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Autore: berettha    28/06/2023    2 recensioni
BARTYLUS, Barty Crouch jr x Regulus Black.
||La vita di Regulus dai primi anni ad Hogwarts, sino alla presa del Marchio Nero ed oltre ancora.||
Dal testo: Portami a casa Sirius, cambiami i vestiti, sistemami i capelli dietro alle orecchie, fammi sentire il tuo tocco sulla pelle, asciugami i capelli e lascia che io posi la testa sulle tue gambe.
Raccontami di Hogwarts, di James Potter e di quella volta che avete volato sopra al Lago Nero: come era il vento? Lo sentivi tra i tuoi capelli? Ti faceva lacrimare gli occhi?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Evan Rosier, Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La Guerra, capitolo diciassette.
Abitudini.


Evan prese il Marchio all’inizio del nuovo anno scolastico, e Regulus lo seppe perché anziché trovarsi al Binario era lì a Grimmauld Place, con il braccio sanguinante e pallido da morire. 
“Quando smette di fare male?” Gli chiese piano, tamponandosi la ferita con uno strofinaccio. Regulus lo aveva portato nelle cucine, e si era seduti a terra nascosti dietro dei barili, con Kreacher vicino a loro che cucinava canticchiando allegro. 
“Non smette. Ci fai l’abitudine.” 
“Buono a sapersi.”
Anche Barty non tornò a scuola, nonostante le prediche non solo da parte della sua famiglia ma anche da parte dei suoi amici.
Bartemius Crouch senior, non volendo che il talento del figlio fosse sprecato, gli trovò un lavoro di basso rango al Ministero, al suo fianco. 
Barty, Jr, imperterrito a voler prendere il Marchio anche lui, si vide però passare davanti mesi e un miliardo di informazioni da una fazione all’altra, prima che il Signore Oscuro lo degnasse anche solo di uno sguardo.
“Non capisco cosa sbaglio.” Ammise una volta Barty a Regulus.
“Nulla.” Rispose, “Ci vuole tempo, ecco tutto.” 
Sdraiati sul letto di Regulus, davanti a loro qualche libro di grammatica francese aperto, assieme all’Iliade che gli aveva regalato l‘estate precedente e un vecchio dizionario polveroso che aveva trovato in biblioteca il giorno prima. Barty si era messo in testa di voler imparare in francese, per leggere il libro di Regulus senza dover ricorrere a traduzioni esterne.
“Non c’è voluto tempo, per te.” 
“Non voglio parlare di questo, Bart.” 
L’altro gettò uno sguardo alla porta della camera, chiusa, prima di avvicinarsi a Regulus per strappargli un bacio sulla guancia. “Scusami. Mi dispiace.” 
“È uguale. A che punto sei?” 
“Ettore contro Aiace.” 
“Leggimelo ad alta voce.” 
E Barty lo fece. 
Regulus chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal francese stentato di Barty, dal suo forte accento inglese che marcava ogni parola. La mano di lui si avvicinò alla sua, sfiorandogli le nocche, percorrendo con la punta delle dita il contorno delle sue, poi su fino al polso, disegnando piccoli cerchi sulla sua pelle. 
Ad ogni rumore fuori dalla stanza si spostavano, trasalendo entrambi, per poi riavvicinarsi dopo poco. "Se fossi una ragazza non dovremmo farlo.” Mormorò Regulus.
“Cosa?” Interruppe la lettura, posando il libro sul comodino di fianco al letto.
“Nasconderci. Spaventarci. Pregare di non venir scoperti. Il solito.” Rotolò su un fianco, posando la testa sopra il petto di Barty; il tessuto del maglione che portava gli pizzicò leggermente la guancia. L’altro, prese a giocare con i suoi capelli, distratto. 
“Vorresti che io fossi una ragazza?” Chiese alla fine.
“No.” Poi aggiunse, “Però sarebbe più facile.” 
E vorrei poterti sposare. Vederti alla luce del giorno. Combattere e vinc
ere e poi lasciare questo luogo maledetto. 
Barty rimase in silenzio per qualche secondo, prima di alzarsi e di aprire leggermente la porta della stanza, controllando che non si fosse nessuno. “Tua madre è nello studio?” 
Da quando aveva finito di lavorare sugli Inferi se ne era riappropriata, e il loro rapporto era migliorato notevolmente da quando poteva riconsiderarlo suo.
“Penso di sì. Cosa vuoi fare?” 
“Accio rossetto.” Passarono solamente pochi secondi, che un piccolo rossetto volò dalla camera dei genitori di Regulus dritto tra le mani di Barty. 
“Sei pazzo.” 
“Forse. Voglio provare una cosa.” 
Si avvicinò allo specchio sopra alla toeletta, tirando in fuori le labbra. “Come sto?”  Il rosso vinaccia non sembrava essere affatto il suo colore, ma guardò lo stesso il suo riflesso soddisfatto. “Ma mi vorresti lo stesso? Se fossi una ragazza?” Chiese, girandosi verso Regulus. Sorrideva, e uno degli incisivi era leggermente macchiato di rossetto.
“Ti vorrei in ogni modo.” Si avvicinò, baciando Barty sulle labbra. Lui dischiuse subito le sue, appiccicose, vagamente impastate di trucco. Le mani di entrambe si insinuarono sotto i loro vestiti, sfiorando, toccando, ridendo, successivamente baciando. 
Così disperati l’uno per l’altro, ricordando il tempo che avevano perso restando lontani. 
Regulus forse avrebbe preferito non averlo, saperlo al sicuro in Scozia, a chilometri a chilometri da lui ma anche dalla guerra.  Ma quando, due mesi prima, si era presentato nuovamente alla porta di casa sua, spettinato ed ansimante, il volto rosso per aver corso dalla fermata del Nottetempo fino a casa sua, non aveva potuto resistergli. Gli era mancato così tanto.
Il suo corpo aveva desiderato riavvicinarsi al suo con un’urgenza tale che tutti i suoi buoni propositi di convincerlo a tornare ad Hogwarts erano crollati come un castello di carte. 
Ti amo, avrebbe voluto dirgli. Ti amo, ti amo, ti amo e l’avrebbe potuto ripetere così tante volte da trasformarlo in una preghiera. Ti amo, ti amo, ti amo e...

...Crack.  “Padron Regulus.” 

Barty lo spinse via, tenendosi una mano sul petto per lo spavento. “Merda, Reg, questo tuo dannato elfo.” 
“Non essere cattivo, Bart.” Regulus si allontanò da lui, scendendo dal letto. Kreacher, apparso in mezzo alla stanza, si inchinò, la sua pelle era talmente rugosa e macchiata dal tempo che era impossibile dirlo con certezza ma a Regulus sembrò che fosse arrossito dall’imbarazzo. 
“Padron Regulus, Kreacher è molto dispiaciuto ma i Malfoy sono in visita e vogliono vedere la famiglia Black. Kreacher è stato mandato dalla Signora Black in persona a chiamarla.” 
“Grazie Kreacher, puoi andare. Scendo tra un secondo.” 
“La Signora Black sa che il signorino Crouch si trova qua?”
“No, e vorrei che non glielo dicessi.” 
Kreacher si prostrò nuovamente a terra, “E’ un onore servire il Padron Regulus.” 
“Grazie, Kreacher.” 
Si Smaterializzò, lasciando di nuovo i due ragazzi soli nella stanza. 
“Malfoy?" Barty guardò Regulus, corrucciando le sopracciglia, "Lucius Malfoy? Cosa vuole?” 
Regulus si portò invece le mani tra i capelli, “Vorrei saperlo anche io.” 


Dopo che Barty si fu ripulito nel migliore dei mondi, e successivamente Smaterializzato con la Metropolvere dal caminetto della sua camera, Regulus scese giù in salotto, dove le due famiglie stavano già litigando a voce alta. 
Narcissa era l’unica in silenzio, con gli occhi arrossati come se avesse pianto, mentre Walburga era quella che urlava più di tutti, sovrastando tutti gli altri.
“Che succede?” Chiese Regulus, quando si trovò sull’uscio del salotto.
Lo ignorarono tutti.
Che succede?” Chiese a voce più alta.
Lucius si voltò verso di lui, i lunghi capelli biondi spettinati. “Succede che stiamo perdendo.” 
“Baggianate.” La voce della madre ricoprì nuovamente quella di tutti gli altri. “E’ un’inconveniente. Succede in guerra. Ma cosa volete saperne voi, siete giovani e irresponsabili e-” 
“Walburga, cazzo!” Lucius si portò le mani alla testa, gli occhi fuori dalle orbite, “Hanno arrestato tredici Mangiamorte al Ministero! Tredici! E Il Signore Oscuro pretende di avere i nomi degli Auror invischiati in questo! Non li so, come posso saperli? Come? Ho già usata la Maledizione Imperio troppe volte, mi scopriranno! Finirò ad Azkaban!” 
“Linguaggio, Lucius.” Lo avvertì severo Orion.
“Linguaggio un cazzo, Orion. Sono venuto qui chiedendo aiuto per mia moglie, vostra nipote, e mi fate la morale su come mi esprimo.”
“Se il Signore Oscuro vi ha affidato questo compit-” 
“E’ una punizione! Per come si è comportato quel deficiente di Rabastan!”
“Osi andare contro il volere del Signore Oscuro?!” 
Narcissa continuava a rimanere in silenzio mentre tutti intorno a lei non facevano altro che urlare, scoccando uno sguardo triste a Regulus. 
Se la ricordava felice, splendente sotto le luci del tendone al suo matrimonio, orgogliosa tra le candele del soffitto della Sala Grande, mostrando a tutti il suo anello di fidanzamento che brillava come le stelle da cui rubavano i nomi la loro famiglia. O ancora: caritatevole, mentre preparava la merenda a lui e a suo fratello Sirius, con Andromeda al fianco.
Adesso era patetica come uno straccio bagnato.
Provò tanta pena, per lei, in quel momento. 
Sospirò, e fece un passo avanti: “So come aiutarvi.” Lo faccio per Cissy. Per nessun altro. “Ma dovete fidarvi di me. E stare in silenzio. Il Signore Oscuro avrà quei nomi, ma non ve ne prenderete il merito.” 
Sarebbe bastato poco: un incontro fugace al camino, qualche parola sussurrata. Barty aspettava solo il suo momento per brillare, non avrebbe avuto paura.

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“Dorcas Meadowes, mio Signore.”
Bart quel giorno arrivò a Grimmauld Place senza annunciare la sua presenza, lasciando la porta d’ingresso spalancata ed entrando a riunione era già iniziata. Corse fino al salotto, dove si lasciò cadere sulle ginocchia, sudato e ancora vestito con gli abiti del Ministero. 
Una grossa ferita sulla fronte sporcava il suo intero volto di sangue, facendolo sembrare una maschera: Regulus si alzò di scatto dal suo posto, ma venne riportato all’ordine da Evan che lo tirò dalla manica. 
“È ferito.” Sussurrò a Evan, è successo qualcosa. Lo hanno scoperto. Lo hanno attaccato. È finita. Stanno arrivando. 
“Il suo nome.”, riprese invece Barty, ansimante, “Il nome dell’Auror che ha ucciso Mandrak, e che ha scoperto i nomi di dodici Mangiamorte. La mano destra di Alastor Moody.” Barty non tremava, di fronte a lui. Inginocchiato, con il volto però alzato verso di lui, gli occhi puntati in quelli del Signore Oscuro.
Non aveva paura, a differenza di molti altri.  "Dorcas Meadowes." Ripeté.
Un mormorio diffuso di levò dalla stanza, con Rabastan che scattò quasi immediatamente “Possiamo davvero fidarci di questo ragazz-”, ma Voldemort lo zittì alzando solo una mano.
“Come lo hai saputo?” 
Barty, dando i primi segni di nervosismo si girò verso Regulus, che gli annuì piano, invitandolo a parlare.
“Ho l’accesso a molti fascicoli privati del Ministero, Mio Signore, grazie alla posizione di mio padre. Sono semplicemente entrato nell’ufficio Auror e li ho letti.” 
“Ti ha visto qualcuno?” 
“No.” 
“Sei ferito, però.” Allungò una mano verso il suo volto, indicando il sangue che lo macchiava.
“I-io-” Si toccò la fronte, come se si fosse accorto solo in quel momento del taglio, “Ho provato a Smaterializzarmi da solo, penso di essermi spaccato, Mio Signore. Venendo qui.” 
Qualche risata si levò dal tavolo, che fu messa a tacere da Voldemort in persona.
Regulus tirò un sospiro di sollievo, posando una mano sul braccio di Evan in cerca di conforto. Lui sollevo la sua, e gliela strinse.
Barty, per quella volta, era salvo.
“Sei stato bravo, ragazzo.” Disse alla fine Voldemort, soppesando le parole “Voglio ricompensarti.” 
Regulus trattenne il respiro, stringendo ancora la mano di Evan nella sua, quando il Signore Oscuro afferrò in malo modo il braccio di Barty, tirandogli su la manica.
Un colpo di bacchetta, e un grosso squarcio di aprì sul suo avambraccio: sangue ed inchiostro iniziarono a colare dalla ferita, gorgogliando e schiumando a terra, mentre Barty iniziava a tremare per il dolore nonostante Regulus sapesse che stava facendo il possibile per nasconderlo.
“Benvenuto, Crouch.” Mormorò, lasciandolo a terra, sporco di sangue.
Incredulo, il ragazzo continuava a far passare lo sguardo dal Marchio, che adesso pulsava nero e terribile sulla sua pelle, a Regulus, alle sue spalle. “Grazie, Mio Signore.” Sussurrò.



Note: Ci siamooo, tutti i nostri bimbi adesso hanno il Marchio eee ci stiamo avvicinando sfortunatamente alla fine. :( Sono previsti qualcosa come 23/24 capitoli in totale e accidenti, come mi mancherà aggiornare il mercoledì. :,) Mi consolo: abbiamo svariate settimane davanti a noi!
Also, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e sì, la scena tra Reg e Barty è tratta dal film As You Are, con Charlie Heaton. <3

   
 
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