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Autore: EmilyG66    16/06/2023    0 recensioni
Vi siete mai accorti che l’akumizzazione di Marc in Inverso si sarebbe potuta evitare semplicemente con un dialogo? E avete notato che in Zombacino ad un certo punto Nathaniel sparisca letteralmente nel nulla?
Questa fanfiction narra brevemente parte delle due vicende rivisitate da me.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Marc Anciel, Nathanaël
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Adrian era stato appena contagiato, non c’era un minuto da perdere.
Ladybug aprì la porta dello spogliatoio e il gruppo di studenti uscì in fretta e furia. La scuola era stata invasa da zombie baciatori e nessuno di loro avrebbe mai voluto essere preso.
Gli alunni scesero di corsa le scale di metallo, a chiudere la fila c’era Alix, ma mentre avanzava guardandosi in torno si accorse che mancava una certa testa rossa all’appello.
Si fermò sul posto a circa metà della scalinata ed individuò il suo migliore amico mentre correva in tutt’altra direzione percorrendo il pianerottolo.
-Nathan che stai facendo!? -domandò gridando aggrappandosi al corrimano.
L’artista si fermò.
-Non ho alcuna intenzione di essere trasformato in uno zombie per colpa di Chloé. -dichiarò risoluto.
Non avrebbe seguito il gruppo, certo non per proteggere Chloé e finire per essere baciato. Avrebbe avuto maggiori probabilità di sopravvivenza da solo.
-Vado a rinchiudermi nell’aula punizioni. Vieni a cercarmi dopo. -aggiunse il rosso prima di riprendere il suo sprint.
Sentì chiaramente la voce di Alix che lo richiamava ma ormai era quasi arrivato.
Con un ultimo sforzo raggiunse l’aula, spalancò la porta e se la richiuse alle spalle sperando di non essere stato visto.
La classe era vuota esattamente come sperava.
Rapidamente Nathaniel si allontanò cercando qualcosa con cui bloccare la porta e successivamente un luogo in cui nascondersi. Sotto la cattedra probabilmente.
 
Non fece neanche in tempo a guardarsi in torno che qualcuno fece irruzione spaventandolo a morte.
Un ragazzo dai capelli corvini aveva aperto di scatto la porta richiudendola subito dopo senza neanche vederlo. Dovevano aver avuto la stessa idea.
Appoggiato alla porta il ragazzo respirò con affanno e si sbrigò a tirar fuori la chiave dell’aula che era riuscito miracolosamente a prendere. Inchiavò ed emise un sospiro di sollievo che l’artista si ritrovò ad imitare.
Apparentemente più calmo il moro si voltò accorgendosi solo allora di Nathaniel e il suo volto si tramutò in panico.
Gli occhi grandi e verdi, notò Nathan, contornati da matita nera sembrarono farsi ancora più grandi. Doveva averlo scambiato per uno zombie.
 
-C…cosa ci fai tu qui!? -domandò balbettando appena in agitazione.
Lo conosceva?
-Devi andartene subito prima che io…-
Lo sconosciuto si zittì all’improvviso chinando lentamente il capo in avanti.
-Ehi, va tutto bene? -domandò Nathan, ma già temeva la risposta.
La realizzazione lo colse immediatamente troppo tardi.
Il segno di un bacio col rossetto viola era bello impresso sull’avanbraccio del ragazzo che in un attimo alzò il capo e rapidamente si gettò su di lui.
-Bacinooooo. –
L’artista non poté difendersi. Sentì solo la pressione di due labbra sulle sue e un sapore dolce ma indistinguibile, dopodiché fu buio.
 
Nathaniel trascorse diverso tempo in una specie di limbo oscuro, non sapeva dire per quanto perché quando prese coscienza della cosa era ormai tutto finito.
In quell’oblio che racchiudeva la propria coscienza udì da lontano la voce ovattata di Ladybug invocare il Miraculous Ladybug come se fosse da qualche parte nella sua testa e immediatamente migliaia di alucce delle magiche coccinelle circondarono l’artista facendolo tornare lucido.
Sensi e coscienza tornarono a lui e si accorse di avere gli occhi chiusi.
In una frazione di secondo Nathaniel percepì anche un peso leggero che si scostava rapido dalle labbra e capì che fino ad allora dovevano aver poggiato contro qualcosa.
Aprì gli occhi e ciò che si ritrovò davanti gli bloccò il respiro in un gelido terrore.
Era seduto sul pavimento dell’aula punizioni con le gambe distese in avanti e sopra di esse, più precisamente adagiato sulle sue cosce, c’era il ragazzo sconosciuto di prima.
Sembrava pietrificato quanto lui e tratteneva il respiro.
 
Ci volle qualche secondo perché il corpo dell’artista si riappropriasse della sensorialità ed il cervello registrasse le informazioni.
Innanzitutto il peso del ragazzo era leggero sopra di lui ma presente, la propria mano destra stringeva qualcosa di liscio da tempo a giudicare dal calore che emanava il suo palmo tenuto a terra, la mano sinistra invece era finita inspiegabilmente sul fianco del moro placidamente adagiata sopra la maglietta ma al disotto della felpa rossa.
Nathaniel percepì distintamente il calore umano e sentì sotto le dita l’ossatura dell’altro. Le mani dello sconosciuto al contrario erano poggiate sul busto del rosso, dubitava che fossero state sempre lì ma era decisamente meglio che immaginarle attorno al proprio collo o sotto i suoi abiti.
Nathan ingoiò a vuoto sotto lo sguardo del corvino.
Aveva baciato un ragazzo.
 
Il quadro della situazione in cui si trovavano gli fu istantaneamente abbastanza chiaro.
Se poi vi si aggiungeva che gli zombie baciatori continuavano a dispensare baci anche dopo la trasformazione e che loro due erano gli unici ad essere rimasti chiusi lì dentro per chissà quanto tempo… beh era ovvio ciò in cui erano impegnati fino a quel momento.
 
-È… successo quello che penso? -domandò il rosso in tono cauto e sollevando appena il sopracciglio visibile non coperto dalla frangia nel tentativo di scongelare situazione.
L’altro ragazzo sembrò sorpreso dalle parole che aveva pronunciato sobbalzando appena. Rapidamente ritirò le mani da dosso Nathaniel rendendosi probabilmente conto delle stesse cose di cui si era accorto lui poco prima e le portò il più lontano possibile da lui.
-...Credo proprio di sì…-confermò con tono basso guardando da un’altra parte per un momento.
Quando tornò con lo sguardo sul volto del rosso lo sconosciuto sembrò ancora più a disagio e timidamente aggiunse: -Hai…del lucidalabbra…su tutta la faccia. -confessò rapidamente l’ultima parte chinando la testa e coprendosi svelto il viso con le mani guantate in imbarazzo.
Le gote erano vermiglie e anche l’artista percepì la faccia surriscaldarsi.
Ecco perché sentiva la pelle lievemente appiccicosa.
Per testarne la veridicità si portò l’indice sull’angolino delle labbra dove la sensazione era più distinguibile passandoci casualmente appena la punta della lingua.
Si accorse così che: il lucidalabbra sapeva di ciliegia ed era il sapore dolce che all’inizio non era riuscito ad identificare, che il ragazzo di fronte a lui se l’era effettivamente messo e che aveva appena assaggiato il residuo di un bacio di un ragazzo…davanti a lui.
Stupito dalla sua stessa azione riportò subito l’attenzione sullo sconosciuto che aveva spiato fra due dita il gesto e che all’instante prese a nascondere ancora di più a fondo il viso fra le mani assai teatralmente.
-È così imbarazzante! -ammise.
Si vedeva che era mortificato e che avrebbe preferito non dire niente.
Nathaniel avrebbe voluto ridere del suo imbarazzo. Era un ragazzo carino truccato e tutto il resto, non avrebbe dovuto preoccuparsi di questo.
-Sono sicuro che non siamo stati gli unici. -optò invece di dire in tono amichevole per sdrammatizzare la situazione.
La mano ancora sul fianco dell’altro si mosse appena in un gesto di conforto. Il ragazzo lentamente aprì le dita a ventaglio e le tolse dal viso abbassandole incerto.
Nathaniel poteva percepire la rigidità del corpo del moro attraverso le sue gambe, ancora incapace si alzarsi sotto il peso dell’altro.
I due si osservarono per un istante ancora troppo vicini.
-Mi chiamo Nathaniel, comunque. -si presentò alla fine con un sorriso circostanziale nonostante l’imbarazzo.
-Marc. -fu la risposta del ragazzo visivamente ancora a disagio.
-Marc. -saggiò il nome Nathaniel prima di aprire appena la mano destra e scoprire ciò che conteneva. -Immagino che questo sia tuo. –
Il movimento del corvino che era finalmente sul punto di alzarsi venne interrotto a metà a quelle parole.
Si rimise seduto e osservò l’oggetto che il rosso gli stava porgendo; un cinturino di pelle nera. Solo allora Marc si toccò il collo accorgendosi che effettivamente mancava.
-Grazie. -disse riprendendolo velocemente con le guance in fiamme.
Non voleva neanche pensare a come fosse finito in mano sua.
Mentre rigirava l’oggetto fra le mani nervosamente impacciato l’attenzione di Nathaniel passò con innocenza al collo di Marc. Dopo una prima curiosa e attenta analisi però gli occhi marini indagatori si spalancarono e all’improvviso il volto diventò rosso come i suoi capelli.
Era stato lui?
Doveva dirglielo, doveva proprio dirlo.
-Ehm...dovresti rimetterlo. -affermò non guardando l’altro direttamente e suscitandone l’interesse.
Quegli occhioni verdi inconsciamente chiedevano e l’artista, sentendoli su di sé e vedendoli per un attimo di sfuggita, a malincuore parlò.
-…Hai…dei segni…sul collo. -riuscì a dire guardandolo dabbasso sotto la frangetta con una mano portata dietro il proprio collo.
Marc si irrigidì nuovamente meno colorito di prima. Aveva avvertito un leggero fastidio ma non pensava certo che…
Ahi! Sì, toccarlo faceva male il che voleva dire che il ragazzo di fronte a lui l’aveva realmente morso. Più volte!
Beh lui l’aveva baciato più volte, e il rosso aveva baciato lui.
Mentre il corvino pensava a tutto ciò Nathaniel aveva ancora lo sguardo fisso sul suo collo e Marc non poteva sopportare di più.
Col volto in fiamme e la mano stretta attorno al cinturino si alzò rapidamente.
-Mi dispiace. È troppo imbarazzante! -si scusò come se fosse il diretto responsabile di tutto ciò che era accaduto.
Si diresse svelto alla porta per gettarsi direttamente fuori dall’aula ma l’artista tentò di fermarlo alzando una mano.
-Aspetta! –
Marc sbatté la faccia contro la porta con un sonoro tonfo. Fu davvero comico.
Ancora una volta Nathan non rise alla goffaggine dell’altro, anche se avrebbe tanto voluto e con tono scherzoso si rimise in piedi.
-L’avevi chiusa a chiave. –gli fece notare genuinamente intenerito e divertito.
-Ora me lo ricordo. -confermò l’altro tenendosi parte della fronte e del naso.
Il volto bruciava di vergogna in un vivido cremisi che non sarebbe andato via tanto presto.
Questo era il giorno più imbarazzante di tutta la sua vita.
Voleva solo rinchiudersi una stanza lontano da tutti gli altri per evitare di baciare qualcuno, perché era dovuto finire in quella situazione?
Avevano fatto più che baciarsi, si erano toccati e Nathaniel aveva rimosso la sua collana. Marc si chiedeva quanto sarebbero potuti andare in là prima che Ladybug catturasse l’Akuma.
Era certo inoltre di essere stato proprio lui a prendere l’iniziativa.
-La chiave dev’essere qui intorno, dai cerchiamola. –disse convenientemente il rosso.
 
Cercarono molto poco a dire il vero poiché fuori dall’aula qualcuno cominciò a bussare insistentemente.
-Nathan sei qui? -domandò una voce femminile abbastanza in allerta.
Il ragazzo in questione si illuminò.
-Alix! – rispose avvicinandosi alla porta sotto lo sguardo incuriosito di Marc.
La ragazza provò a girare la maniglia ma a vuoto.
-È chiusa a chiave, chiama il custode. –le rivelò Nathaniel.
-È qui con me. -rispose lei prontamente.
Difatti qualcuno iniziò ad armeggiare con la maniglia e il moro si affiancò all’artista impaziente di uscire finalmente da lì. Lo sguardo che diede al rosso tuttavia esprimeva muto disagio e nervosismo.
Non sapeva chi fosse questa Alix.
-È una mia amica. –si sentì in dovere di precisare Nathan.
Non era la sua ragazza che aveva tradito.
Il corvino sembrò apparentemente più tranquillo ma la frase non sfuggì certo alla giovane dall’altro lato della porta.
-C’è qualcuno lì con te? Magari una bella ragazza? -chiese maliziosamente.
Colti alla sprovvista nessuno dei due rispose tanto meno incrociarono gli sguardi.
Quasi subito la porta si aprì e Alix mise rapidamente la testa all’interno curiosando.
Gli occhi si posarono all’stante su Marc e lo osservò per bene per un momento o due dalla sua ridotta altezza.
-Non è una ragazza. -confermò.
Nessuno dei presenti contraddisse che fosse carino o meno e ciò non passò inosservato al timido ragazzo.
-Lui è Marc. -lo presentò allora Nathaniel.
-Ciao…-le rispose quest’ultimo incerto.
La sorpresa iniziale sul volto di Alix si trasformò lentamente in un sogghigno guardando prima l’uno poi l’altro.
Non prometteva nulla di buono, doveva aver intuito qualcosa e Nathan sudò freddo.
-Marc eh? E dimmi: siete stati infettati prima di chiudervi a chiave dentro quest’aula? -insinuò la ragazzina incrociando le braccia al petto.
Si sporse verso l’amico rivolta direttamente a lui e inclinò la testa rosa acceso di lato con occhi vispi azzurro cielo.
Il rosso divenne irrequieto e le pupille saettarono ovunque.
Prima che Alix potesse dare uno sguardo al suo collo Marc, che ancora reggeva il cinturino, si affrettò a legarlo.
-Scusate io devo proprio andare! -affermò scappando rapidamente dalla stanza e correndo via.
-Marc! -lo richiamò l’artista uscendo dopo di lui ma il corvino era già lontano.
Alix gli si affiancò, il custode chiuse la porta e se ne andò lasciando soli i due.
Nathaniel osservava ancora il punto dove aveva visto sparire Marc un po’ deluso. Tutto sommato era un tipo a posto e gli sarebbe piaciuto fare amicizia con lui.
L’incidente poteva essere tranquillamente archiviato, non doveva farsene una colpa.
Alix ruppe il silenzio.
-Allora? -chiese dandogli un colpetto con il gomito.
Nathan le lanciò un’occhiata e voltandosi verso di lei incrociò le braccia al petto con stizza.
-Non sono tenuto a dirti niente. –affermò con un orgoglio che in realtà non aveva.
-Come vuoi. -fece lei fintamente arrendevole.
Si portò dunque le mani dietro la testa rosa e aggiunse: -Ma hai la faccia lucida di brillantini. -decretò infine.
Nathaniel arrossì di vergogna, per quanto Alix non usasse trucchi sapeva sicuramente distinguere un lucidalabbra.
Con le spalle incassate e a rapide rigide falcate l’artista si diresse velocemente verso le scale diretto al bagno dei ragazzi totalmente in imbarazzo.
-Oh andiamo, Nathan! -lo inseguì Alix divertita.
 
-Sul serio? Hai finalmente incontrato Nathaniel? E com’è andata? -domandò con sincero interesse Marinette al suo amico.
I due erano seduti su una panchina e Marc fissava un punto indefinito davanti a sé verso il basso.
Conosceva già Nathaniel. L’aveva visto in giro a scuola, si era innamorato dei suoi disegni e ben presto si era preso una bella cotta per lui.
Marinette lo sapeva bene.
Con il volto ancora cremisi e il cuore che martellava a mille lo scrittore non rispose alle domande e chino in avanti nascose nuovamente il volto fra le mani in imbarazzo.
-L’ho baciato. –
 
Fine.
  
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