Serie TV > Vikings
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    21/02/2023    3 recensioni
Eccomi qua con la nuova long fic ispirata alla serie TV "Vikings"! In realtà ormai la serie TV si è conclusa e io ho già dato la mia versione della storia (l'unica e la sola secondo me! XD), ma non potevo proprio separarmi dai miei personaggi, Ivar, Aethelred, Hvitserk, Bjorn e tutti gli altri, e così ho deciso di scrivere una nuova storia che non so neanche dove mi porterà, ispirandomi a varie storie (Vikings: Valhalla prima di tutto, ma anche altre serie TV e film). La storia inizia proprio dove si concludeva Mission impossible: i Norreni sono tornati a Kattegat dopo aver ottenuto da Re Alfred nuove terre e ora ci saranno decisioni da prendere, scelte da fare e ovviamente nuovi avversari da affrontare... oltre a qualche personaggio nuovo!
Ringrazio chi mi ha seguita fin qui e spero che la nuova storia potrà piacere a chi ha letto le altre.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, autori e produttori delle serie TV "Vikings" e "Vikings: Valhalla".
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Hvitserk, Ivar
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 16: I’ll reach you

 

Seven years and seven days you've been gone
Seven years of changing faith and opinion
Would you recognize me
If you walked beside me?
I would keep on waiting
It's been to long

Here's to you if you care to listen
Here's to you, let me cross the distance

Even if you're not here
I'll reach you, I'll reach you
Even though you're away, I'm near
We'll forgive and forget
I'll reach you!

(“I’ll reach you” – Delain)

 

Hvitserk e Helgi partirono una settimana dopo per il Danelaw, dopo aver organizzato tutto ciò che serviva per il viaggio e il soggiorno nel luogo che avrebbero gestito come sovrani e aver scelto gli uomini di fiducia da portare con loro. Il momento della partenza, al porto, fu piuttosto commovente: Floki teneva abbracciato Helgi come se non volesse lasciarlo andare, Aethelred stringeva le mani di Hvitserk con gli occhi pieni di lacrime e Tiago guardava tutti loro con un faccino triste e desolato, come se non riuscisse a credere che davvero tutte le persone a cui teneva finissero per lasciarlo solo… Harald gli si era messo accanto per fargli sentire la sua presenza, senza opprimerlo, ma semplicemente per fargli capire che lui era lì, che non lo avrebbe lasciato e che, se aveva bisogno di sfogarsi, lo avrebbe ascoltato volentieri. Ovviamente erano presenti anche Bjorn, Gunnhild e tutti gli altri a salutare i due e per Kattegat era motivo di orgoglio che fossero proprio due suoi concittadini ad andare a governare le colonie Norrene in Wessex.

“Non vi commuovete tanto, torneremo spessissimo a trovarvi” promise Hvitserk. “Tanto spesso che vi verremo a noia!”

In tutta quella commozione, eccitazione e malinconia l’unico a starsene in disparte era proprio Ivar. Certo aveva salutato anche lui Hvitserk e Helgi augurando loro buona fortuna, ma poi si era messo da una parte e non aveva più aperto bocca.

La nave vichinga si staccò dal molo e iniziò ad allontanarsi sempre di più mentre i cittadini di Kattegat guardavano gli occupanti farsi sempre più piccoli e nessuno si mosse dal molo finché l’imbarcazione non fu del tutto scomparsa all’orizzonte. In un certo senso era un pezzo di Kattegat che se ne andava, e anche se Hvitserk e Helgi avevano assicurato che sarebbero tornati il più spesso possibile era comunque chiaro che le cose sarebbero cambiate, non solo per Kattegat o per Hvitserk e Helgi personalmente, ma in un senso più generale. Era la prima volta nella loro storia che dei Norreni venivano scelti per governare delle colonie in un Paese straniero, colonie che erano un’estensione di terra talmente vasta da avere un suo proprio nome, il Danelaw. Prima di allora c’era stato Rollo, il fratello di Ragnar, che era rimasto in Francia dove adesso governava il Ducato di Normandia, tuttavia il suo potere gli derivava dal fatto di aver sposato la Principessa Gisla, la figlia dell’Imperatore Carlo; Hvitserk e Helgi invece sarebbero andati come sovrani Vichinghi senza alcun legame matrimoniale con nobili Sassoni. Era un enorme passo avanti per i Norreni e chiunque poteva rendersene conto.

Quando la nave fu completamente svanita all’orizzonte, Aethelred si lasciò sfuggire un sospiro e si diresse verso Ivar, sapendo che non poteva più fare finta di niente: il giovane Vichingo non si era comportato come al solito, non aveva preso in giro il fratello minacciandolo di andare a razziare nelle sue colonie o cose del genere, era rimasto silenzioso e cupo in volto e questo non andava bene, non andava per niente bene. Il Principe Sassone doveva provare a parlargli e cercare di capire che cosa lo tormentasse, ma sapeva che non sarebbe stato semplice perché Ivar parlava sempre tanto, ma mai delle cose che veramente lo toccavano nel profondo.

In realtà, però, Aethelred non ebbe bisogno di fare domande scomode a Ivar perché fu lui a interessarsi a tutt’altro. Era stato cupo e irritato per tutta la mattinata, ma quando vide Harald che si dirigeva verso la casa di Tiago e Floki tenendo amichevolmente un braccio attorno alle spalle del giovane spagnolo, con l’apparente intento di consolarlo per la partenza degli amici, si mosse più velocemente con la stampella per raggiungerlo.

“Harald, mi fa piacere vederti” lo salutò, “perché era da un bel pezzo che volevo chiederti alcune cose e non ce n’è mai stata l’occasione.”

Il Vichingo sorrise, sempre cordiale con tutti gli abitanti di Kattegat e con i Lothbrok in particolare.

“Ma certo, Ivar, puoi chiedermi tutto quello che vuoi” rispose.

Nel frattempo Aethelred aveva raggiunto i tre e ora si chiedeva cosa potesse aver interessato tanto Ivar, sentendosi anche sollevato perché comunque vedeva il suo compagno distratto dai pensieri neri che lo avevano tormentato, perciò qualsiasi cosa fosse stata andava bene.

“Hvitserk e Helgi mi avevano raccontato di averti trovato in un vicolo, durante la battaglia contro Re Egil e i suoi, e di averti soccorso, ma Hvitserk continuava a rimuginare su qualcosa che gli era parso strano” iniziò a spiegare Ivar. “Poi tra una cosa e l’altra non c’è mai stato modo di parlare di questa stranezza, comunque ora non ci sono altri impegni e abbiamo tutto il tempo del mondo. Insomma, loro si erano stupiti di averti trovato gravemente ferito alla schiena in quel vicolo, mezzo dissanguato, ma senza alcun cadavere di Danese attorno, c’erano solo i corpi di altri due Norreni. Sembrava che tu e i tuoi foste stati attaccati alle spalle dai Danesi e che aveste avuto la peggio, ma sembra davvero incredibile anche a me, come a Hvitserk e a Helgi, che un guerriero esperto come te possa essersi fatto sorprendere in modo così sciocco da uomini inesperti come i soldati di Re Egil. Io credo piuttosto che ci sia qualcosa sotto e, se non ti dispiace, vorrei sapere com’è andata davvero.”

Harald fissò gli occhi in quelli di Ivar e per un lungo momento si chiese se parlare o no, ma poi decise che era la cosa giusta da fare, anche perché Ivar e i suoi fratelli avrebbero potuto aiutarlo nel caso in cui Olaf avesse deciso di tentare di nuovo di farlo fuori.

“Hai perfettamente ragione, Ivar, le cose non sono andate come sembravano” replicò. “Non sono stati i Danesi ad attaccarmi, bensì due sicari di mio fratello Olaf, che lui aveva inviato dal Rogaland per uccidermi a tradimento, confondendosi tra gli altri Norreni. Loro hanno cercato di farmi fuori in quel vicolo colpendomi alle spalle, ma io sono riuscito a difendermi in qualche modo e a ucciderli tutti e due prima di perdere i sensi… e per fortuna Hvitserk e Helgi mi hanno trovato in tempo.”

“Ma… come? Tuo fratello Olaf ti vuole morto?” intervenne Aethelred, sconvolto. Per lui era una cosa inconcepibile e ricordava fin troppo bene come avesse ritenuto folle sua madre che lo credeva capace di fare del male ad Alfred… “Perché? È una cosa terribile!”

“Non più di tanto, anch’io ho cercato più volte di uccidere i miei fratelli” sottolineò Ivar, che non perdeva mai l’occasione di ricordare a tutti che razza di impunito fosse stato… e fosse ancora, almeno un po’! “Ma io avevo sempre delle ottime ragioni, per cui… perché questo Olaf vorrebbe ucciderti?”

Harald guardò Tiago e notò che era turbato, come se fosse preoccupato per lui… e la cosa gli fece molto piacere. Forse, finalmente, il giovane spagnolo iniziava a interessarsi a lui? Il Vichingo sorrise rassicurante al ragazzo e poi iniziò a raccontare la sua vicenda.

“Olaf è il Re del Rogaland, la corona è spettata a lui in quanto fratello maggiore, ma non è un buon Re, non ha a cuore gli interessi delle nostre terre ma solo i suoi guadagni personali, le ricchezze e le alleanze vantaggiose” disse. “Io ho sempre pensato che sarei stato un sovrano più saggio e di mente più aperta e così ho deciso di offrirmi volontario con una guarnigione di soldati per sostenere la difesa di Kattegat, sperando che Bjorn, come Re di tutti i Norreni, potesse destituire Olaf e mettere me al suo posto. Sì, lo so, è la solita vecchia storia, ma io ho cercato di ottenere il potere in modo leale, mettendo a rischio la mia vita combattendo al fianco di Kattegat, Olaf invece… in qualche modo è venuto a sapere dei miei piani e ha mandato due sicari per uccidermi a tradimento.”

Tiago aveva gli occhi sbarrati e, suo malgrado, cominciava a sentirsi sempre più spaventato per Harald e per la sua incolumità. Anche Aethelred era turbato perché quella storia gli ricordava troppo le trame di sua madre Judith, anche se lui e suo fratello in realtà si erano sempre voluti bene e appoggiati l’un l’altro. Ivar, inaspettatamente, scoppiò in una risata che sembrò stemperare tutti i suoi malumori degli ultimi giorni.

“Ah, allora non sono solo io l’unico pazzo che cerca di far fuori i fratelli per ottenere il potere, sono quasi deluso!” fece, sarcastico. “Quindi cosa farai adesso? Chiederai a Bjorn un esercito per andarti a conquistare il Rogaland?”

Aethelred sbarrò gli occhi. Possibile che Ivar volesse già una nuova guerra? Erano stati così fortunati poche settimane prima contro gli eserciti di Re Egil, avevano vinto senza troppe perdite e ora… ora l’unica cosa che pareva motivare Ivar, fino a poco prima nervoso e irritabile, era la prospettiva di partire per il Rogaland alla conquista di un Regno per Harald?

Era dunque solo l’avventura, l’azione, la battaglia a dare un senso alla vita di Ivar e lui non contava niente? Lui lo annoiava?

“Non ne ho la minima intenzione” sorrise tuttavia Harald, rivolgendo il suo sorriso soprattutto a Tiago. “Come ho detto, non voglio uccidere mio fratello e neanche vendicarmi di lui. Pensavo che sarei stato un Re migliore di lui, ma se devo fargli guerra per strappargli la corona allora non sono migliore di lui.”

Ivar e gli altri sembrarono molto colpiti dalla serenità con cui Harald parlava e dalla saggezza delle sue parole. Anche lui era un Vichingo e amava l’azione e il potere, ma sapeva quando era il momento di dire basta.

“Ma… non c’è pericolo che tuo fratello mandi degli altri sicari a tentare di ucciderti, visto che lo ha già fatto?” domandò Aethelred. Tiago non aveva detto nulla, ma nei suoi occhi si leggeva la stessa domanda e la medesima preoccupazione e la cosa non sfuggì allo sguardo acuto di Harald.

“Non credo. Lui sa che adesso sono a Kattegat, sotto la protezione del Re dei Norreni, e sarebbe un vero idiota se cercasse di farmi uccidere proprio qui” rispose Harald. “Significherebbe dichiarare guerra a Bjorn La Corazza e non penso che abbia voglia di imbarcarsi in una simile missione suicida. Ha mandato i sicari perché sperava di eliminarmi e di far credere a tutti che fossero stati i Danesi, ma adesso dovrebbe per forza manifestare i suoi intenti e lui non è così coraggioso, preferisce metodi più subdoli.”

“Beh, meglio così, allora” disse Aethelred, sollevato. “Tu potrai restare a Kattegat quanto vorrai e Bjorn sarà felice di averti al suo fianco. Magari potresti diventare uno dei suoi consiglieri o comandanti militari, visto che Hvitserk e Helgi sono partiti per il Danelaw.”

Harald allacciò la vita di Tiago con un braccio e lo strinse a sé con un altro dei suoi sorrisi luminosi.

“E io sarei onorato di far parte degli uomini di fiducia del grande Re dei Norreni. Del resto, la mia intenzione era comunque quella di restare a Kattegat, mi trovo molto bene qui e ho conosciuto tante persone interessanti” disse, con un tono malizioso.

“Mi fa piacere. A Kattegat si sentirà molto la mancanza di Hvitserk e Helgi e avere un amico in più sarà una buona cosa non solo per Bjorn” replicò Aethelred, intenerito alla vista del gesto affettuoso di Harald verso Tiago. Chissà, forse anche il suo giovane amico spagnolo avrebbe finalmente conosciuto la felicità dopo le esperienze terribili vissute con Erik? “Probabilmente Bjorn ti inviterà a vivere nella dimora regale, credo che già ti consideri uno dei suoi uomini.”

“Beh, vedremo. Adesso sto bene e di certo non posso occupare il letto della piccola casa di Floki e Tiago per sempre, no? Anche se mi dispiacerebbe perdere una certa compagnia… ma ne parleremo meglio se e quando Bjorn deciderà di farmi questo onore” ribatté Harald, guardando Tiago con intensità e stringendolo ancora di più.

Il Vichingo, poi, iniziò ad incamminarsi verso la casetta che ancora occupava, tenendosi Tiago al fianco ma, ad un certo punto, si fermò e si voltò verso Ivar e Aethelred.

“Vi ho detto che non credo che mio fratello sia tanto sciocco da voler sfidare il Re dei Norreni, ma nel caso lo fosse, spero di poter contare sul vostro aiuto” disse.

“Naturalmente” dichiarò Ivar, con gli occhi che gli brillavano. “Bjorn è sempre pronto a difendere i suoi amici e Kattegat non si tira mai indietro davanti alla prospettiva di combattere!”

Harald annuì e sorrise ancora, poi riprese la sua strada con Tiago accanto.

Aethelred sembrava turbato, adesso, mentre Ivar era tornato il vivace impunito di sempre.

“Immagino che tu non aspetti altro che questo, vero, Ivar? Tu speri che Re Olaf voglia eliminare Harald e che, quindi, dichiari guerra a Kattegat, non è così? A te interessa solo questo, o forse… forse stare con me non ti basta…” disse il Principe Sassone, in un tono a metà tra delusione e irritazione.

Ivar restò allibito.

“Ma cosa dici, Aethelred? Senti, non fingerò di essere altruista e di volermi sacrificare per la felicità di Harald, ma è vero che la prospettiva di avere qualcosa da fare mi ha rimesso di buon umore. Tu stesso ti sei accorto di quanto io abbia preso male la partenza di Hvitserk e Helgi e, magari, avrai anche pensato che io fossi invidioso di lui” replicò Ivar, prendendo sottobraccio il suo compagno e avviandosi con lui verso la dimora regale.

“In effetti ho pensato anche questo” ammise Aethelred, sempre più depresso all’idea di non essere abbastanza per il suo Ivar.

“Ma il motivo del mio malumore non era l’invidia” spiegò finalmente il giovane Vichingo. “Io sono stato Re di Kattegat e a dire la verità non mi è piaciuto, era più una cosa che voleva Freydis, a me piace razziare, vivere avventure e… fare il Re, ascoltare le lamentele dei cittadini e prendere decisioni era monotono e per niente entusiasmante. Figuriamoci poi se avrei voluto trovarmi al posto di Hvitserk nel Danelaw, dove noi Norreni non conteremo quasi niente! Sarà Alfred a comandare e Hvitserk dovrà sempre chiedere il permesso a lui per qualsiasi cosa: io non potrei mai vivere così.”

“Ma allora perché sei stato irritabile e scontroso per tutti questi giorni? Io non capisco” mormorò il Sassone. “E tu in genere non ti confidi mai…”

“È vero che sono stato nervoso ed è vero che non ti ho spiegato niente” ammise Ivar, “ma la verità è che non riuscivo a capire bene neanch’io cosa provassi e perché mi sentissi insoddisfatto. Poi, parlando con Harald, ho capito. Ciò che mi infastidisce tanto sono tutti questi cambiamenti, ognuno che trova il suo posto nel mondo e la sensazione che Kattegat e in generale la vita dei Norreni stia cambiando. Bjorn ora è il Re supremo e ha scelto di evitare il più possibile razzie e guerre non necessarie per fare di Kattegat una cittadina commerciale, magari più ricca… ma tanto più noiosa! Hvitserk è andato a fare il Re nel Wessex, sotto l’egida di tuo fratello, e farà in modo che non ci siano più incursioni dei Vichinghi in Inghilterra. Ubbe è nella Terra Dorata dove governa pacificamente insieme ai nativi del luogo. Insomma, è come se i miei fratelli fossero diventati adulti senza di me e a me l’idea di crescere e diventare come loro non piace, però non posso neanche fare in modo che le cose tornino com’erano prima. Non lo so, a volte mi sembra che il vero mondo Vichingo, quello di Ragnar Lothbrok, stia scomparendo e credo di non riuscire ad accettarlo.”

Aethelred fissava il suo compagno con i grandi occhi chiari: adesso comprendeva perché Ivar fosse stato così scontento e nervoso, non era per colpa sua ma lui non poteva aiutarlo, vedeva che non si sentiva a suo agio e non poteva fare niente per lui.

“Mi dispiace davvero, Ivar, ora capisco come ti senti ma purtroppo… purtroppo noi non possiamo fermare il tempo o impedire che le cose cambino” disse, piano.

“Però è stato proprio grazie a Harald che ho capito che, in realtà, il mondo Vichingo non cambierà mai, non veramente, non del tutto” riprese Ivar, con una nuova luce di entusiasmo negli occhi. “Olaf ha cercato di far uccidere suo fratello per non perdere la corona e chissà, potrebbe anche riprovarci, oppure dichiarare guerra a Kattegat sperando di eliminare Harald. Oppure potrebbe essere Harald a decidere di partire per qualche altro Regno più debole da conquistare… insomma, il vero spirito dei Norreni non si è sopito e non verrà mai meno, ci saranno sempre nuovi luoghi da esplorare, terre da conquistare, nemici da combattere, e Ivar Senz’Ossa sarà sempre pronto a pianificare nuove strategie perché i Vichinghi prevalgano! Se non potrò più farlo con Hvitserk allora lo farò con Harald o con qualche altro che incarna ancora lo spirito Vichingo… e, ovviamente, con te, sempre, Aethelred.”

“Allora non ti senti più infelice e scontento?” domandò ancora il Principe Sassone, preoccupato.

“No, assolutamente. So che tante nuove avventure emozionanti mi aspettano e che le vivrò al tuo fianco. Come potrei essere scontento?” concluse Ivar.

E, tanto per dimostrare al compagno che diceva sul serio, lo condusse non più verso la dimora regale, bensì verso i boschi che circondavano Kattegat. Camminarono insieme in mezzo alla vegetazione, mentre il mare in lontananza scintillava di schegge dorate sotto il sole, poi Ivar strinse a sé Aethelred e si distese con lui in un luogo nascosto tra i cespugli dove l’erba era più folta e morbida; iniziò a baciarlo con foga e passione spogliandolo e liberandosi delle proprie vesti, avvolgendo la bocca del Principe Sassone con labbra roventi e invadendolo con la lingua. Il corpo di Ivar fremeva di tensione e frenesia, ogni fibra desiderava possedere il giovane Sassone e, alla fine, entrò in lui con decisione e impeto e Aethelred, sfibrato e tremante, si perse in lui, lo accolse dolcemente in tutti i suoi affondi esigenti, nel bruciore del bisogno inarrestabile. Il mondo scomparve e si dissolse insieme a qualsiasi altro pensiero o preoccupazione, i corpi dei due amanti annullarono tutto il resto e, fusi insieme, ognuno divenne l’unica realtà per l’altro, la pelle, il profumo, la passione e la totale fusione di anime e corpi fino a giungere all’apice del piacere, con scosse travolgenti che attraversarono la pelle, le vene, il sangue di Ivar e Aethelred, uniti e allacciati in un delirio splendente d’amore.

Ivar aveva ragione, la vita dei Vichinghi avrebbe continuato ad essere impetuosa, ardente e tempestosa, nel bene e nel male, e ci sarebbero state tante altre avventure per lui e per tutti gli altri ma, in quel momento, contava solo la luce e il calore dell’amore appassionato fra lui e Aethelred.

 

FINE

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Vikings / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras