Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: susiguci    20/05/2023    3 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo XVI

 

Breakdown












 

"Ciao. Ben arrivato!" Arthur manifestava un certo disagio e Merlin lo colse al volo.

 

"Il tuo messaggio diceva venerdì, ore 17.00. Ho sbagliato qualcosa o … hai cambiato idea?"

 

"No, … senti, mi dispiace ma mio padre non è ancora partito."

 

"Ritorno più tardi, allora"

 

"Non vuoi che te lo presenti?"

Merlin fece una faccia indecisa. "Per me non c'è problema, ma …"

 

"Non sarà gentile. Non lo è mai!" disse l'altro con fare agitato.

 

Arthur entrò in casa, seguito da Merlin. Una sensazione spiacevole  prese quest'ultimo allo stomaco, anche se era curioso di vedere quell'uomo ricco, potente e pericoloso. 

 

L'uomo si girò verso di lui. 'Decisamente un bell'uomo.' Alto, magro, con occhi color ghiaccio e una postura regale. 

Giacca e cravatta, foulardino di seta nel taschino. Vestiva italiano dalla testa ai piedi. Vicino all'uomo un trolley che da solo doveva costare come un'utilitaria. 

 

"Arthur, che novità è questa? Quando mai mi hai presentato uno dei tuoi ragazzi? Devo preoccuparmi?" disse Uther con un sorrisetto freddo.

 

"È un mio amico papà."

 

"Sì, sì. Adesso si dice così, vero?" disse ridendo e facendo l'occhiolino a Merlin.

 

Il ragazzo sorrise ma dondolò da un piede all'altro per mascherare il suo disagio. Uther Pendragon era inquietante come l'aveva immaginato.

 

Arthur spiegò al padre. "Si tratta di Merlin. È il ragazzo che ha riconosciuto e denunciato Gallagher"

Allora Uther lo guardò negli occhi, stavolta serio. 

"Quand'è così, io ti devo molto, ragazzo. Probabilmente tu hai salvato la vita a Morgana …"

 

"E io devo a lei, signore, la cattura di quell'uomo…"

 

"Un cittadino che ha le possibilità di farlo, deve dare il suo contributo al paese e anche alle forze dell'ordine, se necessario" disse con atteggiamento fiero.

 

"È una cosa molto nobile, da parte sua. Anche se non si può pretendere di salvare sempre tutti…" 

 

Per un attimo lo sguardo di Uther si fece tagliente.

"È il mio unico rammarico…" aggiunse l'uomo.



 

"Papà! È arrivato il tuo taxi!" Arthur non vedeva l'ora che suo padre se ne andasse.

 

"Bene, ragazzi" disse Uther. "Divertitevi!" E sfoggiò un sorriso tanto grande quanto finto.

 

"Ciao papà! Buon viaggio!"

 

"Arrivederci" osò Merlin.



 

"Beh, che mi dici del vecchio Pendragon?" sorrise Arthur sospirando, ora che il padre non c'era più.

 

"Non è male, ma preferisco ancora Adam Levine"

Arthur rise ricordando i messaggi scambiati con Merlin tre anni prima.

 

"Hai letto il dossier?" 

 

"Sì. Se ho capito bene per ora dovrei limitarmi al ruolo di truccatore di modelli sia per le prove che per le sfilate."

 

"Non sarai solo. Ma le decisioni sarai tu a prenderle. Si tratta di cinque giorni a settimana, dal mercoledì alla domenica. Il weekend si lavora di più, però."

 

"E quest'estate dovrei partecipare un corso di estetica, molto esclusivo, finanziato dalla vostra azienda?"

 

"Esatto. Poi più avanti dovresti cominciare ad analizzare le sostanze chimiche di ogni singolo prodotto, dal profumo, al balsamo fino al makeup. Morgana vorrebbe creare una linea di prodotti più naturali possibili e comunque molto efficaci."

 

"Infine, dovrò anche crearne di nuovi, è così?"

"Sì, ma insieme a Morgana e alla sua equipe. Ti andrebbe di cominciare dopo gli esami?"

"Dovrò licenziarmi…"

"Al salone sì, ma con i bambini potresti concentrarli il lunedì e il martedì. Per quanto riguarda il bar …  non lo so. Forse è meglio che tu ne parli con Morgana. È sua l'azienda. Io credo che i soldi che guadagneresti nella sua compagnia ti compenserebbero ampiamente della perdita degli altri lavori. C'è un ma, però…"

Merlin strinse gli occhi.

 

"Come farai con Percival? Visto che vi vedete solo nei weekend?"

 

Merlin lo guardò con occhi vibranti.

"Di questo non ti preoccupare … non ti riguarda… ci penserò io…"

 

Arthur spalancò la bocca con un espressione di stupore ma anche di gioia.

 

"L'hai lasciato, quindi!"

 

"Come diamine hai fatto a capirlo?" chiese Merlin stupefatto.

 

"Non hai segreti per me. La tua faccia si può leggere… ci ho provato e tu me l'hai confermato adesso."

 

Merlin si sentì preso in giro e rimase serio e zitto.

 

"Oh, scusami … non sono molto gentile … come ti senti?" disse Arthur cercando di frenare l'eccitazione nella sua voce.

 

Merlin sospirò, rassegnato dal modo di fare di Arthur.

"È stata dura, ma andava fatto. Lo sai che Gwaine è venuto da me, l'altro giorno?" 

 

"Si è fatto vivo?"Arthur stentava a crederci. 

 

"Mi ha detto che è innamorato di Percival."

 

Arthur non se l'aspettava proprio.

"Avrei dovuto capire che era gay. Con tutto quel trucco…"

 

"Non c'entra affatto il trucco! Conosco etero più truccati di lady Gaga…" obiettò Merlin con foga, sentendosi punto sul vivo.


"E ora è bisex … e tu temi che si metterà insieme a Percival"

"Lo temo? Forse sì ma lo spero anche! Tra loro c'è una connessione rara. Percival sta cominciando a capirlo solo adesso. Almeno la nostra storia è finita per un buon motivo… "

 

"Sai chi mi ricordano Gwaine e Percival?" Arthur lo fissava con una certa impudenza.

 

Merlin lo guardò di sbieco.

 

"Tu ed io. Anche tra noi c'è questa connessione rara e come Percival anche tu fai fatica a vederla" spiegò Arthur con semplicità.

 

"Ti sbagli! La vedo, la sento, ma è talmente … sconsiderata."

 

"Cosa dici! No! … È naturale e … meravigliosa" Arthur si avvicinò di un passo a Merlin. "Io potrei renderti molto felice Merlin, se tu mi lasciassi fare. E tu… tu sei grado di rendermi felice così, anche solo standomi accanto. Persino se discutiamo. Io per primo non l'avrei creduto possibile."

 

Arthur si avvicinò di un altro passo. E gli mise le mani sulle spalle, accarezzandogliele dolcemente.

Poi gli sfiorò una guancia molto lentamente, con il dorso delle dita, mangiandoselo con gli occhi. 

Era una sensazione così viva che Merlin sentì fremere tutto il corpo. 

 

Arthur camminò verso di lui, facendolo indietreggiare, lentamente ma inesorabilmente, tanto che la schiena di Merlin si fermò contro la parete dietro di sé.

 

"Non vorrai usarmi violenza, spero!" disse Merlin seriamente in difficoltà, pur senza volerlo sembrare.

 

"No, mai! Non potrei mai farti male. Ma credo che tu stia dicendo un sacco di balle. In fondo credo che tu voglia! Solo che con tutte le tue fisime, forse hai bisogno di un po' di sprone" E fece un ulteriore passo verso di lui. Era ormai molto vicino.

 

"Voglio vedere come farai!" disse Merlin sulla difensiva. "Tu non mi conosci così bene. So essere tenace e testardo quando voglio!"

 

Arthur si tolse le due maglie che indossava con un unico movimento e rimase a torso nudo. Merlin trasalì e pensò che Arthur fosse uscito fuori di cervello. 

 

"Come vedi non ho in mente nulla di trascendentale" disse Arthur tranquillo.

 

'Scorretto!' pensò l'altro. Era per quello che l'aveva invitato a casa sua?


"Ex abrupto?" quasi urlò Merlin.

 

"Ehi! Brutto a chi?" rispose Arthur offeso.

 

Merlin portò gli occhi al soffitto. "È latino e vuol dire: così, all'improvviso?"

 

"Preferisco dire: d'emblée?"

"Giá … il tuo francese!"

"Il mio francese … Mon Dieu, mais comme tu es mignon!"*

Merlin doveva ammettere con se stesso che il francese fosse una lingua seducente, almeno parlata da Arthur in quel modo, anche se non aveva capito niente.

 

"Tu es mon petit chou… tellement charmant, si séduisant…"**

 

"Basta così. Tanto non capisco…" alzò la testa Merlin e lo fissò. "Ti ho spiegato tante volte che il sesso fine a se stesso non mi interessa. Non me n'è mai importato niente…"

 

Arthur rispose quasi con la stessa foga. 

 

"Questo non è vero! Con Oswald l'avresti fatto! Eccome! Me l'hai detto tu. Si può sapere che cos'ha lui  che io non ho?…"

 

Merlin aggrottò le sopracciglia, cercando di spiegare.

"Non lo conoscevo neanche. Era … l'uomo del mistero"

 

"Io invece sono ormai noioso e scontato vero?"

 

Il calore del corpo di Arthur era a tratti percepibile e riusciva a sentire il delizioso odore personale dell'altro, tanto da sentirsi sciogliere all'interno.

Non ce la faceva più e suo malgrado fece qualche passo di lato.


"No, non l'ho mai pensato. Cosa vuoi che ti dica?" Merlin non capiva… forse.

 

Arthur appoggiò una mano sul muro in alto dietro Merlin.

"Solo la verità"

 

Merlin si sentí braccato da quel gesto.

 

"La verità? Posso anche dirtela. Penso che esteriormente tu sia l'uomo più bello che ci sia. Lo sei sempre stato. Guardarti a volte fa persino male. Ma ciò che conta è che in poco tempo sei diventato il mio migliore amico. Se mi sentissero Gwen ed Elyan credo ci rimarrebbero malissimo."

 

"Ma di un migliore amico ci si fida!"

"Non se ti fa capire di voler andare oltre il consentito"

 

Arthur emise un forte respiro un po' sconsolato. "Ma siamo noi a decidere cosa ci è consentito oppure no." 

 

Merlin continuò. "Pensi che non mi piacerebbe? Ti sbagli, ma … io non sono a mio agio con te. È questa la verità che vuoi sapere? 

Tu hai avuto quattrocento ragazzi e io non voglio essere la tacca n. 401 sulla tua cintura. Io potrei innamorarmi di te molto facilmente ma il potere che avresti allora su di me, potrebbe distruggermi con poco impegno da parte tua. Non posso permettermi un lusso così grande. Se io fossi un ragazzo 'normale' forse deciderei di vivere la cosa a cuor leggero, come un'esperienza di vita, ma io devo pensare alla mia incolumità mentale"

 

"Lascia che ti dica solo una cosa. Tu sei normale! Non c'è mai stato niente di sbagliato in te. Tuo padre ti avrebbe abbandonato, qualsiasi bambino tu fossi stato, perché quello sbagliato è sempre stato  lui. Era un egoista. Scusa, ma tuo padre era uno stronzo!"

 

A Merlin scappò una lacrima furtiva. Faceva ancora male. 

"Sai Arthur … ti ho mentito su di lui. Mi dispiace ma, Balinor è ancora vivo!"

 

Arthur spalancò le labbra in una 'o' perfetta. 

 

"Si è comportato con me, come se non esistessi, come se fossi morto, e io ho fatto lo stesso con lui. Lo amavo così tanto e invece dopo ho desiderato davvero che fosse morto!"

 

"Oh, Dio, Merlin! Non ti giustificare. Io … sono sicuro che avrei fatto come te!"

 

"Il dottor Gaius mi ha detto che a volte in questi casi fa bene affrontare una persona che ti ha ferito ma teme che per me non sia così. Come te pensa che mio padre sia un uomo freddo e egoista."

 

Arthur fece un paio di passi indietro.

"Non so se hai capito perchè ti ho detto questo. Tu sei un ragazzo fantastico e non dovresti più permettere al ricordo di tuo padre di farti sentire sbagliato e indegno di essere amato…"

 

"Non credo sia solo per mio padre…"

 

"D'accordo. Allora…  è possibile che tu pensi ancora a Percival? Tu speri che lui torni da te?"

 

"Sento la sua mancanza, certo. Ma lui sta meglio senza di me. Lui non tornerà e io me ne sto facendo una ragione. Non è per lui, Arthur che ho dei dubbi. Riguarda solo me."

 

"Tu non ti fidi di me!"

 

"È così!" ammise Merlin con una voglia improvvisa di scoppiare a piangere.

 

"Quindi è inutile che io ti aspetti? Tra un mese o tra sei mesi, tu la penserai ancora così su di me?"

 

"È probabile" Merlin abbassò gli occhi.

 

Arthur si rimise le maglie.

Merlin guardò la sua pelle scomparire all'improvviso dentro i vestiti e ne sentì subito la mancanza.

 

"Tu non hai capito che per te sono molto cambiato,  vero?" disse Arthur con rabbia.

 

"Me l'hai detto ma non ho afferrato bene il concetto."

 

"Voglio una storia d'amore importante e vorrei fosse con te questa storia…"

 

Merlin deglutì. Arthur era adorabile in quel momento: rosso, spettinato e furente. Ma gli sembrava di non potersi fidare più di nessuno. Tanto meno di lui.

 

"È una cosa molto dolce,  non la dimenticherò …" sorrise tristemente Merlin.

 

"Ma a che ti serve serbarla nel cuore per sempre? A niente! Non serve a te e non serve a me! Siamo ad aprile e dal giorno del mio compleanno non ho più sfiorato un ragazzo."

 

"Davvero?" Merlin non l'avrebbe mai creduto possibile.

 

"Sì e l'ho fatto perché volevo ti avvicinassi a me. Se avessi continuato con la mia vita di prima, tu non mi avresti accettato come amico."

 

"Credo tu abbia sbagliato. Avresti dovuto continuare a fare quello che volevi…"

 

"Ma era questo quello che volevo. Non mi è pesato. Volevo essere degno della tua amicizia…"

 

"Sarebbe potuto succedere anche se tu avessi continuato la tua vita da lover boy. Era sufficiente non parlarne con me."

 

"Ma cosa dici? Perché fai lo struzzo? Questo è un'insulto alla tua intelligenza. È sempre meglio sapere le cose come stanno, anche se fanno soffrire"

 

"Ho sempre fatto così con tutti. La vita privata dei miei amici non mi riguarda. Erano fatti loro e alla fine stavamo bene così. Gwaine non mi ha mai detto con quante e quali ragazze è stato. Nemmeno Elyan."

"Io l'ho fatto invece, perché si vede che sono il più idiota!"

"Sono stato io che stupidamente l'ho voluto sapere! Ma non sarò mai pronto per queste cose!"

 

"Per questo dico che sono stato idiota. La tua era una trappola e io ci sono cascato come un emerito cretino."

"Trappola? Cosa dici?"

"Tu inconsciamente vai cercando ogni cosa che ti faccia stare male e io non so perché. Ma quello è il passato. Ed è …passato.

Credevo che la nostra amicizia fosse importante anche per te."

 

"L'amicizia con te è stata la più strana che abbia mai avuto. Nonostante tutti i tuoi ragazzi io non ho voluto interrompere la nostra amicizia. Questo significa che tengo a te più che a tutti gli altri…"

 

"Mi fa piacere che tu abbia fatto un'eccezione per me e che tu stia crescendo e che riesca ad affrontare sfide finora impensabili. Ma il punto è un altro. Volevo diventare tuo amico per conoscerti meglio. E così è stato. E adesso voglio di più! Posso aspettarti ancora, se vuoi, ma ho bisogno di qualcosa che mi faccia capire che anche tu stai camminando verso di me. Anche tu puoi farmi soffrire, Merlin. L'hai già fatto!"

 

Merlin era confuso. Non aveva mai pensato che Arthur potesse aver sofferto a causa sua. Era stato sempre troppo concentrato sui suoi problemi. Era stato egoista.

"Ma cosa dovrei fare?" domandò Merlin frustrato.

"Qualcosa che ti venga naturale. Oppure potresti dirmi qualcosa!"

 

Merlin pensò ad un bacio. Era troppo. Pensò di dirgli che lo amava. Ancora peggio.

Non riuscì nemmeno ad abbracciarlo. 

Merlin era di nuovo sul punto di piangere. Arthur se ne accorse ma pur provando compassione, rimase fermo. Se avesse ceduto, sarebbe stato tutto inutile.

 

"Arthur…"

"Ti ascolto, Merlin"

"Io … non ce la faccio!" disse in un soffio.

 

Arthur si indurì, nell'espressione e nella posa del corpo. Il giovane provava un dolore molto più intenso di quanto si sarebbe immaginato. Non si aspettava che la delusione per il rifiuto di Merlin potesse fargli così male. Era arrabbiato con quel ragazzo ma lo era di più con se stesso. Aveva fatto tutto quello per niente. Merlin in fondo non lo voleva. La rabbia diventò furia a stento trattenuta. 

"Bene Merlin! Lo sai cosa farò stasera per festeggiare questa bella notizia?"

Merlin sgranò gli occhi spaventato e si guardò intorno per vedere come fare ad eludere Arthur per poter andarsene via. 

 

Arthur intuendo il pensiero dell'altro scattò e si piazzò davanti alla porta che portava all'uscita.

 

"Arthur, no" strillò Merlin.

 

"Non farò niente che non abbia già fatto centinaia di volte…" continuava più insidioso che mai.

"Lasciami passare, Arthur!" Merlin era ora serio e arrabbiato anche lui.

 

"È una vita che non vado al Kings Arms***e ho un po' di arretrati da recuperare."

 

Merlin lo fulminò con occhi pieni di odio, più per la cattiveria volontaria dimostrata da Arthur che non per quello che aveva detto. Avrebbe dovuto aspettarselo. Ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di farsi vedere sconvolto. 

Rimase immobile, desiderando solo che l'altro sparisse e con freddezza si fece uscire: "Buon divertimento!"

 

Arthur ebbe un istante di sconcerto, poi s'imbronciò e lasciò la stanza.

 

Merlin aspettò un po' dentro quella bellissima casa, così piena di ricordi amari per lui.

Non si sbagliava su Arthur. Anche se diceva che i ragazzi non gli interessavano più, alla prima difficoltà tornava alla sua vita libertina. Forse faceva bene lui a godersi la vita. Era giovane e bello. Era ricco. Anche potendo Merlin non sarebbe riuscito a fare come lui: non era in ogni caso la vita che avrebbe scelto per sé.

Si rese conto di quanto fossero diversi. E lontani.

 

Trovò l'uscita da solo. Arthur non si vedeva e s'incamminò verso casa sua.

















 

*Mio Dio, ma quanto sei carino?

** Tu sei il mio piccolo tesoro (alla lettera: tu sei il mio piccolo cavolo), così affascinante, così seducente…

***Un gay pub per uomini a Soho.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: susiguci