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Autore: inzaghina    20/07/2023    1 recensioni
L'adolescenza è quel periodo della vita in cui tutte le emozioni paiono amplificate e quasi sproporzionate; gli amori sembrano più totalizzanti, le amicizie più coinvolgenti e le delusioni decisamente più cocenti.
Tutto questo vale anche per i Malandrini e i loro compagni di corso, che cercano di vivere una vita normale, mentre fuori da Hogwarts inizia a imperversare una guerra sempre più cruenta.
[Storia partecipante alla challenge "Gruppo di scrittura", indetta da Severa Crouch sul forum feriscelapenna[
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità di Lily e James - Promesse da mantenere '
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I corridoi sono silenziosi durante la prima notte del nuovo anno scolastico, i due neoeletti Caposcuola non hanno ancora organizzato i turni in cui dividere i Prefetti per pattugliare i sentieri che si snodano tra le mura secolari. Minerva McGranitt cammina a passo svelto per raggiungere i propri alloggi, al termine di una riunione a cui ha partecipato con il resto dei Capi Casa nell’ufficio di Silente. È consapevole che, con tutta probabilità, almeno qualcuno tra i suoi studenti si trovi fuori dalle Sale Comuni, ma per una volta ha deciso di non pensarci – ancora troppo focalizzata sulle parole di Albus e sui timori riguardanti il futuro che l’uomo ha condiviso con lei e il resto dei colleghi. Se il preside ha ragione, e Minerva non nutre dubbi al riguardo, tempi ancora bui incombono sul mondo magico del Regno Unito e, guardando le cose sotto a questa prospettiva, l’idea di punire gli studenti per non essere a letto impallidisce fino a perdere importanza. Si chiede quanto ancora potrà durare questo periodo drammatico e se ci sia qualcosa che lei e il resto del corpo insegnante possa fare per schermare gli studenti dal mondo fuori dal castello che, per lei, è diventato più accogliente della casa in cui è nata. È triste pensare che alcuni di loro finiranno con il perdere qualche membro delle loro famiglie, qualche amico, o forse persino la persona amata, ma Albus si è dimostrato risoluto riguardo al fatto che Tom Riddle non desisterà. Deve aver camminato soprappensiero per un bel po’, perché si rende conto di essere arrivata quasi fino all’ingresso della torre di Grifondoro e svolta velocemente in un corridoio poco distante quando sente dei passi concitati salire le scale. Dev’essere stata abbastanza veloce, visto che Marlene McKinnon le passa accanto senza nemmeno notarla e, pochi attimi dopo, Sirius Black fa capolino apparentemente dal nulla e segue la compagna al sicuro, oltre al ritratto della Signora Grassa. Se Horace fosse stato al suo fianco, si sarebbe lanciato in fantasiose ricostruzioni nel tentativo di spiegare quel ritorno quasi simultaneo, Minerva però preferisce evitare di soffermarsi troppo a riflettere sulla vita amorosa dei suoi studenti – gli anni le hanno insegnato che le rivelazioni più sconvolgenti trovano sempre il modo di venire a galla, prima o poi.
 
 
6. You treat me like a stranger, and that feels so rough

 
“Le persone capitano per caso
nella nostra vita,
ma non a caso.
Spesso ci riempiono di insegnamenti.
A volte ci fanno volare alto,
altre ci schiantano a terra
insegnandoci il dolore…
donandoci tutto,
portandosi via tutto,
lasciandoci niente.” 
Alda Merini
 
 
 
Dopo aver dato un’occhiata all’orario del primo giorno, Marlene e Lily emettono uno sbuffo quasi simultaneo, che costringe Mary ad assestare una gomitata nelle costole di una Lexie praticamente in stato comatoso. La bionda abbandona la tazza di caffè fumante per afferrare la pergamena che la McGranitt le aveva consegnato poco fa e comprende subito il motivo del malumore delle altre amiche.
“Si potrà mai iniziare il lunedì con doppie pozioni?” si lamenta teatralmente James, piazzato qualche posto più in là.
“Ma tu sei bravo in pozioni, Ramoso,” ribatte Peter, ficcandosi una generosa forchettata di uova e pancetta in bocca.
“Ok, ma questo non significa che io voglia iniziare ogni settimana, da qui alla fine dell’anno, condividendo un sotterraneo buio con le Serpi...”
“Tu forse no, ma immagino che qualcuno non la pensi come te,” asserisce cupo Sirius, sorbendo il proprio caffè nero e occhieggiando le ragazze poco distanti.
Remus segue lo sguardo dell’amico, incrociando brevemente le iridi smeraldine di Lily, chiedendosi se James sappia a cosa stia alludendo l’amico, ma l’occhiata stupita del capitano rosso-oro gli conferma che anche l’altro sia totalmente all’oscuro.
“Di che parli, Felpato?” s’arrischia quindi a chiedere il Prefetto.
“Di nulla in particolare,” sbuffa Sirius, il cui umore rispecchia più che mai il cognome che vorrebbe poter abbandonare, dopo aver troncato i rapporti con i genitori.
Remus decide che non è saggio indagare oltre e ringrazia James che inizia ad aggiornarli riguardo al suo piano di azione per i provini per completare la squadra, che ha intenzione di organizzare quanto prima.
“Dite che Minnie mi farà prenotare il campo oggi stesso?”
“Io dico che, se dovesse scoprire che la chiami così, ti toglierebbe la spilla da capitano in tempo zero,” ribatte Remus, sorseggiando il suo tè.
“Lunastorta ha ragione, vecchio mio,” ghigna Sirius, ritrovando un briciolo di buonumore, prima di addentare le sue uova.
“Secondo me anche il preside e gli altri insegnanti la chiamano così...” insiste James, aggiungendo miele al proprio porridge.
Remus scuote la testa, mentre Peter annuisce, agguantando un paio di muffin, “credo che tu abbia ragione, James!”
“Credo proprio che mi presenterò anche io alle selezioni,” dichiara Sirius, ansioso di cambiare argomento, mettendosi un paio di pancake alle gocce di cioccolato nel piatto.
“Davvero?” James strabuzza gli occhi, tentando di contenere la propria eccitazione.
“Dopo il diploma di Johnny Bell alla squadra manca un Battitore...”
“Sono anni che ti dico che dovresti presentarti ai provini e non mi hai mai dato retta!”
“Prima avevo la sensazione che farlo sarebbe stato solo un altro modo per mettermi in competizione con Regulus,” ammette a bassa voce l’altro.
James e Remus orientano le iridi verso quelle grigie dell’amico, perfino Peter smette di mangiare per ascoltarlo.
“Ora che me ne sono andato di casa invece, dubito che ai miei possa interessare qualcosa delle mie scelte su come passare il tempo oltre l’orario scolastico.”
I tre rimangono interdetti per un attimo, prima che James assesti una pacca sulla spalla dell’amico. “Sarà bello averti in squadra!”
“Prima dovrò passare le selezioni...”
“so come voli e credo si tratti di una semplice formalità,” sentenzia sicuro James, “dovresti allenarti un po’ con Fabian, magari...”
Sirius rotea vistosamente gli occhi, quasi pentito di aver comunicato la propria intenzione, prima di rispecchiarsi nella gioia del suo migliore amico e ritrovare il sorriso che gli ha fatto compagnia dal momento in cui si è chiuso la porta di Grimmauld Place alle spalle. Si concede di dare un’occhiata al tavolo Serpeverde per controllare se Regulus sia lì, sa bene che il fratello è mattiniero e non si stupisce di vederlo accanto a Rosier e Avery; le loro iridi s’incontrano per una frazione di secondo, prima che entrambi le abbassino e che Sirius perda completamente l’appetito.
 
“So che non sarà come gli altri anni,” commenta, quando i ragazzi hanno iniziato a parlare di Quidditch, Mary.
“Il tuo è un eufemismo,” controbatte Marlene, sbocconcellando un biscotto con le gocce di cioccolato.
“Siamo sincere, non potevate certo sperare di evitare Rosier e Piton per il resto dell’anno,” dichiara in tono pratico Lexie.
“Certo che no,” risponde Lily, scuotendo la testa.
“Ho incontrato casualmente Evan ieri sera e sono riuscita a svicolare per un pelo, ma temo che non abbia intenzione di arrendersi...”
“Dopo la lettera che ti ha scritto lo dubito sinceramente,” le fa notare Mary.
“Quella lettera, per quanto bella, non può cambiare quello che penso e che gli ho detto l’estate scorsa... anche se stargli lontana mi fa più male di quanto credessi, ma suppongo sia normale,” riflette Marlene, bevendo un po’ di succo di zucca. “Sicuramente avrei preferito evitarli almeno per il primo giorno...”
La rossa annuisce in direzione dell’amica.
“E cosa sarebbe cambiato?” domanda, genuinamente interessata, Lexie.
“In tutta sincerità, nulla,” sussurra Marlene, facendo un cenno di saluto ai gemelli Prewett che prendono posto accanto ai compagni di stanza, “giusto, Lily?”
“Giusto,” dice a bassa voce l’altra, prima di sospirare e incrociare lo sguardo di Lexie. “Mi reputereste una stupida se ammetto che ancora non riesco a smettere di rivivere quel dannato giorno?”
“Scherzi?” controbatte svelta Lexie. “Chi non lo farebbe al tuo posto?”
“È solo che credevo davvero che la nostra amicizia contasse qualcosa per lui…” mormora Lily, infilzando con troppa foga un pancake inondato di sciroppo d’acero, senza nemmeno portarselo alla bocca.
“Un po’ come io credevo che Evan dicesse il vero, quando mi spergiurava di amarmi e di voler essere padrone del proprio destino…” aggiunge accigliata Marlene.
“Sono più che convinta che Rosier ti ami davvero,” dichiara Mary.
“Ma non più del futuro che suo padre ha tracciato per lui…”
“Sev invece ha deciso di scegliere di seguire i dettami di qualcuno che lo considera inferiore, solo perché Mezzosangue… ditemi voi se non è assolutamente ridicolo!” critica a mezza voce Lily, decidendosi ad addentare il pancake.
“Gli adolescenti non sono particolarmente rinomati per la loro oculatezza,” fa notare Lexie.
“E da quando sei diventata così filosofica, tu?”
La Cacciatrice fa spallucce, alzandosi e trascinando Lily con sé.
“Pronte?” domanda Mary.
“Beh, mia madre dice sempre via il dente, via il dolore,” risponde incerta Lily.
“Ecco il giusto spirito!” esclama Lexie, prendendole in qualche modo tutte e tre le altre a braccetto.
 
Se Horace Lumacorno rimane stupito di vedere separate due delle coppie formate dai suoi migliori studenti, non lo dà a vedere e dispensa sorrisi sia a Lily Evans, seduta accanto ad Alexandra Ashworth, invece che a Severus Piton, che a Marlene McKinnon che ha preso posto accanto a Mary Macdonald, invece che a Evan Rosier. I due studenti della sua casa hanno occupato il primo banco situato proprio di fonte a lui e sembrano fare il possibile per incrociare lo sguardo delle Grifondoro da cui erano stati inseparabili fino al semestre precedente.
Il professore inizia a raccontare agli studenti gli argomenti che tratteranno durante l’anno e Sirius approfitta per osservare Marlene raccogliersi i lunghi ricci in uno chignon fermato da una piuma. James gli tocca dentro per sbaglio e il ragazzo distoglie lo sguardo, consapevole del fatto che anche Rosier stia fissando Marlene e, dopo averli visti separarsi vicino ai sotterranei la sera precedente, Sirius è più impaziente che mai di scoprire cosa ci sia sotto.
Quando Lumacorno fornisce le istruzioni per iniziare a preparare il Distillato della Morte Vivente, Sirius si alza per andare a recuperare i prodotti dall’armadio, mentre James inizia a preparare il tavolo per sminuzzarli. Si ritrova accanto a Marlene, che lancia un’occhiata di sbieco ad Evan che tenta di avvicinarla e decide d’insinuarsi tra loro, creando una barriera fisica tra i due. Marlene gli rivolge un sorriso grato che Sirius ricambia, perdendosi a osservare le efelidi che le tempestano le guance rosate.
 
*
 
Evan si trova parecchio lontano dalla rotta che avrebbe dovuto seguire durante la ronda, ma sa che Marlene aveva appuntamento in biblioteca con Eleanor quella sera e quindi si è finto malato con Katie MacDougal di Corvonero, impegnata nella ronda con lui, per potersi appostare fuori dalla porta in legno ad arco. Sceglie una rientranza dietro a un’armatura alquanto imponente e rimane immobile, nell’attesa di scorgere una testa bionda e una mora che si lasciano alle spalle la stanza piena di libri.
“Siamo solo alla prima settimana di scuola e siamo già piene di compiti,” sbuffa Eleanor, ricontrollando il tema di Incantesimi per il martedì successivo.
“Questo perché sei forse peggio di Lily e devi fare i compiti ancor prima che gli insegnanti li assegnino,” ridacchia Marlene, rileggendo l’ultima riga della sua traduzione di Rune Antiche.
“Se vuoi che ti faccia vedere la mia traduzione, per controllare che la tua sia giusta, di certo prendermi in giro per la mia diligenza non è la strada migliore, Marl!”
La Grifondoro sgrana gli occhi, dissimulando innocenza, “non ti prendo in giro, infatti.”
“Mhmm, stento a crederlo...”
“Lo faresti davvero?”
“Ti faccio sempre ricontrollare le traduzioni...”
“Eh che di solito le facevamo insieme: tu, Evan ed io,” mormora Marlene, soffiando via un ciuffo di capelli arrivato a coprirle gli occhi.
“Vorrà dire che, da quest’anno, le faremo insieme noi due,” propone di rimando la Serpeverde.
Marlene è senza parole, afferra la mano dell’amica e incrocia il suo sguardo indagatore, “non ti dà fastidio che non abbia più voglia di studiare con lui, quindi?”
“Non mi sarei aspettata altro e, no, non mi dà affatto fastidio. Mi spiace vederti soffrire, perché so quanto lo amavi, ma so anche che non potevi continuare a stare insieme a lui viste le premesse...”
“Grazie...”
“E di che? Le amiche servono a questo, Marl.”
Le due si abbracciano brevemente, prima che Eleanor le dica di darsi una mossa a controllare la traduzione, perché è particolarmente stanca e vuole andarsene a letto.
 
Quando si separano, subito fuori dalla biblioteca, lo fanno con un ulteriore abbraccio. “Rovinerai la mia reputazione di fredda Serpe se continui così...”
Marlene ride di gusto, “grazie ancora, per aver capito El...”
“Non mi devi ringraziare, Marl.”
La bionda annuisce, strizzandole affettuosamente la spalla. “Ci vediamo domani.”
“A domani.”
 
Evan lascia che Eleanor si allontani in una direzione, prima di seguire silenziosamente Marene verso il lato opposto del castello, avvicinandosi di soppiatto in un corridoio deserto.
“Perché mi stai seguendo?” domanda furiosa Marlene, fermandosi improvvisamente accanto a un’aula in disuso.
“Perché mi stai evitando...”
“Nient’affatto.”
“L’altro giorno ti ho incontrata per caso nei sotterranei e sei scappata quasi come se ci fosse stato l’Ardemonio alle tue calcagna.”
“C’era il coprifuoco... proprio come stasera!” 
“Non sono ancora le 10 e comunque io sono un Prefetto, Lene,” sussurra il ragazzo, utilizzando il nomignolo con cui l’ha sempre chiamata.
“Ma io no, Evan,” ribatte lei, lasciando scivolare il suo nome fuori dalle labbra come non aveva più fatto per mesi.
“Possiamo parlare, solo pochi minuti?”
Marlene sospira, annuendo muta e indicando la stanza poco distante, prima di entraci tallonata da lui.
“Che devi dirmi, Evan?”
“Volevo farti gli auguri di compleanno, anche se in ritardo, Lene...”
“Me li hai già fatti,” ribatte lei, spingendo indietro il solito ciuffo ribelle. “Comunque grazie...”
“Non te li avevo fatti di persona, però...”
Marlene annuisce, indirizzandogli un sorriso incerto.
“Ho un regalo per te,” aggiunge Evan, infilandosi la mano nella tasca del mantello.
“Non mi sembra il caso, Evan...”
“L’avevo acquistato mesi fa,” ribatte lui, “rimane tuo, anche se ci siamo lasciati...” aggiunge, consegnandole una scatola piatta e lunga.
Marlene solleva il coperto di velluto blu e osserva un bracciale argenteo con un ciondolo verde decorato con la luna dell’amore. “È in peridoto, la tua pietra di nascita,” spiega Evan, rispondendo alla sua muta richiesta.
“Grazie... è davvero bellissimo, ma non posso accettarlo.”
“Come ti dicevo, l’ho fatto fare appositamente per te, Lene.”
“Ma lo hai fatto quando eravamo fidanzati, è un pegno d’amore e adesso...”
“Adesso cosa?” la incalza lui, avvicinandosi.
“Adesso che non siamo più una coppia mi sembrerebbe sbagliato indossarlo...”
“E perché dovrebbe essere sbagliato, Lene? Io ti amo ancora, che tu mi creda o no...”
“Ti credo, Evan,” sussurra piano Marlene, imponendosi di non reagire alla vicinanza del ragazzo. 
“Quindi lo puoi accettare senza problemi...”
Marlene scuote la testa, abbassando lo sguardo sul bracciale, prima di riportarlo su di lui. “Anche io ti amo, Evan,” ammette dopo una pausa che si è dilatata per una manciata di secondi e ha caricato l’aria che li circonda di aspettative. 
“Lo so,” le dice Evan, avvicinandosi ancor di più e posando con fermezza le proprie labbra su quelle di lei, in un contatto che gli era mancato più dell'ossigeno nelle settimane durante le quali erano stati separati.
Marlene ricambia il bacio, perdendosi nelle sensazioni che la bocca di Evan sa donarle, vi assapora la vaniglia del dolce che hanno servito a cena ed è come tornare a casa, quando lui l’attira a sé per stringerla a permettere ai loro corpi di modellarsi l’uno all’altro. Evan approfondisce il bacio, insinuandole le mani tra i capelli e provocandole una scia di brividi lungo la spina dorsale, accarezzandole la bocca con lentezza. Marlene si lascia sfuggire un gemito, che Evan interpreta come un segnale positivo e ridiscende la schiena della ragazza, prima di liberarle le labbra per posarle una scia di baci lungo il collo.
“Non possiamo, Evan,” soffia quindi Marlene, allontanandolo da sé, tentando di ritornare in controllo delle sue facoltà.
“Mi hai appena detto di amarmi, Lene.”
“Ma questo non cambia quanto ti ho detto a giugno, Evan.”
Il ragazzo la fissa, in una sorpresa muta.
“Non posso continuare a stare insieme a un futuro Mangiamorte, non quando ho ogni intenzione di combattere questi ideali perversi...”
“Non ti farei mai del male, Lene.”
“Lo so e nemmeno io te ne farei... ma al tempo stesso saresti disposto a farne a Lily, o Lexie, o Mary, solo perché le consideri diverse, e per me questo non è accettabile.”
“Non ne farei nemmeno a loro, so quanto tu tenga alle tue amiche...”
“Ma al fidanzato della sorella di Mary invece sì? O un qualunque altro Nato Babbano?”
“Ti ho già detto che è stata una cazzata, Lene.”
“Una delle tante che sono destinate ad accadere da qui in poi,” sussurra lei, sostenendo il suo sguardo. “Grazie del bellissimo regalo, Evan, ma non posso accettarlo. Potresti darlo a tua madre, anche lei è nata in agosto...” gli suggerisce, restituendogli il pacchetto, che era caduto a terra, e raccogliendo la propria borsa.
Si chiude la porta alle spalle, lasciando dietro di sé un attonito Evan, ancora in balia delle emozioni che quel bacio ha saputo risvegliare in lui.
 
Marlene cammina a passo svelto verso la torre di Grifondoro, ansiosa di mettere quanta più distanza possibile tra sé ed Evan, maledicendosi per aver ricambiato il bacio e odiandosi per il battito accelerato che il tocco di Evan le ha provocato. Era già consapevole che i sentimenti nutriti per lui non fossero stati cancellati come con un Evanesco dopo una pozione malriuscita, ma sperava che dopo le vacanze, e la distanza che aveva interposto tra loro, l’intensità di questi sentimenti si fosse affievolita in maniera sufficiente. Rivivendo il loro bacio però, Marlene si rende conto che non è affatto così e che ci vorrà altro tempo, ora che è destinata a incontrare Evan ogni giorno in giro per il castello.
Borbotta frettolosamente la parola d’ordine e percorre il corridoio che la conduce in Sala Comune, dove raggiunge Lily, Lexie e Mary che la aspettano in un tavolino non troppo distante dal fuoco.
“Tutto bene la tua serata di studio con Eleanor?” domanda la MacDonald, infilando il manuale di Incantesimi nella propria borsa.
“Mhmm, mhmm,” borbotta poco convinta.
“Che c’è?” indaga Lily.
“Sembra che tu abbia visto un fantasma!” esclama a mezza voce Lexie.
“Più o meno...”
“Sputa il rospo!” insiste la Cacciatrice.
“Evan mi ha baciato,” ammette quindi Marlene, incapace di sostenere lo sguardo delle amiche.
Mary spalanca la bocca incapace di celare il suo stupore, mentre Lexie si mordicchia il labbro inferiore e Lily le afferra la mano.
“E com’è successo?” s’informa la Evans.
“Mi aspettava fuori dalla biblioteca... ha insistito per parlarmi, sostenendo che lo stessi evitando... mi ha consegnato un regalo di compleanno stupendo che non ho accettato e ha detto di amarmi...”
Le amiche rimangono in silenzio, lasciandole il tempo di elaborare. 
“Gli ho confessato che anche io lo amo ancora e quindi mi ha baciata...” sussurra talmente piano che le altre faticano a capire, “ma tutto questo non cambia le cose e gliel’ho detto, non appena sono riuscita a smettere di baciarlo... Merlino, se è bravo a baciare...” sospira, sentendo ancora il sapore delle sue labbra.
“Mi ha sempre dato l’idea di essere uno che ci sapeva fare,” annuisce Lexie, riuscendo ad estorcere all’amica un piccolo sorriso.
“Quanto sei scema!” la rimprovera Lily, pizzicandole un braccio.
“Che c’è? Mi sembrava che Marls avesse bisogno di tirarsi un po’ su...”
“Infatti è così. Grazie, Lex!”
Lexie le strizza l’occhio. “Quando vuoi, sai che sono sempre pronta a delle orribili battutacce...”
“Quindi, che hai intenzione di fare?” domanda Mary, che è rimasta a osservare lo scambio di battute con un sorriso incerto sulle labbra.
“Nulla, a meno che lui non rinunci ai suoi propositi futuri, cosa che dubito altamente... lo dimenticherò, costi quel che costi.”
“Anche se lo ami?” le chiede Mary, alzandosi.
“Anche se lo amo,” la rassicura Marlene, “anche se non sarà affatto facile incontrarlo ogni giorno.”
“Eh, non dirlo a me... tra David e Severus, ormai le mie lezioni si stanno trasformando in un campo minato...”
“Ecco perché io ho sempre preferito uscire con i Grifondoro,” spiega Lexie, “trattandosi già di persone che sono abituata a vedere ogni giorno.”
“La tua prima uscita è stata con un Corvonero, però!” la rimbecca Lily.
“Sì, al terzo anno avevo ancora le idee confuse...”
Le altre scoppiano a ridere.
“Scherzi a parte, credo che tra me e Josh le cose non siano diventate strane dopo la nostra rottura, se così la possiamo chiamare, proprio perché eravamo amici prima,” continua Lexie, alludendo al fratello maggiore di Marlene.
L’altra scuote la testa, “mio fratello spergiura che tu sia la sua preferita tra le sue ex.”
“Buono a sapersi,” commenta Lexie, strizzandole ancora l’occhio.
“Anche io ed Evan eravamo amici prima, comunque...”
“Non siete mai stati solo amici,” le fa notare Lily, prima d’incamminarsi insieme a loro verso il dormitorio.
Lasciandosi la Sala Comune alle spalle, le quattro non si accorgono dello sguardo di Sirius che è rimasto focalizzato su di loro per l’intera durata della conversazione, nonostante il libro di Antiche Rune piazzato di fronte alla faccia.
“Eccoti finalmente! Dove diavolo ti eri cacciato?” lo saluta James, lasciandosi cadere al suo fianco.
“Volevo leggere la lezione che avevamo per compito insieme al tema.”
Remus lo guarda mascherando a stento le proprie perplessità, “sicuro di star bene?”
“Sto benissimo e ci terrei a farvi notare che ho sempre avuto buoni voti...”
“Certo, è solo strano vederti così focalizzato già dalla prima settimana di scuola, ecco tutto...”
“Ma tu non dovresti essere alle ronde?” 
Remus prende posto, “e ho terminate qualche minuto fa e ho incontrato James che tornava, così ci siamo attardati nelle cucine.”
“E Peter?”
“Lui è ancora là a rimpinzarsi,” risponde con tono ovvio James.
“Lo aspettiamo in camera? Vorrei farmi una doccia,” propone Sirius, ansioso di riflettere su quanto Marlene e le altre si siano dette.
“Sì, conoscendo Pete potrebbe starci ancora delle ore,” ride James tirandosi in piedi e trascinando Remus e Sirius con sé.
 
 
*
 
Mary fa ritorno in sala comune dopo essere stata in infermeria per farsi dare un rimedio per l’emicrania ed è talmente persa nei propri pensieri, che quasi inciampa sulla figura oscura e scomposta di Severus Piton, abbandonata a pochi passi dal ritratto della Signora Grassa.
“Ah, Macdonald! Finalmente qualcuno che conosco...”
“Mi hai spaventata, Piton!”
“Scusami.”
“Che c’è?” domanda la ragazza, ben consapevole della richiesta che sta per sopraggiungere.
“Potresti dire a Lily di uscire a parlarmi? Non le ruberò più di cinque minuti...”
“Ci posso provare, ma non garantisco niente.”
“Non ti chiedo altro,” mormora in tono sconfitto lui, prima di riflettere e aggiungere, “dille che, se non ha intenzione di parlarmi, mi troverà qui domattina, quando dovrà scendere in Sala Grande per la colazione e se non lo farà nemmeno domani, mi troverà qui il giorno dopo e quello dopo ancora. Forse così capirà che non ho intenzione di arrendermi.”
La ragazza mormora la parola d’ordine, facendo in modo di non farsi sentire, e raggiunge la sala comune, scandagliando la stanza alla ricerca delle amiche.
“Lily, ciao... devo dirti una cosa che non credo ti piacerà.”
“che succede Mary?”
“C’è Piton qua fuori, dice che vuole parlarti...”
“Non ho intenzione di parlare ocn lui, Sev già lo sa.”
“Mi ha detto che se non lo farai, dormirà qui fuori in tua attesa, stanotte e nelle notti a venire...”
Lily sbuffa infastidita, consapevole di essere stata messa all’angolo.
“Vuoi che veniamo con te?” le domanda Marlene.
“No, sono in grado di affrontarlo da sola.”
“Questo lo sappiamo, vogliamo solo capire se preferiresti averci al tuo fianco,” le dice in tono dolce Lexie.
“Grazie del pensiero, ma no... meglio che mi dia una mossa, vorrei evitare una scenata.”
Saremo qui ad aspettarti,” le rammenta Lexie, strizzandole brevemente il braccio, mentre Mary e Marlene annuiscono.
 
“Mary ha detto che mi cercavi...” borbotta, una volta raggiunto quello che per anni è sato il suo migliore amico.
“Sei venuta!”
“Solo perché Mary ha detto che avresti dormito qui...”
“Volevo parlarti, Lily. Cercare di spiegarti quello che è successo...”
“Ero presente anche io, non c’è molto da spiegare in realtà. Mi hai insultata, chiamandomi nello stesso modo in cui mi avevi sempre giurato che non avresti fatto, offendendomi e facendomi sentire un’ospite indesiderata nel mondo magico di cui per anni mi hai tessuto le lodi.”
“Ma l’ho fatto solo perché ero furioso con quel borioso di Potter e i suoi scagnozzi, lo sai che non penso quelle cose di te...” tenta di giustificarsi Piton, imponendosi di rimanere calmo.
“E come potrei saperlo, Severus?”
“Perché te lo sto dicendo, qui, in questo momento.”
“Proprio come qualche settimana fa mi hai detto quelle parole orribili. Potter non c’entra, piuttosto dovresti riflettere sulle compagnie che frequenti, gente disposta a far cacciare me e quelli come me da questa scuola, da questo mondo...”
“La tua è una visione parziale,” tenta di blandirla Severus, avvicinandosi.
Lily lo respinge, “è la tua visione ad essere parziale, Sev. E, se non te ne rendi conto, non posso farci nulla per farti cambiare idea. Credevo che fossi uno ei miei più cari amici, ma evidentemente ho preso una gran cantonata.”
“Tu sei la mia migliore amica, la mia prima amica, non posso credere che il nostro rapporto finisca così...”
“Dovevi pensarci prima di avvicinarti a Mulciber, Avery, Rosier e quella cricca.”
“Dammi una seconda possibilità, Lily, ti dimostrerò che non è come credi.”
“Il fidanzato della sorella di Mary quasi ci rimetteva la vita, Mary stessa lo scorso semestre è stata aggredita da quel deficiente di Mulciber e tu hai tentato di farmi credere che si fosse trattato di uno scherzo. L’hai già avuta una seconda possibilità e l’hai sprecata esattamente come la prima,” conclude Lily, osservandolo con le iridi inondate dall’ira.
“Io non ho aggredito nessuno dei due,” fa notare Severus, in tono flebile.
“E, la prossima volta, che farai? Se ti diranno che dovrai far parte del gruppo riuscirai a svicolare ancora o toccherà a te?”
Il Serpeverde abbassa lo sguardo repentinamente, incapace di trovare una risposta.
“Proprio come credevo, Severus. Non ti riconosco più, non so che fine abbia fatto il mio migliore amico, ma tu non c’entri proprio nulla con lui...”
“Lily, io...”
“Lascia perdere, non voglio ascoltarti oltre. E ti prego di andartene via di qui, non vorrei che gli altri studenti si lamentassero con la MacGranitt.”
“Gli altri studenti tipo Potter?” le domanda velenoso Piton.
“Chiunque, anche Potter, sì. Tutta gente che ha diritto di essere qui, a differenza tua!” esclama, dandogli le spalle ed escludendolo definitivamente dalla sua vita.
 

 



 
Nota dell’autrice:
Eccomi qui con il sesto capitolo, che introduce molti conflitti, visto anche il procedere della guerra fuori da Hogwarts, anche se qui tutto questo è solo accennato per ora.
Chi ha già letto altre mie storie, sa bene che ho un debole per le relazioni amorose complicate, che non mancheranno nemmeno qui... immagino che sia chiaro come mai Sirius stia spiando Marlene, anche se la ragazza ancora non se n’è resa conto, tutta presa da Evan e dalla fine della loro storia. 
Al tempo stesso abbiamo a che fare con Lily che mette definitivamente la parola fine alla sua amicizia con Severus, qualcuno potrebbe considerarla esagerata, ma io credo che lui ormai si fosse spinto troppo oltre con le sue idee.
A presto e grazie di essere qui.❤️
   
 
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