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Autore: susiguci    29/04/2023    3 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Capitolo XIV

 

After the trouble














 

Il primo dell'anno era un festivo anche per Merlin e il ragazzo, grazie anche ai sonniferi dormì fino a mezzogiorno inoltrato.

 

Quando si svegliò e andò in cucina, sua madre lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia. La donna notò il viso sciupato del figlio e la sua espressione seria e statica. Provò allora a chiedergli cosa gli fosse capitato, ma Merlin dopo aver trovato qualche scusa, dimostrò una certa insofferenza a quelle domande, per cui la donna decise di lasciarlo in pace.

 

Dopo pranzo Merlin si mise al computer cercando qualche video di suo gradimento per cercare di distrarsi, ma fu inutile.

Rivedeva nella mente, il flash di Gwaine e Percival, di continuo, come se i due invece di essersi baciati per pochi istanti, si fossero baciati infinite volte e ogni volta per Merlin era un colpo al cuore. Non ne poteva più. Era stufo di soffrire. Tempo prima era stato male per lo spogliarello. Cosa gli importava in fondo? Percival aveva solo guardato e amen! E Arthur non doveva certo rendergli conto sul voler fare ciò che gli pareva. Era stato male per quel perverso di Oswald. Lì era già diverso. Si parlava di due aggressioni fisiche, che però avevano lasciato cicatrici profonde più all'interno che all'esterno.

Ora aveva diritto di stare male! Il tradimento c'era. Per lui un bacio era già un tradimento. Un grande classico: il suo ragazzo con il suo migliore amico. A quanti era successo? Eppure avrebbe dato ogni cosa perché il tempo fosse trascorso in un lampo a due anni dopo. Forse aveva ragione Arthur. Lui poteva fare qualcosa per non stare troppo male.


Nel pomeriggio Gwen scrisse a Merlin. Avrebbe voluto andare a trovare l'amico, ma il ragazzo disse che non stava ancora bene e che avrebbero parlato l'indomani.

 

Prese qualche libro e uscì a piedi. Si recò sulle rive di un fiume dove passeggiò per parecchio tempo.

Stese una coperta sull'erba e si mise a studiare. C'era molta gente che passeggiava.

Era una magnifica giornata anche se indubbiamente era ancora freddo.

Studiò per un'ora circa riuscendo a concentrarsi sullo studio, poi il freddo ebbe la meglio e Merlin tornò a casa. Uscire gli aveva fatto bene.

 

Ricevette messaggi da Arthur e Morgana dove gli amici si informavano sul suo stato e cercavano di tenergli su il morale con argomenti leggeri e piccole battute. Merlin apprezzò i loro sforzi e rispose ad ogni messaggio.

 

Da Percival invece non aveva ricevuto altri messaggi dopo quelli della notte precedente. Non aveva voglia di parlargli ma si sarebbe aspettato almeno un tentativo.

 

Dal fronte di Gwaine, silenzio assoluto e di questo il ragazzo ringraziò il cielo. Cominciò a ipotizzare che lui e Gwaine non si sarebbero frequentati mai più, non si sarebbero più parlati, né di persona, né per telefono e nemmeno per messaggi. Tutta la loro grande amicizia finiva così? 

 

E pensò che Arthur avesse ragione a sostenere che la responsabilità di quel bacio fosse proprio di Gwaine. Altrimenti perché sarebbe sparito in quel modo? Gwaine lo conosceva come le sue tasche e sapeva bene che il tradimento perpetrato ai danni dell'amico non sarebbe mai stato perdonato né dimenticato da questi.

 

Sentì all' improvviso una fitta forte all'addome, un dolore sordo e crudele. 

 

Aveva perso Gwaine e questo gli faceva più male di qualsiasi tradimento. Era come se Gwaine per lui fosse morto, ma era un pensiero che non riusciva a contemplare in alcun modo e si buttò sul letto, cominciando a piangere. Un pianto isterico, disperato. Non un attacco di panico, ma il dolore più puro, letale e profondo. Sua madre era uscita da poco e ora che per la prima volta si trovava solo, tutta la tensione, la rabbia, la paura esplodevano squassandogli l'anima e il corpo.

Continuò a piangere cercando ogni tanto di prendere fiato. La testa gli doleva insopportabilmente e dopo poco si alzò per prendere un analgesico. 

 

Era in cucina quando sentì il campanello suonare. Che fosse Arthur?

Quando aprì la porta, Percival era già sulla soglia, immaginando forse che Merlin avrebbe cercato di lasciarlo fuori.

 

"Va via, Percival. Non sto tanto bene. Parleremo un'altra volta..."

Ma Percival l'aveva aggirato ed era già dentro casa. Aveva il viso tirato e cupo.

"Non ti porterò via molto tempo…" disse Percival.

"Come ti ho scritto io non ho fatto niente!"

 

"Non hai fatto niente? Sicuro? Non hai nemmeno fatto niente per evitarlo o per spostarti. Ma … non mi interessa più. Vattene per favore. Io non voglio vederti … È finita Percival!"

 

Ma il suo ragazzo con un'espressione offesa e arrabbiata non aveva la minima intenzione di lasciar perdere. "No. Perché tu adesso mi ascolterai… Avevo bevuto tanto, Merlin. Mi sono fatto pure di hascisc. Un errore. E quando mi ha baciato sono rimasto lì perché avevo il cervello fuso."

 

"O forse ti piaceva. Mi sono reso conto che tra voi due c'è stata intesa e complicità, fin dall'inizio."

"Sì, Gwaine mi è stato subito simpatico. Siamo amici. Ma niente di più."

 

"A quanto pare per lui, sì"

"Se fosse così, a me non importerebbe, perché io amo solo te e lo sai." Percival si avvicinò e gli mise una mano sulla guancia. "Guardami. Dimmi che mi credi…"

 

Merlin scoppiò in lacrime e accettò l'abbraccio di Percival, appoggiandosi con il viso e con i pugni chiusi al petto dell'altro. E fu una sensazione di calore e di sicurezza che gli diede un certo conforto. Poi si lasciò baciare. Rimasero a lungo a scambiarsi dei dolci baci. Poi Percival manifestò il desiderio di fare l'amore con lui, facendo aderire strettamente i loro corpi respirando forte e accarezzandogli i glutei. Merlin non reagì a quelle avance. "No. Non ci riuscirei, Percival: sono ancora scioccato" gli disse Merlin, spostandosi dal corpo dell'altro.

 

Quando la madre rientrò i due ragazzi stavano in cucina, mangiando fette biscottate con latte. Hunith salutò Percival con un sorriso e li lasciò soli. Era sollevata che Merlin non fosse da solo, anche se guardandolo in viso riconobbe gli inequivocabili segni di un brutto pianto.

 

All'improvviso arrivarono un nugolo di messaggi al cellulare di Merlin e anche a quello di Percival.

Gwen scriveva ad entrambi lo stesso messaggio: 

 

"Accendi la tivù sul tg locale"

 

Anche Elyan aveva scritto qualcosa del genere ad entrambi.

 

Arthur aveva scritto: "Hai sentito? Hanno trovato quel bastardo! Grazie alla tua denuncia! E al contenuto delle telecamere in giardino che avevo mostrato a mio padre."

 

"Quello stronzo stavolta si è rovinato con le sue mani" scriveva Morgana. "L'ultimo ragazzo che ha rapito è morto per overdose. Ma ora l'hanno preso!"

 

Merlin era tutto scombussolato. Percival accese la televisione. Il tg  era già finito, ma si mise a scorrere i canali locali finché non apparve lo stesso servizio su un altro telegiornale.

La telecronista leggeva:

 

"L'uomo in passato aveva drogato e violentato molti giovani uomini, ma poche volte era stato denunciato dalle proprie vittime, alcune delle quali minorenni. Le ultime denunce sono state utili ad accendere l'attenzione sull'uomo, Oswald Gallagher, un trentacinquenne di Abbey Wood."

 

'Ha davvero usato un cognome falso!' si disse Merlin stupefatto.

 

"Sembra che nella sua cattura siano stati coinvolti numerosi investigatori privati, ad opera di un facoltoso cittadino di Abbey Wood. Sono stati questi investigatori a catturarlo e a consegnarlo alla polizia."

 

'Il padre di Arthur! È stato lui a farlo catturare in flagranza di reato' pensò Merlin stupito. Inoltre gli venne in mente un particolare che se confermato sarebbe risultato terribilmente inquietante. Gli investigatori di Uther stavano pedinando Oswald. Possibile che non avessero potuto impedire l'omicidio dell'ultima giovane vittima? Secondo lui avrebbero potuto salvarlo, ma dovevano avere ricevuto altri ordini e cioè catturare Oswald subito dopo un crimine.

Possibile che Uther Pendragon fosse così potente e terribile?

Sì, a sentire i suoi figli!

 

La voce della giornalista continuava.

"Purtroppo l'ultimo ragazzo di ventidue anni non ce l'ha fatta ed è morto di overdose… Si chiamava Philip Hanson…"

 

"Ti prego, spegni ora!"

"Non sei contento?" chiese Percival sorpreso.

"Sì … sì! Ma ora ti chiedo di lasciarmi. Devo parlare con mia madre."



 

Merlin si mise seduto accanto a Hunith e con la massima cautela, le raccontò di Oswald. Non poteva fare a meno di confessarsi con la madre. Avrebbe saputo tutto in ogni modo e sarebbe stato molto peggio per lei scoprirlo da altri o dal giornale. Era sicuro che sarebbe stato contattato dalla polizia. 

 

Hunith ascoltò il figlio con il cuore in gola e pianse tutte le sue lacrime. Pianse, urlò e abbracciò strettamente il figlio. Era divorata da una rabbia tale. Ed era terrorizzata dal fatto che Merlin avesse rischiato di morire. Hunith prese un paio di calmanti e si mise a letto, tremando come una foglia con il figlio seduto accanto a lei. Era stato un colpo troppo duro per Hunith.

 

Le settimane seguenti furono molto caotiche per Merlin. Oltre ai soliti impegni Merlin dovette recarsi più volte in commissariato. Il processo ci sarebbe stato più avanti, ma intanto avevano fatto a Merlin molte domande. E ora che c'era di mezzo il morto i carabinieri avevano decisamente cambiato modo di fare con lui. Erano diventati più gentili e disponibili nei suoi confronti.

 

Erano ormai a fine febbraio e le cose per Arthur e per Merlin sembravano essere tornate quasi alla normalità.

 

Una mattina al bar dell'università Merlin prendeva un caffè insieme a Gwen.

"Hai più visto Lance?" gli chiese Merlin curioso.

"Due sere fa abbiamo cenato fuori, insieme!"

"E?"

"E niente. Non c'è stato niente. Ma siamo stati bene. Lui è un perfetto gentiluomo: intelligente, simpatico, sensibile…"

"Bello da morire …" cantilenò Merlin.

"Esatto."

"Credi di piacergli?"

"Sembra di sì!"

"Cosa stai aspettando Gwen?" la guardò severo negli occhi. "Lo conosci da parecchio ormai…"

"Lui non può essere così perfetto. Sono certa che ci sarà qualche inghippo sotto. Magari avrà fatto una scommessa con Arthur… O magari è come Oswald, affascinante e micidiale. Un sadico che usa la gente per il proprio piacere…"

 

"Chi? Lance?" Merlin scosse la testa. "Credo sia uno dei ragazzi più dolci e onesti che abbia mai conosciuto. Ma se preferisci lasciarlo a qualche altra … uno così non rimane solo a lungo."

Gwen non disse nulla ma Merlin colse nei suoi occhi un lampo di paura.

 

"C'è una cosa, di cui vorrei parlarti, già da un po', Gwen. E questo solo perché ti voglio bene. Ora sai che anche Gwaine con tutta probabilità è gay: non ti senti ormai del tutto riscattata dal nostro rifiuto di allora? Anche Arthur ha detto che sei molto carina e lui di bellezza se ne intende, al di là delle preferenze sessuali, solo che non capisce perché tu sia così insicura di te … Però su una cosa non potrei darti torto. Se Lance non è in grado di farti sentire bella e desiderabile come sei, allora non è il tipo giusto!"

"Se prima avevo dei dubbi" continuò la ragazza "adesso ne ho molti di più"

"Scusami se sono stato duro, ma è un periodo difficile per me!"

"Ma ormai è parecchio che tu e Percival siete tornati insieme!"

"Già …"

"Sembra che andiate di nuovo d'accordo…"

"Sembra!"

"Che vuoi dire?"

"Vedi, noi … non l'abbiamo più fatto. Lui vorrebbe ma io … non ci riesco! E questo lo ha allontanato"

 

"Oh, Merlin! Mi dispiace. È una cosa seria. Bisogna che tu vada da un medico quanto prima."

"Perché un medico?"

"Se … se …hai problemi di … impotenza…"

A Merlin scappò un sorriso.

"No, Gwen! No, non ho quel tipo di problema. È un blocco mentale."

 

"Ma tu l'hai perdonato! Lui non aveva colpe…"

"Sì, ma c'è una cosa che all'inizio non avevo notato o meglio che non volevo notare…"

"Che cosa?"

Merlin chiuse gli occhi per il dolore. "Percival! Percival con Gwaine. La sua timidezza con lui sparisce. Diventa un'altra persona in sua presenza, quella che ha sempre desiderato essere: sciolto, disinvolto, più sicuro e felice. Ma non con me. Non con qualsiasi altra persona che conosco."

 

"Questo può capitare con un amico così buffo e chiacchierone come lui."

 

"No. Anche Arthur è così e tu e Morgana, ma con voi e con me rimane chiuso e perennemente imbarazzato. Quando c'è Gwaine non diventa più neanche rosso. E se Gwaine l'ha baciato forse è interessato a lui …" 

Merlin si portò la testa tra le mani e mormorò: "Tu lo frequenti ancora?… voglio dire Gwaine?"

La ragazza si morse le labbra nervosa. Non voleva contrariare Merlin ma nemmeno mentirgli.

"Sì, Merlin. Mi dispiace ma tengo ancora a lui. E anche Elyan. Per noi è terribile questa separazione tra voi. Per un po' sono stata arrabbiata persino con Percival, anche se non c'entrava nulla. Ma è stato il motivo per cui il nostro gruppo si è rotto. Inoltre forse non vorrai saperlo ma Gwaine sta proprio di merda."
"E Eira?"
"Quella sera le ha chiamato un taxi per accompagnarla a casa. Lei era furente. Non si sono più visti"

 

"Come può mancarmi così tanto una persona che mi ha tradito?" Merlin aveva gli occhi lucidi.

 

"Perché non parlate?" disse dolcemente Gwaine.

"Oh, no!"

"Non necessariamente per tornare amici… ma lui potrebbe spiegarsi e tu potresti dirgli come ti senti. Non hai domande da fargli?"

 

Merlin rimase a lungo a pensare con la testa china.

 

"Non lo so…ci penseró!"



 
   
 
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