Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: Alexander33    23/02/2023    2 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Abbiamo intercettato comunicazioni dall’Arcadia. A quanto pare faranno porto a breve su Dim Sidus, un pianeta ai confini del sistema locale. Deve incontrare un’altro sporco terrestre: il perché è irrilevante.

Un gruppetto dei nostri staziona lì da tempo sotto copertura: ho già preso accordi. Ti recherai sul pianeta e fingerai di essere la cameriera nell’osteria che fa da ritrovo alla feccia come Harlock. A lui piace bere, sicuramente passerà di lì e dovrai servirlo in tutto.»

 

«Mia regina…» si tormentava una ciocca di capelli biondo rame, attorcigliando un boccolo tra le dita.

 

Raflesia la scrutó, indovinando i suoi pensieri. La conosceva da quando era nata e sapeva fin troppo bene quali erano le debolezze della giovane donna.

 

«Mi ripugna… farmi toccare da quel rozzo bastardo terrestre…»

 

«Non fare la difficile. Quando avrai compiuto la missione potrai partorire tutti i marmocchi che ti pare con chi vorrai. Harlock è un bell’uomo e a quanto raccontava Shizuka, anche abile nel dare piacere tra le lenzuola, quindi non lamentarti! Poteva andarti peggio…» Il tono di Raflesia era gelido, con una punta di disgusto. Disprezzava profondamente la debolezza della cugina.

 

Alcyone ebbe un brivido. Il solo pensiero che le mani sudicie di quel bifolco potessero solo sfiorarla le provocava la nausea. Come avrebbe fatto? Deludere Raflesia era pericoloso: parente o meno, non era consigliabile contraddirla, mai. Deglutì a fatica.

 

«D’accordo. Sono pronta.»

 

«Aspetta…» Raflesia le porse una minuscola scatolina.

 

«Cos’è?» chiese Alcyone. Dentro c’erano tre pillole di colore azzurro.

 

«Un medicinale che ti farà ovulare in trenta minuti dalla sua assunzione. Stai attenta a non sprecarlo, e usalo bene!»

 

Questa storia si stava rivelando molto più seccante di come aveva immaginato. Quanto tempo sarebbe stata via? E come avrebbe fatto a sedurre il pirata? Raflesia la stava sopravvalutando.

 

Chiuse le dita sul piccolo astuccio.

 

«Come vuoi tu.»


Il viaggio per Dim Sidus fu snervante. Passó tutto il volo tentando d’immaginare cosa l’avrebbe aspettata. Si dicevano tante cose di quell’uomo, anche che fosse senza scrupoli: se l’avesse smascherata l’avrebbe uccisa certamente, Shizuka aveva fatto proprio quella fine. Prima sua amante, poi sua vittima. Ce n’era abbastanza per non dormirci la notte. Il cuore le batteva accelerato: se si sentiva nervosa ora, cosa sarebbe successo quando se lo fosse trovato davanti? Mille dubbi, mille paure: era tra l’incudine e il martello. Da un lato Raflesia e dall’altro il pirata. Riuscire nel suo compito e ritornare alla Dorcas senza che Harlock la smascherasse sembrava quasi impossibile.

Guardó il piccolo cronografo da polso che le avrebbe permesso di comunicare con sua cugina e sospiró.

 

«Principessa, tutto bene?»

 

Era talmente agitata che anche i piloti l’avvertivano.

 

«Sì, tutto bene…»

 

Ebbene, ormai era in ballo, e bisognava ballare. Meglio rassegnarsi e cercare di mettercela tutta, sperando anche nella fortuna.

 

Atterrarono nello spazioporto della capitale. Tra navi-cargo, piccoli velivoli e navi passeggeri scorse l’Arcadia. Era già qui. Una morsa al cuore le fece mancare il respiro.

 

I piloti la scortarono subito fuori dall'area arrivi.

 

«Benvenuta principessa. Ci perdoni, d’ora in poi dovrà fare a meno del titolo. La porteremo nel luogo dove nei prossimi giorni dovrà attendere Harlock.»

 

I piloti si accomiatarono con un breve inchino e si tolsero di mezzo. La tentazione di correre loro dietro fu grande.

 

«Bene, cosa aspettiamo? Andiamo…»

 

I due agenti si avviarono con Alcyone in mezzo a loro.

 

Uno sprinter: quel luogo era preistorico! Alcyone si sedette di malavoglia sul mezzo di trasporto a trazione magnetica che galleggiava a 50 centimetri dal suolo. I sedili erano impolverati da un sottile strato di sabbia. Dim Sidus era un maledetto pianeta desertico e la sabbia era ovunque, gialla e infida ti si infilava dappertutto.

 

Il tragitto fu breve. Venne fatta scendere davanti all’ingresso della bettola più scalcinata e volgare che avesse mai visto in vita sua

“come quel pirata” pensó seccata.

Il massimo del degrado che aveva sperimentato era stata la dimora dell’ambasciatore nel sistema di Chorus: una villa di 10 stanze su due livelli, 5 persone di servizio e un giardino abbastanza curato da poterci fare due passi.

 

Gli agenti l’accompagnarono dentro.

 

«Io sono Gaia, lei Phebe. Siamo agenti sotto copertura già da cinque anni su questo pianeta. La regina ci ha detto che deve avvicinare il pirata per carpire alcune informazioni top secret. Noi saremo ai suoi ordini per aiutarla al meglio e fornire tutta l’assistenza possibile alla missione.»

 

Alcyone salutó chinando elegantemente il capo. Fortunatamente Raflesia non aveva rivelato il vero scopo della sua missione, fin qui era stata di parola.

 

Si guardó intorno: un’osteria da ubriaconi e prostitute. E LEI avrebbe dovuto addirittura LAVORARE in un postaccio simile! SERVIRE il bifolco e infine permettergli di toglierle la verginità, magari in un lurido letto di quella bicocca! Si sentì venire meno a quel pensiero.

 

«Bene. Non è affatto ció che si addice alle mie… abitudini. Dove dormiró?» Era una principessa indubbiamente viziata, fredda, a volte cinica ma non sgarbata. Per questo pronunció quelle parole con tono gentile.

 

«Al piano di sopra» spiegó Gaia, che doveva essere il soldato più alto di grado.

«Abbiamo fatto in modo che non manchi nulla… anche se comprenderà che di meglio non si potrebbe…»

 

Venne accompagnata nella sua stanza: se lo squallore avesse assunto l’aspetto di camera, sarebbe stato esattamente così.

 

Un letto a due piazze in ferro battuto, una toilette con un piccolo specchio tondo e appannato, un armadio anonimo ma capiente, un semplice tappeto intrecciato in fibre di paglia. Carta da parati decorata con minuscoli fiori celesti, un bagnetto claustrofobico con lo stretto indispensabile.

Le venne da piangere.

 

Uscite le due donne si sedette sul letto e premette il pulsante del cronografo che l’avrebbe messa in contatto con Raflesia.

 

Una spia verde segnalava il collegamento in corso.

 

«Io non posso stare in questa stamberga! È squallida! Vecchia! E… orribile! Moriró di tristezza qui dentro! Nell’armadio ci sono quattro stracci che anche una contadina rifiuterebbe di indossare!»

 

«Sei sotto copertura! Non pretenderai di stare li in veste ufficiale! Fai finta di recitare… mi pare che il teatro sia una delle tue passioni…»

 

«Raflesia: il rubinetto nel bagno è arrugginito. Il soffitto ha le crepe e la biancheria del letto almeno 50 anni! E non voglio nemmeno provare ad immaginare chi abbia dormito su questa cosa che chiamano letto…»

 

«Mi rincresce, ma Harlock non andrebbe mai a bere in una sala da the per vecchie nobildonne! Ora basta lagnarsi! Manda Phebe in ricognizione, che trovi e segua Harlock! Tu tieniti pronta a riceverlo, servizievole e disponibile.»

 

Raflesia chiuse la comunicazione.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Alexander33