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Autore: MissAdler    15/07/2023    4 recensioni
Queste piccole OS su Anakin e Obi-Wan partono da un'iniziativa pensata da GladiaDelmarre e Martina, che hanno scelto dieci parole + un bonus da usare entro maggio come prompt per storie e disegni.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Contesto: Scontro su Mustafar
What if
Oneshot
Rating: arancione



 
FLAMES



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Gli occhi di Obi-Wan si riempiono di terrore puro. Anakin ci vede riflessa tutta la paura che il suo ex Maestro non gli ha mai mostrato prima e ne ricava un godimento sadico e spietato.
Ogni colpo è un’esplosione di scintille blu, ogni passo fa vibrare le gambe di entrambi, dalle caviglie alle ossa del bacino, come se i loro corpi pesassero il triplo e potessero scuotere il terreno rovente solo con un balzo.


Perché ti difendi soltanto?
Perché non mi attacchi??


Anakin vorrebbe gridarglielo in faccia, ma decide che sia più incisivo spaccargliela con un calcio, quella faccia, che sicuramente otterrebbe un effetto più dinamico, più teatrale. Come se il fiume di lava, il magma e i lapilli non bastassero…
E infatti non bastano. Non basta niente e non basterà mai. Obi-Wan deve pagare. Deve soffrire per tutto quello che ha fatto.
In che cosa consista il suo peccato, in realtà, non lo sa bene nemmeno Anakin. Non è un fatto isolato, un crimine concreto e dimostrabile. È qualcosa di più profondo, un rifiuto intrinseco e silenzioso che non gli è mai andato giù. Tutto ciò che lui voleva, ciò di cui aveva davvero bisogno, Obi-Wan non gliel’ha mai dato e per questo non pagherà mai abbastanza, non soffrirà mai come merita.
Anakin gli afferra la gola, sente le sue ossa scricchiolare sotto le dita di duracciaio, la pelle sudata scivolare sul cuoio del guanto.
Lo guarda e si sente inspiegabilmente adrenalinico, esaltato, affamato.
La lama di luce sempre più vicina al viso di Obi-Wan, la sua bocca che si spalanca alla disperata ricerca di ossigeno o di parole che non trovano forma, le pupille ridotte a due puntini minuscoli annegati in quell'azzurro così intenso, così familiare.
Anakin si piega ancora sopra di lui e stringe la presa mentre scaccia un pensiero intrusivo che gli risulta odioso, mentre percepisce la Forza affievolirsi nel corpo dell’altro.
Non c’è tempo per ritirare fuori vecchie debolezze, vecchi desideri impossibili e rischiare di compromettere tutto, di fare marcia indietro quando è chiaro che indietro non potrà tornare, non dopo ciò che ha fatto al Tempio, nell’ufficio di Palpatine, su quello stesso pianeta di lava. Il sacrificio è stato consumato sull’altare dell’oscurità e Anakin sa che è come un patto di sangue, un voto infrangibile che lo incatenerà in eterno.
I Jedi sono morti, la Repubblica cadrà, Padmé non sarà mai più sua, ma almeno vivrà. Lei e suo figlio vivranno. L’odio ora è tutto ciò che resta ad Anakin Skywalker. Ed è di gran lunga più semplice farsi inghiottire, che arrancare in direzione opposta, verso una luce che finirà comunque per rivomitarlo all’infinito.
Eppure…
Sente il fiato di Obi-Wan sulla sua faccia e la ben nota, scomoda sensazione si impossessa di lui proprio ora, dopo anni in cui sembrava sepolta, come se quel bisogno non se ne fosse mai andato.
Forse dipende dall’essere un Sith, forse ora che emozioni e pulsioni sono lasciate libere di fluire e di espandersi senza freni, anche quell’antico capriccio soppresso e taciuto sta tornando a galla.
Padmé era convinta che Anakin fosse geloso di lei, che non volesse in nessun modo condividerla con Obi-Wan, ma è sempre stato Obi-Wan quello che Anakin rifiutava di condividere.
Quel bastardo insensibile che l’ha sempre giudicato, che non l’ha mai capito né difeso di fronte al Consiglio e che in guerra gli ha fatto credere di essere morto come se niente fosse.
Obi-Wan è un bugiardo! A Obi-Wan non è mai importato di lui, non gli ha mai dato fiducia e non l’ha mai voluto davvero tra i piedi!
Avere la sua vita in pugno è così inebriante da dargli un capogiro.




Ma Obi-Wan è forte. Non si lascia strangolare con tanta facilità. Non si lascia nemmeno colpire di striscio. Anakin ha sempre ammirato la sua abilità, la sua concentrazione.
No.
Anakin gliele invidia.
Vorrebbe letteralmente aprirlo a metà, con precisione chirurgica, a sangue freddo, e rubargli tutto: la sua forza, la sua determinazione, la sua fede, la sua capacità di persuasione, la sua infinita bontà. Perché Obi-Wan è così schifosamente buono, generoso, saggio, che ad Anakin fa venire il vomito.


Nella sala di comando i cadaveri del viceré e del suo entourage sono ancora caldi. Forse non si raffredderanno mai con quell’afa rovente. Ma loro non ci badano. Anakin è furioso e continua ad attaccare mentre il suo ex Maestro arretra e si scherma come meglio può. Eppure…
Un varco strettissimo, Anakin ora lo vede. Un fianco scoperto durante la parata alta a sinistra. Ma proprio mentre pensa di usarlo per affondarci la lama e trapassare la sua carne da parte a parte, la sua mano si muove da sola, si chiude, scatta e gli assesta un pugno tra le costole facendolo boccheggiare mentre la spada cade a terra. Ora sì che è davvero a portata di lama. Ma trafiggerlo non è ciò che Anakin vuole davvero. Non ora.
Gli afferra di nuovo la gola ma stavolta con la mano di carne, ed è bellissimo percepire la pelle calda e scivolosa di Obi-Wan, la barba cortissima sul pomo d'adamo, la sua giugulare che pulsa, sbatte, martella contro il suo palmo a un ritmo impazzito.
“Ana… kin…”
“Non mi chiamo più così, Maestro” ma pronuncia quell’ultima parola in un sussurro mellifluo, disturbante. E così dicendo lo spinge contro una parete, una qualsiasi, intrappolandolo col suo corpo.
Voleva farlo da una vita. Tenerlo fermo e zitto contro di sé, respirarlo, guardarlo senza imbarazzo, avere la possibilità di trovare la falla in quella perfetta roccaforte di calma e perfezione.
Allenta la presa sul suo collo e si stupisce che Obi-Wan non si muova di un millimetro. Si limita a respirare in piccoli rantoli affaticati, ma resta lì, premuto contro quella parete, con le braccia afflosciate lungo i fianchi e gli occhi bassi, gonfi e arrossati.
Senza dire nulla Anakin balza in avanti e gli cattura le labbra. Le morde, le lecca, le succhia. Ci infila la lingua in mezzo e le trova morbide, cedevoli, tanto che non fa alcuna fatica a insinuarsi in esse, a trovare la lingua di Obi-Wan e a premerci sopra la sua.
È una danza sgraziata, vorace, violenta. Non c’è tenerezza o romanticismo, solo rabbia. Una rabbia cieca, incontrollata, che a tratti si confonde con un desiderio altrettanto macabro e furente.
Anche le cosce di Obi-Wan sono arrendevoli, si aprono alla minima pressione del ginocchio di Anakin, lasciano che il suo corpo si posizioni lì in mezzo, che il suo quadricipite prema sui suoi testicoli, che strusci sul suo inguine. Il suo sesso si indurisce contro quello di Anakin sotto la stoffa dei pantaloni, ma il resto del corpo è inerte, molle e senza volontà, come quello di una bambola di pezza. Obi-Wan se ne sta contro la parete, lo sguardo vacuo, una lacrima che gli solca la guancia e si perde tra i peli della barba.
Ad Anakin non fanno effetto le lacrime, lui vuole solo vendetta e soddisfazione. Sposta la mano dal collo alla mascella, gli afferra il viso e stringe forte le guance, scava tra i denti e lo bacia più in profondità, più rabbioso che mai.
Un istante, uno soltanto. Breve e quasi impercettibile. Forse non c’è nemmeno mai stato. La Forza vibra, si tende, vortica intorno a loro e li spinge uno contro l’altro. Anakin singhiozza sulle sue labbra e strizza forte le palpebre, Obi-Wan geme e lo attira a sé, lo circonda con le braccia, piega la testa e rallenta il ritmo di quel bacio, che prima non era nemmeno un bacio ma una tortura spietata.
Tutto piange. Obi-Wan, Anakin, la Forza intorno a loro, il cielo rosso da cui piovono cenere e lapilli.
Anakin vuole ancora ucciderlo. Deve volerlo per forza, deve farlo per forza.
Ma non ancora. Non mentre Obi-Wan lo tiene tra le braccia e preme le labbra sulle sue. Consumeranno anni di rancori e non detti su quel pavimento, tra i cadaveri ancora caldi. Impazziranno, si uccideranno, prenderanno fuoco come tutto quello che li circonda. Bruceranno in quelle fiamme e sarà comunque un destino migliore di quello che luce e oscurità avevano in serbo per loro. Perché almeno se lo saranno procurato insieme.



 
FINE


 
 
 
 
ANGOLINO DELL'AUTRICE

Queste piccole OS partono da un'iniziativa pensata da GladiaDelmarre e Martina, che hanno scelto dieci parole + un bonus da usare entro maggio come prompt per storie e disegni. Ovviamente sto pubblicando fuori challenge, ma è da maggio che ce l'ho qui incompleta, mi dispiaceva lasciarla a impolverarsi.
Seguitele entrambe su Ig: https://www.instagram.com/martina_huni/, https://www.instagram.com/_gladiadelmarre_/.
Spero che questa ultima OS vi sia piaciuta, se vi va fatemelo sapere!  Grazie a Gladia per l'incoraggiamento. ♥

 
   
 
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