Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Im_notsupposedtobehere    26/05/2023    1 recensioni
Reiner e Leda erano cresciuti insieme nel quartiere d'internamento di Liberio.
Due bambini costretti a diventare adulti presto e a separasi a causa degli orrori di una guerra senza fine.
Dopo cinque anni in missione finalmente Reiner rientra in patria acclamato da tutti: l'eroe, lo Scudo di Marley, il gigante Corazzato ma Leda aspettava semplicemente il ritorno del suo amico.
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“Tutto quello che riuscivo a pensare era che Marley guadagnava il suo Scudo ed io perdevo il mio migliore amico.
Tu credevi che ti servisse essere qualcun altro per farti amare dal prossimo ma per me è sempre bastato che tu fossi te stesso. “
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pieck, Porco Galliard, Reiner Braun, Zeke Jaeger
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Reiner


 Scendere dalla passerella della nave fu molto più difficile del previsto per Reiner. Non era solamente il vociare della folla e il gran numero di persone accorse ad accoglierli a rendergli pesanti le gambe: cosa avrebbe detto al sig Leonhard e agli Hoover se li avesse incontrati? La vergogna gli pesava sul cuore come un macigno e la consapevolezza che tutto il dolore che le famiglie dei suoi compagni avrebbero provato era esclusivamente colpa sua gli impediva di respirare. Era terrorizzato all’idea di dover sostenere i loro sguardi mentre lui avrebbe potuto tornare a casa e sedersi al tavolo con sua madre e con Gabi. 

 

Sarebbe stato bello poter finalmente rivederle entrambe e riassaporare la tanto agognata normalità nella sua casa; si poteva già immaginare, una volta sceso dalla nave, camminare per le strade della sua città che tanto gli erano mancate e finalmente non sentirsi più un estraneo in mezzo alle persone. Con un po’ di fortuna, magari, lungo la via di casa avrebbe incontrato anche Leda e sua nonna, avrebbe potuto rientrare in quella cucina dove, da bambino, si era sempre sentito così al sicuro e riempito di affetto. Un sorriso gli sollevò impercettibilmente l’angolo delle labbra.

“ Ma cosa vai a pensare?” la sua coscienza lo riportò bruscamente alla realtà “ Non hai diritto a fantasticare di passare dei momenti normali, mentre tutti gli altri stanno soffrendo. Berthold non potrà mai più tornare a casa sua, Marcel non riabbraccerà mai più Porko e Annie non rivedrà mai più suo padre.
Come puoi anche solo pensare di meritare di sorridere con tanta leggerezza?”

La vergogna tornò a pesargli sul cuore come un macigno, questa volta ancora più pesante.

Reiner mosse i primi passi lungo la passerella con incertezza, tenendo lo sguardo basso. Zeke e Pieck gli stavano davanti, perfettamente a loro agio, mentre alle sue spalle due militari marleani tenevano Ymir per entrambe le braccia, costringendola a scendere; non che la ragazza stesse opponendo resistenza, in ogni caso. Non poteva fare a meno di guardare fisso il metallo della pesante passerella anche quando Zeke gli disse con fare dimesso che avrebbe fatto meglio a dissimulare meglio la sua stanchezza “ Sei lo scudo di Marley, Reiner, comportati come tale. Tutta questa gente è venuta a vedere il tuo rientro, cerca di vendere la storia che sia un ritorno trionfale, almeno”.

A fatica drizzò la schiena e alzò il mento per fronteggiare le persone di fronte a lui, freneticamente i suoi occhi andarono da una parte all’altra della folla e non scorse né gli Hoover né il signor Leonhard: probabilmente erano già stati informati e si erano risparmiati di assistere al pietoso rientro del falso eroe  della missione.
Con grande imbarazzo si trovò a pensare che ne era felice.

Una volta che si era accorto che per il momento il confronto con le sue colpe poteva essere rimandato, anche se di poco, iniziò a cercare tra la folla il viso dei suoi familiari; non ci volle molto perché individuasse un piccolo drappello di cadetti e militari con le loro macchine che attendevano in una piazzola del molo con sua madre e Gabi che si stava sbracciando per farsi vedere in lontananza. Accanto a lei Porko stava aiutando qualcuno a farsi largo tra le persone. Leda, tenendo la mano di Porko, fece capolino da dietro un uomo ben più alto di lei e riuscì a sistemarsi vicino al ragazzo, guadagnando finalmente un punto ideale per assistere al loro rientro.

Il peso sul cuore di Reiner sembrò sciogliersi in una sensazione bruciante.

 

Leda

 

Per cinque anni aveva pregato ogni notte di poterlo rivedere e finalmente le sue preghiere erano state ascoltate, lui era lì. 

 

Se Porko non avesse tenuto la sua mano, in quel momento, Leda si sarebbe lanciata nella direzione di Reiner. Avrebbe corso a perdifiato quei pochi metri tra di loro per cancellare del tutto la distanza che l’aveva tenuta per così tanto tempo lontana da lui, si sarebbe gettata tra le sue braccia e lo avrebbe stretto, impedendogli di andarsene una seconda volta.


Era cambiato molto dal giorno della sua partenza, il corpo gracile di bambino aveva lasciato il passo a quello di un ragazzo adulto, fiero, alto e imponente. Leda lo guardò attentamente, soffermandosi su ogni particolare, ogni lineamento, a vederla da fuori sembrava che stesse contando ogni capello sulla testa del ragazzo. Era indubbiamente diventato un bel ragazzo, molto di più di quanto non si aspettasse. Non si sarebbe detto che stesse rientrando da una missione con esiti così disastrosi, era apparentemente in perfetta salute, solo i suoi occhi tradivano qualcosa di terribile e inconfessabile.

Aggrottò le sopracciglia mentre lo scrutava, come se potesse cogliere quel segreto che Reiner stava nascondendo se solo lo avesse guardato abbastanza a lungo ma nulla sembrava poter scalfire quella corazza.

Karina e Gabi si erano già staccate dal piccolo gruppo ed erano andate verso di Reiner che, di slancio, le aveva avvolte in uno stretto abbraccio.
Rimasero così per qualche istante prima che la ragazzina prendesse suo cucino per un braccio e lo portasse in direzione Leda e gli altri.

Nervosamente Leda sfilò la mano da quella di Porko e si sistemò i capelli scarmigliati davanti il viso, si lisciò le pieghe della sua divisa che solo ora le appariva terribilmente in disordine sperando di non essere troppo rossa in viso.

<< Bentornato, Reiner >> bofonchiò. L’imbarazzo le impediva di comportarsi normalmente e guardando verso di lui con la testa bassa abbozzò un sorriso. Le gambe le erano diventate di burro, mai vicino a lui si era sentita così in agitazione. Era diventato molto più alto di lei, la sua espressione neutra non tradiva alcun tipo di sentimento, guardava in direzione della mano di Galliard ancora poggiata sulla sua schiena, Leda non sapeva se muoversi o meno.

Il cuore quasi le si fermò quando il ragazzo allungò un braccio e le cinse la testa spingendola verso il suo petto. Percepiva un lieve tremore nella stretta di Reiner, i suoi muscoli erano contratti, poteva sentire i suoi respiri spezzarsi come se stesse cercando di non crollare lì in quel momento. Timidamente avvolse le braccia alla vita di Reiner e sprofondò completamente il viso nella sua maglietta.

Profumava di sale marino e cuoio.



 

   
 
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