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Autore: Scribbling_aloud    09/02/2023    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 45 – Lettere
 
Qualche settimana dopo fu tempo per i ragazzi di prendere il treno per tornare ad Hogwarts. Ginny, stanca perché prossima al parto, aveva deciso di stare a casa. Solo Harry li stava accompagnando. Quella mattina i ragazzi si erano sottomessi ubbidienti a un’alterazione dei loro visi con la magia e Harry aveva fatto lo stesso su di sè.
Al binario nessuno li riconobbe, a parte ovviamente Hermione che lo individuò immediatamente tra la folla, cosa che lo innervosì alquanto.
Stava accompagnando un esitante Rose, con un comportamento che rivelava emozione nel prendere il treno ma anche timore; il suo primo anno non era stato esattamente spensierato.
Albus fu subito al suo fianco prendendole la mano, tenendo nell’altra, molto orgogliosamente, la sua nuova scopa. James era dietro di loro seminando sguardi minacciosi a destra e a manca per scoraggiare qualsivoglia atto di bullismo.
Appena scorse i suoi amici, però, si affrettò verso di loro per farsi riconoscere.
Harry vide James indicarlo a Francis che sussultò emozionato. Rispose con un cenno di saluto, quindi, il gruppo, incoraggiato dal suo gesto amichevole, si avvicinò.
Harry si prese il disturbo di imparare i loro nomi; strinse mani veementi e si sottomise serenamente agli sguardi insistenti. James, nel frattempo, era tornato del suo umore pre Nataliazio “ho-un-padre-famoso-e-voglio-vantarmene”. Che in ogni caso era meglio del “odio-mio-padre”.
Dopo un frettoloso saluto, stava già saettando verso il treno con il suo gufo, seguito dagli amici che continuavano a gettarsi occhiate alle spalle in direzione di Harry.
Harry aiutò Albus e Rose con i loro bauli e, avviluppati in una nuvola di fumo, furono presto fuori dal suo raggio visivo.
Harry sentì un groppo in gola vedendo il treno allontanarsi; era stato piacevole avere di nuovo la casa piena della loro presenza, nonostante metà della vacanza fosse stata spesa con il broncio da parte di James. Non era facile averli via così a lungo ma allo stesso tempo aveva il bambino da attendere ed era sicuro che nello spazio di tre settimane, se si fosse rivelato anche solo la metà impegnativo di com’erano stati gli altri, si sarebbe trovato a rimpiangere amaramente il silenzio che stava ora disprezzando.
Hermione fu subito al suo fianco pronta a dirigersi verso un posto sicuro per smaterializzarsi.
‘Ti piace il mio nuovo look?’ Harry chiese scherzosamente, passandosi una mano in una chioma di capelli biondastri.
Lei lo studiò criticamente ‘Non so. Penso che scuri ti donino di più’
Lui ridacchiò ‘Ancora non ho capito come fai a riconoscermi non importa quanto attentamente lancio i miei incantesimi. Mi fai dubitare delle mie capacità’
‘Gli incantesimi sono ben eseguiti’ lei replicò fermandosi davanti una libreria, gettando un’occhiata ai libri esposti ‘Ma ti dimentichi che ti conosco da quando hai undici anni. Ti conosco quasi meglio che me stessa. Ti distinguerei tra centinaia’ continuò riprendendo a camminare.
Harry sorrise ‘Quando parti?’ chiese. Ora che Rose era andata, sicuramente sarebbero tornati in Romania molto presto.
‘Domani. Hugo comincia la scuola tra due giorni e Ron deve tornare in ufficio’
Harry annuì. Erano fuori dalla stazione, nella direzione della casa di Harry, dirigendosi alla vietta nascosta che lei soleva usare la mattina come punto di incontro per andare al Ministero insieme.
Il tempo non era dei più incoraggianti. L’autunno si stava avvicinando; la giornata nebbiosa e freddina.
Stavano camminando fianco a fianco e Harry cercava di riconciliarsi all’idea di salutarla. Era stato bello averla lì e, dopo la conversazione a Hogwarts, il loro rapporto era tornato più o meno quello che era stato prima della dichiarazione. Anche se non esattamente uguale. Nonostante quello che era stato detto, non era stato in grado di scordare ciò che era uscito dalla sua bocca. Era un sentimento troppo profondo quello che aveva esternato per permettergli di dimenticarsene. Si sentiva ancora impacciato nel suo comportamento, spaventato di ferirla ulteriormente con la sua affettuosità.
Ma, almeno, erano tornati a essere in confidenza. Era stata invitata molte volte a casa loro e Ginny era riuscita a superare la sua gelosia. Harry aveva il presentimento che ne avessero parlato tra di loro ma preferì non indagare. Sembravano molto rilassate insieme però, e Harry ne era contento. Non voleva sentirsi responsabile di una scalfittura in un’amicizia che era durata tanto quanto la sua.
Non sapeva se le avrebbe scritto e vice versa durante la sua assenza ma era sollevato sapendo che se ne avesse avuto bisogno lei sarebbe stata lì senza impedimenti. Aveva imparato ad essere cauto con i suoi sentimenti e in più si sentiva sicuro di poterne mantenere l’amicizia.
‘Pensi che dovrei cercare di fare pace con Ron?’ le chiese un po’ esitante, esternando una domanda che lo aveva assillato dal loro ultimo incontro. Odiava Ron per una buona ragione ma anche per molte sbagliate.
Hermione tirò un lungo sospiro ‘Non lo so, Harry. E’ qualcosa che devi decidere tu. Mi sembra difficile recuperare l’amicizia esattamente com’era ma potresti ambire a cercare di averlo sotto gli occhi senza volerlo fare a pezzi. Già quello sarebbe un grosso miglioramento.’
‘Penso di essere già arrivato a quello stadio’ Harry rispose ridendo di cuore ‘ma sento ancora molta irritazione quando lo vedo’
‘Allora non sforzarti. Succederà quando deve succedere e se non accade’ scrollò le spalle ‘va bene lo stesso. Ora che non siamo più qui non è così importante. Non lo devi più vedere tutti i giorni.’
Camminavano lentamente, sapendo che una separazione li attendeva, un vento freddo soffiava sui loro visi.
‘Perché stai ancora con lui?’ Harry chiese guardando la strada trafficata di fronte a loro, le mani nelle tasche.
Hermione gli lanciò una fuggevole occhiata con la coda dell’occhio prendendosi il suo tempo per rispondere.
‘Abbiamo già discusso le ragioni. Non lo amo ma non posso lasciarlo. Niente è cambiato se non che adesso sai una delle ragioni per cui non lo amo più’
Harry non rispose, perso nelle sue riflessioni. Non gli era mai piaciuta l’idea che si separassero ma non era sbagliato stare con qualcuno non solo senza amore ma amando qualcun altro? Harry non riusciva a immaginare niente di peggio.
Hermione gli lanciò un altro breve sguardo ‘Harry, so quello a cui stai pensando. Tu vivi una relazione molto felice e ti sembra strana qualsiasi altra situazione. Ma non c’è solo bianco e nero, amore o non amore. Ci sono molte sfumature nel mezzo. Come, per esempio, ci sarebbero molte ragioni perché io divorzi ma altrettante per non farlo.’
Erano arrivati alla vietta e Hermione si fermò ‘Tra le altre cose vorrebbe dire divorziare la famiglia Weasley e non so se sono pronta. È diventata la mia famiglia e non voglio perderla.’
E questo Harry riusciva a comprenderlo benissimo e non poteva condannarlo. Non era ancora sicuro se fosse giusto stare insieme senza amore ma esattamente come lui odiava Ron per una buona ragione e molte sbagliate, poteva capire Hermione per voler rimanere con Ron per nessuna buona ragione ma molte sbagliate.
Il momento di salutarsi era arrivato e Harry a disagio, ancora non molto sicuro su cosa poteva osare e cosa no, tenne le mani nelle tasche reprimendo tutti quei gesti affettuosi che avrebbero marcato i loro precedenti saluti.
‘A presto’ sussurrò sperando che la prossima volta che si sarebbero incontrati lei l’avrebbe amato un po’ meno permettendo a lui di amarla un po’ di più.
Hermione sorrise tristemente ‘Ci vediamo a Natale’
Harry internamente sussultò udendo quella parola ma aveva quattro mesi per prepararsi al momento ed era determinato a far sì che i suoi sentimenti non prendessero il sopravvento. Aveva quattro mesi per prepararsi a essere di conforto a Ginny se ne avesse avuto bisogno ed essere presente per i suoi figli, aiutandoli ad affrontare quello che sarebbe stato una seria sfida per l’intera famiglia. Sapeva che ci sarebbe riuscito, doveva solo trovare la forza e, nonostante molte volte aveva pensato di non averne più, l’aveva sempre scovata inaspettatamente lì alla fine.
Con un ultimo sorriso di commiato cominciò a camminare verso casa.
Aveva fatto solo qualche passo però che sentì chiamare il suo nome. Si fermò. Hermione stava correndo nella sua direzione. Gli buttò le braccia al collo e in punta di piedi gli schioccò un bacio su ogni guancia ‘Non è la stessa cosa se no’ disse con un sorriso.
Harry rise ‘Hai ragione. Non è la stessa cosa’
‘Dimentica quello che è successo. Siamo amici. Non voglio che cambi nulla. Non stare troppo a pensare su come comportarti, sii semplicemente te stesso come hai detto che avresti fatto e sarai sicuro di fare sempre la cosa giusta’ disse con fermezza tenendogli il viso tra le mani fredde.
Harry le prese nelle sue e le strofinò per scaldarle, baciandone la punta delle dita ‘Grazie’
Lei annuì e scivolando via da lui camminò frettolosamente verso la vietta girandosi giusto prima di smateriliazzarsi per salutarlo un’ultima volta. Poi, il “crack” che udì, gli annunciò che se n’era andata.
 
Solo il giorno dopo, di ritorno dal suo primo giorno di lavoro, mentre Harry leggeva la Gazzetta del Profeta sul divano, vide Regina (il gufo) che volava verso la finestra. La aprì per farla entrare, legata alla sua zampa c’era un foglio arrotolato indirizzata a lui da James. Meccanicamente andò in cucina a prendere una ciotola d’acqua per il gufo, che si lisciava le piume arruffate dalla pioggerellina, mentre si interrogava sul contenuto del rotolo. Di solito, le lettere dei figli erano indirizzate a entrambi lui e Ginny e di solito scrivevano una volta ogni due settimane o giù di lì. Una così presto dopo il loro arrivo era inaspettata e Harry sentì una lieve inquietudine sapendo la propensione del ragazzo a infrangere le regole.
Chiedendosi in che sorta di casino suo figlio fosse stato capace di infilarsi dopo appena ventiquattro ore, srotolò il foglio.
 
Pa’! Cosa cavolo hai fatto qui?????
Ieri appena siamo arrivati al dormitorio, abbiamo sentito quelle del quinto che urlavano come se fossero possedute. Si sono lanciate nella sala comune in cerca di me e giuro su Dio che ho avuto paura che volessero uccidermi!
Mi hanno circondato prima che avessi tempo di capire cosa stesse succedendo e una di loro mi ha chiesto se tu fossi stato qui.
Era così rossa che sembrava stesse per esplodere! Quando ho detto che in realtà sì, hanno cominciato a urlare così forte che mi hanno quasi assordato. Alcune ridevano istericamente altre addirittura piangevano!!
Cosa porca miseria hai fatto??? McGonagall è stata obbligata a intervenire ed era parecchio scocciata te lo dico! Per niente sorpresa però, stranamente. Si sono prese tutte una pozione calmante ma ancora non ho capito cos’è successo.
Non farlo mai più!!
Comunque, mentre le prendevo per il culo con Francis, Ophelia (una tipa del mio anno) mi ha sentito e mi ha dato del coglione che se la mena.
Mi sa che mi piace.
Dì ciao alla mamma,
James
 
Non molti giorni dopo ne ricevette una da Albus
 
Pa’! Ce l’ho fatta!! Ce l’ho fatta!!!!
Abbiamo avuto le selezioni ieri e ce l’ho fatta! Non indovinerai mai il ruolo! Sono un trovatore!!! Ho catturato il mio boccino in 2.37 minuti!! Molto più veloce di tutti gli altri! Greta, che è stata quella dopo di me, ci ha messo 4.56 minuti!
Il capitano era fuori di sé dalla gioia. Abbiamo cominciato subito gli allenamenti. Ha detto che con me nella squadra sicuro vinceremo la coppa. L’anno scorso l’hanno vinta i Serpeverde e lui ha quasi pianto.
Però oggi, mentre stavamo facendo riscaldamento, ho sentito dei Serpeverde che dicevano che mi hanno fatto entrare in squadra solo perché sono tuo figlio. Ero un po’ giù e l’ho detto a James. Lui ha detto di non preoccuparmi e non ascoltarli. Ha anche detto che sfortunatamente i bolidi sono incontrollabili durante le partite e gli incidenti succedono. La prossima è contro i Serpeverde.
Se vinciamo la coppa posso aver un gufo anche io??
Abbraccia la mamma da parte mia,
 
Albus
   
 
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