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Autore: DDaniele    13/03/2023    0 recensioni
[Hi-Fi RUSH]
Daniel è un ricercatore della Vandelay, l'azienda che mira a potenziare gli esseri umani tramite l'impianto di parti meccaniche. Daniel è all'inizio completamente soggiogato dall'ambiente che si respira alla Vandelay, manovrato da persone prive di scrupoli e sempre pronte a sfruttare il prossimo. Per fortuna, Daniel incontra Chai, il ribelle, che lo aiuterà ad aprire gli occhi.
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   “Chai, sei arrivato” mi dico da solo soddisfatto. Un sorrisetto mi increspa le labbra mentre alzo lo sguardo sul largo edificio che mi si para davanti. La costruzione, più larga che alta, sorge al centro di una piattaforma di cemento che galleggia su un lago di magma fuso incandescente. Al centro del palazzo risalta la scritta “Laboratorio Intelligenza Artificiale” in enormi caratteri cubitali.
   “Non ci credo che sei riuscito ad attraversare il lago di magma indenne” mi fa il gatto robot che mi accompagna, 808. In realtà, non è il gatto a parlare, ma la ragazza che lo ha creato, Peppermint, che segue i movimenti miei e di 808 dal suo computer.
   “Avevi dubbi?” le rispondo.
   “Tanti dubbi. Voltati indietro.” Mi giro. “Hai superato una distesa di magma saltando su delle piattaforme instabili” il mio occhio va su una di queste piattaforme, la quale cade all’istante come se non sostenesse nemmeno il mio sguardo. Il magma la inghiotte emettendo un gorgoglio sordo.
   “Per di più, hai affrontato dei gruppi di robot pronti a farti a pezzi” osservo la distesa di rottami, i resti dei robot che ho sconfitto, che si stende su un lato della piattaforma centrale in cui mi trovo.
   “Hai avuto una fortuna sfacciata” dice 808/Peppermint.
   “Macché, è talento” rispondo battendomi rapidamente il petto con il pugno.
   “Comunque sia, sei arrivato al laboratorio. Ricorda: dobbiamo trovare il centro operativo. Da lì posso accedere ai computer e carpire informazioni sul progetto Spectra.”
   “D’accordo, non c’è bisogno di ripetermelo.”
   “Oh, ce n’è molto bisogno, dato che dimentichi le mie indicazioni e fai di testa tua.”
   Faccio spallucce e mi avvio verso le porte scorrevoli al piano terra dell’edificio. Ovviamente non mi aspetto che si aprano: piuttosto, sono sicuro che delle piastre d’acciaio impenetrabili le sigillino e un’orda di robot guardiani si cali dal tetto.
   Invece, non succede niente del genere: le porte automatiche si aprono. Le supero e mi ritrovo direttamente nel centro operativo. Un paio di ricercatori, seduti davanti a un grande computer centrale, alzano la testa da una tastiera. Mi scoccano a malapena un’occhiata e poi tornano a concentrarsi sul monitor sbuffando, come se l’arrivo di un intruso armato fosse una seccatura tutto sommato ordinaria.
   “Wow, non credevo sarebbe stato così facile” sento dire 808. “Chai, connetti la pennetta dati al server.”
   Inserisco la penna in una delle numerose porte USB del computer centrale. Lo schermo si oscura e manda un messaggio d’allarme in caratteri rossi lampeggianti.
   “Attenzione, connessione non autorizzata. Il locale verrà isolato.” Una sirena lancia un allarme assordante e una voce robotica ripete il messaggio in un tono statico e senza vita.
   Uno dei ricercatori corre verso l’uscita d’emergenza. L’altro rimane al suo posto. Pesanti lastre di metallo calano sulle porte d’ingresso e l’uscita d’emergenza, imprigionando me, 808 e lo sconosciuto all’interno.
   “Ehi, dovresti metterti in salvo” faccio al ricercatore rimasto poggiandogli una mano sulla spalla. Questo si gira e lo vedo finalmente in viso dopo che mi aveva dato le spalle per tutto il tempo. Noto che è un ragazzo bassino, mi arriverà forse all’altezza del petto. Ha un viso allungato non particolarmente bello, ma in compenso ha dei lineamenti – nel naso, nella mascella e nella fronte – molto regolari e gradevoli da guardare. Ha degli occhi di un castano comune, ma con una certa profondità. Anche i suoi capelli sono castani e, essendo un po’ più lunghi rispetto a come li portano di consueto i ragazzi, gli incorniciano il viso. È proprio il tipo all’apparenza dolce e nerd che piace a me. Se lo avessi incontrato in circostanze normali, lo avrei invitato a uscire.
   “Eh?” mi risponde spaesato. Mi rendo conto che mi sono imbambolato a fissarlo come il personaggio di un manga per ragazze che si innamora a prima vista.
   “Non posso abbandonare il lavoro, sto terminando un progetto.”
   “Sei in pericolo. Stanno per arrivare i robot della sicurezza.”
   Non faccio in tempo a finire la frase che un automa irrompe nella stanza da una botola del pavimento. Il nemico brandisce una spada di metallo bluastro e agitandola verso di me mi intima: “Arrenditi, o dovrò abbatterti con la forza.”
   “Hai sentito? Vattene da qui!” dico al ricercatore.
   “Non preoccuparti, di sicuro è dotato di un sistema di riconoscimento e non aggredirà mai un dipendente.”
   Il robot tira un fendente verso di noi. Tiro il ragazzo verso di me e con una capriola ci porto a distanza. Il computer a cui lo sconosciuto stava lavorando sino a un secondo fa viene tagliato di netto.
   “Ehi, ma ti ha dato di volta la scheda madre?”
   L’automa, impassibile, cala di nuovo la spada verso di noi. Con uno scatto laterale afferro il ragazzo schivando il colpo. Metto della distanza tra noi e il robot e mi pongo davanti al ricercatore per proteggerlo.
   “Hai visto che dovevi darmi retta??!”
   “Non pensavo che il dipartimento per la sicurezza interna non avesse dotato i robot assalitori di un file di riconoscimento.”
   “Loro non fanno distinzioni” rispondo con un tono amaro nella voce. “Per loro siamo tutti dei difetti da eliminare.” Il ragazzo deglutisce, nervoso. Ora che sono certo che farà attenzione mi getto nel combattimento. Schivo un fendente del nemico buttandomi a terra, lo afferro a una gamba e con un movimento fulmineo mi porto alle sue spalle. Lo abbatto colpendolo con il mio braccio meccanico.
   “Tu… tu sei il difetto ricercato su tutta Vandelay Island.”
   “Esatto, e ti ho appena salvato la vita.”
   “Mi hai messo in pericolo tu stesso.”
   “Sei in pericolo comunque lavorando per la Vandelay. Io e i miei alleati” faccio indicando 808 che mi raggiunge da dietro un basso mobile dove si era messo al riparo “abbiamo scoperto che la Vandelay sta svolgendo delle attività sospette. Se sei implicato, una volta che avranno raggiunto il loro obiettivo ti metteranno a tacere.”
   Il ricercatore impallidisce.
   “A meno che” e qui faccio una pausa enfatica “tu non venga con me” termino di dire tendendogli la mia mano sana. Quella del braccio umano, intendo, non quello meccanico.
   “Ehi, ottima pensata, Chai” afferma Peppermint colpita, parlando attraverso 808 “il computer centrale è distrutto, ma con l’aiuto di uno dei ricercatori possiamo risalire comunque alle informazioni su Spectra!” In realtà non avevo pensato di reclutarlo come alleato, contavo di tenerlo al sicuro e poi invitarlo a un appuntamento romantico.
   “Un gatto robot?” dice il ragazzo sorpreso. Gli occhi gli brillano di eccitazione e si allontana da me per coccolare 808.
   “Eeee ecco la mia solita fortuna in amore” sussurro tra me e me.
   “Era proprio questo che volevo chiederti: unisciti a me… e a 808” scocco un’occhiataccia carica d’invidia al gatto robot “e insieme fermeremo Vandelay e il loro piano malvagio.”
   Il ricercatore mi ridà di nuovo attenzione. Ci siamo: sta per dirmi che mi seguirà ovunque, anche in capo al mondo.
   “Se fermiamo Vandelay, blocchiamo anche il progetto a cui stavo lavorando qui al laboratorio, giusto?”
   Mi sembra ovvio, quindi rispondo di sì, una nota di incertezza nella voce.
   “Perfetto! Se il progetto non viene implementato, Darius non avrà la promozione. Ahahahah, ben gli sta!”
   “Come, scusa??!” gli domandiamo io e Peppermint all’unisono.
   “Darius è quel mio ‘collega’ che hai visto prima. Stavamo lavorando allo stesso progetto, ma lui si prenderà tutto il merito perché è il convivente del caposezione. È un raccomandato schifoso. Ma se affossiamo Vandelay, Darius non avrà la promozione!”
   “Ti rendi conto che qui c’è in ballo qualcosa di ben più grave? Il progetto Spectra permette a Vandelay di prendere il controllo degli esseri umani a cui hanno installato le protesi meccaniche!” sporgo verso di lui il mio braccio destro meccanico e mi sollevo la maglietta. Non volevo spogliarmi – cavolo, non sono così veloce a spogliarmi neanche durante gli appuntamenti normali – ma volevo mostrargli l’mp3 che ho impiantato nel petto e mi dà i miei poteri.
   “Se Vandelay riesce nel suo intento, comanderà un esercito di umani potenziati!”
   “Sì, ma se li fermiamo” mi fa il ragazzo di rimando “salviamo il mondo e impediamo l’ingiusta scalata al potere di Darius. Vinciamo su tutti i fronti.”
   Magnifico, penso, il ragazzo di cui mi sono innamorato a prima vista è uno psicopatico.
   “Allora, vuoi unirti a noi?” gli chiede Peppermint tramite 808. “Tu aiuti noi e noi ti portiamo in salvo via dall’isola.”
   “Va bene, ci sto.”
   Il ricercatore mi si avvicina tendendomi la mano.
   “Mi chiamo Daniel.” Gli prendo la mano e gliela stringo con delicatezza.
   “Scherzavo prima” spiega passandosi l’altra mano dietro la nuca con un gesto imbarazzato. È molto più carino quando si mostra timido e non invece quando si infiamma per vendicarsi di un collega.
   “Allora” mentre parlo, mi porto il braccio meccanico, la mia arma, sulla spalla e mi dirigo verso una delle porte sigillate.
   “Vieni con me” abbatto il metallo con un colpo netto. La porta cade dai cardini rivelando la via d’uscita.
   “Se vuoi vivere” e qui mi volto verso Daniel ammiccando.
   Daniel e 808 rimangono tesi sul posto. Il mio gesto teatrale dev’essere stato eccessivo.
   “Fai strada, 808” dice Daniel distogliendo lo sguardo da me per rivolgersi al gatto.
   808 va avanti e Daniel lo segue. Devo migliorare la mia tecnica di corteggiamento, ma a quanto sembra avrò presto altre occasioni per rifarmi.
   
 
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