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Autore: inzaghina    17/06/2023    2 recensioni
L'adolescenza è quel periodo della vita in cui tutte le emozioni paiono amplificate e quasi sproporzionate; gli amori sembrano più totalizzanti, le amicizie più coinvolgenti e le delusioni decisamente più cocenti.
Tutto questo vale anche per i Malandrini e i loro compagni di corso, che cercano di vivere una vita normale, mentre fuori da Hogwarts inizia a imperversare una guerra sempre più cruenta.
[Storia partecipante alla challenge "Gruppo di scrittura", indetta da Severa Crouch sul forum feriscelapenna[
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità di Lily e James - Promesse da mantenere '
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La cacofonia di voci vibra nell’aria calda della sera estiva ed Edward sorride, osservando la figlia parlare animatamente, circondata da amici. I ragazzi stanno arrostendo marshmallow direttamente sul fuoco, deliziati dall’idea di imitare il tipico dolce dei campeggiatori statunitensi, poco importa che si trovino a pochi passi dal centro di Londra – invece che nelle sconfinate foreste nordamericane. Se si abbandonasse alle elucubrazioni più profonde, Edward comincerebbe a riflettere su come questi momenti siano qualcosa a cui rischiano di dover dire addio. Serate come quella che stanno vivendo rimarranno per sempre impresse nella memoria dei presenti, nonostante la loro semplicità. Ci sono la compagnia, il buon cibo, gli amici e le risate; le preoccupazioni che si annidano nell’inconscio sono state sepolte, anche se faticosamente, dagli adulti presenti e tutto questo restituisce un po’ di fiducia al padrone di casa. Certe volte, soprattutto nel cuore della notte silenziosa, quando la moglie dorme e i figli sono lontani svariate miglia, Edward si domanda se la sua non sia stata una scelta egoista, se seguire il proprio cuore non abbia finito con il mettere ancora più a rischio le persone che più ama al mondo. Prima d’incontrare Abigail, viveva una vita appagante e felice, eppure aveva sempre percepito la mancanza di qualcosa che non sapeva individuare – non finché ha incrociato lo sguardo di Abby, per lo meno. Quel giorno di gennaio gli ha cambiato la vita: gli è bastato un unico sorriso per riscoprirsene assuefatto e iniziare a bramare di trasformarsi in una delle ragioni per le quali Abby avesse voglia di sorridere. Si è chiesto spesso quanti altri maghi abbiano avuto la sua stessa fortuna, ma anche quanti Babbani, se deve essere sincero. Trovare qualcuno che ti accetti completamente, senza remore, qualcuno insieme al quale tu possa essere davvero te stesso è una rarità, qualcosa per cui Edward può chiamarsi fortunato ogni singolo giorno... qualcosa che proteggerà anche a costo della sua stessa vita. Incontra le iridi ridenti di Abby e ricambia il suo sorriso, proprio come nel gennaio di tanti anni prima, la moglie lo osserva interrogativa, ma Edward scrolla le spalle – avranno tutto il tempo per parlarne in separata sede, ora è ancora il momento di festeggiare Lexie.  

 

5. Back when we were still changin' for the better 
 

La vita non è avere mille amici,  

ma trovare i pochi giusti di cui hai bisogno.” 
A.R. Asher 

 

 

 

La sabbia e le minuscole conchiglie sono scivolose sotto ai suoi piedi ma Marlene, che si è abituata a camminare scalza sulla spiaggia dietro casa fin da quando era bambina, non ci fa caso. Stringe la pergamena che il gufo reale di casa Rosier le ha consegnato pochi minuti prima, quando stava albeggiando e le sfumature rosate ricolmavano ogni centimetro della sua stanza affacciata sull’oceano. A essere sincera si aspettava la lettera, dopo tutti questi anni ha imparato a conoscere Evan – anche se non bene come si era illusa, prima dello scorso giugno. Non comprende nemmeno per quale motivo abbia abbandonato la quiete della sua camera per spingersi lungo la spiaggia desolata, sa solo che il sottofondo della risacca come unica compagnia è ciò di cui sentiva il bisogno per poter affrontare le parole di Evan e la delusione che probabilmente proverà. 

 

Lene, 

ti scrivo questa lettera anche se non sono mai stato troppo bravo con le parole, qualcosa che non hai mai esitato a rinfacciarmi. Oggi è il tuo compleanno e, per i prossimi dieci giorni, avremo la stessa età – proprio come ogni anno, eppure nient’affatto come gli scorsi anni.  

Mi rendo conto di averti delusa e farei qualsiasi cosa per rimediare, ma mi rendo conto che ciò che tu più desidera è esattamente l'unica cosa che non ti posso promettere: mio padre ha riposto tutte le sue speranze in me e chi sono io per deluderlo, abbandonando la strada che è già stata tracciata per il mio futuro? Il ruolo degli eredi delle Sacre Ventotto è fondamentale per la salvaguardia delle tradizioni magiche, di questo ne avevamo parlato, soprattutto se tuo padre si chiama Magnus Rosier ed è uno dei più fedeli seguaci del Signore Oscuro. 

Mi rendo conto che queste suonino come parole vuote e che poco abbiano a che fare con una lettera che avrebbe dovuto servire ad augurarti buon compleanno, ma ho la testa affollata di pensieri e faccio fatica a metterli in ordine. Vorrei non aver mai conosciuto il tuo amore, perché perderti non sarebbe stato altrettanto devastante, ma mio padre ha sempre sostenuto che l’amore rende deboli e, forse, non ha poi tutti i torti... 

Probabilmente dice così anche a causa di mia madre, che peggiora lentamente ed inesorabilmente, e che non meritava di certo questo destino... non lo dico per farti provare pietà, quanto semplicemente per provare a giustificare questa lettera senza capo né coda. 

Spero che passerai una giornata stupenda, anche senza di me, o forse proprio perché io non ci sarò... anche se sarà strano per me non essere al tuo fianco nel tuo giorno speciale. 

Ti amo, di questo non dubitarne mai... perdonami se puoi. 

Tuo, Evan. 

 

Marlene ricalca la firma obliqua del ragazzo e ricaccia indietro una lacrima solitaria, detestandosi un pochino per la reazione avuta alle parole dedicatele da Evan. 

“Se solo non fossi così testardo,” mormora tra sé, figurandoselo intento a scrivere alla scrivania di mogano posta tra le due ampie finestre che illuminano la sua camera.  

Rilegge la lettera una seconda volta, poi una terza, prima di rimetterla nella busta e infilarsela nella tasca della camicia da notte celeste. Si chiede come abbia fatto a non rendersi conto del complesso da martire che affligge Evan: questo senso del dovere che lo porta a fare qualsiasi cosa pur di compiacere quel padre che pare non potrà mai davvero essere appagato. Eppure, se è onesta con sé stessa, non è solo per volere del padre che Evan si prepara a un futuro diametralmente opposto a quello che Marlene immagina per sé e non è qualcosa che Marlene si era davvero aspettata. Perché le ci sono voluti anni, di amicizia prima e di amore poi, per farle raggiungere la consapevolezza che lui non si era mai davvero mostrato vulnerabile con lei – ed è proprio questo a farle più male. 

 

Più tardi, il sole è alto nel cielo e i granelli di sabbia le arroventano la pianta dei piedi, quando la festeggiata si accinge a spegnere le candeline che adornano la sua torta di compleanno. 

“Non scordarti di esprimere un desiderio,” dichiara Lily, al suo fianco. 

Marlene annuisce, concentrandosi sulle fiammelle che danzano nella brezza e non sull’unica persona che manca, la cui assenza spicca tra tutte quelle che sono invece presenti per festeggiare. Quasi non ricorda l’ultimo compleanno festeggiato senza Evan, ma immagina che ormai dovrà farci l’abitudine e, di certo, non può permettere a una scelta del ragazzo di influire così massivamente sulla sua vita. 

“Buon compleanno!” esplodono in coro i suoi amici e i suoi fratelli. 

“È ora dei regali!” trilla felice Mary. 

“Comincia dal nostro!” s’entusiasma Lexie, porgendole un’enorme scatola variopinta. 

“E chi lo avrebbe deciso, scusa?” sbuffa James, allungandosi per posare il proprio pacchetto sopra a quello più grande. 

“Il galateo, Potter,” lo rimbecca spiccia Lily. 

“Credevo che foste tutte molto emancipate, Evans,” ghigna Sirius, aggiungendo un pacchetto piccolo incartato di rosso con un fiocco dorato. 

“Siete impossibili voi due,” sbuffa Lily contrariata, prima che Mary la imbonisca con un’Ape Frizzola. 

“Forse dovresti iniziare dal mio, a questo punto, per evitare che la tua festa finisca in tragedia, quantomeno,” ride Eleanor, allungandole un pacchetto leggero come una piuma. 

“Sì direi che è meglio così...” annuisce Marlene, sciogliendo il nodo delicato e scoprendo una sciarpa dalla consistenza impalpabile dello stesso colore dei propri occhi. 

“È incantata per adattarsi alle stagioni,” le spiega l’altra, “così non sarai obbligata a utilizzare sempre quell’enorme sciarpa di lana della scuola...” 

“Lo dici solo perché la sciarpa di Marlene è degli stessi meravigliosi colori della casata di Grifondoro,” bofonchia James, risentito. 

“Se lo dici tu...” 

“È stupenda, Eleanor!” la rassicura Marlene, abbracciandola. 

“Sì, è davvero una meraviglia,” annuiscono Lily, Lexie e Mary, insieme alla madre di Marlene. 

“Sono contenta che ti piaccia, l’ho acquistata anche per me.” 

“Ora che ne dici di aprire il mio regalo?” scalpita James, mentre Sirius lo spintona tentando di porgere il proprio. 

“Facciamo che apro quello delle ragazze...” 

“Ma hai appena aperto un regalo del gentil sesso, dovresti passare a noi maschi ora,” fa notare Sirius. 

Mary scoppia a ridere, mentre Lexie si dà una manata e Lily sbuffa sonoramente. 

Marlene decide quindi di accettare il pacchetto di Remus, scatenando l’ilarità dei presenti e l’indignazione di James e Sirius. 

 

* 

 

Il binario è talmente affollato che Regulus teme di sentirsi male, mentre si fa strada insieme ai genitori, che hanno insistito per accompagnarlo, quasi come se fosse un primino timoroso. Sono quasi le undici quando sale a bordo, voltandosi per un ultimo saluto, rendendosi conto che Orion e Walburga se ne sono già andati. Si avvia verso lo scompartimento dentro a cui si è dato appuntamento con i compagni di casa, ansioso di rivedere Evan e chiedergli se sia riuscito a chiarirsi con Marlene, senza pensare che il fratello che lo ha accuratamente evitato da dopo la sua fuga è su quello stesso treno. Raggiunge il solito scompartimento e vi trova Evan, Hector e Barty già seduti, ma l’espressione truce di Evan gli suggerisce di evitare di chiedere aggiornamenti riguardo alla sua situazione amorosa e decise di aggiungersi a una più blanda conversazione sul Quidditch e sulle speranze di Serpeverde di strappare la coppa ai bellimbusti di Grifondoro. Il treno si è già lasciato Londra alle spalle, percorrendo ad alta velocità le verdi campagne inglesi, quando Evan gli fa un cenno d’intesa e i due si alzano per raggiungere lo scompartimento riservato alla riunione dei Prefetti. 

“Dove ve ne andate?” domanda Hector stiracchiandosi. 

“Il dovere chiama,” ribatte piatto Evan, indicando la spilla lucente sul suo petto.  

“Proprio non vi invidio,” sbuffa il giovane Avery, afferrando una Cioccorana. 

Regulus nota Severus Piton, nascosto dietro alla sua cortina di capelli neri, mordicchiarsi furiosamente le labbra, probabilmente ripensando all’epico litigio che ha avuto alla fine dell’anno precedente. Il ragazzo si china per recuperare la spilla dal baule avvicinandosi al ragazzo più grande, “vuoi per caso far avere un messaggio a qualcuno?” gli sussurra, badando a non farsi sentire da nessun altro. 

Piton spalanca gli occhi color della pece, diventando ancora più pallido, prima di scuotere la testa. “Meglio di no, almeno per ora,” dichiara a densi stretti. 

Raggiunge Evan, allungando il passo per stargli dietro e osservandolo di sottecchi. 

“Che vuoi chiedermi, Reg?” gli domanda a bruciapelo il biondo. 

“Mi chiedevo se fossi riuscito a parlare con la McKinnon, ecco tutto... non so se ne vuoi parlare, ma...” Regulus s’interrompe, chiedendosi quando le relazioni amorose dei suoi compagni siano diventate così importanti per lui. 

Evan gli rivolge un mezzo ghigno dei suoi, “grazie per l’interessamento... in realtà noi Serpi non siamo particolarmente famosi per il coraggio, però le ho fatto recapitare una lettera per il suo compleanno proprio ieri, quindi... chissà...” 

“Beh, sicuramente vi rincontrerete molto presto.” 

“Certo, ma non so dirti come si evolveranno le cose...” sbuffa Evan, stringendosi nelle spalle, prima di fermarsi e fissare l’amico, “e tu e tuo fratello, piuttosto?” 

“Non l’ho più visto né sentito,” ammette, tentando di mascherare il proprio dolore. 

“Credo che anche la vostra resa dei conti sia piuttosto vicina, Reg.” 

“Non se posso evitarlo,” sussurra Regulus, lasciando che la rabbia s’impossessi di lui. 

Ma il Destino, o Fato che dir si voglia, ha altri piani per lui e non compie che una manciata di passi prima di ritrovarsi a fissare due occhi gemelli ai propri – due iridi la cui assenza lo ha tormentato per tutta l’estate. 

“Regulus, aspetta! Dove vai?” 
Si ferma per un attimo, facendo cenno a Evan di proseguire, prima di voltarsi verso il fratello e lasciare che i loro sguardi s’incrocino in una sfida muta, che nessuno dei sue è disposto a perdere. 
“A differenza tua, sono stato nominato Prefetto.” 
“Per fortuna ci sei tu che rendi onore alla nobile e antichissima Casata dei Black.” 
Eccola qui, una delle battute affilate di cui aveva tanto sentito la mancanza, solo che in questo preciso momento il tono canzonatorio del fratello serve solo a farlo sentire ancor più vulnerabile e solo di quanto non si sia sentito durante l’estate appena trascorsa. 
Regulus deglutisce a vuoto e stringe le mani a pugno, prima di raddrizzare la schiena e scuotere la testa. “Non tutti possono permettersi di fare ciò che più li aggrada, Sirius. Il posto dell’istintivo che prima agisce e poi pensa era già stato occupato da te, a me non rimaneva che attenermi al volere dei nostri genitori…” mormora, prima di voltargli le spalle in una perfetta imitazione di quanto fatto da Sirius stesso nel momento della sua fuga. 
“Regulus, scusa io...” 

“Ora non ho tempo,” ribatte in tono piatto, lanciandogli un’ultima occhiata in tralice e incamminandosi verso la prima carrozza. 
“Possiamo parlare più tardi?” 
Regulus si volta un’ultima volta, fissando il fratello, sfidandolo a continuare, ma ricevendo solo silenzio e scegliendo di allontanarsi a passo svelto dalla sua figura. 

 

* 


I corridoi della scuola silenziosi sono diventati il suo regno, dopo anni passati a esplorarli a qualsiasi ora della notte. Ha chiesto in prestito la mappa a James per non incorrere in brutte sorprese, ma è talmente distratto che non si è reso conto di aver raggiunto i sotterranei e di essere incappato in qualcuno che non si immaginava di rivedere più insieme. 

 

 


Nota dell’autrice: 

Questa storia si sta rivelando più intricata del previsto. Sinceramente pensavo che sarei riuscita a rimanere su toni più leggeri, ma i protagonisti invece stanno facendo di testa loro e stanno mostrando le loro fragilità e le paure, oltre ai sogni e alle aspettative. 

Spero che questo viaggio ambientato durante la prima guerra magica continui a piacervi, io sicuramente sto amando indagare su entrambi i lati della barricata. 

 

   
 
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