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Autore: WindoftheNight    10/02/2023    1 recensioni
La battaglia di Tannenberg segnò l'inizio della fine per il regno dei Cavalieri Teutonici all'est. A combatterla furono due grandi signori: Re Ladislao di Polonia e il Gran Maestro von Jungingen.
Le due spade.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Il re fissò le due spade che i cavalieri avevano posato dinanzi a lui, poi alzò la testa, fiero ed esclamò:
“E sia! Sono stato provocato. Se quelli vogliono la guerra, ebbene l’avranno!” si rivolse ai suoi uomini. “prepararsi alla battaglia.”
La pioggia era cessata, ma l’aria era fredda nonostante la stagione. I tamburi fecero vibrare l’aria e il suono delle trombe squarciò il cielo grigio. Il più impaziente era Vytautas coi suoi tatari ed i suoi russi. Finalmente i due eserciti erano uno di fronte all’altro.
E fu proprio  Vytautas a dare il primo segnale d'attacco ed a lanciare i suoi arcieri tartari a cavallo in un carosello sfrenato contro la prima linea dei cavalieri, ma le frecce rimbalzarono sulle corazze costringendo i tartari a ritirarsi dietro le linee polacco-lituane.
Jan Zyndram von Maszkowic mandò avanti la sua prima linea contro l'Ordensmarschall Konrad von Lichtenstein. Mentre i polacchi riuscivano a sfondare ed ad inseguire i Cavalieri, altri Cavalieri attaccavano il fianco destro lituano, che venne colpito pesantemente, ma questo colpo venne parato dai russi di Smolensk.
“Il re! Il re è morto!” d’un tratto un grido di dolore si levò dalle file polacche mentre l’Ordenmarschall Friedrich Wallrod sventolava lo stendardo di Ladislao, avendo cura di mostrarlo ai soldati avversari. Quale meraviglia colse quegli uomini quando il sovrano spuntò fuori dal nulla e strappò la bandiera al Cavaliere, parve loro come un miracolo e ripresero a combattere con maggior vigore.
L'Hochmeister chiamò all'attacco le riserve per impegnare i polacchi dal fianco destro e, mentre queste si muovevano, la terza linea polacca partì all'assalto. I tedeschi esitarono. Mai farlo in battaglia.
I lituani, che parevano essersi ritirati, avevo finto di fuggire per poi ritornare quando ormai tutti si erano dimenticati di loro.
Una tenaglia si chiuse sull’armata teutonica, che comprese di non avere più scampo.
“Hochmeister! Hochmeister! Per favore, scappate, salvatevi almeno voi! Fatelo per l’Ordine!”
Ma quello replicò:
“Non voglia Dio che io abbandoni mai questo campo dove sono morti tanti miei uomini!”
Sarebbe rimasto e avrebbe subito qualsiasi destino che il Signore aveva già scritto per lui al momento della sua nascita. Un destino che prese le sembianze di un lituano che lo colpì a morte.
Lo stendardo cadde a terra, più leggero della pioggia delle scorse ore ma al contempo pesante come un macigno. L’esercito teutonico era in rotta: Dio li aveva abbandonati, a cosa serviva restare?
Urla di esaltazione raggiunsero il cielo plumbeo. Polacco, russo, lituano si mescolarono in una sola frase:
“Vittoria! Il nemico è battuto! L’est è nostro. Cacceremo l’invasore da tutti i nostri territori, questo è solo l’inizio!”
Raccolsero gli stendardi avversari mentre occhi azzurri, verdi, grigi, tutti egualmente vitrei, li fissavano senza vederli. Capelli d’oro, di rame, di giaietto, tutti egualmente sporchi di sangue e fango incorniciavano volti nobili e affilati di conti, baroni, principi, tutti quei fratelli minori non destinati a governare i loro feudi ed andati, volontariamente o meno, a combattere il nemico.
Avevano trovato la”bella morte” tanto agognata e ora la Vergine Maria li avrebbe accolti fra le sue braccia.
In fondo, pur perdenti, avevano raggiunto il loro scopo.



 
   
 
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