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Autore: syila    20/03/2023    2 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XXVII
Per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie, cadendo, ritorneranno sempre alle radici.

Sull'isola sperduta
di sera la nebbia si addensa.
La luna piena d'autunno
nel fiume si specchia.
Nitida sulla sabbia
una figura d'uomo nella luce lunare
solitaria s'allunga sull'acqua.
Liu Ch'ang-Ch'ing
La Cupola era un immenso spazio vuoto, una sala circolare completamente spoglia delimitata da un soffitto a volta ribassata, sul quale appoggiava il peso della montagna sovrastante.
A causa della forma e delle dimensioni tra gli scientisti era conosciuta anche come il Duomo, ma non aveva nulla di mistico o sacro, piuttosto al Signore degli Shen ricordava un hangar o ancora meglio il centro di comando di uno sperduto avamposto spaziale.
Che l'ambiente fosse un'appendice del Laboratorio si capiva dalle scelte architettoniche futuristiche costruite su linee essenziali, astratte e sinuose, dove gli unici oggetti presenti erano otto postazioni sistemate in cerchio al centro della sala.
Ye Feng scelse una di queste sedute reclinabili e prese posto con un sospiro soddisfatto.
“È molto comoda, dovresti provare.” dichiarò quando l'apprendista lo guardò in tralice.
Per acquisire quella naturalezza erano stati necessari parecchi tentativi durante la sua ultima visita.
Il personale tecnico aveva avuto bisogno di estrapolare i suoi dati per calibrare il salto nella realtà virtuale sui parametri di un abitante del Mondo degli Spiriti.
L'Immortale era un perfezionista; voleva ridurre al minimo i rischi che Alaric lo vedesse tentennare a causa della sua diffidenza verso la tecnologia magica avanzata.
Aveva posto domande su domande e preteso spiegazioni su tutti i meccanismi presenti nella Cupola; solo la pazienza del Dottor Tersilius e l'ineffabile logica di un'intelligenza artificiale come Maya avevano avuto ragione dei suoi dubbi.



“Mi siedo accanto a te.” replicò Alaric sogghignando ironico “La maestra Nemesi dice che è un'esperienza immersiva, una roba alla Matrix e forse tu non sei pronto per certe cose... Sarebbe comprensibile se volessi rinunciare.”
Quando Ye Feng gli aveva esposto il suo progetto di allenarsi nella Realtà Virtuale il francese per poco non gli aveva riso in faccia.
Era difficile immaginare un soggetto rigido e tradizionalista come lui vestito di latex nero a menare mazzate saltando da un grattacielo all'altro.
Alaric aveva già avuto un assaggio di questa tecnologia nei tornei di gioco organizzati dai ragazzi del borgo, ma sebbene le ambientazioni fossero realistiche, gli impulsi sensoriali erano limitati al visore e ai guanti tattili.
Le sessioni alla Cupola invece prevedevano stimolatori corticali e neurali che assicuravano la perfetta riproduzione di ogni sollecitazione dell'ambiente virtuale: dal profumo di un fiore al calore del sole, all'artigliata di un demone alla carezza più lieve, ogni sensazione veniva trasferita al corpo fisico senza che ne subisse le conseguenze.

“Se lo fa la Maestra Nemesi posso farlo anche io.”
Sbruffone...
La considerazione rimase confinata tra i pensieri del giovane apprendista, che gli riservò un sorriso indulgente; per quanto il Signore degli Shen si sforzasse di restare aggiornato sarebbe stato sempre un passo dietro ad un Post Millenials come lui.
“In realtà Maestro Leng... io e il Doc abbiamo stabilito degli obiettivi diversi per la vostra prima esperienza virtuale.”
La parete si scompose lungo una serie di direttrici ortogonali aprendo una larga finestra sulla Cupola; al di là dello schermo si trovava la sala controllo della struttura e la persona che aveva appena parlato adesso li stava salutando con ampi gesti delle braccia.
Era un soggetto occhialuto e molto giovane, con una vistosa camicia scozzese a quadri blu e verdi; uno di quegli adolescenti magri dall'aria perennemente svogliata e distratta su quale qualsiasi vestito finiva col pencolare da tutte le parti, facendolo somigliare ad un fagotto di stracci legato male.
Un paio di bretelle rosse e un cespuglio castano di ricci spinosi completavano l'eccentrico personaggio, che meritava a pieno titolo la qualifica di nerd.
Nient'affatto brutto, come aveva concluso l'Immortale quando si erano presentati, piuttosto un articolo di nicchia per gli estimatori del genere: ragazzo geniale e imbranato.
“Il Maestro Xyandrey...” mormorò Alaric.
“Quanta formalità! Come se non fossimo nello stesso team di ranger spaziali su Luna-17!”
“Si, però tu sei un Silver Elium Class io solo un operativo cazzone!” rispose il francese.
“Meglio un operativo cazzone che un cefalopode alieno!”
I due scoppiarono a ridere e l'Immortale inarcò un sopracciglio.
“Il Maestro dei Portali vorrebbe essere così gentile da spiegarsi meglio?”
“Sono contento che tu lo abbia chiesto!” esclamò l'interpellato, infilandosi a testa bassa nella descrizione del gioco “Luna-17 è ambientato nel prossimo futuro su una delle lune minori di Saturno, gli antefatti sono semplici: una sonda terrestre ha scoperto l'esistenza di un nuovo elemento da cui ricavare un combustibile che renderebbe obsoleti il nucleare, l'energia fossile e perfino quelle rinnovabili! Sfortunatamente il satellite è già da secoli un punto di estrazione per una civiltà extra solare bellicosa e ostile, noi siamo un reparto di ricognitori incaricati di..."
A quel punto l'oratore si era accorto che Alaric scuoteva la testa e passava la mancina sotto alla gola, come a dirgli di tagliare il discorso.
“Oh! Voi volete sapere dell'immersione nella realtà virtuale!”
“Siamo molto curiosi in effetti!” confermò in fretta il francese.
“Me ne occupo io, intanto X-Cal procede alle ultime verifiche.”
Il Dottor Tersilius era entrato nella cupola seguito da Maya e da un'ancella medica che portava un piccolo vassoio d'acciaio.
Il Maestro dei Portali, preso atto che del gioco di simulazione fantascientifica non importava nulla a nessuno, lasciò le spiegazioni al collega consolandosi con una gigantesca ciambella glassata.

Il Signore degli Shen aveva già fatto alcuni test preliminari, quindi all'invito del Dottore si sdraiò di buon grado sulla poltrona e lasciò che gli applicassero due bottoncini bianchi sulle tempie, definiti da Maya “recettori”.
Erano quelli a garantire la connessione al mondo virtuale e a canalizzare l'energia magica che serviva ad alimentare l'intero processo.
Gli scientisti avevano semplificato al massimo le apparecchiature necessarie, facendo apparire i marchingegni dei film di fantascienza una tecnologia primitiva e obsoleta.
Eliminare il superfluo e privilegiare l'essenziale erano due punti fondamentali della loro filosofia magica e in questo essere quasi zen l'orientale si riconosceva e ne apprezzava le affinità.
Mai quanto il giovane francese però, che all'invito dell'ancella di coricarsi e cercare una posizione confortevole si era stravaccato a pelle d'orso, lasciando penzolare le gambe giù dalla seduta.
“Alaric non sei a casa tua!”
“Però sono comodo...”
“Va bene Maestro Leng.” lo rassicurò Tersilius “È fondamentale che il corpo sia a proprio agio durante la sessione almeno quanto la mente, perciò abbiamo pensato che questa prima esperienza servirà a farvi prendere confidenza con l'ambiente e il modo di percepirvi in relazione ad esso.”
“Che scenario avete scelto? Una metropoli moderna? Un pianeta alieno? Un mondo fantasy?” chiese smanioso l'apprendista.
“Non voglio rovinarti la sorpresa, ti dico solo che il Maestro Leng è stato coinvolto nella costruzione dell'ambientazione in cui vi muoverete...”



“Un lago, fiori di loto e un pontile di legno? Hai proprio dato fondo alla tua immaginazione!” sbraitò il ragazzo, dimostrando un'ottima capacità di ripresa dopo il passaggio al mondo virtuale.
Riusciva a rimanere in piedi senza soffrire dello straniamento dovuto al visore tridimensionale che usava abitualmente e aveva cominciato a guardarsi attorno riconoscendo alcuni degli elementi più iconici del tipico paesaggio cinese, ampiamente diffusi nella cultura popolare.
Rammentava un fondale simile dipinto sulla parete del Raviolo d'Oro, il suo ristorante fusion preferito.
“Il pericolo maggiore è che un pesce salti fuori dall'acqua e mi schizzi! Alais! Questa missione sarà una noia mortale!”
Mentre il francese dava sfogo al suo malcontento percorrendo avanti e indietro il piccolo pontile, Ye Feng contemplava assorto i dintorni e al contrario del giovane il suo viso lasciava trapelare una profonda emozione.
“Mi dispiace che il villaggio dove sono cresciuto non sia di tuo gradimento, sapendolo avrei scelto un altro luogo...” mormorò.
“Eh?”
Il giovane interruppe la forsennata maratona e si avvicinò, poi socchiuse le labbra e le piegò in una smorfia incerta; era troppo sorpreso per replicare a tono.
“Cazzo potevi dirlo subito, lo avrei guardato meglio!” sbottò alla fine.
Ripercorse nuovamente il molo fino alla piattaforma galleggiante e affacciandosi al parapetto ripassò in maniera scrupolosa tutti i dettagli del panorama.
Il suo giudizio in effetti era stato frettoloso e superficiale; convinto di approdare in uno scenario futuristico di macchie volanti e luci al neon o in qualche landa fantasy dominata da castelli e foreste secolari non aveva apprezzato la delicata poesia che emanava dal paesaggio lacustre.
Il sole di un'alba cristallina stava sciogliendo lo strato bruma che aleggiava sull'acqua, mentre la foschia notturna si ritirava tra le ombre del bosco rivelando in lontananza i contorni addormentati di un semplice villaggio di pescatori.
Tra le foglie del loto piccoli cerchi salivano di tanto in tanto ad increspare la superficie immobile del lago, lasciando intravedere la schiena squamosa ed iridescente delle carpe, mentre il silenzio speciale del primo mattino era rotto dal canto festoso degli uccelli e dal cigolio sordo delle barche ancora attraccate ai pontili.
Tuttavia nessuno avrebbe preso il largo per una battuta di pesca, né tra i tetti si sarebbero levati in volo gli aquiloni colorati dei bambini o il fumo dei focolari.
Nell'immediato il fondale era destinato a rimanere vuoto, solo successivamente il programma avrebbe inserito interazioni dirette con creature più complesse.
L'approccio prudente aveva incontrato l'approvazione di Ye Feng, il quale però non aveva considerato che quella perfetta ricostruzione del suo ricordo d'infanzia avrebbe amplificato il senso di nostalgia, lasciandogli addosso un sentimento inesprimibile di tristezza e rimpianto.
“Venivi qui ad allenarti?” chiese Alaric, quando il Signore degli Shen si affacciò a contemplare il lago.
“No, venivo in estate a fare il bagno con...” ci fu una brevissima esitazione nel suo discorso che il giovane francese, affascinato dal volo delle libellule, non colse “Con gli altri ragazzi del villaggio.”
L'altro annuì distrattamente e Ye Feng ne approfittò per cambiare argomento.

“Il Dottore ha detto che possiamo scegliere le modalità di allenamento e selezionare le armi, però non ho capito bene a cosa si riferisse... Nel villaggio non c'era un'armeria, solo magazzini, essiccatoi e un paio di fabbri che forgiavano gli attrezzi da pesca e quelli dei contadini.”
“Oh, io invece credo di aver capito! Stai a vedere... ” Alaric si girò nella sua direzione e dedicandogli un sorriso spavaldo esclamò “Maya apri l'archivio delle armi bianche e seleziona le opzioni: arti marziali, Cina, periodo compreso tra il Decimo e il Ventesimo secolo!”
Appena formulò la richiesta si aprirono davanti a loro due pannelli olografici, da cui uscì una versione miniaturizzata di Maya, dalle buffe fattezze stilizzate e tondeggianti.
“Benvenuti nell'armeria primaria! Scorrete la lista delle armi disponibili e una volta effettuata la scelta prendetele e trascinatele fuori, verranno adattate ai vostri parametri biometrici e saranno subito pronte all'uso!”
“Una chibi Maya...” mormorò sorpreso Ye Feng, facendo strabuzzare gli occhi al francese.
“Tu sai cosa sono i chibi?”
L'interpellato rispose con un sobrio cenno affermativo.
“Il soggiorno a casa del Maestro della Morte ha notevolmente ampliato i miei orizzonti culturali.”
“Hai letto dei manga?”
“Oltre ai testi di Escatologia nella sua biblioteca non c'era molta scelta, inoltre ho tradotto alcune novel al giovane Dieter, è un vero appassionato.”
“Traduci roba al mordicchio notturno e a me no?”
“Non sapevo che ti piacesse il genere danmei*.”
Alaric frugò nella sua memoria, quel termine gli suggeriva qualcosa e gli bastò collegarlo ai due soggetti summenzionati per trarre le ovvie conclusioni.
“Tu leggi le zozzerie e poi passi per quello pudico e morigerato?”
Ye Feng sorrise della sua espressione scandalizzata.
“Rispetto a certi libri erotici antichi quei racconti sono poco più che favolette, inoltre alcuni hanno trame davvero ben congegnate...”
“Si certo, leggi le novel per la trama...”
“Hai ragione la vita reale è molto più avvincente...”
“Ehi! Stavi pensando a noi due, vero?”
Il Signore degli Shen rispose con un sorrisetto divertito e soppesò la spada che teneva tra le mani saggiandone la maneggevolezza.
Mentre discutevano lui aveva già scelto la sua arma: un jiàn dalla fattura semplice, con inserti in bronzo dorato nell'elsa e nella guardia.
“È leggera, la consistenza dei materiali e il suo peso sono identici ad una spada vera, come il soffio che il metallo produce fendendo l'aria... La realtà virtuale è davvero sorprendente... Alaric hai scelto?”
“Scelto?” l'interpellato alzò il naso dal pannello sul quale scorreva il catalogo in modo compulsivo “Ci sono troppi modelli! Come faccio a scegliere o a sapere quello che si adatta a me, sei tu l'esperto di arti marziali dammi un consiglio, no?”
“Scegli col cuore, saprai quale sarà l'arma giusta quando la vedrai...”
“Bell'aiuto! Tieniti la tua saggezza da Genio delle Tartarughe*, mi arrangio da solo!”



Un'ora dopo era ancora nella stessa situazione, perfino la chibi Maya era entrata in modalità stand by appisolandosi al bordo del pannello olografico.
“Allora?”
“Non mettermi ansia!”
Ye Feng sospirò e tornò ai suoi esercizi per sciogliere e allungare i muscoli, gli piaceva il modo in cui il suo corpo virtuale rispondeva alle sollecitazioni e agli sforzi.
Mentre eseguiva una mossa di disimpegno intravide un movimento tra le acacie e al termine della rotazione controllò con maggiore cura, senza rilevare nulla di insolito.
Il sole e l'ombra giocavano a rimpiattino tra l'erba e le fronde e forse lui, abituato da secoli ad una visione notturna, era stato ingannato da un riflesso di luce.
“Alaric...”
“Si, eccola! Penso di aver trovato la spada giusta!” lo interruppe il giovane francese, prelevando dal catalogo un jiàn identico a quello dell'Immortale.
“È uguale alla mia.”
“Ovviamente, così duelleremo ad armi pari!”
“Davvero vuoi duellare ad armi pari con me? Vediamo di cosa sei capace!”
Il Signore degli Shen brandì l'arma con un atteggiamento che l'apprendista giudicò abbastanza minaccioso, tanto da farlo prima retrocedere e poi scappare in maniera precipitosa lungo il pontile.
“Dove scappi? Torna qui!”
“Col cazzo! Se qualcuno mi insegue con una spada sguainata io non sto lì a farmi affettare!”
“Come pensi di imparare?”
“Tu non sai cosa sono le vie di mezzo, mi hai tenuto nella bambagia fino a stasera e adesso vuoi sbudellarmi?” con la coda dell'occhio vide Ye Feng che lo seguiva saltando sulle ninfee, leggero come una libellula “E smettila di fare lo spaccone!”
“Potresti farlo anche tu, il tuo corpo virtuale non ha limiti se non quelli imposti dalla tua mente!”
“La mia mente dice che un pontile di legno è più sicuro di una foglia galleggiante e io le do retta!”
Alla fine l'Immortale lo superò e si piazzò esattamente alla fine del molo, sbarrandogli la strada.
Se l'apprendista avesse voluto proseguire avrebbe dovuto incrociare la lama con lui.
“Il Dottore si è raccomandato di andarci piano la prima volta!” esclamò dopo i primi scambi in cui aveva infilato l'arma a casaccio, nel tentativo di superare la serratissima guardia dell'orientale.
L'eco del metallo che batteva contro il metallo si riverberava nell'aria tiepida accompagnando le esternazioni del ragazzo, che non riusciva a capacitarsi del battagliero entusiasmo col quale Ye Feng rispondeva ad ogni suo assalto.
Forse aveva realizzato che i loro duplicati virtuali non rischiavano nulla o forse, dentro al suo ricordo del villaggio natale, si sentiva davvero sé stesso e dava sfogo all'indole che nel mondo esterno teneva sempre sotto stretto controllo.



“Ehi, c'è qualcuno nel bosco!”
L'esclamazione di Alaric fu seguita dall'interruzione improvvisa del goffo tentativo di difendersi da un affondo; il Signore degli Shen trattenne solo in parte le conseguenze del colpo, che deviò dal torace e andò a lacerare il fianco della casacca di cotone indossata dall'avversario.
“È un trucco vecchio quanto l'arte della scherma! Se vuoi fermarti basta dirlo.” lo rimbeccò l'Immortale, stizzito per non aver saputo controllare il suo attacco.
L'altro conficcò il Jìan tra le assi di legno e gli indicò il folto gruppo di acacie.
“Ti dico che c'è qualcuno e noi dovremmo essere i soli ospiti di questa sessione!”
Il tono allarmato convinse Ye Feng a voltarsi nella direzione suggerita dal ragazzo.
“Vado a controllare.” bisbigliò, tenendo lo sguardo fisso sulla pallida, evanescente presenza ferma all'ombra degli alberi.
“Lascia perdere, X-Cal sta facendo il coglione come al solito! Ha inserito un PNG per farci uno scherzo o è un bug del sistema, chiedo a Maya di rimuoverlo...”
“No!”
“Perché? Lo sistemeranno in un attimo...”
“No!” ribadì l'Immortale, ormai abbastanza vicino da riuscire ad identificare i lineamenti della figura “Non basterebbe un attimo, non basterebbe un'intera vita e nemmeno l'eternità...”
Alaric corse da lui quando lo vide accasciarsi sul prato e protendere la destra verso lo sconosciuto, mentre con il braccio sinistro cercava un precario equilibrio nelle forze che gli stavano venendo meno.
Se quello scenario era un ricordo d'infanzia la presenza poteva non essere un estraneo e Ye Feng l'aveva riconosciuta.
Maledisse il Maestro dei Portali e gli augurò di strozzarsi con una delle sue ciambelle; non aveva considerato che la mente sovraccarica di un Immortale poteva generare ogni sorta di incubi o visioni, legati ad eventi traumatici e violenti accumulati nel corso dei secoli.

“Non farti suggestionare, non è reale, ce ne andiamo subito...” disse afferrandogli le spalle nel tentativo di sostenerlo.
Tuttavia le sue parole, anziché rassicurarlo, acuirono lo stato confusionale in cui sembrava essere caduto.
“No, no, non adesso, dopo tutto questo tempo...”
Merda...
Quindi l'intuizione era corretta: si trattava di una persona conosciuta, emersa da un passato lontanissimo del quale Alaric non sapeva quasi nulla.
L'apprendista spostò l'attenzione sulla misteriosa figura: un ragazzo dall'aria inoffensiva, con un viso rotondo quasi infantile, improntato ad una mesta rassegnazione.
Poteva avere al massimo sedici anni e la consistenza della carta velina.
Allora perché sentiva di odiarlo come un pericoloso rivale?
“Maya interrompi subito la connessione, vogliamo uscire!”



Il Signore degli Shen riprese conoscenza con gli strilli di Alaric infilati nelle orecchie.
Veniva da un intervallo buio impossibile da quantificare e aveva addosso un torpore molle che condizionava movimenti e pensieri, rendendogli difficile reagire agli stimoli esterni.
In particolare percepiva un tocco cauto e leggero che dalla fronte scendeva sullo sterno, mentre una voce sintetica riferiva alcuni dati, i suoi dati.
“Le fluttuazioni dell'energia vitale si stanno normalizzando su valori compatibili con l'anzianità di questo soggetto a prevalenza Yin.”
“Va bene, vai a prendere la fiala che ha predisposto il Dottore e portala qui.”
“Maya...”
“Bentornato Maestro Len Ye Feng, resta sdraiato per favore; l'equilibrio del tuo Qi si è alterato a causa di un crollo emotivo, stiamo indagando sulla sua origine.”
“Alaric...”
“L'apprendista Lafayette sta bene, è solo contrariato a causa di questo imprevisto.”
“Io non sono contrariato, sono incazzato!” sbraitò il francese da qualche parte dietro la poltrona dell'Immortale.
Ye Feng emise un pesante sospiro, intanto nel suo campo visivo la radiosa visione di Maya era tramontata lasciando il posto a quella più prosaica del Primo Signore di Serannian.
“C'era un piccolo margine di possibilità che si manifestassero reazioni anomale maestro Leng, te ne avevo parlato durante il test; dopo aver assunto questa dose distillata di essenza vitale avrei bisogno della tua... versione dei fatti, in modo da chiudere il file della sessione e archiviarlo come documentazione.”
“Io vorrei...”
“Non c'è fretta, comincia pure da dove vuoi...”

Nel frattempo il Maestro dei Portali se la stava vedendo col francese.
Il mago aveva una certa pratica nel gestire le intemperanze dei colleghi che usavano la Cupola; le spericolate sessioni della Maestra Nemesi lo avevano vaccinato contro ogni tipo di reazione ed essere sopravvissuto ai suoi sfoghi di collera sia reali che virtuali rappresentava un motivo di vanto.
Sapeva che Lafayette era una testa calda, ma non si aspettava che mettesse in dubbio la sua professionalità accusandolo di pressapochismo e cialtroneria.
Quando Maya aveva interrotto la connessione lui era saltato giù dalla poltrona ed era andato sotto la finestra della sala controllo vomitandogli contro ogni genere di insulto e dato che Xyandrey era un nerd molto prudente aveva aspettato alcuni minuti prima di scendere ed affrontarlo faccia a faccia, con la rassicurante presenza di un'ancella meccanica a fare da barriera fra loro.
“Per l'ultima volta: non ho introdotto personaggi umani durante la simulazione, mi sono attenuto al protocollo concordato col Doc e non risultano bug di sistema, lo scenario è stato esaminato da Maya e dai tecnici almeno una dozzina di volte ed è risultato pulito...”
“Ricontrolla! È già successo con Luna-17, hai dimenticato di inserire una stringa di codice e gli assaltatori alieni hanno infierito sul povero Aliosha fino a ridurlo ad una poltiglia di carne, è stato tremendo!”
L'interlocutore atteggiò il viso ad una espressione profondamente offesa.
“Dopo quell'episodio abbiamo inserito una limitazione automatica alla violenza degli antagonisti, ti ricordo comunque che una certa persona era entusiasta dell'estremo realismo dei combattimenti!”
“È diverso, adesso si tratta di Ye Feng!”
“La sicurezza degli utenti della Cupola, di tutti gli utenti..." sottolineò con sussiego X-Cal "È la nostra priorità!”
“Balle! A te interessava una cavia, perché era il primo Signore degli Shen a posare il culo su quelle poltrone ed sarà anche l'ultimo, col cazzo che lo farò tornare qui!”

“Io vorrei organizzare una nuova seduta.”
La pacata affermazione dell'Immortale interruppe la discussione in corso.
Alaric lo fissò sbalordito, ricaricò la scorta di munizioni verbali, poi cominciò a mitragliare i presenti senza risparmiare nessuno. Una fatica inutile, perché il Maestro Leng rimase fermo nel suo proposito e dopo aver declinato gentilmente l'offerta della fialetta, accettò quella di una stanza insonorizzata, dove si ritirò a meditare.

Fine ventisettesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissimi e carissime benritrovati (✿◠‿◠)!
Chiedo venia del ritardo, alcune scadenze lavorative mi hanno tenuta occupata più del previsto, ma finalmente il nuovo arco delle avventure in salsa di soia è pronto a spiccare il volo... nella realtà virtuale!
Ye Feng vuole restare al passo della concorrenza magica di casa Leukotes e ha pensato di offrire ad Alaric qualcosa a cui sembrava tenere davvero tanto: imparare le arti marziali.
Tra le meraviglie del Laboratorio sembra che ce ne sia una che fa al caso suo e offre il non comune vantaggio di essere totalmente sicura per l'imbranato apprendista francese.
Il buon Dottor Tersilius è felice di mettere a loro disposizione il modulo di realtà virtuale e qui facciamo conoscenza con un altro degli stravaganti personaggi che abitano a Serannian: il nerd divora-ciambelle X-Cal, che ritroveremo più avanti.
La prima sessione, iniziata in maniera piuttosto tranquilla (Alaric direbbe: pallosa!) ha una svolta brusca con l'apparizione di un "corpo estraneo", che in teoria non dovrebbe trovarsi nell'ambientazione.
Chi è e perché la sua presenza ha turbato tanto bao-Feng?
Lo scopriremo solo leggendo... il prossimo capitolo ^^
Se l'arco del magna-magna è stato un susseguirsi di battibecchi, equivoci e porzioni di lasagna, quello che sta per cominciare è un viaggio sulle montagne russe!
Preparatvie a parecchio angst, qualche colpo di scena, il ritorno di un certo personaggio del Destino e l'arrivo di un soggetto parecchio ingombrante, che allenterà un po' la tensione accumulata dai nostri sinofrancesi.
Salite a bordo della cesta ascensore e aggrappatevi bene alle corde, il tragitto prevede molte turbolenze!

Termini e spiegazioni:
Damnei: l'equivalente cinese della letteratura yaoi e shounen ai (https://it.wikipedia.org/wiki/Danmei)
Genio delle Tartarughe: ovviamente un piccolo omaggio al mitico Dragon Ball ^^



   
 
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