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Autore: C_Totoro    31/01/2023    3 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Il nuovo modo di riferirsi a Tom da parte di Molly non era piaciuto a nessuno, in Casa Black. I suoi figli avevano iniziato a guardarla come se fosse pazza e a nulla erano valse le giustificazioni di Molly “Mi fa tenerezza” ripeteva fino allo sfinimento “Non lo vedete com’è solo?”
Caro” le aveva detto Fred “Chiamalo Tom, come facciamo tutti quando ci vediamo costretti a rivolgerci a lui” aveva scosso la testa “Mamma, non starai proiettando su di lui la mancanza di Perce? Perché va bene che lui è un cretino ma per lo meno non è un serial killer omicida”.
Molly se ne era andata dalla stanza senza ribattere. Tirare in ballo Percy era un colpo basso ma si domandò distrattamente se Fred non potesse avere ragione… che stesse cercando un modo per colmare il vuoto che aveva lasciato il suo terzogenito? Oppure davvero era solo che quello sguardo triste che le lanciava Tom le sembrava ogni giorno di più una muta richiesta d’aiuto? Una richiesta d’aiuto probabilmente anche inconsapevole, considerando il carattere del ragazzo?
Quello che l’aveva presa peggio, tuttavia, forse era stato Arthur che invece si ricordava sempre fin troppo bene che quello non solo era Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ma era anche un uomo adulto e non un ragazzo innocente.
“Questo non è un film, LollyMolly” le aveva detto Arthur e Molly aveva sospirato cercando di ricordarsi cosa diamine fosse un film. Perché suo marito doveva costantemente fare riferimenti alla cultura babbana?
“Lo so, Arthur” rispose continuando a piegare i vestiti “So perfettamente dove siamo e cosa stiamo facendo”.
“Mi vuoi spiegare allora perché continui a riferirti a Tu-Sai-Chi – Tu-Sai-Chi, Molly! - dicendogli caro?” sibilò lui, prendendo un maglione e aiutandola a piegarlo.
“Oh Arthur. Perché vedo che lo preferisce…”
“In che senso?” la incalzò Arthur sempre più confuso.
Molly arrossì e si concentrò sui vestiti. Possibile che nessun altro si fosse accorto di come s’incupiva quel ragazzo ogni volta che qualcuno lo chiamava “Tom”?
“Ho la sensazione che non gli piaccia molto il suo nome”.
Arthur alzò gli occhi al cielo “E quindi se te lo chiedesse lo chiameresti anche mio Signore? Padrone?
Molly agitò la bacchetta con un po’ troppa energia e i vestiti piegati sfrecciarono alla velocità della luce nell’armadio “Non dire fesserie, Arthur!” poi gli ammiccò “Non sarai geloso?”
Arthur si sistemò gli occhiali sul naso, arrossendo.
“Forse un po’ sì, Lollymolly” le sussurrò Arthur afferrandola per i fianchi e avvicinandosela “Ricordati che è un uomo adulto, insomma, non è un ragazzino come Harry” le mormorò all’orecchio. Molly ridacchiò abbracciando il marito “No, lo so. Ma io… io vedo solo una persona bisognosa di una madre, capisci?”
Arthur aveva scosso la testa “A dir la verità no, ma…” s’interruppe “Ti conosco molto bene e questo tuo bisogno di aiutare chiunque, di fare da mamma a qualunque persona sia in difficoltà è una delle cose che amo di te. Non posso di certo impedirti di essere te stessa”. Molly gli sorrise grata e il suo cuore sembrò scoppiare, colmo dell’amore che provava per Arthur.
Come le loro labbra si unirono smise di pensare a tutto. Aveva proprio bisogno di scollegare un po’ il cervello…
 
“Buongiorno. È in ritardo stamattina, Molly” la salutò Tom senza neanche alzare lo sguardo dal libro di Arti Oscure che stava leggendo. Ogni volta che entrava in cucina, a dir la verità, ogni volta che lo incontrava, Tom era sempre immerso nella lettura di qualcosa. Leggeva, prendeva appunti, chiudeva gli occhi con le pagine che si giravano da sole e la penna che volava sulla pergamena. Più passavano le settimane, tuttavia, più Molly si accorgeva di come Tom stesse diventando sempre più impaziente. Sembrava non essere soddisfatto dei propri risultati; corrugava le sopracciglia, sbuffava piano e poi chiudeva il libro con un tonfo sordo.
Molly lo osservò per qualche istante con fare concentrato. Era bizzarro perché, per quanto continuasse a mangiare molto poco, sembrava essere più in forma di qualche giorno prima. Che cosa combinava? Pozioni? Arti Oscure? Perché lei continuava a preoccuparsi così per lui? Arthur, alla fine, non aveva neanche tutti i torti. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato aveva commesso atti orribili. Ma allora perché lei continuava a fare colazione insieme a lui e a chiacchierarci amabilmente davanti a una tazza di tè?
“Sì, perdonami caro. Ma ieri sera sono andata a dormire tardi” si scusò Molly sedendosi di fronte a lui e prendendo uno dei pancake a centro tavola. Era bello in realtà svegliarsi e trovare già la colazione pronta. Provò a sbirciare il tomo che stava leggendo e si rese conto che era scritto in antiche rune.
Dormire. Ora si dice così?” chiese lui scoccandole un’occhiata divertita. Molly alzò lo sguardo su di lui allarmata e arrossì.
Sa sempre tutto, com’è possibile? Si domandò a metà tra la vergogna e la curiosità.
“Il motivo è sempre lo stesso: Legilimanzia” borbottò Tom chiudendo infine il libro e mettendolo da parte. Molly alzò un sopracciglio. Di solito non metteva via così facilmente le sue letture, anzi. Potevano anche passare un’ora in silenzio prima che lui decidesse di parlarle. Molly versò lo sciroppo d’acero sul pancake, ancora rossa per l’osservazione fatta prima di Tom e, prima che potesse anche solo rendersi conto di ciò che gli stava chiedendo, la domanda le uscì dalla bocca con estrema naturalezza.
“Tu è da molto che, ehm, non dormi, caro?”
Tom prima strabuzzò gli occhi poi rise sommessamente mentre continuava a osservarla tagliare il pancake con forchetta e coltello.
“Si sta offrendo a me, signora Weasley?” mormorò Tom e Molly si sentì come scandagliata nel profondo. Quasi sputò il pezzo di pancake a quella domanda.
Per Merlino, no non era quello che intendevo, pensò nel panico capendo come effettivamente quella domanda potesse essere letta in modo sbagliato.
“Io... no!” negò subito Molly scuotendo il capo “Non era affatto quello che intendevo” si spiegò arrossendo sempre di più “Intendevo…” si morse le labbra “Perdonami, è una domanda inopportuna”.
Tom rimase in silenzio per qualche istante “Sono stato senza avere un corpo per tredici anni” rispose poi “Quindi, come dire, diciamo che è abbastanza difficile… dormire senza avere un corpo”.
Per qualche motivo, Molly si sentiva tremendamente incuriosita dall’argomento.
“E come hai fatto a stare tredici anni…”
Tom alzò un sopracciglio “Via, non è che sia proprio indispensabile fare sesso, diciamo che avevo altre priorità come bene può immaginarsi”.
Molly divenne così rossa che pensò sarebbe potuta andare a fuoco “No! Non intendevo…” s’interruppe. Il sorriso canzonatorio di Tom la stava facendo imbestialire e contemporaneamente vergognare.
“Ha fatto tanti figli da poter mettere su una squadra di Quidditch ma ha problemi con la parola sesso?”
Molly si riprese e gli lanciò un’occhiataccia “Non ho nessun problema con la parola… sesso” fece una pausa in cui tentò di riprendere il controllo della situazione “Solo che non mi stavo riferendo a quello”.
Tom inclinò il capo di lato. Quando faceva così a Molly saliva sempre in petto un moto di tenerezza perché sembrava davvero solo ed esclusivamente un bambino curioso.
“Mi domandavo come fosse stare per tredici anni senza avere il proprio corpo”.
“Ah” fece Tom. Chiuse gli occhi e Molly gli diede tutto il suo tempo: non gli avrebbe mai messo fretta, sapeva che era una persona acuta ma a tratti molto introversa e, molto spesso, doveva pensare a lungo su cosa dire, quanto di sé rivelare. Spesso Molly si domandava quanto si potesse fidare delle parole che Tom le diceva: era un abile manipolatore e ogni cosa poteva essere potenzialmente una menzogna.
“È stato difficile” disse infine riaprendo un occhio “Meno di uno spirito, meno di qualunque essere vivente sulla faccia della Terra. Un mero parassita. Il peggio, credo sia stato rendermi conto che non sarebbe arrivato nessuno ad aiutarmi” si morse le labbra e distolse lo sguardo “Non che fosse una novità: sono sempre stato solo. Ho sempre dovuto cavarmela da solo”.
Di nuovo, la colse quell’istinto di alzarsi e andare ad abbracciarlo, consolarlo, fargli sapere che non era affatto da solo. Fortunatamente, riuscì a trattenersi ma, con suo sommo rammarico, si rese conto che il motivo di quella titubanza era uno: aveva intuito che Tom non fosse propriamente una persona dai grandi slanci fisici e, anzi, sembrava disprezzare l’intimità, l’essere toccato. Ancora una volta, le salì quindi alle labbra un’osservazione inopportuna, ma era curiosa, troppo curiosa…
Bellatrix ha torturato i Paciock per avere informazioni su di te” iniziò a dire piano.
Le labbra di Tom si stiracchiarono in un sorriso “Così pare, ma io l’ho scoperto solo anni dopo” fece una pausa poi proseguì a denti così stretti che Molly fece quasi fatica a sentirlo “Non potevo credere che lei mi avesse abbandonato. Non lei. Proprio lei…
Molly si sentì infastidita. Non conosceva bene Bellatrix. Avevano frequentato Hogwarts negli stessi anni e non poteva di certo dire di aver avuto una bella impressione della ragazza: certo era bellissima ma arrogante, razzista, dalle vedute limitate… non l’avrebbe mai voluta come compagna per uno dei suoi figli, insomma.
Tom non è tuo figlio, arrivò subito a ricordarle una voce ammonitoria.
“Perché da lei non te lo aspettavi?” domandò infine, non sapeva spiegarsi per quale motivo non riuscisse a smettere di chiedere, a smettere di voler capire chi fosse Tom, cosa pensasse… cosa aveva passato nella sua vita. Com’era possibile che una donna come Bellatrix fosse riuscita a entrare in intimità con Tom? Sembrava una donna priva di qualsiasi delicatezza e sensibilità. Avrebbe potuto indisporre Tom praticamente solo aprendo bocca. Com’era possibile che fossero diventati intimi?
Voldemort appoggiò i gomiti sulla tavola e si sporse verso di lei “Ho un… rapporto speciale con Bellatrix” le sibilò infine dopo averla soppesata per alcuni istanti.
“È la tua fidanzata?”
Tom scoppiò a ridere e scosse la testa “L’ultima volta che ho controllato, Bella era sposata con Rodolphus Lestrange”.
“È la tua amante?”
Uhm” si limitò a dire lui con un’alzata di spalle. Molly prese un altro pancake e lo tagliò con un po’ troppa energia.
“Non credo sia la donna giusta per te” fece infine.
“No?”
“È arrogante, indisponente, pazza… A Hogwarts le andavano dietro la metà dei ragazzi e questo solo perché era di una bellezza sconvolgente. Ma nessuno, ovviamente, era alla sua altezza. Oh, no. Nessuno era abbastanza puro per la signorina Black”.
Tom sogghignò “Le mie orecchie m’ingannano o sento un po’ di acrimonia, Molly? La sua è invidia o gelosia?”
Molly alzò il mento “Oh, nessuna delle due. Sono contenta di essere chi sono. Per inciso, mentre lei spendeva quattordici anni ad Azkaban io crescevo i miei figli e vivevo la mia splendida vita con mio marito. No, solo, non credo sia adatta a te”.
Tom rimase in silenzio per diversi istanti, le sue labbra sempre increspate in un sorriso “Mio malgrado, temo invece che lei si stia sba-”
Lasciò la frase a metà perché il Patronus di una fenice aveva appena fatto il suo ingresso in cucina. La voce chiara e calma di Silente uscì dall’Incanto “Harry ha fatto una magia fuori da Hogwarts per proteggersi da un attacco dei Dissennatori. Rischia l’espulsione. Sto andando al Ministero a occuparmene”.
Molly si portò le mani alla bocca sconvolta e guardò con occhi sgranati Tom che, invece, sembrava sul punto di scoppiare a ridere. Molly si alzò in piedi “Devo dirlo a Sirius! Non ci voleva anche questa, con tutto quello che sta accadendo!”
Tom ridacchiò e scosse la testa.
“Non mi sembra davvero il momento di ridere ed essere divertiti”.
Ah! Ma cosa vuole che accada Molly” le disse con un’alzata di spalle “Cosa può Caramell contro Silente? Cornelius sputacchierà di qua e di là in preda al panico e poi alla fine farà esattamente quello che vuole Silente”.
“E se così non fosse? Se Harry venisse espulso da Hogwarts?”
“Ci penserò io a Cornelius Caramell, se proprio lei tiene così tanto a Potter” rispose Tom abbassando lo sguardo di nuovo sul libro di Arti Oscure.
“In che senso?” chiese Molly turbata e senza capire.
“Silente sarà troppo nobile per alcuni gesti io, tuttavia, non lo sono di certo”.
Molly continuò a guardarlo con sguardo vacuo, senza capire assolutamente ciò che stesse tentando di dirle Tom. Lui inclinò di nuovo il capo di lato poi le fece un ghigno a metà tra il divertito e il malvagio.
Avada Kedavra” sibilò Tom con spietata naturalezza mimando il gesto di lanciare la Maledizione con la mano sinistra.
Molly rabbrividì.
 
 
Silente arrivò a Grimmauld Place come una furia. Molly non l’aveva mai visto tanto arrabbiato e non si stupì di Mundungus che tremava come una foglia sotto lo sguardo terribile di Albus Silente. Non lo insultò, non lo prese a male parole, ma lo riprese duramente con così tanto astio da fare paura. Dopo la lunga sfuriata contro Mundungus, Albus si volse verso Tom con ancora negli occhi quella fiamma agghiacciante.
“Sei stato tu?” gli domandò senza mezzi termini.
Molly si meravigliò di come Tom rimanesse mollemente seduto sulla sedia, tranquillo. Fosse stata lei l’oggetto della collera di Silente si sarebbe rimpicciolita e avrebbe chiesto perdono a prescindere. Era una donna forte Molly e, tuttavia, vedere Silente inferocito era un’esperienza raccapricciante. Tutti sapevano che mago strepitoso fosse eppure, il fatto che solitamente Albus fosse una persona pacata e gentile, non faceva mai comprendere fino in fondo quanto potesse essere spaventevole vederlo imbufalito in quel modo: non ce lo si aspettava dal mago tranquillo e pacifico che avevano imparato a conoscere. Tuttavia in quel momento si sentiva dell’elettricità nell’aria, come se la sua magia premesse per uscire.
“Io?” chiese flemmatico Tom alzando le sopracciglia “Perché mai avrei dovuto fare una stupidaggine del genere?”
“Per privare Harry dell’anima e avere campo libero con lui più facilmente, mi sembra ovvio” rispose Silente. La sua voce era bassa eppure sembrava rimbombare per la cucina. Molly vide Tom irrigidirsi e sedersi un po’ più composto. Una parte di lei sarebbe voluta intervenire e difendere Tom perché il ragazzo, effettivamente, non aveva fatto altro che leggere tomi su tomi… non aveva mai lasciato Casa Black, come avrebbe potuto mettersi in contatto con i Dissennatori? È un Mago Oscuro, le disse una vocina. Sicuramente avrà i suoi metodi… E tuttavia Molly era certa non l’avesse fatto. No, Tom non lo avrebbe fatto, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
“Non ti fidi di me, Silente?” sibilò Voldemort, i suoi occhi stavano iniziando a screziarsi di rosso “Sono qui a fare ricerche esattamente come abbiamo convenuto, nonostante ti stia ripetendo da una settimana di quanto secondo me siano inconcludenti, sto continuando a lavorarci sopra alacremente… e tu mi vieni ad accusare di aver mandato dei Dissennatori da Potter?”
“Stai evitando di rispondere alla mia domanda” gli fece notare Silente. Continuava a osservarlo con i suoi penetranti occhi azzurri e Molly vide come la mano sotto la veste stesse stringendo convulsamente la bacchetta. Tom si alzò e, per la prima volta, Molly vide Lord Voldemort. L’aspetto era ancora quello di Tom Riddle ma l’aria malinconica da ragazzino indifeso era svanita per lasciare spazio a un’aura di magia terribile, oscura. Il viso era trasfigurato dal disprezzo e dall’odio e a Molly venne voglia di lasciare quella stanza; cosa sarebbe successo se Voldemort e Albus si fossero messi a duellare? Tutti guardavano agghiacciati i due maghi fronteggiarsi.
“Non sono stato io. Avessi il controllo dei Dissennatori di Azkaban ci farei dell’altro, come già ho tentato di spiegarti” sputò fuori Voldemort, poi emise un suono di stizza “Ma che poi non capisco quale sia il problema?”
“Che Harry ha rischiato il bacio!” urlò Sirius riscuotendosi e facendosi avanti. Molly lo guardò a metà tra la stima e l’esasperazione: andava bene il coraggio e voler difendere Harry ma inserirsi in quella discussione sapeva molto di suicidio.
“Non è stato baciato” ribatté con strafottenza Voldemort “Quindi mi sembra abbastanza inutile indugiare su ciò che ‘sarebbe potuto succedere’. Ripeto la domanda, qual è il problema?”
“Ne vedo molti di problemi, Tom” intervenne di nuovo Silente facendo un cenno a Sirius per invitarlo a calmarsi “Il primo, Harry rischia di essere espulso da Hogwarts e questo è un enorme problema” fece una pausa “Il secondo, se non sei stato tu a mandare i Dissennatori… chi è stato?”
Voldemort strinse gli occhi, poi fece un ghigno “Per Salazar, ti stimavo, Silente, ma se questi per te sono problemi… non è che stai invecchiando?” scrollò le spalle “Non vedo proprio come Potter possa venire espulso da Hogwarts. Il Preside sei tu o sbaglio? E poi lo Statuto Internazionale di Segretezza prevede che si possa utilizzare la magia al di fuori di Hogwarts in caso di necessità, va bene che nessuno di noi ha mai studiato Magisprudenza ma, insomma, queste cose le sanno anche i bambini”.
Molly lanciò uno sguardo intorno: lei non lo sapeva e un’occhiata ai presenti le diede la conferma di non essere l’unica ignorante in fatto di Statuto Internazionale di Segretezza. Non poteva fare a meno di provare un certo orgoglio nei confronti di Tom e della sua sconfinata cultura.
Non è tuo figlio, si ritrovò a doversi ripetere. È un Mago Oscuro, psicopatico, per giunta…
“Il problema è che non vogliono credere al tuo ritorno…”
Voldemort roteò gli occhi “Ti ho già detto che sono più che disposto a fare una gita al Ministero della Magia, lanciare due Avada Kedavra e tornare qua”.
“Tom, smettila di scherzare”.
“Ma io sono serissimo, Silente. Qua stiamo perdendo del gran tempo” i suoi occhi erano più scarlatti che mai, sembrava impaziente e sull’orlo della disperazione. “Il tempo scorre e noi siamo allo stesso punto di un mese fa! Ti avverto: io non voglio morire e farò di tutto per evitarlo. Di quello che succede al resto dell’umanità – maghi o babbani che siano – non potrebbe importarmene di meno”.
Silente si guardò intorno, poi con un tono paziente rispose “Stiamo procedendo con lentezza, ma stiamo procedendo. I nostri incantesimi-”
“Sono inadeguati, volendo usare un eufemismo” lo interruppe “Per essere più diretti e precisi, invece, direi che fanno cagare. E se non lo capisci, abbiamo un problema grosso – ben più grosso di Potter baciato dai Dissennatori o della sua improbabile espulsione da Hogwarts – perché vuol dire che non ti rendi conto di quanto siano sbilanciati. Non ti rendi conto del fatto che così non andremo da nessuna parte, dobbiamo trovare un modo per legare la tua Magia Bianca con le mie Arti Oscure-”
“Mi rendo conto benissimo di tutto questo, Tom. Ne abbiamo già parlato, dobbiamo liberare Gellert”.
“E allora liberiamo anche Bellatrix” rispose Voldemort incrociando le braccia sul petto categorico. Silente scosse la testa, anche lui sembrava piuttosto stufo, segno che quella conversazione doveva essere avvenuto ben più di una volta. 
“Ci siamo alleati per fare fronte a questa minaccia comune, non per liberare i tuoi Mangiamorte” Albus fece una pausa “Se non sei stato tu a mandare i Dissennatori chi…?”
“Il Ministero della Magia, mi sembra ovvio” Voldemort socchiuse gli occhi “Invece di preoccuparci di Potter dovremmo assolutamente trovare un modo per far ragionare Caramell e contattare anche gli altri Ministeri, per Morgana!”
“Tom. La questione è complicata. Qualche mese fa ho spiegato a Caramell che Lord Voldemort è tornato, lui mi ha preso per pazzo e ha negato tutto. Ho rimesso insieme l’Ordine della Fenice e solo due settimane più tardi scopro tracce di magia druidica… insomma, Cornelius non crede al tuo ritorno. Se andassi da lui a dirgli che, non solo sei tornato ma che stiamo collaborando insieme per fare fronte al ritorno dei Druidi, sarebbe la rottura finale… Già ora pensa che io stia facendo tutto per sovvertire il sistema e prendere il suo posto…”
“Mi fanno ridere i maghetti come Cornelius Caramell” lo interruppe Voldemort “Davvero non si rende conto che se volessi appropriarti del Ministero ti basterebbe andare lì e farlo?” scosse la testa con un ghigno. Poi si fece di nuovo serio e con freddezza aggiunse “Vai a prendere Potter, portalo qua. Il 12 agosto ci sarà quest’udienza, giusto? Vai, porti i testimoni che hanno visto i Dissennatori attaccare Potter, e tanti cari saluti” alzò le spalle “Quale sarebbe il problema? Non creiamoci problemi inesistenti, per Merlino, ne abbiamo già abbastanza così”.
Silente fece un sospiro e soppesò Tom ancora per qualche istante, poi annuì e Molly lo vide ritornare il mago che tutti conoscevano: placido e quieto. La tensione parve disciogliersi e anche Voldemort rilassò di nuovo i muscoli del viso e delle spalle.
Silente annuì “Bene, vado a prendere Harry e a spiegargli la situazione. Spero che sia comprensivo come lo siete stati tutti voi” disse rivolgendosi ai membri dell’Ordine “E di questo vi sono estremamente grato”.
Tom sbuffò “Anche io sono stato comprensivo”.
Silente ridacchiò “Sì, Tom. Anche tu sei stato bravo” aveva una scintilla divertita negli occhi e anche Molly dovette trattenersi dal mettersi a ridere. Era così tipico di Tom richiedere lodi per sé stesso!
“Nel caso l’udienza al Ministero dovesse essere un fiasco posso contare su di te?”
Tom ghignò “Ma certo, Albus, sono bravo a togliere di mezzo problemi” rispose ammiccando poi in direzione di Molly che si ritrovò ad arrossire e distogliere in fretta lo sguardo.
 
In serata Silente tornò con Harry e, non appena Molly lo vide, non poté fare a meno di stritolarlo in un lungo abbraccio. Era dimagrito molto e sembrava davvero aver bisogno di affetto. Per tutto il tempo dell’abbraccio, tuttavia, Molly aveva sentito gli occhi penetranti di Tom sulla schiena e si domandò se fosse solo una sua sensazione oppure se effettivamente Tom la stesse squadrando geloso. Molly scosse la testa tentando di levarsi di dosso quella strana sensazione. Non avrebbe potuto di certo eliminare l’affetto che nutriva per Harry solo perché Tom sembrava esserne invidioso, no?
Quell’abbraccio era stato osservato da Tom con il labbro superiore leggermente arricciato. Tutta quella situazione stava iniziando a essere seriamente ridicola e, tuttavia, non poteva negare a sé stesso che l’idea di avere una donna come Molly Weasley intorno non fosse poi così male. L’unica persona con la quale in precedenza aveva condiviso momenti di quotidianità era stata Bellatrix. Ma Molly e Bella non potevano essere due donne più diverse; Bella era una donna sensuale che tutto gli ispirava tranne che… maternità. Tom scosse la testa e lanciò uno sguardo a Silente che, tuttavia, fortunatamente, non lo stava degnando neanche di una mezza occhiata. Tom non aveva mai conosciuto una madre, non aveva mai avuto a che fare con una madre e non sapeva come si dovesse comportare una madre. Per tutta la vita era stato solo e non aveva mai davvero compreso le dinamiche di una famiglia, le dinamiche che esistevano tra una madre e i suoi figli. Quelle dinamiche le stava scoprendo in quelle settimane a Grimmauld Place proprio grazie a Molly Weasley e ne era rimasto stupito. Era stupito del legame che si poteva venire a creare tra una madre e i propri figli; Molly aveva un’attenzione particolare per ognuno dei suoi innumerevoli pargoli e non solo, in realtà, ogni persona che gravitava intorno a lei finiva sotto le sue cure. Anche lui, Lord Voldemort, del quale mai nessuno si era mai neanche lontanamente preoccupato, era finito in modo del tutto inconsapevole sotto la sua ala protettiva e, non poteva davvero più negarlo, in qualche modo la cosa non gli dispiaceva. Non che gli piacesse, semplicemente, non era male. Vederla abbracciare Potter con quel trasporto gli aveva creato un senso di disagio e non aveva potuto evitare uno sbuffo infastidito mentre si dirigeva a passo di marcia verso la sua stanza in soffitta, dando le spalle a quella scenetta snervante. Neanche fosse il figliol prodigo… aveva pensato alzando gli occhi al cielo.
Con grande sorpresa di tutti, Harry si mostrò molto più comprensivo di quanto non erano stati tutti gli altri membri dell’Ordine. Silente gli aveva spiegato a grandi linee la situazione e il ragazzo aveva capito che, in quel momento, non c’era davvero spazio per divisioni ma che l’unica cosa da fare era lottare insieme contro questa nuova minaccia che pendeva sulle loro teste. Il fatto che poi Tom continuasse ad avere l’aspetto di un bel ragazzo di vent’anni e non il viso emaciato simile a un teschio che aveva visto comparire fuori dal calderone qualche mese prima, fu senz’altro di aiuto.
Tom, da canto suo, lo ignorò come ignorava qualunque altra persona all’interno di quella casa. Mangiava sempre insieme agli altri ma difficilmente interveniva nelle conversazioni, solo Molly, che ormai aveva imparato a conoscerlo piuttosto bene, capiva comunque ciò che gli passava per la testa. Ogni sbuffo e ogni alzata di sopracciglio per lei erano chiari come parole.
Sopracciglio destro alzato? Ma guarda te questi Grifondoro idioti se devono continuare a parlare di Quidditch.
Sguardo basso con entrambe le sopracciglia alzate? Per la grazia di Morgana, è ovvio che la torta è così buona… l’ho fatta io.
Sbuffo con rotazione di occhi? La risposta esatta è palese ma voi non aprite un libro di incantesimi da quando vi siete diplomati a Hogwarts e quindi è chiaro non ci arriverete mai…
 Quella sera Molly si era data particolarmente da fare in cucina e, sebbene Tom non si fosse palesato se non dieci minuti prima che fosse pronto, Molly continuava a veder muovere stoviglie con la magia: qualcuno aveva tagliato le cipolle, qualcuno aveva messo a cuocere l’arrosto, qualcuno aveva pelato le patate… Molly sorrise, perché sapeva bene chi fosse quel qualcuno ma, ovviamente, si guardò bene dal ringraziarlo davanti agli altri. Lo avrebbe fatto il giorno dopo a colazione di fronte a chissà quale prelibatezza avrebbe deciso di cucinare Tom.
La cucina era più affollata del solito dato che in molti si erano fermati per vedere Harry e chiacchierare con lui; Tonks era seduta di fronte a Hermione e Ginny e, intanto che aspettavano che la cena fosse pronta, le intratteneva cambiando il colore dei capelli e la forma del naso, con grande divertimento delle altre due ragazze che, ben presto, iniziarono a chiedere i loro preferiti. Tom stava in disparte appoggiato a un muro fissando la scena con profonda curiosità e, prima che Molly potesse chiedersi cosa diamine lo stesse facendo essere così concentrato e affascinato dalle trasformazioni di Tonks, Tom si avvicinò alle tre donne.
“Sei la figlia di Andromeda, vero?” chiese poi a Tonks scrutandola con attenzione. Dora smise immediatamente di trasformare i propri tratti e lanciò uno sguardo obliquo al ragazzo di fianco a lei.
“Io... sì” rispose confusa Tonks, senza capire per quale motivo Voldemort fosse interessato a lei. “E com’è che ti chiami… No, non dirmelo” aggiunse alzando una mano come vide che Tonks stava per rispondergli “Bella me lo ha detto, Salazar come diamine era” aggiunse in un sibilo sommesso. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi e Molly arricciò il labbro. Oh, Bella gliel’aveva detto, pensò con stizza. Quindi oltre che “dormire” insieme evidentemente parlavano anche…
Ninfadora” esclamò Tom con tono trionfante “Ninfadora Tonks, giusto?”
Sì, si disse Molly. Parlavano e Tom la ascoltava anche con attenzione, dato che si ricordava un’informazione per lui priva di significato a distanza di diversi anni. Molly arricciò anche il naso sempre più inviperita. Bellatrix era una donna sposata, per giunta! No, decisamente, non era la persona adatta. Non faceva altro che insultare i Nati Babbani e i Mezzosangue, come poteva stare con Tom che Mezzosangue lo era? Quante volte doveva averlo insultato anche se non di proposito?
Tonks annuì “Sì, be’, non mi piace molto quel nome, a dirla tutta. Preferisco essere chiamata col cognome, Tonks. O, al limite, Dora”.
“Ti capisco” borbottò Tom “Ho sempre detestato il mio nome… e anche il mio cognome, a dir la verità”.
“Su, caro, siediti che è pronto” lo invitò Molly passandogli una mano sulla schiena. Tom s’irrigidì immediatamente e sussultò, poi si scostò infastidito. Molly si morse le labbra, era un gesto che le era venuto spontaneo, l’aveva fatto senza pensarci… Si sarebbe dovuta aspettare che Tom avrebbe reagito così, ciononostante, non poté evitare di sentirsi mortificata e affranta per come si era scostato da lei… si scostava così anche da Bella?
“Conosci mia madre?” chiese dopo qualche istante Tonks, mentre Voldemort si sedeva poco distante.
“Sì, ci siamo parlati qualche volta” rispose Tom con un sorriso furbo “Assomiglia a Bella” Molly a sentire di nuovo quel Bella non poté trattenere uno sbuffo “Anche tu le assomigli un po’ invero”.
“Non è che sia proprio un complimento” rispose Dora facendo una smorfia buffa e vagamente scandalizzata. 
“No, infatti” aggiunse Sirius schifato “Io non andrei fiero di assomigliare a quella pazza”.
Molly guardò di sottecchi Tom, curiosa di vedere la sua reazione a quelle parole e tuttavia il viso del ragazzo rimase impassibile.
“Ero spesso a Casa di Druella e Cygnus, sai, per incontrare Bellatrix. È capitato quindi vedessi Andromeda e Narcissa” proseguì, come se nulla fosse.
“Non me l’ha mai detto!” sbottò Tonks sorpresa da quelle informazioni. Sua madre aveva incontrato e chiacchierato con Lord Voldemort?
“Perché avrebbe dovuto farlo?” chiese Tom osservando attentamente Tonks.
“Sono un Auror! Avrebbe potuto darci qualche informazione utile...”
“A meno che agli Auror non sia utile conoscere la tonalità dei gemiti di Bellatrix quando viene, dubito tua madre possa avere informazioni molto interessanti” rispose Tom sogghignando e addentando una patata in modo estremamente esplicito e voluttuoso. 
“Eww!” ci fu un coro di suoni disgustati.
Molly lo fulminò con lo sguardo “Ci sono dei minorenni seduti a questo tavolo!” gli sibilò irata indicando Ginny, Ron, Hermione e Harry.
“Ha ragione signora Weasley, mi scusi” disse lui chinando il capo “Ne parleremo domani mattina” aggiunse in un sussurro sommesso che raggiunse solo lei. Molly ebbe la tentazione di tirargli un calcio sotto al tavolo. Era schifosamente bastardo.

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Anche qua ho accorpato due capitoli. Perché pubblicare un capitolo di 5 paginette mi sembra triste XD
Niente, cosa c'è da dire? Lo so che è trash, lo so che è OOC... ma io mi diverto troppo a scrivere questa storia e non mi fermerò mai. 
La Volly è quella coppia (non romantica) crack della quale non sapevo di avere bisogno! XD 
Voldie in versione Master Chef continuerà. E Bella non si farà attendere troppo ;)

A presto!
Clo
  
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