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Autore: blackjessamine    22/06/2023    4 recensioni
[Ole Nissen/Homer Landmann – CMBYN!AU]
"Ole è sveglio.
Homer se ne accorge dal respiro che non fa più rumore, un fiato quasi trattenuto, inspirazioni ed espirazioni che sembrano voler chiedere scusa di qualsiasi disturbo.
Ole è sveglio e deve sapere che anche Homer è sveglio, sempre impegnato com’è ad accorgersi di tutto, a tendere i sensi in uno sforzo spasmodico per non farsi cogliere troppo di sorpresa dal mondo.
Ole è sveglio e deve sapere che anche Homer è sveglio, ma non si volta".

[storia candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul Forum Ferisce la Penna]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Geografia del presente




 

Scaglie di luce grigia dell’alba filtrano attraverso le lamelle della persiana: luce fioca, appena sufficiente per tracciare i confini della geografia della stanza.

Scrivania a nord-est: Homer si è seduto lì per scrivere una lettera a Ole il giorno prima che lui arrivasse a B. Ole la leggerà solo al suo ritorno a casa e potrà giocare al gioco delle differenze, tracciando confini tra ciò che credevano sarebbe stato e un ricordo che già comincia a sbiadire.

Armadio, scendendo a valle: sul secondo ripiano c’è la valigia di Ole, aperta e disordinata. Ole non l’ha mai disfatta, Homer sfiora il mare increspato dei suoi vestiti ogni volta che cerca i calzini.

Porta del bagno, nascosta da qualche parte nella zona dove le ombre sono più fitte: ci sono due spazzolini da denti nello stesso bicchiere.

 

Homer si volta, dà le spalle alla luce e gli occhi si ritrovano a scivolare su percorsi che ha sempre avuto accanto, strade che ha l’impressione di conoscere come il battito del proprio cuore ma che si sono rivelate capaci di brillare di una luce tutta nuova.

Ole gli rivolge la schiena. E lo fa davvero, la maglia del pigiama arrotolata sul torace, vittima del suo girarsi  e rigirarsi nel letto alla ricerca di un angolo più fresco delle lenzuola. Gli rivolge la schiena, un palmo di vertebre esposte alla luce tenue dell’alba. È uno spiraglio bianco, quella catena montuosa fatta di picchi e avvallamenti: ci fosse un po’ più di luce, Homer potrebbe vedere l’infinita distesa di lentiggini che il sole di B. ha spruzzato sulla schiena di Ole – le conterebbe  una ad una e darebbe loro un nome per poterle chiamare all’appello tutte – ma non c’è posto per le sfumature, in quella notte che forse è già mattina.

 

Ole è sveglio. 

Homer se ne accorge dal respiro che non fa più rumore, un fiato quasi trattenuto, inspirazioni ed espirazioni che sembrano voler chiedere scusa di qualsiasi disturbo.

Ole è sveglio e deve sapere che anche Homer è sveglio, sempre impegnato com’è ad accorgersi di tutto, a tendere i sensi in uno sforzo spasmodico per non farsi cogliere troppo di sorpresa dal mondo.

Ole è sveglio e deve sapere che anche Homer è sveglio, ma non si volta. Non lo cerca, non parla, resta immobile fra le lame di luce, la maglia del pigiama arrotolata sul torace  e la schiena esposta.

Homer vorrebbe accarezzarla, quella schiena. Raccogliere il velo di sudore che a B. sembra ricoprire chiunque, far scivolare sotto le dita ossa e pelle e guizzi di respiro, e poi trovare il ventre di Ole, farlo voltare, precipitare nei suoi occhi spalancati.

Invece si alza, raggiunge la finestra e spalanca le persiane, riversando una luce tenue ma compatta nella stanza.

“Homer… perché?”
Ole non è più una forma rannicchiata sul letto, è un corpo lungo e disteso, prono, il viso affondato nelle braccia incrociate.

“Per vederti meglio”.

Visioni distorte di fiabe per bambini riempiono le loro teste. 

 

Nuove risate sulla mappa di quell’estate.



 

[500 parole]





 

 


 

Note: 

Il senso di questa storia? Nessuno. 

È davvero una storia? No. 

Lo so, ormai sto scrivendo e riscrivendo all’infinito la stessa identica cosa, quando si tratta di loro: stessa ambientazione, stessi concetti, stesso tutto, ma avevo bisogno di tornare da loro solo anche solo per una scena senza capo né coda, senza contesto, senza aggiungere niente a tutto ciò che ho già scritto di loro.

In realtà ieri mi sono svegliata con la schiena di Ole in testa, poi mi sono ricordata che il 21 giugno sarebbe il compleanno di Homer, quindi sì, facciamo finta che sia un brutto regalo di compleanno per Spruzzetto di Sole. 

(Il titolo fa malamente il paio con la drabble “Geografia della mancanza” – che forse ho pure cancellato da EFP, non mi ricordo, ma nella mia testa il parallelismo ha senso, giuro). 

 

   
 
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