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Autore: Delirious Rose    20/06/2023    1 recensioni
Ginny ha undici anni e presto andrà a Hogwarts.
Ginny ha un amico speciale che è sempre al suo fianco: la aiuta con i compiti, la tira su di morale, la sprona a inseguire i suoi sogni e a fare tutto il possibile per realizzarli.
Ginny ha un amico speciale che forse è diventato qualcosa di più.
Ginny, però, non sa che le rose fioriscono per morire.
{Questa storia partecipa al contest "E così, con un bacio, io muoio" di ielma.}
[15/12/2021: Capitolo 5 riscritto ed esteso, dato che ho ripreso in mano la storia per continuarla fino alla fine di CoS]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Percy si era arrabbiato tantissimo quando Ginny era stata messa in punizione. Ma, davvero quando aveva sentito quella Serpeverde insultare il suo Harry Potter non ci aveva visto più dalla rabbia!

Ma Percy non aveva voluto sentire ragioni: era rimasto dietro di lei per tutto il tempo necessario a scrivere una lettera di scuse per la mamma—non voleva ricevere un’altra Strillettera davanti a tutti in Sala Grande. Fred e George, invece, non solo le avevano fatto i complimenti, ma le avevano dato delle api frizzole e due cioccorane e le avevano suggerito un paio di maledizioni da usare la prossima volta. 

All’inizio Ginny era stata indispettita dalla punizione; non voleva passare la serata a lucidare vecchi trofei con Ron! Ma quando aveva sentito Harry Potter e Ron fare scambio di punizione, si era subito rintanata nel suo baldacchino per raccontarlo a Tom. 

Tom si era un po’ arrabbiato, ma non per aver lanciato una maledizione, ma perché si era fatta beccare! 

In ogni caso, non concordo con i suggerimenti di Fred e George

Lo schiantesimo è tanto brutto?

Santi numi, no! Ma ai miei tempi era insegnato al quarto anno.
Se adesso è insegnato già al primo anno, è un altro conto, ma sarebbe un po’

 

Problematico se una studentessa del primo anno usasse un incantesimo che non fa parte del suo programma scolastico.
I tuoi fratelli potrebbero subire delle gravissime conseguenze!
Inoltre, personalmente preferisco altri metodi

Che metodi?

Per prima cosa, farei in modo che fosse il mio avversario a ricevere la punizione.
Secondo, userei un incantesimo oggetto di una lezione recente, poiché sarebbe normale che mi esercitassi per riuscirlo alla perfezione.

Ginny scoppiò a ridere nel leggere quelle parole. Ma poi si ricordò dell’incantesimo del fuoco. Effettivamente, non era male l’idea di bruciare un pochino le chiappe di chi insultava Harry Potter.

L’incantesimo del fuoco non è un po’ troppo pericoloso?

A meno che tu non sia bravo bravo a farlo, i professori possono sempre beccarti

Un incantesimo semplice e “innocuo” come il Floreo va più che bene

Ginny roteò gli occhi

E che ci devo fare?
Una coroncina da mettere in testa al rompipluffle?

Ginevra, una strega dabbene non usa termini volgari!

Non è solo la formula che conta, ma soprattutto l’intenzione con cui eseguiamo l’incantesimo.
Per esempio, sì, potresti far comparire una ghirlanda di fiori sul tuo avversario. Se alle roselline, le margherite e i fiori di lino aggiungi dell’edera velenosa, potrai procurargli una dermatite, per esempio.

Un’immagine fluttuò sotto la scritta. Era un disegno di una pianta come quelli del libro di Erbologia, con accanto la foto di un braccio con tre brutte e grosse bolle.

In questo modo, anche se controllano la tua bacchetta, troveranno un incantesimo innocente invece di quello delle pustole.
Agli occhi dei professori, saresti una povera studentessa accusata ingiustamente, e l’accusatore, da vittima diventerebbe il carnefice da punire.

Da un lato, a Ginny quell’idea non piaceva molto, ma dall’altro… beh, alla fine era un modo per far punire chi la prendeva in giro per i vestiti e i libri di seconda mano, oppure perché le piaceva Harry Potter.

Sei proprio un Serpeverde, sai?
Ma ti voglio bene lo stesso

Per un po’, Tom non scrisse nulla. Era forse imbarazzato per quello che gli aveva scritto e il bacetto? Anche Ginny si sentì la faccia diventare tutta calda.

Scosse la testa e intinse di nuovo la penna nel calamaio.

Comunque, non mi dispiace essere stata messa in punizione

Perché non ti dispiace?

Ginny ridacchiò e non rispose subito.

Indovina!

Se fossimo ai miei tempi, direi che avresti la punizione con il Professor Gildenlead, il docente di Alchimia, che era noto per dare dei compiti leggeri.
Se fossi stato nelle sue grazie, anche una detenzione con il Professor Slughorn, il docente di Pozioni, avrebbe potuta essere piacevole.

Si tratta di

 

Come hai detto che si chiama il docente di Difesa Contro le Arti Oscure?
Quello scrittore famoso che piace molto a tua madre

Ginny ridacchiò ancora più forte e scosse la testa, anche se Tom non poteva vederla.

Ho punizione con Mr. Filch, e la passerò con HARRY POTTER!!!
Ma ci pensi, Tom?
PASSERÒ UN’INTERA SERATA DA SOLA CON HARRY POTTER!!!
SONO TROPPO CONTENTA!!!

Squittì di gioia, rotolando sulla schiena e stringendo il cuscino forte al petto.

Ehi, calma!

Ginny poteva quasi sentire la risata leggera di Tom.<

Mi piacerebbe mettere il vestito che mi sono fatta per Halloween invece dell’uniforme ma non posso, uffa ;_;

Sai se esiste un incantesimo che fa sembrare i vestiti nuovi? Giusto un pochino perché ho solo una gonna ed è tutta scolorita, con un alone che neanche Mamma è riuscita a fare andare via.
E secondo te di cosa posso parlare con Harry Potter? Non voglio fare come quando eravamo alla Tana e non riuscivo a dirgli neanche ciao!

Picchiettò la penna sul calamaio mentre aspettava la risposta di Tom.

Per cominciare, potreste parlare di un interesse in comune.

Per caso hai un’idea di cosa gli piaccia?

L’entusiasmo di Ginny si sgonfiò come un palloncino bucato.

A parte il Quidditch, non lo so :-(

Beh, è pur sempre un inizio

Per il resto del pomeriggio, invece di fare i compiti, Ginny fantasticò con Tom su quello che avrebbe fatto con Harry Potter per tutta la serata. O almeno fino a quando Tom non si impuntò, ricordandole che aveva un tema di Pozioni da finire.

Ma l’eccitazione non lasciò Ginny un solo minuto, e perfino a cena era talmente impaziente che quasi si versò il succo di zucca addosso—per fortuna Tom le aveva insegnato un incantesimo per pulire i vestiti, così che sembrassero sempre perfettamente lavati e stirati. Incantesimo che usò sull’unica gonna che aveva per essere certa che fosse perfetta. Le sue compagne di stanza la sfotterono un po’ perché si stava preparando con tanta cura per una punizione, spazzolando i capelli fino a farli lucidare e mettendo il fermaglio che Charlie le aveva regalato per il suo compleanno.

All’ora convenuta, Ginny si ritrovò a camminare fianco a fianco con Harry Potter. Avrebbe voluto attaccar bottone, ma si sentiva ancora un po’ in soggezione e le occhiatacce torve che Mr. Filch le mandava non aiutavano. Di certo sarebbe andata meglio una volta raggiunta la Sala dei Trofei e che il bidello se ne fosse andato a dar la caccia a Fred e George.

«Tu occupati di queste vetrine a sinistra, ragazzina, e tu di quelle lì a destra, Eroe», abbaiò Mr. Filch, lanciandole contro uno straccio e la pozione Lucidor, che puzzava proprio come quella della Zia Muriel.

Ginny si mise subito al lavoro, sperando che lucidare uno scudetto le avrebbe permesso di calmare i nervi. Ne pulì uno; ne pulì due, e quando stava lucidando il terzo, lanciò un’occhiata a Harry Potter, tutto concentrato a lucidare una coppa argentata. Aprì la bocca per chiedere a Harry Potter quale fosse la sua squadra e il suo giocatore di Quidditch preferiti come le aveva suggerito Tom, ma era come se i gemelli le avessero messo un rospo pietrificato in gola. Ginny prese dei respiri profondi, e ci provò di nuovo più tardi.

«Qu-qual è la—»

«Non battere la fiacca, ragazzina! Mi ci voglio specchiare in quel trofeo!» disse Mr. Filch dandole uno scappellotto.

Ginny si morse la lingua per non dire una parolaccia. Il trofeo era già bell’e pulito: si sarebbe consumato tutto se lo avesse strofinato per tutta la sera! Con un grosso sospiro, allungò la mano verso la bottiglia di pozione lucidante.

Si irrigidì tutta, come se l'avessero pietrificata.

Le dita di Harry Potter avevano sfiorate le sue. Erano calde e un po' ruvide, macchiate di pozione.

«Fai tu per prima,» Harry le disse con un sorriso gentile, porgendole la bottiglia.

Ginny aprì la bocca, ma a malapena riuscì a balbettare un ‘grazie'. Si sentiva la pancia tutta strana, come se Fred e George le avessero fatto ingoiare dei Folletti della Cornovaglia vivi. Era così emozionata che quasi fece cadere la bottiglia.

«E-ecco», riuscì a balbettare senza alzare la testa, ma lanciando una timida occhiata a Harry.

«Grazie mille!» rispose lui, tornando a concentrarsi sul trofeo.

Ginny voleva piangere. Come poteva lasciarsi sfuggire un’occasione come quella per far colpo sul Ragazzo Sopravvissuto? Colin Creevy e le sue compagne di dormitorio erano stati così invidiosi quando Ginny aveva annunciato in pompa magna che avrebbe condiviso la detenzione con il famoso Harry Potter!

Strinse gli occhi forte e deglutì le lacrime. Non doveva e non poteva rovinare la sua serata speciale facendo la piagnona! Non voleva che Harry Potter pensasse male di lei! La mamma lo diceva sempre che ai ragazzi non piacevano le ragazzine che si lamentavano!

«Allergia alla polvere?» chiese Harry con un tono così cortese che Ginny si sentì accampare tutta.

Non era allergica, ma annuì per salvare la faccia. Tirò su col naso di nuovo, ma questa non riuscì a trattenersi. Un moccolone precipitò dalla narice sul trofeo che Ginny stava lucidando, colpendo il pieno la prima O del nome “Tom”.

Ginny sgranò gli occhi. Li strofinò pure per essere certa di aver letto bene. Ma non poteva essersi sbagliata. Il trofeo era stato assegnato per “Servigi resi alla Scuola” a nientemenopopodiche Tom Marvolo Riddle.

Sapeva che Tom era stato non solo Prefetto, ma anche il miglior studente del suo anno. Doveva essere stato un ragazzo davvero straordinario se aveva addirittura ricevuto un trofeo! Perché non glielo aveva mai detto? Si vergognava?

Ginny lucidò il trofeo fino a farlo lucidare, aggiungendoci pure un bello sputo come gli aveva insegnato Papà per le scarpe. Quasi non le dispiaceva dover finire la punizione prima di Harry Potter e di tornare subito in dormitorio invece che aspettare il suo idolo—anche perché non voleva assolutamente che lui si facesse un’idea sbagliata di lei.

Ginny voleva rinchiudersi nel suo baldacchino il prima possibile e farsi raccontare tutto su quel trofeo è su quello che Tom aveva fatto per riceverlo.

Mr. Filch studiò per bene tutte le coppe e gli stemmi che Ginny aveva dovuto pulire. La sua faccia si fece ancora più artigianale, ma anche volendo, non avrebbe trovato un solo alone. Pfff! Con tutte le volte che Ginny aveva aiutato la Mamma a pulire il servizio buono quando la Zia Muriel veniva a prendere il tè!

«Tu te ne puoi andare», il custode borbottò, strappandole lo straccio dalle mani. «Tu, invece, non hai finito, eroe.»

Ginny lanciò un’occhiata a Harry Potter, che borbottava. Avrebbe voluto dirgli una parola di conforto, trovare una scusa per restare ancora un po’. Ma era come ammutolita, e Mr. Filch la fissava torvo, come se volesse darle un calcio nel didietro se non se ne fosse andata. Per cui recuperò la bacchetta e il diario dal tavolo dove Mr. Filch li aveva tenuti per tutta la detenzione.

Le dispiaceva tanto di non poter restare più a lungo, ma Ginny si confortò al pensiero della chiacchierata che avrebbe avuto con Tom: era troppo curiosa di sapere che cosa avesse fatto per avere un trofeo tutto suo! Dei suoi fratelli, solo Charlie ne aveva ricevuto uno, ma con tutta la squadra di Quidditch per cui non valeva!

Per fare ancora più in fretta, Ginny decise di usare le scale dei prefetti, che non si muovevano, invece di quelle normali. Era stato Tom a dirle dove erano, un giorno che rischiava di fare ritardo per la lezione di Pozioni. Era un pochino pericoloso, perché avrebbe potuto mettere Percy nei pasticci se qualcuno l’avesse beccata; però lei aveva anche imparato da Fred e George come prendere le scope dalla rimessa senza che la mamma o il papà se ne accorgessero.

Ma arrivata al pianerottolo del secondo piano, Ginny si raggelò sentendo delle voci sommesse riecheggiare nella tromba della scala. Si sporse un po’, per vedere se i due prefetti stessero venendo verso di lei, ma le loro sagome rimasero sullo stesso pianerottolo un po’ più giù.

Ginny soffiò per il sollievo e ricominciò a scendere gli ultimi gradini che la separavano dalla porta del secondo piano. Doveva fare pianissimo, se non voleva essere scoperta; poi si fermò, a solo un metro e mezzo dalla porta. Era il momento più pericoloso, quello, perché sarebbe bastato che uno dei prefetti alzasse lo sguardo.

Masticò il labbro inferiore, stringendo forte il diario al petto. Poteva fare uno scatto e correre velocissima, ma avrebbe fatto un po’ troppo rumore. Poteva scivolare piano piano, ma era più rischioso.

Ginny si sporse un po’ di più. I due prefetti erano sempre lì e sembravano occupati a fare chissà che cosa.

Uno schiocco bagnaticcio. Un sospiro strano. E un nome che inchiodò Ginny lì dov’era.

«Oh, Percy…»

 

   
 
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