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Autore: riccardoIII    01/06/2023    4 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, aveva chiamato le cose col proprio nome.
 


-Io parto-
 
Un silenzio teso calò sul gruppo.
 
-Mi dispiace, credevo… Pensavo di farcela. Volevo davvero farcela. Era quello che volevo di più al mondo, ma io… Non ce la faccio, non più. Dopo quello che è successo a Chase, ed Elijah…-
 
Tutti continuarono a tacere, fissando Sarah che se ne stava lì davanti a loro, a capo chino. Dandole il tempo che le serviva.
 
-Non è tanto la paura che mi facciano del male, di morire. Ma tutto questo… Dolore, tutte queste oscenità… Io non ce la faccio a reggerle. Pensavo di essere forte abbastanza, ma non lo sono-
 
-Non è una questione di forza, Sarah. Nessuno pensa che tu sia debole, nessuno è deluso da te-
 
Sirius vide lo scatto dei muscoli del suo collo e capì che stava trattenendo le lacrime, dietro ai capelli che le coprivano il viso. Un moto di compassione lo investì.
 
-Io sono delusa da me, signor Potter. Quando sono entrata in questo gruppo… Ero felice, era quello che desideravo, e non avevo pensato…-
 
-Che avresti dovuto fronteggiare cose orribili. Lo sappiamo, sappiamo quello che stai passando. Anche noi siamo scossi, e demotivati, e spaventati-
 
Finalmente lei alzò lo sguardo su tutti loro, riuniti nel casolare nei pressi di Oxford in cui l’Ordine aveva stabilito la sua base. Juliet aveva usato un tono dolce, empatico, e una mano era posata sul suo grembo appena accennato; Sirius poteva solo immaginare quanta determinazione dovesse servire per continuare a lavorare per l’Ordine sapendo di mettere a rischio il proprio figlio, ma questo non parve bastare a Sarah.
 
-L’unica che sta scappando, però, sono io- rispose con un tono di disprezzo che lui non le aveva mai udito prima, e che era totalmente rivolto a se stessa.
 
-Ognuno di noi ha un punto di rottura diverso, Sarah. Ognuno ha un’empatia, una sensibilità propria. Se tu sei arrivata al limite devi andartene: per te stessa, prima di tutto, per la tua salute. E solo dopo anche per noi-
 
Il fatto che Moody avesse usato il nome di battesimo della ragazza non sfuggì a nessuno, né passò inosservato il suo tono pacato. Sarah, tornando a puntare gli occhi a terra, annuì.
 
-Ho pensato che potreste… Obliviarmi, per maggiore sicurezza-
 
-Non sarà necessario. Un sacco di gente scappa all’estero, di questi tempi, la tua partenza non genererà domande e nessuno verrà a cercarti. E poi, devi essere orgogliosa di quello che hai fatto per questa guerra. Sei stata coraggiosa, Sarah, lo sei ancora prendendo questa decisione. Devi essere orgogliosa di te stessa, e ricordartene-
 
La ragazza guardò la McGrannitt con incredibile sollievo, e annuì.
 
-E sappi che, semmai vorrai tornare in Inghilterra e indipendentemente dagli esiti della guerra, tra noi troverai sempre degli amici e un supporto-
 
Sarah annuì di nuovo all’indirizzo di Silente, poi lui riprese la parola.
 
-Sai già dove andrai? Potremmo darti una mano coi trasporti, abbiamo qualche canale preferenziale-
 
Lei scosse la testa.
 
-Credo che la cosa migliore sia fare tutto seguendo le vie ufficiali, in modo da non destare sospetti. Ho chiesto il distaccamento al MACUSA, e mi hanno accettata; ho già ottenuto un visto di lavoro, partirò tra due giorni. Sono riuscita a convincere… La mia famiglia a seguirmi-
 
Per qualche istante il silenzio tornò a dilatarsi tra loro quanto la paura; nessuno voleva interrompere quel momento, tutti potevano vedere quanto stesse costando a Sarah quella decisione.
 
Sirius aveva immaginato che sarebbe finita così. Era stata la stessa Lily a suggerire all’amica di fuggire quando aveva capito quanto male stesse, prima che la sua situazione psicologica potesse peggiorare. Remus, ne era piuttosto certo, si sentiva in parte responsabile del crollo della ragazza ma non aveva sollevato l’argomento dopo la serata trascorsa insieme a casa sua, dopo Natale, e loro si erano adeguati al suo silenzio.
 
Già quella sera, tra una burrobirra e una chiacchiera, avevano tutti capito che Sarah avesse bisogno di aiuto. Della ragazza timida e spontanea con cui avevano condiviso gli anni di scuola non era rimasto nulla: sembrava assente, distante, e spesso era brusca e scostante. Nemmeno quando Lily le aveva annunciato di aspettare un bambino era sembrata felice, nonostante si fosse sforzata di apparire partecipe.
 
In più, aveva finto che Remus non esistesse ogni volta che aveva potuto. Sirius era certo che i problemi di Sarah c’entrassero molto poco con l’essere stata sentimentalmente ignorata da Moony negli ultimi due anni, ma sembrava che lei non la pensasse così. O che, quantomeno, traesse un certo conforto nell’attribuirgli almeno una parte della colpa.
 
Sarah non si sarebbe meritata tutto quello che le stava accadendo. Era stata una ragazza solare, spensierata e intelligente, ma anche forte e decisa, e adesso era diventata una donna triste e consumata sull’orlo di un crollo. L’ennesima vittima di quella guerra.
 
Ma forse così avrebbe potuto salvarsi. Lui lo sperava davvero.
 
-Credo sia tempo che vada, prima che voi cominciate la riunione vera e propria. Dopotutto, meno so e meglio è-
 
A quel punto non riuscì a trattenersi e una lacrima le scivolò sulla guancia destra. Lei ne sorrise.
 
-È stato un onore combattere con voi, anche se per poco tempo. Avrei voluto fare di più, ma vi auguro ogni bene. Spero che vinciate, anche senza di me-
 
Non diede tempo a nessuno di rispondere; fece un cenno con la mano destra e si voltò verso la porta, imboccandola abbastanza in fretta da nascondere il pianto.
 
Per qualche istante nessuno parlò. Fu Silente, com’era prevedibile, a prendere la parola.
 
-Purtroppo ci sono molti modi in cui la guerra può devastare l’animo umano. Speriamo che la signorina Caldwell possa riprendersi, anche se lontano da noi. È stata un ottimo elemento-
 
Tutti annuirono. Sirius fu felice che nessun bicchiere venisse evocato.
 
-Dovremmo cominciare, ora. Ci sono molte cose di cui parlare. Alastor-
 
Moody si schiarì la voce alzandosi in piedi. In un attimo era tornato l’uomo duro e compreso nel suo ruolo che tutti conoscevano.
 
-La situazione generale è catastrofica. Il Ministero è nel caos: Crouch in quanto capo del Dipartimento Applicazione della Legge Magica ha assunto il ruolo di reggente, cosa che di fatto era già quando ancora Minchum era vivo. Ora, tuttavia, ha la piena legittimazione per ogni sua azione. Al momento sta sottoponendo tutti i dipendenti del suo Dipartimento a interrogatori serrati, alla ricerca di colui che ha passato l’informazione sul luogo in cui si nascondeva il nostro defunto Ministro, cosa abbastanza stupida visto che era una notizia talmente riservata che nemmeno i tre quarti degli Auror la conoscevano. Sta sottraendo tutte le nostre forze alla difesa del Paese per tenere tutti segregati al Ministero, quindi se Voldemort decidesse di colpire domani un qualsiasi luogo, perfino Hogwarts, da noi non potrebbe arrivare alcun aiuto, a meno di ordini diretti di Crouch-
 
-È per questo che gli Auror e Fenwick sono tutti assenti? A parte voi due, ovvio-
 
Moody annuì.
 
-A quanto pare noi abbiamo passato il test. Ci è stato detto che eravamo liberi di andare, che nessuno metterebbe in dubbio la nostra fedeltà, ma temo che la realtà sia che non ci vogliono tra i piedi. Crouch non ha dimenticato Shaklebolt. Sa che io e Charlus non siamo suoi uomini, che non può aspettarsi da noi totale dedizione e che saremmo pronti a opporci ai suoi ordini, qualora esagerasse. Temo quello che potrebbe accadere al Ministero sotto il suo comando. È spietato-
 
Il silenzio derivato dalle parole amare di Moody venne rotto da Podmore.
 
-Ma come può Crouch essere tanto cieco da non vedere a quale pericolo sta esponendo l’intera popolazione, sottraendo le forze di difesa dal campo? Potrebbe venirne fuori una carneficina! Voi-Sapete-Chi potrebbe approfittarne per attaccare ovunque, senza essere contrastato!-
 
-Crediamo-, intervenne Charlus sistemandosi gli occhiali sul naso, -Che lo faccia anche per proteggere il Ministero stesso. Ora che la poltrona del Ministro è vacante, difendere l’edificio è più importante che mai. È un simbolo, vista l’assenza del Ministro regolarmente eletto, di chi detenga il potere. Se i Mangiamorte dovessero entrare e il Ministero cadesse in mano loro, prenderebbero il controllo di tutto l’apparato governativo senza dover versare nemmeno un goccio di sangue-
 
-Ma perché non dirlo, allora? Perché nascondersi dietro le indagini?-
 
Moody ghignò all’indirizzo di Cora.
 
-Per non mostrarsi spaventato. Se Crouch dichiarasse che tutte le Forze dell’Ordine magico sono barricate dentro il Ministero per difenderlo darebbe un’idea di debolezza. Come se la gestione ordinaria non fosse sufficiente a proteggere la democrazia-
 
-Quindi cosa, l’intero Paese può cadere in mano a Voldemort purchè Crouch si tenga il suo simbolo di potere? A che serve conservare il Ministero se tutto quanto attorno crolla?-
 
-Tecnicamente, non è proprio così-, Silente interruppe l’invettiva di James, -Finchè il Ministero è in mano ai buoni lo sono anche le forze armate, la macchina organizzativa, e soprattutto le elezioni-
 
-Ma se le persone che compongono le forze armate e la macchina organizzativa tradiscono, o vengono minacciate sfruttando le famiglie in pericolo, non si otterrà comunque nulla! Hanno appena assassinato il Ministro della Magia, la persona più potente e protetta della nazione, e Crouch gioca con le perdite e gli obiettivi come sulla scacchiera!-
 
-Fino a che la situazione politica non sarà stabile, la priorità degli alti vertici del Ministero sarà proteggere se stessi. Bisogna accelerare con le elezioni. Abbiamo novità in tal senso?- domandò Silente, dedicando un’occhiata bonaria a Remus e al suo eccesso di foga. Il signor Doge si alzò per rispondere alla domanda, anche se Sirius dubitava che il Preside non conoscesse già la risposta.
 
-Le elezioni si terranno il 23 di febbraio, esattamente un mese dopo la presentazione ufficiale dei candidati, come previsto dalla legge; entro il prossimo mercoledì, quindi, chi è interessato a candidarsi deve ufficializzare di essere in lizza. Per convenzione non scritta, infatti, in caso di decesso del Ministro in carica si attende un congruo numero di giorni di lutto prima di convocare i comizi elettorali. Non si può essere più rapidi di così, nemmeno in stato di guerra. Dal momento dell’ufficializzazione delle candidature, Crouch non potrà più essere il reggente per garantire una campagna equa, quindi il suo posto verrà preso dal Sottosegretario Anziano del Ministro defunto. Nel nostro caso, da Robert Greengrass-
 
-Sappiamo per certo che Crouch ha intenzione di candidarsi. Ritiene che il posto sia già suo, probabilmente, quindi dovremo impegnarci molto perché non lo abbia. Come avevamo stabilito ormai mesi fa, ciascuno di noi ha fatto in modo da diffondere l’idea che Millicent Bagnold sarebbe un’ottima guida per il Paese in questo momento di forte tribolazione, e che la sua fermezza pacata sia quello che ci serve. La voce ha attecchito parecchio, trovando terreno fertile in chi considera Crouch un estremista, e parlando direttamente con Millicent mi ha fatto intendere di essere pronta a farsi avanti se è quello che la società chiede-
 
La McGrannit pareva sinceramente soddisfatta dai frutti che il suo lavoro sottotraccia pareva aver garantito.
 
-Dobbiamo sponsorizzare la sua candidatura il più possibile. Non sarebbe male far diffondere l’idea anche tra i “cattivi”-
 
-In che senso, Sir?- domandò Lily, perplessa.
 
-Be’, se qualcuno facesse notare che sarebbe molto più facile portare avanti i propri loschi traffici sotto il Ministero di Bagnold rispetto all’ipotetica guida Crouch, che col suo pugno di ferro vorrebbe distruggere tutti i malviventi…-
 
-Magari l’idea potrebbe arrivare a contagiare anche i Mangiamorte, certo. Far sembrare Bagnold debole le farà conquistare i voti di coloro che vorrebbero controllarla, o ucciderla, o che da lei si aspetteranno politiche meno aspre di quelle di Crouch- concluse James, sorridendo. Sirius ammiccò.
 
-Potremmo perfino convincerla a inserire nel suo programma alcuni passi indietro rispetto alle riforme volute da Crouch. Se per esempio si vociferasse che vorrebbe revocare la licenza di utilizzo delle Maledizioni Senza Perdono agli Auror, o se rilasciasse qualche dichiarazione su quanto ritiene sbagliata questa specie di stato di polizia messo in piedi da Minchum…-
 
-Questo sempre se i Mangiamorte non ne avranno uno loro, di candidato- li interruppe Remus, piuttosto scettico, -Potrebbe succedere, vero?-
 
Moody annuì.
 
-Potrebbe. Sarebbe quello che farei io, sceglierei una bella faccia rassicurante e potente tra i miei e lo piazzerei sulla poltrona-
 
-Ma Voldemort non ama dividere il potere. Per quanto avere un governo amico conti, potrebbe prenderlo con la forza in ogni momento. Piazzare uno dei suoi, invece, come esito di una regolare elezione… E se quello poi pensasse di potercela fare da solo? Se si convincesse di essere davvero il Ministro?-
 
Molti annuirono alle parole di Charlus; Silente continuava a guardarsi la punta delle dita incrociate poggiate sul naso, pensieroso.
 
-E qualcuno dei suoi sarebbe abbastanza pazzo da accettare un posto del genere? Avete idea di quanto rischierebbe, col suo stesso padrone?- mormorò Mundungus masticando tabacco.
 
-Se conosco un po’ Voldemort, tenderei a pensare che preferirebbe controllare un Ministro fantoccio piuttosto che attribuire più potere del necessario a qualcuno dei suoi uomini di spicco. Se lasciamo credere che Millicent possa essere una preda semplice, forse non avranno bisogno di nessun altro. La domanda resta una: come faremo a trovare l’equilibrio giusto con cui presentarla e renderla appetibile a entrambi gli schieramenti?-
 
-Quello che diceva Sirius potrebbe avere un senso. Considerando l’estremismo di Crouch, basterà presentare Bagnold come una Ministra moderata, non spietata, per incontrare l’approvazione di chi vorrebbe che il governo non si ponesse sullo stesso livello dei Mangiamorte, ma anche per chi vorrebbe qualcuno di più debole- intervenne Vance in risposta al preside. Quello parve meditare un momento sulle sue parole, ma poi annuì.
 
-Sì, direi che questo è il piano migliore che abbiamo. Negli otto giorni che ci separano dall’ufficializzazione delle candidature chiunque di noi abbia un po’ di influenza non solo tra le mura del Ministero della Magia, ma anche sul posto di lavoro o con i propri amici, avrà il compito di decantare il senso della misura di Millicent Bagnold. Mundungus, tu in particolare: fai notare a tutti i tuoi amici quanto vi farebbe comodo che Crouch non vinca. Se abbiamo ragione e questi saranno gli unici due candidati alla fine della settimana di lutto, abbiamo qualche possibilità di farcela-
 
Tutti annuirono alle parole dell’anziano mago.
 
-Ma questo non è tutto-, riprese la parola Moody, impaziente, -Fino a che le forze ministeriali saranno ostaggio di Crouch tutto il Paese è indifeso; quindi, almeno fino a quando Greengrass non subentrerà come reggente, sempre sperando che sia abbastanza lungimirante da opporsi alla politica di Crouch. Nei prossimi otto giorni abbiamo bisogno più che mai di essere attivi sul territorio, dobbiamo difendere tutti i luoghi sensibili da soli-
 
-Non pensate che… Che anche questa sia una mossa di Crouch? Che abbia notato la presenza ricorrente di alcuni di noi sulle scene degli attacchi, o che qualcuno gliel’abbia fatto notare, e che sia un modo per farci scoprire? Per costringerci a intervenire semmai dovesse succedere qualcosa e loro restassero al Ministero?-
 
Tutti si voltarono a fissare Peter, sorpresi dal suo intervento. E dalla pertinenza.
 
-Non possiamo escluderlo, in effetti- affermò Charlus, studiando il ragazzo con sguardo indagatore. Peter si rannicchiò sulla sedia ancor più del solito.
 
-Quando dici che qualcuno gliel’ha fatto notare, intendi dei buoni o dei cattivi?-
 
Lui fece spallucce in risposta a Caradoc.
 
-Sappiamo che i buoni ci hanno notati, un Auror l’ha fatto presente più volte a Sirius-
 
-E alcuni di noi sono tenuti d’occhio dai cattivi da mesi. Sapevamo già anche questo- rispose proprio lui, supportando la versione del suo amico.
 
-Così come siamo certi che ci siano degli infiltrati al Ministero, hanno scoperto dove era nascosto Minchum  dopotutto- asserì Remus. Per qualche istante cadde il silenzio.
 
-Questo non può fermarci però. Non possiamo restare indietro anche noi, se ci fosse un attacco- fece Dedalus, convinto.
 
-Sono d’accordo. La nostra posizione è precaria da tempo, ormai, da quando hanno catturato pezzi dell’Ordine. Sappiamo di essere in pericolo, ma ci siamo schierati proprio perché non morissero più innocenti di quanti potessimo salvare- gli diede man forte Edgar, risoluto.
 
-Possiamo trovare il modo di sorvegliare la situazione in modo da non dare nell’occhio, però. Per esempio, non è necessario che voi controlliate il San Mungo. A quello possiamo pensarci io e Emmeline, facendo in modo di alternare i nostri turni perché qualcuno sia sempre presente in ospedale-
 
-E se venisse attaccato, cosa faremo? Accorreremo o resteremo a casa ad aspettare che sia passata?- fece Lily, sarcastica.
 
Per qualche istante tutti si guardarono a vicenda, senza sapere cosa dire. C’era un’unica persona che avrebbe potuto risovere quell’empasse.
 
-Faremo il nostro dovere. Nel frattempo, ciascuno di noi faccia la massima attenzione ai propri movimenti. Non siate avventati, e cercate di essere prudenti in ogni vostro spostamento. Fino a che non avremo un nuovo governo, la situazione sarà più che complessa da gestire. Ora appronteremo dei turni di guardia che ci consentano di tenere sotto controllo i luoghi più esposti del territorio; per quel che riguarda Hogwarts, non necessita di ulteriori protezioni: non mi allontanerò dal castello per il prossimo mese, e le gite a Hogsmeade saranno sospese fino a che la situazione non tornerà tranquilla. Questo, insieme alla presenza degli insegnanti e agli incantesimi di protezione, dovrebbe bastare-
 
-Anche il San Mungo- intervenne Moody, prendendo in mano la situazione, -Non avrà bisogno di noi se ad occuparsene sarete voi due; in compenso, non sarete chiamati alle missioni quotidiane vista l’incombenza che vi assumete-
Caradoc ed Emmeline annuirono immediatamente.
-Il Ministero è già iper protetto. Chi di noi lo frequenterà per lavoro sa come comportarsi: occhi e orecchie ben aperte, tutti voi-
 
Un mormorio di assenso generale si diffuse nella stanza.
 
-Dung, Notturn Alley è tua, come al solito. Resta di fatto Diagon Alley, e…-
 
-E i villaggi mezzi magici? E tutta la Londra babbana, che abbiamo protetto fin’ora?-
 
-Senza contare le grosse città babbane, e la famiglia reale e i politici britannici-
 
Silente chiuse gli occhi di fronte alle domande di Sirius e Lily.
 
-Non possiamo essere dappertutto, o capiranno che siamo dappertutto. Un conto è trovarsi a Diagon Alley, un altro è dare l’allarme da Ottery St. Catchepole. Ci sono famiglie di maghi, lì. Saranno loro a contattare il Ministero, se dovesse essere necessario, e Crouch non potrà tirarsi indietro se sarà in corso un attacco vero e proprio-
 
-Aveva detto che saremmo intervenuti!-
 
-Non per combattere, non stavolta. Solo per sorvegliare e avvertire, James. Sarà per pochi giorni, poi tutto tornerà come prima-
 
-Ma non a Diagon Alley. Chi sarà di turno lì, se mai ci dovesse essere un attacco, sarà tenuto a fare la sua parte, come sempre. Da subito-
 
Silente guardò Moody intensamente, ma non lo contraddisse.
 
-Ora, voi, venite qui e lavoriamo sul calendario del prossimo mese. Non sarebbe male se riuscissimo a evitare di incontrarci di nuovo, prima delle elezioni-
 
 
 
Sirius si lascò cadere sul divano, esausto. Era appena rientrato da un appostamento di dodici ore nel Whiltshire, e aveva piovuto a dirotto tutto il tempo.
 
Mosse distrattamente la bacchetta per accendere la radio, già sintonizzata su Radio Strega Network; il turno di guardia gli aveva impedito perfino di avere notizie sullo spoglio che si era svolto la notte precedente, subito dopo la raccolta dei voti. Non aveva idea di chi avesse vinto.
 
-… una piccola pausa musicale in compagnia degli Hobgoblin prima dell’ospite che attendiamo da tutto il giorno!-
 
Sbuffò, contrariato, ma il mugugno proveniente dal suo stomaco lo costrinse ad alzarsi e andare a cercare qualcosa di commestibile nella dispensa, mentre nella stanza si diffondeva il canto del coro. Sirius non capiva come potessero trasmettere alla radio un pezzo come quello e fu quasi tentato di cambiare stazione ma ben presto la sua attenzione fu totalmente rapita dalla mancanza di pane, prosciutto o qualsiasi altra cosa che non fosse del tè in bustina.
 
Non ricordava, in effetti, da quanto tempo non facesse la spesa.
 
Era stato un mese complicato; fino all’ufficializzazione dei candidati, in realtà, non avevano avuto granchè da fare a parte andare a rifornirsi a intervalli regolari di cibo per gufi, ingredienti per pozioni, burrobirra e lucido per manici di scopa. Poi per fortuna Crouch era stato costretto a passare la pluffa a Greengrass, e finalmente l’emergenza temporanea era finita: Auror e Forze Speciali erano tornate a sorvegliare le strade senza che loro fossero stati costretti a intervenire per coprire i buchi da loro lasciati. Tutti avevano tirato un sospiro di sollievo, anche se ciascuno da casa propria: l’Ordine non si riuniva di più di cinque settimane, per precauzione.
 
Da quel momento in poi erano tornati alla sorveglianza standard. Sirius, come al solito, si era occupato di stabilire turni di guardia e adattare piani d’assalto, ma avevano comunicato tra loro solo via Patronus. Le insinuazioni di Peter li avevano resi ipervigilanti e incredibilmente cauti, eppure sembrava non stesse succedendo nulla.
 
Nessun segno che Voldemort stesse per attaccare, nessuno strano movimento di truppe, niente nemmeno dall’orecchio in Notturne Alley.
 
Quella notte era stato di turno con James e gli aveva chiesto se non pensasse anche lui che ci fosse qualcosa di strano in tutto ciò. I Mangiamorte non avevano approfittato di un momento di incredibile debolezza del mondo magico, e non sembrava ci fossero molti motivi plausibili a giustificare questa scelta.
 
-Succederà qualcosa a breve, me lo sento- continuava a ripetere Prongs ogni volta che si incontravano e Peter e Lily non erano a portata d’orecchio. Il primo perché sapevano fin troppo bene quanto fosse spaventato: dalla partenza di Sarah era diventato ancor più schivo e timoroso del solito, il che era tutto dire. Sirius pensava fosse perché, anche se non l’aveva confessato, Worm avrebbe più che volentieri seguito le orme della loro ex compagna di scuola e se ne vergognava.
 
Con Lily, invece, erano diventati tutti protettivi. Il suo ventre ben visibile, le nausee che stentavano a passare e le occhiaie scure rendevano piuttosto difficile parlare apertamente davanti a lei di quanto fossero terrorizzati per qualcosa che avrebbe potuto accadere o meno, e su cui non avevano alcun controllo. Non che lei fosse stupida, sapeva benissimo che nell’aria aleggiava l’odore della battaglia e continuava a svolgere i suoi compiti da membro dell’Ordine come sempre aveva fatto, non importava quanto James cercasse di convincerla a restare in casa; eppure quando lei era nella loro stessa stanza tentavano tutti di parlare di cose innocue come il tempo, il lavoro, le dichiarazioni dei due contendenti alla poltrona di Ministro. E lei, quasi per assecondare il loro bisogno di saperla al sicuro, fingeva che tutto quel tatto fosse normale.
 
Finalmente il coro a cappella smise di cantare e Sirius si decise a riemergere dalla dispensa a mani vuote, rassegnato.
 
-Ed eccoci qui, amici ascoltatori, insieme al nostro corrispondente politico dal Ministero della Magia! Jules, l’insediamento è terminato?-
 
-Sì, Liam, abbiamo un nuovo, anzi una nuova Ministra della Magia! Millicent Bagnold ha appena giurato, affrettando un po’ i tempi sulla solita tabella di marcia vista la delicatezza della situazione, prendendo di fatto immediatamente possesso del proprio ufficio e convocando tutti i Capidipartimento per un briefing sulla situazione generale-
 
Sirius sorrise, soddisfatto. I loro sforzi avevano dato dei frutti, alla fine.
 
La campagna elettorale era stata tesa. Tutti, candidati compresi, si aspettavano che succedesse una tragedia da un momento all’altro e ovviamente questo era stato il tema principale affrontato dai due sfidanti. Come portare avanti al guerra a Voldemort, come riconquistare la fiducia degli elettori, come unificare le richieste di fasce di popolazione così diverse tra loro, di classi sociali così diverse. Era più importante il voto dei Purosangue o l’appoggio dei Nati Babbani? Come avevano previsto di evitare che le Creature magiche si asservissero a Voi-Sapete-Chi? E altre stronzate del genere.
 
Crouch aveva promesso coprifuoco, sicurezza, assunzione massiccia di nuovi elementi nelle forze dell’ordine, controlli a tappeto di posta e camini per sgominare i Mangiamorte. Ma aveva perso.
 
Alla fine, nemmeno durante una guerra civile la maggior parte della popolazione magica britannica era stata disposta a rinunciare ai propri diritti.
 
Sirius si era quasi convinto ad andare a fare colazione al Paiolo, ma poi ricordò che anche Charlus doveva essere rientrato da poco dal turno di sorveglianza a Diagon Alley, e lui non lo vedeva da più di una settimana; la domenica precedente non aveva potuto partecipare al pranzo tradizionale a Villa Potter perché aveva dovuto coprire il turno di Remus a casa Gibbon. Anticipare il suo arrivo alla colazione non sembrava poi una brutta idea, dopotutto; avrebbero potuto fare quattro chiacchiere prima che James e Lily li raggiungessero come tutte le domeniche, come ai vecchi tempi. Senza pensarci oltre si infilò il cappotto babbano e uscì di casa.
 
Si materializzò davanti ai cancelli, come sempre, e toccò il metallo con la punta della bacchetta; immediatamente quelli sparirono per ricomparire appena dopo il suo passaggio, e Sirius si avvolse più strettamente nella giacca incamminandosi sul lungo viale che conduceva al portone rosso. Almeno lì non pioveva, pensò battendo i denti per il freddo mentre si rifugiava all’interno.
 
-Ehi, sono Sir!-
 
 
Nessuno rispose al suo richiamo, ma lui non ci fece caso. In quella casa enorme non era strano che Charlus non si fosse accorto del suo arrivo, forse era addirittura andato a riposare dopo la notte insonne, e probabilmente Milly era troppo impegnato in cucina in vista del pranzo di famiglia. Si tolse il cappotto e lo posò sull’appendiabiti dell’ingresso con noncuranza.
 
-Milly!-
 
Immediatamente l’elfo comparve davanti a lui, gli occhi un po’ sgranati dalla sorpresa.
 
-Padron Sirius, non sapevo sarebbe passato così presto! Per fortuna, per fortuna, Milly non sapeva come fare!-
 
Sirius si accigliò.
 
-Volevo fare una sorpresa a Charlus e fare colazione con lui prima che arrivassero gli altri, non ci vediamo da giorni… Milly, va tutto bene?-
 
L’elfo si torceva il grembiule con le mani.
 
-Padron Charlus è rientrato da un paio d’ore, ma aveva i brividi e così Milly l’ha convinto ad andare a riposare un po’. Tossisce da giorni-
 
Un brivido corse lungo la schiena di Sirius.
 
-Ha la febbre? Perché non ci avete avvertiti che stava male?!-
 
Milly si ritrasse al suo tono adirato.
 
-Il padrone ha detto che andava tutto bene, che era un raffreddore, di non preoccuparsi, e Milly ha ubbidito Signore!-
 
Sirius chiuse gli occhi e cercò di calmarsi.
 
-Ok, hai ragione, scusami. È in camera sua?-
 
L’altro annuì di rimando.
 
-Vado a vedere come sta, ok?-
 
Milly si spostò per farlo passare e lui si diresse a grandi passi verso le scale. Non doveva essere per forza… Sarebbe bastata della pozione pepata…
 
Bussò alla porta della camera di Charlus e Dorea. Un nuovo brivido lo scosse quando ripensò all’ultima volta che aveva messo piede in quella stanza.
 
Attese, ma non ci fu risposta.
 
Magari sta dormendo…
 
Aprì l’uscio il più silenziosamente possibile e lo vide lì, rannicchiato su un fianco sotto le coperte dal suo lato del letto.
 
Si avvicinò con passì cauti, una parte del suo cervello che gli ripeteva che stava osando troppo, non doveva stare lì; la ignorò. Si ritrovò davanti al suo volto, o a quel po’ di volto che sbucava dalle coltri, e lo trovò strano senza gli occhiali indosso. Quasi quello di un’altra persona.
 
-Charlus, sono Sirius-
 
L’uomo non rispose; Sirius sporse una mano a toccargli la fronte: era bollente.
 
Non aveva la più pallida idea di cosa fare, non si era mai dovuto occupare di qualcuno che stesse male. E Charlus sembrava stare davvero molto male.
 
Provò a scostare un po’ il lenzuolo, certo che sarebbe soffocato altrimenti, e fu così che se ne accorse.
 
Sulla pelle delle guance e del collo, perfino su quella delle orecchie, erano fiorite piccole chiazze rosse.
 
-Merda!-
 
Spinse di lato le coperte; Charlus tremava così forte che si vedeva a occhio nudo. Sollevò l’uomo tra le braccia come fosse un bambino, senza nemmeno accorgersi dello sforzo, e lasciò la stanza più velocemente che poteva. Scese le scale rischiando di cadere, ma non gli importava; Milly, in piedi nell’ingresso, lo guardava terrorizzato.
 
-Va’ da James, digli che sto portando papà al San Mungo! Corri!-
 
L’elfo si smaterializzò all’istante, ma lui non ci badò. Corse al camino, prese una manciata di polvere volante dal vaso sopra la mensola e la lanciò tra le fiamme scoppiettanti.
 
-San Mungo!- urlò, mentre quelle diventavano verdi e lui già aveva un piede dentro il camino.
 
 
Note:
Perdonate il giorno di ritardo, sono così sfasata da dimenticare che ieri fosse mercoledì! Non mi sono ancora riabituata a pubblicare ahahahahah!
Il prossimo capitolo arriverà domenica, promesso!
Grazie a tutti di essere ancora qui, lo apprezzo molto.



 
   
 
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