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Autore: Farkas    22/04/2023    1 recensioni
Mi rifiuto di credere, che il pantheon egizio e quello greco-romano non abbiano mai avuto alcun contatto.
Ormai sappiamo per certo che le avventure dei fratelli Kane, e quelle di Percy e dei suoi amici si svolgono nello stesso universo, ma zio Rick non ci ha ancora mostrato alcun contatto tra i due gruppi di divinità, anche se Thoth in "La Piramide Rossa" ha lasciato intendere di conoscere Ermes. Da qui nasce questa raccolta che vedrà confrontarsi i nostri immortali.
Vi ho incuriosito? Leggete la mia seconda fanfiction in questa sezione allora e se vi va recensitela. (Forse l'introduzione non è il massimo, ma la storia è meglio... o almeno lo spero!).
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Dei Minori, Gli Dèi
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Diversi ma uguali

Capitolo 18: Un incontro dovuto a un incontro

 
Atena aveva seguito lo scontro tra Annabeth, l’occhio di Iside e Serapide, ma per paura che il dio tolemaico assorbisse la sua energia non aveva voluto intervenire in alcun modo, se non ridando i poteri al berretto della figlia. Una volta che le due bionde se n’erano andate, la dea si era recata a Rockaway Beach per indagare.
Chi aveva destato Serapide e soprattutto perché? Che si poteva guadagnare dal rimettere in libertà una minaccia del genere? Era davvero una fortuna che fosse stato sconfitto immediatamente. Ricordava benissimo quando tutti loro e gli dei egizi erano stati depotenziati, a causa di quanto Tolomeo avesse promosso il culto del dio, nel tentativo di unire le culture che dominava. Un tentativo non molto ben riuscito oltretutto: nell’epoca attuale, l’integrazione culturale veniva vista perlopiù come una cosa positiva, ma nel quarto secolo avanti Cristo, le cose erano ben diverse.
Sia pure a denti stretti, la figlia di Zeus doveva ammettere che Tolomeo I non era stato un cattivo sovrano: bastava ricordare che il faro e la biblioteca di Alessandria erano sorti sotto il suo regno. Ma la sua presunzione e il tentativo di divinizzarsi, alla fine avevano perduto lui e la sua dinastia.
- “La presunzione può gonfiare un uomo, ma non lo farà mai volare” *… quanto avevi ragione figliolo- sospirò Atena, mentre continuava le sue indagini.
Certo, malgrado tutto era stato un peccato che un insieme di conoscenza come quello della biblioteca di Alessandria fosse stato distrutto per sempre e sarebbe stato bello ricostruirne una versione moderna, ma il prezzo da sarebbe stato semplicemente troppo alto. Nemmeno un tale insieme di conoscenze, valeva la consumazione di due pantheon da parte di Serapide. E poi in un mondo in cui la conoscenza era a portata di click, forse la perdita in qualche modo era stata colmata…
Presa da quelle riflessioni la figlia di Metis non notò il nibbio che voleva intorno alla zona, esaminando i residui di potere magico. L’uccello invece la vide e la chiamò. Sebbene la dea non sentisse quella voce da secoli, la sua eccellente memoria la identificò all’istante.
 
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Quando aveva percepito Serapide, Iside era rimasta raggelata. Com’era possibile che fosse tornato? Al crollo della dinastia tolemaica il suo culto, aveva perso importanza, ma aveva resistito fino al quarto secolo dopo Cristo. Quando Teodosio aveva vietato i culti pagani, c’era stato un unico lato positivo: non essendo entrato nell’immaginario collettivo, Serapide aveva perso il poco potere rimastogli ed era caduto in un sonno profondo. Iside ne era stata felicissima. Quel deucolo minore, quando era stato scelto da Tolomeo per unire le culture, aveva guadagnato spocchia quanto potere. Iside era rimasta oltraggiata, quando aveva iniziato a farle la corte e inferocita quando aveva assorbito il potere di Osiride, ma alla fine anche Horus non aveva più potuto proteggerla e lei aveva dovuto rassegnarsi a sposare quell’arrivista.
Sadie non avrebbe gradito la sua assenza durante lo scontro, ma non gli importava: non si sarebbe mai riavvicinata a Serapide, potendo evitarlo. Tuttavia, voleva indagare per scoprire chi lo avesse risvegliato, e soprattutto assicurarsi che fosse stato davvero distrutto. Mentre si avvicinava al luogo dello scontro, vide una donna in tuta da ginnastica, con lunghi capelli neri e la riconobbe subito. Sarebbe stata un valido aiuto per le sue indagini.
 
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-Immagino che siamo qui per lo stesso motivo- dichiarò Atena.
-La ricomparsa di Serapide. Terribile vero? -.
La greca annuì: -Il faro avrebbe attirato gli dei e Serapide ne avrebbe assorbito essenza e potere-.
-Già e poi quell’odioso parvenu, mi avrebbe costretto di nuovo a essere la sua sposa… meno male che il mio occhio e quella tua figlia se ne sono occupate! Serapide non è mai stato il mio ideale di marito. Preparava un salab disgustoso, tanto per cominciare e poi si vantava di continuo di essere il protettore di Alessandria. “La più grande città mai esistita e che esisterà mai”. Be’ è stata superata da un bel pezzo, e io ero certa che sarebbe successo. Ho visto ascesa e declino di tutte le grandi città dell’Egitto, ma figurati se quello stupido mi ascoltava. Pensava che la gloria di Alessandria sarebbe stata eterna perché era la sua città. Osiride era tutta un’altra cosa… ahh…-.
“Oh, per tutti gli dei, eccola che ricomincia. E dire che a volte penso che Freya sia ossessionata da Odur! Inaudito! Qui si è sfiorata la tragedia, ancora non sappiamo cosa l’abbia provocata e lei si preoccupa solo di se stessa. Ah, l’egocentrismo di certe dee”.
-E meno male che i romani lo hanno dimenticato in fretta, permettendomi di liberarmi di lui… uno dei motivi per cui mi sono sempre stati simpatici-.
A quella frase Atena lanciò un’occhiataccia a Iside, che alzò gli occhi al cielo: -Che c’è? Non dirmi che sei ancora arrabbiata per come sono stata popolare a Roma! Perfino Cerere non se l’è mai presa tanto, e il mio culto ha inglobato elementi del suo*! -.
Come sempre quando si toccava quel tasto Minerva prese il sopravvento. Malgrado la riconsegna del Atena Partenons, sia lei che Atena avevano ancora il dente un po’ avvelenato con i romani.
-Ma ti rendi conto che io una delle dee più importanti in Grecia, sono stata considerata l’ultima ruota del carro per millenni? Tutte le altre dee mi sono passate davanti, tu, Venere, Giunone… perfino Bellona! Bellona una dea minore! -.
“Ed ecco che ricomincia… dovrebbe proprio prendere esempio da Thot: d’accordo non ha fatto i salti di gioia dopo che i greci lo hanno assimilato ad Ermes e hanno rinominato Khemno, Ermepolis, ma almeno non inizia a parlarne ogni volta che qualcuno cita la Grecia!” pensò sconsolata Iside, mentre la tiritera di Minerva continuava.
“Entrambi i nostri pantheon hanno corso un grave pericolo, ancora non sappiamo perché e lei si lamenta di cose accadute millenni fa. Ah, l’egocentrismo di certe dee”.
-Va bene, ora mettiamoci al lavoro- sbuffò la madre di Horus interrompendo la collega, per poi cominciare a mormorare parole in antico egizio.
-Setne. È stato lui- mormorò. – Lo sospettavo, ma dovevo esserne certa-.
-Quel maledetto fantasma, è ancora in circolazione quindi- commentò Minerva. -Ha combinato un bel po’ di guai durante la storia-.
-Sì, lo so. Be’ avvertirò mio marito che è necessario intensificare le sue ricerche. Se è sta cercando di ibridare la magia egizia e quella greco-romana, deve avere piani ben precisi in mente-.
-Bene. Dirò agli altri olimpici di stare in guardia. Comunque, la versione tolemaica del tuo culto, ha contribuito a…-.
-Scusa, ora devo proprio andare. Non c’è tempo da perdere, Setne potrebbe ricominciare subito a complottare- la stoppò il nibbio, prima di volare via.
Quando mesi dopo emerse la verità sul Triumvirato, Minerva si ripromise di raccontare a Iside che ne era stato di quelli che tanto si erano prodigati per accoglierla nel pantheon romano. Dopo averle ricordato per filo e per segno, quanto la versione tolemaica del suo culto avesse contribuito all’ascesa di Serapide, ovviamente.
 
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Esopo scrisse che dopo aver fabbricato gli uomini Prometeo mise sulle loro spalle due bisacce: quella davanti piena dei difetti altrui, quella dietro piena dei propri. Per questo tutti vedono le mancanze degli altri e mai le proprie. Nessuno tuttavia ha mai spiegato chi abbia messo allo stesso modo quelle sulle spalle degli dei.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Frase di John Ruskin (1819-1900) poeta, pittore, storico, critico d'arte inglese, la cui interpretazione dell'arte e dell'architettura influenzò fortemente l'estetica vittoriana ed edoardiana. Fu anche il primo professore di arte di Oxford, quindi ho pensato che potesse essere inquadrato come figlio di Atena nel Riondanverse.
 
  • I romani tendevano a inglobare gli dei delle popolazioni sconfitte nel loro pantheon e Iside ebbe un gran successo fra loro, tanto che nel secondo secolo D.C. Roma divenne il centro del culto della dea. Commodo, Nerone e Caligola furono tra gli imperatori che approvarono e sostennero questo culto facendo anche costruire dei templi in onore di Iside (tuttavia si può dire lo stesso anche di imperatori e atri leader decenti).
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
E rieccoci qui. Iside e Atena/Minerva erano già comparse, ma avendo diversi attributi, certi dei compariranno più di una volta come è già stato per Artemide. Anche Iside è dea della saggezza, perciò un incontro con la mamma di Annabeth ci doveva stare.
Mi pareva azzeccato ambientare il capitolo dopo il crossover ufficiale come ho fatto con Poseidone e Sobek, in più avendo finalmente letto Le Sfide di Apollo ho voluto fare riferimento anche a quella saga ed è possibile che nei capitoli futuri ce ne siano altri.
Ci terrei a ringraziare fenris che malgrado la mia lunga assenza e che dall’ultimo aggiornamento ad adesso, si è fatto risentire sullo scorso capitolo e anche Dahyss che ha recensito i primi quattro capitoli. Non sono molto convinto di questo capitolo sinceramente, ma spero vi piaccia comunque.
Alla prossima!
  
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