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Autore: berettha    26/02/2023    1 recensioni
Storia di come Remus Lupin si innamorò di Sirius Black, per la seconda volta.
“Remus li amava così tanto, che le parole erano inutili qualche volta.
E se fosse servito a tenerli al sicuro, avrebbe divorato il mondo, crudo.
Si sarebbe trasformato e con le sue grosse fauci da lupo lo avrebbe masticato, accartocciato, ingoiato. Tutto, per loro.”
Only the gods dwell forever in sunlight, capitolo quattro.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Epilogo. Né ho permesso che fosse seppellito, fino a che un verme non è uscito fuori dalle sue narici. 
 

And I told you to be patient 
And I told you to be fine 
And I told you to be balanced 
And I told you to be kind 

And in the morning, I'll be with you 
But it will be a different kind. 

In passato, prima che entrambi crescessero negli uomini quali erano diventati, avrebbe detto che amare Sirius Black era facile, ma il Remus del futuro gli avrebbe sicuramente riso in faccia.  
Amare Sirius Black era stato sfiancante.  
Era stato inseguire una foglia nel vento, correre in mezzo alla tempesta, aver paura del buio ma scontrarsi lo stesso con esso perché solo così potevi guardare le stelle.  
E lo era, una stella, lo era davvero. La più brillante del firmamento. 
Ma Sirius Black era anche fuoco e fiamme.  
Riusciva a bruciarti dentro così forte, con una passione tale, da farti carbonizzare il cuore, annerire le costole, seccarti il sangue dalle vene.  
Sirius Black poteva fare anche male. Gli aveva fatto male. 
E quando scomparì dietro il velo, lo aveva sentito, quel filo rosso di cui parlano le leggende tirarsi fino a spezzarsi.  
Aveva pensato che dal quel giorno, sarebbe andato meglio. Che dove Sirius era passato lasciando terra bruciata, avrebbero potuto ricrescere i fiori. 
Che il numero dei baci di Tonks avrebbe in qualche modo potuto superare quelli che Sirius non era riuscito a dargli. 
Ma così non era stato, e fu quasi sollevato quando quella Maledizione lo colpì in pieno petto.  
Non era sua intenzione, andarsene così, non davvero. Ma ce n’erano troppi, e la luna crescente gli stava facendo venire un mal di testa forte, così forte che... 
Lascio Teddy a Tonks, a Harry, e ad Andromeda che se ne prenda cura. Sono egoista, se mi lascio andare? Se mi addormento, solo per qualche secondo... 
 

Non pensavo di rivederti così presto.”  
Sirius gli sorride, giovane e bello, quell’aria spietata che aveva avuto da ragazzo.  
“Non ne avevo intenzione, fidati.” Ricambia il sorriso quasi immediatamente, gli viene naturale. 
James lo scruta, da sopra la spalla di Sirius, prima di aprirsi anche lui nel sorriso più grande di cui era capace. “Luni, Luni, Luni” canticchia, “il nostro Lunastorta.” 
Intorno a loro, la solita Hogwarts. 
Il vento scompiglia leggermente le fronde del Platano Picchiatore, c’è odore di fiori, un’ape gli ronza vicino all’orecchio, il sole è ancora tiepido, ma abbastanza caldo da scaldarlo. Sta arrivando la primavera, Remus lo sente nell’aria. Poco più lontano, sdraiate sul prato, Lily e Marlene si stanno mettendo lo smalto a vicenda, chiacchierando animatamente, tra libri, riviste, gli avanzi di un picnic e un giradischi. 
James le raggiunge, correndo. Si butta tra di loro, sporcando di erba e terra la tovaglia dove erano sdraiate, e si alzano indignate. E ridono, Dio quanto li era mancato sentirli ridere. 
Ridono come se non conoscessero sofferenza alcuna. 
Ascoltano Under Pressure, e “Grazie Godric per i babbani e la loro musica!” urla James, alzando le braccia al cielo. 
“Andiamo?” Gli chiede Sirius, porgendogli la mano.  
Remus l’afferra, senza esitare. 
Non era stato facile, amare Sirius Black, perché la vita si era messa in mezzo in malo modo.  
Non era stato facile, andare in guerra al fianco dei Malandrini, e tutti loro avrebbero meritato più anni di quelli che li furono concessi. 
Aveva fatto male. 
Ma Remus avrebbe scelto loro, sempre.  

 

Under pressure that brings a building down 
Splits a family in two, puts people on streets 
Mm-ba-ba-beh, mm-ba-ba-beh 
Dee-day-da, ee-day-da 
That's okay 

That's the terror of knowing what this world is about 
Watchin' some good friends screamin', "Let me out" 
Pray tomorrow gets me higher 

Can't we give ourselves one more chance? 
Why can't we give love that one more chance? 
Why can't we give love, give love, give love, give love 
Give love, give love, give love, give love? 

'Cause love's such an old-fashioned word 
And love dares you to care for 
The people on the edge of the night 
And love dares you to change our way of 
Caring about ourselves 
This is our last dance 
This is our last dance 
This is ourselves 

Under pressure 

 
 
 
 
 
Note: Ultima pagina, ultimo piccolo capitolo, <3  
Non ci sono parole per esprimere quanto importante sia questa coppia -e i Malandrini in generale- per me, e scrivere questa piccola fic mi ha riempito il cuore. 
Iniziata in un periodo poco felice, e finita invece in uno molto –molto- migliore, ho voluto donare anche a loro l’happy ending che meritavano, anche se forse non è quello che si sarebbero aspettati. 
Grazie a chiunque abbia letto, è significato tantissimo per me. <3

   
 
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