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Autore: Alexander33    26/02/2023    1 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essersi confrontata con Raflesia, ritornó in sala.

I pirati erano ancora lì a bere. Gaia e Phebe pensavano agli altri clienti.

 

Quando la videro ritornare si levó un fischio acuto

 

«Hei! Qui servono altre bottiglie!»

 

Si avvicinó al loro tavolo per portare da bere quando uno schiaffo su una natica le fece fare un gridolino.

Arrossì violentemente e le spuntarono due lacrimucce d’umiliazione. Nessuno mai si era permesso un gesto così cafone nei suoi confronti, nessuno avrebbe osato tanto…

Quando ebbe il coraggio di voltarsi, sorprese Harlock che stritolava l’orecchio del ragazzo che si era permesso quel gesto volgare, e guaiva come un cane.

 

«Adesso chiedi scusa. Spieghiamo a questa signorina che siamo pirati, non molestatori di ragazze.»

 

Quello continuava a gemere per il dolore con le lacrime agli occhi «Scusa scusa scusa!!!! Mi dispiace!»

 

Finalmente Harlock lasció la presa e per la prima volta guardó veramente Alcyone in viso, e fu come se scattasse una scintilla.

 

Alcyone avvampó ulteriormente e per togliersi dall’imbarazzo scelse di fuggire con una scusa, mentre Harlock la seguiva con lo sguardo.

 

«Perché sono scappata? Accidenti! Era un’occasione d’oro!» si rimproverava guardandosi allo specchio del bagno del bar.

Quando lui l’aveva guardata aveva sentito una vampata di calore salirle al viso e le erano morte le parole. 

“Quando Raflesia lo scoprirà mi farà una scenata terribile!”


«Sei proprio un cretino!» Kei stava rimproverando il molestatore.

 

«Già… l’avevo detto io… era meglio non portarceli i mocciosi con gli ormoni a duemila! Che figuracce… ci siamo giocati ogni possibilità con quella bella ragazza…» Tadashi ancora sperava di poter concludere qualcosa con Jordan/Alcyone.

 

«coraggio, andiamo… per colpa di questo idiota ci siamo fatti riconoscere anche stavolta…» Yattaran si alzó facendo cenno agli altri di seguirlo. Harlock intanto era andato a pagare.

 

Gaia era dietro al bancone a fare cassa. 

 

«Si chiama Jordan la ragazza che ci ha serviti?» Chiese Harlock mentre maneggiava un rotolo di banconote.

 

«Sì, è lei…»

 

«Dille che ritorneró domani…»

 

«Non mancheró. Buonanotte!»


Quando uscì dal bagno i pirati se ne erano già andati e Alcyone si diede della stupida: aveva sprecato un'occasione unica. Se fossero partiti quella sera stessa o l’indomani la missione poteva dirsi fallita. E sarebbero iniziati i guai seri: Raflesia l’avrebbe spellata viva… sarebbe venuta a prenderla lei stessa e poi… 

 

Si mise a liberare il tavolo, pensierosa e intristita. Quando portó i bicchieri sporchi a Phebe perché li mettesse a lavare si avvicinó Gaia con aria trionfante.

 

«Ho un messaggio. Il pirata dice che tornerà domani. Hai fatto colpo mia principessa!»

 

Il cuore le balzó in gola e un sorriso le illuminó il volto: improvvisamente si scoprì inspiegabilmente euforica.



 

L’indomani Alcyone attendeva Harlock con ansia: continuava a guardare verso la porta, ma era ormai passata più di un’ora dall’apertura e del pirata nemmeno l’ombra. Magari aveva cambiato idea… magari se ne era dimenticato ed erano salpati.

 

Andó in cucina a fare un piccolo spuntino e quando ne uscì lui era lì, seduto da solo al tavolo dove era stato la sera precedente.

 

«Ti stavo cercando» le disse, quando Alcyone si avvicinó per prendere l’ordinazione.

 

«Davvero?» Si portó la penna alle labbra arrossendo leggermente.

 

Aveva un fazzoletto candido legato in testa e i ricci le incorniciavano il viso.

 

«Siedi qui, vicino a me.»

 

Ubbidiente fece come le era stato detto, in fondo non aspettava altro. Le ire funeste di Raflesia parvero allontanarsi.

 

«Mi hanno detto che vorresti passare la notte con me.» Mentre diceva quelle parole la stava fissando negli occhi.

 

«Sì, è vero»

“Speriamo di riuscire a concludere questa missione il prima possibile!”

 

«Non sembri una che va col primo venuto»

 

«no, infatti.»

 

«Peró vorresti concederti ad uno sconosciuto…»

 

«Non lo sei. Sconosciuto intendo… Tu sei una leggenda vivente, non c’è anima nella galassia che non conosca il tuo nome.»

 

Harlock sorrise, Jordan parlava più come un’adolescente, non dimostrava la sua età. 

 

«Una specie di rockstar?»

 

«No. Molto meglio. Le rockstar non hanno la fama di tener testa a un’intero popolo alieno…»

 

«Già… le mazoniane.»

Non era il tipo da sesso occasionale, ma aveva ragione Yattaran: questa era veramente una ragazza speciale, dall’incredibile insolita bellezza. Aveva visitato parecchi mondi ma nessuna l’aveva mai colpito così, per il solo aspetto fisico. Nessuna, tranne Namino Shizuka.

Qualcosa nella sua testa scattó, forse un sesto senso.

Quella ragazza poteva essere una mazoniana? Anche Namino era irriconoscibile, e per un periodo l’aveva ingannato, ma Namino era esperta seduttrice, questa ragazza, al contrario, sembrava estremamente ingenua. Una spia di Mazone sarebbe stata molto più audace e sicura di sé.

 

«Allora desideri così tanto fare sesso con me?»

 

Alcyone annuì energicamente «ne va della mia vita… letteralmente!»

 

«Addirittura?» rise, ignorando che quella di Alcyone non era una battuta ma la pura verità.

 

«Allora, forse, dovró fare questo sacrificio…»


“Ci siamo!!! Non commettere idiozie proprio ora!”


«Ti fidi a salire sulla mia nave? Staremo più comodi…»

 

La nave! A bordo c’era la yuretana! Raflesia era stata molto chiara su questo punto!

 

«Non devi assolutamente salire a bordo dell’Arcadia! E ancora di più avvicinarti alla yuretana! Ti smaschererebbe subito e sarebbe la fine! Tienitene alla larga!»



 

Alcyone si mosse nervosamente

«no, non posso… le mie sorelle non mi permetterebbero di passare la notte fuori…» fu la prima scusa che riuscì a trovare.

 

«Mi sembri abbastanza cresciuta per dover dar conto a qualcuno»

 

Alcyone sbuffó

«uff… e va bene! Mi fa paura, mi mette soggezione. Faccio già fatica a parlare con te… non ce la farei proprio a salire sulla tua nave, mi sentirei insopportabilmente a disagio.»

 

«Capisco… allora dimmi tu: dove vogliamo andare?»

 

“Dovrei essere nella reggia di un principe! Con un abito da sposa esclusivo, perdere la verginità con mio marito tra lenzuola di seta… non come una puttana qualsiasi! Invece mi sto per concedere a un essere che è poco più di un animale, rozzo, plebeo e per giunta un fuorilegge!”

 

Le venne quasi da piangere.

 

“Io in quel letto pulcioso non voglio… piuttosto mi faccio torturare da Raflesia.”

 

Venendo dallo spazioporto aveva visto di sfuggita un albergo non proprio di lusso, ma almeno non era una topaia come quella.

 

«Sai guidare uno di quei cosi che galleggiano a mezz’aria?»

 

Harlock sorrise: quella ragazza era viziata ma la sua ingenuità quasi lo inteneriva.

 

«certo… lo so guidare “quel coso”…»

 

Salirono sullo sprinter di Gaia, e Alcyone lo fece fermare dinanzi all’albergo che veniva usato dai turisti che arrivavano senza mezzi propri.

 

«Un albergo? Ma fai sul serio?»

 

«Perché? Ti sembra tanto strano?»

 

Questa scopata stava diventando troppo problematica e ad Harlock venne la tentazione di desistere.

 

Alcyone lo intuì e mise in campo l’artiglieria pesante. Mentre scendeva dal veicolo fece in modo che la gonna salisse a rivelare le autoreggenti in pizzo nero. Se il pirata la mollava adesso Raflesia l’avrebbe squartata.


 
   
 
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