Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Abby_da_Edoras    06/04/2023    2 recensioni
Sono ritornata con la nuova parodia sull'ottava stagione del Trono di Spade e, ovviamente, la coppia più pazza e improbabile del mondo, ossia Theon e Ramsay. Questi due rimangono i miei personaggi preferiti e la mia OTP folle, però in questa parodia io modifico anche molte altre cose che riguardano il destino di vari personaggi e dei Sette Regni. Ed eccoci qua: dopo aver sconfitto gli Estranei, Theon decide di rimanere a combattere anche contro i Lannister e si schiera con Daenerys, come già ha fatto sua sorella Yara. Ramsay, volente o nolente, dovrà seguirlo nelle sue battaglie visto che ormai, anche se il suo unico neurone non lo capisce, si è perdutamente innamorato del giovane Greyjoy!
Buona lettura e spero che vi divertirete quanto mi diverto io a scrivere!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, autori e produttori della serie TV Game of Thrones.
Genere: Angst, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Daenerys Targaryen, Ramsay Bolton, Theon Greyjoy, Tyrion Lannister
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo decimo

 

Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)

Mi fiderò delle tue labbra che parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Trascorsero un paio di giorni, giusto il tempo per rimettere a posto la Sala del Trono (o almeno la parte di essa che non era andata distrutta…) perché Daenerys potesse sedere sul Trono di Spade e incoronare ufficialmente Sansa Stark come Regina del Nord. Era un giorno di grande aspettativa ed emozione per tutti, specialmente per gli Stark e anche per Theon… e Ramsay se ne accorse ben presto.

I due si erano separati per qualche minuto perché Ramsay aveva visto in prima fila Arya e Gendry che si tenevano per mano e, tutto soddisfatto, era andato a parlare con loro. A quanto sembrava, ormai si riteneva personalmente responsabile di ogni storia d’amore dei Sette Regni… buffo pensando a quando era famoso per scuoiare e tagliare a pezzi la gente, ma non è bello come le persone possano cambiare?

“Allora, a quanto pare avete trovato il modo di fare pace” disse ai due giovani, non appena li raggiunse, col suo sorrisetto compiaciuto di chi sembra dire Se non ci fossi stato io non avreste mai risolto niente. “Cosa avete deciso? Vi sposerete?”

Arya guardò Gendry con un sorriso da birbante e il ragazzo ricambiò il sorriso.

“Per adesso no, e non diventeremo neanche Lord e Lady di Capo Tempesta. Il titolo resta mio, come figlio naturale di Robert Baratheon” e qui Ramsay apprezzò non poco la delicatezza di Gendry, che aveva trovato un modo più gentile per definire i bastardi come loro due, “ma ho detto alla Regina Daenerys che, al momento, non voglio rimanere fermo in un posto e fare il castellano. Con il suo permesso, ho affidato la reggenza della fortezza al giovane Rickon, il fratello minore di Arya, e io e lei invece partiremo per esplorare le Terre sconosciute dell’Ovest.”

“La Regina sta facendo allestire una flotta per noi e partiremo subito dopo l’incoronazione di Sansa” spiegò Arya. “Magari torneremo, prima o poi, quando saremo vecchi e stanchi di viaggiare, tanto Capo Tempesta non scappa!”

“In quanto al matrimonio, per adesso Arya e io abbiamo deciso di aspettare, magari chissà, troveremo un rito sponsale che ci attira particolarmente proprio in questi luoghi sconosciuti e allora ci sposeremo là” concluse Gendry, che sembrava molto felice. “Ad ogni modo quello che conta è stare insieme, non importa dove e come, quando ci si ama davvero.”

Ramsay strinse la mano ad entrambi e li lasciò a godersi la cerimonia e le prospettive luminose del loro futuro d’avventura e d’amore.

“Gendry ha detto delle cose molto giuste” disse poi Ramsay tra sé e il suo neurone solitario mentre tornava verso Theon. La gente lo sentiva parlare da solo, ma ormai nessuno si stupiva più delle follie di quel ragazzotto, bastava che non tagliasse qualcuno… “Certo, però, che se non ci fossi stato io a dirgli di non fare il cretino e di correre dietro alla sua Arya per dirle che amava lei e non Capo Tempesta o il titolo di Lord, a quest’ora chissà come sarebbe finita? Ah, meno male che almeno ci sono io ad insegnare alla gente a ragionare!”

Oddio, detto da lui era una specie di eresia, ma tant’è…

“Però alla fine ha dimostrato di essere un bravo ragazzo, mi è piaciuto quello che ha detto sul fatto che non importa dove siamo o come quando accanto abbiamo la persona che amiamo e…” e mentre rifletteva su questo alzò gli occhi per guardare Theon (ovviamente, parlando di persona amata non aveva potuto farne a meno, sebbene il suo obnubilamento mentale non gli permettesse di capirlo) e si fermò di botto vedendolo ammirare incantato Sansa che si avviava verso Daenerys per ricevere la corona del Nord dalle sue mani.

Improvvisamente fu come se le mura rimaste in piedi della Fortezza Rossa gli crollassero definitivamente in testa. Quello sguardo… ecco, lui aveva sempre sospettato che Theon provasse qualcosa per Sansa e, ora poi che era Regina del Nord, sposarla avrebbe significato anche diventare Principe consorte, Lord di Grande Inverno e tante altre cose che Theon aveva sempre desiderato. Del resto, non era per quello che aveva fatto quella cazzata anni prima cercando di conquistare la Fortezza e facendo la figura dell’inetto coglione che era? Ancora una volta devastato dalla tristezza e dalla gelosia, Ramsay pensò che, forse, non avrebbe dovuto lasciarsi indebolire dall’attrazione per lui e tagliarlo a striscioline sottili quando era ancora suo prigioniero, come faceva con gli altri, oppure, ancora meglio, andare adesso lì da lui, tagliargli le mani e i piedi e offrirli alla Regina Daenerys come pegno del suo affetto e della sua fedeltà…

Eppure, stranamente, questi pensieri non lo facevano sentire meglio, non lo entusiasmavano e il tarlo doloroso della gelosia continuava a scavargli nel cuore.

Assurdo, vero?

Sballottato tra due sentimenti opposti, rabbia e disperazione, Ramsay riprese a camminare verso Theon, senza sapere bene cosa avrebbe fatto una volta arrivato accanto a lui, ma tanto si era reso conto che tagliargli qualche altro dito o arto non lo avrebbe reso più felice, anche se Theon se lo sarebbe meritato, e quindi…

Fortunatamente per Theon, questo confronto drammatico non ebbe luogo perché, proprio mentre Ramsay era ormai a pochi passi dal giovane Greyjoy, si udirono delle voci concitate, una guardia degli Immacolati si precipitò verso il Trono di Spade mentre Verme Grigio si metteva in posa da combattimento e richiamava le guardie personali di Daenerys.

“Mia Regina, abbiamo cercato di fermarlo, ma lui ha tramortito due soldati e poi…” disse la guardia, e in quel momento Jaime Lannister fece il suo ingresso nella Sala del Trono, scuro in volto, con due occhi da far paura, ma… dopo un iniziale e comprensibile momento di smarrimento e terrore, ben presto si capì che l’uomo non era venuto giù dalla Barriera per cercare di riprendere il Trono di Spade per i Lannister o per vendicare la morte di Cersei e il tradimento di Tyrion.

No, non esattamente.

“Dov’è quel maledetto bastardo? Dov’è quel cane rognoso che si è permesso di mandarmi una lettera piena di ingiurie e di minacciarmi?” esclamò, saettando tutt’intorno occhiate da far spavento. “Dov’è quel folle capace solo di insultare e mancare di rispetto alle persone più degne di lui? Che venga qui e mi ripeta in faccia quello che ha scritto in questa vergognosa missiva!”

“Ehm, credo che ce l’abbia con te” mormorò Theon, avvicinandosi a Ramsay.

E qui bisogna concedere al giovane Bolton l’onore delle armi! Insomma, chiunque altro si sarebbe terrorizzato nel vedere lo Sterminatore di Re in persona entrare in una sala e chiedere a gran voce la sua presenza per un duello o qualcosa del genere. Ramsay, invece, non fece una piega, anzi. Con il suo solito sorrisetto a presa di culo, si staccò da Theon e si avviò tranquillamente verso Jaime, mentre tutti avevano ritenuto opportuno allontanarsi da lui che, va bene, non ce l’aveva con loro, ma vai a sapere…

“Ah, sei venuto, proprio come ti avevo ordinato nella lettera, mio grandissimo Lord Coglione di Lannister” disse, lasciando a bocca aperta tutti i presenti, compreso appunto il Lord Coglio… ehm, Jaime Lannister in persona. “Hai fatto bene, altrimenti avresti dovuto farti forgiare una seconda mano d’oro. Vuoi che ripeta quello che ti ho scritto davanti a tutti? Beh, ora non credo di ricordare esattamente tutto a memoria, a volte mi capita che la mia mente sia poco lucida, però immagino di riuscire a ricostruire il senso. Anzi, mi fa piacere che tutti i presenti, compresa Sua Maestà la Regina, sappiano che grandissima testa di cazzo sei. Ti ho scritto quella lettera proprio perché mi sembrava un’immensa idiozia aver lasciato una donna coraggiosa, leale e intelligente come Brienne di Tarth solo perché non te la sentivi di venire a combattere contro quella grandissima puttana di tua sorella, che già era uno schifo che se la facesse con il fratello, ma questo non lo posso dire perché lo fanno anche i Targaryen, anche se la nostra Regina no. Comunque ora che quel gran troione è morto bruciato dai Draghi o qualcosa del genere, magari riprenderai a ragionare come si conviene, che tanto, che ti credi, quella zoccola si è sbattuta mezza Guardia Reale quando tu non c’eri e anche quel cinghiale patetico e imbecille dello zio di Theon, Euron Greyjoy!”

Jaime Lannister rimase così allibito dalla sfacciataggine e dalla temerarietà di Ramsay che, in effetti, era andato davanti a lui a ripetergli più o meno quello che aveva scritto nella lettera, che per alcuni secondi non riuscì neanche a respirare, a muoversi o a fare alcunché.

Tutti nella Sala del Trono erano impietriti, salvo… Brienne, appunto.

“Oh, Lord Bolton, davvero hai fatto questo per me?” disse, commossa. In quel momento era al fianco di Sansa, che era stata appena incoronata Regina del Nord, e di certo non si sarebbe mai aspettata il ritorno di Jaime. “Perdonami, mia Signora, posso chiederti il permesso di raggiungere il Lord di Lannister?”

“Vai pure, Brienne” rispose Sansa. La donna non se lo fece ripetere due volte e si precipitò verso l’uomo che amava e che, forse, era davvero ritornato da lei.

“Jaime, non so se tu sei qui solo per vendicarti di ciò che il giovane Lord Bolton ha scritto in quella lettera o se… se forse sei stato spinto anche dal desiderio di sapere se stessi bene, se fossi sopravvissuta alla battaglia…” gli disse quando fu davanti a lui.

Jaime era ancora comprensibilmente scosso. Una parte di lui avrebbe voluto afferrare Ramsay su due piedi e tagliargli la testa, anche se avrebbe dovuto usare la mano sinistra, ma magari sarebbe stato anche meglio perché così lo avrebbe ferito e gli avrebbe fatto male più a lungo… ma una parte, ritrovandosi davanti Brienne che lo guardava con un sorriso luminoso e gli occhi pieni di gioia e aspettativa, sentì che pian piano la rabbia sbolliva e che ben altri sentimenti stavano prendendo il suo posto.

“Brienne, io… io… lo so, non merito il tuo perdono!” esclamò, lasciando che fossero i sentimenti più nobili e puri a parlare. “Ti ho abbandonata prima della partenza per Approdo del Re, ti ho detto che non volevo combattere contro mia sorella ma neanche al suo fianco e che avrei atteso l’esito della battaglia alla Barriera, ma… ma una parte di quello che dice la lettera è vero, credevo di amare ancora lei, ero quasi convinto che sarebbe stata sconfitta e avevo deciso di restare alla Barriera e di prendere il nero perché ero convinto che non avrei mai potuto superare la perdita di Cersei e che non avrei amato mai più un’altra donna. E ora che sono qui e tu sei davanti a me mi rendo conto che… che…”

Cadde in ginocchio, sopraffatto. Era vero che i suoi sentimenti per Cersei erano stati forti e autentici e che adesso soffriva per la sua morte, ma era anche vero che il ricordo di Cersei era più forte quando non c’era Brienne a guardarlo così, quando non gli era così vicina. In quel momento la sua mente e il suo cuore furono invasi da altri ricordi, non più quelli che lo legavano a Cersei, ma tutti quelli che ripercorrevano il suo rapporto con Brienne. Il modo in cui si erano attaccati e battibeccati fin dal primo giorno, il viaggio verso Approdo del Re, l’aggressione e il rapimento da parte dei Guitti Sanguinari (tra l’altro, uomini di Roose Bolton… non è divertente, a volte, la vita?), la prigionia dolorosa a Harrenhal che gli aveva fatto capire quanto la donna valesse, le infinite volte in cui si erano salvati e protetti l’un l’altra fino a maturare un sentimento sempre più forte, un amore vero, l’emozione di entrambi quando lui l’aveva nominata Cavaliere e la loro prima notte insieme… l’onda emotiva nel rivivere questi momenti finì per far svanire la figura di Cersei dalla mente e dal cuore di Jaime, mentre la rabbia veniva sostituita dalla vergogna per ciò che aveva fatto a Brienne, l’unica che lo avesse amato e accettato veramente, l’unica degna del suo amore ma che lui aveva tradito e abbandonato, come sempre aveva fatto con le persone davvero importanti della sua vita.

“Solo adesso capisco quanto male ti ho fatto e che io… che io…” mormorò, vinto dal dolore, dall’amore, dalla mortificazione, senza riuscire a finire quello che voleva dire perché nessuna parola sarebbe stata abbastanza per ottenere il perdono di Brienne.

“Che tu sei un grandissimo coglione proprio come ti ho scritto nella lettera, appunto, perché hai offeso questa donna meravigliosa che è pronta a perdonarti e riabbracciarti invece di prenderti a calci nelle palle come farei io” terminò per lui Ramsay.

Qualche risatina soffocata si fece udire in mezzo ai tanti presenti nella Sala del Trono. Sansa e Daenerys erano entrambe sbalordite e si chiedevano come sarebbe finita, mentre Tyrion non sapeva se preoccuparsi o ridere, visto che il fratello aveva trovato finalmente qualcuno che non gliele mandava a dire! In quel momento la stima di Tyrion per Ramsay aumentò, del resto lui stesso era l’unico (prima del giovane Bolton) a non temere Jaime e a dirgli sempre le cose in faccia, ma lui era suo fratello e sapeva che Jaime in fondo lo amava e lo apprezzava perché era sincero con lui. Ramsay, invece… come sarebbe andata a finire adesso?

E, mentre tutti osservavano e trattenevano il fiato, Jaime alzò lo sguardo verso Brienne, restando ancora in ginocchio davanti a lei.

“È vero quello che ha detto questo pazzoide? Tu saresti… veramente disposta a perdonarmi e riaccogliermi dopo tutto ciò che ti ho fatto?” chiese, pieno di vergogna.

Brienne non rispose a parole, ma si inginocchiò anche lei e lo prese tra le braccia, stringendolo forte a sé. Aveva temuto per così tanto tempo che non lo avrebbe mai più rivisto…

“Brienne, ti amo, ti amo come non sapevo neanche si potesse amare. Il tuo perdono è l’unica cosa che desidero” mormorò l’uomo, stringendola anche lui.

“Non c’è niente da perdonare, tu sei qui” rispose Brienne. “E anch’io ti amo.”

Un bacio lunghissimo e appassionato chiuse la questione una volta per tutte, mentre tutti i presenti applaudivano felici ed emozionati e anche Daenerys e Sansa sorridevano, battevano le mani e parevano commosse. Tyrion, poi, sembrava il più contento di tutti: aveva perduto una sorella folle, ma aveva ritrovato suo fratello e da quel momento sarebbero stati insieme, finalmente uniti come una vera famiglia.

Quando Jaime e Brienne si staccarono dal loro bacio e ripresero consapevolezza del luogo in cui si trovavano, parvero un po’ imbarazzati.

“Mio Lord di Lannister, sei disposto a giurare fedeltà alla tua nuova Regina? Sappi che già tuo fratello e la donna per la quale sei tornato sono miei affezionati consiglieri” disse Daenerys, per spezzare la tensione e il disagio. “Sarei onorata di avere anche te nella mia Guardia Personale, al fianco della valorosa e leale Brienne di Tarth.”

Jaime prese per mano Brienne e si avviò verso il Trono di Spade, chinando leggermente il capo davanti a Daenerys. Sì, per Brienne e per la pace avrebbe giurato fedeltà, ma non intendeva umiliarsi troppo di fronte a colei che, tutto sommato, aveva sconfitto la sua famiglia e ucciso Cersei.

“Giuro di esserti fedele e leale, Regina Daenerys, ma il mio desiderio non è restare ad Approdo del Re” disse. “Ora che ho capito, finalmente, chi conti davvero nella mia vita, voglio solo tornare a Castel Granito, di cui sono l’erede, sposare Brienne, se lei mi accetterà, e vivere in pace al suo fianco.”

 “Così sarà, allora” rispose Daenerys, con un sorriso. “Ad una sola condizione, però: che le vostre nozze siano celebrate qui, ad Approdo del Re, perché tutti noi possiamo partecipare alla vostra unione e augurarvi tanta felicità.”

Altri applausi risuonarono per la Sala del Trono. Ramsay sorrideva compiaciuto e soddisfattissimo di sé, convinto ancora una volta di essere l’unico e il solo artefice di questo lieto fine… e forse, in parte, aveva anche ragione di pensarlo!

Passandogli accanto, sempre tenendo stretta la mano di Brienne, Jaime si chinò verso di lui.

“Dovrei ammazzarti, lo sai? Per come hai insultato me e mia sorella e anche perché, ora che ci penso, i Guitti Sanguinari che mi hanno tagliato la mano erano uomini di tuo padre” gli disse in un sussurro a metà tra il minaccioso e il divertito.

“Beh, dev’essere una cosa di famiglia, allora. Peccato che quella scena me la sono persa, all’epoca, ma forse è stato meglio così, no? Anche nel tuo caso hai avuto bisogno di perdere una parte di te per ritornare alla ragione, come è successo a Theon” replicò Ramsay senza scomporsi. “Mi sembra sempre di più che le persone siano come le piante: più le poti e più crescono bene!”

Jaime lo fissò allibito, poi si strinse nelle spalle. Va bene, quel ragazzo era un folle, ma alla fine gli aveva davvero fatto un enorme favore…

“Tuttavia perdonerò la tua arroganza, perché a quanto pare lo hai fatto a fin di bene, perché tenevi alla felicità di Brienne” riprese, “e perché in fondo avevi ragione, sarei stato un pazzo a perdere l’unica donna che potrà rendere felice la mia vita.”

Ramsay li guardò allontanarsi. In quel momento si sentiva davvero contento di sé, ma ora che tutta l’emozione stava svanendo iniziava anche a ripensare a Theon, a come lo aveva visto guardare Sansa e al dolore che gli aveva fatto provare.

Non fece in tempo a dire o fare niente, però, perché Theon giunse improvvisamente al suo fianco e, afferrandolo per un braccio, lo portò fuori dalla Sala del Trono. Non sapeva dell’assurda gelosia del suo sciroccato compagno, ma averlo visto affrontare con tanta incoscienza e sfacciataggine un tipo come Jaime Lannister gli aveva risvegliato certe voglie sotto la cintura e non aveva intenzione di aspettare il momento di andare a dormire! Si infilò con Ramsay nella prima stanza non del tutto distrutta e vuota che trovò nella Fortezza Rossa e, senza tanti complimenti, lo spinse su un divano impolverato e bruciacchiato e lo prese più e più volte, sempre più convinto che la sua vita al fianco di Ramsay sarebbe stata molto eccitante.

E il giovane Bolton, travolto dalla passione improvvisa di Theon e completamente perso nel suo abbraccio, dimenticò Sansa Stark, la gelosia e i brutti pensieri e lasciò che il suo unico neurone partisse per galassie lontane, felice semplicemente di avere Theon con sé perché tutto il resto non contava più.

Fine capitolo decimo

 

 

 

   
 
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