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Autore: CyberNeoAvatar    11/07/2023    2 recensioni
Nell'immensa regione di un mondo fantastico nota come Proéyld, o ‘ Landa dell'Origine’ per via dei miti ad essa correlata, esiste un particolare potere chiamato Foundation, il quale prende le sue abilità basandosi su luoghi ed elementi di luoghi. Dopo la morte del sovrano di questa terra, però, i possessori di tale potere hanno preso a sparire uno dopo l'altro; questo fatto si intreccia con il viaggio di Evret, un giovane personaggio che sembra sapere chi ne è la possibile causa, e il cui passato sembrerebbe nascondere qualcosa legato all'accaduto...
Così verrà sancito l'inizio di un viaggio che porterà Evret e i suoi alleati attraverso la regione alla ricerca della verità sulla natura delle sparizioni, una verità che nasconde ben più di quanto possano immaginare.
Avvertenze:
Questa è una storia originale che viene consigliato immaginare come una versione scritta di un manga o di un anime per com'è sviluppata. I suoi contenuti sono stati sviluppati senza copiare nulla, di conseguenza ogni possibile somiglianza/uguaglianza tra questa e altre opere è solo frutto di coincidenze. Ogni eventuale disegno inserito al suo interno servirà soltanto per aiutare l'immaginazione, anche se non dovesse essere in qualche modo perfetto.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 – Il nascondiglio.

 

Non ci volle molto perché Sein si riavesse dalla sua perdita di coscienza: fu sufficiente dargli un paio di schiaffetti e strattonarlo un po’, per ottenere quel risultato.

« Ohi ohi...» si lamentò questi, chinando in su la schiena per sedersi e toccandosi la nuca, dove avvertiva la sgradevole presenza di un bel bozzo.

« Ben svegliato, Sein.» gli sorrise un po’ Ev.

« Ev... Cabel...» prima l’amico e poi il fratello Sein. Rimase un attimo disorientato, per poi chiese:« Dov’è finito quel tizio mascherato? L’avete sconfitto voi?».

« Più o meno... non ci darà altre noie, per ora.» rispose Cabel.

« Una mano?» gli chiese lui, tendendogli il braccio per aiutarlo a rialzarsi.

« Perché no?» rispose lui, afferrandoglielo e tornando su. Gli raccontarono quindi come si era evoluto lo scontro dopo la sua perdita di sensi, e alla fine rimase incredulo.« Ha resistito a quel colpo di Foundation... datogli da così vicino?! Siete sicuri che non ne avesse una anche lui che l’abbia aiutato in qualche modo a reggersi in piedi?».

« Se ce l’avesse avuta, dubito che non l’avremo notata.» osservò il fratello maggiore.

« Mah... Allora sapete cosa? Scommetto che è crollato subito dopo essersene andato.» affermò Sein, alzando un dito davanti a sé.« Non sfuggi a un Duomaglio di Ev così facilmente, no? La sua Foundation frantuma le armature, sicuramente sarà svenuto.».

« Probabilmente hai ragione.» annuì Ev, dicendo in tono altezzoso:« Dopotutto la mia Foundation è troppo forte, AHAHAH!».

Cabel lo guardò ridere con quella baldanza. Dopo il discorso di prima, era tornato il solito Ev... eppure niente gli toglieva dalla testa cos’avesse realizzato in quei pochi minuti...

Ciò che aveva intuito su di lui si collegava perfettamente con il suo atteggiamento e le sue azioni: sia di quando si erano accampati in precedenza, sia di quando Sein gli si avvicinava troppo... sia col fatto che nascondesse in qualche modo il suo Sign alle autorità e sia con la sua paura per la propria Foundation.

Si chiedeva solo di preciso come stessero davvero le cose...

« Comunque... secondo voi, chi era quell’uomo?» domandò Ev.

« Mmh? Ah, questa è un’eccellente domanda.» disse Cabel, uscendo dai propri pensieri.« Il fatto che avesse una via di fuga già pronta ci fa capire che non fosse uno passato di qui per caso, ma la sua identità... non ho proprio idea di chi potesse essere. Certo non era un uomo comune...».

« Mi sa che a furia di pensarci finiremo per prenderci un mal di testa per niente.» osservò Sein.« Onestamente, chi se ne frega di chi fosse? Basta che non torni a darci noia.». Prese da terra la propria lancia e se la rimise sulla schiena, « Che dite, ci rimettiamo in marcia?» per poi procedere verso la propria sacca da viaggio fattagli cadere dall’uomo mascherato quando l’aveva spintonato nell’approcciarli.

« Sì sì, aspettaci!» esclamò Ev, correndo a recuperare anche lui la propria.

I fratelli si misero di nuovo a rintracciare le impronte. Marciarono tutti e tre con la loro Salamandra-Lupo, incontrando dopo una ventina di minuti di cammino una gigantesca rampa naturale sempre irta da quella formazioni rocciose a pilastro che li avrebbe condotto ad una seconda parte della Piana dei Pilastri, quella più grande.

Scesi ancor più sotto, la vegetazione si fece molto più sviluppata di prima nello sterminato paesaggio naturale che si stagliò davanti ai loro occhi. Passando videro prati fioriti mossi da brezze leggere e anche qualche alberello cresciuto qua e là tra le immancabili pietre circostanti. Di tanto in tanto Farfalle Aracnidee, degli esemplari dalle ampie ali nere semi-trasparenti e otto zampe ciascuna come i ragni, si posavano sui fiori dai colori accesi che crescevano in basso, alcune succhiando il nettare per sé, altre usando dei fili sottili simili a quelli delle ragnatele per raccogliere più nettare possibile e portarlo alle loro larve nelle tane che si costruivano tra le rocce.

Videro anche dei branchi di piccoli animali molto caratteristici delle zone piene di bassa vegetazione e insetti/aracnidi volanti. Il loro aspetto era quello di piccoli, innocui mammiferi con tre minuti artigli scuri sulle zampe e alcune strisce di pelo che gli salivano a punta dalle zampe. Un’altra sezione di peluria attraversava loro gli apparentemente beati musi dagli occhi praticamente chiusi, passando vicino alle loro piccole orecchie triangolari. La parte più singolare che possedevano era sicuramente il dorso. Lì vi era come una seconda bocca, piena di sezioni triangolari a forma di denti, che aveva una duplice funzione: la prima era dare l’apparenza che l’animale fosse un carnivoro, per scoraggiare eventuali predatori; la seconda era secernere una sostanza adesiva che attraeva gli insetti che ci passavano vicino con il proprio odore, lasciandoli invischiati in modo che le sezioni poi si aprissero e facessero scorrere la sostanza insieme al malcapitato animale direttamente dentro lo stomaco. La loro vera bocca, invece, la usavano solo per brucare l’erba bassa. Erano conosciuti semplicemente come Fyur.

Comunque, i nostri procedettero girando vicino alla massa simile ad una grande collina che fiancheggiava la grande rampa naturale da cui erano scesi, dirigendosi verso il fiume che delimitava la pianura che avevano visto dall’alto. Arrivati dal corso d’acqua, Cabel sentenziò:« Pare che siano entrati in acqua... dovremo andare a vedere se sono usciti dall’altra parte del fiume, suppongo.».

« Ok.» disse Sein. Superarono il largo ed agitato corso d’acqua e si recarono dall’altra parte, iniziando a seguire la sponda per trovare anche il minimo segno del passaggio dei sequestratori di Lira.

Tuttavia, dopo duecento metri e anche più, non trovarono ancora il minimo segno della fuoriuscita dei loro inseguiti dal corso d’acqua. Non un’impronta di Salamandra-Lupo o di scarpe umane, se non quelle che stavano essi stessi lasciando.

« Ma dove accidenti sono finiti?» si lamentò Sein, spazientito.« È possibile che siano sbucati ancora più in là, Cabel?».

« No, non lo è.» osservò Cabel, guardando il fiume.« In questo punto la profondità del fiume si fa ben più alta, e con la corrente che diventa tanto intensa da portarti via senza sforzi non possono aver continuato a nuoto con una prigioniera. Devono essere per forza usciti da qualche altra parte.».

« Da dove però?» si chiese Sein.

« Quelli bravi a seguire le tracce siete voi... cosa proponete di fare?» domandò Ev.

« Mmh... vediamo...» si fece pensieroso Cabel, incrociando le braccia, « … l’unica cosa che mi viene in mente di fare è seguire al contrario il fiume fino a tornare dove le impronte vi entravano. Potremmo trovare qualcosa che ci è sfuggito.».

« Andata.» concordò suo fratello.

Tornarono quindi dentro il fiume – là dove l’altezza era ovviamente accettabile, l’acqua arrivava al di sotto del ginocchio – ripassandoci al contrario e costeggiando la parete dell’enorme massa rassomigliante ad una collina descritta prima, la cui superficie era coperta da copiosi strati di rampicanti che davano quasi l’impressione che l’intera sua superficie fosse un’unica pianta. Anche in quei punti la corrente non scherzava nonostante il basso livello del liquido, tanto è vero che un sacco di pesci di vario colore e dimensioni venivano spinti verso di loro mentre proseguivano. Ev non poté non dar loro un occhio, nel seguire i due fratelli: chissà che solletico gli avrebbero fatto se non avesse avuto gli stivali, si disse con spensieratezza. Intanto, alcune Rondini a Stella – grossi tipi di rondini piuttosto la cui posizione allargata delle due punte della coda, delle ali e la forma appuntita della testa ricordavano molto quella di una stella – si gettavano dall’alto con movimenti eleganti e fulminei verso l’acqua, catturando con i becchi alcuni di questi per portarseli via.

Adorava la natura... peccato solo che da un po’ di tempo non potesse godersela più come una volta.

« Aspetta...» sussurrò tra sé Cabel, avanzando verso la parte di fondale sotto il muro a fianco al tratto di fiume, e piegandosi verso di esso con una mano.

« Hai visto qualcosa?» chiese Sein, scuotendo anche Ev dai suoi pensieri.

« Sì...» annuì Cabel, guardando in basso.« Un pezzo di questa parete naturale è crollato... come se un grosso animale l’avesse fatto cedere con il suo peso.».

« Non potrebbe essere semplicemente stata l’azione del fiume, a lungo andare? Oppure è stato un qualche animale della zona...».

« Ho i miei dubbi a riguardo: non ho visto animali di grandi dimensioni qui intorno, inoltre i segni lasciati sulla roccia sembrano quelli delle dita delle Salamandre-Lupo... come se...». Il fratello di Sein tacque, guardando i rampicanti davanti a sé. Il fratello e Sein lo guardarono, mentre con sospetto afferrava i rampicanti e li spostava con il braccio.

Con loro grande sorpresa, dietro ai vegetali vi era un tunnel in penombra.

« Wow!» esclamò Ev.

« E-E questo?» si chiese Sein.

« Un’apertura nella roccia... chi l’avrebbe mai detto?» mormorò Cabel. Quindi, si isso sulla base dell’apertura e sparì dietro le piante. Ev e Sein fecero lo stesso, portando con sé la propria bestia da soma.

Una volta dentro, si resero conto dell’effettiva grandezza del tunnel: il suo diametro consentiva sicuramente il passaggio di vari uomini e Salamandre-Lupo.

« Dici che ci siamo?» sussurrò Sein al fratello maggiore.

« A questo punto, direi proprio di sì.» annuì Cabel.« Anche se questa superficie non conserva molto bene le tracce è fuori dubbio che possano essersi spariti solo qui dentro. Andiamo quindi a vedere cosa c’è oltre questo tunnel... ma con cautela. Ho un brutto presentimento...». Dunque andarono ancora avanti, proseguendo verso una fioca luce che li attendeva.

Non appena girarono l’angolo e sbucati così da dove proveniva la luce, Cabel che guidava la marcia fece loro segno di retrocedere, zittendoli con un silenzioso:« Ssssshhh!». Tutti e tre sbucarono con la testa da dietro lo sbocco, alla propria destra.

Erano arrivati all’accampamento dell’uomo chiamato Zaehr. Esso sorgeva su un vasto appezzamento di terreno spianato e roccioso, accanto ad un certo corso d’acqua sotterraneo. Le tende che si ergevano su di esse, illuminate sia dalle già menzionate fiaccole posizionate su piedistalli appositi che dalla soffusa luce azzurrina di un altro tipo di rampicanti di caverna che pendevano luminosi dalla volta sopra di esse, davano più o meno un’idea del numero di persone che potevano essere presenti.

« Toh... un ritrovo.» sussurrò Sein, guardando i brutti ceffi che si aggiravano tra le tende.« Penso che abbiamo fatto centro, gente.».

« Stavamo cercando quei tizi, e senza accorgercene ci abbiamo camminato sopra.» mormorò Ev.« Stavano proprio sotto la prima parte di Piana dei Pilastri che abbiamo attraversato.».

« Già... questa grotta all’interno della roccia è un nascondiglio perfetto.» osservò Cabel, stringendo le palpebre.« Essendo dentro una cupola naturale non può essere visto dall’alto, e i rampicanti all’entrata mimetizzano perfettamente l’unica via d’accesso. Se una delle sue loro bestie non avesse accidentalmente fatto crollare un po’ del terreno a contatto con il fiume non l’avremmo mai scoperto neppure noi.».

« Ok... supponendo che abbiamo ragione e che qui è dove hanno portato Lira, come facciamo a scoprire dove la tengono?» domandò suo fratello.

« L’unica è nasconderci dietro le tende più esterne e cercare qualche segno della sua presenza, possibilmente senza farci notare.» replicò Cabel.« Però non possiamo certo portarci dietro la Salamandra-Lupo. Sein, legala da qualche parte qua fuori e buttaci sopra le sacche tue e di Ev, tanto se non si muove il peso eccessivo non dovrebbe essere un problema.».

« D’accordo.» annuì Sein, obbedendo alla richiesta e portando via l’animale dopo aver preso in consegna anche la sacca di Ev. Tornato velocemente da loro, si cominciarono ad organizzare per mettere in atto i loro propositi.

Prima di tutto attesero che i vari residenti che si aggiravano nel campo non guardassero nella loro direzione. Quando si furono sincerati che nessuno potesse accorgersi della manovra, sgattaiolarono fuori dal tunnel e si nascosero alle spalle della tenda più vicina alla loro posizione.

Passarono quindi di tenda in tenda, anche se il giro di persone che si verificava per l’accampamento era abbastanza frequente che un paio di volte rischiarono di avere un incontro un po’ troppo ravvicinato con i suoi residenti. D’altronde, però, quando era ancora nel tunnel, Ev aveva pensato bene di attivare la propria Foundation, in maniera così da poter avvertire attraverso il terreno e in anticipo chi tendeva a venire nella loro direzione e quindi evitare di essere scoperti con più facilità.

« Occhio.» disse infatti ad un tratto il ragazzo, spingendo i compagni a fermarsi e a farsi più indietro mentre uno degli individui passava lì vicino. Per un attimo il brutto muso – un tale pelato con un’ascia da battaglia alla cintura – guardò verso la tenda dietro cui si erano piazzati con sospetto, solo per poi venir richiamato da qualcun altro e levare le tende.

« Grazie, amico... la tua Foundation è proprio utile per queste cose.» osservò Sein, nel passare con gli altri due alle prossime tende.« Vediamo un po’-».

« Lira!» esclamò Cabel in quel momento.

Erano arrivati nei pressi del carro-cella dove vi erano i prigionieri con i Signs. Lì dentro loro sorella Lira, più tesa che mai, riceveva parole di conforto dagli altri rapiti con cui si ritrovava. La stessa coppia di guardie che avevano parlato con Zaehr stavano nei pressi della gabbia, eseguendo con fare attento il loro dovere.

« È lei Lira?» domandò Ev, alludendo all’unica donna sul carro.

« Proprio lei... non ci si può sbagliare.» disse Sein. Davanti alla vista di lei intrappolata, le parole che pronunciò risultarono intrise di un profondo risentimento, e la sua mano fremeva come per afferrare la lancia sulla propria schiena.« Maledetti... guarda, dove l’hanno piazzata... neanche fosse un animale.».

« Questo gesto gli costerà caro... è una promessa...» sussurrò con la medesima furia il fratello. « Capisco come vi sentiate... sul serio... ma dobbiamo pensare a come liberarla, ora. Sia lei che gli altri prigionieri.» osservò Ev, comprensivo.

« Giusto...» ringhiò Cabel, chiudendo lentamente gli occhi nel cercare di contenersi, « Per quanto mi faccia... infuriare, questa cosa... dobbiamo mantenere la calma... o rischiamo di commettere passi falsi...». Dopo un secondo, si mise a riflettere, guardando bene.« Mmh...».

« Ehi... ci sono delle Salamandre-Lupo, legate al carro.» notò allora Sein, vedendo i tre animali assicurati davanti al posto del conducente in una disposizione triangolare, collegate allo stesso da supporti di legno.« Non è che stanno per ripartire?».

« Certo non le hanno attaccate ad esso per sport...» osservò suo fratello.

« Potremmo approfittare di questo fattore, no?» propose il minore.« Aspettiamo che escano dall’accampamento, li attacchiamo e liberiamo tutti...».

« Potremmo, ma non possiamo essere certi di quando e se effettivamente partiranno. Inoltre qui ci saranno una ventina o anche una trentina di persone armate, non sappiamo quanti di loro prenderanno parte a questa ipotetica partenza e anche contando le capacità di Ev restiamo solo in tre. Troppo rischioso.».

« Allora aspettiamo faccia notte, stordisco quei due di guardia e apro la porta.» propose Ev, mostrando le Rocciasezioni della Foundation.

« Anche questo è azzardato, perché se partissero prima di stanotte il piano andrebbe in fumo.» obiettò Cabel, « E di certo non è contemplabile farlo ora, ci troveremo subito l’intero accampamento contro... dobbiamo sempre considerare che potrebbe esserci qualche altro utilizzatore di Foundations in mezzo a loro, il che aggiungerebbe ulteriori problemi a quello dell’evidente inferiorità numerica a cui siamo sottoposti.».

« Ah... potresti aver ragione...» abbassò il capo Ev.

« E quindi che si fa? Ci rigiriamo i pollici mentre nostra sorella marcisce in una cavolo di prigione?» chiese con nervosismo Sein.

« Una soluzione ci verrà in mente... DEVE venirci in mente.» rispose Cabel.« Proviamo a continuare a girare intorno al perimetro dell’accampamento... Stiamo attenti ad ogni dettaglio, per trovare una qualunque idea che ci aiuti a tirar fuori da questa brutta situazione Lira.».

Tornarono quindi a girare lungo le tende più esterne del posto. Evitato anche un altro nemico che si accingeva a prendere dell’acqua dal corso sotterraneo, si accostarono alle spalle di un’ultima tenda, piazzata vicino ad un largo recinto pieno di Salamandre-Lupo da carico.

« Niente...» sussurrò Sein, scoraggiato.« Mi sono spaccato gli occhi per cercare un qualunque elemento da sfruttare che ci aiutasse a liberare Lira ma... non ho trovato niente!».

« Purtroppo ammetto che anch’io non ho trovato nulla di rilevante...» dovette confessare Cabel, sedendosi e battendo il pugno a terra.« Accidenti... eppure non possiamo arrenderci proprio ora...».

Ev non rispose, guardandoli mestamente. Anche lui non aveva trovato niente... l’accampamento era troppo difficile da approcciare di giorno. Di questo passo avrebbero dovuto aspettare la notte, ma sarebbe stato con molte probabilità inutile se fossero partiti, come avevano detto a Cabel. Forse avrebbero dovuto provare ad appiccare il fuoco l’accampamento per distrarli dal carro-cella? Ma li avrebbero notati comunque mentre cercavano di aprire la porta della cella, visto che il carro era parcheggiato piuttosto vicino al corso d’acqua sotterraneo, quindi sarebbero accorsi ad esso per spegnere il...

Un momento... il corso d’acqua sotterraneo?

Una luce si accese nella sua testa: ecco l’idea.

« Cabel, dove pensi che porti questo corso d’acqua?» domandò Ev.

« Il corso d’acqua, dici?» chiese Cabel, tirando un’occhiata al corso in questione. Quel largo ruscello viaggiava verso una depressione del sottosuolo a malapena illuminata dai rampicanti più vicini, piazzata poco più avanti.« Certo non è un affluente del fiume... suppongo che vada a perdersi in qualche caverna sotterranea piazzata chissà dove.».

« Noi ci spacchiamo il cervello a cercare il modo di salvare Lira e compagni di sventura e tu ti perdi con fiumiciattoli sotterranei?» lo guardò serio Sein.

« Guarda che è proprio per questo che ve lo sto chiedendo.» ribatté piano Ev.« Stavo solo pensando... e se spingessimo quelle Salamandre-Lupo per la via presa dall’acqua?».

« Le Salamandre?» ripeté ancora Cabel, guardando prima il recinto e poi l’anfratto in discesa. Poi sembrò capire.« Oh... tu vorresti...?». Ev sorrise, annuendo.

« Ehm, cosa? Non capisco.» si grattò il capo Sein.

« Credo che Ev stia proponendo di far sì che i presenti nell’accampamento si concentrino sul recuperare le loro stesse Salamandre-Lupo.» gli rispose Cabel.

« In che senso?».

« Ragiona, Sein, santi Stoinos: assumendo che quelle siano le cavalcature dell’intero accampamento, cosa succederebbe se le spingessimo a prendere quella via sotterranea?».

« Beh... uhm...» cominciò a ragionare Sein, « … vorrei evitare che si perdano nelle profondità della terra... e andrei a riprenderle...».

« Appunto.» confermò Cabel.« E considerando il gran numero di bestie che tengono, ci vorrà sicuramente un bel po’ di uomini per recuperarle tutte, non ti pare?».

« Sì, certo...». Anche lui realizzò subito il significato di ciò.« Ehi, sarebbe perfetto per noi!».

« Già, meno uomini a cui badare, maggior facilità nel liberare Lira e gli altri prigionieri.» confermò il fratello maggiore.

« Sembra una buona pensata, solo che... non si insospettiranno, davanti a questo ipotetico fuggi fuggi improvviso dei loro animali?» obiettò Sein.

« No, dato quanto è ben mimetizzato il posto dubito che gli salti subito in mente che qualcuno possa essere entrato nel loro covo a disperdergli le cavalcature.» disse Cabel.« Penseranno semplicemente a recuperarle il prima possibile, prima di poter formulare qualche ipotesi.».

« Potresti aver ragione...» mormorò Sein.« E va bene, dai, allora approviamo questo piano. Come mettiamo in fuga quelle bestie però?».

« Beh... con il fumo?» disse Ev.

« Il fumo?» ripeté Sein.

« So che le Salamandre-Lupo, specialmente le femmine, non tollerano le grosse esalazioni di fumo.» spiegò il ragazzo con la Foundation.« Ho sentito dire che la loro pelle inizia a scaldarsi al punto da indurle a scappare via anche per un chilometro quando si trovano in un ambiente che ne è troppo pieno.».

« Ah... giusto... ma mi pare troppo rischiosa come cosa, se cerchiamo di ̔ affumicarle’ il fumo verrà sicuramente visto nell’accampamento ancor prima di riuscire a farle fuggire.» ricordò Sein.« Come facciamo a generarne così tanto senza venir scoperti prim’ancora di averne prodotta la quantità necessaria?».

« Ehm... a questo non avevo pensato...» ammise Ev, toccandosi la testa, ma Cabel esordì dicendo:« In questo siamo fortunati: i rampicanti che nascondono questo rifugio all’esterno hanno la proprietà di produrre grandissime quantità di fumo quando bruciano. Se le disponiamo nei punti giusti e le accendiamo, dovrebbero liberarne un sacco tra le Salamandre-Lupo in un batter d’occhio.».

« Wow, questo non lo sapevo!» fece Ev, sorpreso.

« Sperando che poi se ne vadano nella giusta direzione.» disse il fratello minore.

« Lasceremo loro un’unica via del recinto aperta... in ogni caso dobbiamo rischiare, è l’unico piano valido che ci è rimasto.» osservò Cabel.« Forza, andiamo a procurarci i rampicanti necessari.».

In meno di cinque minuti, riuscirono ad andare e tornare con tutto il necessario. Protetti alla vista dalle masse delle numerose Salamandre-Lupo, dissotterrarono un pezzo della staccionata piantata nella roccia in maniera che gli animali avessero la via libera, che dava verso dove finiva il corso d’acqua sotterraneo, e ognuno di loro dispose un mucchio dei vegetali ciascuno in un punto diverso in mezzo al branco per poi smistarli nella recinzione delle bestie – ma tenendoli collegati tra loro – perché le esalazioni si diffondessero il più possibile tra le Salamandre. Quindi, armati ognuno di una torcia accesa da Cabel e sinceratisi ancora una volta che nessuno si avvicinasse troppo presto, diedero fuoco ai rampicanti.

All’istante, man mano che i vegetali bruciavano alla svelta uno dopo l’altro, emisero tanto di quel fumo da far concorrenza ad un banco di nebbia. Ma non c’era tempo per contemplare il risultato, infatti sia Ev che i due fratelli dovettero scivolare più velocemente possibile fuori dalle staccionate, per gettarsi al riparo dietro alle tende più vicine.

« Mmh?» fece uno dei residenti dell’accampamento, nel notare presto il copioso banco di fumo sollevatosi dal recinto.« Da dove diavolo viene quel fumo?». Proprio mentre lo diceva, un rumore di acqua calpestata da numerose zampe catturò la sua attenzione.

« GRRRUOOH!». Le Salamandre-Lupo già divenute irrequiete alle prime copiose esalazioni fumogene, dopo aver sbattuto sulle solide parti del recinto ancora in piedi, erano sbucate dal fumo ruggendo con le mandibole mezze chiuse dall’irrequietudine e gettandosi verso l’unica apertura disponibile, lanciati in linea retta in direzione della depressione del terreno.

« Per tutti i...!» cominciò ad esclamare subito, per poi correre verso il centro dell’accampamento e urlare a chiunque fosse nei paraggi:« ALLARMI! LE SALAMANDRE-LUPO SCAPPANO, LE SALAMANDRE-LUPO SCAPPANO!».

« Che cosa?». Zaehr era spuntato proprio da una delle tende vicine, venendo ben presto affiancato dal suo vice Belnos e da praticamente il resto dei membri del ritrovo.« Come è potuto successo? E cos’è tutto quel fumo?».

« Non ne ho idea, ma le Salamandre scappano verso le grotte sotterranee!» disse in fretta il tirapiedi.

« Tsé, che cavolo!» borbottò Zaehr, per poi comandare:« Tutti men che le guardie dei prigionieri con me, non dobbiamo lasciarle scendere ancor più in profondità!».

« Avete sentito Zaehr, ANDIAMO!» esortò a gran voce anche Belnos, e in capo a pochi secondi una gran processione di uomini provvisti di torce guidati da Zaehr stesso scattò via sulla scia delle Salamandre-Lupo, sparendo nella discesa che vi era sotto.

Le guardie rimaste lì intanto continuarono ad adempiere al proprio lavoro in silenzio, guardinghe come sempre... finché una di loro non si girò per poi venir colpita alla testa dalla parte non tagliente della lancia di Sein, arrivatogli alle spalle.

« OUCH!» fece questo, indietreggiando stordito.

« Ma che-?» si stupì l’altra guardia, quando Ev sbucò al suo fianco e gli tirò un pugno ben calibrato con la sua Foundation nello stomaco, mozzandogli il fiato e facendolo cadere a terra, esanime. Allo stesso tempo, Sein spedì a nanna anche l’altro con un secondo colpo alla guancia.

« Perfetto gioco di squadra.» fece l’occhiolino a Ev Sein, alzando anche il pollice in segno di vittoria. Ev rispose anche lui alzando il pollice con un sorriso, mentre Cabel usciva allo scoperto e raggiungeva le sbarre del carro-cella.

« Lira, stai bene?» domandò con premura il fratello maggiore.

« Cabel!» esclamò Lira, alzandosi dal suo angolino e raggiungendo le sbarre, incontrando le sue mani con le proprie. Il suo sguardo si era riacceso, vivo come non mai.« Cabel, fratello mio! Come... Come hai fatto a...?».

« ... Sein...» sussurrò la ragazza

« Cos’è, dubitavi che saremmo venuti?» le chiese Cabel, serio.

« No... no...» scosse il capo la giovane, con una voce così emozionata che quasi fece pensare che si sarebbe messa a piangere.« Lo sapevo... in fondo al mio cuore, sapevo che sareste venuti.. a salvarmi...». Poi notò Ev, intento a frugare delle guardia che aveva steso.« E quel ragazzo...?».

« Te lo spieghiamo dopo, adesso dobbiamo tirarti fuori da questa trappola.» le disse Cabel, accarezzandole le dita con fare rassicurante.« Non credo che lo stratagemma che abbiamo usato per allontanare questi figli di puttana non li terrà lontani troppo a lungo. Allora, le chiavi del lucchetto?».

« Questo non ce le ha .» scosse il capo il ragazzo.

« E neanche questo, accidenti.» sussurrò Sein, alludendo a quello messo al tappeto da lui.».

« Poco male...» sussurrò lui, avvicinandosi alla catena dietro alla cella ausiliaria riservata ad un’eventuale guardia.« Sia il lucchetto che la catena sembrano molto robuste, ma Ev dovrebbe essere comunque in grado di romperli con la sua Foundation. Ev?».

« Arrivo!» disse Ev, raggiungendolo e alzando i pugni.« Ora ti facciamo uscire di qui, signorina Lira.».

« Grazie...» chinò la testa Lira, grata, allontanandosi dall’uscita.

« Presto, liberateci!» esclamò uno dei prigionieri, sostenuto dall’agitazione degli altri sfortunati rapiti.

« Tranquilli, ci penso io.» alzò un pugno Ev.

« AAH!» gridò ad un tratto di soprassalto Lira, indicando altrove. Ev e i due fratelli della ragazza rivolsero la loro attenzione dove ella indicava.

Silenzioso come un’ombra, il misterioso assalitore mascherato che avevano incontrato nella prima parte della Piana dei Pilastri stava camminando verso di loro. Quando si accorsero della sua presenza, questi si fermò davanti a loro, fissandoli sia con il vacuo occhio scoperto che con quello dietro la lente rossa della sua benda. Era da notare come la sua armatura danneggiata nello scorso combattimento fosse stata rimpiazzata con una completamente aggiustata, ma identica nell’aspetto a quella precedente.

« Ancora lui!» esclamò Ev, uscendo dalla cabina per le guardie e disponendosi in posizione. Cabel anche aveva estratto la Misàchi, mentre Sein era fermo con la propria lancia.

« Sì è già ripreso?» domandò quest’ultimo, stupito.« Se la dev’essere presa pure comoda. Guardate, ha messo un cambio d’armatura.».

« Questo tipo sa di questo posto... lo dovevo immaginare, è un altro di questi individui.» ringhiò Cabel, serio. L’avversario non proferì parole come suo solito. Si limitò a sgranchirsi collo e polsi, assottigliando le palpebre.« Non possiamo concentrarci sul carro-cella con un nemico del genere appresso: dobbiamo abbatterlo in fretta. Se non altro non ci prende di sorpresa, questa volta...».

« Ok.» annuì Sein.

« D’accordo...» confermò Ev. Non senza una certa dose di preoccupazione... anche se stavolta erano in tre contro uno, se le cose fossero peggiorate, avrebbe potuto ricapitare ciò che l’aveva bloccato prima...

« Sono in tempo per la festa, per caso?».

A quella voce, sia il gruppo di Ev che il tizio mascherato notarono l’arrivo di un altro personaggio. Una cresta corazzata ad ala cingeva la sua testa, un vestito strappato che gli lasciava il petto scoperto – su cui vi era una leggera cicatrice a croce – gli era indosso, e un paio di occhi rossastri ricambiavano quegli sguardi ricchi di stupore.

Nientemeno che...

« DEROW?!» esclamarono in coro Ev e Sein.

« Quel tizio?!» si mostrò non meno sorpreso Cabel.

« Yo... ci si rivede.» salutò con la mano il vecchio nemico.

« Ma... che ci fai qui?» cominciò a chiedere Ev, mantenendo una certa diffidenza.

« Se con questa domanda intendi ̔ come vi ho rintracciati’, beh, ho seguito le vostre impronte.» rispose Derow.« Non sono il miglior cercatore di tracce del mondo, ma me la cavo piuttosto bene. Poi ho visto questo tizio con la maschera che sembrava essere anch’essi sulla vostra scia, così ho pensato di seguire lui che seguiva voi...».

« Ah...» sussurrò Ev.« E... saresti qui per...».

« … per saldare il nostro conto in sospeso, ovviamente.» affermò Derow, riprendendo a camminare verso di loro.« Forza: voglio la rivincita per lo scontro che abbiamo avuto nella foresta, e subito! Usciamo da qui e...» nel parlare, il tizio mascherato si buttò all’indietro con una capriola e gli arrivò vicino, minacciando di colpirlo con uno dei suoi calci rotanti su mani.« EHI!». Derow si spostò agilmente dalla traiettoria, tirandosi indietro con giusto un graffietto sulla guancia. Si pulì il sangue che gli usciva dalla guancia, seccato.« Che modi... non ce l’avevo mica con te.».

« Mi dispiace, Derow, ma non abbiamo tempo per questo genere di cose.» lo informò Ev.« Io e i miei amici abbiamo della gente da salvare, e dobbiamo già vedercela con questo qui per riuscirci.».

« Uhm...» fece Derow, guardando prima il carro-cella e poi l’uomo mascherato. Un sorriso gli mise in evidenza il canino.« Ora capisco... Beh, allora, se è solo per questo... in fondo, ti devo un favore...».

« Un... favore?» domandò Ev, innegabilmente incuriosito.

« Foundation.». A quel suono, gli artigli e i tentacoli che caratterizzavano la Foundation a base animale dell’ultimo arrivato si materializzarono sui suoi arti a partire dal Sign sulla sua mano sinistra. Questo mise ancor più in allarme Ev, Sein e Cabel, che mantennero più saldamente la loro posizione.« Se devi soltanto risolvere questa situazione, vorrà dire che vi darò una mano.»

« E... Eh?» fece Ev. Cos’aveva appena detto?

« Darci una mano... tu?» lo guardò Cabel, tutt’altro che convinto.

« Ve lo devo ripetere? Ci penserò io a mettere fuori gioco questo tizio mascherato.» sorrise Derow, alzando le mani davanti a sé con gli artigli tesi.« Dopodiché, quando avrai portato in salvo quelle persone in gabbia, potremmo combattere di nuovo...».

« No, aspetta, cosa ti fa pensare che dovremmo fidarci di un pazzoide ammaestra-Leokàmi come te?» obiettò Sein, totalmente allibito.

« Nessuno, ma tanto ormai ho deciso.» replicò lui.

« Cabel, che si fa?» si girò verso il proprio fratello Sein.

« Dannazione... nemmeno io mi fido molto di quest’assassino spietato...» mormorò Cabel, indeciso.« Però non abbiamo tempo...».

Pure Ev dava segni di esitazione. Era pazzesco... avevano dovuto combattere per la loro vita con quello stesso Derow l’altro giorno, e ora lui voleva loro dare una mano?

E il bello è che sembrava proprio intenzionato a combattere per loro... almeno apparentemente.

In ogni caso, come diceva Cabel, il tempo stringeva... e anche se lo faceva solo per soddisfare la sua voglia di vendicarsi, non poteva stare con le mani in mano... non sapendo quanto l’avversario fosse in gamba e quanto fosse essenziale metterlo fuori gioco. Quindi, si mosse avanti e si mise a sua volta in posizione, dicendo:« Allora mi unisco anch’io alla battaglia!».

« COOOSA?!» esclamò Sein.

« Ah?» fece Derow, guardandolo.« Hai intenzione di combattere con me? Dovresti sapere che sono contrario agli scontri impari.».

« Lo so, ma non posso semplicemente stare a guardare qualcuno che si batte per noi senza assicurarmi che non si faccia male... anche se si tratta di una belva umana che pensa solo ad una rivincita.» gli replicò Ev.« E poi quello che affronti non è un avversario normale: anche senza Foundation stava annientando sia me che Sein.».

« Uhm...» alzò lo sguardo Derow, pensoso. Poi chiuse gli occhi, sorridendo.« Ok... dopotutto, a me non piacciono gli scontri a numeri impari... e questo non è uno scontro...». Riaprì, gli occhi, deciso, « … è solo un ostacolo tra me e la scazzottata che bramo contro colui che mi ha sconfitto.».

« Dobbiamo PROPRIO lasciarlo fare?» domandò ancora una volta Sein a suo fratello.« Non è affidabile, quel Derow...».

« Non abbiamo tempo!» ripeté Cabel, privo di scelte in merito, dicendo quindi al loro amico:« Ev, aiuta Derow, voi due con le vostre Foundation dovreste riuscire a sconfiggerlo abbastanza in fretta. Intanto io e Sein ci occuperemo di forzare questa maledetta catena finché non avrai finito.».

« Va bene.» annuì Ev, e senza perdere altri secondi compì un balzo potenziato verso il tizio mascherato, un pugno teso in avanti.« UOOOOOOOOH!».

« HAAAAA!» fece anche Derow spingendosi a sua volta ad artigli spianati. L’uomo mascherato li guardò in fretta, per poi buttarsi indietro e schivare entrambi quegli impeti improvvisi.« Non mi scappi!». Così dicendo Derow scattò velocissimo e lanciò svariati colpi con le affilate estremità delle mani. L’opponente alzò i vambrace a sua protezione, ma a differenza di quando si scontrò con Ev cominciò subito a faticare nell’evitare di essere danneggiato direttamente da quei fulminei attacchi che gli rigavano le robuste protezioni, a tutta un’altra velocità a cui dover tener testa.

« ABBATTITORE TERRESTRE!» gridò il ragazzo dalla Foundation di pietra nel far rifulgere le linee sulle sue dita nel cercare nel tentare di colpirlo. Lo sconosciuto si abbassò, evitando sia il suo attacco che l’ultima scarica di quelli di Derow, per poi sferrare a ciascuno di loro un pugno che però il primo parò sulle Rocciasezioni mentre il secondo evitò in scioltezza. Proprio allora, i tentacoli sul braccio sinistro di Derow immobilizzarono il destro del nemico, e approfittando di quell’istante Ev afferrò il suo sinistro e, con un grido all’unisono « HAAAAAA!» gli assestarono allo stesso tempo una ginocchiata nello stomaco dopo averlo spinto a loro, spedendolo più lontano. Ma comunque il tipo non perse il proprio equilibrio, rimanendo in piedi.

« Bella coordinazione, non è vero?» scambiò uno sguardo con Ev il selvaggio alleato.

« Non parlare, dobbiamo metterlo k.o.» disse con la massima serietà il ragazzo, ancora molto diffidente verso Derow.« E poi, voglio che sia chiaro che non dobbiamo uccidere quest’uomo, anche se è un nemico, hai afferrato il concetto?».

« Batterlo senza ucciderlo? Ok... Si può fare...» annuì Derow, mostrandosi compiacente. Trovava difficile crederlo, si disse Ev: non si era fatto alcun problema a cercare di eliminare lui, Cabel e Sein l’ultima volta che si erano incontrati, pur di mostrare la superiorità e del suo branco di Leòkami.

Però era vero che c’era qualcosa di diverso in lui, rispetto all’altro giorno. Quando avevano incrociato le Foundations in battaglia, infatti, i suoi occhi erano perennemente animati da una furia omicida incredibile... eppure quel bagliore assassino non sembrava più presente nelle sue iridi. E anche i suoi ultimi attacchi, seppur feroci come sempre, forse erano leggermente – ma solo leggermente – più contenuti... Che cavolo gli passava per la testa?

Comunque stessero le cose, Derow era già partito di nuovo all’attacco. Tese le mani indietro e iniziò a muoverle in avanti e a ritirarle molteplici volte in pochi istanti, impiegando negli attacchi anche i tentacoli sia delle braccia che dei piedi. Il nemico si spostò di qua e di là pur di evitarli, poi cercò di tirare un calcio alla testa di Derow, il quale si spostò facilmente, e quando gliene arrivò un altro svanì dalla visuale nemica per riapparire alle sue spalle.

« HA!» gridò Derow, lanciando un colpo di artigli fusi ai tentacoli in punte verdi chiare fluorescenti che scavarono nella parte dietro dell’armatura dello sconosciuto come un coltello nel burro, spingendolo indietro con una scia di sangue che guizzò in aria. Lo sguardo di quest’ultimo ebbe un sussulto di dolore, ma si ricompose quasi subito per poi in seguito girare su stesso con un altro calcio che Derow parò piegando un braccio.« Tsé...».

« PRENDI!» esclamò Ev, atterrando vicino a lui con un altro balzo amplificato e tirandogli un altro pugno. L’uomo mascherato lo schivò e poi usò il vambrace destro per parare il seguente, vedendoselo spezzare al riverbero verde rilasciato dall’impatto potenziato. Questi cercò di assestargli una ginocchiata, ma Ev la parò di nuovo con le Rocciasezioni destre, mentre lanciando con l’altra mano un altro pugno anticipò un colpo dato con il taglio della mano, previsto con i poteri della Foundation, che lo sconosciuto dovette affrettarsi a ritrarre per non vederselo danneggiare. Toccò a Derow stavolta, che piombò sul nemico con artigli che dilaniarono parte del suo coprispalle destro e di ciò che vi era sotto. Questo lanciò un gemito soffocato dalla sua stessa maschera, prima di girare su sé stesso mentre Derow stava per attaccare di nuovo e colpirlo allo stomaco per spostarlo via.

« UGH...» socchiuse un occhio Derow, saltellando indietro, mentre l’individuo mascherato si lanciava con un calcio volante per attaccarlo ancora. Ev raggiunse Derow e lo spostò insieme a sé lontano da quella traiettoria, lasciando che il nemico atterrava poco distante e si riportava a distanza di sicurezza con un’altra agile capriola. « Eh... non c’era bisogno...».

« Lascia stare, dobbiamo collaborare per vincere.» disse Ev, rimettendosi in posizione.

« Anziché dire ciò, potresti anche tirare fuori la tua Foundation allo stesso livello di quando l’hai usata contro di me. O hai paura di ucciderlo, se la usi al massimo?» osservò l’alleato.

« Pensa ai fatti tuoi.» rispose bruscamente Ev: di sicuro non si poteva far fare la ramanzina proprio da uno come Derow... anche se quanto diceva era l’esatta verità...

« Ok.» annuì Derow, per poi lanciarsi di nuovo in battaglia con lui.

« Dici che avremmo dovuto unirci anche noi allo scontro?» chiese Sein, mentre con il fratello stavano cercando di forzare la catena.

« Non curartene ora, hanno entrambi una Foundation e dovrebbero cavarsela.» affermò brusco Cabel.« Qualcuno doveva pur pensare a liberare Lira e gli altri per guadagnare tempo... ed è a questo che dovremmo pensare, piuttosto.».

« Per favore... uscitene sani e salvi...» sussurrò Lira, osservando lo scontro con preoccupazione per il due combattenti impegnati ad affrontare lo sconosciuto... sconosciuto che nel frattempo riuscì quasi a prendere in faccia Derow.

« Che seccatore...» sussurrò lui, spostandosi fulmineamente alle sue spalle e cercando di assestargli una ginocchiata, ma lo sconosciuto si spostò a sua volta e gli rispose con un calcio. Derow con la sua velocità lo schivò in fretta, però in qualche modo il nemico seguì il suo movimento e gli sferrò un pugno ad una spalla.« UGH!». Intervenne di nuovo anche Ev, e l’opponente dovette di nuovo farsi da parte. Derow sputò per terra.« Seriamente questo tipo non ha una Foundation? Non credevo che potesse esistere una persona sprovvistane in grado di stare al passo con la mia velocità.».

« Infatti... e se quando l’abbiamo affrontato in precedenza era solo rapido quanto te prima che facessi completamente sul serio, adesso sembra pressoché identico.» osservò Ev, più che impressionato.« È quasi come se avesse preso in prestito una velocità uguale alla tua...».

« Se la cava un sacco bene, comunque!» esclamò Derow, nel mentre spingendosi contro lo sconosciuto che stava a sua volta procedendo verso di lui, lanciandogli altre frenetiche artigliate. Anche Ev si unì alla mischia, cercando di colpirlo con una parte delle Rocciasezioni unite ma dando in contemporanea la possibilità al nemico di sferrargli un colpo con una mano tesa che gli ferì il fianco, come se al posto della mano avesse una lama.

« AH!» fece Ev. Se non altro quel gesto diede la possibilità a Derow di scattare rapidissimo sul braccio di quell’individuo, che nonostante lo avesse ritratto vide comunque parte del suo vanbrace sgretolarsi e gettare sangue al suolo: lo Squarcio Reale del selvaggio aveva infranto intorno a sé metallo e pelle, catturando una sua smorfia dolorante. Il mascherato cercò di allontanarsi di nuovo, ma i tentacoli sugli arti inferiori di Derow avevano avvolto le sue gambe impedendogli la fuga.

« HA!» gridò Derow nell’alzare un altro braccio, e se il nemico avesse piegato la schiena anche solo di un centimetro in meno non solo alcuni pezzi della sua maschera, ma la sua intera faccia sarebbe finita nel raggio d’azione della perforazione ̔ estesa’ intorno alle unghie luminescenti avanzategli contro. A quel punto Ev balzò indietro e si lanciò in avanti con un altro balzo potenziato, e stavolta riuscì a colpire lo stomaco del nemico gridando « ABBATTITORE TERRESTRE!». Un buco deturpò un’altra volta la sua armatura, venendo anche fatto volare contro uno dei sostegni di una tenda che gli crollò addosso.

« Occhio, se non avessi sbrogliato in tempo i tentacoli dalle sue gambe avresti potuto lanciare anche me.» osservò Derow, un po’ seccato.

« Ma non è ancora finita...» sussurrò Ev, ben conoscendo la resistenza del loro avversario. Infatti, questo riemerse dai tendaggi, più irritato che k.o.

« È fatto di acciaio temperato, l’amico... ma la faccenda sta andando troppo per le lunghe.» affermò Derrow. Subito i suoi tentacoli, di tutti e quattro gli arti, vennero inglobati dagli artigli neri, tornando verdi e luminosi.« Ci penserò io a dargli il colpo di grazia.».

« Ricorda che non voglio ucciderlo.» gli rammentò il ragazzo con la Foundation di roccia.

« Sei noioso a ricordarmelo ancora, ma cercherò di non farlo... anche se non ti prometto niente.» lo rassicurò il compagno di combattimento, piegandosi.« Tu invece... limitati ad usare la tua Foundation per far sì che non eviti l’attacco!» quindi, spinte indietro entrambe le braccia, corse con una rapidità incredibile verso l’avversario, gli artigli rilascianti una scia più luminosa durante il viaggio.

Il nemico rimase fermo, pronto a riceverlo. Le sue mani erano appiattite, come se fosse pronto a ̔ tagliarlo’ nella stessa maniera in cui aveva ̔ tagliato’ poc’anzi Ev. Non appena il nemico gli fu addosso, i suoi muscoli si tesero per portarlo in una direzione, e questo fece urlare Ev:« A DESTRA!». Nel momento stesso in cui il mascherato si era spostato e aveva lanciato il contrattacco con le mani tese Derow, sapendo già da che parte si era spostato, riuscì a scansare l’offensiva e, dopo aver impuntato un piede da un lato, si riposizionò a sua volta di fronte a lui, cogliendolo alla sprovvista.

‟ Squarcio Reale...” pensò Derow, incrociando entrambe le braccia davanti a sé e facendole poi scorrere verso l’esterno a gran velocità, gli occhi spalancatisi nel processo, ‟ … INCROCIATO!”.

Dieci affilatissime unghie bestiali straziarono il corpo del nemico con una potenza perforante che tracciò strisce di luce verde e sangue nell’aria: i coprispalle e la metà frontale dell’armatura che l’avevano protetto un attimo fa si disintegrarono, così come gran parte del tessuto della tuta sottostante insieme a suoi pezzi di pelle. La potentissima perforazione estesa non risparmiò anche un pezzo che copriva la bocca della maschera, lasciando eruttare dalla sua gola un altro afflusso di plasma umano. Perfino il terreno ai suoi piedi, in due punti laterali rispetto a loro, era stato segnato da graffi abbastanza estesi.

I vacui occhi dell’uomo tremarono nei suoi occhi. Il suo corpo perse pian piano il proprio sostegno sulle gambe... e in pochi attimi si riversò su un fianco, accasciandosi al suolo.

« Ahhh... fatto.» sospirò Derow, appoggiando una mano artigliata sul proprio fianco.

« Ehi, Derow, non l’avrai...?!» accorse Ev, grave.

« Stai tranquillo, l’ho colpito cercando di non ledere troppo i suoi organi vitali. Non dovrebbe essere morto.» disse il selvaggio alleato nel girarsi verso di lui.« Ci penseranno poi i suoi amici a prendersi cura di lui.».

« Ecco, ce l’abbiamo fatta!». Ev notò che intanto Cabel e Sein erano riusciti a far saltare il lucchetto alla catena, facendo uscire i prigionieri.

« Fratelli!» esclamò Lira, gettandosi ad abbracciare Cabel e Sein mentre gli altri prigionieri uscivano dalla gabbia.

« Ehi... ci farai arrossire.» chiuse un occhio Sein, accarezzando affettuosamente i rossi capelli della giovane.

« Non mi importa...» sussurrò la ragazza, liberando le lacrime a lungo trattenute in attesa della riunione.

« Ehi, dobbiamo andarcene da qui!» ricordarono loro i prigionieri.

« Certo è quello che...» cominciò a dir loro Cabel, quando smise di parlare, e invece gridò a Derow ed Ev:« ATTENTI!».

Derow ed Ev si girarono alla svelta, e il primo di questi vide qualcuno gettarsi su di lui. Derow saltò via per tempo grazie alla sua incredibile agilità, e la sagoma di una pesante spada si abbatté al suolo rompendo la pietra della caverna su cui si era appena abbattuta.

« Abbiamo visite, dunque...» proferì il nuovo arrivato, estraendo l’arma dalla superficie in cui era entrata e appoggiandosela su un coprispalle.

Era tornato Zaehr, stavolta con in mano una grande spada del tutto particolare: l’impugnatura era a strisce scure, con due piccole estremità affilate che sbucavano verso il basso, mentre sulla guardia e lungo l’alta lama arancione scuro vi erano sezioni nere – quella che costituiva la guardia era però bianca – a dividerla, terminando ciascuna lateralmente con curve punte giallastre allargate.

« Fermi, voialtri!» esclamò Belnos, sopraggiungendo anch’egli con tutti gli altri uomini che se n’erano andati, ognuno che portava per le briglie fin lì una delle Salamandra-Lupo scappate.

Dannazione, avevano tardato troppo a liberare i prigionieri, realizzò Ev.

« Lira, gente, tutti dietro di noi!» esclamò Cabel, disponendo la propria Misàchi davanti a sé in orizzontale e spingendo la sorella dietro di sé. Lira si mise con i restanti prigionieri, con anche Sein con l’arma pronta all’uso, in loro difesa insieme al fratello maggiore. I nemici erano ben più numerosi di loro, e ciascuno era armato con asce da battaglia estratte dalle cinture o con Monolame, queste ultime delle spade ad un’unica lama ̔ controparti’ più semplici delle Doppielame in dotazione ai cavalieri del regno, costituite da una normale lama dalla punta arrotondata dall’esterno verso l’estremità e con una sporgenza acuminata in mezzo al filo posteriore come quella delle Doppielame citate e da una guardia con due sporgenze sferiche ad ogni lato.

« State indietro.» esortò Zaehr, impedendo ai suoi uomini di procedere oltre. Più che sugli evasi, la sua attenzione era focalizzata su Derow ed Ev.« Sono utilizzatori di Foundations... non è il caso che li avviciniate troppo. Lasciate fare a me...».

« Attenzione, la spada di quel tipo è troppo strana.» fece notare Sein, sospettoso, alludendo alla spada di Zaehr.

« Dev’essere una Foundation.» osservò Ev, che aveva già individuato il Sign sul suo bicipite.

« Non so chi siate, ma vedo che avete trovato questo posto... e anche fatto la conoscenza di Akiow.» iniziò Zaehr, guardando con la coda nell’occhio l’uomo mascherato sconfitto alle proprie spalle mentre un paio dei suoi uomini si occupavano di lui.« Un bel lavoro, suppongo: dell’accampamento, oltre a me, solo lui aveva le capacità necessarie a battere gli utilizzatori di Foundations più predisposte al combattimento. Il fatto che abbiate sconfitto la sua tecnica Emodeis è in sé impressionante...».

‟ Emodeis?” pensò il ragazzo con la Foundation di roccia. Emodeis? Dove aveva già sentito quel nome?

« … anche se più che altro dev’essere stato lui ad essere troppo avventato, ad affrontare due che usano Foundations contemporaneamente.» socchiuse gli occhi Zaehr.« Dopotutto, la sua tecnica è incompleta e non possiede comunque Foundations. In ogni caso, ora che sono qui, non c’è più niente di cui dobbiamo preoccuparci...».

« E tu saresti, di grazia?» gli domandò Cabel, guardingo.

« Non sto parlando con te.» replicò calmo Zaehr, senza neanche degnarlo di uno sguardo.« Ma, in ogni caso, imprimetevi pure il mio nome in testa: è Zaehr, anche se talvolta i miei alleati mi chiamano ̔ Il Velenoso’...».

« Zaehr...» ripeté tra sé Cabel.

« Ora che abbiamo fatto conoscenza, che ne direste di restituirci i prigionieri che abbiamo faticato tanto a catturare? Avevo in mente di partire con loro non appena un altro dei miei compari fosse tornato qui, e mi seccherebbe un po’ cambiare i miei programmi...» chiese loro il capo dei nemici

« Come no...» sospirò Derow, facendo un passo avanti,« Tu sei interessato ai tuoi prigionieri, ma la cosa che a me pare rilevante, ora...» piegò poi un ginocchio, e con gli artigli spianati si mosse ad altissima velocità verso Zaehr, « … è che c’è un altro impedimento tra me e la mia rivincita!». Quest’ultimo si limitò a sorridere.

« Aspetta, Dero-!» cominciò a dire Ev quando, prima ancora che i presenti realizzassero l’accaduto, la mano del capo dell’accampamento che stringeva la spada era già scattata a menare una spazzata con il piatto dell’arma che intercettò il suo agilissimo corpo in movimento, e lo scaraventò ai piedi di un’altra tenda con uno schianto.

« ARGH!» gridò Derow, faccia a terra in seguito a quell’attacco. Sia Ev che Cabel e Sein, che i prigionieri liberati tra cui Lira, rimasero colti alla sprovvista nell’accorgersi dell’accaduto.

« Quando ho risposto al tuo attacco, hai usato istintivamente gli strani tentacoli dell’altra mano per cercare di schermarti dal colpo della mia Foundation, eh?» domandò Zaehr, rivolto proprio all’atterrato Derow nel riappoggiare tranquillo la propria arma sul coprispalle.« Spero per te che fossero molto resistenti.. perché in caso contrario, se io avessi usato le punte sul filo della Foundation invece del suo piatto, te le avrei tagliate via insieme a metà del tuo corpo.».

« Grrr...» ringhiò Derow, intento ad appoggiarsi sulle braccia per rialzarsi, adesso con una scia di sangue che gli scendeva da un lato della fronte.

Ev ancora non riusciva a crederci... Derow era tanto veloce da scomparire alla loro vista... e quello Zaehr l’aveva colpito lo stesso come se fosse la cosa più facile del mondo, senza nessuno sforzo.

« Avete ficcato il naso nel posto sbagliato, belli.» sogghignò Zaehr.« Ve lo dico... io non sono come Akiow... perciò vi do un consiglio: arrendetevi subito, consegnandovi a noi...» alzò quindi la mano libera, muovendola in segno di sfida,« … oppure, se non vi va di accettare questo consiglio, venite qui a prenderle. Chissà che in quel caso non ne esca fuori un buon riscaldamento...».

 

-Nota dell’Autore-

Ed ecco di nuovo! Nuova nota, non prevista, ma la metterò giusto per annunciare qualcosa.

Coff coff...

Mi sa che i disegni BALZANO di nuovo. Forse.

Vi chiedete perché? Beh, diciamo che i disegni che volevo inserire, di cui uno l’avrei già anche inserito nel capitolo prima, per qualche ragione non rimangono visualizzati all’interno di Efp. Non chiedetemi perché, visto che altre immagini usate in passato facevano parte dello stesso posto da dove ho inserito i disegni realizzati e non stanno facendo la stessa fine.

Se avete un’idea del perché Efp non li memorizzi contattatemi, per favore, perché io non ho idea del perché faccia così.

È tutto per questa corta Nota, anche se in teoria avrebbe dovuto essere seguita dal disegno di Zaehr, ma pace, almeno per il momento. Lo inserirò appena avrò capito come rimediare a quest’inconveniente.

Buona continuazione a tutti, a presto!

  
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