Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Asia Dreamcatcher    05/08/2023    2 recensioni
[dal primo capitolo]
"«È strano» esordisce Harry mentre cerca stoicamente di tenere a bada il dolore.
«Mh?»
«Tu. - le parole gli escono senza che abbia il tempo di rifletterci – voglio dire, non avrei mai pensato di vederti in questa veste, ecco» Harry strizza gli occhi in difficoltà, ha il terribile presentimento che le parole gli siano uscite tutte storte [...]
Pansy si lascia sfuggire un sospiro [...] «Il tempo cambia le cose»"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson, Vari personaggi | Coppie: Harry/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6- Yule

Capitolo sei

Yule Ball

§

«Dunque...»
«Mmm»
«Allora»
«Mmm!»
«...Hai pensato a cosa metterai?»
«Morgana Mills! Non mi stressare» esala esasperata Pansy, voltando il capo e osservando Millicent stesa a pancia in giù sul suo letto mentre sfoglia svogliatamente Witch Weekly.
«Devo consegnare questa relazione a Eliza per domani e mi mancano ancora venti centimetri!».
Le iridi azzurre dell'amica la sondano per alcuni secondi, poi afferma seria:
«Non so quanto questa tua sottile isteria latente sia da imputare ai tuoi ultimi esami prima del diploma o al fatto che Harry Potter ti abbia invitato alla festa del Ministero». Colpita e affondata. Pansy solleva di scatto il capo e si pettina nervosamente con le dita la frangetta; è vero, consegnare le relazioni per gli ultimi esami che le mancano la sta stressando, ma almeno con se stessa può ammettere che il fatto che Harry l'abbia invitata alla festa di Yule l'ha messa un tantino in agitazione. Il che è ridicolo, visto che tra loro non c'è niente.
«Insomma ti ha invitata! Ha invitato te!»
«Sì perché la Granger, a quanto pare, si conferma abbastanza furba da defilarsi»
«Ma dopo Hermione ha pensato a te!»
«Perché sono la prima persona che gli è capitata davanti...»
«E chissene. Dimmi che questo per te non ha significato nulla!?».
«Cosa vuoi dire?», chiede la mora rigida.
Millicent la fissa, i grandi occhi cerulei scettici, le labbra vermiglie increspate in una smorfia.
«Vuoi davvero giocare al gatto e al topo con me? Fai sul serio?».
Pansy si muove sulla sedia leggermente a disagio, c'è un motivo valido se Millicent è stata smistata a Slytherin ed è il suo fottuto acume unito alla sua schiettezza indecente.
«Mills credo che tu stia esagerando»
«Quindi me lo sono sognata che l'altra sera, da Theo, hai fissato Potter per quasi l'intera durata della cena?».
Porca Morgana! Impreca mentalmente la mora, torturandosi il labbro prova a schermirsi.
«Ero preoccupata per le sue condizioni di salute! È un mio paziente nel caso te lo fossi scordata!»
«Oh andiamo Pan! Perché menti a me?»
«Perché non c'è niente! - sospira pesantemente e la mano corre alla frangetta - Ok, d'accordo, evabene evabene! Potrei avere un leggero, leggerissimo interesse per lui, contenta? Ma questo è quanto e in ogni caso non potrà mai succedere niente!» la sua voce ha continuato a salire, Millicent sbuffa.
«E perché non potrà mai esserci niente, eh?», Pansy la guarda con le iridi chiare lievemente umide, non dice nulla e torna a lavorare sulla sua relazione. La bruna scuote la testa, irritata dalla cocciutaggine dell'altra.


«L'hai chiesto a Pansy Parkinson?». Le sopracciglia folte e ordinate di Hermione si sollevano in un moto di sincera incredulità.
Sono nel confortevole e caldo bilocale della ragazza non distante dall'ingresso per Diagon Alley. Harry soffia blandamente sul tè bollente, pare piuttosto tranquillo e accenna un sorriso; «Il tuo tono è meno sorpreso di quello di Ron», dice ricordando la faccia paonazza dell’amico mentre cercava di trattenersi dal fare un commento inappropriato.
«Forse perché io vi ho visti insieme» replica Hermione con un sorriso sibillino. Harry aggrotta le sopracciglia scure, l’espressione istupidita.
«Che vuoi dire?». La ragazza scuote la testa divertita, continuando a sorseggiare il tè pacificamente.
«Che sembrate affiatati, era la prima volta che la vedevo così a suo agio con qualcuno che non fosse Theo, Malfoy o Millicent». Il moro fissa la tazza mentre un sorriso impacciato appare sul suo volto.
«Mi fa piacere, abbiamo avuto modo di chiacchierare nei giorni scorsi. Devo dire che quando l’ho rivista… beh ero parecchio sconvolto! Chi se lo sarebbe mai immaginato, lei medimaga?»; «Concordo».
«Forse se fossimo stati tutti meno stronzi tra di noi, molte cose non sarebbero successe…»
«Eravamo dei ragazzini Harry, non ce li avevano solo gli slytherins i pregiudizi, anche noi, in più di un’occasione siamo stati prevenuti nei loro confronti, ma che potevamo fare? Ognuno ha cercato di sopravvivere come meglio poteva» replica Hermione assorta; Harry nota come il suo sguardo si sia fatto distaccato, ma non vuoto: ha l’espressione che di solito assume quando qualcosa di complesso le attraversa le mente e lei cerca di analizzarlo da ogni prospettiva possibile. Tuttavia pare abbia deciso di accantonarlo poiché si ridesta e punta nuovamente le iridi nocciola su di lui.
«Quindi com’è davvero Pansy Parkinson?»; Harry preso in contropiede risponde di getto: «Pungente ma dolce»; «Come mai sei arrossito?».
«Cos—!? Non sono arrossito» mugugna, bevendo poi una lunga sorsata di tè.
Hermione ridacchia piano decidendo di non insistere, il tempo le darà ragione, almeno spera, perché questo darebbe una speranza in più anche a lei.


Al St. Mungo Pansy si muove per i corridoi con un diavolo per capello, ha dormito poco e male, si è svegliata con un cespuglio di rovi per capelli e essendo in ritardo non ha potuto farsi una doccia e prima che la pausa le conceda la possibilità di farsela, diverse ore dovranno ancora scorrere. È stressata, le mancano solamente due esami, ma c’è qualcos'altro che la turba e non le da pace, e no, non è Erbe medicinali proprietà e usi, livello avanzato a farle chiudere lo stomaco – anche se Pansy si dice che dovrebbe, eccome –, ma il fatto che non possa più vedere una certa persona regolarmente e non trova scuse sufficientemente valide per capitargli davanti a casa. Non dovrebbe essere così, dannazione.
È appoggiata precariamente al bancone mentre cerca di compilare ordinatamente la cartella, quando Ernie le offre una barretta al cioccolato che proviene direttamente da Mielandia.
«Santo Salazar ti ringrazio!» esulta Pansy afferrando al volo il dolce.
«Ew – le fa eco Ernie – potevi risparmiartela»;
«Bisogna sempre portare rispetto ai Fondatori, Macmillan».
«Non è stato Salazar a portarti quella barretta, Pansy»
«I Fondatori operano per vie misteriose» ribatte lei caustica.
«Ah sì? E allora rendimela», ma Pansy veloce la addenta con gusto sorridendo angelicamente, mentre Ernie non può fare altro che ruotare gli occhi e scuote il capo con l’ombra di un sorriso.
«Grazie anche a te Ernie!».
«Ciao Harry!» dice veloce lo specializzando guardando sorridente oltre la spalla della compagna.
«Ciao Macmillan, Pansy». La voce calda e sicura di Harry Potter scuote la ragazza che per poco non manda di traverso un pezzo della barretta, si gira di scatto e solleva lo sguardo incredula. È proprio lì davanti a lei, giorni passati a inventarsi scuse abbastanza valide e lui si è come materializzato lì.
«Harry!».
L’auror da un’occhiata dubbiosa all’ex hufflepuff prima di soffermarsi su di lei e un tenero sorriso gli spunta sulle labbra.
Pansy cerca di convincersi che non dovrebbe reagire così alla sua presenza, eppure le sue iridi si beano della vista del ragazzo dai capelli corvini disordinati, dritto come una colonna con le spalle larghe e vestito con la divisa d’ordinanza che contribuisce a farlo apparire ancora più affascinante di quanto lo sia di solito; se ne rende conto perché persino le guaritrici più anziane gli lanciano occhiate interessate, mentre altre due specializzande di un anno più giovani di lei hanno lo sguardo famelico.
Quanto è bello, è il pensiero incoerente che le freccia nella testa.
«Sono venuto qui per ritirare le mie analisi». Harry non sta però guardando nessun’altra se non lei.
«Uh? Oh, le analisi! Certo! T-ti accompagno da Eliza, vuoi?» la ragazza sorride forzosamente; chissà che pensava, che fosse venuto per vederla e basta? Il fatto che vadano da lì a un paio di giorni alla festa di Yule non significa che debbano anche uscire insieme o altro. Oddio ma che va a pensare?
«Speravo proprio di sì» replica lui con dolcezza, nemmeno si è reso conto del suo tono; si limita a seguirla ed entrambi si dimenticano di Ernie che invece sorride tremulo, di cose lui se n’è accorto.
«Pansy»
«Sì?»
«Mi spiace che non siamo riusciti a vederci, ma sono rientrato al lavoro e beh, mi ha sommerso...letteralmente» sospira grattandosi distrattamente la zazzera corvina. L’ex slytherin solleva le iridi su di lui, le guance leggermente porpora… quindi lui voleva vederla ancora?
«C-capisco. Lo immaginavo, sai? Scommetto che ne avevi di cose da riordinare», ridacchia sorniona; prenderlo in giro è più forte di lei.
«Ehy! Io non sono disordinato – mormora falsamente offeso – okay non sono un amante dei verbali, colpa di Piton comunque, lui e le sue dannate relazioni di almeno sessanta centimetri mi hanno reso allergico!»;
«Ma se la McGrannit ce ne dava almeno il doppio».
Vanno avanti così, battibeccando amichevolmente finché Harry non ritira le analisi. Sembra tutto a posto.
«Sono ottime, davvero».
«Oh bene meno male. In effetti mi sento bene. Ce l’hai il tempo per un pranzo veloce?». Pansy non ha mai detestato il suo lavoro tanto come in quel momento in cui è costretta a declinare.
«Purtroppo no, il mio turno si conclude tra cinque ore».
«Ah cavolo! Volevo parlarti della festa»
«C’è qualche problema?»
«No no. Volevo solo chiederti se ti andava bene che ti venissi a prendere», la sua espressione è leggermente imbarazzata mentre lei è sollevata.
«Sì va benissimo, c’è qualche dress code da rispettare?»
«No, va bene allora, ti passo a prendere alle otto, d’accordo? Mandami pure l’indirizzo via gufo»
«D’accordo, grazie!»
«Ci vediamo dopodomani. Buon lavoro Pansy» la saluta con un cenno ammiccante del capo e poi si smaterializza.
«Buon lavoro a te, Harry» sussurra lei.


Pansy si controlla per l’ennesima volta allo specchio mentre infila con attenzione il raffinato anello sigillo appartenuto a sua madre. Strofina le mani le une contro le altre, nervosa, tentando si scaldarle e poi sente il campanello suonare. Il suo battito aumenta mentre va alla porta, ma le sussulta in petto quando vede Harry salutarla con un sorriso obliquo e un mazzo di delicati lillà dai svariati toni di viola.
«Questi sono per te» dice con la voce leggermente roca; la ragazza sbatte le palpebre incredula e li accetta emozionata.
«Non volevo presentarmi a mani vuote e Hermione dice che i fiori non sfigurano mai»;
«Ha ragione… Grazie, sono bellissimi. - mentalmente si appunta che i lillà sono appena divenuti i suoi fiori preferiti – Entra, li voglio mettere in un vaso».
Harry si guarda attorno incuriosito, nonostante le dimensioni è molto ordinato e femminile, poi il suo sguardo ricade sulla proprietaria e arrossisce per quanto è bella.
«Pansy sei… stai molto bene!».
La mora si stringe nelle spalle magre mentre l’auror la osserva intensamente: il vestito in velluto, di un intimo verde bosco, le scende lungo la snella figura, è semplice con lo scollo a barca e le maniche a tre quarti.
«Grazie» replica sollevando il mento e portandosi una ciocca corvina dietro l’orecchio, mostrando il volto poco truccato e le labbra tinte di un bel rosso vivo, i capelli sono un po’ sbarazzini mentre ciocche si avvitano dolcemente creando delle delicate onde che le incorniciano morbidamente il viso pallido. «Andiamo?».
Quando si smaterializzano, Harry non lascia la mano di Pansy anzi la fa avvicinare più a sé, osservando come la hall del Ministero – adibita a festa – è già colma di gente. Qualche flash dei fotografi colpisce i due e Pansy rapida nasconde il volto, Harry, notando il suo disagio, la trascina nella zona del guardaroba dove possono lasciare i mantelli prima di immergersi nella folla.
La mora solo in quel momento nota l’eleganza dell’abito del suo cavaliere, il completo scuro è su misura e la camicia candida con il colletto all’orientale con ricami in rilievo è inusuale ma su di lui calza alla perfezione. Pansy è davvero impressionata.
«Vuoi da bere?»
«Assolutamente». Il ragazzo la conduce con sicurezza tra i vari ospiti, salutando distrattamente ogni tanto, lei osserva ipnotizzata le loro mani intrecciate, la sua presa è salda e la sua mano calda e ruvida. È una sensazione piacevole e intima, per un istante si abbandona all’illusione di essere la sua ragazza e ciò le causa piccoli brividi, scaldandole la pelle, l’idea la tormenta più del dovuto.
Ad un tratto l’arrivo di Weasley con la fidanzata cattura la sua attenzione e lei è costretta a tornare presente a se stessa. Tutto sommato non sta andando male, Weasley si sta sforzando di essere gentile mentre lei è riuscita perfino a ricordare il nome della sua ragazza: Demelza; entrambi si scambiano un’occhiata come a dire che per quella serata hanno ottenuto il massimo che potevano ottenere. La coppia se ne va, ma non fa in tempo a scambiare due parole con il suo cavaliere che arriva nientemeno che il Ministro della Magia, Shackelbolt, accompagnato da due auror, che riconosce immediatamente come il duo restante della squadra di Harry.
«Harry, ragazzo mio sei arrivato!»; «Ministro!» ridacchia il ragazzo stringendogli calorosamente la mano. «Ragazzi».
Anthony Goldenstein sorride gioviale nella loro direzione; «Capo, ciao Parkinson!». Tracey Davis sembra solo estremamente annoiata dal trovarsi lì, Pansy avverte il suo sguardo indagatore, e molto poco gentile, su di sé. Scrolla le spalle e risponde a quell’occhiata con un sorriso tagliente. È pur sempre stata cresciuta come una principessa snob, meglio ricordarglielo.
«Signorina Parkinson, giusto? Le dispiace se prendo in prestito Harry per qualche minuto?»;
«No affatto», ridacchia di gusto mentre il ragazzo in questione spalanca gli occhioni verdi come un cerbiatto accecato da un lumos, si sporge verso di lei, sussurrandole all’orecchio:
«Se non torno tra dieci minuti netti, vieni a rapirmi!»; Pansy ride piano cercando di ignorare il più possibile la sensazione rovente di Harry e il suo fiato caldo e dolce vicino all’orecchio.
«Vai pure Tracey, io tengo compagnia alla Parkinson se al nostro capitano non spiace»; le due ragazze si scambiano un’occhiata al vetriolo, l’auror alla fine fa un piccolo sorrisetto trionfale mentre si accoda a Harry e al Ministro.
«Non ti crucciare a Cy non piacciono gli esseri umani» dice divertito Anthony avendo appena assistito alla scena fra le due ex compagne di casa. “In particolare quelli che ronzano attorno al capitano”, ma questo lo tiene per sé.
«Mpf. Non è cambiata poi molto dai tempi di Hogwarts» commenta pensierosa l’aspirante medimaga.
«Al contrario tuo, a quanto pare». Pansy lo fissa in silenzio, sa che non l’ha detto con sarcasmo, anzi il suo sguardo è così pacato e acuto che non si sente giudicata. Osserva meglio l’ex ravenclaw e la sua figura è alta e ben piazzata da essere rassicurante e non ha solo un bel viso, marcato e attraente ma ha fascino e sicuramente ne è ben consapevole. Sta per rispondergli quando sente una voce femminile che la chiama euforica.
«Pansy!!!», Millicent Bulstrode la abbraccia allegra. Minuta con i capelli scuri legati in un volutamente precario chignon basso e un corto abito argento luccicante, la ragazza sembra star spassandosela un mondo.
«Mills», oh, a Pansy viene troppo da ridere perché la sua cara amica non si è minimamente accorta della presenza di…
«Buonasera Bulstrode».
Il sorriso si eclissa dal volto di Millicent e i suoi occhioni azzurri si spalancano, atterrita.
«G- Goldenstein?» non riesce a parlare, pigola.
Pansy è incredula di fronte a Millicent così in difficoltà, nonostante tutto la sua cotta è ancora perfettamente intatta. Un moto di tenerezza le affiora nel petto a vedere Anthony sereno e sinceramente interessato a fare conversazione mentre Millicent che fatica a trovare le parole poiché troppo presa dalla prestante presenza di lui. Così decide di forzare leggermente la mano al destino, un po’ di sano romanticismo qualcuno se lo merita. “Vedi di non sprecarla, amica mia”.
Pansy inclina il bicchiere con attenta disattenzione e ne rovescia il contenuto intenso e zuccherino sul vestito di Millicent che inorridisce allibita.
«Oh Salzar! Mills mi dispiace tanto – dice con tono da attrice consumata – che pluffe, ed ora?»; l’altra ragazza ha un’espressione terribilmente omicida che cerca di tenere nascosta a Anthony che si accosta a lei per vedere il danno. Ma Pansy rincara la dose, dandole il colpo di grazia:
«Goldenstein le potresti dare una mano tu? Io aspetto Harry, n-non vorrei che si preoccupasse, dopo vi raggiungiamo. - lo fissa con un sorriso mellifluo – d’altronde non è il compito di un auror servire maghi e streghe in difficoltà?». Anthony la fissa di rimando per un istante poi ridacchia sinceramente divertito e acconsente ad accompagnare Millicent a riprendere la bacchetta per sistemare quel disastro.
Pansy li guarda allontanarsi soddisfatta, anche se Mills le terrà il broncio per giorni. Ingolla in un unico sorso il resto dell’Acquaviola e si guarda intorno, pensando che forse i dieci minuti erano belli che passati e che era il caso di andare a recuperare il suo bell’auror.
«Incredibile sei proprio tu. Ciao cuginetta».
La ragazza si irrigidisce e il suo cuore le pare sprofondi nel petto, solleva di scatto il volto incontrando quello piacente di qualcuno che pensava non avrebbe più rivisto.
«Bellamy?».


____________________________________________________________________________________________
Lo so manco da mesi, ma questa storia mi prende ancora molto e sono contenta di essere riuscita a completare il capitolo! Ho davvero il desiderio di terminarla, anche perché quando ho iniziato a scriverla l'ho pensata proprio leggera e senza troppe pretese, cosa che continuerà ad essere. Come vedete in ogni caso, se volessi, ci sarebbe tanta carne al fuoco... vedi Millicent alle prese con il bel Anthony (tengo molto a loro due!).
In ogni caso la voglio portare avanti, purtroppo non riuscirò a fare degli aggiornamenti regolari, ma continuerò ad aggiornare. Visto che sono in vacanza meglio approfittarne.
Grazie a chi è giunto fino a qui!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Asia Dreamcatcher