Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    19/02/2023    6 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo. Buona lettura!



Capitolo 10 – Before the storm

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"Did you say, "Please, just follow me"?
I thought you wanted me
'Cause I want you all to myself
I can try and suck it up
I just can't suck it up
Make me feel like someone else..."

Marianas Trench - All To Myself


Tigre non aprì subito gli occhi. In parte perché tutto il suo corpo era irrigidito e avvinto da profonde fitte di dolore, in parte perché intendeva analizzare la situazione a carte coperte.
Si concentrò intensamente, e l’ambiente attorno a sé -attraverso il nero delle palpebre serrate- le rivelò la sua composizione per mezzo di una rete di linee dorate… il chi che scorreva in ogni essere vivente della Terra.
Una grande sala, dall’altissimo soffitto, circondata da… lupi. Più di mille, poteva sentire i loro cuori e i loro respiri sovrapporsi. Fu costretta ad ignorarli per non rischiare un mal di testa, e così si accorse che avevano tutti una balestra, puntata su di lei.
Procedette ad analizzare il proprio corpo. Le zampe le erano state dolorosamente spalancate ai lati, i polsi intrappolati nei ceppi di catene. I muscoli erano tesi fino allo stiramento, stimolati dai massi giganti sospesi nel vuoto. Era costretta sulle ginocchia, con metà busto pressato da un peso che la stringeva in una morsa dal collo fino ai fianchi. Doveva essere qualcosa fatto di metallo, provvisto di serratura e… attraversato da aghi. Dannati aghi sottili che le si conficcavano dritti nella pelle.
Punti di ago-pressione. Come quelli che avevano incatenato Tai Lung, molto tempo fa. Finalmente capì come era stata imprigionata, e soprattutto dove si trovava.
<< So che sei sveglia. >>
La silhouette di Lord Shen sembrò apparire di colpo, come dal nulla, nel buio dei suoi occhi serrati. Era di un oro accecante, e brillava. La voce le giunse alle orecchie come un ronzio fastidioso, ma ugualmente comprensibile.
La felina si ostinò a restare in silenzio e ad occhi chiusi, per qualche istante, soppesando quelle parole. Infine, decise di spalancare le palpebre, solo per rifilargli lo stesso identico sguardo con cui era abituata a fissarlo: pieno di odio e disprezzo.
Lo scrutò a lungo, prima di proferire parola a sua volta.
<< Dov’è She-Ra? >>
L’imperatore le sorrise mellifluo.
<< Dove dovrebbe essere una creatura interessante come lei >> rispose con quella sua voce colta e suadente << In un luogo dove nessuno oserà farle del male... senza il mio esplicito consenso, naturalmente. >>
Inclinò la testa, gli occhi pieni di curiosità infantile.
<< Sai che dopo essere svenuta si è ridotta in dimensioni, ed è cambiata d’aspetto? Incredibile! Dove sei riuscita a trovare un’alleata del genere? Mi piacerebbe molto visitare la sua terra d’origine. >>
<< Così da portare altrove la tua indole distruttiva e sadica? >> gli rispose lei, storcendo il muso << Non credo proprio. E non pensare di provarci con la mia amica, so per certo che non le strapperai alcuna informazione. E di certo…. non la strapperai a me. >>
Dietro di lei, la coda le si rizzò, in tensione. Notando quel movimento, il pavone assottigliò lo sguardo.
<< Non esserne così sicura, gattina. Dopotutto... abbiamo ancora tutta la notte per noi. E ti assicuro che fino alla prossima alba non te ne andrai da nessuna parte. >>
<< Non permetterti di chiamarmi così, infido verme alato su due stecchi. >>
<< Vedo che la tua lingua tagliente non perde mai un colpo, nonostante la pessima situazione in cui ti trovi. >>
Shen si fece avanti, accompagnato dal metallo tintinnante delle sue zampe, e strusciò un’ala sul carapace che la teneva bloccata.
<< Ti piace? >> domandò, beffardo << L’ho fatta realizzare apposta per te, usando come ispirazione lo stesso meccanismo che per anni ha tenuto intrappolato il potente Tai Lung. Francamente, l’ho sempre considerato un individuo fin troppo pretenzioso... l’ennesimo guerriero kung fu sconfitto dall’ingegneria più elementare. >>
Tigre ringhiò e lo seguì con lo sguardo, nell’esatta maniera in cui un animale che si sentiva minacciato cercava di restare all’erta. Rinunciò molto presto, perché gli aghi puntati nel collo le impedivano di muovere più di tanto il capo.
<< Era un guerriero migliore di quanto tu potresti mai essere, non fosse stato per il cammino oscuro che ha scelto di intraprendere. >>
Contrariamente all’intera situazione, Tigre si ritrovò a sorridere.
<< O forse, tu e lui avete più similitudini di quanto pensassi… come l’essere stati rifiutati dalle persone che vi hanno cresciuto con amore. >>
La testa di Shen scattò subito verso di lei.
<< E tu cosa ne sai dell’amore? >> le sibilò, minaccioso << Tu, che non hai mai conosciuto i tuoi stessi genitori? >>
Il suo becco si arricciò in un sorriso predatorio. << Mi sono meticolosamente informato su tutti i Cicloni. E sai cosa ho scoperto? Che un tempo non eri altro che una piccola orfana... sola e senza amici. >>
<< Sì >> rispose lei, molto più tranquillamente di quanto si sarebbe aspettato << è la verità. Ero una cucciola rancorosa, triste e rabbiosa per la propria solitudine. >>
Lo fissò dritto negli occhi, come a volergli imprimere quelle parole nella mente.
<< Ma ho smesso di esserlo dopo essere stata portata al Palazzo di Giada. Per cui sì... so cosa significa avere una famiglia e degli amici. E lo so ancora, nonostante tutto quello che hai fatto per distruggere la mia vita. >>
Shen rimase in silenzio, soppesandola con i suoi occhi rosso sangue. Poi, rilasciò un lungo sospiro.
<< Non ho mai voluto farti soffrire a tal punto >> dichiarò, con tono sorprendentemente cordiale << Non ho mai voluto fare del male a nessuno. In verità, ho sempre e solo voluto creare una Cina perfetta, piena di ordine e prosperità... ma sapevo che il tuo amico panda avrebbe cercato di impedirmelo. Doveva morire, capisci? Se solo voi vi foste fatti da parte, ti assicuro che le cose si sarebbero potute risolvere pacificamente... >>
Tigre rimase per qualche istante in silenzio, poi lo guardò dall’alto in basso.
<< Menti >> ringhiò << Se questa era davvero la tua volontà, avresti cercato un altro modo, un’altra soluzione. Avresti chiesto un aiuto diverso… un aiuto non ti sarebbe stato negato! Invece hai perseguito la via della violenza e dell’oppressione. Sei un essere marcio e crudele. Trai piacere dal dolore che infliggi alle tue vittime… trai piacere dal fare del male a me. >>
Gli occhi del pavone si spalancano in apparente sorpresa.
<< È questo che pensi davvero di me, Tigre? Che il mio unico desiderio nei tuoi confronti sia quello di vederti agonizzante, sofferente... o morta? Sappi che non è così. >> La sua espressione sembrò addolcirsi. << Tutt’altro, in verità. >>
<< E quale sarebbe la verità? >>
Il sorriso sul volto dell’imperatore divenne più predatorio. << Che non ti voglio affatto morta, Maestra Tigre. Invece, ti voglio al mio fianco. >>
Gli occhi gialli della felide si sgranarono a tal punto da diventare tondi come due lune. Poi si assottigliarono in preda allo sprezzo più puro.
<< Al tuo fianco? >> ripeté, assolutamente incredula << Dov’è finita la storia della mia esecuzione capitale? >>
<< Ti sei rivelata una risorsa fin troppo preziosa per essere sprecata con una semplice esecuzione >> ribatté il sovrano, come se fosse ovvio << Perché mai dovrei ucciderti, quando potrei avere dalla mia parte la più potente guerriera della Cina? Eliminandoti, otterrei solo un’altra martire con cui alimentare fomento e ribellioni. Ma se dovessi unirti a me? A quel punto, anche i sudditi più testardi comprenderanno che la mia volontà è l’unica che valga la pena seguire. >>
<< No, ti sbagli >> rispose lei, serrando i pugni << Ci sarà sempre qualcuno che lotterà, in nome di ciò che è giusto, in nome della pace e della libertà che hai loro strappato. Ma intanto farai di me una marionetta per i tuoi scopi, volta a ingannare e manipolare coloro che fanno della speranza e del coraggio la loro forza più grande. >>
<< Una marionetta? >> sbuffò Shen, quasi trovasse la sola idea piuttosto divertente << Ancora una volta, i tuoi pensieri sono mal riposti, alimentati da sciocchi rancori e pregiudizi. Io non voglio renderti una mera serva... al contrario, farei di te una regina. Tu, la Tigre, la Regina di tutti gli animali, finalmente avresti il posto e il ruolo che ti spetta! >>
Tigre lo fissò, assolutamente spiazzata. Non poteva credere alle proprie orecchie. Scosse il capo, come se stesse assistendo al delirio di un folle.
<< Quel che mi offri non ha alcun significato per me. Io non cerco il potere. Non cerco la gloria né la supremazia. Tutto quello che voglio è che poni fine a tutto questo. Rinuncia al tuo impero, alla tua guerra, fa’ ammenda per tutto il male che hai fatto. >>
E con sua stessa sorpresa… scoprì di stare parlando in maniera accorata. Non era un ordine, né un imposizione. Stava parlando sinceramente.
<< Per favore. Se davvero vuoi il mio aiuto, in qualche modo, al punto di farmi una proposta simile... ascoltami. Fermati finché sei in tempo. Ti odio con tutta me stessa per ciò che hai fatto, ma... >>
Liberò un sospiro doloroso.
<< Po vedeva del buono in te. L’ha sempre visto in tutti. Non ti ha mai odiato, nonostante lo sterminio che hai perpetrato al suo popolo. Non so come gli riuscisse, ma se è il solo modo per guarire... se è il solo modo per porre fine a tutto... in nome della sua memoria, e in nome dei miei insegnamenti... >>
Tacque. Tacque a lungo, prima di trovare il coraggio di pronunciare quella frase.
<< Io ti perdono. >>
Gli occhi di Shen si spalancano increduli.
<< Tu... mi perdoni? >> domanda, lentamente, quasi come se il solo concetto gli fosse estraneo << Non puoi essere seria. >>
Si aspettava che lei accettasse la sua offerta, ma non che smettesse di odiarlo... non dopo tutto quello che le aveva fatto.
<< Ti ho portato via i tuoi amici, la tua famiglia, la tua casa... come puoi anche solo prendere in considerazione l’idea di perdonarmi? >>
<< Combatterti non ha funzionato >> gli rispose, molto lentamente << Odiarti non ha funzionato, ti ha solo permesso di mandarmi al tappeto più facilmente. Ho dimenticato i miei insegnamenti, la fonte del mio potere. >>
Socchiuse le palpebre.
<< La pace interiore è ciò che cerco. È ciò che dovrei promuovere. Non sarei una maestra di kung fu… se la negassi a qualcuno che potrebbe dimostrarsi migliore. Voglio crederci... come ci credeva il mio migliore amico. Come ci credeva Maestro Shifu... mio padre. >>
<< Allora unisciti a me >> insistette Shen, compiendo un passo avanti << Se davvero credi che non abbiamo alcun bisogno di combattere, unisciti alla mia corte e aiutami a rendere questo mondo migliore. >>
L’ala del pavone scivolò sotto il suo mento, sollevandole la testa.
<< Ti ascolterei >> aggiunse, con un sussurro << Potremmo migliorarci a vicenda. Io ti legherei al potere... e in cambio, tu potresti offrirmi consigli per diventare un sovrano migliore. Se davvero vuoi aiutare la Cina, quale modo migliore per farlo se non agire dall’interno? Regneremo a lungo, e lo faremo nel modo giusto! >>
Per la prima volta in tutta quella conversazione... Tigre si sentì ammantare dal conflitto.
Poteva mai essere possibile? Poteva essere quella la soluzione? Poteva davvero essere disposta a fare una cosa del genere? Sembrava il sentiero più semplice, senza inutili spargimenti di sangue...
Eppure, qualcosa dentro di lei la portò ed esitare. La proposta sembrava ragionevole, eppure non le quadrava totalmente. Come poteva fidarsi di lui? Come poteva sapere che avrebbe funzionato? Certo, non aveva neppure provato, ma…
<< Regnare non serve. >>
Lei non voleva il potere, non l’aveva mai voluto. Il potere corrompeva. Era saggia abbastanza da riconoscere di non esserne immune.
<< La più grande dimostrazione di essere migliore, di poter cambiare questo mondo, di essere amato e non temuto... sarebbe du rinunciare allo scettro. Lasciali liberi di governarsi da soli. Lasciali andare. Quel che gli serve non sono degli imperatori che dicano loro cosa fare. >>
Il viso di Shen divenne di pietra.
<< Non posso farlo >> disse, freddamente << Non dopo tutto quello che ho perso e sacrificato per arrivare fin qui. Pensi davvero che rinuncerei a tutto solo per guadagnarmi l’affetto di contadini ignoranti? >>
Scosse la testa. << A questo punto, preferirei essere temuto. Quindi lascia che ti faccia un’ultima offerta: unisciti a me, diventa mia alleata... o ucciderò te e la tua amica all’alba, e al diavolo le ribellioni che la tua morte potrebbe fomentare. >>
A quelle parole, lo sguardo di Tigre tornò a farsi sprezzante e ostile, mentre si scostava con un gesto dolorante.
<< Mi sbagliavo. Non ho motivo di perdonarti >> dichiarò, sebbene nella sua voce fosse intriso profondo rammarico << Sei troppo accecato dal tuo ego e dalla tua rabbia.  Mi dispiace che nessuno ti abbia aiutato quando eri più giovane. Avrebbero dovuto. E… anche tu avresti dovuto aiutare te stesso. Potresti essere migliore di così, ma lo eviti. Potresti cambiare, se volessi... ma hai troppa paura anche solo di tentare! >>
Gli occhi le si intrisero di pietà.
<< Non volevi restare da solo, non è così? Sapevi che potevo capirti, in parte, per quello che hai passato. Ma ora... sei solo per davvero. Non sarai mai felice. >>
<< La felicità deve essere afferrata >> le sibilò il pavone, sul viso << E io afferrerò la mia. >>
Si voltò con un turbinio della coda piumata e cominciò ad allontanarsi.
<< Il problema quando metti la zampa sul collo di una tigre… >> giunse una voce alle sue spalle << è che non puoi più alzarlo. >>
Le parole della felina fecero, per qualche istante, bloccare Shen nella sua posizione. Poi l’albino scosse il collo, e svanì nel buio della prigione.
 
* * *
 
Merida non poteva credere ai suoi occhi.
Il prigioniero incatenato assieme a loro… era proprio Hiccup Horrendous Haddock III! Il cavaliere di draghi, colui che aveva combattuto al suo fianco per fermare la furia distruttiva di Pitch Black, nonché capo di Berk.
Perché mai si trovava in un posto del genere?
Dopo essersi ulteriormente avvicinata, scoprì che in lui c’ era qualcosa di diverso. Innanzitutto, aveva una barba ispida che gli incorniciava il volto, molto più magro di quanto ricordasse. Era come se non mangiasse da giorni.
Anche i suoi capelli erano più lunghi, e gli cadevano sulle spalle come scuri serpenti. Ma ciò che davvero la metteva a disagio… erano i suoi occhi: opachi, quasi spenti, come quelli di un cadavere… senza il luccichio meravigliato che ricordava dalle loro interazioni, ogni qualvolta osservavano qualcosa di completamente sconosciuto.
Al sentir pronunciare il suo nome, il vichingo inarcò un sopracciglio.
<< Ci conosciamo? No, credo di no. Ricorderei una capigliatura come la tua… penso. >>
<< Ehm... >>
Se davvero non la riconosceva, allora doveva per forza trattarsi di una variante del suo vecchio amico, proprio come Mr Cold lo era per Jack Frost.
E adesso cosa gli avrebbe risposto? “Ciao, sono una dei compagni di squadra con cui una versione messa meglio di te ha sventato una terribile minaccia al Multiverso”? Sì, certo, così l’ avrebbe presa per una pazza furiosa.
<< Conoscevo... conosco qualcuno come te. Decisamente come te! Oh, per tutti gli dèi, è tutto così complicato... ma che ti è successo? E che è successo alla tua faccia? >>
Il ragazzo sbatté lentamente le palpebre.
<< Cosa mi è successo? >> domandò lentamente << Sei seria? Non esiste una sola persona in questo arcipelago che non sappia cosa sia successo qui. A meno che voi due... >> I suoi occhi si posarono su Jim << Non siate esattamente di queste parti. >>
Hawkins si passò una mano tra i capelli.
<< No, decisamente no >> ammise << Abbiamo raccontato un sacco di balle a Mister Grifagno. Come direi, noi... non siamo letteralmente di questo pianeta. A dirla tutta, veniamo da un mondo totalmente diverso, quindi dovrai aggiornarci un bel po’  su cos’è successo qui… >>
<< Così possiamo orchestrare un piano di fuga! >> incalzò Merida.
Hiccup li guardò in silenzio per quasi un minuto buono... e poi scoppiò a ridere.
<< Voi due... venite da un altro mondo? Pensavo che foste solo degli stranieri, ma a quanto pare siete pure pazzi. >>
Scosse la testa.
<< Naturalmente le prime persone con cui parlo da due anni sono una coppia di svitati. Gli dèi devono davvero odiarmi. >>
<< Ovviamente >> borbottò il ragazzo, per nulla sorpreso << Senti, a dirla tutta, non è importante se ci credi o meno, anche se è questa la verità. A noi non cambia poi tanto la vita. Tutto quello che vogliamo è uscire di qui e tornare alle nostre case! Puoi venire con noi, visto che la rossa sembra conoscerti... >>
<< Non ho detto questo! >> protestò la principessa << Però, insomma, non possiamo neppure lasciarlo qui! Nessuno merita di stare nelle grinfie di quello psicopatico... >>
<< Si chiama Drago Bludvist >> disse Hiccup, la voce completamente apatica << Un Signore della Guerra e padrone dell’unico Drago Alfa ancora in vita. Ha ucciso mio padre, mia madre, la mia fidanzata... in verità, ha ucciso tutte le persone che mi stavano a cuore. Poi, ha preso il controllo del mio regno e mi ha rinchiuso qui come una specie di trofeo. Oh, e ha fatto anche il lavaggio del cervello al mio drago! Sì... credo che sia tutto. >>
I ragazzi ammutolirono di colpo. Merida, dal canto suo, sbiancò completamente.
<< Hic... >>
Si fermò di colpo, rammentando a se stessa che questo non era lo stesso Hiccup che aveva incontrato. Non era suo amico… ma rimaneva pur sempre una persona piena di dolore, e Merida non poteva certo restare indifferente a tanta sofferenza. 
<< Mi... mi dispiace, non... non lo sapevo... >>
Era agghiacciante e devastante anche solo pensarci. Aveva toccato con mano quanto l’ Hiccup che conosceva teneva a Sdentato, ad Astrid... come poteva restare inerme di fronte ad una consapevolezza del genere?
<< Mi dispiace tantissimo. Non ne hai idea >> ripeté in un sussurro.
Il giovane vichingo la scrutò dai suo capelli cadenti, poi sospirò stancamente.
<< Non sprecare le tue lacrime per me >> borbottò << Ho perso tutto perché non sono stato abbastanza forte da fare ciò che era necessario per fermare Bludvist. Ho scelto di trattare con lui... quando avrei dovuto ucciderlo alla prima occasione. Ma ero troppo codardo, troppo spaventato all’idea di essere un capo, e così... così sono stati i miei amici e la mia famiglia a pagare per quel fallimento. >>
Abbassò cupamente la testa.
<< Non merito altro che disprezzo >> terminò con un sussurro.
<< Idiozie. >>
Merida si girò verso Jim, sorpresa. Gli occhi del ragazzo si erano assottigliati.
<< Cercare una via che impieghi la non violenza non è debolezza, né codardia. La paura di esercitare l’ autorità... be’ ... >>
<< È perfettamente comprensibile >> lo interruppe l’ arciera << Io lo so bene. Per anni ho vissuto con la costante aspettativa di diventare regina, sebbene volessi solo una vita normale. Non posso negare che forse, uno dei motivi fosse che ne avevo una gran paura... >>
<< Di fallire, di non essere all’altezza, di non valere niente. >> L’ufficiale sospirò, incrociando le braccia. << Sante Pleiadi, non riesco a credere di starne parlando con due diamine di sconosciuti come voi... ma ci sono passato anch’io. Comunque, non è questo il punto. Chi è stato a distruggere la tua famiglia e la tua vita? Bludvist. Tu... volevi solo che nessuno si facesse male. Okay, l’hai fatto con uno che decisamente non se lo meritava, ma... come si può disprezzare il tentativo e l’averci provato? È stato lui a tagliarti la mano che hai offerto. >>
Hiccup li osservò in silenzio per un altro pò, prima di arricciare le labbra in un placido sorriso.
<< Forse siete pazzi, o forse no... in ogni caso, sembrate delle persone gentili. Sono contento di avervi incontrato prima di... be’... prima di quello che sta per succederci. >>
<< Oh no... vogliono giustiziarci in pubblica piazza? >> 
Merida si passò le mani sul volto, a metà fra la frustrazione e la disperazione
Il vichingo si strinse nelle spalle.
<< Be’, non proprio. Ci getteranno in un’arena piena di draghi, davanti a migliaia di persone... e ci guarderanno mentre veniamo mangiati. Ma almeno avremo la possibilità di difenderci, quindi non sarà proprio un’esecuzione. Che gentile da parte loro, non trovate anche voi? >> commentò, sarcasticamente << A Bludvist è sempre piaciuto strofinare il sale sulle ferite, così mi ha tenuto in vita per ricordare a tutta Berk del mio fallimento. Fin’ora sono riuscito a sopravvivere a tre combattimenti, ma ormai non ho più neppure le forze per sollevare un coltello. Credo proprio che questo sarà il mio ultimo giro. >>
<< E poi dicono che i pirati sono i veri barbari e selvaggi >> borbottò Jim, schifato << Ce ne dobbiamo andare da qui quanto prima. Non ci tengo a scoprire quanto sopravviverei in un posto primitivo come questo. >>
<< Temo che ciò non sarà possibile >> disse Hiccup, gli occhi che volgevano cupamente verso il punto in cui erano spariti Bludvist e Grimmel << Purtroppo per tutti noi, il prossimo incontro sarà tra pochi minuti. E a meno che non abbiate degli alleati nascosti al di là di questa cella... mi sa proprio che incontreremo i nostri dèi entro la fine di questa giornata. >>
Merida e Jim si scambiarono uno sguardo impotente e rassegnato.
<< Allora, per il momento, quel che possiamo fare è restare in vita. Devi aiutarci, Hic >> replicò la rossa, accorata << Tu... insomma... so che sei un grandissimo esperto di draghi. Devi dirci tutto quello che sai. Come possiamo fare per affrontarli e salvarci la vita? >>
Hiccup li osservò entrambi, il volto contratto da un’ espressione pensierosa.
<< Perché mai vorrei restare in vita? Io... ho perso tutto. Non ho più niente per cui lottare. Drago mi ha sconfitto... >>
<< Sei impazzito!? >> esclamò la principessa << Cioè… certo che sei impazzito, è evidente ed è sicuramente una reazione ragionevole e comprensibile dopo tutto quello che ti è successo, ma... ti stai sbagliando! Hai una validissima ragione. Ed è prendere a calci nel didietro quel grandissimo pezzo di letame per tutto quello che ti ha fatto! >>
<< Suppongo non ci sia una giustizia a cui consegnarlo, da queste parti >> sospirò Jim, rassegnato << Bene, non sono uno che incita all’uccisione, ma quanto al picchiare al sangue, mutilare o ferire gravemente… beh, saresti più che giustificato. >>
<< E poi, hai appena detto che Sdentato è diventato suo schiavo mentale o sbaglio? >> lo incalzò Merida << Non so cosa cavolo significhi, ma… è il tuo migliore amico! Non avrai mica intenzione di lasciarlo alla sua mercé? È tutto quello che ti resta, per tutti gli dèi! >>
Hiccup rimase in silenzio, apparentemente soppesando le parole della ragazza. E per un breve momento, ella pensò di averlo finalmente convinto a reagire.
Quella lieve speranza fu spazzata via nell’istante in cui un clangore metallico risuonò dall’entrata dei sotterranei, attirando l’attenzione del giovane vichingo.
<< Ormai non ha più importanza >> sussurrò, cupamente << Il nostro destino è unicamente nelle mani delle Parche. Vi consiglio caldamente di pregare i vostri dèi, perché potreste averne bisogno. >>
 
* * *
 
Dopo aver raggiunto il fondo del promontorio, Elsa tirò fuori una scatoletta di metallo dalla cintura della tuta.
Cold la osservava a mezz’aria, ciondolante dal suo fidato bastone, gli occhi pieni di quella sua classica curiosità infantile.
<< Quindiiiii… questo dispositivo ci aiuterà a rintracciare il tuo Dimensional coso? >>
<< Dimensional Pad >> precisò la giovane donna, con un roteare degli occhi  << E no, ci aiuterà a rintracciare qualsiasi elemento estraneo a questa dimensione. Ogni universo ha una propria firma energetica, e quella firma rimane attaccata ai suoi abitanti come una specie di impronta digitale. Se anche i nostri sventurati compagni di viaggio sono finiti qui, il dispositivo li troverà… e con un po’ di fortuna, loro saranno in possesso del Dimensional pad. >>
L’Oscuro Spirito assottigliò lo sguardo.
<< E se dovessimo imbatterci in Pitch? >> domandò cupamente.
Elsa smise di armeggiare con il marchingegno, poi sospirò stancamente.
<< Attraverseremo quel ponte quando ci arriveremo >> borbottò, mentre sollevava il dispositivo e lo puntava verso più direzioni. A un certo punto, sul promontorio risuonò un sonoro “bip!”, e allora l’ex regina arriccio le labbra in un sorriso sollevato.
<< Da questa parte >> disse, mentre cominciava a incamminarsi verso Nord-Est. Cold la seguì a ruota, fluttuando pigramente sul suo bastone.
Il paesaggio cominciò pian piano a cambiare, sostituendo le scogliere rocciose con una foresta rigogliosa.
Il clima era decisamente piacevole, di un gelido invernale che l’eterno adolescente aveva sempre apprezzato. Ma quando finalmente raggiunsero i primi segni di civiltà, egli non riuscì a trattenere una smorfia.
<< Dannazione >> borbottò, notando i draghi che sorvolavano centinaia di abitazioni in legno, costruite sulla costa << Rettili sputa fuoco, abitazioni d’inconfondibile natura vichinga… Siamo finiti proprio nell’universo di quei piccoli cavalcatori di draghi alleati di Jackie... o quantomeno, in un universo simile. Com’è che si chiamavano? In realtà, non credo di aver mai chiesto i loro nomi... bah, non che m’importi. >>
Da questa distanza, riusciva a scorgere una lunga fila di persone che puntava verso quella che aveva tutta l’aria di essere una qualche specie di arena, coperta da una rete metallica.
Si rivolse ad Elsa.
<< Allora, qual è il piano? Dubito che riusciremo ad infiltrarci in quel posto senza dare nell’occhio. >>
<< Per questo dobbiamo camuffarci come la gente del luogo >> replicò l’agente, metodica << Se Merida e gli altri si trovano in questo villaggio, non abbiamo davvero scelta. >>
Gli occhi dell’oscuro spirito guizzarono da una parte all’altra del villaggio, poi sembrarono illuminarsi di luce propria.
<< Potremmo approfittare di quella generosa offerta >> disse indicando alcune pelli appese ad asciugare fuori da una capanna.
<< Oh, te lo scordi! Non ruberemo a della povera gente! >> sbottò la donna, sdegnata.
Prese ad armeggiare con la sua tuta, ma dopo qualche istante, Cold la sentì imprecare fra i denti.
<< Tu... razza di incosciente! Con la tua scappatella hai finito per danneggiarla! Non riesco a creare un travestimento olografico! >>
Il sorriso di Cold divenne più accentuato.
<< Quindi... stai dicendo che saremo costretti a “rubare a della povera gente”? >> domandò sornione, avvicinandosi a lei a testa in giù.
<< Chiudi il becco! >> sibilò lei, rassegnata, spalmandogli il palmo in faccia per allontanarlo con un gesto brusco.
Fu costretta a prendere un respiro profondo e si passò una mano fra i capelli, visibilmente riluttante.
<< Li prenderai tu >> dichiarò, con la stessa espressione di chi ha bevuto qualcosa di indigesto << Sei agile, e a quanto pare sei anche una manolesta. >>
<< Piano con i complimenti, principessa, o finirai col farmi arrossire >> commentò lo spirito, prima di agitare le sopracciglia << O era per caso un invito a... >>
Questa volta, Elsa si limitò ad incrociare le braccia e a fissarlo con sguardo freddo e accusatorio, quasi stesse cercando di congelarlo con gli occhi.
Sollevò ambe le mani in segno di resa.
<< Va bene, va bene, ho capito. Sarò veloce come un coniglio...! >>
Si fermò di colpo, mentre la sua mente rievocava un ricordo vecchio di secoli. Non aveva forse ripetuto quelle stesse parole ai Guardiani, poco prima di scoprire la tana di Pitch?
Dopo così tanti anni passati a dimenticare quei giorni infelici... come mai gli era tornato alla mente un ricordo del genere?
Scosse la testa. Ora non era certo il momento per soffermarsi su certe questioni, e così scivolò rapido fino all’abitazione.
Dopo essersi assicurato che non vi fossero persone in vista, afferrò rapidamente le vesti e volò subito da Elsa.
<< Ecco qui >> disse, porgendole una pelliccia << Non sarà certo come gli abiti sfarzosi a cui sei abituata, ma credo proprio che ti aiuterà a mimetizzarti tra i nativi. >>
<< Non indosso abiti sfarzosi da una vita. >> Il tono di lei si addolcì appena. << Questi non faranno alcuna differenza. >>
Trovarono un posto dove cambiarsi. Quando ne uscì, Elsa non solo sembrava perfettamente in grado di mimetizzarti fra loro, ma pareva quasi una ragazza del posto, merito soprattutto dei capelli e della pelle molto chiari.
<< Da questa parte >> lo invitò << Restiamo uniti. Comportiamoci come se niente fosse e come se venissimo qui abitualmente. >>
<< Sissignora >> borbottò Cold, mentre la seguiva in mezzo alla folla << Lo ammetto, sono un po’ curioso di sapere quali giochi potrebbero attirare l’attenzione di un popolo fanatico della guerra. Pensi che potrebbe essere un combattimento tra gladiatori? Ho sempre voluto vederne uno! >>
Elsa fu assai tentata di rispondergli in modo piuttosto pungente… fino a quando i suoi occhi non scorsero qualcosa che per poco non la fece inciampare.
In mezzo all’arena, sotto gli occhi di centinaia di spettatori, scorse l’inconfondibile capigliatura rossastra di Merida Dumborch, accompagnata dallo stesso ragazzo che li aveva seguiti nel portale e da un giovane uomo dall’aria piuttosto familiare.
Perché diamine si trovavano lì?!
Non ebbe la possibilità di chiederselo ad alta voice, poiché in quel momento lo sguardo di Cold imitò il suo.
<< Beh >> disse con quel suo tono al limite tra il giocoso e il meravigliato << questo potrebbe complicarci le cose… ma giusto un pochino. >>
<< … sta zitto, Cold. >>
 

  
 
Siamo quasi alla fine di questo arco, e poi passeremo agli ultimi due della storia. È stata davvero dura creare questa variante di Hiccup – dal punto di vista emotivo – ma come ormai sapete, il bello del Multiverso comprende anche la possibilità di esplorare scenari molto più cupi rispetto a quelli dei film animati. 
  
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