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Autore: MissAdler    07/05/2023    6 recensioni
Queste piccole OS su Anakin e Obi-Wan partono da un'iniziativa pensata da GladiaDelmarre e Martina, che hanno scelto dieci parole + un bonus da usare entro maggio come prompt per storie e disegni.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Contesto: post Episodio VI, Anakin pov
Flash
Rating: verde



 
SUNFLOWER


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C’è un’immagine.
Non so nemmeno se è reale, un ricordo o soltanto un sogno sbiadito.

C’eri tu sdraiato sull’erba, le braccia aperte e gli occhi chiusi. I capelli un po’ più lunghi del vecchio taglio da Padawan, il sole che li faceva risplendere di riflessi ramati, così come la peluria sul tuo petto nudo.

Non avevi ancora la barba, le tue guance erano lisce e arrossate dal caldo estivo, una fossetta sul mento che non sapevo mi sarebbe mancata, in tutti gli anni a venire.

E poi c’ero io.
Un ragazzino di dodici, tredici anni, goffo e dinoccolato.

Forse ci eravamo appena allenati: una corsa, addominali, flessioni, un po’ di sparring all’aria aperta, lontani dalla sublime magnificenza del Tempio in cui non riuscivo proprio a sentirmi a casa.

Il sudore ti colava dall’attaccatura dei capelli, sulle tempie, lungo la gola, al centro del torace. Anche quelle gocce riflettevano la luce del sole, facendoti splendere come se i suoi raggi ti stessero letteralmente colando addosso.

Osservavo il tuo petto muoversi rapidamente, alzarsi e abbassarsi a un ritmo ipnotico, una piccola ruga al centro delle tue sopracciglia rivelava lo sforzo di placare l’affanno grazie all’aiuto della Forza.

Eri bello.
L’avevo pensato all’improvviso e mi aveva sconvolto, scandalizzato e terrorizzato, perché io volevo che fossi mio padre, perché eri il mio Maestro e perché non avevo altri che te.
Ma soprattutto perché eri tu, perfetto e irraggiungibile da qualunque angolazione.

Gli altri Padawan al Tempio dicevano che era normale, che quasi tutti gli allievi si prendevano una cotta per i Maestri, soprattutto se giovani e belli.
Tu eri entrambe le cose, me n’ero reso conto mentre me ne stavo impalato lì come uno scemo, a guardarti respirare come se fosse la cosa più straordinaria dell’universo.

Sentivo la tua pace, la tua vibrazione luminosa e calda che si dilatava nella Forza.

Un Prato fiorito si stendeva sotto i miei stivali, una piccola ape ronzava solitaria, posandosi su un fiore di tarassaco, poi su un altro e un altro ancora. Tutto sembrava muoversi lentamente: i fili d'erba che formavano un tappeto infinito oltre la valle, le foglie degli alberi sulla mia testa, la corrente di un fiumiciattolo che gorgogliava lungo un argine di rocce bianche. Anche le nuvole in cielo sembravano spinte da una sorta di placida inerzia.
Alla tua destra un campo di girasoli sembrava un immenso lago dorato, la superficie che ondeggiava sospinta da una corrente dolce e invisibile, le fitte corolle gialle che si aprivano fiduciose verso il sole.

Forse davvero è solo il ricordo di un sogno, di quelle immagini che ci si infilano in testa poco prima di addormentarci o quando non siamo ancora svegli, quando veniamo accolti in quell’altrove fatto di desideri e sentimenti senza speranza, affidati alla Forza in una preghiera silenziosa.

Però volevo che 
quest’immagine l'avessi tu, che potessi vederla almeno una volta, anche se ora non esistiamo più. Anche se sarà una confessione inutile, adesso che ci troviamo insieme in quello stesso perduto altrove.
 
Avrei voluto raccontartelo con la mia voce, ma i fantasmi parlano come il vento che soffia, in sussurri musicali e ovattati che non sono esalati dalle labbra, ma dalla Forza stessa.

Allora lascio che il nostro legame si espanda, che ogni filtro si smaterializzi per farti vedere tutto: ciò di cui vado fiero e ciò di cui ancora mi vergogno, quello che sono, quello che sei stato e che sei per me. Anche se forse non l'ho mai saputo davvero, anche se forse non smetterò mai di provare a comprenderlo.

E ora che lo sai vorrei avere indietro uno solo di quei giorni, guardarti respirare con il sole colato addosso, ricordare com’era starti di fronte così, come quei girasoli che guardavano il sole, danzando e allungandosi verso il cielo, nella speranza di sfiorare l’irraggiungibile.



 
FINE


 
 
 
 
ANGOLINO DELL'AUTRICE

Queste piccole OS partono da un'iniziativa pensata da GladiaDelmarre e Martina, che hanno scelto dieci parole + un bonus da usare entro maggio come prompt per storie e disegni. 
Seguitele entrambe su Ig: https://www.instagram.com/martina_huni/, https://www.instagram.com/_gladiadelmarre_/.
Spero che anche questa  flash vi sia piaciuta, se vi va fatemelo sapere!  Grazie a chi continua a seguire le mie storie su questi due bellissimi tonti.
A presto ♥

 
   
 
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