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Autore: sg199885    12/07/2023    3 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREFAZIONE
carissimi lettori tutti,
Torno dopo un anno di latitanza, un anno difficile pieno per me di cambiamenti, stress, obiettivi raggiunti e persi, un anno in cui ho realizzato alcuni dei miei sogni, abbandonato altri, mi sono messo in discussione e ora eccomi qui, tornato in ginocchio da voi a chiedere perdono. 
Chiedo scusa perché più di una volta ho condiviso con voi quanto questa storia mi abbia aiutato nei momenti di difficoltà, quanto VOI mi abbiate aiutato con il vostro supporto, appoggio e affetto e io ad un certo punto sono sparito come un ladro.
A voi devo una dovuta spiegazione: sono scomparso perché avevo molte sfide Personali che ho dovuto obbligatoriamente vincere, per me stesso e per gli altri... ma non vi ho mai dimenticato, lo giuro! In più momenti ho pensato a voi, mi sono rimesso a lavorare sulla storia e per ben due volte la sfortuna ci ha messo lo zampino... ebbene si, questo capitolo è stato perso ben due volte, cancellato dal mio pc e in quei momenti lo sconforto per tutto il lavoro bruciato é stato più forte.
Ma ora sono qui, in ansia perché non so cosa ci riserverà il futuro, se ritroverò il mio pubblico o se vi siete, giustamente, stancati di me... ma comunque vada, chiunque voglia rimanere con me, io vi dico il mio immenso, fiducioso, commosso GRAZIE.
 
IN THE PREVIOUS CHAPTER:
FIORE, DIEGO, ANDREA, DAVIDE, LUNA E ASTREO SONO I SEI PALADINI CHE DIFENDONO ROMA DALLE GRINFIE DI DUE NEMICI CHE AGISCONO NELL'OMBRA E VENGONO DA UN TEMPO LONTANO, IL CAVALIERE DI RUBINO E LA DAMA NERA. AL SERVIZIO DELLA DAMA CI SONO MAYA, KENNY, KYROS E MATTEO I QUALI, APPROFITTANDO DELLA LONTANANZA DI TRE EROI, ATTACCANO LA CITTÀ. A PARIGI I NOSTRI EROI SI TROVANO A LOTTARE FIANCO A FIANCO CON LADYBUG E CHAT NOIR, MA FIORE CADE VITTIMA DEL POTERE DI PAPILLON TRASFORMANDOSI IN REVEN, LA REGINA DEGLI SPECCHI. AD AIUTARE LA SQUADRA CON IL POTERE DELLA PERFEZIONE SI AGGIUNGE VAEN, EX PORTATRICE DEL MIRACULOUS DELL'ORSO. QUANDO LA SITUAZIONE SEMBRA ESSERE PRECIPITATA, GRAZIE AD UNO STRATAGEMMA DI KOMBAT NAJA DAVIDE, CHE ERA RIMASTO VITTIMA DEL SORTILEGIO LANCIATO SU PARIGI TRAMITE SCHEGGE DI SPECCHIO, SFUGGE AL CONTROLLO DI RAVEN; UNITI PER LO SCONTRO FINALE, GLI EROI GUIDATI DA LADYBUG SCONFIGGONO LA NEMICA CON UN FORMIDABILE GIOCO DI SQUADRA E CON UN COLPO DI SCENA FINALE PAPILLON É SCONFITTO E L’EROICA COCCINELLA DIVENTA LA NUOVA GUARDIANA.
PRIMA DI TORNARE A CASA, I NOSTRI EROI SUGGELLANO UN PATTO DI ALLEANZA CON I PROTETTORI DI PARIGI.
A ROMA LA BATTAGLIA TRA IL TEAM FORMATO DA GLADIATOR, DOLPHY TITAN E CALLISTO, (ALIAS AURORA, NUOVA PORTATRICE TEMPORANEA DEL MIRACULOUS DELLA FORZA) E IL GRUPPO DELLE STELLE MALEFICHE TERMINA IN FAVORE DEI NOSTRI EROI, E TUTTI I ROMANI CADUTI VITTIMA DEL SORTILEGIO DEL SERPENTE, LUNA COMPRESA, SONO SALVI.
ALLA VITTORIA HANNO CONTRIBUITO, SEPPUR DIETRO LE QUINTE, AYAKA E JOS, PORTATORI ANZIANI DEI GIOIELLI DEL CORVO E DEL LEONE, GUARDIE DEL CORPO DELL'ULTIMA CUSTODE RIMASTA IN VITA
AL TERMINE DELLA BATTAGLIA LA DAMA NERA AFFRONTA I SUOI IN UN MISTERIOSO FACCIA A FACCIA, AYAKA E JOS SI SALVANO DA MORTE CERTA METTENDO A NUDO I PROPRI RECIPROCI SENTIMENTI, MENTRE MAYA E KYROS FANNO CONOSCENZA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI.
 
 
CAPITOLO 20:
JUST GIVE ME A REASON
 
 
 
"Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa."
 
Giuseppe Ungaretti
 
Potrei scoprirmi ancora sulla strada
Per ritornare a me
Per ritornare in me
Per ritornare in me
 
Intonò Fiore, dolcemente, piroettando su se stessa per volare via in quel vortice di luci e ombre, e forse aveva ragione LadyBug quando aveva detto quella frase che a prima vista sembrava quasi stereotipata...
Fermatasi dal suo girotondo, insieme ad un'ultima nota che vibrava nell'aria, alzò lo sguardo, e i suoi occhi furono incatenati da un sorriso meraviglioso.
-Ciao!- la salutò un ragazzo dai profondi e sorridenti occhi color nocciola, che si avvicinava stringendo tra le mani il violino che aveva sentito suonare. - Cantavi cosi bene che non ho resistito...- spiegò imbarazzato, indicando lo strumento.
-Oh...io... no, davvero, non ti scusare! - si affrettò a rispondere, ancora più imbarazzata, la rossa, - Dovrei essere io a scusarmi per aver dato spettacolo, ti sarò sembrata pazza...
-Ma no, davvero, sei bravissima... e non sono l'unico a crederlo a quanto pare! - replicò il giovane indicando la custodia del violino che aveva abbandonato poco più in là piena di monete e banconote di piccolo taglio.
-Wow! Guadagno molto meno in negozio! - scherzò, sorpresa la stilista.
-Prendili, sono tuoi. - replicò il musicista.
-Non posso accettare, davvero, non sarebbe giusto...- si rifiutò Fiore, ed entrambi calarono in un silenzio imbarazzato.
-Allora facciamo così... posso usare questi soldi per offrirti qualcosa da bere? Pagheremo con gli spiccioli! - propose il ragazzo, divertito.
“Il peggior invito di tutti i tempi” Pensò Fiore, ma non poté impedire al sorriso di spuntarle sulle labbra e alle guance di riscaldarsi nel gelido freddo notturno.
-O...ok...- si ritrovò, sorpresa a rispondere. 
-Piacere, Matteo Mercanti.
-Fiore Manni, molto lieta. - rispose stringendo la mano forte e calda, ed un brivido le corse lungo la schiena. Curiosamente, il sorriso si allargò vistosamente e qualcosa dentro di lei si mosse.
-Perché sorridi? - le chiese curioso Matteo.
-Nulla... è che... fa meno freddo, ora. 
Con quella sensazione strana, nuova e a tratti incompresa, la rossa si incamminò con quel giovane misterioso in una notte romana che non sembrava più così oscura... ma come poteva essere - si interrogò Fiore ‐ che tutto il peso sul suo cuore sembrasse svanito in un colpo solo? Che si sentisse così leggera ed appagata nel mangiare un kebab di dubbio gusto su una panchina lercia con un perfetto sconosciuto? Che tutti i suoi problemi profondi ed immensi (insomma, era pur sempre un’eroina oltre che una giovane adulta, con tutto ciò che entrambe queste facce della stessa medaglia portavano con se, diverse ma ugualmente immense, per lei) si fossero magicamente dissolti? Era solamente superficiale oppure del tutto impazzita?
-Sei “romama de Roma”? - la interrogò scherzoso il suo compagno interrompendo il flusso dei suoi pensieri. 
-Pariolina! ‐ ribatté fiera ed altrettanto ironica la rossa. Da quando non scherzava così spensierata su di sé?
-Io vengo da Milano, ma sono originario di Amatrice... mi sono trasferito lì da mio zio dopo...- spiegò Matteo incupendosi.
-Mi dispiace. - lo interruppe Fiore, posandogli istintivamente una mano sulla spalla ed attirando su di se lo sguardo del ragazzo, dentro cui si perse. - Non so cosa si prova in una situazione come quella, non so cosa tu abbia perso e posso solo immaginare quanto sia stato difficile per te ricominciare...ma sono pronta ad ascoltarti, se ti va di parlarne. -
Qualcosa nel profondo degli occhi di Matteo si sciolse, un dolore antico e forse mai sopito davvero del tutto, e dalle sue vibrazioni percepì un sentimento che non sentiva rivolto a sé da tanto tempo...
Gratitudine. 
Era corroborante sapere di non aver perso la sua empatia, ma si sforzò di “azzittire” quella sensazione... usare i suoi poteri sul ragazzo lo sentiva come barare.
-Ti va di fare una passeggiata? - propose il musicista.
-Certamente. - acconsentì, serena, la stilista.
Lungo la strada lui le raccontò degli anni al conservatorio Verdi, poi dei primi lavori come violinista e di come lo avessero riportato a Roma dopo tanti anni, Fiore invece gli confidò del suo sogno di diventare una fashion designer affermata, dei sacrifici per mantenere il Camilla’s Store e anche della sua affezionata gatta. Tra i due si era creata una sintonia, un’alchimia così meravigliosamente normale che la fece sentire appagata, come se respirasse di nuovo dopo tanto tempo.
Poi però, mentre osservava spensierata il meraviglioso panorama notturno, l’incantesimo si ruppe alla vista, difronte a loro, di un tendone rosso.
Quel tendone rosso.
-Che cos’è? - chiese curioso Mercanti notando l’attenzione della ragazza, incupitasi improvvisamente, focalizzata in quel punto preciso.
-La baracca di una cartomante. - spiegò asciutta. - Scusami un attimo. - si affrettò a dire poi dirigendosi verso la struttura nomade dove entrò con un cipiglio deciso.
All’interno, pervaso da una calma irreale, la maga misteriosa la accolse con un’espressione eloquente di chi stava aspettando una persona ben precisa.
-Qual buon vento, giovane eroina. - la salutò la cartomante.
-Il vento di una che ha quasi combinato un bel casino, - ruggì calando la mano nella borsetta, per poi gettare con stizza sul tavolino pieno di carte lo Specchio delle Anime, - Per colpa tua e di questo dannato aggeggio! -
-Non è saggio da parte tua incolpare un potere che non eri in grado di gestire. - replicò calma la donna.
-Perché me lo hai dato allora?! Se vedi davvero il futuro perché hai messo tutti in pericolo?! - sbottò Fiore, dando sfogo a tutto il suo risentimento. 
-Per metterti alla prova, - rispose Hala come se fosse la cosa più naturale del mondo, - Attraverso le prove si cresce, passando da porte strette si trova il giusto cammino ed è solo grazie a questa metamorfosi diventerai la versione migliore di te stessa, pronta per tutto quello che deve accadere.-
-Io mi piacevo così com’ero. - sibilò Fiore. - Chi sei tu? -
-Non è il momento per darti questa risposta, ma se vuoi posso dartene un’altra. 
-Cosa ti fa pensare che io voglia risposte a domande che non ti ho posto? - stilettò velenosa la rossa.
-Lo Specchio delle Anime ha il potere di mettere a nudo la vera essenza degli uomini, anche la tua, e io volevo che tu vedessi quello che vedo io ora... - spiegò la donna ammorbidendo il tono della sua voce in un modo quasi carezzevole, e il sentirsi così... confortata da lei la indispettì alquanto. 
-E cosa vedi? - chiese, in un tono meno rabbioso di quanto avrebbe voluto.
-Una cosa meravigliosa. - la rassicurò Hala. - Meravigliosa e fragile, finalmente consapevole. Ci rivedremo presto, mi rincontrerai quando sarà giunto il momento, e solo allora ti potrò rivelare il mio compito in questa Guerra contro le forze del male, ma fino ad allora...
-Fino ad allora? - la incalzò la rossa.
-Goditi i regali del tuo destino. - le rispose civettuola la donna, ammiccando verso l’ingresso della tenda, dietro il quale sapeva aspettarla Matteo.
Fiore si ricordò dell’avventore che la attendeva e, con più domande che risposte, si congedò abbandonando il cimelio tra le mani della maga.
-Credi a queste cose? - indagò derisorio Mercanti.
-Nemmeno per sogno. - sbuffò indispettita la rossa, sfoggiando un’espressione offesa tanto infantile da far scoppiare a ridere il ragazzo, e poi anche lei.
Vedendo l’eroina allontanarsi nella notte con il suo inaspettato cavaliere, Hala sorrise soddisfatta carezzando la superficie incrinata dello specchio, mentre un soffio di vento tiepido le carezzava il viso.
-Edda, cara amica mia...- sospirò la veggente, - hai scelto proprio i portatori adatti per le tue Stelle, e vorrei che tu potessi essere qui a vederli ora... vinceranno, ne sono sicura! Adesso devo solo progettare il loro incontro con quei due! -
 
***
 
La Dama Nera se ne stava lì, temibile, ad osservarli, circondata di un branco di gatti randagi, anch'essi con occhi iniettati di sangue che soffiavano, guaivano e li fissavano con le zanne e le unghie scoperte. - Mi avete deluso, non siete degni del potere che vi ho affidato. Ed ora per voi è giunto il momento di pagare... - minacciò tetra.
-E’ solo colpa mia, prenditela con me e lascia loro tre in pace! - si frappose l'unica ragazza, inginocchiandosi davanti alla Dama e chinando severamente il capo.
-Molto bene, allora sarà su di te che si riverserà la mia ira! - Sibilò quella alzando la mano contro di lei e...
-Ferma! - Si intromise Dragonfly. - Forse possiamo giungere ad un accordo...- propose, e quella stizzita gli fece cenno di continuare; l‘eroe allora aprì il pugno in cui stringeva una libellula dalle sgargianti sfumature azzurre. - In questo insetto, - spiegò - è racchiuso il potere del delfino che ho copiato e non ho ancora usato. Prendilo, é tuo. -
La donna di nero vestita fremette, mal celando la sua emozione e lo sguardo avido adombrato dalla pesante veletta. - Questo è un misero risarcimento. - ringhiò afferrando la libellula tra le dita. - Per ora siete salvi, sparite dalla mia vista! -
Senza farselo ripetere due volte Faunus e Idra si volatilizzarono, mentre Kenny prese con se Maya, ancora stranita dall‘iniziativa del compagno, per portarla al sicuro.
-Vola piccola mia, - ordinò carezzevole all‘insetto lasciandolo volare libero, - E torna da me nel momento opportuno.
Il sole filtrava tra le vetrate policrome della cattedrale oscura, mentre da una piccolissima fessura un insetto scintillante si intrufolava al suo interno.
-Eccoti finalmente! - gracchiò la Dama Nera porgendo un dito al lepidottero.
-Ti emozioni così tanto per un bell’insettino? Non ti ricordavo così sentimentale.. - la prese in giro il Cavaliere. 
-Non essere ingenuo.- lo rimbeccò la donna, stritolando l‘animale nella sua mano avvizzita fino ad ucciderlo e sentire il suo potere scorrere dentro di sé. Come un miracolo, la sua pelle prese a rinvigorirsi, ringiovanendo, mentre un‘aura azzurra l‘avvolgeva.
-Il potere del delfino! - si meravigliò l‘uomo osservando quel prodigio, fino a sentire quella magia scorrere anche dentro di se quando la donna gli si avvicinò fino quasi a far sfiorare le loro labbra. Quello era il massimo che potevano concedersi a causa della maledizione che li separava..
-Non è la soluzione definitiva... - spiegò la donna sollevandosi il pesante velo dal viso, rivelando quegli occhi così profondi e magnetici che da tanti secoli non vedeva. - Ma ringiovanendo abbiamo guadagnato tempo.- 
-Mia Regina! - sospirò il soldato inginocchiandosi ai suoi piedi, - Ora che sento nuova linfa vitale scorrere dentro di me, nessuno di quegli eroi da strapazzo avrà scampo!
 
***
 
Il vapore acqueo della doccia bollente che, con scarsi risultati, avrebbe dovuto allontanare i pensieri del giovane Kyros aveva appannato il grande specchio del lavabo, che rifletteva solo una sagoma appannata di se stesso.
Kyros si maledisse per quanto si sentisse disgustosamente simile a quella figura evanescente, pallida e insulsa. La rabbia allora montò irrefrenabile nel suo cuore e con un gesto inconsulto colpì la superficie riflettente con un pugno, per poi piegarsi in avanti per il dolore con un’imprecazione trattenuta tra i denti.
-Almeno avresti potuto usssssare la mano fasulla...- gli ricordò il suo velenoso kwami che, noncurante, lustrava le sue tetre squame con olio profumato.
-Taci stronzo! - lo zittì il greco aprendo il rubinetto con la suddetta “mano fasulla” per sciacquare ed eliminare i vetri dalla ferita che lacerava l’altro arto. Il giovane usava con perizia la protesi biomeccanica costata alla sua famiglia una barca di soldi... dopotutto avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui no? Ma non avrebbero mai, purtroppo, potuto riportare sua madre indietro. A quel solo pensiero il cuore gli si strinse nel petto, provocandogli un dolore che non avrebbe mai smesso di perseguitarlo, e tutta la rabbia che aveva causato quel gesto inconsulto svanì ingoiata da una disperazione abissale.
-Che cosa faccio ora? - chiese allora al serpente, irritandosi per quanto il suo tono risultasse supplichevole.
-Fingeremo che non ssssia mai accaduto, terremo quessssto furto sssssegreto fino a quando non riusciremo a riprendere il Grimorio. - spiegò Edenn, con la sua solita calma innaturale e strafottente.
-Chi può essere stato? Avevo messo a guardia del libro un incantesimo potente! - rifletté esasperato Kyros.
-Sssssolo tre eroi si sono presentati allo scontro quella notte, avresti dovuto ssssospettare che qualcuno di loro agisse in incognito. - recriminò velenoso il Kwami.
-E’ colpa di quel caprone! Lui mi aveva assicurato che erano rimasti in pochi! - controbatté sentendo rimontare la rabbia.
-E’ inutile ora interrogarti su come ssssia accaduto, quanto piuttosto ssssssu come recuperare il Grimorio degli incantesssssimi. - Suggerì pratico Edenn.
Kyros rifletté in silenzio per alcuni minuti, mentre la rabbia scemava e piano piano i pensieri razionali riprendevano posto nella sua testa. Il giovane diede le spalle allo specchio, per poi voltarsi ad osservare il volto minaccioso di Medusa dipinto sulla sua schiena, e non poté non ripensare al volto terribile e velato di quella strega maledetta.
-Edenn... se scoprisse... se venisse a sapere che ho avuto io il libro fino ad ora, che le ho mentito e che me lo sono fatto rubare, cosa accadrebbe? -
-Ti ucciderà. -
 
***
 
Se c’era una cosa che non si poteva dire di Maya Neri è che non fosse una persona precisa, e una come lei era solita andare a dormire e svegliarsi ad orari ben precisi. Eppure quella notte altro non stava facendo che girarsi e rigirarsi nel letto, con la testa affollata di pensieri. Dopotutto, era una abituata a vincere lei e il suo categorico cervello proprio non poteva tollerare che le sue convinzioni vacillassero anche solo un secondo.
Ma che cos’era quel tarlo che sembrava insinuarsi in lei, giorno dopo giorno?
Un sospiro flebile la distolse dal suo dissidio interiore e, alzato il capo dal letto, vide la sua kwami di fronte alla finestra pensierosa e... triste.
-Non sono l’unica insonne, a quanto pare. - dedusse a voce alta alzandosi dal letto, ma la creaturina volse solamente lo sguardo di sbieco verso di lei senza replicare.
-Non abbiamo parlato tanto io e te in questo periodo, eh? - la incalzò sarcastica la ragazza sedendosi sul davanzale vicino alla kwami.
-Non ho mai...- rispose la piccola gru dopo un lungo momento di silenzio, senza mai allontanare lo sguardo dalla luna oltre i vetri. - ... avuto un portatore così... malvagio.- 
Malvagia.
Quella parola, inaspettatamente, colpì Maya come un cazzotto, aprendo ancora di più una crepe nata dalle parole di Callisto...
Noi, al contrario vostro, siamo una squadra. E io ho vinto perché i miei compagni hanno vinto!
-Così neanche tu sembri capirmi... - si rese conto la ragazza, sentendosi intimamente più triste di quanto non volesse ammettere. 
-I miei portatori del passato sono stati Santi, taumaturghi, fate buone. Tu invece...- stilettò Graal.
-Io cosa?! Che cosa credi di saperne tu di me? - reagì Maya sentendosi profondamente offesa.
-So che ti sei concentrata, fin ora, sulla forza e sulle abilità che il miraculous della gru ti dona, ma non hai minimamente sentito il bisogno di usare il tuo potere! - replicò la kwami.
-Colpita e affondata...- ammise la ragazza, colpevole, focalizzando l’attenzione sulle proprie mani.
Il potere della guarigione... era davvero quello il potere adatto a lei? Ne era degna?!
Ma certo che lo era! Lei avrebbe cambiato il mondo.
-Graal, - si riscosse, - insegnami ad utilizzare il mio potere, per favore. - 
-Devi solo trasformarti e metterti in ascolto, ed il tuo potere ti guiderà verso la persona che ha più bisogno di te in questo momento. - spiegò, finalmente fiera, la piccola gru.
-GRAAL, TRASFORMAMI! - proclamò la ginnasta fondendosi con il suo kwami e volò oltre la propria finestra; giunta sul tetto, si guardò intorno e si grattò una guancia, pensierosa: insomma, poteva essere più chiara quella micro stronza! “Il tuo potere ti guiderà”, ma lei non sentiva un bel nient...
Eccolo! lo sentiva davvero! Una specie di sesto senso, una bussola interiore che pareva guidarla.
-In marcia! - si disse saltando da un tetto all’altro senza avere idea della meta verso cui le sue gambe la stavano portando da sole.
L’eroina si fermò, affannata, dinanzi ad una grande villa che sembrava molto antica.
“Come può una persona tanto ricca essere il bisognoso verso cui mi stanno guidando i poteri della gru?’” Si domandò e spinta dalla curiosità si diresse verso il piano superiore, sbirciando di finestra in finestra nelle camere vuote e deserte, fino a trovarne una che sembrava essere abitata. Con la sua speciale scaltrezza e agilità aprì l’infisso, si intrufolò all’interno della stanza e si diresse, con passo felpato, verso il grande letto dentro cui una persona sembrava agitarsi nel sonno.
“Pfff, sono venuta qui per un incubo?” Dedusse indignata ma, curiosa come era sempre stata, si sporse sulla sponda del baldacchino per scoprire chi fosse quel tipo che si dimenava e lamentava senza riuscire a svegliarsi e...
-Non ci posso credere! - trasalì pendendosi immediatamente, era quasi riuscita a svegliarlo!
Merlin rimase immobile senza emettere un fiato fino a che non fu cerca che il ragazzo non stesse ancora dormendo, poi rilassò ogni muscolo in tensione e si mise ad osservarlo... era proprio lui, il ragazzo che ci aveva provato con lei qualche giorno prima... come si chiamava? Cris, cristoff... Kyros! Si chiamava Kyros e, così indifeso e sofferente, non sembrava neppure lo stesso spaccone che l’aveva irritata tanto.
Poi la notò, sul comodino, riposta con cura. Quel pomeriggio al bar il giovane aveva dei guanti di pelle nera e non aveva potuto notarla, ma quella mano robotica sembrava essere proprio una protesi. Più delicatamente che poté, Maya scostò il lenzuolo fino a scoprirgli il busto, finalmente vide il moncherino di quel braccio amputato e, improvvisamente, la colse un’ondata di dolore che non sembrava essere il suo, ma che sentiva fin dentro le ossa.
Tremante, sfiorò con la punta delle dita la pelle cicatrizzata, sentendo Kyros fremere sotto il suo tocco. Chissà che storia si nascondeva dietro quella menomazione. Chissà quanto aveva influito nella vita del giovane. Chissà se non fosse solo il segno di una perdita ben più dolorosa.
Ecco cosa intendeva Graal...quel ragazzo aveva bisogno di lei, lei lo sentiva, sapeva che doveva aiutarlo.
Così, senza remore, sfoderò la sua spada e con essa si ferì il palmo facendo sgorgare copiosamente sangue rosso acceso che, come per magia, prese a illuminarsi fino a brillare di una calda luce dorata.
-GOCCIA DI VITA! - Sospirò Merlin facendo gocciolare una stilla del suo sangue sul moncherino e, appena quella toccò la pelle, da essa si sprigionò una luce accecante che inondò la stanza. 
Attraverso le palpebre chiuse Kyros intravide un lampo che lo svegliò di soprassalto.
Alzatosi, impaurito, guardò intorno a se, nella stanza buia, ma non vide niente di strano.
-Solo l’ennesimo incubo. - si rese conto strofinandosi gli occhi con la mano e, sbuffando, si rimise a dormire.
Il suo cervello assonnato ancora non aveva collegato di essersi toccato con un arto che non aveva più da tempo. Chiusa nell’armadio intanto, Merlin tratteneva il fiato per non emettere un singolo rumore ma, immersa in una caterva di abiti costosi, con i polmoni che stavano per scoppiare, si sentiva finalmente fiera di se stessa.
 
***
 
Fiore, Diego, Andrea, Davide, Luna e Astreo erano di nuovo uniti, una squadra, ritrovandosi con i rispettivi kwami intorno al tavolo su cui campeggiava, maestoso, il Grimorio degli Incantesimi.
-Quindi questo coso... parla?! - domandò Davide dopo aver, come tutti, ascoltato in silenzio il racconto avventuroso della più piccola. 
-Non esattamente... - lo corresse Luna, - La notte della battaglia ho sentito una voce provenire dal libro, che mi ha detto come trasmettere nuovi poteri ai miei compagni. Ma non ha più “parlato” da allora... - 
-Non potrebbe essere stato un potere derivante dall’unione di tre Miraculous? - si chiese Andrea. 
-Lo escludo... non so come, ma io l’ho sentito. - cercò di spiegare la civetta.
Nel frattempo Fiore stava sfogliando le pagine del libro, cercando di dare un senso a quelle formule magiche scritte in un alfabeto sconosciuto e perso nel tempo.
-Uffa! - sbuffò una vocina tirando la testa fuori dall’acqua. - Perché voi potete volare liberi e io devo restare confinata in questa borraccia? - si lamentò la kwami del delfino, era quella infatti l’unica soluzione che il greco aveva trovato per portarla con se.
-Che domanda ostica la tua, Tiffany! - la prese in giro Palmm, - Mi azzarderei a rispondere, ma non vorrei sbagliarmi, che è perché SEI L’UNICO PESCE TRA DI NOI! -
-Kwami! - li richiamò la rossa, - voi sapete leggere questa lingua?
-Certo! - rispose il cervo come se fosse la cosa più scontata del mondo, - L’abbiamo inventata noi! -
-Ma prima che cantiate vittoria troppo presto, - si intromise Moon, - non possiamo leggere le formule per voi o insegnarvelo. Il Grimorio è protetto da un incantesimo fatto perché shiano solo i Custodi a poterlo fare.-
-Ehi Moon, la tua zeppola va molto meglio! - fece notare l’argentino, per spezzare la tensione del momento. 
-Guarda tutto il giorno video su YouTube, ee è incappato per caso in un podcast di logopedia. - rivelò divertita Andrea.
-Quindi vediamo di fare il punto della situazione, - prese la parola Davide - Ci sono due eroi potentissimi in giro per Roma, che sono buoni ma non vogliono avere a che fare con noi manco per scherzo; abbiamo il Grimorio degli incantesimi ma non lo sappiamo leggere; siamo di nuovo riuniti ma questi due manco si parlano... - prospettò indicando con un gesto esasperato della mano Fiore e Diego, che arrossirono imbarazzati. - Che ansia! - concluse. 
-Smettila di essere cosi negativo! - lo rimproverò Andrea.
-Chi mi accompagna a scuola? - intervenne Luna.
-Io devo andare a lavoro. - si scusò Astreo.
-Io e questo musone! - si propose la mora.
-Ehi! Io avevo altri programmi oggi...- si oppose il cervo.
-Tu invece vieni con noi! - ringhiò la lupa tirandolo per un braccio fino a portare tutti fuori, lasciando soli la rossa e l’argentino.
-Si comportano come una vecchia coppia sposata... - commentò Fiore, ed entrambi ne risero di gusto.
-Direi che hanno fatto di tutto per lasciarci soli... - dedusse Diego. - Forse dovremmo parlare di... -
-Non c’è niente da dire. - tagliò corto la stilista, - Avevi ragione tu, i sentimenti tra di noi non ci permettono di essere eroi al 100%: ci rendono vulnerabili e non possiamo permetterlo. Noi non possiamo stare insieme. -
-Colombella io... non avrei mai voluto ferirti. - si scusò Diego.
-Ma lo hai fatto ed è... passato. - rispose incerta Fiore.
-Che intendi dire? -
-Che ho sofferto si, mi sono arrabbiata, ma è passato. Sto bene ora. - spiegò la rossa. - Amici? - propose tendendogli la mano. 
-Amici. - acconsentì il ragazzo stringendogliela. - E adesso....- continuò mentre un sorriso furbo gli si dipingeva sul bel volto, si avvicinò di soppiatto alla porta, la aprì di colpo e fece capitombolare a terra i tre spioni che li stavano ascoltando dietro lo stipite.
-Ahi! Ma come hai fatto a scoprirci? - si lamentò Luna.
-Non riesco ah respirare ...- si lamentò Davide che era finito sotto le due ragazze.
-Facile, non sei mai andata in orario a scuola da quando ti conosco...-
 
***
 
Kyros continuava ad osservare, esterrefatto, quella mano che era spuntata nella notte alla fine del suo braccio. 
Si muoveva, era viva, era parte di lui. Una parte che gli era stata strappata insieme a molto altro quella maledetta notte, in quell’incidente che ancora tormentava le sue notti.
Preso da un impeto quasi di follia, afferrò un coltello dalla cucina, si tagliò sul palmo e il sangue sgorgò copioso dalla ferita che pulsava di dolore lancinante. 
Era davvero viva.
-Sei sicuro che non sia frutto dei poteri del serpente? - chiese al suo kwami.
-Per l’ennessssssima volta, no! - replicò scocciato Edenn senza smettere di dedicarsi alla sua adorata mela. 
Kyros osservò a lungo l’anello del serpente, sicuro che la riposta di quella misteriosa apparizione fosse nascosta lì dentro, e proprio in quel momento il metallo iniziò a bruciare e pulsare al suo dito. Un brivido gelido attraversò la sua spina dorsale e fulmineo si voltò verso il serpentello che, colpito dalla stessa sensazione, aveva smesso di mangiare.
-Ti sssssta chiamando. - lo informò.
Un grumo bollente di panico si sciolse nel suo addome, come se qualcosa lo stesse ustionando dall’interno, ma era comunque consapevole di non potersi sottrarre. Inghiottì a vuoto la saliva e disse:
-EDENN, TRASFORMAMI. -
 
***
 
Dopo scuola il padre di Luna passò a prendere la figlioletta per portarla in ospedale, da quella dottoressa che proprio non riusciva a digerire, per fare tutti i controlli del caso.
Durante il viaggio, insolitamente silenziosa, si trovò a fare i conti con uno strano sentimento che le attanagliava il cuore come quando era spaventata, le faceva formicolare le mani come quando era arrabbiata e la incupiva di una strana ansia. Non poteva essere un nuovo pericolo all’orizzonte, altrimenti la sua perspicacia l’avrebbe avvertita, no? Che fosse una specie di... ricordo? Quante volte -e seppur piccolissima se lo ricordava impressionantemente bene- avevano accompagnato sua madre in quello stesso ospedale per sottoporla a cure che comunque non l’avevano salvata? Quanto tempo della sua infanzia aveva passato in un corridoio d’ospedale? Decisamente troppo.
Questi pensieri la incupirono per tutta la durata del viaggio e anche degli esami a cui si sottopose, sia biochimici che strumentali, e la lasciarono in pace solo quando la Dottoressa si palesò davanti a lei e a suo padre, lasciandola con quella sensazione indecifrabile che aveva avuto prima
-Sua figlia sta bene, è sana come un pesce. - li rassicurò la donna; ma perché si rivolgeva a suo papà come se lei non esistesse o peggio, come se fosse troppo piccola e stupida per capire? Era irritante, estremamente irritante.
-Oh, grazie al Cielo! Non sai che peso mi hai tolto dal cuore, Cecilia. - rispose il signor Ranieri con un tono fin troppo confidenziale per i gusti della figlia.
-Papà - lo richiamò severa, - Dobbiamo andare a prendere Silvia in palestra. - ricordò senza preoccuparsi di nascondere la sua saccenza.
-Oh - rimembrò con delusione l’uomo. - Dobbiamo proprio andare ora... spero di rivederti presto. - si augurò.
-Certamente, me lo auguro anche io. - acconsentì divertita l’algida dottoressa.
-Io non me lo auguro per niente! - si intromise Luna offesa, interrompendo un sospetto gioco di sguardi tra i due.
-Tua figlia ha ragione, dovremmo vederci senza aspettare un ipotetico acciacco di una delle tue figlie. -
-Oh, sisisi certo, non intendevo questo! - replicò teneramente imbarazzato l’uomo.
-Papà, dobbiamo andare ora! - sentenziò la ragazzina trascinandolo via per una manica della giacca.
Non ci poteva credere quei due stavano... stavano... com’è che diceva sempre Diego?Ah, si! Stavano flirtando.
Disgustoso, semplicemente disgustoso
-Hai considerato ragazzina, - le Bisbigliò Palmm quando furono in macchina - che potresti essere semplicemente gelosa?-
Luna sbuffò in risposta, offesa. Gelosa lei? Ma quando mai! Desiderava solamente che quella gatta morta mancasse un gradino scendendo le scale dell’ospedale.
 
***
 
Astreo mescolava ormai con maestria gli ingredienti dei cocktail che i clienti del RistòBand ordinavano, ma ormai un ricetta in particolare era il suo cavallo di battaglia,
-Ecco il tuo Negroni. - disse fiero porgendo l’alcolico alla cliente più abituale di tutte.
-Grazie, - rispose Fiore, - Mh, sei in forma oggi! - constatò poi al primo assaggio.
-E’ più facile lavorare quando nessuno ti dà il tormento. - confidò buttando un occhio al suo collerico collega che, chiuso in uno scorbutico mutismo selettivo, puliva e riordinava i bicchieri. Lui e Matteo non si potevano definire esattamente amici ed era una benedizione stare tranquilli per un po’ senza i suoi dispetti e battutine, ma ormai era diventato quasi una noia. Quasi quasi gli mancava.
Il greco si ripromise, entro la fine di quella giornata, di parlarci.
Mentre la rossa sorseggiava il suo drink, sentì la porta del locale a cui dava le spalle aprirsi, facendo suonare la campanella ma non ci fece caso finché due mani non gli si posarono sugli occhi.
-Indovina chi sono? - scherzò il misterioso avventore.
-Non è possibile...- si rese conto, immediatamente, Fiore, - Matteo! Mi hai seguita fin qui? - rispose, stupita.
-AHAHAHAHAH no, non sono un maniaco... è un caso. - si giustificò.
-E tu ci credi nel caso? - domandò la stilista rapita da quei magnifici occhi castani.
-Neanche un po’... tu? 
-Nemmeno.- rispose, decisa.
-Ehi sorellina! - si intromise l’allegro Mason, - Pronta per il nostro duetto?- 
-Ah, allora sei una cantante professionista? - dedusse Matteo.
-Chi è il tuo nuovo amico? - indagò il proprietario del locale rimarcando l’ultima parola con un tono decisamente allusivo e maledettamente imbarazzante.
-COSA?! NONONONO - si affrettò a giustificarsi Fiore, - Dovresti smetterla di fare domande inopportune senza presentarti, fratellino. - ringhiò poi tirandogli dolorosamente l’orecchio come facevano da piccoli. - Matteo, questo è il mio inopportuno fratello Mason, Mason, questo è il mio amico Matteo, è un musicista professionista, non un arronzone come noi. -
Fatte le dovute “presentazioni”, con Matteo che a stento tratteneva le risate così come Astreo, Mason invitò il nuovo “amico” della sorella a restare per guardare la loro esibizione, con disappunto della diretta interessata. Poi, arrivò l’illuminazione:
-Ora che ci penso bene... non è che io sia proprio al top, ho un po’ di mal di gola e...- 
“Nondirlonondirlonondirlo” Pensò impanicata la stilista che già aveva intuito dove volesse andare a parare.
-Perché non mi sostituisci tu? - domandò rivolgendosi al violinista.
“Maledetto stronzo!”
-Mh, perché no? Dovrei esserne capace, se ne avete bisogno...- accettò disponibile il ragazzo.
“Nonononononono!!!” 
Ed ecco che il mondo le crollava addosso mentre, rossa come i suoi capelli, saliva sul palco nello stesso istante in cui Andrea, Davide, Luna e -purtroppo- anche Diego varcavano la soglia.
-Hai appena rinunciato ad esibirti per spingere tua sorella tra le braccia di uno sconosciuto?! - si rese conto Astreo mentre le prime note della canzone partivano in sottofondo.
-Esattamente... me lo sento, questo è quello giusto! - rispose Mason, elettrizzato, con una luce d’emozione negli occhi che fece accelerare il battito del cuore del biondo e fargli imporporare le guance.
-Right from the start
You were a thief, you stole my heart
And I, your willing victim
I let you see the parts of me, that weren’t all that pretty
And with every touch you fixed them
Now you’ve been talking in your sleep oh oh
Things you never say to me oh oh
Tell me that you’ve had enough
Of our love, our love - Cantò Fiore, imbarazzata, cercando di sfuggire allo sguardo di Matteo, che non la lasciava un attimo sorridendole dolcemente. 
 
-Just give me a reason, just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent, and we can learn to love again
It’s in the stars, it’s been written in the scars on our hearts
We’re not broken just bent, and we can learn to love again - Intonò poi sentendo il cuore battere sempre più forte.
 
-I’m sorry I don’t understand
Where all of this is coming from
I thought that we were fine 
Your head is running wild again
My dear we still have everythin’
And it’s all in your mind 
You’ve been havin’ real bad dreams oh oh
You used to lie so close to me oh oh- ribatté Matteo melodiosamente, alzandosi dal proprio sgabello per farsi più vicino a Fiore, le girò intorno e le prese la mano.
 
-There’s nothing more than empty sheets between
our love, our love
Oh our love, our love
Just give me a reason, just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again
I never stop, you’re still written in the scars on my heart
You’re not broken just bent and we can learn to love again - duettarono insieme armonizzandosi perfettamente, percependo e trasmettendo alla platea un sensazione di serenità e allegria che poche volte Fiore aveva sentito su di sé in quell’ultimo periodo.
 
-Chi è quel tipo? - domandò, curioso, Davide.
-Che ti importa chi è, guarda com’è carino! - lo zittì la Lupa che, insieme alla civetta, confabulava come una fan accanita al primo concerto del suo cantante preferito.
-Pfff, non è questo gran che...- replicò, infastidito, il cervo.
-Geloso? - lo pungolò Luna facendo ridere a crepapelle la compare quando il diretto interessato arrossì come un peperone e per poco non si strozzò con il drink
-Coffcoff, piccola impertinete! Coffcoff, - tossicchiò il malcapitato sotto gli occhi di Diego, troppo occupato a ribollire dentro come un vulcano pronto ad esplodere per accorgersi di ciò che accadeva intorno a se.
-Non ci provare neppure a lamentarti - lo riportò alla realtà l’amico, ripresosi dall’apnea. - L’hai lasciata tu, ricordatelo.
-Ho fatto una cazzata, vero? - chiese l’argentino retoricamente.
-Grande quanto una casa. - acconsentì il cervo.
 
-Oh tear ducts and rust- cantò nel frattempo la stilista alzandosi anche lei dal proprio sgabello per farsi portare al centro del palco.
 
-I’ll fix it for us- rispose Matteo facendosi sempre più vicino,
 
-We’re collecting dust, but our love’s enough- intonarono in coro illuminati a pieno dall’occhio di bue.
 
-You’re holding it in- cantò il violinista,
 
-You’re pouring a drink- replicò la stilista
 
-No nothing is as bad as it seems We’ll come clean
Just give me a reason just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again
It’s in the stars, it’s been written in the scars on our hearts
That we’re not broken just bent and we can learn to love again
Oh we can learn to love again
Oh we can learn to love again
Oh that we’re not broken just bent and we can learn to love again - cantarono, infine, insieme al centro di quella pista, immersi in una musica che li avvolgeva come il mare, circondati da applausi che sembravano lontani anni luce dal loro piccolo, melodioso, meraviglioso mondo.
 
-Ci credi nell’amore a prima vista? - domandò la stilista rapita da quei magnifici occhi castani.
-Neanche un po’...prima di oggi. tu? 
-Nemmeno.- rispose, decisa. - Prima di oggi.- 
 
***
 
-Papà, sono a casa! - si annunciò Luna varcando la soglia, dopo che Andrea e Davide l’avevano accompagnata fin sotto al portone. Inaspettatamente però, suo padre non le rispose come era solito fare, ma era in casa ed era... in compagnia? Sentiva chiaramente la sua voce e quella di una donna conversare in salotto, quindi si precipitò da loro e fu lì che, a quella vista, il cuore le mancò un battito.
Lei era lì, con suo padre, da soli.
-Oh, ciao t-tesoro - farfugliò il signor Ranieri, - Non ti aspettavo così presto.
-Sono le undici passate papà, e io vado alle scuole medie. - stilettò la figlia incrociando le braccia al petto.
-Oh! È già così tardi? Non ce ne eravamo accorti, noi... - si rese conto l’uomo arrossendo fino all’attaccatura dei capelli.
-Che ci fa lei qui? - domandò, velenosa, Luna senza girarci intorno e senza preoccuparsi di sembrare meno indispettita di quanto non fosse. A fanculo le buone maniere, quella stava circuendo suo padre! 
-La dottoressa Tedeschi è stata così gentile da... portarci a casa la tua cartella clinica! - inventò sul posto l’uomo, ma alla ragazzina non sfuggì il sorriso divertito di quell’arpia.
-Di sera? - incalzò Luna.
-Ha dovuto staccare in ospedale, tesoro. - si difese il padre.
-E giustamente tu per ringraziarla hai tirato fuori il vino. - concluse, derisoria, la civetta notando due calici mezzi pieni sul tavolo alle loro spalle.
-L’ospitalità prima di tutto. - ribatté quello.
-Quei bicchieri erano di mamma. - sibilò Luna, nera di rabbia, facendo sprofondare la stanza in una coltre pesante di imbarazzo e disagio.
-E’ meglio che vada, si è fatto tardi. - pronunciò la donna dopo interminabili attimi di silenzio tombale.
Il padre di Luna la guardò senza proferire parola, ma dai suoi occhi traspariva del dispiacere evidente. - Hai il mio biglietto da visita. - gli ricordò allora, illudendosi che la bambina non capisse il “chiamami” che era sottinteso.
Gatta morta!
Cecilia tedeschi abbandonò l’appartamento ma poté sentire, divertita, i passi pesanti della preadolescente e poi il suono di una porta sbattuta con forza, non poté fare a meno di ridere di se stessa, era proprio una calamita per uomini complicati. 
Si rimise in macchina, destinazione ospedale, che raggiunse in pochi minuti.
“Ho dimenticato la borsa in ufficio”, e la guardia notturna la fece passare.
Raggiunse il suo ufficio, senza accenderne la luce, sbloccò il pc ed inserì le credenziali di accesso, poi aprì via via varie cartelle a matriosca inserendo ogni volta una password diversa e segreta.
Il suo lavoro doveva essere protetto ad ogni costo.
Scrollò l’elenco dei file inutili che aveva inserito come depistaggio e sul fondo trovò il suo obiettivo; cliccò sul nome ed entrò. 
Luna Ranieri.
Davanti ai suoi occhi prese vita la ricostruzione digitale dei risultati degli esami fatti sulla ragazzina che si era prodigata immediatamente a secretare e sostituire con dei falsi.
Pensierosa, passò lungo tempo ad osservare l’animazione di tre eliche di DNA* super avvolte, come mai aveva visto in natura o letto sui libri.
Quella mocciosa aveva un segreto, un segreto che avrebbe rivoluzionato il mondo della medicina.
Ed era in mano sua.
 
***
Erano in un parcheggio deserto, fronteggiandosi l’un l’altra pronti a battersi fino all’ultimo respiro. Lei era già trasformata, avvolta nella sua tetra battlesuit, il kwami del ragazzo invece deglutì a vuoto prefigurandosi i disastri che quella battaglia avrebbe causato. 
E lui non aveva la benché minima idea di perdere.
Un vero leone non perde mai.
-SCARR, TRASFORMAMI! - ringhiò Jos richiamando a se la trasformazione quantica, poi si preparò a sferrare il suo colpo: richiamò le sue fiamme nei palmi delle mani finché entrambe non furono avvolte dal fuoco.
Le lingue di fuoco diventarono via via più calde, virando di colore dal rosso ad un giallo oro acceso finché non mutarono fino a prendere la foggia di due fauci.
-PASSI DEI DUE LEONI! - proclamò Simba wa Moto lanciandosi all’attacco contro la sua nemica che invece schivò con agilità un colpo dopo l’altro, per poi indietreggiare ed inforcare la sua arma. 
-NOTE RIVERBERANTI! - annunciò Tengu scagliando dardi luminosi a forma di nota musicale con il suo shamisen magico.
Con movimenti agili e scattanti Simba schivò ogni proiettile indietreggiando fino a trovarsi spalle al muro e, quando se ne accorse, fu troppo tardi.
-CATENE D’OSSIDIANA! - Soffiò la ragazza-corvo scagliandogli contro le sue due catene gemelle, lanciando un attacco bilaterale che non gli avrebbe permesso di scappare in nessun modo; incrociò per un attimo lo sguardo spaventato del compagno prima che il suo colpo andasse a segno facendo esplodere la parete in una nuvola di polvere.
Il petto della ragazza era teso dal respiro affannoso per la stanchezza, e tutto il mondo fuori sembrava tacere, lasciando nelle sue allenate orecchie di musicista solo il ronzio del suo sangue pompato oltre ogni misura e... 
Il crepitio del fuoco! La battaglia non era finita.
Diradatasi la polvere, Tengu vide Simba illeso, avvolto da una nuvola di fuoco che aveva aumentato ancora la sua temperatura, diventando color verde acceso.
-FIAMME DANZANTI! - ruggì l’eroe e il suo scudo si infranse in uno sciame incontabile di fiammelle che si misero a svolazzare dirigendosi contro di lei, accerchiandola senza via di fuga. L’eroina si guardò freneticamente intorno, ma non aveva via di scampo, c’era un solo modo di salvarsi:
-TREDICESIMO SIGILLO! - Disse invocando il suo potere originale e riuscì ad intrappolare sotto forma di note musicali ogni fiamma nel suo magico pentagramma.
Ce l’aveva fatta! Si era salvata, ma non poteva certo sapere che era tutto un diversivo...
-Presa! - Cantò vittorioso Jos piombandole addosso per farla capitombolare al suolo, sotto di se. - Ho vinto strega, ammettilo. - soffiò ad un respiro dalle sue labbra.
-Giammai! - replicò la ragazza, sferrandogli un calcio nei gioielli con tutta la forza che aveva per poi scrollarselo, uggiolante, di dosso.
-Sei sleale! - si lagnò il leone.
-Direi che ho vinto io! - Gongolò divertita la corva.
-Neanche per sogno! Se non avessi tirato quel colpo basso avrei vinto io sicuramente. - sbuffò quello.
-Siamo perfettamente pari. - decretò seria Ayaka facendosi seria e mettendo fine a quel siparietto, - Abbiamo ottenuto poteri simili per potenza e distruttività, e non siamo al nostro massimo! - concluse poi sciogliendo la sua trasformazione.
-L’allenamento più spassoso di sempre! - gioì divertito il tetro kwami del corvo.
-Scarr, detrasforma. - acconsentì Jos cingendo le spalle della sua ragazza.
Ah, come suonava bene,
La Sua Ragazza.
-Andiamo a mangiare qualcosa o barerai anche al ristorante per farti offrire la cena? - la punzecchiò incamminandosi.
-Non barerò per il semplice fatto che me la offrirai tu spontaneamente - negò Ayaka rimarcando l’ultima parola con un cipiglio così funereo che il leone non osò replicare. 
E andava bene cosi.
 
***
 
Aggirandosi furtivamente nel colonnato del Pantheon, Idra sgusciò appiattendosi contro una colonna alle spalla della Dama Nera, che si ergeva fiera al centro della struttura.
-Esci. - sentenziò lapidaria la strega dimostrando che non le fosse passata inosservata la sua presenza.
-Mia Signora. - si annunciò, mellifluo, il serpente dipingendosi addosso la sua migliore finta maschera di spavalderia; raggiunta la donna, si inginocchiò alle sue spalle.
-Alzati - ordinò la Dama nera, e così fece. - Mi hai deluso molto, sai? Avevi il compito di portare le mie stelle malefiche alla vittoria, e non lo hai fatto. -
-Ho anche promesso che ti avrei dato altro tempo da vivere, e l’ho fatto. - si difese, sibilando, Idra.
-Hai ragione....- replicò la donna voltandosi, ostentando una finta e velenosa dolcezza, - Hai ottenuto il minimo risultato accettabile, forse avresti bisogno di uno stimolo in più...- rifletté a voce alta.
Un nuovo brivido percorse la colonna vertebrale del ragazzo, e in un fulmineo movimento vide la strega avventarsi contro di lui, un dolore lancinante al petto gli fece tremare le ginocchia e annebbiare la vista. Tremante, Idra volse lo sguardo al suo torace e, sconvolto, vide la mano della donna che era affondata all’interno del suo petto sanguinante; con una sensazione che non credeva potesse mai avvertire, percepì le dita avvolte intorno al suo cuore.
Era paralizzato, era la fine. Sarebbe morto.
Quando la Dama nera strinse la morsa attorno al cuore del ragazzo, questo urlò in preda ad un dolore lancinante.
-Questo forse potrebbe spronarti un po’! - latrò, esaltata, strattonando la mano e portando via con se l’organo vitale. Stremato, Idra cadde al suolo.
Sorprendentemente, ancora dolorante come se fosse trafitto da mille spade, Kyros si sorprese nel rendersi conto di essere ancora vivo e, alzato lo sguardo, rabbrividì nel constatare che il suo cuore era lì, tra le mani della strega, palpitante come se fosse ancora al suo posto, e nessuna traccia della ferita era rimasta su di se.
-Terrò questo tesoro con me, - annunciò sadica, - E se mi deluderai ancora... - minacciò stringendo ancora l’organo, osservando con soddisfazione il serpente che si contorceva dal dolore.
-Ti conviene non deludermi. - concluse dando le spalle alla sua vittima, che perse i sensi con l’ultimo ricordo del rumore dei suoi tacchi che stilettavano l’antica pietra del Pantheon.
 
***
 
* fatemi fare il biologo, per una volta. (Almeno dimostro di essermela guadagnata, sta laurea) come tutti voi sapete, e se non lo sapete ve lo spiego io in due parole, il nostro patrimonio genetico, di tutti gli esseri viventi tranne alcuni virus, é costituito da DNA formato da DUE eliche super avvolte. Chiaramente, la situazione qui descritta è puramente immaginaria, né sarebbe così semplice da scoprire con delle analisi di routine in ospedale putanto caso fosse reale, ma concedetemi questa licenza bio-narrativa. XD
 
NOTE DEL RESUSCITATO:
 
Salute a voi, coraggiosi che siete giunti fino alla fine, come state? Non sapete per me che emozione è scrivere queste note d’autore, e che ansia mi solletica nel pubblicare questo capitolo.
Spero tanto di ritrovare il mio seguito, e soprattutto spero di riuscire a continuare questa storia in tempi accettabili e meno biblici. Che dire, passiamo alla storia?
Era questo il prosieguo che vi siete immaginati? Si? No? Siete delusi/soddisfatti? Fatemelo sapere con un commento! Si accettano anche “ci hai messo un anno 0er dta cagata?”
Mamma mia, ho così tante cose sa dire che non so come scriverle, ste note... partiamo dicendo che si conclude qui il secondo arco narrativo della mia storia, quindi il prossimo capitolo sarà pubblicato in tempi (spero) brevi e sarà la BONUS TRACK 2. la storia prevede tre archi narrativi per avviarci al finale, quindi avrà in tutto una trentina di capitoli, ma non temete, sto già pensando ad un seguito!
Contino dicendo che una parte fondamentale della mia assenza è il fatto di essere tuttora senza pc, questo capitolo è infatti scritto con un tablet ed è molto faticoso, fidatevi. Per ciò siate clementi, apprezzate lo sforzo e sorvolate gli errori e la grafica spartana.
Adesso mi rivolgo ai mitici superfantastici autori che mi hanno prestato i magnifici oc per questa storia, a loro devo le scuse più grandi per averli delusi con la mia assenza, e spero di ritrovarli qui sotto. Se non sarà così, giuro solennementedi non avere buone intenzioni che tratterò i vostri personaggi come una cosa preziosa. Mi scuso inoltre se non tutti gli oc compaiono in questo capitolo ma essendo, appunto, una conclusione di un arco narrativo che deve, allo stesso tempo, introdurre il successivo, ho dovuto lavorare con ciò che mi era necessario. Nel prossimo capitolo vedremo Vaen, Aurora, Michele, Matteo, Kenny ed un nuovo fantastico personaggio “ficcanaso” con tantissime sorprese!
Venendo alla consuetudine della nostra storia, è ora di parlare di ester egg, sondaggi e interazioni! 
 
1)MOMENTO ESTER EGG: Un applauso a SAPPHIR DREAM per aver indovinato per prima il “testa quadra” da Naruto nello scorso capitolo, vi lascio il link del suo profilo instagram che dovere assolutamente seguire e, in più, vi invito a contattarla per farmi mostrare un piccolo video che ha realizzato su questa storia, animando una parte del capitolo precedente. https://instagram.com/sapphirdream?igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg== 
 
L’ester egg di questo capitolo è sempre a tema anime/manga chi lo indovinerà come sempre sarà sponsorizzato con uno spazio pubblicitario nel prossimo capitolo. 
 
2)MOMENTO INTERATTIVO: per quanto riguarda il momento interattivo, parlo agli autori degli oc di questa storia, avete visto in questo capitolo due due personaggi nuovi, la dottoressa Cecilia Tedeschi e il musicista Matteo Mercanti che sembra avere un debole per la nostra eroina colomba. Vi chiedo, cosa ne pensate di questi due? Come immaginate l’ipotetico rapporto con i vostri oc? Potete descrivermi in linea generale quale potrebbe essere la loro relazione, potete descrivere un loro incontro/momento insieme, oppure semplicemente dirmi “non voglio che il mio/i miei oc ne abbiano a che fare” siete molto liberi sia nella forma che nel contenuto. 
A proposito di Cecilia e Matteo, li avete riconosciuti? Avete capito da dove li ho “pescati”?
 
3) MOMENTO SONDAGGIO: rivolto a tutti i lettori, iscritti e non, desiderate vedere un miraculous-swap? (Tipo mr.bug/ladynoir per intenderci) se si, tra quali gioielli?
 
4)MOMENTO FANART E MUSICA: questo capitolo ha suonato con “just give me a reason” di Pink, e in particolare mi sono ispirato alla versione duettata di Glee, se vi va, andatela ad ascoltare per accompagnare la lettura. Vi allego le fanart realizzate da SAPPHIR DREAM
https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg
 
https://i.postimg.cc/qMsWQrHy/miraculous-cervo.png
 
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https://i.postimg.cc/dtRtg8sh/miraculous-civetta.png
 
https://i.postimg.cc/FHtzPbVV/IMG-20210702-093355.jpg
 
https://i.postimg.cc/jdNLXw24/cernuus-2.png
 
https://i.postimg.cc/VL4t3vxW/raven-akuma.png 
Concludo questo spazio con i miei ringraziamenti, come sempre.un ringraziamento speciale a tutti quelli che mi stanno leggendo ora, a quanti vorranno interagire con questa opera e mostrarmi il loro sostegno, ma anche a chi semplicemente leggerà in silenzio. Un ringraziamento speciale alla mi Beta e amica SUMMERLOVER e a SIMSTAR, che mi ha incoraggiato durante questi mesi di silenzio.
Che dire? 
Arrivederci a presto,
Baci.
SG
 
 
 
 
   
 
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