Capitolo lI
Turbamenti
Gli uomini rimasti son sfiniti,
tanti tra gli altri han trovato la morte
e tra i vivi assai ce n'è di feriti.
Ma il trono è rimasto al re della corte.
Morgana e pochi altri son scappati.
per salvarsi, ché il mago era più forte.
"Cari amici" disse il re ai suoi soldati
"La guerra non è finita, eppur l'onda
di questa vittoria ci ha incoronati.
Camelot al momento non affonda,
in futuro non saprem se lo farà:
Morgana era del tutto furibonda.
Ma ora sapete che un amico userà
per voi, la grande magica potenza.
Perché non disse a voi la verità?
Voi dovrete capirlo con pazienza.
La mia reazione è stata eccessiva
quando stamani ei s'aprì con prudenza.
Io voglio cambiare la repressiva
legge che fa magia di un sol colore
e non distingue tra buona e cattiva.
La qualità dipende dal creatore.
Buona se buono, bruta se bruto è
chi la utilizza e chi ne è fautore"
Merlino seguì il discorso del suo re
di molto retrocesso sulla landa
per troppa tema di veder da sé
le reazioni dell'amata banda.
Artù gli s'avvicina: "Son contento
tu viva dopo l'aspra scorribanda,
e con il cuore di parlarti tento."
"Potete dirmi tutto Artù, mi appresto
ad ascoltar, ché son curioso e sento
di voler sapere di quello e questo."
"Non hai temuto di usar la magia
davanti a tutti e mostrar il tuo gesto,
per contrastare la sorella mia.
Lei ora sa che sei tra i più potenti
stregoni che in tutto il mondo ci sia.
Gli amici san di te e de' tuoi talenti.
E sembrano felici del tuo fato:
sta sicuro che nessun dei presenti
ti tradirà poiché sei molto amato.
Or vorrei star lontano da ciascuno
per riposar del faticoso stato."
"Mi reco subito all'altrui raduno,
ma prima il letto vado a preparare
Farò che non vi disturbi nessuno"
"Non credo che ciò tu debba imparare:
Merlino non a te mi riferisco
se dico di voler da solo stare
perché se stai con me lo preferisco!"
E Merlin col sorriso abituale
ma ironico rispose: "Non capisco,
se mal vi spiegate, babbeo reale!"
"Siccome tu la vita m'hai salvato"
rispose Artù con modo assai regale
come chi grande concessione ha dato
"più d'una volta ed anche poco fa,
da traditore non verrai trattato.
Ma bada che passata la novità
mi attenderà un compito sfizioso
che porterò al fine con gran voluttá:
ti addomesticherò, servo scleroso!"
Al che Merlin, basito "Non temete,
la magia contro voi terrò a riposo,
anche se un po' mi spiace e lo sapete."
"Guarda ben di non farlo o saran guai.
I miei ragli ed altre cose inconsuete
i rutti, tali che mi imbarazzai
or so che ci fu dietro il tuo zampino.
Con quali e tali scherzi ti deliziai!"
"È vero, ma ero ancora ragazzino,
come quando mi portavate a caccia
e delle prede cambiavo il destino
salvandole dalla vostra minaccia."
"E così mi menavi per il naso …"
E sull'altro viso il rosso s'affaccia.
"Ma non era mia intenzione in quel caso
di farvi sentire sempre più fesso:
ero da sincera pietà pervaso
per le povere prede, lo confesso.
Fedele mi son sempre ritenuto
ed altre volte, pure, sottomesso."
"Non creder che non ne sia compiaciuto."
"E ancor di più se di voi si trattava!"
Il senso delle cose che taciuto
avea Merlin, e le magie che usava,
erano tante e al re vennero in mente:
più ci pensava e più le afferrava.
"Le volte che agivi magicamente,
Merlin, quante sono state in realtà?"
"Man mano le dirò compiutamente:
forse neanch'io le ricordo tutte, ma
mi sforzerò, cosicché capirete
che incantesimi usai per vostra maestà.
Però, vi chiedo scusa, ma dovrete
presenziare alla solenne cena
e accanto ai vostri uomini starete."
"Speravo in una serata serena,
ma do ragione al tuo parlare onesto
che al dover mi riporta, pur con pena.
Se mangerai con me, passerà presto
il tempo e certo con maggior piacere
il desinare, il bere e tutto il resto."
"Non cucino e son pronto per godere
della cena: per me sarà un incanto!"
"È ciò che meriti. È mio parere
che la tua condizion cambierà intanto
che ti sappiamo potente stregone.
Per te sarà sicuramente un vanto
conoscer su te la mia decisione:
farai parte del consiglio di corte
sarà se vuoi la tua nuova missione."
"È tutto molto bello ma la sorte
mi vuole accanto a voi, solerte e buono
ed è ciò a cui tengo in modo più forte"
"Non dubitare: io non t'abbandono.
Avrai un compito in più da terminare,
sia nelle stanze mie, che accanto al trono
con la magia e servi ad aiutare
un buon doppio servizio tuo prevedo
ed io prometto a te di pazientare"
"Grazie, ma questo proprio non lo credo
Neanche voglio che cambiate per me,
ma se é ciò che desiderate, cedo.
C'è una cosa che devo dirvi, mio re
Siete stato gentile a perdonarmi
ma io mi sento ancora male, ahimè!"
Morgana è riuscita ad evitarmi,
nonostante la magia mia e la sua,
all'ultimo ce l'ha fatta a scapparmi."
"Per quella strega la colpa non è tua.
Di lei tutti eravam responsabili"
"E tutti i cavalier morti oggi qua?
Erano di certo vulnerabili
a paragone di vostra sorella
e per me pochi furono salvabili."
"Anche qui si tratta solo di iella.
Destino, sfortuna o chiamalo fato.
Ogni discorso è inutile favella."
"Siete sicuro di avermi perdonato?
Come può esser successo in tal fretta?"
"Per un istante di te ho dubitato
pur avendo conoscenza diretta
della tua indole e del tuo buon cuore.
Io non credea nella magia corretta,
specie dopo che un vecchio truffatore
approfittando della mia urgenza
donò la morte al mio re genitore."
Merlin cadde in ginocchio con violenza.
"Non dite ciò, vi prego, non sapete
chi fosse quel tal vecchio in apparenza.
Non fu colpa sua. A Gaius chiedete.
Lui voleva salvare Uther, lo so
La mortale pietra con orride mete
l'incantesimo di vita rovesciò.
Fu Morgana la sola colpevole
ma il vedervi soffrir così m'angosciò."
"Merlin, c'é qualcosa di sgradevole
che devi dirmi ancora sul tuo conto?"
E il servo disse a lui supplichevole.
"Vi prego, non vorrei più farvi affronto
ma per essere del tutto sincero
finire dovrò tutto il mio racconto.
Quel Dragoon, quel vecchio mago, io ero!
Mi fingevo sarcastico e odioso
solo per non svelare il mio mistero."
Artù rimase muto e pensieroso.
Merlino ancora a terra: "E tra i maghi
mi distinguo per un tratto ombroso:
sono l'ultimo signore dei draghi!
Seppi che Balinor, mio padre, viveva
solo tramite alcuni accenni vaghi
dati da chi bene lo conosceva."
Arthur era scosso da quei discorsi.
Ricordò Merlino quando piangeva:
nello stomaco ebbe dei rimorsi
perché l'aveva creduto debole.
Ma sentì anche della rabbia i morsi.
Nell'animo di Artù troppe nuvole
s'addensavano. Che c'era di vero
nel servo dal sorriso amichevole?
"Ho bisogno di adunar il pensiero
ti chiesi tempo per capire il tutto."
disse il re freddo e s'avviò nel sentiero.
Merlin comprese e lo seguì, distrutto.