingendo?

Conosceva la risposta. Merlin non era un uomo sordido. Al contrario. Per lui sarebbe stato difficile. Anche doloroso. Si trattava di snaturarsi, di mantenere il controllo in una situazione al limite. Si trattava di ingannare la sua amica Gwen, di farla stare male. E lei lo avrebbe odiato e considerato un traditore. Anche Merlin era stato geloso a sua volta di Gwen. L'aveva fatto capire tante volte. E aiutare il re ad allontanarla, avrebbe potuto dargli una bella sensazione. Ma non era così.

 

'Per me giacere anche se per finta con qualsiasi altro uomo, non sarebbe possibile. Merlin invece nutre per me dei sentimenti d'amore, che rendono la cosa più naturale, se non addirittura tenera. Lui però non la vede allo stesso modo. Forse è il fatto di essere innamorato a bloccarlo, dal momento che lui sa che mi piacciono le donne e che quindi non potrei ricambiarlo. Ma in parte si sbaglia. Anch'io mi vergogno ma credo che potrebbe essere anche divertente, se entrambi la prendessimo con il giusto distacco.' Si trattava di Merlin, il suo miglior amico. Era pieno di affetto per lui. E provava per il suo servo la stessa stima, il medesimo senso di lealtà e di devozione che l'altro gli dimostrava ogni giorno. Non ne avevano mai parlato apertamente, ma era convinto che non ce ne fosse bisogno. Poi ebbe un momento di lucidità. 'Ma quale giusto distacco? Questo vale per me, ma se Merlin è così coinvolto per lui potrebbe essere una tortura...' Non si era mai sentito così mentalmente instabile. Non faceva che cambiare idea e più si arrovellava più gli sembrava di non capirci niente.

 

Sperava ancora di convincerlo. Altrimenti avrebbe davvero dovuto parlare con Gwen e lasciarla. Sebbene l'universo intero non avrebbe approvato un finale così, per una storia d'amore. L'ira di una donna abbandonata sembrava essere pari, nell'immaginario collettivo maschile, all'esplosione di una parte dell'universo e all'inizio della fine per chi arrivava a osare tanto. Così gli aveva fatto capire Merlin. Sulla questione, Arthur si era confrontato la sera prima con alcuni dei suoi cavalieri, davanti a una pinta di birra, chiedendo loro un parere generico per qualche suo parente inesistente. E tutti si erano trovati più o meno d'accordo con Merlin. Era come trovarsi all'interno di un campo di battaglia. Bisognava stare attenti altrimenti non si sarebbe potuta evitare una catastrofe.

Il re stava cominciando a cambiare idea. Merlin non c'entrava niente. Era giusto coinvolgerlo?

Avrebbe potuto rinunciare e l'avrebbe fatto se Merlin lo avesse pregato.

E si addormentò, con la coscienza più tranquilla...

 





 

Il mattino dopo, di buon'ora, Merlin si svegliò sentendosi finalmente in forma, dopo un lungo sonno ristoratore.

Quando arrivò in camera del re per svegliarlo, questi gli si rivolse ancora prima che Merlin aprisse le tende.

"Potremmo farlo oggi… Spero tu non ci abbia ripensato…" gli stava dicendo Arthur, ancora sdraiato sotto le coperte e inebetito dal risveglio.

"Invece sì, sire. Ci ho ripensato in continuazione. L'altro giorno non mi avete voluto ascoltare. E ieri sera ero io troppo stanco per affrontare questa cosa enorme. Ma voi sapete giá cosa voglio chiedervi, vero?" disse Merlin, aprendo le tende.

"Forse, ma mi permetto di insistere e di insistere ancora" fece Arthur cacciando la testa sotto le coperte, infastidito dalla luce intensa del mattino. Cos'era successo? Arthur ricordò i buoni propositi della sera precedente. Tutte sciocchezze. Merlin doveva aiutarlo!

"Gwen è mia amica!"

"Ed è la mia fidanzata!" ribadì il re sbucando con la testa fuori dalle coperte, mentre Merlin si diresse verso l'armadio.

"Appunto, un doppio tradimento! Sarebbe troppo per chiunque."

"È un modo cruento, sono d'accordo! Ma è anche il modo più veloce per farsi lasciare. Inoltre può essere utile a far sì che Gwen riesca a farsela passare più in fretta… anche se credo che a lei sia già passata da tempo!" disse Arthur stirandosi voluttuosamente.

"Io invece non ne sono sicuro…Voi siete consapevole che in questa maniera lei tornerà molto probabilmente tra le braccia di Lancelot?"

"È quello che spero. Credo che sia quello che vogliamo tutti!"

"E questo non vi fa soffrire?" chiese Merlin con le vesti di Arthur in mano.

"Un po' sì. Ma più per orgoglio che non per vero dolore. Sono geloso e possessivo di natura e questo tu lo sai bene … ma so anche che questa è la cosa più giusta per me … e per loro!" Così dicendo Arthur venne fuori dal letto e si mise in piedi per permettere al servo di rivestirlo.

"Li manderete via, se torneranno insieme?"

"No, non credo. Ma almeno all'inizio spero si comportino in maniera discreta."

"È qui il punto. Gwen sarà triste e arrabbiata. Non credete che possa dirlo a qualcuno?"

"Che lo dica a Lancelot lo metto in conto... se sarà necessario dovrai parlare con lui e convincerlo a tenere la cosa per sé" disse Arthur specchiandosi una volta rivestito.

"Lui è mio amico, ed è un uomo nobile e generoso. Normalmente non divulgherebbe mai una notizia del genere, ma se qualcuno fa soffrire Gwen, allora non so come potrebbe reagire… Oh, cavolo! Perderò anche lui" 

"Magari non ce ne sarà bisogno!" disse Arthur sedendosi al tavolo, fingendo di non aver sentito il lamento di Merlin.

"Io lo spero…" disse Merlin confuso e preoccupato dalle conseguenze che già immaginava e alzò la voce che venne fuori acuta e stridente. "E se invece divenisse di dominio pubblico e tutta Camelot sapesse che ve la fate con me?"

"Temo che per salvare la faccia … saresti costretto a sposarmi!" disse Arthur infilando in bocca due chicchi d'uva.

Merlin fece una smorfia tale che Arthur scoppiò a ridere.

"Sì, sì! Ragliate pure! Da bravo asino che siete…" disse sarcastico Merlin allontanandosi per poter rifare il letto.

"Sei talmente ingenuo…"

Merlin si offese. Il re gli diceva cose che gli facevano schizzare il cuore in gola e poi gli rideva in faccia. 

"Perché dovrei essere io a salvare la faccia? Voi avete molto più da perdere di me, maestà! Io potrei anche trarne qualche vantaggio, non credete?" chiese battendo con forza i cuscini per sprimacciarli.

"E come? Pensi che ci sarebbe la fila fuori dal castello piena di alternativi per te?" domandò Arthur addentando un pezzo di formaggio.

"La fila di alternativi, sarebbe per voi tutt'al più, fino al bosco e oltre..." sorrise Merlin, maligno mentre lisciava il copriletto con le mani.

"E pensi che la cosa mi spaventi? Sai quanti re alternativi ci sono stati e ci sono tuttora? Uno lo hai già conosciuto: Odin! L'altro è re Alined! Che se la fa con il suo servo! E credi che a qualcuno di loro sia stato torto un capello per questo? No, Merlin. Fino a prova contraria i re possono fare 'tutto'. A loro è concesso, perché sono dei re."

Merlin sospirò di sollievo in cuor suo. Era molto tranquillizzante il fatto che per Arthur non ci sarebbe stata alcuna conseguenza, se si fosse sparsa la voce. Ma si finse comunque irato. "Ecco perché avete preferito me? Perché sacrificare un cavaliere quando potete usare un servo idiota?" chiese Merlin buttando con rabbia i panni sporchi del re in un cesto.

"Sei davvero un idiota, Merlin. Gli amanti del re, proprio come le amanti, sono sotto la protezione del sovrano e godono di grandi privilegi, almeno finché restano 'amanti del re'!" dichiarò Arthur per poi dare un grosso morso a un pezzo di pane.

"E comunque" precisò Merlin. "Non è solo per Gwen che ho delle remore. Io ho una mia dignità da mantenere!"

"Perché io no? Non pensi che per te, essendo già alternativo, potrebbe essere più facile che non per me, che sono ehm… tradizionale?" disse il re, spostandosi alla sua scrivania e aprendo un cassetto per prendere alcune carte, penna e calamaio.

A Merlin venne quasi da ridere "Tradizionale mi piace come parola per definire quelli come voi, maestà! Anche se dà un'idea di antico e stantio… però non vi state dimenticando di qualcosa? Non pensate che per voi, essendo più esperto di me, e di molto, potrebbe essere più facile, rispetto al sottoscritto che è 'a digiuno' da sempre?"

"Stai imparando adesso. Nell'arco di due giorni sei già stato baciato da due uomini diversi. E stare abbracciato a me per un po' potrebbe essere una piccola esperienza in più. Ricordi che volevo essere il tuo insegnante? Prendila come se fosse una esercitazione pratica!"

Merlin si fermò a mezz'aria con lo straccio in mano. "Non ho capito cos'è che dovrei imparare!"

"Com'è stare abbracciato a un uomo, pelle a pelle. Capire quali possono essere le tue sensazioni e magari trovarlo piacevole. Potrebbe darti una spinta in più a cercare un uomo che ti renda felice!"

"Grazie, ma io guardo anche altre cose in un uomo. Se bastasse stare vicino agli uomini per desiderarli, allora diventerei esattamente come non voglio. Cioè un uomo da marciapiede… Invece voi come pensate che sarà?"

Il re non si aspettava questa domanda decisamente scomoda.

"Non lo so, Merlin. Anch'io sono 'digiuno' di queste cose! Posso dirti che sono certo che non proverò disgusto."

"Ma è meraviglioso!" ribatté Merlin con amara ironia, riprendendo a pulire il tavolo.

Arthur sorrise e continuò. 

"Non credo che sarà sgradevole, ma neanche troppo gradevole… sarà come abbracciare un buon amico"

 

"Posso chiedervi di prendere qualcun altro al mio posto?" chiese Merlin in un accesso di ansia, mentre si chinò a occuparsi del fuoco nel caminetto.

"Sì, ma sinceramente non potrei mai farlo con uno a caso. O tu oppure … lascerò perdere."

"Avete scelto me perché sono … alternativo?"

"No, ho scelto te perché … sei tu e mi fido di te…"

"Quindi se io rifiutassi, come fareste?"

"Lascerei Gwen e succeda quel che succeda … terremoti e uragani compresi"

Merlin rimase stupito e immobile per parecchio tempo. 

"Lo farò!" disse abbassando il capo. Ma qualcosa dentro di lui si contrasse, qualcosa che assomigliava alla sua magia e che gli suggerì che stava sbagliando. 

"Davvero?" Arthur si illuminò.

Il servo annuì con il capo. "Tu sai che non faremo nulla, vero Merlin? Nulla di sconveniente intendo."

Merlin finalmente sorrise.

"Ci mancherebbe solo quello … Come faremo per farci sorprendere da Gwen?"

"Di questo non preoccuparti. Ho intenzione di far consegnare un messaggio a Gwen da Rob, lo stalliere!"

"Rob è un disastro per queste cose!"

"È proprio per questo che stavolta è perfetto! Pensavo di far venire Gwen verso pomeriggio inoltrato. Ma avrò bisogno che tu venga qui prima, per discutere sugli ultimi dettagli!"

"D'accordo, ma avverrà qui? Nello stesso letto in cui siete sempre stato con lei?" Merlin prese la cesta dei panni con una mano e il vassoio con i piatti sporchi con l'altra e fece per uscire.

"Non ha importanza dove, Merlin!"





 

La prima cosa che Merlin fece, dopo aver lasciato Arthur fu di tornare in laboratorio. Aveva bisogno di fare un bagno, lavarsi la testa, rifarsi la barba e pulirsi i denti. Non voleva assolutamente avvicinarsi al re senza essere più che pulito o rischiare di avere un odore sgradevole.

Gaius era solo: "Merlin! Non ho concluso nulla! Il talismano non compare nei miei libri, né in quelli della biblioteca. Ho paura che si tratti di magia nera e non sono affatto tranquillo."

"Avete provato a cercare nei libri della zona proibita?" "Ho chiesto a Geoffrey ma lo sai che non lascia entrare nessuno lì dentro"

"Ci penserò io, Gaius, ma più tardi. Vi porterò tutti i libri che riuscirò a trovare ma oggi non vi aiuterò a cercare ciò che vogliamo. Magari domani, se il castello sarà ancora in piedi."

"Che cosa significa?"

"Niente Gaius, scherzavo. Valiant come sta?"

"Sta meglio, ma avrà bisogno di altre cure per evitare il rigonfiamento delle ferite. Però guarirà senza strascichi. Al massimo gli rimarrà qualche piccola cicatrice. Dovrebbe arrivare tra poco per cambiare il bendaggio."

"Grazie Gaius per ciò che  fate per lui… ma ora se mi volete scusare, vorrei farmi un bagno!"

"Perché un bagno? A metà settimana?"

"Ne ho bisogno, Gaius!"




 

Valiant, dopo pranzo chiese di essere ricevuto da Arthur che acconsentì.

"Oh, mio caro Valiant. Come vi sentite oggi?"

"Bene. Il vostro medico mi sta curando con molto scrupolo."

"Avete qualcosa da dirmi sull'incidente di ieri? Qualcosa deve aver spaventato il vostro cavallo?

…"

"No, maestà. Hector non teme nulla a parte il fuoco. E ieri si è comportato in un modo molto strano. L'ho appena ricontrollato ed è a posto."

"Cosa pensate che sia successo, quindi?"

"Credo che qualcuno abbia stregato il mio cavallo. A Camelot c'è qualcuno che non mi vuole… per cui ho pensato di rimanere qui meno del dovuto. Vorrei però avere da voi il permesso… di corteggiare Merlin…"

"Mi sa che l'avete già fatto anche senza il mio permesso. Mi ha detto che l'avete baciato…"

Valiant arrossì vistosamente fino alle orecchie.

"Sì. Ho agito sull'onda dell'entusiasmo, ma … volevo farlo. Nutro dei sentimenti molto profondi per Merlin. E le mie intenzioni sono serie."

"Per me va bene, ma dovreste considerare di trasferirvi a Little Castle, se pensate di prenderlo a vivere con voi, purché ovviamente lui continui di giorno a lavorare per me. Non posso rinunciare a Merlin e ai suoi servigi. A proposito avete visitato Little Castle? Sapete che lo farò restaurare in ogni sua parte?"

"Purtroppo stavamo per andare a vederlo, quando ho avuto l'incidente con il cavallo."

"Peccato! Perché anche Merlin desidera rimanere a Camelot."

"Non potrei portarlo con me, solo per un po'? Qualche giorno per capire se anche lui mi vuole come lo voglio io? In questo caso potrei anche decidere di venire ad abitare a Camelot."

"Rimanete ancora qualche giorno, per favore. Vi farò dare una scorta armata per proteggervi. Ricordate però che l'ultima parola toccherà come sempre a Merlin…"

"Vi ringrazio tantissimo, maestà!"

"Oggi però Merlin è occupato con me e non vi sarà possibile vederlo…"





Merlin, nascosto da una pila di vecchi libri polverosi, arrivò nella sua stanzetta, dove il vecchio mentore lo stava aspettando con ansia.

Julius non c'era. Non era una buona cosa. Che faceva tutto il giorno fuori, se a Camelot non conosceva nessuno?

 

"Mi dispiace di non potervi aiutare, Gaius!"

"Come hai fatto con… Geoffrey?"

"Gli ho praticato un incantesimo …l'ho fatto addormentare sui suoi amati volumi. Dovrebbe dormire ancora per qualche ora!"





Merlin rientrò nelle stanze di Arthur in perfetto orario.

"Io starò da questa parte del letto, Merlin, dove dormo sempre, mentre tu starai dall'altra parte."

"Possiamo stare vestiti, vero Arthur?"

"Beh, dovremo toglierci le camicie. Se ci ragioni ci arriverai da solo."

"E se la cavaste solo voi?"

"Uh, quante storie! I veri amanti non portano camicie"

"Se Gwen avesse un pugnale con sé, rischieremmo entrambi la vita."

"Gwen non ha mai girato armata. Ma se anche fosse, non farei fatica a fermarla."

"Se dovesse cominciare ad urlare?"

"Sarei costretto a scendere dal letto per tranquillizzarla!"

"E vedrebbe che indossate i pantaloni! Potreste sempre dirgli che avete freddo"

"Hai ragione, accidenti. Dovrò spogliarmi completamente e tenere un panno vicino al letto per coprirmi, se dovrò alzarmi."

"Io preferirei che voi steste vestito!"

"E dai, Merlin. Praticamente mi vedi nudo tutti i giorni, quando faccio il bagno!"

"Vero. Vedo più nudo voi di quanto non veda me stesso, ma normalmente voi ve ne state là e io qua. Oggi invece..."

"Temi forse che potrei farti… effetto?"

Merlin sentì la faccia bruciare: doveva aver cambiato colore. Arthur mise le mani avanti.

"Scherzo! Scusa, scusa, scusa!" disse il re velocemente, essendosi accorto di essere andato quasi oltre i limiti della decenza.

"Non preoccupatevi. Se vi limiterete a fare quel che vi siete ripromesso, sarò in grado di rimanere completamente indifferente. Essere 'alternativo' non fa di me un maniaco! Anche se da ciò che ho visto, temo che questo valga solo per me!"/span>

"Ho visto che ti piace la parola 'alternativo' per definire la tua posizione circa i tuoi gusti sessuali"

"Non mi dispiace. Tutti gli altri termini sono estremamente giudicanti e mai in positivo."

"Mi sa che sia tu il primo a considerare le persone alternative come maniaci, a parte te."

"Purtroppo penso sia così. Non per tutti, ma per la maggioranza sì. In fondo anche gli alternativi sono sempre comunque uomini."

Arthur ci rimase male. "Uomini uguale maniaci. Quindi anch'io?"

"Voi siete il re e io non posso giudicare il vostro operato."

"Come se tu non l'avessi già fatto più e più volte."

"Non è vero… possiamo cambiare discorso? Non voglio litigare con voi. Non ora che dovremmo essere in sintonia. Piuttosto cosa dobbiamo fare?"

"Preparati Merlin. Nel frattempo andrò a parlare con Rob"




 

"Allora hai capito?"

"Sì, maestà!"

 

"Dille che l'aspetto in camera mia prima di cena!"

"Certamente!"

"Però può essere che io tardi e quindi dille di venire ma se non mi trova vuol dire che sto arrivando. Tutto chiaro Rob?"

"Sì…sì!"

"L'ultima cosa. Dille che venga da me quando riesce, quando può e che se non mi trova significa che sono impegnato, ma che conto di raggiungerla quanto prima o se preferisce può anche venire più tardi"

"Mh…bene, vado!"





 

"Oh, Merlin" disse Arthur ridendo "sapessi che faccia aveva Rob?!"

"Cosa gli avete detto?"

"Niente di particolare, ma vedevo del fumo uscirgli dal cervello…"

"Ma …poverino!"

"Dovevo solo ingarbugliare le carte in modo che Gwen non capisca che ero io a farla venire in quel momento. Hai freddo Merlin?" chiese Arthur vedendo il servo che si copriva fino al collo. 

"No, ma sto comodo così!"

Arthur si occupò di disfare il letto, portando le coperte fino a toccare per terra. 

"Alza la testa Merlin…" Il sovrano prese i due cuscini e li mise al centro, tirandoli verso l'alto. "Mettiti qui, sopra i cuscini, in posizione leggermente seduta, così ti vedrà bene appena entrerà"

Tirò il lenzuolo per farlo fuoriuscire dall'imbottitura ai piedi e lo mise tra le mani, per stropicciarlo ben bene."

"Potrebbe arrivare tra poco come tra un'ora. Facciamoci trovare pronti."

Merlin fece un cenno secco con la testa. In realtà avrebbe voluto scappare.

Arthur si spogliò completamente, e s'infilò sotto le coperte.

"Tenete pronto il panno, Arthur!"

"Sì, bravo! Come posso mettermi per evitare che ti venga un infarto?" sorrise Arthur.

"Come al solito, vi sopravvalutate… Dipende da cosa volete che Gwen capisca: facciamo finta di essere all'inizio, a metà o alla fine?

"Direi alla fine."

"Sono d'accordo. Dovreste abbracciarmi e appoggiare la testa sul mio petto. Io vi accarezzerò la spalla e i capelli. Può andare?"

"Sì, ma dovresti abbassare il lenzuolo fino alla vita, in modo che creda che anche tu sia nudo"

"Ah, ok!"

E si misero in posizione con molto impaccio da parte di entrambi. 

Merlin era a disagio e Arthur, che sembrava la sicurezza fatta persona, in realtà lo era anche lui. Il re appoggiò il mento sulla sua mano per poter parlare con Merlin.

"Nascondete la spada Arthur e anche i vostri pugnali."

Che fatica era parlare con Arthur, così da vicino, con il suo peso sul petto e quegli occhi che sembravano succhiargli via il senno.

Il re sorrise "Siamo già stati un'altra volta stretti in questo modo. E abbiamo dormito così tutta la notte…"

"Ricordo…Quando abbiamo dormito all'addiaccio, schiena contro schiena per scaldarci …" 

"Non intendevo quella volta…ma quando cademmo nella rete dei conigli morti"

Entrambi risero al ricordo.

"Fammi un favore, Merlin. Potresti spargere per la stanza i miei vestiti e anche i tuoi? Ma fai in fretta per favore."

Velocemente, Merlin prese tutti i loro panni, lanciandoli per terra in un mucchio alla base del letto.

"Molto ingegnoso Merlin. Come se avessimo avuto fretta di spogliarci ancora prima di salire sul letto…"

"Già" disse semplicemente il servitore.

Una volta rientrato sotto il lenzuolo si accomodarono meglio, portando le teste più vicine. 

 

Arthur, da dove si trovava, si accorse che il cuore di Merlin aveva accelerato di molto i battiti. 

E di conseguenza anche il suo cominciò a battere più forte. Da vicino Merlin era davvero un bel ragazzo. Aveva sempre apprezzato i suoi occhi ed il sorriso, ma ora notava altre cose: gli zigomi pronunciati che gli scavavano appena le guance, il candore della pelle, la linea piacevole del naso e quel profumo di fresco che gli faceva girare la testa. 

Il tempo passava e Gwen non arrivava. Arthur immaginava la scena. "Girati un po' verso di me! Così da sembrare più intimi! Ah, senti… Prima è venuto Valiant. Mi ha chiesto il permesso di corteggiarti. È stato molto educato a chiedermelo."

"Cosa? Ma prima avrebbe dovuto chiederlo a me!"

"Sembra molto preso."

"Peggio per lui, io non sono interessato."

"Ho avuto però un grosso dubbio."

"Quale?"

"Non sembra avere intenzione di vivere a Camelot. Preferirebbe portarti con sé."

"Non gli direte di sì, vero, maestà?"

"Non gli ho dato nessuna risposta"

"Voglio restare con voi, vi prego. Non andrò mai con lui…"

"Non ci pensare adesso…"

Merlin cominciò a sentire gli occhi bruciare e diventare umidi. Anche Arthur era triste e sentiva un groppo in gola. In quel momento si sentì bussare. 

Entrambi sussultarono. Arthur si avvicinò di più a Merlin, quasi schiacciandolo con il suo peso. "Dio, no, Gwen!" sussurrò pianissimo Merlin che strinse gli occhi abbracciando forte Arthur quasi per nascondersi contro di lui. 

Nessuno dei due rispose: erano d'accordo di fare finta di non udire niente. La porta si aprì:

"Arthur? Arthur?" chiamò Gwen.

In quel momento Arthur afferrò la nuca di Merlin per poi baciarlo con un trasporto tale che Merlin ne fu sopraffatto. E ricambiò il bacio, portando le braccia a cingergli forte la schiena. 

Merlin schiuse la bocca, dimentico ormai di Gwen e di tutto il resto. Quando sentì la punta della lingua di Arthur provare a entrare timidamente, Merlin avrebbe voluto piangere e usò la sua per fargli capire quanto lo desiderasse. Istantaneamente avvertì la stoffa dei pantaloni tirare, a causa dell'eccitazione che non riusciva più a nascondere. 

 

Poi la realtà lo schiacciò. Si separarono e vide il re con il viso pallido, turbato. Entrambi guardarono verso la porta. Era chiusa e Gwen non c'era. 

"Maledizione!" urlò Arthur. Scese dal letto e si rivestì furiosamente, lasciando la stanza subito dopo.

 

Merlin mise le mani davanti al viso e cominciò a piangere.














 
   
 
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