Capitolo nono
Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che
Amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Il giorno successivo era già tutto finito. Il
popolo di Approdo del Re era stato portato al sicuro negli accampamenti degli
uomini del Nord e Sansa aveva organizzato servitori e scudieri perché si
prendessero cura principalmente di donne, bambini e anziani in attesa che i
soldati controllassero le case e verificassero che la gente potesse rientrare
in sicurezza. Con grande soddisfazione di Ramsay (ma, diciamocelo, un po’ anche
di Theon…), Jon era stato considerato alla stregua di uno scudiero qualsiasi e
Sansa lo aveva incaricato di verificare che tutta la gente fosse realmente
uscita dalle mura e che potesse avere riparo e un pasto caldo.
“Hai visto il grande eroe Jon Snow? Credeva di venire qui a combattere
valorosamente contro Cersei Lannister e i suoi soldati e invece sta facendo il
servo per la popolazione di Approdo del Re! Senza contare che Sansa Stark lo
comanda a bacchetta… un vero guerriero, non c’è che dire” disse Ramsay a Theon,
ridacchiando tutto contento.
E Theon, senza darlo troppo a vedere, rise
con lui. Davvero paradossale la vita, no? Lui, Theon, considerato da tutti i
Sette Regni e anche dalle Terre Libere un codardo, un inetto e un voltagabbana
adesso era uno degli uomini di fiducia della Regina dei Draghi e anche
considerato con rispetto e stima dagli Stark, mentre il prode e valoroso Jon
Snow si rendeva utile come una servetta qualsiasi… Era vero che nemmeno lui
aveva partecipato alla guerra finale, ma in realtà nessuno lo aveva fatto, la
cosa era stata risolta in modo definitivo
tra Daenerys e i suoi due Draghi e Cersei…
Quello stesso pomeriggio la nuova Regina di
Approdo del Re convocò tutte le sue armate, i suoi alleati e consiglieri e
tutta la popolazione nella piazza di Approdo del Re, dove lei si presentò sul
dorso di Drogon e con Rhaegal a fare da scorta (evidentemente anche Daenerys
amava le entrate a sensazione come Ramsay che, in effetti, si emozionò
tantissimo a quella vista!). Per prima cosa ringraziò coloro che l’avevano
sostenuta e aiutata fin dal principio, ossia i Dothraki e gli Immacolati,
parlando loro in Dothraki e in Alto Valyriano e dicendo loro che erano stati al
suo fianco e che, grazie a loro, il popolo di Approdo del Re e tutti i Sette
Regni erano liberi dalla tirannia di Cersei.
“Non sarò ingrata e vi ricompenserò per tutto
ciò che avete fatto per me” disse ai Dothraki. “So che voi desiderate più di
ogni altra cosa tornare alle vostre terre e che per voi è stato un sacrificio
seguirmi nella mia impresa. Ebbene, da oggi in poi siete liberi: potrete
scegliere un nuovo Khal tra di voi e tornare a cavalcare nelle praterie di
Essos. So che, in qualsiasi momento, sarete pronti a tornare a sostenermi, ma
adesso potete ritornare alla vita per la quale siete nati.”
I Dothraki scoppiarono in grida di giubilo e
acclamazioni per la loro Khaleesi, spronando le cavalcature, roteando le armi,
chiamandola madre e Regina, ringraziandola con tutti i
termini che conoscevano e promettendo che la loro vera Khaleesi sarebbe stata
sempre e solo lei. Anzi, qualcuno di quegli uomini duri e impenetrabili pareva
avere addirittura le lacrime agli occhi… ma forse era solo la polvere sollevata
dai cavalli.
Ramsay, ovviamente, non aveva capito un bel
niente di tutta la faccenda e non solo perché non conosceva la lingua dei
Dothraki…
“Theon, ma che sta succedendo? Tu la capisci quella
accidenti di lingua?” domandò al compagno che gli era al fianco.
“Non ho capito quello che Daenerys ha detto,
ovviamente, ma immagino che abbia ringraziato i suoi cavalieri e abbia dato
loro il permesso di tornare alle loro terre di origine” rispose Theon, che
aveva ben interpretato la scena.
“Oh, meno male! Sinceramente quei selvaggi mi
mettevano ansia e sarò molto felice di sapere che se ne andranno il più lontano
possibile” commentò Ramsay, e per sua fortuna i Dothraki non capivano lui
esattamente come lui non capiva loro, altrimenti non sarebbe finita bene!
La maggior parte dei Dothraki aveva l’aria più normale e
tranquilla di quei pendagli da forca che ti tenevi per servitori a Grande
Inverno, pensò Theon fissando stranito Ramsay, ma
non disse niente, anche perché nel frattempo era passata molta acqua sotto i
ponti e in realtà il giovane Bolton era parecchio diverso da allora.
Nel frattempo Daenerys aveva parlato in Alto
Valyriano ringraziando gli Immacolati.
“Voi siete stati strappati alle vostre madri
e cresciuti come schiavi, ma ora siete dei liberatori” disse, provocando un’altra
acclamazione (anche se più ordinata e contenuta di quella dei Dothraki!). “Vorrei
poter rimandare anche voi alle vostre terre, ma l’unico luogo che conoscete è
quello in cui siete stati schiavi. Perciò, se lo desiderate, potrete restare
con me come Guardia Speciale della Regina.”
Gli Immacolati esultarono, riconoscenti dell’onore
che la Regina faceva loro.
Poi Daenerys si rivolse a Verme Grigio e lo
chiamò accanto a sé, davanti a tutti.
“Tu sei stato il più fedele e il più valoroso
dei soldati, così da oggi io ti nomino Comandante Supremo della Guardia della
Regina” dichiarò, ancora una volta tra le acclamazioni degli Immacolati. Verme
Grigio chinò il capo per ringraziare, ma Daenerys non aveva finito e proseguì
con un sorrisetto. “So che è tradizione ormai da secoli che il Comandante della
Guardia non possa sposarsi e avere una sua famiglia, ma… adesso la Regina sono
io e il mio primo ordine è che questa regola sia cancellata. Verme Grigio,
sarai il Comandante della mia Guardia, ma potrai anche sposare Missandei, se lo
vorrai e se, ovviamente, lei vorrà te!”
Con le lacrime agli occhi, Missandei, che era
stata fino a quel momento al fianco della sua Regina, si gettò tra le braccia
di Verme Grigio e quell’abbraccio dolcissimo fu la risposta migliore alle
parole di Daenerys. A quel punto non furono solo gli Immacolati a esultare, ma
tutti i presenti, commossi nel vedere finalmente una scena d’amore e felicità
dopo tanto orrore: la vita stava davvero per ricominciare e si riaffermava
sulla guerra e la morte.
“Non so a te, ma a me sono piaciute un sacco
le prime decisioni della nuova Regina” commentò Ramsay, chiaramente pensando
che a tutti interessasse la sua opinione. Theon, tuttavia, era d’accordo e
annuì.
“Adesso mi rivolgo a Lady Sansa Stark”
riprese Daenerys, sapendo bene che la giovane non era punto soddisfatta di come
fossero andate le cose. “So bene che Cersei Lannister aveva commesso dei
gravissimi crimini contro la tua famiglia e che avresti voluto che fossero i
tuoi uomini a sconfiggerla e, secondo la tradizione, che fosse uno della tua
famiglia a giustiziarla, io però ho scelto diversamente e non per recarti
offesa. Ho deciso di affrontare con i miei Draghi Cersei e le poche guarnigioni
che aveva ancora a sua difesa perché ci sono già state troppe morti, è vero che
gli Uomini del Nord, i Dothraki e gli Immacolati avrebbero facilmente avuto la
meglio sulle poche armate di Cersei, ma qualcuno di loro sarebbe comunque
potuto rimanere ucciso e io sapevo di poter proteggere tutti i soldati e
ottenere lo stesso risultato.”
Non aveva tutti i torti, principalmente
perché, a quanto pareva, la guardia del corpo di Cersei Lannister era un Gregor
Clegane ancora più mostruoso del normale, che pareva non poter essere ucciso e
che, quindi, avrebbe potuto mietere numerose vittime tra i soldati e gli
alleati di Daenerys. Praticamente era come se fosse un Estraneo e non c’era
davvero un modo per ucciderlo.
“Con i miei Draghi ho eliminato gli arcieri e
i soldati di Cersei e poi le ho dato la possibilità di arrendersi e consegnarsi
alla famiglia Stark. Le ho intimato una resa senza condizioni, altrimenti avrei
dato fuoco all’intera Fortezza e per lei non ci sarebbe stato scampo, ma la sua
risposta è stata chiara: lei non si sarebbe mai arresa e, piuttosto, preferiva
che Approdo del Re fosse distrutta insieme a tutti i suoi abitanti. Così ho
ordinato ai miei Draghi di incendiare la Fortezza Rossa e lei è morta tra le
fiamme e la distruzione con i suoi fedelissimi.”
Il che era anche l’unico modo per eliminare
una volta per tutte quella cosa che
era diventata Gregor Clegane.
Un mormorio di orrore si propagò tra la
popolazione e anche tra alcuni degli Stark. Tyrion, ancora una volta deluso
dalla sorella, chinò il capo: era addolorato per la sua morte, ma allo stesso
tempo agghiacciato all’idea che lei avrebbe lasciato tranquillamente che tutta
la città fosse rasa al suolo, preferiva morire in un olocausto generale che
arrendersi… Per lei non c’era mai stata alcuna speranza di redenzione,
nonostante tutti gli sforzi del fratello.
“Ha dimostrato fino all’ultimo di essere
malvagia e senza cuore, oltre che troppo orgogliosa per rispondere dei suoi
crimini” replicò lapidaria Sansa. “Ha avuto ciò che si meritava, anche se avrei
desiderato essere io stessa a decapitarla.”
“Ah, beh, non è che si può avere sempre tutto
dalla vita” commentò Ramsay, rivolgendosi sempre a Theon ma in un tono di voce
così squillante che praticamente lo sentirono tutti, e anche Daenerys e Sansa
si bloccarono per ascoltarlo, allibite. “A me per esempio sarebbe piaciuto un
casino vedere la Fortezza Rossa che andava a fuoco e magari Cersei e Clegane
che si dibattevano tra le fiamme, eppure non ho potuto. Ogni tanto qualche
sacrificio bisogna pur farlo… e poi figuriamoci, Lady Sansa magari meritava
anche la sua vendetta, però ci mancava solo che fosse quel cazzone di Jon-Snow-sono-bravo-solo-io a
sconfiggere l’esercito dei Lannister, ce l’avrebbe menata per gli anni a
venire! No, no, molto meglio così!”
Ramsay non si era nemmeno accorto che tutti
si erano ammutoliti per stare a sentire i suoi discorsi deliranti, frutto del
neurone che si dava alla pazza gioia nel vuoto abissale della sua mente, e
comunque non gliene sarebbe fregato un accidenti perché lui diceva sempre
quello che pensava. Theon, al contrario, era rimasto sconvolto dal fatto che
tutti avessero udito Ramsay e si sarebbe volentieri fatto arrostire da uno dei
Draghi…
E qui bisogna ammirare la freddezza e la
capacità diplomatica sia di Daenerys sia di Sansa che, dopo un comprensibilissimo
primo momento di incredulità, ripresero a parlare da vere Regine, cercando di
far dimenticare al resto degli uditori le sparate di Ramsay Bolton.
“So che è tuo desiderio chiedere l’indipendenza
per il Regno del Nord, Lady Sansa, e fino ad ora non mi ero trovata d’accordo
con te su questo, ritenevo che i Sette Regni dovessero essere uniti sotto il
mio dominio” riprese la Regina, “tuttavia sono stata io stessa a Grande Inverno
e ho visto che i costumi e le tradizioni del Nord sono diverse da quelle di
Approdo del Re e degli altri posti che ho conosciuto. Credo che una Lady nata e
cresciuta in quelle terre possa governare con più saggezza e lungimiranza
rispetto a una Regina che vive lontano e non è pratica di quel mondo. Lady
Sansa, tu sarai la Regina del Nord che, da oggi in poi, diventerà un Regno
indipendente… a patto che, ovviamente, tu sia disposta a giurare che il tuo
Regno sarà sempre mio alleato.”
Sansa, che non si aspettava una simile
concessione, si inchinò e la sua abituale maschera di freddezza parve
incrinarsi.
“Ti giuro alleanza e fedeltà ora e per sempre,
Regina Daenerys” rispose. “Non dimentico che sei stata pronta a portare il tuo
esercito in soccorso al Nord quando gli Estranei ci minacciavano nonostante
avessi la tua guerra da combattere. Io farò lo stesso con te se dovessi averne
bisogno e ti ringrazio per l’onore che mi concedi.”
“Molto bene” sorrise Daenerys, soddisfatta. “Del
resto ho concesso l’indipendenza anche alle Isole di Ferro e, anche in quel
caso, a regnare è una donna. Sono convinta che un mondo retto da Regine
manterrà più facilmente la pace e la concordia tra i popoli.”
Tutti applaudirono ed esultarono.
Tutti meno Jon Snow che sì, era contento per
Sansa e per l’indipendenza del Nord, ma si sentiva ancora umiliato dalle parole
di Ramsay. Uno potrebbe dire che le esternazioni di Ramsay non sono certo una
base solida sulla quale puntare per la propria autostima, ma il fatto è che Jon
già si sentiva inutile di suo, e poi aveva notato che in diversi, tra gli
uomini del Nord e altri, avevano ridacchiato tra sé quando il giovane Bolton
aveva fatto quel commento…
“Questa sera voglio che sia allestito un
grande banchetto per festeggiare la nostra vittoria” disse ancora la Regina dei
Draghi, “e per celebrare la nostra alleanza e la nostra amicizia. So che la
Fortezza Rossa è distrutta, ma da domani sarà ricostruita perché non sia più
simbolo di oppressione e tirannia bensì di libertà e pace per tutti i popoli.
E, nel frattempo, il banchetto sarà allestito nelle strade e nelle piazze di
Approdo del Re affinché tutti, nobili, regnanti, soldati, comandanti o gente
del popolo, possa partecipare, mangiare, bere e brindare alla vittoria!”
E questa fu la cosa che più fece nascere l’amore
e la fedeltà assoluti verso Daenerys da parte di tutti i presenti. Eh, già,
perché quando si offre da mangiare e da bere si trovano subito un sacco di amici!
Dothraki, Immacolati e uomini del Nord
collaborarono per trasportare tavole e panche per tutte le vie e le piazze
della città, i servitori imbandirono i tavoli e i cuochi si davano da fare per
cucinare abbastanza da sfamare tutta quella gente, mentre le botti dei migliori
vini dei Sette Regni venivano aperte perché tutti potessero brindare.
In tutta questa gioia, pochissime persone non
si sentivano a loro agio. Di Jon Snow abbiamo già detto, ma c’era anche
Brienne, che pur essendo fiera e orgogliosa della sua Lady Sansa, provava anche
un profondo senso di solitudine perché Jaime non era tornato (chissà se aveva
letto la lettera di Ramsay?); c’erano Arya e Gendry che non si erano ancora
chiariti e continuavano a evitarsi per poi guardarsi da lontano e innervosirsi
perché l’altro non faceva la prima mossa; e c’era Sandor Clegane, che nutriva
da sempre un sentimento tanto speciale quanto senza speranza per Sansa Stark
ma, ora che lei era diventata Regina del Nord, vedeva il suo sogno andare
ancora più definitivamente in mille pezzi e si dava del coglione per aver anche solo osato pensare a una futura Regina, lui
che non era stato altro che il cane di
Joffrey e poco più.
Si sarebbero risolte anche queste questioni
nei giorni successivi?
Fine capitolo nono