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Autore: Stillathogwarts    28/02/2023    9 recensioni
Cinque anni dopo la fine della guerra, il Wizengamot scavalca il Ministro Shacklebolt e fa approvare una Legge sui Matrimoni, nonostante lo scontento generale.
Hermione si ritrova così a dover sposare un Draco Malfoy che mostra fin da subito uno strano e incomprensibile comportamento, mentre una serie di segreti e omissioni iniziano pian piano a venire a galla.
• Marriage Law trope, ma a modo mio (per favore, leggete il primo n.d.a.).
• DRAMIONE
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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The Weight of Us



EPILOGO



POV DRACO


Due anni dopo.
 
«Sei sicura di essere pronta?»
Draco la studiò con fare preoccupato, notando un barlume di incertezza nello sguardo della moglie.
«Sì, sono pronta», dichiarò lei, deglutendo. «Facciamolo.»
«My, se preferisci aspettare… davvero, non preoccuparti per la faccenda del rinnovo dei voti, possiamo rimandare…»
Avevano atteso due anni, perché l’uso della pozione UnObliviate non era consigliabile durante l’allattamento e Hermione avrebbe alternato fasi di coscienza e incoscienza per giorni mentre la sua mente riaccoglieva e riorganizzava i ricordi rimossi, Lyra era troppo piccola per essere privata della madre; potevano aspettare ancora un po’.
Draco non aveva fretta, quella era la sua famiglia e la sua insicurezza non aveva più presa su di lui in merito.
Gli importava solo che stessero bene.
«No, facciamolo», ripeté la donna, decisa. «A meno che tu non voglia dirmi qualcosa, prima.»
Il biondino sbatté le palpebre, spiazzato. «No, sai già tutto» affermò per l’ennesima volta. «Smetterai mai di dubitare di me?»
Hermione sorrise. «Oh, ma io non dubito di te», gli assicurò, accarezzandogli una guancia con dolcezza. «È il Draco di Hogwarts verso cui non nutro una fiducia… completa, diciamo.»
Draco sbuffò; la vide sedersi sul letto e la raggiunse con lentezza studiata, in mano una fiala di pozione argentea.
«Ci hai fatto un bambino, con il Draco di Hogwarts», ribatté, esibendo un sorrisetto smorfioso che parve riecheggiare da un passato lontano e dimenticato.
Hermione fece ruotare gli occhi al cielo. «Vuoi che una frecciatina in stile Malfoy sia l’ultima cosa che mi dici prima che assuma una pozione che potrebbe avere effetti imprevedibili?»
La preoccupazione emerse immediatamente sul volto di lui. «Credi che non sia il caso… ma l’abbiamo testata così a lungo e con così tanta attenzione…»
Gli afferrò una mano e la strinse con forza. «Sto scherzando, Draco.»
«Lo sai che non devi scherzare quando si tratta di queste cose» ribatté irritato. «Lo sai che vado subito in panico.»
«Sei adorabile» commentò lei, ammiccando nella sua direzione.
Draco ridusse gli occhi a due fessure. «Per la cronaca, il Draco di Hogwarts avrebbe trovato questa affermazione svenevole, sgradevole e degradante.»
«E il Draco adulto? L’uomo che ho sposato?»
«Il Draco adulto la trova… tollerabile», affermò, ma un angolo delle sue labbra si era sollevato in un mezzo ghigno compiaciuto.
Gli piaceva che lo vedesse in quel modo. Gli piaceva che le piacesse lui in generale, che lo amasse, così com’era. Pregi e difetti inclusi nel pacchetto. Lo faceva sentire come se fosse abbastanza e lui non si era mai sentito in quel modo prima di lei, anche se a lungo aveva pensato di non meritarla.
«Con i bambini è tutto sistemato?» gli domandò Hermione, tornando seria.
Draco annuì. «Andromeda li terrà finché… beh, finché non sarà tutto passato.»
Lei deglutì e strinse il labbro inferiore tra i denti.
«Ehi», mormorò l’uomo, circondandole le spalle con un braccio e dandole una leggera strizzatina rassicurante sulla spalla. «Ci penso io a te», le assicurò. «Mi prenderò cura di te per tutto il tempo.»
Hermione fece un cenno d’assenso con il capo.
Draco immaginava che stesse cercando di non pensare al lungo sonno agitato che l’aspettava dopo aver bevuto la pozione, ma lui sapeva benissimo cosa sarebbe successo di lì a poco perché vi aveva assistito già in precedenza, più volte. Voleva essere pronto per quando sarebbe stato il suo momento, per assisterla al meglio. Si era preparato. Sarebbe andato tutto bene.
Hermione avrebbe ingoiato il liquido nella fiala, poi le sue palpebre si sarebbero fatte pesanti, fino a chiudersi; il suo corpo si sarebbe accasciato contro quello di lui e lui l’avrebbe messa comoda, l’avrebbe tenuta stretta a sé, assicurandosi che ricevesse il calore di cui aveva bisogno. Le avrebbe asciugato la fronte imperlata di sudore e avrebbe baciato via le sue lacrime; avrebbe Occluso per non soccombere al suo dolore, - perché lo aveva capito che non era un processo indolore, come poteva esserlo? Si trattava di recuperare ricordi cancellati con la forza! -, ma sarebbe rimasto al suo fianco per tutto il tempo. L’avrebbe sentita sussurrare parole, agitandosi tra le sue braccia; avrebbe invocato il suo nome, il più delle volte, visto che era lui che Lucius aveva rimosso dalla sua memoria. Avrebbe visto le espressioni sul suo volto mutare a seconda del tipo di ricordo che la sua mente stava metabolizzando: sorrisi si sarebbero alternati al terrore, all’ansia, al suo cipiglio di disappunto, all’espressione che il suo viso assumeva quando era al culmine del suo piacere. Forse, avrebbe anche riso, per qualche ricordo divertente. Forse l’avrebbe sentita gridare mentre dava alla luce Sirius, quando lui non c’era; forse l’avrebbe sentita piangere, quando lo stringeva nella notte, appena nato e Draco non era al suo fianco. Forse, l’avrebbe sentita sussurrare «Perché?» al vento, rievocando le volte in cui si era chiesta perché fosse andato via con i Mangiamorte quella notte, sentendosi probabilmente tradita dal ragazzo che amava.
Il biondino deglutì. «Pronta?»
«Pronta», confermò Hermione.
E anche se si stava rendendo conto che forse era lui a non essere pronto, le prese il volto tra le mani e la baciò. «Ti amo» le disse, «moglie.»
Lei gli rivolse uno dei suoi sorrisi dolci e genuini, di quelli che gli facevano mancare un battito e che lo facevano costantemente meravigliare del fatto che erano veramente rivolti a lui. «Ti amo anche io, marito.»
Draco stappò la fiala e la poggiò sulle sue labbra.
Hermione la bevve e, come aveva previsto, ogni muscolo del suo corpo si rilassò prima della tempesta; la accolse tra le sue braccia e si distese accanto a lei.
«Sono qui», si premurò di sussurrarle, finché poteva ancora sentirlo. «Non ti lascerò sola. Mai.»
Mai più, pensò dentro di sé.
E poi, Hermione iniziò a tremare.
E lui ad Occludere.
 
*
 
Si stavano dando uno di quei baci travolgenti che di solito erano il preludio di una notte bollente quando Draco lo sentì per la prima volta; un calcio, dritto nel ventre di Hermione, sotto il palmo della sua mano.
Sgranò gli occhi e staccò le labbra dalle sue; l’espressione sul viso di lei rispecchiava la sua, ma le sue labbra si erano già aperte nell’accenno di un sorriso.
«Ha scalciato», disse il biondino, meravigliato. «Ha scalciato per la prima volta. Lo abbiamo sentito scalciare per la prima volta entrambi
Quante probabilità c’erano che accadesse? Quella era una prima volta che i padri si perdevano nella maggior parte dei casi. I bambini non avvisavano mica, prima di iniziare a farlo.
Era stato un calcio debole, quasi impercettibile, ma lui lo aveva sentito benissimo. Conosceva il corpo di Hermione ed era sempre molto attento alle sue reazioni, soprattutto mentre erano in intimità.
«Ha scalciato», confermò lei, ridendo. «Ha cominciato prima di Sirius e Lyra.»
Avevano scoperto dell’arrivo di un terzo figlio di ritorno dalla loro seconda luna di miele, che era durata un mese abbondante; avevano rinnovato i voti tre mesi dopo che Hermione aveva recuperato i suoi ricordi, a Dragonshore, in spiaggia, al tramonto, circondati di gigli, come lei desiderava, insieme alla loro bizzarra e assurda e caotica famiglia allargata. Una famiglia che faceva sentire Draco pieno e felice e completo come non credeva avrebbe mai potuto sentirsi.
Weasley ancora li punzecchiava ripetendo frasi come “ci avete proprio dato dentro eh, a Parigi…” o “O forse era a Roma?” o ancora “New York vi ha mandato così su di giri da dimenticare le precauzioni? Non che fosse la prima volta…
Ma lui era stato entusiasta della notizia, perché un terzo figlio lo desiderava davvero tanto; aveva sempre sognato di avere una famiglia numerosa e felice, che andasse ad opporsi a quella scarna e cupa in cui era cresciuto lui; voleva che i suoi figli non conoscessero mai la solitudine, non il tipo di solitudine che aveva sperimentato lui nel corso della sua vita. Una solitudine che, come molte altre cose, giaceva ormai abbandonata in un cassetto, archiviata in qualche area remota della sua mente, perché c’erano quelli belli su cui focalizzarsi, ormai.
«Incredibile», mormorò Hermione, stupefatta.
Un ghigno si aprì sul volto di Draco. «E bravo il piccolo Scorpius. So già che sarai un perfetto Serpeverde.»
Almeno tu, pensò nella sua testa.
Il volto della donna divenne serio. «Non chiameremo nostro figlio Scorpius», ribatté, ostinata. «Quante volte devo dirtelo?»
Il biondino sbuffò. «E io quante volte devo dirti che lo faremo?», replicò lui. «Andiamo, quella dello Scorpione è la mia costellazione preferita!»
«La mia è quella del Dragone, ma non mi hai permesso di aggiungere un secondo nome a quello di Sirius», obiettò lei. «Sirius Draco Malfoy. È perfetto. Permettimi di farlo correggere!»
Draco fece una smorfia. «Perché vuoi infliggere una tale disgrazia a nostro figlio?»
«Disgrazia?» ripeté lei, scioccata. «Di che diavolo stai parlando? Credevo che il tuo nome ti piacesse.»
«Mi piace, infatti» rispose il biondino, poi il suo sguardo si incupì leggermente. «Ma il peso del mio cognome è già abbastanza senza aggiungere altro.»
Lo sguardo di Hermione si addolcì. «Sei un idiota», soffiò teneramente. «Un idiota che non è ancora riuscito a perdonarsi completamente per degli errori che ha fatto quando era solo un ragazzino.»
«I miei errori ti hanno ferita», le ricordò lui. «Non potrò mai perdonarmi per questo.»
Lei scosse il capo, quasi rassegnata o esasperata dalla sua testardaggine. «Draco…»
«Il mio nome ha un peso, Hermione» cercò di farla ragionare. «Non voglio… avremmo persino dovuto dare a tutti il tuo cognome.»
«Non essere sciocco», protestò la donna, ma poi assunse un’espressione pensierosa. «Però… Granger-Malfoy. Non è male, sai?»
Gli occhi di Draco dardeggiarono nei suoi; la vide mordersi il labbro inferiore.
«Era solo un’idea», sussurrò poi, forse intimorita dall’intensità del suo sguardo. «Per me, più che altro. Non… non i ragazzi.»
Un angolo delle labbra del biondino si incurvò. «Hermione Granger-Malfoy» cominciò ad elencare. «Sirius Granger-Malfoy. Lyra Granger-Malfoy. Scorpius Granger-Malfoy…»
Hermione deglutì. «Ci stai pensando davvero?»
Draco scoppiò a ridere. «Mi piace. E Lucius andrà fuori di testa», affermò. «Facciamolo.»
E a quel punto, forse per l’assurdità del discorso, o per l’espressione da adolescente ribelle che il viso di lui aveva assunto nel dirlo, erano in due a sbellicarsi dalle risate.
«Ma facciamo aggiungere Draco come secondo nome di Sirius» insisté lei e il biondino cercò di grugnire in disappunto, ma il suono uscì distorto dalle sue risate; lo prese come una resa.
«Scorpius Hyperion» decise allora Draco, annunciando quel nome con fare solenne.
«Non chiameremo nostro figlio Scorpius!» esclamò Hermione, con le lacrime agli occhi, incapace di tornare seria.
«Temo proprio di sì, My», fece lui, annuendo lentamente, compiaciuto. «Temo proprio di sì.»
Hermione si fermò a guardarlo, con quel modo in cui era solita farlo, quello che Andromeda aveva definito “sguardo perdutamente innamorato” e che lui avvertiva nelle ossa, irradiarsi sottoforma di calore e scaldargli tutto il corpo, facendolo sentire la persona più fortunata del pianeta perché era lui, solo lui in tutto il mondo, ad essere guardato così da lei.
La vide alzare gli occhi al cielo, poi chiuderli e sospirare la sua, di resa. «Chiameremo nostro figlio Scorpius.»
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N.d.a.
Salve a tutti!
Ed eccoci qui con l'epilogo della storia, che spero vi sia piaciuto. Il pov è quello di Draco, perché il primo capitolo è stato pov Hermione (come quasi tutta la fanfic in realtà) e mi sembrava giusto far concludere la storia a lui. 
The Weight of Us è stata per lo più un esperimento, su un trope che non mi entusiasma affatto, ma è finita per essere la storia a cui ho riscontrato più partecipazione, per cui vi ringrazio di cuore per averle dato un'opportunità. Vi avviso inoltre che non contrassegnerò la storia come "completa" per il momento, perché non lo è. Sebbene sia finita, ci saranno infatti dei capitoli bonus che inizierò a pubblicare non appena avrò terminato di scriverli e che saranno tutti - o quasi tutti - pov Draco; racconteranno cosa sarebbe accaduto se avesse saputo della gravidanza di Hermione prima, durante la guerra... per cui se questa alternativa vi interessa, non correte via, per ora.
Ci tengo ancora una volta a ringraziarvi per aver letto la mia storia ed in particolare a ringraziare chi ha dedicato un po' del suo tempo a lasciarmi delle recensioni, che per me significano tanto e incentivano a continuare a scrivere e a migliorarmi.
Grazie. 
A presto con i nuovi capitoli, spero che il finale non vi abbia delusi/e!
 

 
   
 
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