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Autore: paige95    01/05/2023    10 recensioni
"L’onore della vittima è di non essere l’assassino"
Khalil Gibran
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Di strappi e scorci nel cielo









 
Ti sei preparato per mesi e giunti al dunque non riesci a imbrattarti del suo sangue, del ricordo che non svanirà tra i maghi e le streghe che credono in lui. Non basterà eliminare la sua autorità per dissolverlo dalla mente di coloro che gli sono devoti e fedeli.
Il preside è inerme, eppure gli è rimasta l’arma più potente con la quale ti sta assoggettando. Non è la parola – di cui è solito vantarsi –, lui per primo sa che non serve più; non è padrone della sua vita, ma nutre ancora una flebile speranza di salvare la tua nel silenzio di una serata nebulosa. Lo sguardo con cui ti scruta conosce bene le tue intenzioni, intuisce ragioni che non sono limpide nemmeno a te. Sta scavando nell’indugio che ostenti, si appiglia alla tua reale volontà.
Sembra supplicarti di non macchiarti del suo omicidio, per te non per lui. È prossimo alla morte, è circondato da rivali, eppure si accerta che il tuo onore resti pulito, che la tua infanzia non termini con violenza.
In quello scorcio di cielo alle spalle di Silente, la luna si strappa in lacrime d’argento; quelle che scorreranno presto ai piedi della Torre, quelle che versi già disilluso per il tuo destino.
Le parole non servono più, non lo senti fiatare, qualcosa è già cambiato prima del colpo fatale. Ti sta lasciando la decisione ultima, non tenta di convincerti, hai gli elementi e la maturità per farlo. Mostra fiducia in te, una speranza che non pensavi nutrisse per qualcuno così compromesso dall’oscurità.
Senti di non essere tu a stringere l’impugnatura della bacchetta sguainata, è una forza più grande di te che vorresti sopraffare.
Lui non capisce. Io devo, non ho scelta.
Non puoi liberarti del lignaggio puro che ti scorre nelle vene, ti richiama di continuo sulla via che hai percorso fino a quel momento, non ti permette di trasgredire ad un impegno che hanno preso altri in tuo nome e ora tocca a te rispettarlo, il tradimento ti sarebbe letale.
Se fossi così certo dell’azione senza ritorno che stai per compiere ti daresti del vigliacco. Il timore che avverti non è sinonimo di convinzione in ciò che hai sempre creduto un dogma. Non ostenti sicurezza, non vuoi e non lo ammetti neppure a te stesso, ti spaventa l’ombra dell’anima che non ti abbandona mai.
Silente ha pietà di te, ti sta perdonando con una complicità che tra voi non è mai esistita, una confidenza mancata di cui il preside si pente. Ti invita a diventare padrone della tua vita e a liberarti dal giogo di altri. Le grida che si sprigionano dai suoi occhi ti implorano di muovere un passo indietro, come se fossi tu sul bordo della Torre di Astronomia. In effetti lo sei, ti trovi sul ciglio di un burrone da cui il salto è un volo senza ritorno.
Albus non sa che è troppo tardi, sei diventato uno di loro, prima che la tua pelle venisse marchiata. Non conosci altra famiglia e non hai incontrato gente diversa a cui essere devoto.
Qualcuno sgrava da te la decisione. Spegne le suppliche del preside nel buio soffuso della sera, le fa precipitare nel vuoto, ma non è riuscito a rendere più leggera l’anima grigia che ti insegue da sempre.
 
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È un grazie, un conto in sospeso offerto per aver tradito, per aver risparmiato l’indesiderabile numero uno, il nemico di ogni casata conservatrice.
Potter non indugia a strapparti dalle fiamme dell’Ardemonio, lui conosce la decisione da prendere, non ne ha mai dubitato.
Non ti ribelli al suo atto di eroismo, non ti ha salvato per carità, ha saldato un debito: così l’onore – il tuo onore, non quello dei Malfoy – è al sicuro.
È un atto di compassione che il bambino sopravvissuto non avrebbe negato nemmeno all’assassino dei suoi genitori, se avesse mostrato uno scorcio di clemenza e di pentimento.
Gli devi una vita che non sei certo valga la pena di essere vissuta.
Il cielo è a brandelli, infiammato, violato nel profondo. Lo noti attraverso le grate roventi, mentre fuggi e non sai più né da cosa né verso dove.
 
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Il tribunale si trova a pochi metri, nel punto più remoto del Ministero, come se i delitti dovessero essere affari estranei alla comunità.
Nel gufo di convocazione ti nominano testimone. Non ti sei mai definito tale.
Lo sono? Voglio esserlo?
Non lo sai, sembrano sapere loro più di quanto non sappia tu. Ti avvii verso una resa di conti in cui i vincitori ti hanno garantito l’immunità. Tu hai ricevuto la grazia, non hai scorto le porte di Azkaban.
La condanna di coloro che non smettono di proclamarsi fedeli al Lato Oscuro non ti offre sollievo. Sei un traditore del tuo sangue, non hai lottato come altri per difenderlo, non sei diverso dai Weasley; anzi sei persino peggiore di coloro che, per garantire a chiunque la libertà di amare, hanno rischiato il loro stesso futuro.
Ma cosa sono?
Da quel tribunale senti già trapelare spregio da ogni dove, dai vinti e dai vincitori. L’omertà è una macchia più indelebile del sangue. Ci saranno sempre sguardi disprezzanti su di te e ti lascerai guidare da essi, finché non troverai risposte solo tue, per tutte le occasioni che hai avuto di essere peggiore e non hai assecondato le circostanze.
Sei entrato in quel luogo di giustizia a sguardo basso. Hai percorso il tragitto con gli occhi incollati al pavimento, indegno e solo.
Al cospetto del tribunale, ti costringi ad alzare il mento, quando non senti passi intorno a te. Sulla soglia la Granger ti rivolge un sorriso compassionevole; al suo fianco Weasley ti lancia un’occhiata disinteressata, la sua attenzione è rivolta alla ragazza, la invita a seguirlo intrecciando una mano nella sua. Hermione stringe il braccio del giovane ed entra insieme a lui.
L’amore. Ecco cosa ti manca per sapere chi sei e a chi appartieni.
Ti senti stringere all’altezza del bacino. Ti lasci irradiare dal tocco dolce con cui Narcissa ti infonde calore. Lei rappresenta l’unico affetto che tu abbia mai conosciuto.
 
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Una nascita dovrebbe essere fonte di gioia, un figlio concepito con amore dovrebbe essere una benedizione. Vorresti che lo fosse, ma non riesci ad essere felice e nemmeno a fingere di esserlo per una madre sopravvissuta alle doglie di un doloroso parto.
Un pianto inonda da qualche ora villa Malfoy. Non puoi festeggiare di aver legato la tua vita a quella della donna che hai sposato, per l’eternità.
Accosti le tende con un colpo nervoso di bacchetta. Il cielo si è sempre mostrato lacerato ai tuoi occhi e un infante non cambierà la prospettiva della volta lassù.
Immerso nelle tenebre, ti accomodi su una poltrona. È una consolazione non dover scorgere gli angoli del salone e rievocare i mesi della tua adolescenza, in cui le scintille della guerra hanno appiccato un incendio incontrollato. La villa è stata il cuore pulsante della battaglia, la alimentava, tra quelle mura hai assistito alle scelte più importanti, ad ogni inenarrabile orrore.
Proprio perché voglio che tu sia felice, non desidero sposarti.
Hai violentato l’anima, pur di reprimere ciò che provi per lei, senza successo. Lei ha sempre remato contro la tua volontà, non ti ha temuto, il futuro non l’ha mai spaventata. Il fumo è l’unico vizio che lei odia, del resto non prova insofferenza. Recuperi dal mobiletto un cerino e un sigaro, ne hai bisogno per affievolire pensieri distruttivi non consoni al lieto evento.
Avverti i passi di Astoria che incespicano sui gradini, è avvolta dal buio della stanza. Stringe tra le braccia un fagotto di coperte candide, illuminato dalla punta della sua bacchetta. Ti rivolge un sorriso stanco, si siede sul pavimento ai tuoi piedi e ti mostra vostro figlio commossa; gli abiti stropicciati e i capelli raccolti in disordine sono sintomo della sua urgenza di presentarlo a te.
Segui i suoi movimenti, quelli di una madre assoggettata ad un neonato; non ti sono nuovi, Narcissa si è premurata di non farteli mancare fin dall’infanzia.
Spegni il mozzicone nel posacenere lì accanto. Ti volti con il viso ed espelli il fumo alle tue spalle, per non inondare la tua famiglia con quel vizio, tu stesso riconosci quanto sia pessimo. Incontri subito il suo sguardo dolce e rassicurante.
«Grazie per esserti fidato di me»
Non comprendi cosa voglia comunicarti, le sembri confuso e così prova ad essere più chiara.
«Grazie per aver lasciato che ti amassi»
Sposti un lembo di stoffa dal viso del bambino e incroci un Malfoy innocente. Scorgendo i suoi occhi ancora vispi, capisci di potergli offrire un destino migliore del tuo, per lui e per te, se Astoria vi è accanto. È tuo compito provarci, è una nuova ragione per vivere, a fianco di una nuova famiglia a cui appartenere.
Per espiare la tua omertà.
Per convincerti che la felicità è un diritto anche dei perdenti.
Per perdonarti.

 
 
Buongiorno, cari lettori e care lettrici!
Non sono solita scrivere su questo personaggio e soprattutto non ho mai affrontato la sua introspezione dedicando una storia unicamente a lui, ci sono mille difetti e chiedo scusa per questo.
Negli ultimi anni ho rivalutato il personaggio di Draco e avevo voglia di avvicinarmi ai complicati vissuti scrivendo di lui.
Ringrazio chiunque sia giunto fin qui. ❤️
Un abbraccio,
Vale
   
 
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