11° Epilogo
 
 
 
Cinque anni dopo
 
 
 
Izuku era nella biblioteca migliore del Portogallo, a “leggere” alcuni libri in compagnia di un biondo cenere dagli occhi ardenti, in una missione tra l’altro; Katsuki teneva d’occhio una ragazza, che all’apparenza era normale, ma disgraziatamente aveva un quirk particolare, che a quanto pare era preso di mira da alcuni Villan. La giovane era di nazionalità nipponica, ma era andata in Portogallo per studiare in qualche università, ma il genitore, un facoltoso neo politico aveva chiesto a Dynamight, il nuovo Pro Hero numero uno, di vegliare su di lei; la cosa non era affatto piaciuta al biondo, ma a consolarlo c’era il suo fidanzato ormai pubblico, Izuku, a fargliela piacere quindi la passavano così le giornate, anche se era solo per un periodo, finché non avessero catturato i Villan che l’avevano minacciata.
Tutto questo fu possibile solo dopo aver portato a termine, cinque anni fa, il più grande e vasto caso internazionale portando alla luce cose che mai si sarebbe mai sognato; di fatti, lo scontro avvenuto in quel quartiere nell’ospedale in disuso e la liberazione di All Might si poté concludere a pieno i casi dei Peccati e delle Virtù. Grazie a questo, l’anno successivo, Katsuki fu nominato Pro Hero numero uno superando Endeavour, che si ritirò dopo la storia di Dabi/Toya e Diana, mentre Hawks non fece una bella fine, nel senso che tutti iniziarono a dubitare di lui; oltre a lui anche in Inghilterra successe uno scandalo simile facendo dimettere ed arrestare il politico che aveva avuto legami con la Lega ed in Giappone si dovette “eleggere” altri politici, più progressisti e “amanti” dell’eguaglianza tra persone. Ecco come, Katsuki, era finito lì a fare da “babysitter” alla figlia di un politico, per quanto riguardava Izuku, lui dopo quella storia prese un anno sabbatico dal lavoro, per riprendersi e prendersi cura della cugina finita per un periodo in coma, per aver esagerato con il suo quirk molecolare ed infine, quando si svegliò sia lei che il padre, quest’ultimo insieme al figlio, furono nominati nuovi “gestori” dell’agenzia di spie del Giappone; dopo due anni dalla loro nomina, Izuku però fuse quell’agenzia con quella fondata dal fidanzato, cosa apprezzata dal biondo, volendo essere in cima alla classifica insieme al fidanzato.
-Ehi Deku, come sta tua cugina?- Chiese all’improvviso Katsuki
-Sta bene, per quanto lei abbia perso “temporaneamente” la vista- sospirò
-Non gli è tornata? Pensavo che dopo cinque anni...-
-Normalmente sarebbe così- sospirò, -Disgraziatamente sta curando a distanza Toya-
-Aspetta cosa!?- Sconvolto.
Tutti si girarono verso di lui per guardarlo strano e molto male e per tutta risposta Katsuki si nascose dietro alcuni libri che aveva sul tavolo, ma si beccò anche uno schiaffo sulla nuca dal fidanzato; Izuku lo fissò malissimo e per fortuna la giovane che seguivano a distanza era ignara di tutto o così si poteva dire, -Sì, Diana per qualche strano motivo lo sta curando anche se è in carcere e non chiedermi il motivo- sbuffò, -Non me lo vuole dire-
-Tsk! Ok, ma si sa a che punto è la guarigione? Sai, vorrei vederla più spesso in giro, che rinchiusa in una stanza dell’ospedale-
-Scusa la domanda, ma sta richiesta te l’ha imposta Mina? No sai per sapere-
-Per quale motivo me lo chiedi?- Stranito
-Per il semplice motivo sia lei sia Kirishima me lo stanno chiedendo ogni volta che mi incontrano e quando passo a vedere come sta Diana me li trovo lì-
-Adesso capisco perché diamine non li ho visti in agenzia ultimamente- pensieroso
-Dunque non sai il perché il loro strano comportamento- l’altro negò, -Per quanto riguarda la guarigione di Dabi, sembra quasi finita, sta tornando ad essere il Toya che Shoto ed Endeavour conoscono-
-Capisco... ma perché l’ha chiamata Emi?- Confuso Katsuki, -È una domanda che mi tormenta da un po’-
-Non so nemmeno questo, anche se un’idea l’avrei- alzandosi, -Andiamo, la giovane sta uscendo- sussurrò.
Usciti dalla biblioteca i due si avviarono verso un locale, non troppo lontano da casa della giovane, dove presero da bere e dei panini per pranzare; Katsuki fissò il fidanzato, consapevole che stesse nascondendo qualcosa, considerando che faceva un po’ finta di niente, ma alla fine il verdino sbuffò, -Per quanto ne so, la famiglia di Diana, che ha lasciato il Giappone dopo l’incidente di Toya, non andava d’accordo con la famiglia Todoroki, meglio precisare, con Endeavour-
-Beh... non si può dire che quell’uomo fosse un genitore con i contro fiocchi- commentò l’altro
-Ci puoi giurare- intervenne una voce alle loro spalle
-Shoto?!- Vedendolo lì, -Che ci fai qui?- Sorpresi
-In vacanza- sorrise il giovane, -Ho sentito che parlavate del mio vecchio e di Diana- serio sedendosi lì
-Accomodati pure- sarcastico Katsuki
-Sì, sai qualcosa di più di questa faccenda?- Curioso Izuku
-Per prima cosa, dovete sapere che Diana/Emi è più vecchia di quel che appare, tutto grazie al suo quirk, per seconda cosa Emi ha dovuto cambiare nome per sfuggire da mio padre e da qualcun altro che non mi disse mai chi- sospirò; -Mio padre non ha mai “amato” Emi, perché secondo lui aveva “istigato” Toya ad allenarsi sempre e comunque ignorando i suoi limiti, ma quando ci fu il “funerale” di Toya ci fu anche lei, ma a distanza di sicurezza, ma...- sbuffò, -Da quel che so, lui fece l’ipocrita ed un po’ violento, ma questo non scalfì per niente Emi, anzi, sfogò ed urlò tutto ciò che tutta la nostra famiglia pensava e provava nei suoi confronti-
-Stranamente mi sento orgoglioso di quella moretta- ghignò Katsuki
-In effetti non è possibile non esserlo e papà... prima che partissi per le vacanze abbiamo fatto visita Emi-
-Da quanto ne so, mia cugina non me l’ha detto- mormorò Izuku, -Nemmeno l’ospedale-
-Per il semplice motivo, fu perché Emi e papà hanno avuto una conversazione abbastanza tranquilla in merito-
-Ne sono felice- sorrise il verde
-Cambiando discorso dai, come sta andando qui?-
-Qui tutto bene- sorrise Izuku
-Già, siamo vicini alla conclusione della missione- commentò Katsuki
-Benissimo... torno da Momo- indicando una moretta vicino al bar, -Ci si vede in patria- andandosene.
Nel frattempo in un ospedale di Tokyo, una ragazza stava uscendo dalla sua camera e pian piano si diresse verso la reception del suo reparto che vedendola in piedi un’infermiera le si avvicinò preoccupata; la giovane congelò con uno sguardo la povera donna e le chiese se poteva darle le dimissioni che voleva andare a casa, l’infermiera chiamò un medico che accorrendo si accorse della situazione, -Vedo che sta meglio dell’ultima volta, signorina Kasai-
-Lo so da me dottore, vorrei solo andarmene adesso-
-Lo sa che non è facile-
-Lo renda tale chiaro? Devo andare da una persona- seria
-Immagino- sbuffò l’uomo firmando delle carte, -Vada ma per favore, in quanto medico e collega vorrei che facesse attenzione-
-Non userò il mio quirk per scopi lavorativi, mi prenderò esattamente un ultimo anno sabbatico prima di riprendere il lavoro- sospirò, -Ne sono consapevole-
-Mi voglio fidare, buona giornata- lasciandola andare.
Diana, si avviò verso il parcheggio e chiamò un taxi per andare alla centrale di polizia più vicina ed una volta lì, fu accolta da alcuni agenti che stavano controllando delle scartoffie; un poliziotto vedendola le si avvicinò e le chiese effettivamente se c’era qualcosa che poteva fare per lei e per tutta risposta Diana chiese il permesso di vedere un detenuto della prigione del Tartaro. L’agente divenne sempre più serio chiese di quale detenuto voleva vedere e lei disse il nome di Dabi; a quel nome il por uomo saltò sull’attenti e le chiese con fare ansioso che avrebbe controllato se poteva e così corse nell’ufficio del suo superiore, che appresa la notizia uscì per andare dalla giovane.
-Lei è la signorina Kasai?- La chiamò il capitano
-Sì, sono io, c’è qualche problema con la mia richiesta?- Calma
-Possa sapere il motivo per cui volete un colloquio con lui?- Serio
-Cose private, ma più di ogni altra cosa vorrei chiarire dei punti che mi stanno molto a cuore- seria
-Di che genere?-
-Saranno affari miei no?!- Seccata
-Le ricordo signorina, che stiamo parlando di un super criminale, detenuto nel Tartaro e non di un criminale qualunque- sbuffò
-Lo so da me Capitano!- Per poi sbuffare; -Ma guarda te che mi tocca fare- prendendo il cellulare
-Che sta facendo?- Serio e guardigno
-Se avessi saputo per vedere Dabi dovevo disturbare mio cugino, avrei fatto meno di venire qui- componendo il numero
-Chi sarebbe suo cugino?- Scettico
-L’attuale fidanzato del Pro Hero N°1 e nonché Capo delle Spie Governative del Giappone- mettendo in viva voce
*Diana?* Rispose sorpreso Izuku
-Ciao e scusa se ti disturbo, ma mi servirebbe un piacere da parte tua-
*Quale? A proposito come stai?*
-Sto bene, sono appena uscita dall’ospedale e sono in una centrale di polizia- sospirò
*Come!? Che ci fai lì!?* Sbottò un’altra voce maschile
-Ehi Dynamight!- Allegra
*Ehi Dynamight una sega! Che ci fai lì!* Irritato il biondo, *Dovresti essere in ospedale per riposarti*
-Per prima cosa mi sento meglio, anche se ci vorrà un altro anno prima di poter lavorare a pieno regime e per secondo ve lo stavo per spiegare- sospirò
*Diana, dimmi che non vorresti andare a parlagli*
-Ecco... è per questo che chiamo, qui non mi vogliono dare il permesso di vederlo-
-Solo perché non ci da il motivo per cui vuole andarci e solo adesso- specificò il Capitano
*Immagino che lei sia il capitano* parlò di nuovo Izuku
-Sì agente Deku-
*Ascolti, mia cugina è finita subito in coma, per questo solo adesso può “vedere” Dabi e le garantisco che non ci sono problemi*
-Immagino, ma...-
*Ohi vecchiaccio!* Intervenne Katsuki, *Accompagnatela e se ci sono problemi mi prendo io la responsabilità di tutto*
-O... ok- titubante l’uomo
*Bene e Diana, non fare cazzate!* Chiudendo la telefonata.
Riluttante, il Capitano le affidò degli agenti come scorta fino alla prigione per indire un colloquio tra lei e Dabi, che fu preso quasi nell’immediato; in prigione, il criminale citato nel sentire che c’era qualcuno o meglio, una ragazza che lo voleva vedere, era tentato di negare quell’appuntamento, per poi accettare incuriosito. Arrivato nella stanza a vetri, nel poter scorgere Emi/Diana che lo stava osservando sgranò gli occhi ed infischiandosene che molto probabilmente sarebbe stato punito si avvicinò di più al vetro, -Emi!?- Sconvolto
-Ciao Toya- sorrise calma, anche se lui sentì un pizzico di tristezza
-Come stai?- Vedendola pallida
-Sto bene, nonostante la vista- mezzo sorriso
-Perché sei venuta?- Serio, -Sbaglio a dire che è sei stata tu a mandarmi qui?- Finto risentito
-È vero, ma volevo vederti di persona e sapere delle cose- sospirò
-Ho saputo che anche te hai cambiato nome e cognome- secco
-Se fosse stato per me, sarei rimasta, ma...- sospirò, -Tuo padre ha indotto la mia famiglia a portarmi via- si passò una mano tra i capelli
-Me l’ha detto Shoto- sospirò
-Se mi odi, perché hai sempre chiesto di me?- Lo fissò negli occhi.
A quella domanda, Dabi sussultò e la fissò serio e le disse che nonostante fosse stato “tradito” da lei, non la odiava capendo in parte il motivo per cui l’aveva fatto; la giovane iniziò a piangere lui fece un mezzo sorriso e da lì gli spiegò la sua parte della storia, dopo la sua presunta morte e perché era diventato ciò che tutti gli Hero odiavano, ossia un Villan. La giovane lo ascoltò attentamente, soprattutto ciò che lo spinse ad unirsi prima alla Lega e poi rimanere in quella dei suoi residui; lei per tutta risposta gli chiese perché non l’avesse cercata visto che quando si erano rivisti lui le aveva detto che gli era mancata e lui fece un mezzo sorriso, -Volevo prima finire ciò che avevo iniziato, cioè la vendetta verso mio padre-
-Oh certo, la vendetta va sempre prima di tutto- sarcastica
-Sono sempre stato accecato da essa- sbuffò, -So che non è una giustificazione Emi, ma è la verità- calmo
-Ho notato- sospirò affranta.
A quelle parole Dabi dentro di se si sentì dilagarsi, perché nonostante tutto e soprattutto il passare del tempo, lui l’amava ancora; così nel vederla alzare per andarsene, azzardò una domanda all’apparenza stupida: -Mi aspetterai?-
-Toya... non credo che lo farò- sospirò
-Perché?- La fissò quasi del tutto spezzato
-Sei cambiato e non ti riconosco più- affranta
-Dammi una possibilità-
-Ora come ora Toya non posso, perché difficilmente potrò aspettarti visto che non uscirai visto i tuoi crimini- seria, -Poi... per quanto assurto ed il poco tempo avuto, ci sono persone che mi aspettano con tutto il cuore e non parlo della mia famiglia-
-Emi...- mormorò
-Questo è un addio Dabi- per poi uscire senza più ripianti.
All’uscita ad attenderla con sorpresa vi erano due Pro Hero che le corsero incontro e l’abbracciarono ed addirittura la baciarono rendendola una piccola e tenera fragola; ma questa è un’altra storia a se, però in tutto questo due ragazzi verdi avevano ritrovato un buon amore e di certo non lo avrebbero lasciato andare.
 
 

FINE

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Ciao bellissimi! Questo è il finale di questa storia spero che vi sia piaciuta! Ci vediamo in futuro a presto!