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Autore: Abby_da_Edoras    18/03/2023    2 recensioni
Sono ritornata con la nuova parodia sull'ottava stagione del Trono di Spade e, ovviamente, la coppia più pazza e improbabile del mondo, ossia Theon e Ramsay. Questi due rimangono i miei personaggi preferiti e la mia OTP folle, però in questa parodia io modifico anche molte altre cose che riguardano il destino di vari personaggi e dei Sette Regni. Ed eccoci qua: dopo aver sconfitto gli Estranei, Theon decide di rimanere a combattere anche contro i Lannister e si schiera con Daenerys, come già ha fatto sua sorella Yara. Ramsay, volente o nolente, dovrà seguirlo nelle sue battaglie visto che ormai, anche se il suo unico neurone non lo capisce, si è perdutamente innamorato del giovane Greyjoy!
Buona lettura e spero che vi divertirete quanto mi diverto io a scrivere!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, autori e produttori della serie TV Game of Thrones.
Genere: Angst, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Daenerys Targaryen, Ramsay Bolton, Theon Greyjoy, Tyrion Lannister
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo nono

 

Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che
Amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Il giorno successivo era già tutto finito. Il popolo di Approdo del Re era stato portato al sicuro negli accampamenti degli uomini del Nord e Sansa aveva organizzato servitori e scudieri perché si prendessero cura principalmente di donne, bambini e anziani in attesa che i soldati controllassero le case e verificassero che la gente potesse rientrare in sicurezza. Con grande soddisfazione di Ramsay (ma, diciamocelo, un po’ anche di Theon…), Jon era stato considerato alla stregua di uno scudiero qualsiasi e Sansa lo aveva incaricato di verificare che tutta la gente fosse realmente uscita dalle mura e che potesse avere riparo e un pasto caldo.

“Hai visto il grande eroe Jon Snow? Credeva di venire qui a combattere valorosamente contro Cersei Lannister e i suoi soldati e invece sta facendo il servo per la popolazione di Approdo del Re! Senza contare che Sansa Stark lo comanda a bacchetta… un vero guerriero, non c’è che dire” disse Ramsay a Theon, ridacchiando tutto contento.

E Theon, senza darlo troppo a vedere, rise con lui. Davvero paradossale la vita, no? Lui, Theon, considerato da tutti i Sette Regni e anche dalle Terre Libere un codardo, un inetto e un voltagabbana adesso era uno degli uomini di fiducia della Regina dei Draghi e anche considerato con rispetto e stima dagli Stark, mentre il prode e valoroso Jon Snow si rendeva utile come una servetta qualsiasi… Era vero che nemmeno lui aveva partecipato alla guerra finale, ma in realtà nessuno lo aveva fatto, la cosa era stata risolta in modo definitivo tra Daenerys e i suoi due Draghi e Cersei…

Quello stesso pomeriggio la nuova Regina di Approdo del Re convocò tutte le sue armate, i suoi alleati e consiglieri e tutta la popolazione nella piazza di Approdo del Re, dove lei si presentò sul dorso di Drogon e con Rhaegal a fare da scorta (evidentemente anche Daenerys amava le entrate a sensazione come Ramsay che, in effetti, si emozionò tantissimo a quella vista!). Per prima cosa ringraziò coloro che l’avevano sostenuta e aiutata fin dal principio, ossia i Dothraki e gli Immacolati, parlando loro in Dothraki e in Alto Valyriano e dicendo loro che erano stati al suo fianco e che, grazie a loro, il popolo di Approdo del Re e tutti i Sette Regni erano liberi dalla tirannia di Cersei.

“Non sarò ingrata e vi ricompenserò per tutto ciò che avete fatto per me” disse ai Dothraki. “So che voi desiderate più di ogni altra cosa tornare alle vostre terre e che per voi è stato un sacrificio seguirmi nella mia impresa. Ebbene, da oggi in poi siete liberi: potrete scegliere un nuovo Khal tra di voi e tornare a cavalcare nelle praterie di Essos. So che, in qualsiasi momento, sarete pronti a tornare a sostenermi, ma adesso potete ritornare alla vita per la quale siete nati.”

I Dothraki scoppiarono in grida di giubilo e acclamazioni per la loro Khaleesi, spronando le cavalcature, roteando le armi, chiamandola madre e Regina, ringraziandola con tutti i termini che conoscevano e promettendo che la loro vera Khaleesi sarebbe stata sempre e solo lei. Anzi, qualcuno di quegli uomini duri e impenetrabili pareva avere addirittura le lacrime agli occhi… ma forse era solo la polvere sollevata dai cavalli.

Ramsay, ovviamente, non aveva capito un bel niente di tutta la faccenda e non solo perché non conosceva la lingua dei Dothraki…

“Theon, ma che sta succedendo? Tu la capisci quella accidenti di lingua?” domandò al compagno che gli era al fianco.

“Non ho capito quello che Daenerys ha detto, ovviamente, ma immagino che abbia ringraziato i suoi cavalieri e abbia dato loro il permesso di tornare alle loro terre di origine” rispose Theon, che aveva ben interpretato la scena.

“Oh, meno male! Sinceramente quei selvaggi mi mettevano ansia e sarò molto felice di sapere che se ne andranno il più lontano possibile” commentò Ramsay, e per sua fortuna i Dothraki non capivano lui esattamente come lui non capiva loro, altrimenti non sarebbe finita bene!

La maggior parte dei Dothraki aveva l’aria più normale e tranquilla di quei pendagli da forca che ti tenevi per servitori a Grande Inverno, pensò Theon fissando stranito Ramsay, ma non disse niente, anche perché nel frattempo era passata molta acqua sotto i ponti e in realtà il giovane Bolton era parecchio diverso da allora.

Nel frattempo Daenerys aveva parlato in Alto Valyriano ringraziando gli Immacolati.

“Voi siete stati strappati alle vostre madri e cresciuti come schiavi, ma ora siete dei liberatori” disse, provocando un’altra acclamazione (anche se più ordinata e contenuta di quella dei Dothraki!). “Vorrei poter rimandare anche voi alle vostre terre, ma l’unico luogo che conoscete è quello in cui siete stati schiavi. Perciò, se lo desiderate, potrete restare con me come Guardia Speciale della Regina.”

Gli Immacolati esultarono, riconoscenti dell’onore che la Regina faceva loro.

Poi Daenerys si rivolse a Verme Grigio e lo chiamò accanto a sé, davanti a tutti.

“Tu sei stato il più fedele e il più valoroso dei soldati, così da oggi io ti nomino Comandante Supremo della Guardia della Regina” dichiarò, ancora una volta tra le acclamazioni degli Immacolati. Verme Grigio chinò il capo per ringraziare, ma Daenerys non aveva finito e proseguì con un sorrisetto. “So che è tradizione ormai da secoli che il Comandante della Guardia non possa sposarsi e avere una sua famiglia, ma… adesso la Regina sono io e il mio primo ordine è che questa regola sia cancellata. Verme Grigio, sarai il Comandante della mia Guardia, ma potrai anche sposare Missandei, se lo vorrai e se, ovviamente, lei vorrà te!”

Con le lacrime agli occhi, Missandei, che era stata fino a quel momento al fianco della sua Regina, si gettò tra le braccia di Verme Grigio e quell’abbraccio dolcissimo fu la risposta migliore alle parole di Daenerys. A quel punto non furono solo gli Immacolati a esultare, ma tutti i presenti, commossi nel vedere finalmente una scena d’amore e felicità dopo tanto orrore: la vita stava davvero per ricominciare e si riaffermava sulla guerra e la morte.

“Non so a te, ma a me sono piaciute un sacco le prime decisioni della nuova Regina” commentò Ramsay, chiaramente pensando che a tutti interessasse la sua opinione. Theon, tuttavia, era d’accordo e annuì.

“Adesso mi rivolgo a Lady Sansa Stark” riprese Daenerys, sapendo bene che la giovane non era punto soddisfatta di come fossero andate le cose. “So bene che Cersei Lannister aveva commesso dei gravissimi crimini contro la tua famiglia e che avresti voluto che fossero i tuoi uomini a sconfiggerla e, secondo la tradizione, che fosse uno della tua famiglia a giustiziarla, io però ho scelto diversamente e non per recarti offesa. Ho deciso di affrontare con i miei Draghi Cersei e le poche guarnigioni che aveva ancora a sua difesa perché ci sono già state troppe morti, è vero che gli Uomini del Nord, i Dothraki e gli Immacolati avrebbero facilmente avuto la meglio sulle poche armate di Cersei, ma qualcuno di loro sarebbe comunque potuto rimanere ucciso e io sapevo di poter proteggere tutti i soldati e ottenere lo stesso risultato.”

Non aveva tutti i torti, principalmente perché, a quanto pareva, la guardia del corpo di Cersei Lannister era un Gregor Clegane ancora più mostruoso del normale, che pareva non poter essere ucciso e che, quindi, avrebbe potuto mietere numerose vittime tra i soldati e gli alleati di Daenerys. Praticamente era come se fosse un Estraneo e non c’era davvero un modo per ucciderlo.

“Con i miei Draghi ho eliminato gli arcieri e i soldati di Cersei e poi le ho dato la possibilità di arrendersi e consegnarsi alla famiglia Stark. Le ho intimato una resa senza condizioni, altrimenti avrei dato fuoco all’intera Fortezza e per lei non ci sarebbe stato scampo, ma la sua risposta è stata chiara: lei non si sarebbe mai arresa e, piuttosto, preferiva che Approdo del Re fosse distrutta insieme a tutti i suoi abitanti. Così ho ordinato ai miei Draghi di incendiare la Fortezza Rossa e lei è morta tra le fiamme e la distruzione con i suoi fedelissimi.”

Il che era anche l’unico modo per eliminare una volta per tutte quella cosa che era diventata Gregor Clegane.

Un mormorio di orrore si propagò tra la popolazione e anche tra alcuni degli Stark. Tyrion, ancora una volta deluso dalla sorella, chinò il capo: era addolorato per la sua morte, ma allo stesso tempo agghiacciato all’idea che lei avrebbe lasciato tranquillamente che tutta la città fosse rasa al suolo, preferiva morire in un olocausto generale che arrendersi… Per lei non c’era mai stata alcuna speranza di redenzione, nonostante tutti gli sforzi del fratello.

“Ha dimostrato fino all’ultimo di essere malvagia e senza cuore, oltre che troppo orgogliosa per rispondere dei suoi crimini” replicò lapidaria Sansa. “Ha avuto ciò che si meritava, anche se avrei desiderato essere io stessa a decapitarla.”

“Ah, beh, non è che si può avere sempre tutto dalla vita” commentò Ramsay, rivolgendosi sempre a Theon ma in un tono di voce così squillante che praticamente lo sentirono tutti, e anche Daenerys e Sansa si bloccarono per ascoltarlo, allibite. “A me per esempio sarebbe piaciuto un casino vedere la Fortezza Rossa che andava a fuoco e magari Cersei e Clegane che si dibattevano tra le fiamme, eppure non ho potuto. Ogni tanto qualche sacrificio bisogna pur farlo… e poi figuriamoci, Lady Sansa magari meritava anche la sua vendetta, però ci mancava solo che fosse quel cazzone di Jon-Snow-sono-bravo-solo-io a sconfiggere l’esercito dei Lannister, ce l’avrebbe menata per gli anni a venire! No, no, molto meglio così!”

Ramsay non si era nemmeno accorto che tutti si erano ammutoliti per stare a sentire i suoi discorsi deliranti, frutto del neurone che si dava alla pazza gioia nel vuoto abissale della sua mente, e comunque non gliene sarebbe fregato un accidenti perché lui diceva sempre quello che pensava. Theon, al contrario, era rimasto sconvolto dal fatto che tutti avessero udito Ramsay e si sarebbe volentieri fatto arrostire da uno dei Draghi…

E qui bisogna ammirare la freddezza e la capacità diplomatica sia di Daenerys sia di Sansa che, dopo un comprensibilissimo primo momento di incredulità, ripresero a parlare da vere Regine, cercando di far dimenticare al resto degli uditori le sparate di Ramsay Bolton.

“So che è tuo desiderio chiedere l’indipendenza per il Regno del Nord, Lady Sansa, e fino ad ora non mi ero trovata d’accordo con te su questo, ritenevo che i Sette Regni dovessero essere uniti sotto il mio dominio” riprese la Regina, “tuttavia sono stata io stessa a Grande Inverno e ho visto che i costumi e le tradizioni del Nord sono diverse da quelle di Approdo del Re e degli altri posti che ho conosciuto. Credo che una Lady nata e cresciuta in quelle terre possa governare con più saggezza e lungimiranza rispetto a una Regina che vive lontano e non è pratica di quel mondo. Lady Sansa, tu sarai la Regina del Nord che, da oggi in poi, diventerà un Regno indipendente… a patto che, ovviamente, tu sia disposta a giurare che il tuo Regno sarà sempre mio alleato.”

Sansa, che non si aspettava una simile concessione, si inchinò e la sua abituale maschera di freddezza parve incrinarsi.

“Ti giuro alleanza e fedeltà ora e per sempre, Regina Daenerys” rispose. “Non dimentico che sei stata pronta a portare il tuo esercito in soccorso al Nord quando gli Estranei ci minacciavano nonostante avessi la tua guerra da combattere. Io farò lo stesso con te se dovessi averne bisogno e ti ringrazio per l’onore che mi concedi.”

“Molto bene” sorrise Daenerys, soddisfatta. “Del resto ho concesso l’indipendenza anche alle Isole di Ferro e, anche in quel caso, a regnare è una donna. Sono convinta che un mondo retto da Regine manterrà più facilmente la pace e la concordia tra i popoli.”

Tutti applaudirono ed esultarono.

Tutti meno Jon Snow che sì, era contento per Sansa e per l’indipendenza del Nord, ma si sentiva ancora umiliato dalle parole di Ramsay. Uno potrebbe dire che le esternazioni di Ramsay non sono certo una base solida sulla quale puntare per la propria autostima, ma il fatto è che Jon già si sentiva inutile di suo, e poi aveva notato che in diversi, tra gli uomini del Nord e altri, avevano ridacchiato tra sé quando il giovane Bolton aveva fatto quel commento…

“Questa sera voglio che sia allestito un grande banchetto per festeggiare la nostra vittoria” disse ancora la Regina dei Draghi, “e per celebrare la nostra alleanza e la nostra amicizia. So che la Fortezza Rossa è distrutta, ma da domani sarà ricostruita perché non sia più simbolo di oppressione e tirannia bensì di libertà e pace per tutti i popoli. E, nel frattempo, il banchetto sarà allestito nelle strade e nelle piazze di Approdo del Re affinché tutti, nobili, regnanti, soldati, comandanti o gente del popolo, possa partecipare, mangiare, bere e brindare alla vittoria!”

E questa fu la cosa che più fece nascere l’amore e la fedeltà assoluti verso Daenerys da parte di tutti i presenti. Eh, già, perché quando si offre da mangiare e da bere si trovano subito un sacco di amici!

Dothraki, Immacolati e uomini del Nord collaborarono per trasportare tavole e panche per tutte le vie e le piazze della città, i servitori imbandirono i tavoli e i cuochi si davano da fare per cucinare abbastanza da sfamare tutta quella gente, mentre le botti dei migliori vini dei Sette Regni venivano aperte perché tutti potessero brindare.

In tutta questa gioia, pochissime persone non si sentivano a loro agio. Di Jon Snow abbiamo già detto, ma c’era anche Brienne, che pur essendo fiera e orgogliosa della sua Lady Sansa, provava anche un profondo senso di solitudine perché Jaime non era tornato (chissà se aveva letto la lettera di Ramsay?); c’erano Arya e Gendry che non si erano ancora chiariti e continuavano a evitarsi per poi guardarsi da lontano e innervosirsi perché l’altro non faceva la prima mossa; e c’era Sandor Clegane, che nutriva da sempre un sentimento tanto speciale quanto senza speranza per Sansa Stark ma, ora che lei era diventata Regina del Nord, vedeva il suo sogno andare ancora più definitivamente in mille pezzi e si dava del coglione per aver anche solo osato pensare a una futura Regina, lui che non era stato altro che il cane di Joffrey e poco più.

Si sarebbero risolte anche queste questioni nei giorni successivi?

Fine capitolo nono

 

 

   
 
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