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Autore: ONLYKORINE    18/05/2023    0 recensioni
Doveva essere una storia dove, al posto dei capitoli, ci dovevano essere delle os autoconclusive, anche se la storia segue una trama comune. Stesse coppie, stesso contesto.
Dovevano essere 100 prompt per 100 capitoli, ma purtroppo solo per una decina di prompt sono riuscita a sviluppare le os. Dal decimo capitolo in poi, saranno capitoli normali. I miei personaggi hanno preso vita e non ne vogliono più sapere di seguirmi!
È il 2024 e sarà l'ultimo anno a Hogwarts per Albus e Scorpius. Lily non vede l'ora di levarseli dai piedi e godersi la sua libertà, finché non si rende conto che non è proprio quello che vuole, e se è una maledizione di famiglia, quella di innamorarsi dei migliori amici, forse, ne sarà colpita anche lei. E chi meglio di una migliore amica come Alice potrà assecondarla in tutte le sue strane idee?
ScorpiusxLily
AlbusxAlice
(non so bene dove mi porterà questa storia, ma per ora scrivo...)
Ah, altra cosa: per sbaglio mi sono immaginata Albus con gli occhiali... Beh, ora non riesco a immaginarlo diversamente quindi sappiate che li porterà! 😅
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, Alice Paciock II, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Epilogo

 

 

"Le vacanze sono una stronzata…"
"Al, non dire così…" Alice, per la terza volta da quando avevano lasciato il vagone dei prefetti per raggiungere Lily e Malfoy, sospirò: Al si lagnava nello stesso modo in cui lo faceva sua sorella e questo la fece sorridere.
Stava pensando a cosa dire quando un ragazzino dei primi anni le finì addosso, facendole perdere l'equilibrio.

 

Al riuscì a prendere la ragazza per un braccio, evitando di farla cadere e, una volta assicuratosi che lei stesse bene, si rivolse al ragazzino. "Non correre, altrimenti ti tolgo dei punti" disse, contrariato.
Alice alzò gli occhi e gli diede una manata sul braccio, probabilmente per dirgli di smetterla di bleffare, ma poi decise di rassicurare il piccolo studente che aveva sgranato gli occhi terrorizzato.
"Scusa, prefetto Potter, non lo faccio più" mormorò lui, ma poi, vedendo arrivare altri ragazzini, scappò via nella direzione che aveva preso.
"Non correte, per Salazar!"
"Dai, smettila…" Alice gli prese il braccio e fece scivolare la mano fino a raggiungere la sua e intrecciare insieme le loro dita.
Il ragazzo sbuffò: perché lei non era infastidita come lo era lui? Se fossero rimasti a scuola si sarebbero potuti vedere tutti i giorni, senza che nessuno ficcanasasse il naso, e invece così… A casa sicuramente sua madre avrebbe voluto che partecipasse a tutti i pranzi di famiglia e altre cose assurde. Anche l'ultima riunione con i prefetti era stata assurda, secondo lui. Avrebbero dovuto rimanere a Hogwarts.
Poi Alice gli strinse le dita e Al sospirò, voltandosi a guardarla mentre ancora camminavano lungo il corridoio.

 

Alice si avvicinò ad Al quando due ragazzi del quinto anno incrociarono il loro cammino e ne approfittò per stringersi a lui. "In verità, secondo me, sarà…"
Ma lui non le fece finire la frase e la spinse contro la parete rientrante del vagone, subito prima della congiunzione di due carrozze.
"Se fossimo rimasti a scuola, ci saremmo potuti vedere tutti i giorni, mentre così, fra il mio stage al Ministero e il resto, non riusciremo a vederci fino all'anno nuovo, ci scommetto…"
Alice sorrise come aveva sorriso poco prima al ragazzino: lo avrebbe tranquillizzato, anche lei voleva vederlo spesso. Alzò una mano per accarezzargli la guancia e lui gliela prese per baciarle le dita.
Al appoggiò una mano alla parete dietro alla ragazza e si chinò su di lei per baciarla: per fortuna non fece obiezioni, Alice aveva smesso di nascondersi e l'unico problema di cui lui si preoccupava era Neville, ma stava sempre attento ad assicurarsi che non fosse in giro.
"Se tu mi lasciassi parlare, forse…" disse Alice, appena lui si staccò, ma il ragazzo rise, perché lei non sembrava avere voglia di interrompere il bacio; nessuno dei loro baci.
"Spara" concesse: lei sembrava sempre un passo avanti a lui e per Al era stata una cosa talmente nuova che si stupiva ogni volta.
"I miei sono a Hogsmeade" iniziò la ragazza. Come? Davvero? Sentì un sorriso spuntargli sul viso. "A casa siamo solo io e Frank, ma…" Al sentì sparire il suo sorriso.
"Ma?"

 

Alice spalancò gli occhi per un secondo, contenta di avere la sua attenzione. "Non possiamo invitare gente e i miei hanno deciso di bloccare i camini e di impedire le materializzazioni, quindi…" Al imprecò, ma lei continuò. "Quindi dovrò venire a prenderti io".
"Cosa vuol dire che devi venirmi a prendere?"
"Materializzazione congiunta, Potter" mormorò, omettendo che lei e Lily lo avevano fatto un sacco di volte, sia con James che con Frank.

 

Al sgranò gli occhi quando capì quello che intendeva: avrebbe guidato lei la materializzazione? Era illegale! Alice dovette capire quello che stava pensando perché subito dopo aggiunse: "Se con me c'è un maggiorenne con patente, il Ministero non può sapere con certezza da chi proviene la magia e se…" Giusto! Al tornò a sorridere e non ascoltò la fine della frase: sapeva di quella falla, suo padre l'aveva raccontata, qualche volta, in passato. "Beh, sempre che a te non dia fastidio che debba condurre io la mat…"
Ma cosa gli interessava a lui? "Voglio stare con te, non mi interessa nient'altro" la interruppe.

 

Alice sorrise e gli prese il davanti del maglione per tirarlo a sé. "Bene, perché sai cos'è che voglio io?"
Al le posò le labbra sulle sue e le circondò la vita con le mani. "Cosa vuoi?"
La ragazza si sollevò sulle punte e sussurrò: "Voglio fare l'amore con te", prima di tornare a baciarlo.

 

***

 
"Sapevate che Olivia Clark, delle Holyhead Harpies, si ritira?" chiese Lily, mentre, con la testa appoggiata alle cosce di Scorpius, leggeva Teen Quidditch sdraiata sui sedili dello scompartimento dell'Hogwarts Express.
"Sì, sembra che sia incinta" rispose Fiona, la fidanzata di Hugo, mentre pescava un rospo alla menta dall'enorme sacchetto di dolci del ragazzo.

"Davvero? Mamma non me lo ha detto" constatò, corrugando la fronte. Ma poi tornò a guardare la rivista patinata dove scope e divise svolazzavano a ogni pagina. "Chissà chi prenderanno al suo posto…" Sospirò, voltando pagina.
"Peccato che Rose non giochi più, altrimenti…" Hugo si infilò in bocca una piperilla e continuò a parlare con la bocca piena.

"Davvero! L'avrebbero presa subito, senza neanche fare il provino, ci scommetto!" esclamò la rossa, sospirando subito dopo.

 

Scorpius teneva una mano sulla pancia di Lily e la mosse in una carezza inconsapevole, mentre guardava fuori dal finestrino. "Te dovrai aspettare ancora due anni".
"Per far che?" gli chiese lei, inclinando la rivista e guardandolo da sotto.
Scorpius abbassò lo sguardo su di lei. "Per fare i provini per il Quidditch" precisò; Lily sapeva volare meglio di un gufo, era veloce e agile, ed era in grado di guidare la scopa anche solo con una mano. Probabilmente avrebbe potuto farlo anche bendata e con una mano incantata dietro alla schiena. Per lui, avrebbe potuto giocare da professionista, in qualsiasi squadra. Con qualsiasi ruolo.
Lily arricciò il naso in un gesto che smosse il petto del biondo. "Non so…"

 

"Devi solo trovare il coraggio di provarci" disse ancora lui, continuando ad accarezzarla sopra il maglione.
Quando Lily alzò di nuovo gli occhi su Scorpius, lui le fece l'occhiolino e poi spostò lo sguardo fuori dal finestrino, ma senza staccare la mano da lei. Ma…

Si tirò su e si voltò verso il ragazzo. "Ma parli sul serio?"

 

Scorpius si girò appena sentì che Lily si era spostata. "Come?" chiese, non capendo.
"Pensi davvero quello che hai detto?" gli chiese lei, sottovoce, come se fosse un segreto. Eh? Non avrebbe parlato se non lo avesse pensato!
"Ma certo. Perché dovrei…" Quando lei si morse il labbro, Scorpius si sentì perso. "Tu non pensi di poter…" Si interuppe quando il rumore del sacchetto di Weasley e della Tassorosso al suo fianco gli ricordò che non erano soli. "Ehm…"
"Hugo, andiamo da Stuart, che prima ha detto che doveva parlarci" disse la ragazza, alzandosi in piedi.

 

"Stuart? Ma non ha detto niente del ge…"
La Tassorosso fece una smorfia con la bocca e interruppe il rosso tirandolo per un braccio. "Certo che lo ha detto! Magari non lo ricordi" lo apostrofò, mentre il ragazzo la guardava confuso, poi si rivolse a Lily. "Tuo cugino ha poca memoria, mi sa…"
Lily sorrise nervosamente e si passò una mano fra i capelli, mentre con un cenno la ringraziava. Osservò i due amici uscire dallo scompartimento, ma poi rimase a guardare la porta anche quando lei e Scorpius rimasero soli.
"Guardami, Lily" le disse, dopo un po', e la ragazza obbedì, girandosi verso di lui, ma senza alzare gli occhi.

 

Scorpius le prese il mento con la mano e le alzò il viso. "Adesso mi spieghi" ordinò, quasi.
"Pensi veramente che potrei giocare in una squadra di Quidditch?" Ma che domanda era?
"Tu giochi già in una squadra di Quidditch!" le rispose.
Lily sbuffò e alzò gli occhi al soffitto. "Ma è quella della scuola!" esclamò, come se fosse niente. Scopius fece cadere la mano.
"Per te che sei brava è solo la squadra della scuola, ma c'è anche chi non è stato ammesso…"

 

Lily si morse l'interno della guancia; non capiva se lui volesse farla sentire in colpa o la trattasse come una bambina capricciosa. Comunque non le piaceva nessuna delle due cose. "Quindi, secondo te sono brava?" chiese ancora.

 

Scorpius sorrise. "Certo che sei brava. E lo sai anche tu" rispose, facendo scorrere il dorso delle dita sulla sua guancia: adorava toccarla.
Lei rise e si spostò su di lui, salendo a cavalcioni sulle sue gambe. "E quanto sono brava, allora?" domandò, chinandosi su di lui per baciarlo.
Il ragazzo le posò le mani sui fianchi, accarezzandola attraverso i jeans. "Beh…" Si fermò perché lei aveva iniziato a strusciarsi contro di lui; non andava bene per niente. "Lily…" sospirò.
"E sono più brava di te?" gli chiese ancora, ridendo.
"Cosa dovrei rispondere?" Lei rise ancora. "Se ti dicessi che sei più brava di me, diresti che sono un ruffiano, mentre se sostenessi che sono più bravo io, tu…"
"Direi che sei un arrogante presuntuoso!" lo interruppe, ridendo.
"Già, lo immaginavo!" rispose lui, iniziando a farle il solletico. Lily rise e si buttò di lato, fino a quando non si ritrovarono sdraiati vicini.

 

Lily sospirò e passò le mani fra i capelli del ragazzo; le piaceva così tanto, farlo.
"In verità ho scoperto che non sei male, sai?" disse, continuando ad accarezzarlo.

"Lily che mi fa un complimento? Ma chi sei tu? E che ne hai fatto di lei?" Scorpius riniziò a farle il solletico e lei rise ancora, mentre il mondo sembrava lontanissimo, fuori dal loro scompartimento. Lily ci pensava da un po': Scorpius l'aveva aiutata con il Quidditch, la sosteneva e le diceva sempre che era brava. Perfino Alice aveva detto che in certi momenti il suo atteggiamento valeva più dei baci e delle carezze.
"Potrei dirti che…"

"Mi dici già quanto pensi che io sia snob e altezzoso, sai? Non c'è bisogno che tu lo faccia anche adesso!" la interruppe lui, ridendo, ma Lily mise il broncio: per una volta che era seria!
"Sei sempre gentile…" iniziò, come se lui non avesse detto niente, rendendosi conto per la prima volta che, forse, anche lei poteva essere una persona gentile come lui. Continuò ad accarezzargli i capelli. "Sei bravo a Quidditch, sei così bello che tutte le ragazze ti corrono dietro e…" La voce le morì in gola e un groppo alle corde vocali le fece mancare le parole che voleva dire dopo.
"Lily, non…" Scorpius cercò di tirarsi su, improvvisamente serissimo, ma lei gli impedì di muoversi.
"Shh… zitto. Chissà quando ricapiterà che io sia così sincera con te" disse ancora, prima di baciarlo e lui obbedì. Continuò a far scorrere le mani su di lui e poi scese fino alla spalla e continuare un po' sulla schiena. "Hai i voti migliori che io abbia mai visto. E non per qualcosa, ma ti ricordo ancora che sono cugina di Rose; sei sempre carino con tutti e non ti ho mai sentito prendere in giro o insultare nessuno…"

 

Scorpius rimase a bocca aperta: Lily gli stava elencando tutte quelle qualità, ma lui se le meritava davvero? Era davvero così come lo vedeva lei? "Io non…"
Gli chiuse le labbra con un dito, intimandogli ancora di tacere. "E sei così dannatamente perfetto che naturalmente non lo sai. Scorp, io…"
Lei si interruppe ancora e lui rimase in bilico fra il prenderla in giro perché aveva sempre detto che non lo avrebbe mai chiamato 'Scorp' e sentire quello che voleva dirgli, così rimase in silenzio a perdersi nei suoi occhi nocciola, quegli stessi occhi che ora lo guardavano con intensità.

 

"Io… penso di amarti" concluse Lily, in fretta, subito dopo, spostando lo sguardo verso il finestrino, per osservare campi e boschi che si susseguivano in un loop infinito di emozioni.
Stranamente, si sentiva bene; non in imbarazzo, come pensava, né smaniosa di sentirgli dire la stessa cosa, lei voleva solo dirglielo, non per sentirlo rispondere, ma perché lui doveva saperlo.
"Lily…" la richiamò il biondo, accarezzandole ancora il viso e lei tornò a guardarlo, con una strana tranquillità nel petto.
"Non devi dire niente, Scorpius, non voglio che tu ti senta obbligato…"

Ma lui non la fece finire e si chinò fino ad azzerare lo spazio fra le loro labbra. "Io, invece, ne sono sicuro: ti amo, Lily" disse prima di baciarla e farla sentire in paradiso.

 

***

Santo Merlino!

Ginny stava correndo per la scala che portava ai piani superiori perché si era scordata i guanti in camera. O nel guardaroba. O… Beh, dannazione, se se lo fosse ricordato, dov'era, avrebbe potuto fare un accio e tutto si sarebbe risolto in pochissimo tempo, invece era già a Diagon Alley quando si era accorta di averli lasciati a casa e di non riuscire a resistere senza.
Sbuffò quando inciampò su uno dei gradini e si impose di darsi una calmata: sapeva perché si sentiva così nervosa e irritata. Era perché Lily, la sua cara figliola di soli quindici anni, aveva raccontato alla sua miglior amica, la sera prima, che quel giorno avrebbe fatto l'amore per la prima volta con Scorpius, il suo ragazzo e lei, che aveva sentito la conversazione di nascosto, non aveva potuto far altro che fingere di non sapere niente. Ma come si fa a fingere di non sapere? Sua figlia, la sua bambina più piccola, stava perdendo la verginità forse proprio in quel momento. Nervosamente guardò l'orologio. Come sarebbe andata? Sarebbe stata un'esperienza bella come la sua con Harry? O sarebbe stato disastroso? Scorpius sarebbe stato gentile oppure

Si impose di continuare a camminare. Ma perché si era messa con un ragazzo che lei conosceva? Uno che aveva visto crescere, che considerava parte della sua famiglia... Cosa avrebbe fatto se avesse dovuto lanciargli una cruciatus perché non era stato attento con sua figlia? Per le mutande sporche di Merlino, avrebbe davvero preferito non sapere!
Entrò in camera e lì, sul comodino, trovò ciò che l'aveva fatta tornare indietro fino a casa. Sorrise scuotendo il capo e si affrettò a prenderli. Desiderosa di pace, cercò anche di tranquillizzarsi: Scorpius sarebbe stato perfetto per Lily, esattamente come lo era stato Harry con lei. Sarebbero stati attenti a tutto e ogni cosa sarebbe andata bene. Sorrise e fece dietro front per tornare a fare gli acquisti.
Invece di smaterializzarsi, però, una volta fuori sul corridoio, vide la porta della stanza di Al chiusa: ma quante volte aveva detto ai ragazzi di lasciare le porte aperte la mattina così che l'aria circolasse dappertutto? Le stanze degli adolescenti poi avevano bisogno di aria, se qualcuno voleva entrarci ancora.
Con un sospiro profondo aprì la porta ma, quello che vide la bloccò prima che potesse raggiungere la finestra: Al era sdraiato a letto, mentre sul suo torso nudo era appoggiata una ragazza, nuda dalla vita in su e si stavano bisbigliando frasi chiaramente d'amore.
Quando lei si girò verso la porta spalancata, per poco Ginny non perse l'equilibrio: Alice! Merlino, suo figlio era a letto con Alice. E sicuramente avevano fatto… Oh, Merlino!
Chiuse la porta di scatto e poi si fermò a guardarla dal corridoio, come se stesse vivendo in trance e stesse per proclamare una profezia.
"Ginny? Tutto bene?"
La voce dell'uomo la riportò velocemente sul vecchio tappeto che si ostinava a non buttare e che era stato colpevole di aver attutito i suoi passi; come sentì la porta di casa chiudersi e rumori inconfondibili riempire la cucina, riaprì la porta della stanza del figlio, per mettere dentro la testa.

"Vedete di rivestirvi. Anzi, smaterializzatevi: tuo padre è qui" annunciò.
"Ma papà non aveva quella cosa al Ministero?" chiese suo figlio, mentre lei sbuffava ancora.
"Non il tuo, il suo!" urlò bisbigliando, per poi chiudere di nuovo la porta e raggiungere Neville giù e impedendogli di salire.
Era una situazione bizzarra: Lily e Scorpius, Al e Alice… ma cosa era successo? Non c'era più gente nuova a Hogwarts? Per un attimo ripensò a quando aveva pensato che i figli di Lily e di Alice avrebbero potuto essere amici, da grandi. Amici, aveva pensato, non cugini, per Godric!
"Hai uno strano sorriso, Ginny" le disse Neville, quando raggiunse la fine della scala. Oh, davvero? Stava sorridendo? Buttò un occhio allo specchio in corridoio e notò di di avere un'espressione contenta. Beh, effettivamente la situazione era buffa e divertente. Guardò verso il pianerottolo, lì dove pochi mesi prima i suoi figli si erano tirati schiantesimi e ora, invece, stavano crescendo davvero. Ma era giusto così.
"Ho trovato uno zellino vicino al letto" mentì, ma felice.
"Porta fortuna"

"Sì, l'ho sentito anch'io. Andiamo? Harry ci raggiunge a pranzo da Hannah" disse, prendendo l'amico a braccetto e spingendolo con decisione verso la porta, per farlo uscire.
"Oh, mamma!" esclamò James, incrociandoli davanti all'uscio.
"James, cosa fai a casa?" domandò, aggrottando la fronte; il rossore sulle guance del figlio le fecero capire che non si aspettava di incontrarla e che era a disagio. Un altro che tornava a casa di nascosto per incontrarsi con qualcuno? Quasi rise.
"Oh, aspetti una ragazza?" chiese e quando gli si arrossò anche la fronte, rise davvero.
"Beh, mamma, pensavo che in casa non ci fosse nessuno…" Il ragazzo si portò una mano alla nuca e Ginny non riuscì più a trattenersi.
"Ah, e fammi indovinare: non mi hai detto niente perché la conosco di già!"
James spalancò gli occhi e la bocca. "E tu come fai a saperlo?"

 

La rossa si allontanò ridendo al braccio del suo miglior amico: ma sì, la vita era imprevedibile ed era proprio questo a renderla così bella.

 

Fine

 

 

***Eccomi alla fine! Ma più che altro, eccoci! Sì, perché senza di voi, questa storia, tirata, strampalata, nata diversa, finita un po' così, non ci sarebbe stata. Quindi grazie. Grazie di aver letto subito quando pubblicavo, grazie per le vostre recensioni, per i vostri commenti, per tutto. E scusate se (e probabilmente è così) la storia avrebbe meritato di più. È che era nata in un modo, ma poi io mi sono stufata delle os, loro (i personaggi) hanno deciso di fare quello che volevano, fregandosene di tutto ciò che avevo pensato io con la scaletta e hanno fatto un po' di casino. Doveva esserci molta più Scorlily e doveva essere molto diversa. Me ne scuso. Ma spero almeno che la coppia Al e Alice vi sia piaciuta (perché io l'ho adorata e ho fatto fatica a non farle prendere tutta quella scena).

Quindi ancora grazie.

   
 
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