Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: kamony    03/04/2023    3 recensioni
E se i nostri eroi del Corpo di Ricerca dovessero vivere le loro vicende in un universo alternativo che risultasse molto simile al nostro mondo attuale, chi potrebbero essere e contro CHI dovrebbero combattere per salvare il mondo?
E questa volta come andrà a finire la storia?
Una commedia- action- sci-fi - romance.
Una quasi canon-divergent-AU che spero vi diverta come ha divertito me scriverla!
[Varie OTP Levi X Hanji una delle tante, le altre vanno scoperte in corso di lettura]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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C’è poco da dire, ho fatto una caxxata che mi è costata cara.
Volevo correggere una cosa e ho avuto la brillante idea di farlo dal cellulare e, grazie al maledetto touch screen, innavvertitamente ho cancellato la storia.
Non vi dico come ci sono rimasta… Dopo un primo momento di assoluto sconforto e giramento di gonadi a turbo mi sono detta che era inutile stare a piangere sul latte versato e sulla perdita di 100 e passa recensioni, ormai il danno era fatto. Per fortuna ogni capitolo prima di essere postato era stato salvato su una specie di Cloud on line, almeno non ho perso niente e posso ripostare tutto da capo. Penso, se ce la faccio, tipo 4 o più capitoli al giorno per ritornare in pari al 25esimo.
E niente, ovviamente sono mortificata e molto dispiaciuta, soprattutto per le recensioni è ovvio, ma comunque le avevo lette e apprezzate.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso!
Chiedo scusa a tutti voi e spero che continuare a seguire questa storia come avete fatto fino al guaio.
Quindi ricominciamo!

Ed ecco qua la mia primissima AU in assoluto in questo fandom.
E dire che io ho sempre storto il naso di fronte alle AU, ma è bello cambiare idea no?
Una cosa ci tengo a sottolineare è una AU, ma mi sono attenuta il più possibile al canon, certo non vi ripropongo la storia pari pari al canonverse non avrebbe senso, ma ho fatto del mio meglio perché “respiraste comunque quell'aria”. Spero di esserci riuscita...
Basta tediarvi, ci rivediamo a piè di pagina
Per ora vi auguro Buona (spero) lettura

Questa fanfic è un’opera di fantasia basata sul manga e anime Shingeki no Kiojin proprietà intellettuale di Hajime Isayama. Tutti i personaggi di SNK appartengono a Hajime Isayama e questa fic non è scritta con scopo di lucro.
Luoghi, eventi e fantapolitica qui narrati, sono il frutto della fantasia dell’autrice e sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza con fatti reali è da ritenersi puramente casuale.



L’Isola dei Dannati

A.o.T. Mission-almost-Impossible

                                              

1

Il greve
il novizio
e il mostro d’intelligenza



Il rumore del campanello pareva ovattato. Sembrava quasi appartenere a un altro mondo. Era oltremodo fastidioso. Levi stava dormendo profondamente, cosa che tra l’altro gli accadeva di rado. Aveva avuto una nottata molto movimentata e quindi per una volta tanto era caduto tra le braccia di Morfeo come un bimbo.
Quel suono molesto però non la smetteva di trillare. Il suo richiamo irritante sembrava arrivargli dritto dentro il cervello.
«Levi… il campanello…» masticò sospirando la donna accanto a lui. Era quella che aveva notevolmente contribuito alla nottataccia.
Levi grugnì appena, aprì un occhio e poi l’altro.
«Non potevi rispondere tu invece di svegliarmi? Per una volta che dormo!» abbaiò, prima di scostarsi il lenzuolo con stizza e alzarsi per far tacere quel rumore odioso.
Lei non aveva risposto e si era coperta la testa con il cuscino, girandosi dall’altra parte.
Ma chi cazzo può essere a quest’ora?
Pensò infastidito mentre apriva la porta.
Il fattorino strabuzzò gli occhi. Quell’uomo era nudo come un verme e aveva un’espressione che tagliava come un rasoio, sembrava molto più che contrariato.
«Scu… -coff coff-… si» tossicchiò imbarazzatissimo, fissando il pavimento per non incorrere nelle pudenda di quel tipo, che pareva una sorta di sociopatico con manie da esibizionista.
«C’è… un plico per… lei» disse infine porgendoglielo e continuando a fissare ostinatamente un punto indefinito a terra.
«Dovrei rispondere: grazie, ma mi hai svegliato, perciò se devo firmare tira fuori la penna e poi levati dalle palle».
«No, no. Solo consegnare… dovrei…».
Levi lo fissò un attimo e capì al volo.
«Sempre peggio, sempre più in basso» commentò arcigno, quindi gli sbatté direttamente la porta in faccia e si diresse in cucina masticando una litania di parolacce da far impallidire tutti i peggio farabutti di Brixton.
Aprì il plico, c’era solo un biglietto da visita.
Mercoledì ore 8,30 am, presso Maeci, consolato italiano Park Avenue, New York.
Prese un accendino, bruciò il biglietto e tornò a letto. Lei si era riaddormentata, ronfava beata, come un angioletto, gli venne una gran voglia di svegliarla con un urlaccio, ma non lo fece, in fondo Levi era molto meno stronzo di quello che appariva, quindi si infilò sotto le coperte e richiuse gli occhi.
Ovviamente non dormì più.

 

*

 

Armin era appena arrivato in agenzia. Era poco prima delle nove di mattina.  Sottobraccio aveva la sua cartella, che conteneva alcuni documenti e il suo prezioso notebook. Nell’altra mano aveva un cappuccino aromatizzato alla nocciola, bello fumante. Stava salendo le scale quando lo raggiunse trafelato un collega, o almeno uno che riteneva tale, dato che lavorava lì da poco e non conosceva ancora tutti.
«Devi analizzare i resoconti dalla Siria» gli disse mentre salivano le scale.
«Abbiamo tre agenti dispersi e uno sicuramente catturato».
Armin lo guardò con fare interrogativo.
«Ma io non mi sono mai occupato di analizzare i rapporti della Siria» rispose perplesso.
«Ordini del capo» tagliò corto l’altro.
«Ma…» provò ad obiettare il giovane, intanto il tipo era già sparito nel corridoio del primo piano, lasciandolo con un enorme faldone in mano, che gli aveva appioppato senza aggiungere altro.
Il suo lavoro gli piaceva, ma ancora non aveva ben capito che cosa lo avessero assoldato a fare, dato che stava dalla mattina alla sera a trascrivere conversazioni registrate, ad analizzare rapporti di agenti sul campo. Tutte cose utili per carità, ma era stato addestrato anche e soprattutto per fare altro.
Tuttavia era molto paziente e molto determinato, inoltre il suo QI sfiorava livelli ben sopra la media, e quando gli si accendeva una lucina in testa, era certo che bollisse qualcosa in pentola, non sbagliava mai. Ancora però non era accaduto niente in tal senso, non sapeva bene come e quando, ma  era sicuro che il vento sarebbe cambiato. Quello che stava facendo non era quello per cui lo avevano ingaggiato. Aveva capito che doveva avere pazienza, che era come sotto osservazione, in prova.
Quella mattina, dopo un primo attimo di smarrimento, la famosa lucina brillò e capì subito che era arrivato il suo momento. Quello sbaglio, non era uno sbaglio!
Raggiunse il suo ufficio in fretta e si mise a sfogliare con impazienza il faldone, alla ricerca di qualcosa che corroborasse la sua tesi.
Quel qualcosa si materializzò una mezz’era dopo, sotto forma di biglietto da visita allegato con una grappetta, ad un resoconto su un ospedale di Aleppo.
Mercoledì ore 8,30 am presso Maeci consolato italiano Park Avenue, New York.
Gli brillarono gli occhi. Ecco arrivata la sua occasione. Si guardò intorno. Era ancora un neofita ma sapeva che cosa dovesse fare. Sbriciolò il biglietto, poi andò in bagno, lo gettò nel water e tirò l’acqua.


                                         

*


Hanji quella mattina aveva un gran mal di testa, ciò nonostante si era comunque presentata in auditorium in perfetto orario e stava tenendo la sua conferenza sulla chimica inorganica.
I ragazzi l’ascoltavano rapiti. Hanji non era una donna che si potesse definire canonicamente bella, ma aveva un viso davvero particolare, degli occhi grandi e così luminosi, che sembravano riflettere la sua grande intelligenza, oltre che lo smisurato amore per il suo lavoro. Era alta, slanciata, molto magra, con un fisico androgino e una forte personalità. Aveva uno stile tutto suo che non la faceva mai passare inosservata. Gli studenti, quando andava a fare quei meeting di approfondimento, pendevano dalle sue labbra. Molte ragazze la ammiravano e avrebbero voluto essere come lei.
La dottoressa Zoe era una persona molto giovale e molto disponibile, salvo quando si trattava del suo altro lavoro, allora in quel caso si trasformava completamente, ma questo i ragazzi dell’ateneo non l’avrebbero mai saputo.
Per loro era solo la dottoressa Hanji Zoe con ben tre lauree: matematica, chimica e biologia. Un vero mostro d’intelligenza, ma non era questa la sua principale occupazione. Quella della scienziata studiosa, che ogni tanto deliziava le università delle sue preziose lezioni, era solo una copertura.
Quella mattina avrebbe preferito rimanere a casa perché davvero le stava scoppiando la testa, ma era troppo ligia al dovere, così eccola che stava terminando il suo ennesimo seminario sui reagenti di atomi di idrogeno.
Una robetta semplice.
Aveva appena finito e stava raccogliendo i suoi appunti per metterli in una cartellina, quando fu avvicinata da una ragazza che le sembrò un po’ troppo impacciata e un po’ troppo a disagio.
«Che c’è cara? Qualcosa non ti è chiaro?» le chiese con quel suo modo affabile, nonostante la tremenda emicrania.
«Vorrei lasciarle una relazione sui materiali strutturali dei gruppi fosfato che formano lo scheletro del DNA» le rispose quella tutta d’un fiato.
«Cara ma io non sono una professoressa, sono solo una scienziata che ogni tanto tiene delle lezioni-seminario nelle università» le rispose gentile.
«Sì, lo so, ma questa relazione le interesserà si fidi».
Hanji non era mai scortese, ma quel giorno le sembrava di avere un martello pneumatico in testa, la sera prima aveva bevuto troppo vino e ora ne pagava le conseguenze.
«No cara, non mi interesserà. Fidati tu, e ora se mi vuoi scusare» concluse prendendo la sua cartellina dato che aveva appena finito di riporvi i suoi preziosi appunti.
La ragazza che evidentemente era un po’ imbranata fu presa dal panico e le arpionò il braccio strattonandola appena. La guardò implorate e poi parlò: «La prego non mi faccia licenziare, prenda la relazione e se la porti via!».
Hanji allora ebbe un’illuminazione e scoppiò a ridere «Ahhhh! Sì, certo cara. La prendo non temere, potevi dirlo subito senza menare troppo il can per l’aia, però» flautò e poi le scompigliò i capelli con fare materno, scioccando la giovane agente che pensò che forse le mancasse una rotella.
Quindi trovò subito ciò che cercava: un biglietto da visita che era poggiato sul primo foglio stampato della relazione.
Mercoledì ore 8,30 am presso Maeci consolato italiano Park Avenue, New York.
Non sapendo come sbarazzarsene in fretta, ed essendo una donna pratica, lo strappò in tanti piccoli pezzi, poi se lo mise in bocca e ci bevve dietro mezza bottiglietta d’acqua, che aveva in borsa. Una volta inghiottito girò i tacchi e se ne andò.

*

«Bene, sembra che i nostri messaggi siano giunti a destinazione senza troppi problemi» disse l’uomo più anziano rivolto al più giovane.
«Sì, ma è solo un primissimo piccolo passo. Ora bisogna convincerli ad accettare la missione senza fare troppe domande» rispose l’altro.
«Tu sei un maestro nel motivare gli agenti. Rifila loro quella stronzata di offrire i loro cuori, e se stessi per la sicurezza della nazione. Il sacrificio di pochi per il bene di molti, eccetera, eccetera».
«Dimentichi che non sono reclute, non posso abbindolarli e soprattutto dimentichi chi sia Levi. Lui sarà l’osso più duro».
«Beh per questo conto su di te, quindi spremi quelle meningi e confeziona una bella e nobile motivazione che convinca questi soggetti a partecipare a questa missione suicida. Il mondo è in serio pericolo, non possiamo perdere tempo, diamine!».
L’uomo più giovane annuì con la testa, poi portando le braccia dietro la schiena, guardò fuori dalla finestra.
Sembrava facile a parole, ma quella era una missione che avrebbe decretato se l’umanità avesse potuto avere ancora un futuro oppure no. Aveva una sola settimana per preparare un piano, doveva davvero dare il meglio di sé.


I monologhi dell’autrice
I titoli di questa fanfic saranno quasi tutti ispirati a titoli di film, canzoni, anime, proverbi e non solo.
Se ce la faccio posto entro oggi altri tre capitoli, grazie e scusate ancora!
Grazie a te che hai a letto sin qua!

  
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