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Autore: Clodie Swan    28/03/2023    3 recensioni
Questa partecipa al contest “D&D Mania” indetto da Ghostro sul forum di Efp"
Una misteriosa Glaciazione comincia ad avanzare nelle terre del Continente Verde. Il giovane mago Damien, sospetta che ci sia qualche magia oscura dietro ed inizia ad indagare. La sua ricerca lo porterà nella Foresta delle Lame, dove la sua strada incrocerà quella di altri incredibili personaggi, che lo aiuteranno a portare a termine la sua missione. Maghi, guerrieri, principesse, sono i protagonisti di un'avventura fantasy divertente e appassionante.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da qui in poi troverete alcuni errori causati dalla mancanza di tempo per una revisione più accurata. Mancano a volte i nomi delle persone che stanno dialogando. Spero si evinca dal contesto chi sta parlano. In parrticolare, una frase a cui Dun'Gar reagisce scuotendo la testa rassegnato, va attribuita a Garni. ( E a chi sennò)
 



Capitolo Settimo

Il viaggio
 

La Màthayr fece convocare Dun’Gar non appena fu abbastanza in forze e lo misero al corrente di quanto avevano appena discusso.
«La nostra missione è finita. La nostra regina è deceduta. Non ci resta che tornare a casa. Non siamo venuti qui per la glaciazione.» fu la sua decisione.
«Ma presto il gelo raggiungerà anche il continente desertico! A cosa servirà se moriremo tutti?» gli fece notare il figlio contrariato.
«Posso chiedervi il motivo per cui volevate incontrare mia madre, sir?» chiese Emeryl «Forse potrei aiutarvi, mia madre mi ha confidato molte cose prima di morire.»
«Vi ha parlato delle armi di luce? Dove vengono forgiate?» chiese Dun’Gar speranzoso.
Emeryl annuì pensosa «Il punto non è dove, ma chi può forgiarle. Durante il corso dei miei studi abbiamo parlato del potere delle ombre e di come soltanto le armi di luce possano sconfiggerle. Servono persone dotate di magia che incidano le rune del potere sulle lame di qualsiasi spada adatta al combattimento. Noi potremmo aiutarvi prima della vostra partenza.»
«Ci deve essere una ragione se il sultano ha sterminato i fabbri e ha tenuto nascoste le armi di luce in suo possesso.» gli fece notare Damien «Anche lui è in combutta con le ombre.»
«Ma cosa ci guadagnerebbe?» chiese confuso Dun’Gar.
«Se sono tutti dalla parte di Gelmir, questi personaggi: il principe Globo, il sacerdote, il ciambellano ed il sultano, devono aver ricevuto qualcosa in cambio: potere, ricchezza, qualunque cosa avesse da offrire un dio.»
«Come possono aver convinto mio fratello a uccidere la nostra famiglia e il sacerdote a tradire la dea che avrebbe dovuto servire?» chiese Stella stravolta a quel pensiero.
«Queste sono solo supposizioni altezza, ma per esserne certi dobbiamo andare ad Iberia e vedere con i nostri occhi.» propose il giovane mago.

L’ipotesi di Damien trovò pareri discordanti. Emeryl era del suo stesso avviso, Stella nonostante la confusione iniziale cominciò a credere che la leggenda potesse essere vera. Garni inutile dirlo, l’idea di avventurarsi ad Iberia, lo entusiasmava. Kewst rimaneva in silenzio ma il suo sguardo attento, mostrava che fosse piuttosto interessato all’argomento.
«La vostra teoria è sicuramente fondata su qualche verità, mio giovane amico» disse la Màthayr «Ma non potrei mai arrischiarmi ad inviare le mie Din Nadair in una missione suicida senza sapere con esattezza i rischi che comporterebbe.»
«Ed io mi rifiuto di mandare i Lupi di Niihel in una terra sconosciuta, solo per sbirciare dentro un vulcano.»
«Andrò da solo se serve. Non importa. Non pretendo che nessuno mi segua. Mi rendo conto che è rischioso…»
«Fermò là, Grim! Stai dicendo che abbiamo paura? Non so gli altri ma io vengo con te. Sono proprio curioso di dare una sbirciatina dentro quel vulcano.»
Dun’Gar scosse la testa rassegnato.
«Verrò con voi.» disse Stella decisa «Da troppo tempo desidero liberare la mia isola dalla tirannia di mio fratello, ma non sapevo come. Voi mi state dando una speranza per la prima volta e intendo darvi tutto il mio aiuto. Conosco bene Iberia, come le mie tasche, anche se manco da dieci anni, e potrò farvi da guida. Devo avvisarvi però che chi mi sta vicino, sovente rischia la vita.»
«Mi invita a nozze, principessa.» rispose Garni facendole l’occhiolino.
«Madre, vi chiedo il permesso per accompagnarli fino alla costa, dove potranno imbarcarsi per Iberia. La strada mi è familiare e potrò condurli più velocemente che lasciandoli andare di loro iniziativa.» chiese Emeryl rivolta alla matriarca.
«Concesso Emeryl, quanto a voi, signor Lamarcana, per l’affetto che portavo a vostra madre ho deciso di liberarvi e che siate voi a decidere il vostro destino» Con un gesto ordinò che gli togliessero le catene. «Potete tornare dai vostri commilitoni se volete o andare dove vorrete.»
«Andrò a Iberia» rispose Kewst stupendo tutti. Non fornì motivazioni ma chiese cortesemente che gli venissero restituite le sue armi.
«Saremo felici di avervi con noi.» gli disse Damien riconoscente «Potrei farvi ricompensare dal mio re non appena tornerò…»
«Non lo faccio per il denaro.» rispose secco il giovane.
«Ma certo!» esclamò Garni «Ci saranno utili un po’ di muscoli in più! Grim ha la magia ma quanto a muscoli… e poi tu sei forte amico, voglio dire mi hai quasi battuto, basterà questo a terrorizzare tutti quanti: l’uomo che ha battuto Garni! »
«Me lo farò ricamare sulla tunica» gli rispose seccamente Kewst.
Garni ridacchiò «Mi piace il tuo umorismo, amico, penso che andremo d’accordo. Quando si parte?»

                                                                            ***

Il viaggio, composto dalla compagnia più originalmente assortita che si fosse mai vista - un mago, un’incantatrice, un mercenario, una sacerdotessa mutaforma ed un guerriero del deserto - procedette senza alcun inconveniente per diversi giorni. Non incrociarono né banditi, né belve feroci, e riuscirono ad evitare ogni manipolo di soldati che incrociò la loro strada. Quando facevano sosta in qualche locanda, la presenza di Kewst era sufficiente ad allontanare ogni malintenzionato, attratto dai soldi o dalla bellezza delle due dame.
Avevano deciso di evitare le strade principali, nonostante fossero quelle più facilmente praticabili per via della neve. Ma i cinque viaggiatori avevano tutti la necessaria forza fisica per attraversare le vie più dissestate e pericolose e potevano ricorrere alla magia per rimuovere gli ostacoli naturali che incontravano sul loro cammino.
Durante il giorno, Stella, Garni e Kewst spendevano molto tempo ad allenarsi nel combattimento, mentre Damien ed Emeryl si esercitavano scambiandosi le reciproche conoscenze sulle arti magiche e soprattutto sul controllo degli elementi. Emeryl sapeva maneggiare naturalmente il potere del fulmine ma aveva imparato ad acquisire il controllo anche degli altri. Damien sapeva eseguire correttamente tutti gli incantesimi che gli erano stati insegnati ma aveva una naturale predisposizione per gli elementi e per le piante.  Emeryl aveva intuito anche che fosse dotato di una potenza distruttiva non ben identificata che il ragazzo aveva paura di approfondire.
«Non voglio fare del male a nessuno» spiegò Damien durante una delle loro sessioni di studio.
«Ma se non cerchi di conoscerla, non potrai mai imparare a controllarla» lo rimproverò Emeryl.
«Da dove viene secondo te?» chiese ansioso sperando che la maga avesse delle risposte.
«Piuttosto semplice: entrambi i tuoi genitori erano dotati di magia.»
Damien si rattristò «Mi chiedo spesso chi fossero e perché mi hanno abbandonato?»
Emeryl non poteva consolarlo su quel punto. «Se vuoi parlare di rapporti familiari, stai chiedendo alla persona sbagliata»

Stella continuava i suoi studi e cercava di entrare in contatto con la dea senza riuscirvi. Trovava un buono sfogo quando si allenava con Garni confrontando le loro rispettive tecniche di combattimento Zanne Gemelle e lo stile del Lupo. Il niihelita con il suo carattere solare e le sue battute sfrontate, riusciva a farla ridere tra un duello e l’altro.
Kewst si univa a loro molto spesso, senza parlare affatto, ma dimostrandosi un valido elemento con cui allenarsi, per via della sua forza. Non si era dimostrato molto loquace i primi giorni, ma a poco a poco, i modi gentili di Damien, l’allegro carattere seppur irritante di Garni, il rispetto con cui veniva trattato dalle due ex principesse, avevano finito per vincere la sua naturale reticenza e spingerlo a conversare di più. In particolare, sembrava aver trovato una particolare affinità con Emeryl. Damien ne era felice, compativa la sorte di quel giovane e del lato più oscuro del mondo magico che aveva dovuto conoscere.  Emeryl aveva sofferto la sua stessa situazione per i motivi opposti e trovò naturale che tra i due si sviluppasse una certa empatia.

Camminavano spediti, con Garni in testa che, con il suo lupo a fianco, canticchiava una vecchia canzone di Niihel, quando superata una collina videro il mare.  Il panorama non era però quello che si erano aspettati. Era pieno giorno, seppur oscurato dalla solita coltre di nubi, e le acque erano completamente congelate, un’immensa tavola blu scuro, dalle sfumature bianche si estendeva davanti ad una spiaggia coperta di neve. Sotto il cielo coperto, sulla linea dell’orizzonte si vedeva in lontananza una nuvola più spessa e grigia delle altre che si estendeva verso l’alto come una colonna.
«Quella nuvola è la stessa del mio sogno» disse Damien sbalordito.
«Iberia si trova proprio da quella parte» confermò Stella.  «Ma come ci arriviamo?»
 Il porto era in stato di abbandono e vennero a sapere che non era possibile navigare da diverse settimane. Il gruppo però non si scoraggiò.
«Se non possiamo navigarlo possiamo attraversarlo» suggerì Damien «Ci vorrebbe però una slitta trainata da cani.»
«Beh, abbiamo un lupo con noi.»
«Il buon vecchio Mas è forte ma non riuscirebbe a trasportarci tutti» rispose Garni allegramente «forse dobbiamo lasciare a terra lo spilungone. Kewst, sai che scherzo, amico mio».
«So come risolvere il problema» disse Damien e puntando il palmo aperto verso il lupo pronunciò “Moltiplica”. Se prima avevano davanti un solo Mas, adesso ne potevano contare quattro.
«Ben fatto ma ci servirà una slitta».  Kewst si adoperò per trovare qualcosa che potesse adattarsi tra le imbarcazioni accatastate vicino alla banchina alla fine trovo i pezzi per formarne una. Era robusta a sufficienza e spaziosa per tutti quanti.
«Ci dovremmo entrare tutti e quattro» notò Damien.
«Cinque» lo corresse Emeryl.
«Milady, avevate detto che ci avreste accompagnato fino alla costa!» disse Garni sorpreso.
«Ho mentito. Spero solo che il ghiaccio regga»
Il gruppo non nascose la propria contentezza di avere ancora Emeryl nel resto del viaggio. E così tentarono la sorte, avventurandosi sulla distesa ghiacciata con il cuore in gola. I quattro lupi corsero agilmente fino al calar delle tenebre, senza nemmeno il conforto delle stelle. Damien si servì delle sue sfere di luce, aiutato da Emeryl, per rischiarare la strada. Percorsero quante più miglia possibili, fermandosi solo per riposare e rifocillarsi. Montavano la guardia a turno, tenendo gli occhi bene aperti ma nulla minacciava di inseguirli o di andare loro incontro. Non potevano usare per non rischiare di sciogliere il ghiaccio e utilizzarono delle pozioni speciali per tenere caldo il corpo. Verso la sera del terzo giorno videro ergersi il profilo bruno di un’isola imponente e al vederla Stella si alzò emozionata riconoscendo la sua terra.
«Casa» mormorò.
«Damien smorza la luce» disse Emeryl quando furono in vista della costa «Potrebbero percepire la nostra magia».
Damien obbedì e precipitarono nel buio. Ma ormai erano quasi giunti verso la riva e riuscivano ad intravedere la sabbia bianca. Per qualche ragione non c’era la minima traccia di neve. Garni sciolse i lupi e Damien fece tornare Mas alla normalità, mentre Kewst prendeva la slitta e la nascondeva dietro una macchia di arbusti.
«Non dobbiamo lasciare tracce»spiegò.
«Ben fatto, amico» disse Garni dandogli una pacca sulle spalle. Kewst si schernì ma non replicò.
«Guardate: non sentite che cosa strana? Qui fa caldo! Possibile che la glaciazione non sia arrivata?» disse Garni
«Sì, ma la nube c’è: eccola laggiù» gli fece notare Emeryl.
In effetti, sopra una maestosa montagna di forma conica, fuoriusciva la nube grigiastra che avevano avvistato.
«Stella, come raggiungiamo il vulcano?» chiese Damien
«Dovremmo attraversare il centro dell’isola per arrivare laggiù, ma le guardie del palazzo reale potrebbero vederci.»
«E se aggirassimo le strade camminando lungo la costa?» propose Kewst.
«Ci vorrebbe troppo tempo ma potremmo usare un altro percorso: ci sono delle vie scavate nella roccia che conducono direttamente al tempio. Sono state costruite anticamente dai Leonid e sono considerate sacre. Dobbiamo seguire la linea di queste colline: ce ne dovrebbe essere una più avanti.»
Non fu semplice per Stella orientarsi al buio per ritrovare l’ingresso del percorso, ma alla fine muovendosi contro una parete di roccia, trovò una cortina di edera che nascondeva una porta scolpita nella roccia.
«Vediamo se posso aprirla è la prima volta che tento». Stella toccò la sua gemma blu e poi posò una mano sulla porta. Questa lentamente si aprì da sola rivelando un sentiero molto stretto scavato in mezzo a delle altissime pareti di roccia. In alto s’intravedeva una sottile striscia di cielo.
«Possiamo andare» annunciò.
Damien si avviò insieme agli altri con uno strano presentimento in cuor suo: aveva la strana sensazione che qualcuno li stesse aspettando.
  
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