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Autore: susiguci    23/04/2023    2 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Capitolo XIII

 

A very lucky man












 

Erano passate diverse settimane e finalmente la sessione di esami lunga cinque giorni era finita. Ora si trattava di aspettare gli esiti e cioè quei primi voti così importanti. Fino all'epifania avevano il tempo di riposarsi. Tutti tranne Merlin che continuava a lavorare, anche se con il cuore più leggero, perché sapeva di avere fatto il massimo per quegli esami e cominciava ad apprezzare il semplice piacere del dovere compiuto. In fondo tutto quello studio era servito in parte a distoglierlo dal lugubre pensiero di Oswald.

 

Ormai il ritrovo serale d'abitudine era diventato il bar di Merlin. Gli amici cercavano di non disturbarlo e si mettevano seduti intorno a un tavolino dove bevevano, parlavano e si passavano le serate. C'erano spesso tutti poichè non dovendo andare all'università potevano fare tardi. Anche Lance, Leon e la sua ragazza si univano al gruppetto. Eira ogni tanto s'aggiungeva al gruppo e altre volte no. E quando non c'era, la maggior parte del gruppo era intimamente contenta. Percival compreso perché aveva legato molto con Gwaine. Nessuno avrebbe mai detto niente a Gwaine, ma la presenza di Eira spegneva gli entusiasmi generali e toglieva un po' di spontaneità al gruppo.


A Merlin dispiaceva di non poter fare parte del gruppo, ma era anche contento: i suoi amici andavano lì per lui e anche il gestore era contento di avere questo nuovo gruppo di giovani che consumavano tanto e non facevano neanche troppo casino.

 

Fu una di quelle sere, che si misero d'accordo di vedersi durante le feste natalizie.

A Natale ognuno sarebbe rimasto con le proprie famiglie, come da tradizione. Qualcuno sarebbe partito la prima settimana di gennaio per la settimana bianca ma riuscirono a organizzarsi a casa di Morgana per l'ultimo dell'anno. 

 

Solo Percival era in dubbio. "Non posso decidere prima di aver sentito che cosa ne pensa Merlin. A me piacerebbe, ma le ultime feste sono state una peggio dell'altra per lui. Voi non c'entrate, lo so bene. Ma può essere che Merlin non abbia voglia di partecipare a un'altra festa."

 

Morgana si alzò, si diresse verso il bancone e senza tanti fronzoli s'informò.

"Ehi, Merlin. La sera di San Silvestro, darò una piccola festa da me. Massimo sessanta persone. Pensaci e fammi sapere."

 

"Percival cos'ha detto?"

"Che devi decidere tu. Lui ovviamente verrà solo se verrai anche tu…"

"Non ci ho ancora pensato. Hai bisogno di saperlo subito?"

"No, però volevo che sapessi che ci saremo tutti"

"Grazie!"


Merlin rimandò la scelta a un altro momento più consono. Faceva fatica a prendere una decisione. Parlarne a quattr'occhi con Percival era l'unico modo per capire cosa fare.

Il pensiero di Oswald fece capolino nella sua mente ed ebbe un brivido di paura alla schiena.

 





 

Merlin corse fuori dall'università, pazzo di gioia. Lo seguivano correndo, Elyan e Percival. Anche loro con il volto che sprizzava felicità. Nel cortile della scuola, in mezzo ad un caos pazzesco di gente che andava e veniva, c'erano Gwen e Morgana con in mano un paio di bottiglie di champagne e dei bicchierini di carta. 

I ragazzi e le ragazze si fecero festa a vicenda. Erano poi stati raggiunti da Arthur e Gwaine che un passo molto più tranquillo si erano uniti agli altri.

 

Merlin aprì una bottiglia di champagne bagnandosi un po' e bevendo qualche sorso dalla bottiglia. Poi la passò a Percival che bevve e la passò ad Elyan che dopo aver bevuto, chiuse il collo della bottiglia con il pollice e la scosse forte spruzzando schiuma un po' su tutti, ragazze comprese.

Infine anche Arthur e Gwaine riuscirono a bere per poi finire anche loro a bagnare di nuovo tutti quanti. 

"No!" urlò Morgana "lo champagne macchia in modo quasi indelebile."

"E adesso puzzo come una cantina" brontolò Gwen. 

"Peccato però, tutto quello champagne sprecato" aggiunse la ragazza.

"Non preoccuparti! È uno champagne tarocco. Tanto va buttato quasi tutto…" bisbigliò Morgana ridacchiando. "Non si sono mica laureati…!"



 

Morgana si fece più indietro, aprì la seconda bottiglia e riempì due bicchierini, uno per sé e uno per Gwen, poi consegnò anche quella bottiglia ai ragazzi, perché ne facessero ciò che volevano.

"Scusa, Morgana, ma è lo champagne più schifoso che abbia mai bevuto" disse Arthur disgustato.

"No, caro! È che tu sei una fighetta!" al che alcuni tra loro scoppiarono a ridere.


"Merlin è stato il migliore del suo corso. Ha avuto un punteggio altissimo" disse Percival che non si teneva più. Merlin sorrideva, rosso in faccia come un gambero.

"È vero" disse Elyan. "Ma anche io e Percival siamo andati molto bene"

"E bravo il mio fratellino!" disse Gwen felice. "Chi l'avrebbe detto che tra un sito osè e l'altro avessi trovato il tempo per studiare!"

"A me risulta di non essere il solo ad apprezzare certi siti, vero Gwen?"

 

La ragazza diventò viola in un attimo. "Bevete il vostro champagne, che è meglio!"

 

"E tu Arthur? Non mi sembri troppo contento!" chiese Morgana.

"Sono passato e mi sta bene. Ma i voti alti li ho lasciati a loro" e con il mento indicò Merlin e gli altri due. "C'è qualcuno però che ha preso voti anche peggiori dei miei…" disse guardando l'amico dal lungo ciuffo.

Gwaine cercò di darsi un tono: "L'università è una noia. Danno ancora importanza al mero apprendimento e non favoriscono le attitudini dei singoli. Vogliono solo che ci uniformiamo ai medesimi standard qualitativi. La novità, la genialità fanno paura."

 

"Dai non fare il genio incompreso! Tanto sappiamo tutti che non studi un cavolo" lo derise Percival.


"Non è vero. Io uso un metodo di studio tutto mio, che non è stato ancora capito e apprezzato. Io sono troppo avanti per questa unouniversità!" disse convinto, senza convincere nessuno.






 

Alla fine Merlin e Percival avevano accettato l'invito per l'ultimo dell'anno a casa Pendragon dopo che

Merlin aveva passato  alcuni giorni di festa alternativamente con sua madre e Percival.




 

E arrivò anche la serata di Capodanno.

Quanti alcolici avevano bevuto! Persino Merlin! Gli invitati non erano più di sessanta e quindi l'atmosfera in una sala così ampia era incredibilmente tranquilla e piacevole. La cena era stata servita nell'ampio soggiorno di casa Pendragon, dove c'erano due caminetti accesi. Ad ogni tavolo vi erano candele e decorazioni rosse e oro. Al tavolo di Arthur erano in nove. Morgana pranzava in un altro tavolo con i suoi amici più cari. La cena fu splendida, spettacolare, per numero e qualità delle portate, ma la cosa migliore erano i vini: di altissima qualità, molto costosi, di quelli che per quanto ne bevi, non hai problemi di stomaco né di mal di testa il giorno dopo, ma comunque in grado di inebriarti a dovere.

 

Merlin continuava a guardare Percival. E non era il solo a guardarlo. 'Perché si era vestito così? Non era da lui.' si domandò Merlin. Non credeva che l'avrebbe mai visto con un look così audace. Un paio di pantaloni cargo neri elasticizzati che gli fasciavano le lunghe gambe e il posteriore sodo e una fluorescente camicia color bronzo aperta sul petto fin quasi all'ombelico. Non che non stesse benissimo, ma la riga tra i pettorali così in vista gli procurava molto più fastidio di quanto pensasse. Si trattava ovviamente della solita forma di gelosia.

 

Arthur era un perfetto padrone di casa. Era vestito in un modo completamente diverso da quello di tutti gli altri. Indossava una camicia chiara aderente e leggerissima. Sembrava di  riuscire a contargli le coste e i muscoli. Un paio di larghi pantaloni estivi con una fantasia tropicale dai magnifici colori completava il suo look Come facesse a non morire di freddo non lo capiva. Ovviamente era affascinante e originale come al solito.

 

Merlin inizialmente aveva optato per un look tranquillo: camicia rossa e pantaloni neri. Nulla di appariscente. Ma dopo aver visto Percival sfilò la camicia e infilò la maglia più nuova che possedeva. Una camiciola blu dal taglio moderno e morbido, completamente trasparente come era molto di moda nel jet set.

 

La più bella tra le donne manco a dirlo era Morgana. Indossava un lungo abito di velluto nero, fasciante con un vertiginoso spacco fino al fianco.

Gwen portava un mini abito di paillettes, argento, fucsia e verde che le donava molto.

Dopo la cena chi voleva poteva spostarsi nel garage per ballare o bere ancora.

A mezzanotte ci fu un brindisi e un mega scambio di baci abbracci e auguri. 

Poi per chi voleva c'erano le musiche da ballare più scatenate e tipiche del veglione.

Merlin doveva andare in bagno.

Con tutto quello che aveva bevuto non riusciva a resistere, ma al bagno di sotto c'era la fila. Si diresse al piano superiore cercando un altro bagno. Non poteva aspettare ed entrò. 

 

Una volta finito vide in un elegante cestino vicino al water, alcune riviste che attrassero la sua attenzione. 

C'erano degli album di foto.

Di Arthur. C'era un portfolio e vari composit, più diversi scatti durante alcune sfilate.

 

Quasi senza pensarci si sedette sulla vasca e sfogliò quelle pagine. 

C'era Arthur con cappotti favolosi, pantaloni particolarissimi, sciarpe e cappelli quanto meno eccentrici. In altre foto era in costume al mare, letteralmente da rimanerci secchi, pensò Merlin, sentendosi un po' in colpa per quell'invasione alla privacy altrui. Arthur aveva un fisico ancora meglio di quanto pensasse. In altre ancora Arthur era in abito da sera, elegantissimo, mollemente adagiato su un sofà, e con il fiocco al collo slacciato. Era passato un sacco di tempo senza che Merlin se ne accorgesse,  mentre lui si fermava ad ogni singola foto. L'ultimo composit era quello con le foto che preferiva. Arthur in quelle foto era molto naturale, non sembrava nemmeno truccato anche se Merlin sapeva che lo era. Erano tutte in primo piano, di fronte, di profilo, a tre quarti, imbronciato, serio, allegro, sorridente, malizioso. Non riusciva a staccare di dosso gli occhi da quelle foto e prima di andare via, fece una cosa poco equa. Tirò fuori il telefonino e fece qualche  scatto a quelle foto, poi rimise tutto a posto e uscì.


Erano ormai le tre del mattino, quando Merlin raggiunse gli altri, dopo essere stato assente per circa un'ora. Si mise di fronte al gruppo dei suoi amici, pur rimanendo seminascosto da una colonna.

 

Merlin prese un calice di spumante dal bancone e si guardò intorno. Arthur e Lance si trovavano al di là dell'enorme divano ad angolo, dove erano seduti Percival e i tre amici più cari di Merlin. Eira non si vedeva. E nemmeno Morgana, Leon ed Helena.

 

I quattro sul divano stavano ridendo. Merlin si sentiva davvero rilassato. Aveva bevuto veramente tanto e continuava a bere.

Anche gli altri probabilmente erano già per lo più ubriachi. Quel vino eccezionale dei Pendragon di alcool ne conteneva parecchio. Tra l'altro prima di cena, dopo aver visto i vestiti di Percival, oltre a cambiarsi  Merlin aveva preso un  Tavor. Sicuramente aveva sbagliato. Ma l'effetto suo malgrado, era meraviglioso. Amava la musica, amava le persone. 

Poi qualcuno sul quel divano aveva tirato fuori qualcosa da fumare. Strano: nessuno di loro aveva mai fumato sigarette prima di quel momento. Ma non erano sigarette. Erano canne, che si passavano l'un l'altro tranquillamente. Anche Arthur tirò fuori qualcosa anche lui, l'accese e da lontano a gesti gli fece capire se desiderasse fumare anche lui.

 

Merlin sorrise e fece un gesto con la mano che indicava chiaramente di no. 

Un po' gli dispiacque che Arthur fumasse erba e gliel'avesse chiesto. Ma era l'ultimo dell'anno. E si era stufato di fare il bacchettone anche per gli altri.

 

Lui in fondo stava abbastanza bene da riuscire a fregarsene. Se Merlin non fosse stato più che ebbro ci sarebbe rimasto sicuramente male. Forse non avrebbe detto niente agli amici. Ma vedere Percival prendere la canna da Gwaine, tirare e poi passarla a Gwen, gli aveva scatenato qualcosa di fastidioso, anche se non in modo così limpido.  Diversamente Percival non se la sarebbe cavata così a buon mercato.  

Merlin sapeva che non appena fosse stato di nuovo sobrio, ne avrebbero parlato e forse si sarebbero di nuovo arrabbiati. Ma non davanti agli altri e non in quel momento.

Anche su altri divani, su esempio di quello di Percival, fecero la loro comparsa erba e hascisc.

 

E forse fu perché aveva aspirato un po' di quel fumo che i colori a Merlin sembravano più brillanti e la stanza si muoveva dolcemente intorno a lui.

 

Quando Arthur si accorse dello sguardo di Merlin su di sé, si voltò verso di lui e gli fece un gran sorriso. Vedere Merlin rilassato e contento lo riempiva di gioia. Era in una situazione che normalmente lo avrebbe caricato il suo amico di un po' di ansia e invece sembrava così sereno. Merlin alzò il calice verso di lui e poi bevve come se quel brindisi fosse solo per Arthur. 

 

All'interno del calice Merlin intravide qualcosa, che stava succedendo davanti a lui. E quando spostò il vetro del bicchiere rimase immobile.

Di sicuro il vino gli stava giocando un brutto tiro. Gli cadde il calice di mano. Arthur seguì lo sguardo atterrito di Merlin e impallidì anche lui. Poi si catapultò verso l'altro, scavalcando le sedie che si trovavano in mezzo alla sala.

 

Merlin aveva già cominciato a camminare all'indietro incespicando in poltrone e piedi di altre persone ma Arthur lo raggiunse e lo fermò prendendolo per un braccio.

 

"Arthur lasciami!" urlava Merlin. Ma Arthur gli si mise davanti, cercando il suo sguardo mettendogli le mani sulle spalle.

Merlin sentiva le gambe tremare. Arthur era infinite volte più forte di lui.

 

"Allora … baciami!" disse Merlin con voce supplice. "Baciami qui davanti a tutti, ora, ti prego!"

"No. Così non voglio… e domani mi odieresti"

"Non ti odierò. Te lo giuro … Io l'ho fatto per te quella volta. Ricordi?" disse con voce malferma.

Arthur era affranto. Aveva immaginato così tante volte di baciare Merlin, ma c'erano sempre state parole dolci e un contesto romantico. Ma così, non aveva senso. Per sé,ma soprattutto per  Merlin. Tuttavia era vero che l'aveva baciato quella volta e solo per aiutarlo.

 

Era indeciso.

 

 "Ok. Vieni con me!"

Arthur era preoccupato. Merlin era sicuramente sull'orlo di un attacco di panico. Tremava come una foglia e aveva cominciato a respirare a bocca aperta. 

"Tra un attimo ti porto via!" mormorò all'orecchio di Merlin.

Quasi di peso lo trascinò fino al divano, e fece adagiare l'altro con il dorso appoggiato all'alto schienale. Arthur si ritrovò di fronte una situazione particolare: Gwen, furibonda e in lacrime, in piedi, che urlava contro non si sapeva chi. Percival che guardava Arthur e Merlin con gli occhi sbarrati e Gwaine con le mani tra i capelli. Elyan non si vedeva più. Quando fu sicuro che tutti lo stessero guardando, avvicinò il viso a quello di Merlin. Questi lo guardava negli occhi, prostrato dal dolore ma deciso come non mai e abbracciò Arthur, che ricambiò l'abbraccio.

Merlin si fece indietro con la testa, schiuse le labbra attendendo che l'altro lo baciasse. "Dai, Arthur…" Questi strinse gli occhi, e all'improvviso se lo caricò addosso. Arthur aveva messo un braccio dietro le ginocchia di Merlin e l'altro a sorreggergli la schiena.

 

Quando Merlin si accorse che Arthur non si sarebbe prestato a quel gioco: "No!" urlò, dandogli anche un paio di pugni frustrati sul petto.

 

Arthur si mosse veloce e fece appena in tempo a vedere tre paia di occhi fuoriuscire dalle rispettive orbite oculari. 

 

Trasportò Merlin fuori di lì, nella sua stanza. Lo fece prima stendere sul letto, poi cambiò idea. Da sdraiati forse la respirazione era più difficoltosa e lo fece sedere  sulla sedia del computer. Poi chiuse la porta a chiave. L'ultima cosa che voleva vedere erano loro

 

Merlin tirò fuori qualcosa dalla tasca ma le mani gli tremavano talmente tanto che l'inalatore gli cadde per terra. Merlin cominciò a respirare come se stesse soffocando con dei rantoli inquietanti. Anche le mani di Arthur cominciare a tremare e con fatica lo aiutò a mettere il boccaglio poi premette forte il pulsante dell'inalatore. Merlin gli fece un cenno con la testa come per dirgli di farlo ancora. E Arthur premette il tasto finché Merlin non scosse la testa per fermarlo.

 

"Il bagno…" soffiò Merlin e

Arthur lo accompagnò nel suo bagno, adiacente alla sua camera ma Merlin lo fece uscire. "Vai via…"

 

"Ok. Ma non ti chiudere a chiave. Non entrerò…"

 

Merlin diede di stomaco. Vomitò tutto ciò che aveva bevuto e mangiato. E a ogni conato sentiva la voce di Arthur da fuori "Posso entrare, ora?"

 

"No!" 

 

Con la testa che sembrava esplodergli per il dolore, la gola in fiamme e lo stomaco ormai vuoto, ora Merlin ebbe un attimo per pensare a cosa aveva visto.

Percival e Gwaine che si baciavano sulla bocca, di fronte a lui, di fronte a tutti. Merlin pensò che forse non l'avevano visto, seminascosto com'era dalla colonna. Ma tanti non cambiava niente. 

 

Poteva immaginare qualcosa di più assurdo e doloroso? Non riusciva neanche a piangere. 

 

Uscì barcollando dal bagno e trovò Arthur al telefono, che quando riattaccò, gli spiegò che aveva chiamato il pronto soccorso. 

"Saranno qui tra 10 minuti. Vuoi sdraiarti un attimo?"

Merlin si sdraiò e disse solo. "Non dovevi chiamarli. Ora chissà quanto mi tratterranno…"

 

"Questo attacco è stato molto peggio dell'altro. Io non sapevo cosa fare!"

"Mi hai aiutato… Non potevi fare di più"

 

Arthur si alzò e andò a sdraiarsi dall'altra parte del letto. Gli mise una mano su un avambraccio con fare amichevole.

 

"Posso avvertire qualcuno?"

"No, grazie. Mia madre la chiamo direttamente io dall'ospedale. Se sentisse la tua voce anziché la mia le verrebbe un colpo"

 

"Vuoi parlarne?"

"No! Ma se rimani qui con me fino all'arrivo dell'ambulanza te ne sarei grato."

 

"Sei arrabbiato con me?" mormorò Arthur con cautela.

Merlin scosse la testa.

"Prima sì, ma adesso penso che tu abbia fatto bene!"

 

"Perché volevi che ti baciassi?"

"Per vendetta … è ovvio. Volevo rendere a Percival una parte del dolore che ho provato io. Ma è stato meglio così. Che dolore vuoi che avrebbe  provato, se non gli importa più niente di me?"

 

"Questo non lo sai. Magari lui non c'entra. Ci hai pensato?"

"No, non voglio pensarci. Se penso a … Gwaine, mi fa anche più male."

"Credevo fosse etero…"

"Anch'io…"

 

"Ti vedo stranamente calmo e non so se sia un bene."

"Non lo so. Credo di non essere riuscito ancora a realizzare la situazione. Mi sembra solo un brutto sogno."

 

Arthur si spostò più vicino a Merlin, ma non a contatto diretto e senza abbracciarlo. 

Sapeva che Merlin prima o poi sarebbe esploso in un pianto dirotto. Ma forse aspettava di essere da solo per questo.

 

"Vuoi che ti dia un bacio adesso?" chiese Arthur.

"E perchè scusa?" quasi rise Merlin.

"Solo per …vendetta. Percival non ti vedrà, ma tu lo saprai…"

 

"Capisco, ma non credo funzionerebbe. Il desiderio di vendetta è durato un attimo. Un impulso da cavernicolo. Il dolore verrà perché non posso smettere di amarlo con uno schiocco delle dita. Anche se vorrei tanto."

 

"Comunque non è detto che tu debba soffrire per forza in maniera devastante. Dipende molto da te. E se tu ti ritieni fragile da un lato, dall'altro, sei coraggioso e determinato in tanti aspetti della tua vita: il lavoro, lo studio … in questo momento vorrei darti il menefreghismo che possiedo…"

 

"E io lo accetterei con tutto me stesso"sorrise Merlin.

 

"Una cosa devo chiedertela. 

Se Percival non centrasse nulla e avesse fatto tutto Gwaine, tu potresti perdonare Percival?"

"Non lo so."

 

"Se lui fosse innocente io credo che tu non solo potresti perdonarlo, ma dovresti! E te lo dico anche se per me è controproducente."

 

"È vero. Tu sei la mia seconda scelta…" ribatté Merlin.

"Volevo solo stuzzicarti…"

 

"Tu non sarai mai la seconda scelta di nessuno, Arthur. Non solo per la tua bellezza ma perché quando vuoi, sei un ragazzo d'oro. In pratica sei diventato il mio eroe. Non fai altro che venirmi in aiuto."

 

"E allora ti dirò che lo faccio per fini egoistici. Tu mi piaci, l'hai capito, vero?"

"Anche tu mi piaci!"

"Ma io non intendo solo come amico …"

 

"Tu vuoi farmi stare meglio, e io ti sono molto grato, ma non è necessario"

"Pensi che ti dica questo per farti stare meglio?"

"E non è così?"

"S-sì, però … è la verità! Io sono molto cambiato, grazie a te."

 

In quel momento si sentì suonare il campanello. Era l'ambulanza.

Arthur accompagnò Merlin uscendo con lui dalla porta posteriore in modo che nessuno li vedesse. 

 

Prima che Merlin salisse sull'ambulanza gli chiese. "Posso venire con te?"

"No, ti ringrazio. Sono abituato agli  ospedali. E ci sarà mia madre. Però ti scriverò appena posso. Grazie! Buon anno, Arthur."

 

"Buon anno Merlin."

 

L'ambulanza si allontanò senza sirena, proprio come era venuta. Arthur rientrò in camera sua.

'Proprio un Buon anno del cavolo.' si disse. 


Non pensò nemmeno per un attimo di tornare alla festa. Se avesse visto Percival o Gwaine avrebbe sicuramente fatto a pugni con loro. La cosa che lo faceva più ammattire era: "perché davanti a lui?" 

 

Eppure entrambi sapevano che Merlin l'avrebbe presa malissimo e che sarebbe stato anche pericoloso per la sua salute fisica oltre che per la sua sanità mentale. 

Uno come Merlin non poteva sopportare uno smacco simile. Ne aveva già passate tante e aveva solo diciannove anni.

 

Scrisse a sua sorella se potesse andare da lui. Lei e gli altri amici meritavano di essere tranquillizzati.

 

Quando le aprì la rassicurò subito. 

"Merlin sta meglio, ma ho ritenuto opportuno chiamare l'ambulanza. Ci sarà sua madre ad occuparsi di lui. Per ora è meglio non andare a trovarlo. Mi ha fatto capire senz'ombra di dubbio che preferisce così. Dillo tu agli altri.

 

"Non scendi?"

"Scusa ma non mi va… "

"Giù sono tutti preoccupati per Merlin"

"Non credo proprio tutti…" e fece una smorfia amara.

 

"E invece 'loro' proprio più di tutti gli altri. Percival sembra un lupo in gabbia. Va avanti e indietro lungo la sala."

"Ti hanno detto cosa gli hanno fatto?"

"Sì. Anche se Gwen non riusciva a calmarsi e ho fatto fatica a capire, tra un singhiozzo e l'altro!"

 

"Chi è stato?"

"Chi è stato cosa?"

"Chi ha baciato chi?"

 

"Non lo so! Gwaine adesso sta bevendo in modo spaventoso. Sta bevendo come non ho mai visto fare prima da nessuno!"

"Più di prima? Mi sembra strano!" disse Arthur sprezzante. "Io credo sia stato lui a prendere l'iniziativa. Percival è troppo timido per fare una cosa simile! Ed è innamorato di Merlin!"

 

"Povero Merlin!"

 

"Dovevano pensarci prima" disse Arthur e Morgana cominciò a piangere. "Non inviterò mai più Merlin a una festa a casa nostra. La nostra casa è stregata per lui…" 

"Non c'entra. È solo stato sfortunato ed è molto fragile dal punto di vista emotivo. Ma forse non è la casa,... forse sono io a portargli male."

"Cosa dici?"

"Se ci pensi bene è così!"

 

"Io non credo proprio … ma tu non sai quanto mi dispiace!"

"Anche a me. Ora che ne dici di andare a buttare tutti quanti fuori di casa?"

"Questo non posso farlo!"

"Allora perdonami, ma toccherà a te rimanere con i nostri ospiti."

Morgana prima di uscire lo guardò. E lui vide sul volto della sorella un dolore molto simile al suo.




 

Merlin era rimasto in pronto soccorso per qualche ora. Era abbastanza disidratato, forse a causa del vomito e gli fecero una flebo. Poi visto che aveva un po' di tachicardia gli avevano dato un farmaco per ripristinare un normale battito cardiaco. Gli fecero qualche esame e sua madre lo riportò a casa al mattino presto.

 

"Spero che stavolta tu non abbia incontrato quel tipo losco." chiese la madre agitata, una volta a casa. Il cellulare di Merlin continuava a tintinnare a causa degli sms.

"No, mamma. Ho avuto un attacco. Forse ho bevuto troppo. Ma come hai visto sto bene! Però sono molto stanco, ma siccome mi sento anche un po' in ansia, non potresti darmi qualcosa per dormire?"

"Ho un paio di sonniferi, ma bisogna andarci piano."

"Un Tavor? Quello che ho preso è finito nel water"

"Meglio lo Xanax!"

"Ma quello non funziona, su di me"

"Ti darò qualche goccia più del solito!"

"E va bene!"

"E tu potresti rispondere al cellulare, almeno a Percival. Chissà com'è preoccupato!"

'Già. Sarà molto preoccupato!' pensò sarcasticamente tra sé!'

"Ok!" rispose tuttavia alla madre.

 

Scorse in fretta i vari sms.

Arthur gli scriveva: 

"Come va?" 

Gli rispose subito. 

"Sono a casa. Sto bene. Grazie di tutto! A presto"

 

Percival gli aveva scritto più volte.

 

"Merlin, è tutto un equivoco!"

 

"È stato Gwaine! Era ubriaco e fatto di canne!  Non sapeva quel che faceva!"

 

"Anch'io ero piuttosto intontito dalle canne e dall'alcool ma sono innocente. Devi credermi"

 

"L'ho colpito, sai? L'ho riempito di pugni. Perché ti ha fatto male e non lo sopporto"

 

A Percival non rispose.

 

Anche Gwen scrisse a ruota libera.

 

"Tu non devi farci caso, Merlin. Erano andati, non ci stavano più con la testa. Ora non so chi dei due stia più male. Se ne sono date un sacco. Ben gli sta, stupidi idioti!"

 

"Lascia perdere. Ti prego. Non è successo niente!"

 

"Se il risultato è questo non fumerò mai più uno spinello."

 

"Buona notte, tesoro. Ci sentiamo domani! Anche Elyan ti saluta e fa il tifo per te."

 

Merlin rispose brevemente.

"Non preoccuparti. Sto bene. Sono già casa. Vado a dormire. Riposa bene anche tu. Un abbraccio a te e ad Elyan!"

 

Dopo aver preso il sonnifero, Merlin non poteva mentire a se stesso. Aveva un groppo in gola grande come un camion, che non voleva saperne di sciogliersi in un bel pianto liberatorio, ma il sonnifero cominciò a fare effetto e Merlin si addormentò in fretta.



 
   
 
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