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Autore: TheSlavicShadow    11/06/2023    0 recensioni
[Multifandom]
[Multifandom]Raccolta di fanfic che partecipano alla challenge MAY I write 2023 del gruppo Non Solo Sherlock https://www.facebook.com/groups/366635016782488
Metto le mani avanti dicendo che non ho idea di cosa ne uscirà....
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg, Tematiche delicate
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Prompt: "E' per questo che sono qui", "E' il più amato", X chiama Y con un nomignolo, "Cosa vuoi che ti dica" +immagine (preti)
Fandom: Hetalia
Personaggi: Prussia, Russia
Pairing: RuPru


 

Königsberg, 152*

 

Con un sospiro aveva ricevuto il suo ospite. Non se lo aspettava. Non sapeva nemmeno che fosse così informato su cosa stesse succedendo in quella parte d’Europa. Era convinto che fosse come sempre troppo concentrato con gli infiniti problemi che aveva a casa sua. Ne aveva sempre. In continuazione. Era messo molto peggio di lui e non riusciva mai a comprendere dove trovasse anche la forza per combattere guerre esterne ai suoi confini.

Non si era alzato dalla poltrona mentre Ivan Braginsky entrava nel suo salotto privato. Voleva sembrare annoiato. Voleva sembrare infastidito. Ma in realtà gli faceva piacere vederlo. Soprattutto in un momento delicato come quello.

Sarebbe cambiato tutto in quel momento. Tutto quello che era sempre stato sarebbe venuto meno e avrebbe dovuto sapersi riorganizzare. Per gli umani era più semplice cambiare. Per lui erano stati secoli in cui aveva vissuto sempre allo stesso modo.

“Mi sono giunte voci interessanti, Gilbert.” Il Russo gli aveva sorriso, mentre senza essere invitato si sedeva comodamente su una delle poltrone. Era ormai di casa tra le quelle mura.

“Smettila di inviare spie alla mia corte. Sono stufo di dover riempire le mie carceri con la tua gente.” Il Prussiano aveva sbuffato, appoggiando più comodamente la schiena contro lo schienale della poltrona. “Ho cose più importanti adesso a cui pensare, e non siete tu e le tue spie.”

“E’ per questo che sono qui. Voglio essere presente quando toglierai quelle tonaca monastica. Non ti si addice affatto. Troppo nero ti rende ancora più pallido, te l’ho sempre detto.” 

“Questa tonaca è la stessa che ti ha fatto il culo più volte, ricordatelo bene.”

Ivan lo aveva guardato, ma non aveva protestato. Ivan lo sapeva tanto quanto lui che loro non potevano decidere nulla, che erano in balia delle scelte di altri. Ma almeno lui non aveva dovuto fare un cambiamento così radicale.

Moj milij, come stai?”

Gilbert lo aveva guardato a sua volta e non sapeva con esattamente quanta sincerità potergli rispondere. Erano comunque sempre sul piede di guerra e ogni debolezza che l’altro mostrava veniva sempre usata per il proprio tornaconto. 

“Cosa vuoi che ti dica, Vanja?” Aveva sospirato e guardato fuori dalla grande finestra. “Alberto è un uomo ambizioso e questo mi piace molto, ma forse si è fidato troppo di persone a cui io non mi sarei affidato. Ho provato a dirglielo, ma nulla da fare. E adesso eccomi qui.” Aveva allargato le braccia con fare drammatico e lo aveva guardato sorridendo, anche se non era un sorriso di gioia. “Secoli a fare guerre di religione per rendere tutti cattolici, e ora sono dalla parte opposta. Rinnegato dalla stessa Chiesa da cui sono nato e per cui ho combattuto e finito a vivere in questi posti dimenticati da Dio e dagli uomini.”

“Resto sempre dell’idea che dovresti arrenderti e diventare parte della Madre Russia.”

Gilbert era scoppiato in una risata fragorosa. 

“Mi mancherebbe solo questo, credimi. Già ho dovuto piegare la testa di fronte ai polacchi, ma mi vendicherò di questo. Non me ne frega nulla se Sigismondo è lo zio di Alberto. Bada bene a quello che ti dico, Ivan. Cancellerò la Polonia dalle cartine d’Europa e prima o poi anche l’Impero sarà mio.”

“Per la Polonia non ho dubbi che potresti conquistarli facilmente, ma sei sicuro che il resto delle potenze europee ti permetterà di mettere le mani sull’Impero? Ti ricordo che hanno anche la Spagna adesso.”

“Non rovinarmi i miei piani di conquista così. Quel maledetto cattolico è sempre il più amato.”

“Fino all’altro giorno eri cattolico anche tu.”

“Stai zitto, non è questo il punto.”

“E quale sarebbe il punto allora? Stai pianificando vendetta contro qualcuno che al momento non puoi battere e che anzi, è meglio se ti giochi bene le tue carte, altrimenti rischi di perdere tutti i possedimenti che avevi come Stato monastico.”

Lo aveva guardato male, perché sapeva benissimo che Ivan aveva ragione. Non poteva in alcun modo dargli torto, era solo che era arrabbiato. Era nato tra monaci e cavalieri. Aveva passato tutta la sua vita fino a quel momento in un libro tra sacro e laico, ma aveva creduto. Aveva avuto fede. Era stato devoto al Vaticano più e più volte. 

Anche se aveva dovuto ammettere a sé stesso che le idee di quel Martin Luther non erano poi tanto malvagie. Rispecchiavano molto di quello che lui aveva sempre abbracciato e di cui non aveva mai parlato. E lui stesso non era mai diventato totalmente un sacerdote, nonostante conoscesse le Sacre Scritture a memoria, proprio perché non riusciva ad accettare tutto. Come il celibato. Non dopo che aveva conosciuto l’uomo che ora gli sedeva di fronte. 

Amarlo carnalmente era un peccato a cui non era mai riuscito a sottrarsi.

Si era alzato dalla comoda poltrona e aveva guardato Ivan negli occhi. Con mosse veloci delle proprie dita aveva sbottonato la lunga tonaca nera che così spesso aveva indossato e l’aveva lanciata all’altro uomo. Ivan l’aveva presa al volo con un sorriso. 

“Guardami conquistare il mio posto sul podio europeo. Diventerò una potenza che tutti dovranno temere, non solo i bifolchi che ho combattuto finora.”

“Non vedo l’ora di vederti splendere, Gilbert. Non vedo l’ora.”

   
 
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